L'Uomo che Uccise il Sole

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  1. Boreanz
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    Rifiuto. Da un uomo che aveva fino a quel momento mostrato un certo attaccamento al concetto di famiglia, Vergil non se lo aspettava. Le parole che l'uomo, ora in piedi, scambiò con suo figlio e viceversa resero chiaro che quest'ultimo, in qualche modo, era simile allo Hyuga. Rispettava quell'uomo che rimaneva calmo ed impassibile anche con una spada puntata alla gola del figlio. Ma non era solo rispetto, Vergil poteva avvertirlo chiaramente dal timbro vocale e dalla scelta di parole. Era devozione.

    In tutta sincerità non potè rilevare alcun intento mendace nelle parole dell'uomo, o del figlio che in questo momento teneva in ostaggio[Occhi sul Mondo]. In quegli attimi il cervello dello Hyuga lavorava freneticamente. Sapeva che la vita del padre e di una consistente parte del clan dipendevano da lui. A detta del tizio, Shotaro aveva fallito per via dell'imperfezione della sua tecnica di sigillo del proprio chakra. A che scopo sigillare il proprio chakra? Secondo quanto aveva imparato e messo in pratica più volte, comunque, non erano quelli gli effetti. Sigillare il chakra di un bersaglio significava appunto renderlo temporaneamente incapace di utilizzarlo, non occultarlo agli occhi del mondo. Gli mancavano dei pezzi.

    Ascoltando le parole dell'uomo, però, le sue orecchie addestrate alla semantica ed alla dialettica rilevarono un'anomalia. Qualcosa non tornava. Le vittime non potevano essere percepite in alcun modo? Un barlume di folle speranza gli si accese nel petto, realizzando che il tizio stava commettendo l'errore da cui... chi era stato? Suo padre, certo, realizzò poco dopo quasi stupendosi. L'errore da cui suo padre lo aveva messo in guardia più volte: giudicava gli altri con il suo metro. Presumeva che le percezioni degli Hyuga, di Vergil, fossero le sue. Ma si sbagliava. La meccanica descritta dall'uomo non calzava con gli avvenimenti che il chunin aveva vissuto. Guardò l'uomo che aveva appena terminato di parlare con un'ultima, folle proposta. Avvicinò le labbra all'orecchio sinistro del coetaneo che aveva in ostaggio.

    " È come dici. La tua vita mi appartiene. "

    Ed il ragazzo dai capelli neri si vide sgozzare dalla fredda lama di Vergil, rantolando ed agitandosi mentre il sangue spillava dalla gola recisa. Poi l'immagine svanì e Shotaro si ritrovò ancora vivo, illeso e con la lama puntata alla gola. Lo Hyuga aveva ritirato la sua illusione.

    " Vivi, e non scordarlo mai. "

    Allontanò dunque la katana dalla gola ancora sana del ragazzo, spingendolo via. Guardò il genitore dell'altro con aria di sfida, gelido. Nello sguardo gli si leggeva determinazione infinita. Non avrebbe lasciato che finisse in quel modo! Chiuse dunque gli occhi e lasciò cadere la spada. Rimase silente più di quanto avesse originalmente intenzione, concentrandosi nel tenere a mente tutta la situazione che via via pareva essere avvolta da una nebbia oscura.

    " Padre! ", gridò. " Mettetevi davanti a me. So che mi sentite! "

    Non c'era modo che un uomo della tempra di Soken Hyuga non lottasse fino all'ultimo respiro. Questa, forse, era un'ulteriore prova che il giovane Hyuga si trovò ad affrontare. Dovette fidarsi di qualcun altro. Raggiungere il successo insieme. Avere coscienza dei propri limiti ed affidarsi a chi amava per valicarli con successo.

    Allargò le braccia e piegò leggermente le ginocchia, assumendo il secondo kata del Principio del Maestro. Il chakra flueva come un fiume in piena nel suo corpo. Se il problema era una perdita di chakra, Vergil era confidente di poterla sigillare ed invertire. Prima aveva sfruttato un'altra soluzione, ma in quell'occasione la tecnica del padre era perfetta. Era calzante. E il ragazzo dagli occhi di luna sapeva di poterla eseguire.



    Il chakra era la chiave. Forse non poteva esserci contatto "normale", ma finché la punta delle sue dita fosse stata profusa di chakra, che avrebbe colpito solo i punti di fuga, esisteva una speranza. Pur non vedendo nulla davanti a sé, Vergil sorrise, concentrato e fiducioso, ed iniziò a danzare. Rivedé i movimenti per come il padre glieli aveva mostrati, individuando a memoria i punti di fuga principali nel busto di un uomo. Mentre danzava e colpiva e rilasciava chakra, Vergil sapeva. Sapeva che il padre lo aveva udito e, davanti a lui, si stava muovendo concordemente ai suoi attacchi, in modo che lo colpissero nel punto esatto. Padre e figlio, lo sentiva, agivano all'unisono, danzando in modo quasi ipnotico. Ben presto, le 64 Chiusure del sistema circolatorio principale furono completate.

    E Soken Hyuga riapparve.
    O forse non era mai scomparso. Vergil non poteva esserne sicuro. Ingoiando le emozioni che gli bruciavano nel petto ed il dolore che ormai gli percorreva ogni parte del corpo, lo Hyuga si voltò verso i due ninja dagli occhi impuri.

    " Lasciate la Foglia e non fate più ritorno. "

    OFF GAME

    Super 64 Chiusure! :wosd:

    Ovviamente il risultato dell'azione è ipotetico a prescindere dal tempo utilizzato nella narrazione.

     
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