Ultimo Tango a Oto

[Energia] [Talento] | Energia Verde e Controllo del Chakra I per Tokì

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    Febh sedeva su un ceppo, leggendo distrattamente alcune scartoffie che gli avevano letteralmente lanciato in mano poco prima che lasciasse l'amministrazione, con la promessa di leggerle e firmarle in quanto assolutamente essenziali per il benessere del villaggio. Noioso...noioso..e ancora noioso..uff.. In realtà non li stava leggendo con attenzione, nè aveva intenzione di farlo in effetti, anche se c'erano diverse sottolineature e evidenziature di un sinistro rosso sangue. Firmò un pò a caso, quindi mise il tutto nella sacca che teneva legata alla coscia. C'era da lavorare.

    Una coppia di ninja specializzati nell'omicidio avevano disertato durante una missione, uccidendo i loro compagni di squadra e fuggendo nelle foreste tra il paese del Riso e quello del Fulmine. Essendo entrambi Otesi, era stata l'amministrazione di Oto a incaricarsi dell'eliminazione, ma poichè non c'era una vera e propria squadra deputata, e i due traditori erano entrambi chunin, si era deciso di inviare una forza d'assalto non particolarmente specializzata. Per la missione erano stati scelti un Chunin: Teppei Akadou, e un jonin, lo stesso amministratore Febh Yakushi. per un disguido burocratico di quest'ultimo, poi, era stato incluso anche uno dei neo-genin...semplicemente compilando i moduli lo Yakushi aveva barrato una casellina di troppo (forse avrebbe dovuto evitare di farlo a caso)

    In ogni caso la missione era pronta a partire, e i membri del Team "Retaliation" si sarebbero dovuti incontrare davanti a quel ceppo nella foresta, a pochi chilometri di distanza dal covo dei due traditori, identificato per caso durante una missione del tutto scorrelata. Il Genin e il Chunin arrivarono quasi nello stesso istante, e trovarono il Jonin intento a guardare un mazzetto di carte ninja. Oh, eccovi fin.. Fissò lo Yama, con evidente stupore. Ma che ci fai tu qui? Ok che i traditori sono Chunin, ma mandare un genin alle prime armi è folle! Quale imbecille ha autorizzato una missione del genere?? Sbottò, ma l'altro partecipante rispose prontamente, con un tono serio e greve. La missione è stata autorizzata dall'amministratore.

    Oh.. Rispose spiazzato il suddetto amministratore. Ehm...si, cioè, ovvio che si trattava di una battuta! Col cavolo. Ehm...in effetti abbiamo grandi speranze per le nuove leve del villaggio, e si è pensato che farli partecipare a qualche missione di rango un poco più elevato possa aiutarli nella loro crescita...dopotutto il rischio è accettabile, se si insegue il principio di accumulare rapidamente esperienza e potere.. E nel mentre sorrideva e annuiva, mentre quella gigantesca balla, evidente persino al più scemo del villaggio, tentava invano di ridargli un briciolo di dignità.

    Quanto al Chunin che aveva parlato, si trattava di un ragazzo giovane, sui diciassette anni, forse diciotto, con uno strano sguardo distante, un fisico asciutto e, soprattutto, uno strano braccio metallico. Era diverso dalle solite protesi che si vedono in giro, perchè sembrava perfettamente mobile, ma la sua natura sintetica era fin troppo evidente. Vabbbè, passiamo oltre. Allora Teppei-kun Febh aveva già conosciuto tempo addietro quel ninja, durante una missione, e già da allora era decisamente un musone...anche se da qualche chiacchiera colta in giro, sembrava che lo fosse diventato solo dopo aver perso il braccio in battaglia.. Dicevo, come vanno le cose? Ne è passato di tempo dall'ultima volta, eh?

    Il mio nome è Teppei Akadou. Non accetto altri nomi. Il suo sguardo serio si piantò come un chiodo acuminato sullo Yakushi, che tuttavia non ne fu scosso. Era sopravvissuto a occhiatacce peggiori in vita sua, dopotutto. Quanto a te, se sei un Genin cerca di stare lontano dalla battaglia. Potrebbe essere pericoloso, il nemico è abile.

    nataku



    Il nemico, già. I due traditori erano marito e moglie, ed erano Chunin da più di dieci anni. Nonostante le loro notevoli capacità, non avevano mai mostrato l'attitudine o l'interesse ad aumentare di grado, nè erano particolarmente propensi ad allenarsi o cercare di essere i più forti negli scontri...si limitavano a mantenersi in forma, e scegliere con cura le missioni più adatte alle loro peculiarità.

    Il loro nome era segretato, ma avevano dei nomi in codice: Mr. Hana e Mrs. Hana. Il loro background era abbastanza banale, con le uniche note positive di un gran numero di missioni, tutte svolte in coppia. La loro strategia tipica era avvicinarsi al bersaglio fingendo di essereuna coppia di novelli sposi, o di fidanzati in viaggio, entrare in confidenza con le vittime o con l'ambiente, e poi colpire tramite veleni, o rapide incursioni notturne. La donna comunque era anche una esperta in esplosivi e trappole, cosa che spesso permetteva di risolvere la situazione con un botto finale, per così dire. L'uomo era invece abile nell'uso dei veleni e della raccolta delle informazioni, oltre ad avere discrete capacità di combattimento coi pugnali.

    Sono stati individuati a circa tre chilometri da qui. Spiegò Febh, ripetendo le ultime informazioni del briefing che tutti loro avevano ricevuto prima della partenza da Oto. Un covo con qualche trappola che è stata analizzata da un esploratore e dalle sue evocazioni, che passava di là per mappare il territorio in vista di una missione che avrà luogo tra alcune settimane. E' stato un puro caso, ma dobbiamo sfruttare l'occasione.

    Non sappiamo perchè questi due abbiano dato di matto e ammazzato i loro compagni, fino al tradimento non avevano mostrato alcun segno di insofferenza e anzi, avevano più volte dato prova di fedeltà al villaggio e all'Accademia. Non c'è da fidarsi...potrebbero essere impazziti o altro, quindi qualunque cosa dicano non stateli a sentire, vanno catturati o, se necessario, fatti secchi.


    A giudicare dalle informazioni, lo scontro diretto non è il loro punto di forza. No, infatti, proprio per questo dovremmo riuscire a sconfiggerli facilmente... guardò Gyazu. Anche per te potrebbe essere un'occasione di sfidare un Chunin...la donna non ha grandi doti come guerriera, forse potresti riuscire anche a tenerla a bada. Teppei a quell'affermazione si rabbuiò un poco. Mai riporre troppa fiducia nelle capacità di un Genin...c'è il rischio di perdere qualcosa di importante... La mano meccanica mosse appena le dita, in un gesto quasi impercettibile.

    Era il momento delle domande, e di decidere un poco in che modo avanzare.


    CITAZIONE
    La giocata è necessariamente ambientata dopo la quest "acqua cristallina" (lì sei Genin Gialla) quindi per adesso eviteremo riferimenti alla tua missione secondaria datati dall'amministrazione :zxc:

    Questo è un semplice post di presentazione della vicenda :riot:

     
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  2. Tokì
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    Era un pomeriggio d’estate, l’afoso caldo estivo aveva invaso da qualche tempo anche OTO e nel cielo c’era una grossa palla gialla che dava l’impressione di non voler desistere dal riscaldare gli abitanti del villaggio; in particolare il sole picchiava forte dalle parti del quartiere dei piaceri dove l’aria era appesantita dai chiostri di pietanze abusive che come tante piccole bancarelle invadevano gli angoli della strada: l’aria era carica di odori e respirando a pieni polmoni si poteva quasi cogliere la differenza fra gli stessi, le strade non erano molto affollate visto che la vera vita del quartiere si scatenava alla sera, ma anche quel giorno le strade non erano deserte,anzi, scomposti gruppetti di persone invadevano le vie del quartiere imbucandosi nei più bizzarri locali della zona incuriositi dal provare nuove “emozioni”. Ed è proprio la, fra la marmaglia del peccato otese che lo Yama si trovava: svaccato su di una pila di casse il neo-genin si stava appunto godendo il suo pranzo, nulla di speciale solo una ciotola di riso bianco condito con alcune salse tipiche del luogo; insomma, un pranzo spartano e piuttosto leggero, privo di particolari pretese.

    « Jyazu-san! Jyazu-Saaaaan! L’amministrazione ti sta cercando! » Esclamò una voce maschile, era la voce di un ragazzino non molto grande, un tipetto magro dall’aria furba che agitandosi era spuntato dal vicolo alle spalle del Genin, dall'aria agitata il piccoletto dava l’impressione di avere informazioni importanti, tanto che allo Yama si chiuse lo stomaco di colpo colto dal pensiero di essersi messo DAVVERO nei guai. Diavolo, lui riusciva sempre a creare casini ma alla fine dei conti non l’avevano mai mandato a chiamare: ma forse questa era la volta buona che lo rinchiudevano per davvero.

    Quando poi la faccenda si fece più chiara lo Yama tirò un sospiro di sollievo: era solo una missione di eliminazione o giù di lì. Dall’aria data sembrava felice di esser stato scelto, forse anche troppo entusiasta dall'idea di dover eliminare qualcuno (ma infondo ad oto non c'era da stupirsi nel ritrovarsi di fronte ad un genin con principi di sadismo, no?) e l’idea di essere troppo debole per quel tipo di incarico non gli aveva sfiorato la mente nemmeno per un secondo. Anzi, era certo che l’avevano selezionato apposta perché era un vero figo, altro che errori. Lui era un genin con le palle e si meritava quel genere di missioni difficile, no?

    [...]

    Qualche balzo nella foresta seguito da una serie di agili e rapidi movimenti l’avevano portato a raggiungere senza tardare il luogo dell’incontro: una locazione fuori dal villaggio in mezzo alla boscaglia e nei pressi di un misterioso ceppo. Insomma, fortunatamente gli erano state date delle indicazioni molto dettagliate altrimenti lo Yama si sarebbe, SENZA ALCUN DUBBIO perso.
    L’arrivo dello Yama venne seguito in piena sincronia da quello dell’altro Ninja che però spuntò da un angolazione diversa rispetto a quella di Jyazu, il quale differenza di come ci si potesse aspettare da un vero e proprio ninja non sembrava tendere nemmeno minimamente a nascondere la propria presenza, anzi, l’arrivo dello Yama –fatta eccezione per l’entrata atletica che da un ramo l’aveva fatto balzare a qualche metro dal duo- non aveva proprio niente a che fare con la furtività visto che principalmente si preoccupò di atterrare su alcune foglie secche e poi nell’avvicinarsi distese le braccia come a voler attirare l’attenzione dei due. Comunque, esclusa l’entrata poco professionale i connotati da bravo Genin non sembravano mancare: equipaggiamento completo, abiti leggeri e versatili anche se completamente privi di protezione e un aria fottutamente seria da vero ninja incazzato.

    Quando poi la conversazione ebbe inizio le parole di Febh furono capaci di spiazzare inizialmente lo Yama: lo stavano schernendo? Era difficile dirlo; ma a giudicare da una prima occhiata lo Yakushi sembrava dannatamente serio, tanto che allo Yama venne il dubbio di aver sbagliato. Comunque alla fine si limitò ad una semplice occhiataccia allo stesso amministratore, non proprio un occhiata di sfida ma più che altro una di quelle occhiate che lasciano intendere un certo dissenso, fortuna che poi le parole di Febh furono ANCHE capaci di sedare lo Yama dandogli nuovamente l’impressione di esser finito lì in mezzo per lode più che per sfacciata fortuna.

    Alla fine però rimase in silenzio evitando di parlare almeno fino a quando l’amministratore ed il chunin non finirono di discutere sul briefing della missione: informazioni già conosciute che durante il tragitto lo Yama si era preoccupato di imparare a memoria. Solo alla fine lo Yama prese parola, proprio sulle ultime parole del discorso di Teppei che il Genin si preoccupò di cercare di "sormontare" puntando gli occhi su di lui in un occhiataccia ben poco amichevole.« Pensa alla missione, Teppei. » Mormorò calcando così le parole sull'ultima frase del giovane: la voce dello Yama era decisa e chiara, ed era tuonata come un fulmine a ciel sereno privo di alcun preavviso. Non voleva sentir discussioni sulla sua possibile esclusone dalla faccenda, ma soprattutto non voleva passare per il debole del gruppo. Jyazu era fin troppo abituato alla strada piuttosto che alla vita dal Ninja e questo lo portava ad assumere un comportamento piuttosto duro e forse alcune volte fin troppo "aggressivo" nei rispetti degli altri. Comunque riprese rapidamente parola mentre lasciava vagare lo sguardo dal Chunin al Jonin: « Posso occuparmi della donna, probabilmente non sono al suo livello ma dalle informazioni che abbiamo dovrei poterla tenere a bada con i miei taijutsu .. » spiegò annuendo. « .. Ma se riuscissimo a sfruttare l’effetto sorpresa, magari durante la notte sono certo che li potremmo eliminare entrambi in una sola e letale mossa .. » continuò focalizzando alla fine lo sguardo sulla figura di febh. « .. In ogni caso dovremmo comunque avere l'effetto sorpresa dalla nostra parte, giusto? » Domandò.




    Riassunto Slot

        Slot Azione 1
    Inutilizzato
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        Slot Azione 2
    Inutilizzato
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        Slot Azione 3
    Inutilizzato
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        Slot Difesa 1
    Inutilizzato
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        Slot Difesa 2
    Inutilizzato
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        Slot Difesa 3
    Inutilizzato
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        Slot Tecnica 1
    Inutilizzato
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        Slot Tecnica 2
    Inutilizzato
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    Chakra & Vitalità

        Chakra residuo 15/15

        Vitalità residua 12/12


    Equipaggiamento

    Lama interna [3]
    - Riposte all'interno degli arti.

    Shuriken [7]
    - Riposti in due foderi alla vita.

    Coltelli da Lancio [7]
    - Dividi in due fondine ascellari.

    Fasce da Combattimento [4]
    - Su gambe e braccia.

    Filo di Nylon [20m]
    - Diviso in 10m per polso.

    Manipolatori D'aria [2]
    - Uno per palmo.

    Tonico di Recupero Minore [2]
    - Nella sacca porta oggetti.

    Cartabomba I [1]
    - Nella sacca porta oggetti.








     
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    Se lo sguardo serio di Teppei non aveva scosso lo Yakushi, figurarsi poi l'effetto che gli fece l'occhiataccia di Gyazu..in pratica non se ne accorse nemmeno: gli scivolò addosso come fosse acqua fresca. Io penso sempre alla missione. Chiunque si distragga dalla missione rischia solo la vita sua e dei compagni. Suvvia, non penso sia il caso di... Teppei si avvicinò allo Yama, piantandogli i grandi occhi in faccia. Tu non hai mai perso nulla. Si vede dal tuo atteggiamento. Stai attento, perchè non farai molta strada continuando così.. La mano di Febh si frappose tra i due, con una rapidità che entrambi potevano anche solo sognarsi. Basta così, dobbiamo muoverci. Teppei annuì, per lui lo scontro verbale era terminato.

    Non avremo il vantaggio della notte, perchè non possiamo rischiare che siano loro a spostarsi col favore delle tenebre...ma in teoria non dovrebbero sapere del nostro arrivo. Spiegò lo yakushi. Avrebbero attaccato di giorno, ma con la foresta fitta tutto sommato si poteva contare comunque su un minimo di effetto sorpresa. L'avanzata tra gli alberi fu rapida e priva di problemi: l'esploratore che aveva scoperto il rifugio aveva fornito loro tutte le informazioni necessarie per evitare le trappole, quindi il loro era un percorso sicuro.

    Eccoli. Dal braccio meccanico di Teppei era fuoriuscita una specie di visore, che reggeva davanti agli occhi. Vedo il covo, o meglio, vedo la botola nel terreno in cima alla collina. Quel visore doveva fungere da binocolo, anche se verosimilmente c'era del chakra implicato, visto che sembrava del tutto indisturbato dai rami dei fitti alberi davanti a loro. Quanti metri? Seicento al più. Ottimo...avanziamo!

    L'esploratore aveva trovato solo due ingressi al covo, e aveva visto i due fuggitivi entrare e uscire più volte, quindi era abbastanza sicuro che non quello fosse il posto, e che non ci fossero altre vie di fuga. Arrivati a trecento metri ci divideremo. Io andrò all'ingresso principale, voi due all'ingresso secondario dall'altro lato della collina!

    Ma arrivati a trecento metri, li aspettava una sorpresa abbastanza sgradita: ci fu come un suono di corde che scorrono in un meccanismo, anche se non videro nulla tutto intorno. Febh si fermò Lo sentite anche voi? Chissà, magari si trattava di un Genjutsu. Magari fosse stato un Genjutsu! Ci fu un'ombra improvvisa su di loro..e alzando lo sguardo tutti e tre poterono vedere una sorta di gigantesco blocco di cemento che precipitava su di loro. E per gigantesco si intende che l'ombra copriva un'are mostruosamente grande della foresta tutto intorno...mentre per "precipitava" si intende che era dannatamente rapido nella sua caduta. E a giudicare dalle dimensioni, doveva pesare abbastanza da livellare gli alberi, gli animali, e affondare di un bel pò nel suolo. Oh...merda... Ma come diavolo avevano fatto a occultare e tenere sospesa una cosa del genere??

    Che poi, aveva senso stare a farsi domande? Di certo non potevano scappare, la superficie di impatto era semplicemente troppo grande....e non c'era nemmeno il tempo di provare a spaccarlo in volo. Nel mezzo della foresta il boato del blocco di cemento in caduta fu sufficiente a zittire per diversi minuti ogni altro suono.

    Eppure, nonostante la polvere sollevata, i tre ninja erano ancora vivi: la trappola non aveva ridotto i tre a un cumulo di organi pronti per l'omogeneizzato, ma poco ci mancava. Non potendo evitare la trappola, avevano tentato il tutto e per tutto, cercando di sostenere quell'immenso peso. Un'idea folle, ovviamente, agli occhi di una persona ancora tanto vicina alle condizioni umane, ma sia Febh che Teppei avevano capacità che andavano ben oltre quelle di un normale essere umano...e Gyazu...era semplicemente Gyazu. Avevano fermato il blocco in caduta in contemporanea, e il terreno era abbastanza morbido da ammortizzare l'urto senza fracassar loro le ossa sul momento...ma il peso restava comunque intollerabile!

    Un masso non può piovere dall'alto a questo modo!!! E' semplicemente FOLLE!!! Imprecava lo Yakushi, coi denti digrignati per lo sforzo. Dei tre era quello che probabilmente sorreggeva la maggior parte del peso, ma anche con il massimo impasto di chakra possibile non sarebbe riuscito a sostenerlo a lungo..e se anche avesse mollato per un istante, non avrebbe fatto in tempo a evocare una creatura gigantesca che lo aiutasse a reggere quel peso. Non che lo sforzo fosse inferiore per gli altri due! Febh non avrebbe potuto reggere quel coso da solo, ma anche gli sforzi combinati dei tre non sarebbero stati sufficienti..non per molto.

    Non...non penso che dureremo a lungo...mi..mi basta un istante senza peso..un solo istante, e dovrei riuscire a far qualcosa.... Se Teppei e Toki fossero riusciti a fornire quella minima spinta in più, appena sufficiente per dare un pò di libertà di manovra al Jonin e alle sue tecniche più potenti, allora forse una speranza ci sarebbe potuta essere! Ma prima di sorreggere da soli quel peso, anche se per poco, dovevano in qualche modo riuscire a convogliare meglio le loro forze...

    Anche perchè con tutto quel frastuono, figurarsi se i due bersagli non si sarebbero messi in allarme!

    CITAZIONE
    Prova di forza...se in qualche modo non trovi nuove energie siamo tutti morti :argh:

     
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  4. Tokì
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    La risposta alla reazione di Teppei venne con una placidità disarmante, ruotò le spalle puntando gli occhi gialla sulla figura del Chunin in un occhiata che velava una bassa nota di sfida accompagnata da un sorrisetto piuttosto sinistro, il quale si spezzò nel momento in cui Febh appoggiò la mano fra di loro. Si limitò così ad annuire, proprio come Teppei, in risposta all'amministratore.

    A seguito di quel breve bisticcio iniziò la missione vera e propria: l'eccitazione faceva da padrone nel cuore dello Yama e certo, del gruppo era l'anello debole ma questo non l'avrebbe frenato dal cercare di mettersi nuovamente in mostra davanti agli occhi dello Yakushi. Quando iniziarono a muoversi, lo Yama iniziò subito a subire la differenza di potenzialità: dei tre, per quanto potesse muoversi agilmente e velocemente era l'ultimo. Fortunatamente, la velocità di movimento era accettabile e nonostante tutto non perse mai di vista i propri compagni restando perlopiù a 5 o 6 metri alle spalle di Teppei, il quale lo sorprese dal momento in cui iniziò a cacciare fuori dal braccio uno strano congegno. Seicento metri, rispose. Probabilmente, grazie a quel congegno poteva vedere oltre la vegetazione individuando i bersagli: interessante. Di nuovo, senza dire nulla lo Yama rispose a Febh annuendo in segno d'assenso alla sua strategia. Lui e Braccio di Ferro si sarebbero occupati dell'ingresso secondario, mentre allo Yakushi sarebbe rimasto tutto il divertimento. Dannati Jonin, pensò.

    [...]

    Preso il ritmo restare dietro a Teppei risultò piuttosto semplice: tra uno slalom fra gli alberi e qualche masso era semplice seguire la strada percorsa dai compagni. Era ancora più semplice mettere i piedi dove li mettevano loro, facendo ben attenzione a non toccare punti sensibili. In particolare, lo Yama si preoccupò di imitare alla perfezione quei due in modo da essere certo di non errare: se fosse scattata una trappola, di certo lui non ne voleva sapere UN BEL NIENTE.

    Giunti a qualche centinai di metri dalla posizione dei bersagli sembrò succedere qualcosa; un rumore di carrucole e meccanismi esplose all'interno della vegetazione seguito dallo starnazzare di qualche uccello spaventato intento a sfuggire. E poi ombra: tanta ombra. Piu che quanto ci si aspetterebbe, tanto che il sole sembrò spegnersi sopra le loro teste. Lo Yama ci mise qualche attimo in più dei compagni per accorgersi che sì: era sorto, un piccolossimo problema. L'otese fece appena in tempo, subito dopo Febh e Teppei a sollevare entrambe le braccia per posare i palmi sopra l'enorme masso che oramai li stava schiacciando: piegò le ginocchia perdendo qualche centimetro e sfruttò gli arti superiori per provare a sorreggere quell'enorme peso che gli gravava interamente nulla schiena. Diavolo, roba da ernia al disco!
    La pressione era tanta che il Genin s'incassò nelle spalle trovandosi la superficie ruvida del sasso appoggiata sulle spalle. Chiuse per un istante gli occhi spingendo con entrambe verso l'alto, cercando di riguadagnare qualche centimetro, tanto per riportare la nuca in posizione retta: ma nulla. Quel masso non si muoveva.

    « MA CHE BELLA SORPRESAAAAAAHRRRGGHHHHHH!!! »

    Andava detto: Mr e Mrs Hana gli avevano fatto proprio una bella sorpresa. Una sorpresa con i fiocchi che li aveva fatti cadere giusto a pennello in una trappola a dir poco mortale. Lo Yama non era di certo abbastanza forte da sorreggere quel masso, e per quanto volesse negarselo lo sapeva bene. Restavano Teppei e Febh, ma anche loro sembravano messi a dura prova. Insomma, ad un primo sguardo sembrava occhio che quel masso sarebbe stato la loro tomba. Ma ne valeva la pena? Morire così? Sotto un sasso insieme a Braccio di Ferro e all'amministratore? Lo Yama soffiò in fuori l'aria, prese una nuova boccata e poi sputo con rabbia per terra dando prova di un incredibile forza d'animo. Ennò, non sarebbe stato quel masso ad uccidere Jyazu Yama. O forse sì?
    Spinse con maggior forza le braccia verso l'alto e sfruttando le gambe come appoggio cercò di alimentare la spinta dei muscoli superiori. Era una situazione di stallo, da cui apparentemente non c'era via di scampo. Solo le parole di Febh diedero un lieve rivolo di speranza alla situazione.
    Probabilmente se Febh avesse lasciato andare il sasso tutti e tre sarebbero rimasti schiacciati in meno di un millesimo di secondo, l'unica cosa da fare era quella di compensare la forza del Jonin: ma nemmeno con un impasto molto elevato lo Yama sarebbe riuscito a raggiungere una tale potenzialità, anzi probabilmente si sarebbe distrutto i muscoli nel provarci. Teppei invece aveva l'aria di essere un duro, e con quel braccio metallico forse riusciva a trovare maggior potenza, ma probabilmente nemmeno lui sarebbe arrivato alla potenza di Febh. C'era però una possibilità di salvezza: sfruttare il terreno come appoggio. Spostando il peso su di un lato, masso si sarebbe appoggiato sul terreno rimuovendo almeno il 30% o più di peso dalle loro spalle, e quel punto sfruttando il chakra con tutta probabilità sia Jyazu che Teppei sarebbero riusciti a sostenere il sasso per quel margine temporale utile al Jonin. O almeno era quello che sperava lo Yama: lui a dir la verità non ne sapeva un bel niente di gravità, ma tanto valeva provare. « Ho una.. DANNATISSIMA idea: .. » sbottò, stremato dallo sforzo. « .. cerchiamo di deviare l'angolo di caduta del masso, facciamo appoggiare uno dei lati sul terreno in modo .. da diminuire il peso, a quel punto sono certo che io e Braccio di Ferro potremmo reggere questo bestione per almeno.. UN SECONDO! » spiegò, con la voce spezzata dallo sforzo.

    A quel punto, se i compagni avessero acconsentito a quella manovra, allora lo Yama avrebbe spinto verso lo stesso lato dei compagni cercando di sbilanciare il peso del sasso verso il punto prestabilito, facendolo così appoggiare sul terreno; a quel punto avrebbe cercato un attimo di intesa con Teppei in modo da convogliare le forze nello stesso momento: alla fine, avrebbe fatto un cenno con il capo al compagno impastando una grossa quantità di chakra nella muscolatura superiore aumentando la forza per cercare di oltrepassare i proprio limiti: cosa che gli riuscì ma causandogli un incredibile dolore, un dolore che si espanse lungo i muscoli delle braccia e la schiena percorrendo come in una scossa la spina dorsale. [Impasto +7 Tacche, Forza 375][1 Leggera][Overcap] « ORA! » Esclamò, fra un ringhio di dolore ed un altro: la speranza era che Teppei potesse convogliare maggior potenza di lui, e che Febh avesse le mani più veloci di tutta OTO.




    Riassunto Slot

        Slot Azione 1
    Inutilizzato
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        Slot Azione 2
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        Slot Azione 3
    Inutilizzato
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        Slot Difesa 2
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        Slot Difesa 3
    Inutilizzato
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        Slot Tecnica 1
    Inutilizzato
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        Slot Tecnica 2
    Inutilizzato
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    Chakra & Vitalità

        Chakra residuo 10/15
    -QuasiAlto, impasto +7 Tacche in Forza.

        Vitalità residua 11/12
    -Overcap


    Equipaggiamento

    Lama interna [3]
    - Riposte all'interno degli arti.

    Shuriken [7]
    - Riposti in due foderi alla vita.

    Coltelli da Lancio [7]
    - Dividi in due fondine ascellari.

    Fasce da Combattimento [4]
    - Su gambe e braccia.

    Filo di Nylon [20m]
    - Diviso in 10m per polso.

    Manipolatori D'aria [2]
    - Uno per palmo.

    Tonico di Recupero Minore [2]
    - Nella sacca porta oggetti.

    Cartabomba I [1]
    - Nella sacca porta oggetti.







     
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    Sotto il peso mostruoso di quella trappole (ma come diavolo avevano fatto a piazzarla là? Dai dossier informativi non risultava che i coniugi Hana fossero così abili) persino Febh stava iniziando a cedere, mentre dal braccio meccannico di Teppei venivano cigolìì sospetti, anche se sul suo volto non si leggeva alcuna emozione.

    Le ginocchia dello Yakushi erano pronte a cedere, quando la voce del novellino si fece sentire, con un'idea abbastanza folle da essere plausibile, in quella situazione..anche perchè non ne avevano altre! Mi sembra una cosa assurda...Facciamola! Non credo che ci siano alternative. Aggiunse subito dopo la voce di Teppei, che per quanto cercasse di mantenere il suo contegno era incrinata dallo sforzo sovraumano.

    Febh diede una mano a spingere nel modo corretto per cercare di inclinare, almento un poco, quell'enorme masso, sfruttando poi al momento giusto un piccolo scoppio di repulsione dal palmo delle mani, per allontanare, anche se di una manciata di millimetri quell'enorme peso. Poi fu questione di un attimo: battè un piede a terra, sollevando svariate lastre di roccia su cui la pietra si sarebbe appoggiata. Non erano abbastanza resistenti da sorreggerla, ma lo erano a sufficienza per dare un minimo di libertà di manovra al Jonin.

    Sia Gyazu che Teppei si sarebbero sentiti afferrare da una specie di macchia sfumata, che si muoveva a velocità elevatissima, prima di trascinarli nelle profondità della terra. In realtà era semplicemente Febh che, facendo ricorso a impasti di chakra assai considerevoli, e alle sue doti nell'uso della repulsione, era scattato per prenderli e poi, puntellandosi sullo stesso masso in caduta, si era letteralmente tuffato nel terreno [Arte della Terra Superiore] rapido come un proiettile, per andare abbastanza in profondità da non essere schiacciato.

    Nessuno dei suoi compagni conosceva le tecniche di movimento sotterraneo, quindi per loro quella sarebbe stata un'esperienza nuova, forse anche traumatica, visto che di norma non si dovrebbe attraversare il terreno come se fosse acqua. Durò poco tempo, comunque, e nel giro di alcuni minuti il gruppo riemerse finalmente a prendere una boccata d'aria

    Per Teppei il transito sotterraneo fu abbastanza traumatico, ma la sua costituzione era tale da poter sopportare l'assenza d'aria per quel periodo, quanto al generale scombussolamento...beh era uno che sapeva come e quando mantenere il sangue freddo. Barcollò un poco prima di doversi inchinare e appoggiare a terra con una mano. Per Gyazu probabilmente quel viaggio sarebbe stato peggiore...non solo per la velocità e lo strapazzamento, ma soprattutto per la mancanza improvvisa d'aria. In ogni caso, sarebbero stato tutti in salvo, anche se magari non al cento per cento.

    Bella prova novellino...ricordami di offrirti da bere. Disse Febh, spazzolandosi la testa dal terriccio, mentre si appoggiava con la schiena a un albero vicino. Aveva tutti i muscoli indolenziti a causa degli ingenti e continui impasti di chakra, e soprattutto per quello che aveva utilizzato nello scatto a velocità sovraumana

    Non sapevo che ai cadaveri fosse consentito bere. Una voce maschile, dall'alto. Teppei e Febh furono lesti a balzare in piedi, in guardia verso la possibile minaccia. Era una coppia, un uomo e una donna, in cima ad un ramo con le braccia incrociate, schiena contro schiena in una posa decisamente teatrale. Avete abboccato come tanti pesciolini...e ora siete in trappola. Disse lei, con un sorriso tutt'altro che rassicurante. Credevate davvero che fosse così facile trovarci, e avvicinarvi a noi? Questo posto è imbottito di trappole e allarmi...solo che li abbiamo cammuffati per bene.

    Poche storie, coppietta. Non mi è piaciuto lo scherzo del masso, e vi giuro che a voi non piacerà quello che succede adesso. Replicò a tono lo Yakushi, socchiudendo gli occhi, pronto a scattare, mentre Teppei in silenzio piegava le dita metalliche, facendo fuoriuscire diverse lame da quel suo personalissimo meccanismo. Vogliamo scommettere che invece ci piacerà parecchio? La donna schioccò le dita, e dal sottobosco partì un vero e proprio sciame di dardi particolarmente intenzionato a ridurli come tre puntaspilli. Li blocco io. Puntando la mano in avanti Teppei deviò tutto quel metallo con un'onda sonora concentrata [Zankuuha]

    Peccato che mentre i tre si erano concentrati sull'onda di metallo, un'altra trappola, ben più silenziosa, aveva lanciato una pioggia di piccole bombe rotonde, con la miccia accesa e coperte di sinistri sigilli. Disperdetevi! Sarebbe stato necessario uno scatto notevole per spostarsi abbastanza lontano e non venire coinvolti dalla potente esplosione!

    Ma le trappole sembravano concatenarsi con una precisione e una violenza implacabile. Possibile che fossero nascoste così bene da risultare invisibili all'esploratore che aveva individuato i due? E perchè avevano parlato di "abboccare"? Febh cominciò a credere che fosse tutta una trappola per eliminarli...ma per quale motivo? Che fossero solo i soldi?

    In ogni caso tutto intorno partivano lance di legno, dardi metallici, si aprivano fosse con spuntoni acuminati rivestiti da chissà quale tossica sostanza, in una pioggia apparentemente inesauribile di acciaio, legno e pietra! Schivando un'accetta e subito dopo frantumando una roccia con un calcio, lo Yakushi si decise infine a ordinare la ritirata. Erano stati presi nel sacco, quindi dovevano allontanarsi e riorganizzarsi. Via di qui! Ci rivediamo al punto prestabilito! Io cercherò di trattenerli!! Altre pareti di roccia si sollevarono per bloccare alcune delle trappole, mentre Teppei era sempre più provato, e non aveva abbastanza chakra per generare altre Onde Taglienti. Non intendo lasciarti da solo. Replicò, evitando deviando con l'arto metallico l'ennesimo Kunai, cominciando poi con una filippica sul lavoro di squadra eccetera eccetera...Chi abbandona i compagni..

    Se non mi stai a sentire ti spacco il collo con le mie mani! VIA DI QUI!! E una risposta similare avrebbe raggiunto lo Yama se avesse provato a opporsi a quell'ordine. Fuggire non serve. Siete in trappola ormai..ovunque andiate noi vi ritroveremo..e vi abbatteremo! MA STA ZITTA TU!! Le ringhiò di rimando

    Teppei gettò a Gyazu una sferetta, e subito dopo ne scaraventò una identica a terra, sollevando una coltre di fumo e dandosi poi alla fuga. Nessuno dei due Hana sembrò particolarmente interessato nell'inseguirlo, ma ridacchiavano in maniera estremamente fastidiosa, mentre Febh con la sua strana spada-frusta deviava la maggior parte dei proiettili, muovendosi sul terreno con scatti bruschi e che apparentemente non richiedevano alcun movimento delle gambe.

    CITAZIONE
    Resistenza (per trattenere di più il fiato durante i minuti sottoterra) e Riflessi (evitare le millemila trappole) in questa prova..inoltre hai la possibilità di vedere in azione alcune arti ninja avanzate. Ovviamente tra una trappola e l'altra devi cercare di fuggire, seguendo gli ordini di Febh, magari cercando di non farti seguire...o potresti sempre disobbedire, vedi tu.

     
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    Quando Febh lasciò il sasso nelle mani dello Yama e Teppei, benché fosse per solo un attimo a Jyazu sembrò di morire sotto il peso devastante di quel macigno: le ossa scricchiolarono e la schiena si inarcò maggiormente, per poco non cadde addirittura sulle ginocchia e si limitò ad un urlo di dolore. Ma alla fine ce l'avevano fatta. In qualche modo l'idea di Jyazu era stata vincente e aveva permesso a Febh di fare il suo lavoro: in giusto un attimo erano fuori da quella situazione. Fuori da quella, ma dentro una coltre di dannata terra. Non sapeva come ci era finito dentro eppure in qualche modo si trovava sotto il braccio di Febh a fare lo stile libero fra le radici degli alberi. Provò a dire qualcosa, una mezza parola incomprensibile e dalla tonalità sfasata, ma ebbe appena il tempo di aprire la bocca che se la ritrovò piena di terriccio dal sapore amaro. Che diavolo, era una tortura quella missione!

    Strinse gli occhi mentre dal profondo dello stomaco gli si rigirava il pranzo; febh era talmente veloce da azzerare la percezione dello Yama, poteva dire con sicurezza di essere finito sottoterra ma non aveva la minima idea di dove si trovavano e di come ci era arrivato. Annaspò alla ricerca d'aria mentre le mani scavavano all'interno della terra per tentare anche se invano di uscire da la sotto il prima possibile, e poi.. Dopo qualche attimo la luce del giorno e l'aria. Mai come in quel momento l'otese aveva desiderato di prendersi una profonda boccata d'aria, tanto che se ne riempì i polmoni e respirando affannosamente la divorò come se ne fosse affamato. Aveva il cuore in gola ed era tanto stordito che quando il Jonin lo lasciò non potè fare altro che crollare sulle ginocchia reggendo a malapena il tronco con il braccio destro, che era già intorpidito e quasi paralizzato dallo sforzo fatto per sorreggere il masso. Sputò la terra ed insieme ad essa vomitò anche il pranzo ad occhi spalancati. Ebbe appena il tempo di sentire le parole di Febh che un'altra voce prese parola. Era una voce maschile e non sembrava promettere nulla di buono.

    Alzò lo sguardo in sincronia con le ultime parole di Mr.Hana puntando gli occhi gialli sulla sua figura; inizialmente il trauma post stordimento non gli permise nemmeno di vederlo chiaramente, ma quando si passò la mano sugli occhi l'immagine della coppia divenne maggiormente chiara: erano certamente loro.

    In differita di qualche attimo con i compagni alla fine si alzò pure Jyazu, aveva l'aria maggiormente provata in confronto hai tre, eppure in volto aveva un espressione decisa e risoluta: non si sarebbe MAI arreso, nemmeno se sconfitto. Doveva dimostrare la propria tenacia ed era maggiormente spronato dall'alto livello dei due compagni a dare il massimo. Tirò su con il naso ed ebbe appena il tempo di fare un passo avanti, un passo di sfida che sarebbe stato accompagnato da una probabile frase d'effetto se un ondata di armi non gli fosse piovuta addosso. Le parole gli si strozzarono in gola trasformandosi in un ringhio animalesco e carico di rabbia, quasi allo stesso tempo di Teppei sollevò il braccio sinistro ma il Chunin fù più veloce di lui nel bloccare le armi in avanzata, intanto dell'altro lato una serie di bombe pioveva dalla vegetazione al lato del gruppo. Piccole bombe, che però erano in numero abbastanza elevato da poterli ammazzare tutti e tre, ed in particolare di poter ammazzare Jyazu. Febh e Teppei non avrebbero fatto gran fatica a schivarle, ma lo Yama di certo ci mise l'anima nel farlo! Appena le notò fece un agile balzo indietro portandosi a circa mezzo metro da terra, un balzo che sarebbe servito da propulsione per qualcosa di molto più veloce, cioè il posizionarsi di entrambe le mani verso il basso e rilasciare un potente cono d'aria che l'avrebbe sparato a 6 metri di distanza dalle bombe, verso la coppietta di Ninja [Reazione Sonica][Velocità 300]. Schivata l'esplosione atterrò nei pressi dell'ennesima trappola che da dietro un cespuglio gli tirò contro un tripudio di armi da lancio: ebbe appena il tempo di effettuare una capriola verso destra per schivare la massa di armi [Impasto Mezzobasso, Riflessi 250] e portarsi SFORTUNATAMENTE nel raggio di alcune lance, la prima lo mancò bellamente impiantendosi in un albero dietro di lui, la seconda e la terza vennero invece schivate effettuando un salto per la prima -che si impiantò sotto i suoi piedi- ed una giravolta a sinistra per seconda -che sparì nei cespugli- [Impasto 1 Basso, Riflessi 275], fece così un rapido passo indietro per cercare di arretrare fino all'albero dove si era conficcata una delle lance: l'idea era quella di recuperarla per utilizzarla contro quei due. Allungò la mano destra cercando di attorcigliarla intorno al legno dell'arma, in contemporanea sollevò la gamba destra per appoggiava al tronco e tentare di facilitare quell'operazione di estrazione: il problema venne nel farlo. Mentre tentava di estrarre l'arma qualcosa lo colpì dietro la spalla sinistra, cioè tre Shuriken che gli si conficcarono alla massima velocità nella carne facendolo urlare dal dolore [1 Leggera e Mezza al Tronco].

    Comunque che fosse riuscito o meno ad estrarre l'arma avrebbe preso distendo il braccio sinistro verso l'alto, afferrando al volo il fumogeno tiratogli da Teppei: ebbe appena il tempo di stringerlo nella mano che si ritrovò a fare i conti con un paio di sassi della dimensione di due Arance: e Jyazu ebbe una pessima idea. Vedendo Febh spaccarli a calci si dimenticò di essere un genin del piffero e cercò di fere la stessa cosa; poco prima di utilizzare il fumogeno ruotò il busto e caricando la gamba destra si cimentò in un vero e proprio colpo di collo, un tiro a sciabola da sinistra a destra con il quale riuscì SI a deviare uno dei due sassi ma allo stesso tempo si fece un male cane [1 Leggera alla gamba sinistra], il secondo cadde invece oltre il fianco sinistro, seguito però da una nuova ondata di armi che con una certa violenza sembrava mirare di nuovo verso di lui: si scatto attivò il fumogeno e lo buttò hai propri piedi per cercare di coprire la propria "fuga" e prese a correre via. Come poco prima non intendeva scappare veramente, ma anzi cercava di muoversi oltre Mr & Mrs Hana per passare oltre il duo, e prepararsi a prenderli alle spalle in un secondo momento.

    Intanto, Se precedentemente fosse riuscito ad impadronirsi della lancia allora avrebbe sfruttato il momento per utilizzarla: probabilmente i fumogeni avrebbero creato maggior trambusto, le armi confusione e la fuga del trio avrebbe reso più difficile prevederne l'attacco: così jyazu avrebbe alzato l'attenzione su Mr.Hana designandolo come obbiettivo del proprio colpo. Così, correndo verso di loro avrebbe caricato la lancia lungo la propria spalla stringendola nella mano, arrivato a qualche metro dalla coppia avrebbe sfruttato la rincorsa per darsi un incredibile slancio in avanti e cercare una linea di tiro perfetta verso il ventre del nemico. Caricò la muscolatura del braccio e con tutta la propria forza scagliò l'arma verso di lui esplodendo in un urlo di dolore e rabbia allo stesso tempo. Probabilmente non era una mossa molto intelligente, ma sfortunatamente lo Yama tendeva a non usare quasi mai il cervello in certe situazioni. Le armi del nemico inoltre avrebbero offerto una copertura anche se minima alla lancia, rendendo più difficile la possibilità di indiviudarla.

    png

    « AAAAAAAAAAAHHHHHRRRRGHHH! »

    Alla fine avrebbe comunque continuato a correre facendo lo slalom fra le varie armi da lancio ed i sassi che piovevano da tutte le parti, e poi una capriola ed un salto prima di cercare copertura dietro un albero poco distante.



    Nota: non ho usato slot azione visto che la situazione è vaga @.@, spero vada bene comunque!

    Riassunto Slot

        Slot Azione 1
    Inutilizzato
    ______________________________
        Slot Azione 2
    Inutilizzato
    ______________________________
        Slot Azione 3
    Inutilizzato
    ______________________________

    ■■■■■■■■■■■■■■■■■■■■■■■■■

        Slot Difesa 1
    Inutilizzato
    ______________________________
        Slot Difesa 2
    Inutilizzato
    ______________________________
        Slot Difesa 3
    Inutilizzato
    ______________________________

    ■■■■■■■■■■■■■■■■■■■■■■■■■

        Slot Tecnica 1
    Reazione Sonica
    ______________________________
        Slot Tecnica 2
    Inutilizzato
    ______________________________



    Chakra & Vitalità

        Chakra residuo 5,5/15
    -QuasiAlto, impasto +7 Tacche in Forza.
    -Mezzobasso, impasto +2 Tacche in Riflessi
    -Basso, impasto +3 Tacche in Riflessi
    -Medio, Reazione sonica

        Vitalità residua 9,5/12
    -Overcap (-1 Tronco)
    -Shuriken spalla sinistra (-1,5 tronco)
    -Sasso gamba sinistra (-1 gambe)

    Equipaggiamento

    Lama interna [3]
    - Riposte all'interno degli arti.

    Shuriken [7]
    - Riposti in due foderi alla vita.

    Coltelli da Lancio [7]
    - Dividi in due fondine ascellari.

    Fasce da Combattimento [4]
    - Su gambe e braccia.

    Filo di Nylon [20m]
    - Diviso in 10m per polso.

    Manipolatori D'aria [2]
    - Uno per palmo.

    Tonico di Recupero Minore [2]
    - Nella sacca porta oggetti.

    Cartabomba I [1]
    - Nella sacca porta oggetti.







     
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    È colpa tua. Ratty

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    Ma guarda come si dimena quello! Ridacchiava la donna, osservando i goffi spostamenti di Gyazu, man mano che cercava, malgrado le trappole, di avvicinarsi ai suoi bersagli. MA CHE DIAVOLO FAI IDIOTA? NON MONTARTI LA TESTA!! Sembrava che il ragazzo avesse capito l'antifona, gettando il fumogeno a terra, presumibilmente per darsi alla fuga...ma i suoi passi nella cortina fumogena non sfuggirono alle orecchie acute dello Yakushi, anche se forse i due Hana, meno esperti, non se ne resero subito conto...almeno fino all'urlo che accompagnava l'attacco..

    La lancia prese il volo, saettando attraverso la cortina fumogena fino ad infrangerla, diretta grosso modo verso il petto del suo bersaglio, anche se non era poi così precisa, essendo comunque stata lanciata alla cieca. Certo, la potenza del lancio lasciava a desiderare, al confronto con le potenzialità dei suoi avversari, ma restava comunque un attacco improvviso. Quando sbucò dalla nebbia fu Mrs Hana, forse per i riflessi più acuti rispetto al compagno, a realizzare per prima cosa accadeva, e riuscì appena in tempo a spingere il marito fuori dalla traiettoria, ricevendo però una ferita sulla spalla..non molto profonda, ma che si faceva sentire.

    Kyaaah!! strillò subito, afferrando la spalla danneggiata, mentre l'altro le si affiancava immediatamente per cercare di capire cosa fosse successo. DANNATI BASTARDI! IO.. No...lo zittì immediatamente lei, posando un dito sulle labbra. Ci penso io. Con uno spiedo andò a colpire un punto nascosto poco lontano, attivando l'ennesima trappola. Visto che vogliono giocare a nascondersi...li imiteremo. Subito dal terreno emersero diverse colonne di fumo, che in appena un istante trasformarono l'intera zona in un fittissimo banco nero.

    Io detesto non vedere a un palmo dal naso... Fu la voce dello Yakushi a parecchi metri di distanza da Gyazu, che pure era immerso nella spessa coltre di fumo. E ora ti piacerà ancora MENO! Le trappole e il bombardamento sembravano essersi fermati, ma un suono sordo in alto indicava che da quel ramo i due coniugi si erano spostati...e se avevano avuto abbastanza sicurezza da sollevare quel fumo, verosimilmente erano più che in grado di gestire un combattimento alla cieca!

    Gyazu non poteva certo vedere, ma dallo sferzare e dai rumori metallici, alternati ogni tanto a piccoli lampi di luce sfrigolante, probabilmente a alcuni metri da lui stava avendo luogo una battaglia incredibile. Ma non era affatto fuori pericolo...nessuna delle sue arti era sufficientemente potente da spazzare via il fumo, e dopo poco potè sentire incombere alle sue spalle una presenza. Proprio alle spalle, un rapido calcio avrebbe cercato di colpirlo alla nuca, mandandolo verosimilmente KO [Velocità Verde+2 tacche].

    Appena un istante dopo un Aikuchi avrebbe rischiato seriamente di conficcarsi nel suo tricipite sinistro, seguito poi da un calcio all'inguine e da una gomitata al mento. Attacchi abbastanza rozzi, ma forse un tantino troppo veloci per lui...e soprattutto portati nella più completa copertura. Nuovi attacchi avrebbero poi cercato numerose ferite superficiali sul torso e sulle gambe..colpi che cercavano non tanto di danneggiare il muscolo, ma di far sanguinare la vittima copiosamente, puntando più sulla quantità che sulla quantità della ferita

    Era una lotta impari, chiunque se ne sarebbe reso conto, ma scappare ormai era fuori discussione, perchè voltando le spalle si sarebbe rischiato solo di venire abbattuti senza pietà. Nessuno degli attacchi mirava ad uccidere, anche se certamente sono invalidanti, evidentemente mirati a incapacitare la vittima, ma nonostante tutto, quell'assalto non durò più che uno o due minuti: alla fine, quali che fossero gli sforzi del Genin, un batuffolo di cotone gli sarebbe stato schiaffato sul muso, dando una sferzata inarrestabile al suo stato di coscienza e precipitandolo nell'oblio...

    [...]

    Si sarebbe svegliato solo alcune ore dopo, con un gran mal di testa e nessuna concezione del tempo trascorso. Sentiva come un ottundimento, e non riusciva a muovere le braccia o le gambe..bloccate da qualcosa di metallico e apparentemente infrangibile. Ormai dovresti essere sveglio... Sibilò una voce femminile, mentre qualcosa di freddo e apparentemente tagliente gli veniva poggiato accanto al naso.

    Gli occhi violacei di Mrs. Hana erano a brevissima distanza. Aveva un viso delicato, decisamente notevole e apparentemente senza età..ma nelle profondità di quegli occhi si celava un terrificante senso di minaccia. Era agitata..non in sè, e questo la rendeva estremamente, estremamente pericolosa. Sei vivo solo perchè io ho scelto così. E piantò il coltello con forza nel braccio del suo prigioniero, giusto per assicurarsi che fosse sveglio.

    Lo Yama era appeso a una parete di roccia, con le braccia spalancate, assicurate con catene metalliche, e altrettanto bloccate erano le gambe, divaricate e doloranti per il contatto col freddo acciaio. Quando il fumo si è diradato il tuo amico e mio marito non c'erano. Fece scorrere lentamente la lama sulla gola esposta. Io voglio sapere dove lo hanno portato. Dove avete il campo base? Dimmelo, e non ti ucciderò.

    Con la mano libera afferrò le guance di Gyazu, stringendole mentre lo costringeva a guardarla. Posso farti soffrire. E posso farlo durare molto, molto a lungo. Quindi PARLA! Poggiò il coltello, afferrando una serie di sottili aghi..simili a fukibari ma lunghi circa il doppio. Ogni volta che lui avesse rifiutato, o fornito informazioni false, lei avrebbe conficcato uno degli aghi, ricoperto di una sostanza urticante, sotto le unghie, evocando dolori indicibili! E avrebbe continuato fino ad esaurire i venti strumenti di tortura, generando nella vittima un dolore talmente grande da rischiare di farlo impazzire...ma a giudicare dall'espressione della donna, non si sarebbe certo fermata fino ad aver ottenuto quello che voleva!

    In qualunque momento, una risposta arguta o "furba"..o magari un riferimento a Mr.Hana avrebbe provocato un impeto d'ira nella donna, con un sonoro e doloroso manrovescio, unito all'intimazione di "non tentare stupidi giochi" per poi continuare il processo di lenta e dolorosissima tortura..


    CITAZIONE
    In mezzo al fumo fitto arrivano attacchi da ogni parte, devi impegnarti al massimo per non fare la fine del topo!

    Tuttavia, vada come vada, fai comuqnue la fine del topo e vieni catturato...per una Jam session d'inferno, che credo il tuo pg ricorderà...o dimostri di migliorare la tua resistenza al dolore, o rischi di vedere Gyazu perdere del tutto il senno.

     
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  8. Tokì
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    Era difficile valutare con sicurezza quale fosse stato il vero esito del lancio: solamente un gemito, forse un urlo di dolore s'alzò dalla presunta posizione in cui si trovavano quei due. Ma quel verso aveva una strana tonalità acuta, come se ad emetterlo fosse stata la donna piuttosto che uomo, tanto che lo Yama si convinse di aver colpito Mrs.Hana: poco importava, l'importante era esserci riuscito.
    Continuava a correre rapidamente facendo lo slalom fra gli ultimi Kunai che da sinistra sfilavano a destra e viceversa, quando dal sottobosco gli sembrò di udire un basso sibillo, come se qualcuno avesse aperto un palloncino o roba simile, tanto che quando spostò lo sguardo nella presunta direzione vide sfociare da dietro un cespuglio una grossa fumeria bianca, presumibilmente frutto di un fumogeno più grosso di quello che aveva utilizzato lui. Spalancò gli occhi e si bloccò di scatto imponendo entrambi i piedi per terra. In meno di quanto si sarebbe aspettato il suo campo visivo si era azzerato completamente e oramai era troppo distante dal gruppo per cercare di congiungersi con Febh, tantomeno non poteva nemmeno scappare visto che probabilmente non avrebbe potuto prevedere la presenza di altre trappole: insomma, era in una situazione davvero brutta.

    Intanto alle sue spalle esplosero una serie di rumori, rimbalzi metallici e piccole esplosioni lucenti che lo Yama poteva comunque vedere nella fitta nebbia. Istintivamente si preparò anche lui al combattimento, presumendo la possibilità di dover affrontare uno dei due Nukenin: infondo se avevano usato quel diversivo per scappare di certo non si sarebbero messi a combattere, e quindi iniziò anche a presumere che il suo lancio non avesse ferito gravemente nessuno dei due. Strinse i denti e fece per sfilare dalla fondina ascellare due dei suoi pugnali da lancio ma contemporaneamente al di fuori della sua percezione visiva venne colpito alla nuca da un pesantissimo colpo che lo fece sbilanciare in avanti, privo d'equilibrio appoggiò di rimpetto le mani in avanti e rotolò per terra in modo incredibilmente goffo. Era stato un pugno, o forse un calcio. Fatto sta che lo Yama quel colpo non l'aveva nemmeno lontanamente sentito arrivare e che gli aveva fatto abbastanza male da fargli vedere le stelle. Fece per rialzarsi sfruttando le braccia e spingendo con le gambe, ma ebbe appena il tempo di rialzarsi sulle ginocchia che dall'ombra scivolò fuori un pugnale; nuovamente d’istinto ruotò il troncò verso l'arma per cercare di intercettare il polso dell'aggressore in modo da bloccarne il colpo prima di vederselo arrivare addosso, ma anche questa volta non sarebbe stato abbastanza veloce: urlò dal dolore. O meglio, venne fuori una sorta di ululato ringhiato, un verso a denti stretti colmo di rabbia e dolore. L'Aikuchi gli si era conficcato all'altezza del bicipite, nella zona più interna dell'arto a qualche centimetro dal petto in una pericolosa posizione, che tra l’altro gli faceva un male cane! Sollevò così l'altra mano e afferrò con forza il pugnale per estrarlo dalla carne, aspettò qualche attimo e alla fine facendosi coraggio tirò indietro la mano facendo sfilare via dalla carne l'arma fino ad estrarla completamente: un rivolo di sangue rosso spruzzò via dal braccio che una volta libero dall'arma prese a sanguinare più forte. Intanto l'assalto non sembrava avere fine, tanto che i colpi a venire fecero nuovamente sbalzare l'otese indietro, e poi per terra. Iniziava ad avere il respiro pesante, per lui l'aria iniziava a diventare anche più rarefatta, e quando si trovò inginocchiato ed aggrappato di peso al ciglio di un albero si rese conto di quanto quella situazione fosse insostenibile: Doveva reagire. Sputò per terra ed affondò le dita nella terra mentre in un impeto di rabbia cercava di rialzarsi sfruttando le ultime forza che gli erano rimaste, ma gli sembrò di vedere un ombra nella nebbia, un ombra che agilmente lo raggirò uscendo dal suo campo visivo e lo colse alle spalle posandogli qualcosa sul volto. Non ebbe nemmeno la forza di resistere e così si ritrovò a viaggiare nel buio di un sonno profondissimo.

    [...]

    Era difficile capire se stava sognando oppure era cosciente, quando riaprì gli occhi stava male: aveva un forte mal di testa che gli impediva di tenere gli occhi aperti per più di qualche attimo, le luci gli davano fastidio e quando sentì per la prima volta la voce di Mrs Hana non capì niente. Agitò la testa, sputò per terra e alla fine con il sapore dolciastro del sangue in bocca riuscì a capire che era sveglio: puntò gli occhi gialli sulla donna che senza tergiversarci troppo attorno gli conficcò dritto nel braccio un pugnale. A differenza di quanto ci si sarebbe aspettato non ebbe nemmeno la forza di urlare, semplicemente anismò forte e strinse i denti in un espressione di dolore che gli deformò il viso già di per se segnato: « .. AHhhg .. ».
    Era difficile concentrarsi, lo stordimento, le ferite.. E quella situazione assurda mettevano a dura prova il suo carattere: per quanto Jyazu Yama fosse dotato di una sicurezza talvolta disarmante, in quella situazione si convinse seriamente di essere sull'orlo della morte. Contranedo i muscoli in una prima reazione cercò di liberarsi dalle catene che tintinnarono forte fra di loro, il viso si rilassò prima del previso lasciando trapelare fra i linamenti un senso d'arresa. Quella donna, Mrs.Hana voleva sapere dov'era il loro campo base, perchè presumibilmente i suoi compagni erano riusciti a catturare Mr.Hana, una notizia che portò inzialmente un senso di felicità nel cuore dello Yama ma che allo stesso tempo gli permise di capire quanto lei sarebbe potuta diventare CATTIVA. Comunque non disse nulla: effettivamente non aveva idea di dove Mr.Hana fosse esser stato portato, ma molto probabilmente si trovava al punto d'incontro di cui aveva parlato Febh, anche se in linea di massima era anche probabile che avessero deciso di eliminarlo prima del tempo visti i crimini di cui si era macchiato, difficile dirlo. Il punto era cercare di prendere tempo e sperare in una squadra di recupero, ma stranamente non era molto fiducioso del fatto che OTO volesse realmente sguainare contro quella donna una squadra d'inseguitori per salvare un comunissimo Genin come lui, al massimo avrebbe potuto contare su Febh e Teppei, ma in raltà perse le speranze ancora prima di pensarci. Così, quando la donna prese gli aghi, allo Yama percorse la schiena un brivido freddo: sapeva che sarebbe stato doloroso. Ma decise di non parlare: di certo a soffire sarebbero stati in due.

    Quando il primo ago gli buco l'unghia dell'indice sinistro strabuzzò gli occhi: il dolore che gli percorse le dita e gli risalì il braccio era immane. Davvero! un ago così piccolo non poteva fare così male! Il dolore era talmente acuto che anche sbattere la testa contro la pietra dietro di lui non sembrava abbastanza. Dall'occhio sinistro scivolò una prima lacrima di dolore.
    E poi venne il medio, che subì la stessa identica tortura: l'ago bucò sotto l'unghia rasciando la pelle in modo doloroso, tanto che quando arrivò a circa metà "strada" lo Yama prese ad urlare tanto forte da sentirsi rimbombare la propria voce nelle orecchie. Dopo il medio venne l'anulare, che nonostante il tentativo di sfuggire alla dita della donna venne comunque preso. E poi il mignolo ed il pollice.
    Lo strazio non sembrava avere fine: per quanto Jyazu potesse urlare la situazione non cambiava. Il dolore diveniva ogni secondo più pungente e acuto, ed il veleno finemente utilizzato dalla donna si faceva sentire in modo incredibile. E quando la donna ebbe finito con la prima mano di Jyazu si rese conto che l'otese aveva in volto un espressione distrutta, dal labbro sinistro che si era morso sgorgava un rivolo di sangue che dal mento gocciolava per terra, gli occhi gialla la fissavano lasciando trasparire nel profondo un fortissimo senso di odio ed i muscoli delle braccia sembravano aver perso tutta la loro potenza. Il respiro era lento, non tanto perchè fosse calmo ma piu che altro perchè era al limite: mai nella sua vita aveva subito delle ferite tanto intense e gravi, mai fino a quel giorno. Le dita pungevano e preudevano tanto che quando cercò di muoverle gli venne da urlare di nuovo, ma questa volta l'urlo sembrò spezzarsi più del precedente nella gola. Solo ad un certo punto, quando Mrs.Hana prese l'altra mano di Jyazu e ne distese il dito all'otese venne da dire qualcosa: lei si bloccò, aspettandosi probabilmente la risposta alla sua domanda: « Shgf.. ova.. Taz.. ott. ah.. ». Parole senza senso, frasi scomunicate e vocaboli insignificanti: voleva dire qualcosa, ma non ci riusciva. No, in realtà non voleva dirle dove si trovava suo marito, non voleva nemmeno chiederle pietà: voleva avvisarla del fatto che da li a poco l'avrebbe ammazzata. Certo, perchè Jyazu Yama non avrebbe perso la sua spavalderia nemmeno davanti alla morte. Mai.
    Lei spinse il nuovo ago nella mano, e questa volta lo Yama rispose agitando solamente l'arto, un tremolio privo di forza che si concluse con un nuovo verso di dolore: chiuse gli occhi.

    "Non ci pensare.
    E' solamente un pò di dolore.
    E' una percezione, puoi eliminarlo. Eliminare il dolore, Devi eliminarlo dalla tua mente. Il tuo cervello ti può salvare, resta nell'ombra della mente e tutto questo non sarà altro che uno scherzo.
    "

    Un altro ago gli bucò l'indice e lui urlò piu forte di quanto non avesse fatto prima.


    "Visualizzalo: puoi eliminarlo così come puoi chiudere gli occhi e scegliere di non vedere.

    Non posso.

    Devo farlo.

    Devo."

    In ogni caso, se fino a quel momento lo Yama stava resistendo discretamente ora era la sua mente che iniziava a cedere. I pensieri iniziarono a divenire contorti e privi di senso, anche solo cercare di fare chiarezza nella propria mente era difficile, con il tempo divenne completamente impossibile. Si rese conto di essere sull'orlo di perdere il controllo, sull'orlo di cedere alla follia e decise di agire.. Agire.

    « .. Va b-ene-- F Fermati. »

    Bisbiciò.

    Continuò a parlare, questa volta con una tonalità tanto bassa da rendere inudibili le sue parole. Erano in realtà parole senza senso, ma dette in modo tanto articolato da cercare di far pensare alla donna che volesse realmente svelarle qualcosa. Insomma, avrebbe continuato in questo modo per cercare di invitarla ad avvicinarsi, avvicinarsi abbastanza da posare il suo orecchio vicino allo Yama.

    Se Mrs.Hana si fosse avvicinata abbastanza a Jyazu allora l'otese avrebbe concentrato tutte le ultime forza in un disperato movimento: sfruttando una vasta quantità di chakra avrebbe aperto di scatto la bocca muovendosi in un velocissimo morso diretto al collo della traditrice. A dispetto di quanto si sarebbe aspettata lo Yama mosse il collo in piena sincronia con la donna - fingendo innoquamente di volere sussurrare meglio- per poi scattare a metà strada con un rapido scatto della testa [Fintare Migliorato]; alla fine avrebbe cercato di morderla all'altezza della cartotide sfruttando le due arcate di denti per tentare di tranciare direttamente ed in un solo colpo abbastanza carne da causarle un danno mortale: [Conoscenze Mediche Base][OverCap, 1 leggera al collo][Velocità 375].

    E comunque fosse andata lo Yama esplose alla fine in una risata acuta e priva di senso, una risata che era alternata dal piangere forte e dalle urla di dolore, versi scomunita e privi di senso che portarono ben presto Jyazu e ringhiare come un folle e sbavare nel cercare di liberarsi da quelle catene: avrebbe continuato così per qualche attimo, nella furia più pronfoda che fino a quel giorno l'avesse invaso.

    « UUUAAAARRRRGHHH! »

    xD niente più tabellona complicata che tanto non mi serve!

    Chakra: 0,5/15 in caso di "attacco", oppure 5.5/15
    Vitalità: ??/12
     
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    Man mano che conficcava gli aghi, Mrs.Hana si faceva più esaltata, per non dire eccitata da quel dolore che riusciva a provocare alla sua vittima, ma al contempo cresceva la sua cocente frustrazione per la mancanza di risposte! Quando finalmente Gyazu sembrò cedere, e cominciò a borbottare, la donna pensò di avere la vittoria in tasca...tanto da abbassare la guardia. Si avvicinò più che poteva, porgendo l'orecchio, per ascoltare quelli che credeva essere i rantoli di un uomo spezzato...le risposte che tanto agognava.

    Inutile descrivere la sua sorpresa quando la sua vittima, come il proverbiale topo messo all'angolo, scattò in avanti per colpire con quelle che erano le sue armi naturali...vestigia evolutive di un'era passata...armi a cui nessuno pensa quasi più: i denti! Colta di sorpresa, lei cercò di portarsi indietro, con gli occhi spalancati..e in effetti salvaguardò il suo collo...sacrificando parte dell'orecchio. Il lobo infatti, col piccolo orecchino di perla venne serrato fra le fauci dell'otese, e strappato poi di netto! AAAAAAAAAAAHHHHHH!!!! Gridò lei, mentre la sua vittima rideva con la bocca sporca di sangue..lo stesso sangue che sgorgava copioso dalle carni lacerate.

    MALEDETTO!! MALEDETTOOOOOO!!!! E conficcò con forza un Kunai nell'addome del Genin, ruotandolo per aprire uno squarcio notevole [Ferita Più che Grave] TU MORIRAI! MORIRAIII!!! col sangue che le gronda sulla spalla, ruota ancora una volta la sua lama prima di estrarla, con gli occhi puntati sulla vittima, inondati d'odio.

    Una ferita del genere è grave, estremamente dolorosa, ma disgraziatamente non è immediatamente letale..anzi, possono passare diverse ore prima che si tirino le cuoia...ore d'inferno, perdipiù. ...cane bastardo...morirai nel modo più atroce! Con un rapido guizzo di mano andò a colpire tutti gli aghi in sequenza, risvegliando il terribile dolore che ognuno di essi provocava, ma stavolta tutto in una volta!

    Però, prima che il dolore fosse tale da far perdere i sensi alla vittima, la donna avrebbe piantato una siringa nella sua coscia..un pò a caso, ma quello che contava era che la sostanza in essa contenuta finisse in circolo. Doveva trattarsi di una qualche sostanza simile all'adrenalina, perchè impedì alla mente di Gyazu di abbandonarsi all'oblio in un atto di autodifesa..ed anzi, avrebbe amplificato le sue percezioni dolorose! Soffri cane! Soffri! Voleva che lo Yama impazzisse per il dolore..voleva spezzarlo completamente, fino a trasformarlo in un guscio vuoto, pronto a morire.

    Quella sostanza, per dovere di cronaca, era un veleno di Mr.Hana, o per meglio dire uno stimolante. Teneva la mente sveglia, mandando i sensi a mille, ma in cambio consumava grandi quantità di chakra. Serviva qualora fossero necessarie reazioni improvvise a gas soporiferi...oppure nella tortura, per l'appunto. E difatti al dolore si aggiunse l'improvvisa deplezione delle riserve di chakra...sfortunatamente la dose era stata pensata per un ninja con capacità decisamente superiori a Gyazu...quindi era fin troppo per la sua misera riserva..nel giro di una decina di minuti sarebbe rimasto a secco, e senza chakra non resta che crepare, purtroppo.

    Ho un antidoto...sia per il dolore che per il veleno. Se vuoi che finisca..parla! Se parlerai ti ucciderò subito, e tutto finirà! Poche energie, un veleno e un dolore atroce sono più che abbastanza per minare la mente più solida..avrebbe ceduto lo Yama al fascino di una morte liberatrice, in cambio di poche semplici informazioni?

    [...]

    In ogni caso, quando ormai mancava un minuto al completo esaurimento delle riserve di chakra, un muro della struttura avrebbe improvvisamente vibrato. Che cos'è? Chi v...? La parete letteralmente esplose sotto la pressione di un'onda sonora concentrata, mentre Teppei faceva un suo ingresso trionfale. Sei in trappola. Arrenditi e libera il mio compagno di squadra! Tu..DOVE AVETE PORTATO MIO MARITO??? Teppei rimase in silenzio alcuni interminabili secondi. E' morto.

    NOOOO!! TU MENTI!! IO LO SAPREI SE FOSSE MORTO!!! Compose un sigillo, poggiando poi la mano sul muro, che si aprì rivelando una serie di canne di bambù, dalle quali prese il volo una raffica di sottili frecce intinte di una sostanza verdognola. Teppei fu lesto a deviarle con un'ennesima onda sonora, cercando di coinvolgere la donna, ma lei scivolò oltre la parete, in un passaggio segreto, verosimilmente. Il chunin fece per inseguirla, ma poi si arrestò, portando su Gyazu il suo sguardo imperturbabile. Sembrava combattuto, ma prese rapidamente una decisione. La squadra prima di tutto. Inserì qualcosa tra le labbra dello Yama...tre tonici a quanto sembrava, per cercare di sostenerlo nel breve termine, almeno un poco, quindi se lo caricò in spalla, fuggendo da dove era venuto.

    Presto raggiungeremo il campo base. Resisti. Disse, col solito tono privo d'enfasi, mentre trasportava il compagno attraverso la foresta, da un ramo all'altro. Ma Gyazu aveva altro a cui pensare..il dolore e la ferita all'addome erano terribili, ma secondari rispetto alla violenta emorragia di chakra! Con il tonico aveva avuto un attimo di respiro, ma non sarebbe durato a lungo...non sarebbe arrivato vivo da Febh in quello stato...


    CITAZIONE
    Seconda parte della resistenza al dolore. E in aggiunta, cerca di trovare un modo, in questo tuo stato alterato, per sopravvivere alla tremenda perdita di chakra.
    Ci sono diverse possibilità..puoi cercare di incrementare la tua riserva di chakra, così che il prosciugamento termini prima che tu la esaurisca...oppure puoi cercare di bloccare la perdita, ottimizzando il tuo sistema circolatorio di chakra (ma come farlo sta a te). Ma ci sono altre possibili soluzioni..sta tutto alla tua inventiva e a quanto bene riuscirai a giustificarle.

     
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    Il Sangue. Jyazu aveva già avuto modo di conoscere quel sapore: un dente rotto o un labbro spappolato in qualche rissa gli avevano dato modo di assaggiare quel dolciastro sapore. Quel giorno se lo sarebbe ricordato, ed insieme a quel ricordo il sangue non avrebbe più avuto lo stesso sapore di un tempo: era un aroma di dolore, come una sorta di cornice che coronava quel ricordo amaro.
    Le urla della donna non vennero percepite, i suoi ovattati presero una tonalità distorta ed incomprensibile e mentre la lama gli perforava il ventre come burro, l'otese inarcò in avanti in ventre contorcendosi in una smorfia di dolore. Gli occhi, gli occhi gialli scivolarono dal petto della donna sino al braccio avanzato, il quale era spinto contro il proprio stomaco: nella mano il manico dell'arma. Aspirò l'aria in un rantolo di dolore emettendo un gargattoesco verso stremato. Era come se le corde vocali non avessero nemmeno avuto la forza di vibrare per sottolineare quel dolore, la gola s'era aperta solo per lasciar traspirare quel suono.
    Era incredibile vedere come il tempo perdesse importanza in quell'istante: attimi infiniti invasero il cervello di Jyazu, e per quanto cercasse di scappare da quella prigione si rese conto che da quel dolore non avrebbe avuto via di scampo. Nessuna.
    E quando l'arma gli venne rigirata nello stomaco rispose alzando stancamente il mento verso di lei, per poterla osservare negli occhi:

    imma

    Gli occhi di Jyazu parlavano. Lui non disse nulla, ma i suoi occhi raccontavano il suo dolore. Una lacrima, solamente una scivolò lungo la guancia sinistra percorrendo lo zigomo ed attraversando la mascella fino a gocciolare lungo il mento. Sforzò il collo per cercare di resistere, ma i crampi ed il dolore gli impedirono di mantenerlo sollevato. Cedette verso il basso, osservando atonamente il pavimento.

    Non ebbe nemmeno la forza di sussultare quando gli spilli gli finirono di bucare le dita, rispose con un mezzo rantolo sforzato che si disperse nell'aria.

    Chiuse gli occhi.

    Era tempo di morire.

    E INVECE NO!

    Quando il liquido della siringa entrò in circolazione venne prima una piacevole sensazione di risveglio, come se per un secondo tutte quelle ferite fossero diventate sopportabili. Durò per un secondo, perchè poi venne l'inferno.

    Il dolore era tornato.

    Sollevò di scatto il volto e con gli occhi fuori dalla testa esplose in un nuovo urlo. Un rumore profondo e rintuonante, carico di rabbia e privo di alcuna umanità. Era follia e dolore, non c'era più chiarezza nella mente dello Yama. Esisteva solo quel demone, quel dolore incontrollato a cui non poteva resistere, inerte. Insime ad esso la forza sembrava mancare, la percezione acuta faceva sembrare le luci più accese ed i colori vivi, le parole di Mr.Hana presero una cadenza buia e profonda, come se la stesse ascoltando da un tubo: presto perse completamente cognizione dell'ambiente ritrovndosi a percepire ogni singola cosa in modo sfasato.

    « BAAAASSSTAAAAAAAAA! »

    Il dolore. Doveva controllare il dolore. Non importava quanto era stato forte in passato, non importava se prima di quel giorno aveva combattuto e aveva vinto contro avversasi più forti di lui dando prova della propria tenacia. Quello era il momento in cui avrebbe dovuto coinvolgere tutto quello che era, quello era il momento della verità in cui avrebbe avuto l'occasione di sopravvivere alla morte.
    Immagini sfuocate e scene prive di connessione passarono rapidamente nella mente confusa dell'otese: ricordi sfrattati da un passato dimenticato, per un attimo gli sembrò di trovare un equilibrio nella propria mente restando in bilico fra il reale e l'immaginario. Da una parte c'era il proprio corpo distrutto, la sofferenza e la totale mancanza di speranza.. Dall'altra c'era la rivincita di una vita infranta. Intanto la voce della donna rintuonava nella mente del genin.. Liberazione? Arrendersi? Valeva davvero la pena arrendersi dopo tutto quello?

    Stava cedendo, c'era poco da dire. Jyazu stava cedendo. Le mani iniziarono a tremare e gli occhi si spalancarono di nuovo arrancando alla ricerca della donna, quando le labbra affaticate si aprirono per mormorare.. un esplosione gli salvò la vita. Una voce familiare esplose all'interno dalla stanza, era la voce di un uomo. Ma non era Febh, non poteva essere lui perche altrimenti l'avrebbe riconosciuto.. era qualcun'altro. Era Teppei. Sul volto di Jyazu si disegnò un espressione a metà fra il sorpreso ed il felice, non riusciva a crederci che quel tipo lo stesse realmente salvano. Era assurdo! Credeva realmente così tanto nella fraternità da rischiare la vita per uno come lui? Cercò di dire qualcosa, ma la mancanza era tale da impedirgli di farlo.

    Com'era arrivato sulla spalla di Teppei non lo sapeva. Era un mistero, non riusciva proprio a ricordarselo. Di ramo in ramo, nonostante i tonici assunti sentiva la vita scivolargli sempre più lentamente via di mano.. Il respiro era lento, il dolore acuto.. L'aria pesante.. Ma oltre tutto questo c'era il chakra: il chakra che veniva prosciugato da quel veleno. Doveva controllarsi, doveva controllare il proprio chakra per farmare quell'emorragia. Per quanto potesse essere difficile cercò di farlo: cercò di distaccare la mente dal proprio corpo per tentare di estraniarsi dal dolore e concentrarsi abbastanza da prendere il controllo, anche in minima parte, del proprio flusso di chakra. Doveva farlo, perchè altrimenti era certo che sarebbe morto! Si lasciò andare cercando di mettere in atto tutti quei metodi di concentrazione che gli avevano insegnato in accademia: prese un profondo respiro e cercò di "sentire" il chakra fluire all'interno del proprio sistema circolatorio, il quale una volta individuato sarebbe stato fulcro della sua concentrazione: l'idea era appunto quella di provare a contenerne il dispensio dentro di se, in questo modo avrebbe provato a controllare il flusso di fuoriuscita in modo graduale, spingendone poi una parte vero proprio baricentro, cioè nel Tantien dove avrebbe cercato di contenerlo. In questo modo avrebbe cercato di mantenerne abbastanza da resistere sino all'arrivo di qualche medico, o qualcosa di simile. Farlo sarebbe stato difficile, ma Jyazu aveva già dato ripetutamente prova della propria volontà e forza d'animo e questa volta non sarebbe di certo stato da meno.

    [...]

    Debolezza. L'ho sempre rifiutata.

    Non sarò sconfitto in questo modo.

    E' troppo presto per la mia dipartita.
    No.

    Non oggi.
    Non oggi.


     
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    Non sembra che ci stia inseguendo, ma non possiamo fermarci comunque. Gli scossoni non erano certo salutari per Gyazu, ma non c'era altra possibilità. Saltare da un'albero all'altro era necessario per evitare di lasciare troppe tracce, e soprattutto per mantenere un'elevata velocità nonostante tutto. Febh ha catturato uno dei bersagli, dovremo usarlo come esca per catturare la donna. Ma con te in queste condizioni, dovremo rimandarti a casa. Spiegò l'uomo dal braccio metallico, man mano che si allontanavano dal luogo della prigionia

    Nel mentre, cercando di controllare lo scorrere del chakra lo Yama era riuscito a preservarne una piccola parte delle sue energie..una quantità messa da parte, che in futuro sarebbe certamente tornata utile...incamerare a quel modo il chakra, sigillandolo lontano dai normali flussi permetteva di incrementare le proprie riserve una volta ristabilito un normale equilibrio. Ma per ora la semplice sopravvivenza era l'unico fine. L'ultimo rimasto dopo la tortura

    Le ho detto che suo marito era morto nella speranza che si arrendesse ma non penso mi abbia creduto. Continuò a spiegare. In ogni caso, vivo o morto potrebbe costituire un'esca, dato che lei certo vorrebbe dare un ultimo saluto al cadavere. Non credo mi abbia creduto...e in ogni caso abbiamo deciso di lasciare Mr.Hana vivo, perchè un'esca viva è certo più appetibile

    [...]

    PEZZO DI CRETINO!! Le nocche dello Yakushi si abbatterono sul corpo già debilitato di Gyazu, buttandolo gambe all'aria. TI AVEVO DETTO DI SCAPPARE, NON DI ATTACCARE!!! GIURO CHE APPENA TORNIAMO A OTO TI FARO' FRUSTARE FINO A FARTI DESIDERARE DI ESSERE CASTRATO!!! Ringhiò, rosso in volto come una furia, non sembrava minimamente interessato al fatto che il genin fosse ferito e presumibilmente in punto di morte..tanto che Teppei dovette trattenerlo per evitare che infierisse. MA TI PARE NORMALE CHE METTI A REPENTAGLIO LA MISSIONO SOLO PER UNO STUPIDO COLPO DI TESTA? MERITERESTI DI ESSERE LASCIATO APPESO A UN ALBERO A MORIRE!! Niente è meglio di un caposquadra che tiene ai suoi compagni.

    Dovremmo rimandarlo a Oto, non ucciderlo. Cercò di mettere pace Teppei, ma con la sua voce monotona non risultava particolarmente convincente. QUESTO E' TUTTO DA VEDERE! Erano su una piattaforma di legno sospesa tra due grossi rami di un albero. Abbastanza grande da fungere come accampamento e al contempo abbastanza nascosta da passare inosservata. Mr.Hana era proprio al centro, legato privo di sensi, con un bavaglio sulla bocca e diverse chiazze di sangue secco sui vestiti.

    Al diavolo! Febh morse appena un polpastrello, approfittando di una goccia di sangue per richiamare a sè una grossa lucertola giallastra, con segni rossi sul dorso, simile a tante croci allineate seguendo la colonnna vertebrale. Ssalartz, vedi di sistemare questo deficiente. L'animale, poco più grande di un cane di piccola taglia, si avvicinò con misurata lentezza al ferito, studiando la ferita. Non sSSsembra una cosSSSsa facile...avrebbe bisSSsogno di uno dei vosSSstri medici...lo sSSsai che io non conosSSsco bene il corpo umano, Brennblut. Si, lo so che di solito rattoppi i rettili, ma non puoi fare niente per lui? Beh..potrei tentare, e poi non ho ancora avuto molte posSSSsibilità di vedere le interiora di un umano. L'animale socchiuse gli occhi, con un'aria abbastanza inquietante. Era estremamente curioso dell'anatomia e della fisiologia umana, e non perdeva occasione per indagarle, ma restava prima di tutto uno sciamano, o comunque un esperto di medicina (per rettili) e non si tirava mai indietro di fronte a un ferito.

    Se ci fosse Tenma sarebbe stato tutto più facile. Tenma è in missione a Kumo, non potevamo portarlo con noi. Tagliò corto lo Yakushi, mentre la lucertola finiva di stracciare gli abiti di Gyazu con le zampette artigliate, poco prima di tirar fuori la lunga lingua estensibile e strofinarla tutto attorno alla ferita. Non stava certo assaporando sangue umano, ma semplicemente trasmetteva il suo potente veleno a contatto, che avrebbe privato quasi del tutto quella zona del senso del Tatto, riducendo quindi il dolore. Vediamo, vediamo..sSSse quello che ho sSSstudiato è corretto, dovrei colpire qui..e qui...e poi... Quindi con la punta della coda sarebbe andata a stimolare diversi punti sul corpo del ferito, stimolando brusche contrazioni e alterando lo scorrere del sangue [Conoscenza degli Tsubo (Base)]

    Dopo alcune ore di paziente lavoro avrebbe arrestato quasi del tutto il sanguinamento e sigillato la ferita usando gli stessi muscoli del paziente, ma ovviamente si trattava solo di un palliativo, e non aveva certo guarito sul serio il danno. Perdipiù il suo intervento sarebbe stato del tutto vano se il paziente avesse compiuto sforzi eccessivi: la ferita era comunque a un soffio dal riaprirsi. Vedi di non muoverti, la ferita non è sSSstata sSSsuturata, e sSSsolo addomentata. Si raccomandò la lucertola-medico.

    Il riposo e la somministrazione di diversi tonici avrebbero intanto rimesso in forze il ferito, ripristinando quasi completamente la riserva..ma restava un peso per quella situazione, e di certo non avrebbe potuto combattere prima di farsi vedere da un medico. E ora che ne facciamo di lui? Chiese Teppei, che stava di vedetta con i suoi binocoli incorporati nel braccio. Febh era semisdraiato e stava leggendo un catalogo di detersivi (lettura bizzarra, in effetti), sbuffando di tanto in tanto. Di lui? Evocherò una lucertola e lo manderò dritto filato a Oto. Direttamente nelle prigioni...alla peggio lo farò vedere da un medito per tenerlo stabile.

    Teppei distolse lo sguardo dalle lenti, puntando gli occhi inespressivi sull'amministratore. Io parlavo di Gyazu, non del prigioniero. Febh sostenne lo sguardo. Pure io. Non credo sia il caso di scherzare. E chi scherza? Silenzio...poi dopo alcuni secondi Teppei replicò Comprendo. Ma con l'aria di chi non approvava affatto. Quanto al nostro ospite, potremmo tenerlo appeso a un filo come un verme, per attirare la sua mogliettina. Non è detto che sappia come trovarci. Lo sa, lo sa...ti aveva attaccato questo sulla spalla.. Borbottò distrattamente, tirando fuori dalla tasca un piccolo ragnetto che si dimenava violentemente: una spia!

    Ehi pivello! Ancora cinque minuti e ti rimando dritto a casa. Disse poi rivoltò allo Yama, dopo aver gettato il ragno oltre la piattaforma. Spero sia chiaro che non la passerai liscia.

    Ma cinque minuti sono tanti...possono succedere tante cose in cinque minuti. Ad esempio, si può sentire un fastidioso solletico sulla guancia. O muovere la mano e sentire che si è toccato qualcosa..ma senza vederlo..qualcosa che si è disfatto al solo contatto, e che tuttavia lascia la sensazione sulla pelle. Qualcosa come una ragnatela, in effetti. Ma che cosa.. Alla sesta sensazione di ragnatela, finalmente lo Yakushi realizzò che qualcosa non quadrava, e probabilmente anche gli altri due ninja erano giunti a quella conclusione nello stesso momento.

    La piattaforma si inarcò all'improvviso, come se qualcosa la avesse travolta dal basso, e in effetti un enorme tronco d'albero la aveva investita a mò di ariete, sorretto da innumerevoli sottilissimi fili di ragnatela! Mi sa che ci ha trovato!! Sbottò Febh, atterrando su un albero poco distante e restandovi attaccato come se fosse stato il pavimento. Anche Teppei fece qualcosa di simile, ma afferrò prima il compagno di squadra, per poi depositarlo rapidamente su un ramo. Tu fuggi Gyazu, sei ferito e non puoi combattere. Vai. Anche se privo di enfasi, il tuo tono era perentorio!

    Non potete scapparmi!! Mrs.Hana era comparsa a mezz'aria vicino al marito privo di sensi, sorretta dalla ragnatela, mentre almeno quattro giganteschi ragni emergevano dal basso, come se fossero stati mimetizzati fino a quel momento. Aveva qualcosa di diverso, tuttavia...sul suo volto erano comparsi dei caratteri che si spostavano, come insetti brulicanti sotto la pelle. Ma che diavolo hai in faccia? A volte per avere il potere di salvare i propri cari si deve scendere a compromessi!

    In nessun caso lei dovrebbe aver avuto un potere simile..e di certo non si faceva menzione di ragni e ragnatele da nessuna parte...ma come aveva ottenuto quelle capacità? Tu scappa, idiota, qui ci pensiamo noi! ordinò Febh, e nel suo tono e nella sua espressione si leggeva chiaramente che se Gyazu non fosse scappato, sarebbe stato lui stesso a lanciarlo via, manco fosse un attrezzo di atletica.

    Tuttavia, se anche si fosse messo a correre, Gyazu si sarebbe trovato ben presto uno degli enormi ragni alle calcagna, mentre alle sue spalle cominciava la battaglia tra i due ninja otesi e la traditrice. Sarebbe stata una grande battaglia, ma i suoi ordini erano più che chiari: Fuggire.

    Ma il ragno era rapido, e sarebbe stato necessario dar fondo a tutte le energie per stargli lontano..e per schivare le reti appiccicose che ogni tanto lanciava dalla bocca durante l'avanzata. Servivano velocità mediamente superiori a quelle che il genin poteva raggiungere...velocità che probabilmente avrebbero causato la riapertura della ferita...l'unica speranza era allontanarsi abbastanza da far perdere l'interesse nell'animale...o continuare a correre finchè chi controllava quella creatura non fosse stato sconfitto, rimandandola da dove era venuta.

    Oppure cercare di intrappolarla per ucciderla..ma un genin ferito cosa poteva fare contro un ragno grande come un camion?

    CITAZIONE
    Nonostante la ferita devi dartela a gambe, e senza nessun aiuto! Questa è la prova di Velocità! Portati in salvo, perchè stavolta Mrs.Hana non va per il sottile, e il ragnone ti farà secco senza starci a pensare due volte non appena sarai a tiro!

    Se per caso decidessi di restare e non fuggire, Febh ti arriverà vicino, afferrandoti per un piede e lanciandoti lontano con estrema forza, dopo aver girato due volte su sè stesso, come se fossi un martello da lancio. Opporti alle sue capacità è praticamente impossibile, e di certo ti si riaprirebbe la ferita..forse ammazzandoti. Scappando invece si aprirà certamente di meno pur riprendendo a sanguinare

     
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    Le parole di Teppei risuonarono ovattate alle orecchie dello Yama, la sua voce era come distante e difficile da capire: ma nel contesto della situazione riuscì comunque a percepirne il senso. Lo sballottare dei rami ed il dolore gravava pesantemente sulla sua concentrazione, ma alla fine.. In qualche modo riuscì a dominare quella situazioni mettendo da parte abbastanza chakra da non lasciarci le penne. Almeno per il momento.

    Quando finalmente Teppei arrivò a destinazione da Febh e lasciò andare Jyazu mettendolo in piedi, lo Yama ebbe appena il tempo per sollevare il volto ed aprire entrambi gli occhi. Giusti un secondo, un secondo dopo il quale fece i conti con il pugno dell'amministratore: un colpo dalla potenza impressionante che lo prese in pieno volto, tanto forte che gli sembrò di esser stato travolto da un cavallo in corsa. Cadde indietro a braccia spalancate, completamente privo di forze. K.O, avrebbe detto qualcosa. Rimase sdraiato sulla pedana di legno per qualche attimo, la testa gli pesava talmente tanto che fece perfino fatica a cercare di sollevarla per poter rivolgere lo sguardo all'amministratore: Teppei e Febh presero a parlare, e nonostante le condizioni pietose dello Yama si rese conto che stavano parlando di lui. Per quanto prima fosse già abbastanza difficile comprendere le parole di Teppei, dopo quel colpo avere modo di seguire la conversazione sembrò tanto difficile che ne perse il filo a circa metà discorso. Lasciò cadere la testa indietro, e richiuse gli occhi.

    Mentre i due discutevano lo Yama rimase in una sorta di Trance per qualche secondo, forse anche un paio di minuti durante i quali cercò di riprendere padronanza del proprio corpo: dopo tutte quelle ferite, la perdita di chakra e la tortura era davvero facile restare lucido, tanto che quando riaprì gli occhi gli sembrò di vedere una lucertola curarlo. Per un attimo pensò ad una visione, magari un allucinazione dovuta al veleno e prese a sbattere le palpebre per una manciata di volte, ma alla fine quando l'immagine appannata del rettile divenne più chiara, sul viso dell'otese si disegnò un espressione vagamente sbigottita. Aprì meglio gli occhi e poi stancamente fece per sollevare il braccio destro a spingere via l'animale, ma quando si rese conto che quell'essere gli stava realmente salvando la vita bloccò l'arto a metà strada: immobile. Intanto, mosse gli occhi giallastri dalla figura del rettile verso i due compagni, osservandoli con un espressione dolorante. « Era una buona occasione. Potevo colpirlo. » cercò di giustificare il proprio comportamento: era difficile ammettere di aver fatto una cazzata. Jyazu, Jyazu Yama era un tipo orgoglioso, e in quel momento più delle ferite bruciava l'idea di aver fallito. Comunque la voce lasciava trasparire quell'emozione, ma nonostante le ferite ed il dolore avrebbe cercato di mantenere il solito tono di voce. Sospirò, quella scena si consumava la cara lucertola gli impediva di morire. Verso la fine dell'operazione lo Yama cercò di fabbricarsi tramite la maglietta stracciata una sorta di benda per la ferita al ventre, insomma una medicazione improvvisata per cercare di salvaguardare il lavoro fatto dal rettile. A fine "operazione" lo Yama accennò ad uno sforzato cenno del capo in segno di ringraziamento ma non disse.
    Nemmeno quando Febh accennò a mandarlo nelle prigioni: non che l'idea lo spaventasse, ma la ferita nell'onore iniziò a bruciare sempre di più.. Era un pò come se gli stessero rigirando un dannatissimo coltello nella ferita!

    [5 Minuti dopo]

    Cinque minuti non sono molti. Solitamente passano in un attimo, ma per Jyazu sembrarono un infinità di tempo: per quanto volesse cercare di giustificarsi, non ne trovò il modo. Alla fine decise di accettare quanto l'amministratore aveva sentenziato, e per una seconda volta non si sarebbe piegato. No.
    Era assorto nei propri pensieri, quando tra le luci del bosco gli sembrò di scorgere qualcosa avanti agli occhi: un finissimo filo lucente che balenava nell'aria avanti a lui. Sollevò la mano sinistra e la agitò contro di esso facendolo svanire nell'aria, allo stesso tempo gli sembrò di urtarne altri con il muoversi del braccio.. E quando alla fine se ne trovò uno sul viso si rese conto di quanto fosse strano.. Aprì la bocca per dire qualcosa, ma tutto accadde con una velocità sorprendente. La piattaforma venne sbalzata via, Febh si mosse velocemente e Jyazu cercò di scattare verso un qualsiasi appiglio, ma Teppei lo agguantò prima del tempo portandolo in salvo.
    Effettivamente era la seconda voglia che gli salvava la vita, quel tizio, quel Teppei sembrava essere un tizio davvero apposto.. Ma non per Jyazu. Lo Yama fece per liberarsene, ringhiando a denti stretti: « NO! Posso combattere! Posso.. Farcela! » Esclamò carico di energia, ma sul finale delle frase una forte fitta gli gravò sul ventre. Strinse i denti.

    Si stava negendo la cruda realtà: Era troppo debole per quella missione.

    png

    Quando alle parole di Teppei si aggiunse anche l'urlo di Febh la situazione divenne più pesante: si sollevò stancamente sulle gambe, e lanciò un occhiata alle proprie spalle lasciando intendere l'indecisione. Passò nemmeno un secondo, durante il quale Jyazu sembrò combattere una battaglia interna, una battaglia tanto dura da far sembrare quella che avrebbero dovuto vincere Febh e Teppei uno scherzo. « Arrrhhg Dannazione! » Mormorò dopo qualche attimo. Con uno schivo balzo raggiunse un'altro ramo, uno non molto distante da lui che gli sarebbe servito da appoggio per un salto verso il basso: balzare di ramo in ramo sarebbe stato troppo faticoso. Con una serie di movimenti ben calcolati ma allo stesso tempo veloci si diede alla fuga dalla situazione, allontanandosi.

    Ma se lo Yama pensava che i suoi guai fossero finiti si sbagliava: difatti, ebbe appena il tempo di percorrere circa una cinquantina di metri prima di doversi confrontare con un enorme ragno. Se lo vide spuntare davanti abbattendo un paio di grossi alberi: era davvero, DAVVERO TROPPO GROSSO!
    Spalancò gli occhi e con un agile scarto fece una sorta di mezzo scivolone verso destra sfruttando il fogliame ed il terriccio per curvare meglio e non cadere propriamente al suolo. Si infilò così tra alcuni cespugli ed un paio di alberi, i quali vennero abbattuti nel giro di un paio di secondi: così con l'acqua alla gola continuò a correre balzando fuori da uno dei cespugli rimasi facendo di tanto in tanto lo slalom tra gli alberi che incontrava, e saltando gli ostacoli posti sul terreno: ma per quanto potesse essere veloce, quel dannatissimo ragno gli stava alle calcagna. Tanto che per schivare una delle prime ragnatele dovette scartare dietro ad un albero vicino, il quale venne colpito al suo posto. Comunque, quel correre non giovava sicuramente alle sue ferite, tanto che dopo almeno un minuto si ritrovò a stringere i denti per il dolore e a premere con una mano sulla ferita per ridurre il sanguinamento.
    A furia di correre alla cieca si rese però conto che in quelle condizioni non avrebbe fatto di certo molta strada: doveva cercare di fargli perdere le proprie tracce.
    Proseguì dritto per circa una trentina di metri muovendosi al massimo della propria velocità: per un attimo si concentrò nel tentativo di superare il proprio limite. Prese a correre più che poteva, a denti stretti e con qualche rivolo di sangue che dal ventre gli colava lungo i fianchi.. Dopo circa 25 metri individuò il proprio bersaglio: un albero. Con un rapido movimento eseguì un rapido balzo verso di esso congiungendo le mani avanti e porgendole verso la corteccia; con quel movimento rispose facendo fluire il proprio chakra nelle braccia e quindi nei manipolatori d'aria, i quali avrebbero rilasciato un onda d'urto abbastanza forte da far deviare direzione allo Yama in modo totalmente imprevedibile [Reazione Sonica]. Grazie alla tecnica avrebbe cercato di uscire dal campo visivo del ragno tentando di sfruttare la vegetazione; sparato come un missile dalla tecnica evitò un paio di alberi ruotando le spalle e cercando di ridirezionarsi nella stessa angolatura di movimento, per poi riprendere la corsa una volta tornato con i piedi per terra: a quel punto, correndo per qualche altro metro avrebbe cercato di nascondersi dietro un nuovo albero.
    Il tempo di prendere fiato, perche il cuore sembrava battergli fino nelle orecchie e aveva l'adrenalina a mille.. Gli occhi erano fuori dalla testa ed aveva il fiato corto: ma ancora più di quello la ferita era dannatamente pungente. Si prese giusto un attimo per riguadagnare fiato, e poi si piegò sul ginocchio destro congiungendo le mani ed effettuando una serie di sigilli: avanti a lui sarebbero comparse in tutto sei copie, tutte identiche a lui ma dall'aria vagamente imbambolata [Moltiplicazione del Corpo] le sei copie ebbero giusto il tempo di formarsi e poi presero a correre: due si mossero verso Ovest, altre due verso Est, una verso Nord Ovest e una seguì Jyazu rimanendo indietro di alcuni metri. Certo, non sarebbero durate a lungo ma di certo la vegetazione avrebbe reso maggiormente veritiera quella fuga: ma soprattutto sarebbe stato più difficile per il ragno poter seguire Jyazu.
    Insomma, l'otese sperava vivamente che quell'essere non avesse il cervello troppo sviluppato e che fosse abbastanza stupido da non riuscire a stare dietro a tutte quelle copie. Comunque, Jyazu continuò a correre al massimo della propria velocità verso Nord. Non si sarebbe nemmeno lontanamente sognato di rallentare, con una mano a premere sulla ferita e l'altra posta a protezione del viso continuò a correre.

    A difesa delle ragnatela avrebbe cercato di sfruttare la vegetazione, effettuando rapidi scarti verso sinistra o destra, oppure in assenza di tale avrebbe effettuato movimento di scarto verso sinistra o destra, oppure abbassandosi semplicemente: ma in ogni caso ce l'avrebbe messa tutta per seminare quel dannatissimo aracnide!!

    Seminare quel ragno o fargli da cena: la scelta non era difficile.

     
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    L'inseguimento proseguì per minuti che sembrarono interminabili, anche se grazie al cielo lo stratagemma del Cloni aveva fatto guadagnare metri prezioni al genin, e l'ambiente aiutava a evitare i dardi di ragnatela. Ma seminare il ragno...quella era tutta un'altra faccenda. Gyazu poteva stare distante. Poteva difendersi e correre..ma con una ferita sull'addome che gettava sangue in continuazione, non sarebbe mai riuscito a mettersi in salvo

    La situazione si stava facendo disperata, e gli alberi abbattuti non rallentavano minimamente l'enorme creatura, che anzi pian piano guadagnava terreno..e stava quasi per raggiungere la sua vittima, con la sua "bocca" spalancata e grondante un orrido liquido verde, quando si udì un sibilo in avvicinamento...via via più intenso, fino a quando una grossa lancia si abbattè sulla fronte del mostruoso inseguitore, trapassandola mentre emetteva il suo ultimo, stridulo verso.

    L'aracnide defunto inciampò, rotolando in avanti fin quasi a schiacciare il genin di Oto, fermandosi dopo aver percorso svariati metri. Una sagoma scura atterrò sul corpo dell'animale: era un uomo con un lungo soprabito, una barbetta incolta, l'aria stanca e, soprattutto, un coprifronte di Oto a mò di cintura. Guardava il ragno come se avesse avuto un'improvvisa comprensione di ciò che stava accadendo..come se gli fosse bastato vedere il ragno per sapere con cosa aveva a che fare.

    E poi guardò Gyazu Yama.

    Il mio nome è Kenzo Tenma...sono un Chunin di Oto.

    monster_tenma2



    Si era identificato, e aveva chiesto al Genin chi fosse e cosa ci facesse lì. Saltò fuori che sapeva della missione di Febh, Gyazu e Teppei (dato che erano stati assieme in molte missioni) e inizialmente doveva farne parte (al posto dello Yama) ma la sua presenza era stata richiesta per un'altro incarico. Quindi chiese da dove venisse il ragno, e se fosse comparso dal nulla, o se c'era da qualche parte un controllore. Avuta conferma, avrebbe detto:

    Ragni, eh? Interessante..allora sono stati i vostri bersagli a rubare il manufatto da Kumo...sembrerebbe che le nostre missioni si sovrappongano. Tenma era stato compagno di squadra di Teppei per molto tempo, ed aveva avuto a che fare con Febh in almeno un'occasione, anche se non ne conservava esattamente un bel ricordo. Non è il caso di correre a vedere cosa accade...vedi, il nuovo amministratore è un perfetto idiota, e dio solo sa quanto Oto starebbe meglio senza di lui...ma perlomeno in battaglia è affidabile..non si farà mettere i piedi in testa da quella donna, sia che lei usi il Cuore del Ragno o meno...ma al momento la cosa essenziale è curare la tua ferita

    Indicò l'ampia chiazza di sangue che inzuppava le bende di fortuna..la ferita era aperta e di certo la stanchezza dovuta all'emorragia doveva cominciare a farsi sentire. Fortunatamente Tenma era un medico esperto nella chirurgia di emergenza. Se sono riuscito ad attaccare un braccio metallico a Teppei in mezzo a un bosco non avrò problemi con un taglietto da niente come il tuo. Fece cenno a Gyazu di stendersi a terra, e a poco sarebbero servite le sue eventuali proteste. Se non ti stendi potrei decidere di anestetizzarti e farti dormire dodici ore filate..e nel tuo stato non vedo come potresti opporti...anzi, è già un miracolo se ti reggi in piedi.

    Una volta ottenuto ciò che voleva, Kenzo avrebbe estratto un piccolo astuccio, contenente un semplice pennello nero e una boccetta di inchiostro. Messa a nudo la ferita, avrebbe con cautela disegnato diversi sigilli tutto intorno, per poi racchiudere tutto in un cerchio. Questo Fuuinjutsu dovrebbe accentuare la rigenerazione spontanea e potenziare la tecnica delle Mani Curative per raggiungere anche gli organi interni. Poi con un filo di chakra suturerò il tutto. Compose diversi sigilli, quindi appoggiò le mani sull'addome squarciato, mentre una luce verde si diffondeva tutto intorno. L'inchiostro sembrò rispondere a quel chakra illuminandosi a sua volta, e amplificando gli effetti benefici sul corpo.

    Ci vollero comunque dieci, se non quindici minuti di applicazione prima che il sanguinamento si fermasse, e almeno altri quindici per completare la rigenerazione interna. La mezzora successiva servì a suturare il tutto in maniera sufficientemente salda da rendere possibili anche i movimenti più bruschi. Nel mentre Tenma sarebbe stato più che disponibile a parlare, anche per distrarre il suo paziente, che nonostante gli effetti benefici del chakra e il veleno della lucertola ancora attivo, di certo doveva essere in preda al dolore e allo stordimento.

    Avrebbe soprattutto raccontato della sua missione. Io e i miei tre compagni eravamo in missione a Kumo per indagare sul furto di un pericoloso manufatto: il Cuore del Ragno. Sembra racchiuda l'anima di uno Yokai molto pericoloso, ma personalmente le ritengo solo leggende. Dalle informazioni raccolte, semplicemente è un contenitore di uova di una specie di ragno parassita che vive sottopelle, molto raro e dotato di grandi riserve di chakra. Chi viene parassitato perde pian piano il controllo, anche se nel mentre ha accesso a notevoli capacità.

    Alla fine non siamo riusciti a trovare i ladri, ma avevamo delle informazioni su dove potessero essere fuggiti e abbiamo deciso di dividerci per cercarli...è stato solo un caso che io li abbia trovati..ed è una coincidenza ancor più fortuita che i ladri siano anche i bersagli della vostra missione.


    Non appena ebbe terminato l'intervento lanciò a terra un kunai con uno strano simbolo inciso sopra. L'arma si sotterrò rapidamente. Andrà dritto ad avvisare i miei compagni, ora se ti senti abbastanza in forze io andrei a vedere come si è risolta la battaglia..potrebbe esserci bisogno di me in fondo. Ridacchiò, mentre ingeriva un tonico di recupero del chakra. Sembrava essere in piena forma nonostante tutte le energie spese in quella difficile guarigione...di certo Kenzo Tenma era un ninja eccezionale...oppure aveva un qualche segreto.

    La ferita non doleva più, e in effetti avrebbe consentito di muoversi e combattere con relativa facilità, anche se ovviamente una volta a Oto sarebbe stato comunque necessario un passaggio in ospedale per completare definitivamente la guarigione. A meno che Gyazu non avesse altre domande da fare, i due sarebbero partiti

    [...]

    Non fu difficile la strada del ritorno...dopotutto bastava seguire gli allberi abbattuti dal gigantesco ragno durante l'inseguimento. Nel giro di una mezzora furono sul posto..riconoscibile per la grande quantità di alberi abbattuti e bruciati (come se ci fosse stato un grosso incendio), per le cicatrici lasciate sul terreno (piccoli crateri e segni) e soprattutto per l'enorme bozzolo di ragnatela che si ergeva, quasi come una torre antica, proprio al centro dell'area.

    Uhm...il mio briefing non diceva nulla del genere riguardo al Cuore del Ragno.. Forse erano un pò troppe le cose che non venivano dette nei briefing delle missioni Otesi. Aggirala da sinistra, io vado dalla parte opposta...e non avvicinarti troppo. La torre era decisamente grande, con una diametro alla base di almeno quindici metri buoni, ed era alta quasi il doppio...per non parlare delle decine e decine di fili di tela che si estendevano in ogni direzione, come ad assicurare la struttura.

    Di Febh, Teppei o dei due Hana non si vedeva nemmeno l'ombra.


    Ma la torre non si limitava a star lì ferma, a farsi osservare. Non visti, decine e decine di fili di tela erano disseminati a terra, non tesi ma dotati di incredibili doti adesive. Dopo alcuni passi intorno alla torre, questi si sarebbero attaccati, uno a uno, alle suole dello Yama, fino a quando non sarebbe più riuscito a sollevare il piede da terra! Come una mosca nella tela, sarebbe caduto vittima della trappola di quella torre.

    Non importava quanta forza esercitasse, non sarebbe riuscito a staccarsi, e se avesse tentato di liberarsi con le mani o con delle armi, anche quelle si sarebbero appiccicate. Certo, avrebbe potuto levarsi gli stivali ed essere libero, ma una volta fatto quello come avrebbe potuto toccare nuovamente terra senza finire imprigionato? Anche spostandosi a salti, sarebbe finito per cader preda della ragnatela un'altra volta.

    Ma che stai facendo? Giunse una voce da poco lontano: Tenma camminava apparentemente senza problemi in quel mare di invisibili trappole. Non riesci a isolarti? Basta un minimo di chakra per respingerle, e poi puoi avanzare tranquillamente come se fosse una parete.. Ma dall'espressione di Gyazu avrebbe capito rapidamente che il Genin non aveva idea di che cosa stesse parlando..o comunque che non sapesse proprio come mettere in pratica quei suggerimenti.

    Non conosci ancora le applicazioni del chakra per gli spostamenti? Chiese, forse un pò stupito che un genin tanto inesperto partecipasse a una missione per eliminare due Chunin. Vabbè, possiamo rimediare..cominciamo col liberarti da quelle tele indicò i piedi bloccato del ninja ..ascolta, devi solo spedire il chakra sulla pianta del piede, ben distribuito e in quantità minime, ma con una frequenza costante. In questo modo si riesce a camminare sulle superfici verticali come se fossero normali...ma se l'impasto è in quantità troppo elevate si ottiene invece una repulsione dalla superficie..e in questo momento è proprio quello che vuoi ottenere..prova!


    CITAZIONE
    Nuovo personaggio e nuova fase dell'addestramento :riot:
    Conclusa l'energia, ora si passa al controllo del Chakra, se vuoi puoi cominciare richiedere la valutazione per la Verde :zxc:

    Semplice prova per sviluppare la Repulsione, ossia la capacità di respingere impastando volutamente quantità troppo elevate di chakra. Bada che se impasti troppo poco non riuscirai a liberarti dalle ragnatele, ma se impasti troppo potresti finire per venire sbalzato via e cadere (finendo intrappolato in modo peggiore) invece che spezzare la trappola e basta :zxc:

     
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  14. Tokì
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    Prese ad arrancare, il dolore al ventre iniziava a divenire più acuto. Tanto che a lungo andare il suo scatto perse velocità.. Troppa velocità. Il ragno era veloce, e quando Jyazu ruotò il capo per costatarne la distanza si rese conto di essere prossimo alla cattura, e quindi alla morte: ma non si dica Jyazu Yama possa morire come un codardo. Quello No. Mai.
    Scartò a destra per l'ultima volta, e poi con uno sforzato e allo stesso tempo agile movimento piego il busto verso il basso per guadagnare maggior aerodinamicità, dopodiché portò il braccio sinistra a difesa del ventre, mentre con un repentino movimento del tronco effettuò una rotazione verso sinistra in un rapido e tanto azzardato scivolone verso il medesimo lato: ebbe giusto il tempo di voltarsi e vederlo.
    Era enorme.
    E lo vide con nitidezza.

    *Stronck*

    Mentre il cuore gli batteva sordo in gola, un rumore fece capofitto dalla vegetazione, un suono profondo e allo stesso tempo indistinguibile. Quell'attimo durò un eternità, e poi il ragno sembrò insaccarsi, come se colpito frontalmente da qualcosa.. La sua corsa perse velocità tanto quanto quella di Jyazu, fintanto che dopo qualche metro prese a rotolare in modo spericolato sul terreno, fino a bloccarsi a circa un paio di metri da Jyazu.
    Sul viso dello Yama si disegnò una certa sorpresa, un espressione rassicurata ma al contempo priva di forze.. Inspirò pesantemente, e poi cadde in avanti, sul ginocchio destro comprimendosi al contempo con il braccio destro il ventre, come a cercare di salvaguardarne la ferita. Aveva perso molto sangue ed iniziava a sentirsi molto stanco, troppo stanco. Insieme al corpo cadde anche il viso, il quale si puntò sul terreno: sotto di lui c'era del terriccio arruffato e dell'erba verdastra.. Prese una profonda boccata d'aria, arrancando quasi, e po con una mole gravemente lenta alzò di nuovo il capo. Un vago sorriso accompagnò quel movimento, mentre gli occhi gialli osservavano l'aracnide morto. Sopra di lui c'era un tizio, un uomo che non aveva mai visto ma che presumibilmente gli aveva appena salvato la vita: Kenzo Tenma.
    Lo Yama rimase assorto in un silenzio profondo, circa un paio di secondi dopo i quali, con un certo sforzo tornò retto con la schiena, emise una sorta di ringhio, un verso affaticato che ne lasciava trapelare le condizioni critiche.. Le mani gli tremavano ed un rivolo di sangue gli colava dal labbro sinistro, alcune delle bende gocciolavano di rosso, rosso sangue. « J-Jyazu.. Yama. Genin di OTO. » Mormorò, ma nonostante il tono cercasse di avere un certo contegno, quelle parole erano segnate da una profonda nota di fatica. E così come parlava, appunto a fatica si reggeva inpiedi, ma cercò comunque di restare retto verso il Chunin. Non che fosse formale, ma di certo non voleva passare per una fighetta. Ma in realtà quella missione l'aveva piegato come mai gli era successo, e poi come se non bastasse gli era rimasto anche il fiato corto! Attese un secondo di più, ascoltando le domande dell'uomo e poi prese a spiegare a Tenma quello che era successo. O perlomeno, gli fece un quadro a grandi linee della situazione. Finito il breve aggiornamento sulle ultime "news" riguardanti la missione fece per fare strada, ma il Chunin sembrava avere un idea migliore: dargli una rattoppata. Gli occhi dello Yama s'abbassarono sulle bende, erano rosse e davano l'impressione di non reggere poi così bene, un po’ come l'avambraccio che si era sporcato del sangue.. Attese un secondo, cercando di ignorare quel dolore che oramai si portava dietro da troppo tempo, ma poi cedette.
    Scivolò verso il basso cercando prima il supporto della gamba sinistra e poi, lentamente si stese sul terreno. « Dobbiamo .. sbrigarci. » aggiunse poco dopo. Nel suo tono non c'era realmente fretta, no. Aveva bisogno di quella rattoppata, ma allo stesso tempo era impaziente di tornare da Febh e Teppei. Hey, non che volessi aiutarli: ma voleva indietro la sua gloria.
    Così lasciò lavorare Tenma, limitandosi ad attendere in un rigoroso silenzio, dovuto dai continui dolori e che si sarebbe spezzato solo a fine operazione: chiuse gli occhi e si abbandonò sul terreno, cercando di ripristinare le forze e di resistere al dolore. Doveva farcela, perchè non era ancora finita.

    [...]

    Finita l'operazione, senza troppe domande, fatta eccezione ad un: « Come mi hai trovato? » lo Yama prese a muoversi al passo di Tenma. Non l'aveva ringraziato, forse se ne sarebbe reso conto anche il Chunin, eppure Jyazu non ci era riuscito. Ci aveva provato, glielo doveva così come lo doveva a Teppei, eppure non lo disse.

    La pista da seguire non era di certo difficile: Tenma faceva strada e Jyazu lo seguiva a circa un paio di metri dietro di lui. Arrivarono velocemente nel fulcro della battaglio, o perlomeno nel luogo in cui presumibilmente era successo tutto: niente traccia dei due compagni e dei traditori.
    Jyazu lanciò un occhiata al Chunin, uno sguardo rapido carico di domande, domande alle quali nemmeno lui avrebbe potuto rispondere. Tenma si limitò ad un ordine che aveva più la tonalità di un consiglio, ma al quale Jyazu non obbiettò. Prese così a camminare verso il lato destro rimanendo a circa 5 metri dal bozzolone. Passi lenti e attenti: oramai conosceva le trappole di Mrs.Hana. Fece qualche passo, e poi si rese conto che qualcosa non andava: si stava impelagando nelle ragnatele.
    A dire la verità non ci aveva nemmeno prestato troppa attenzione, anzi, se ne rese conto dal momento in cui iniziò ad avere problemi di mobilità: fece per sollevare la gamba destra, ma la pianta del piede rimase ancorata al terreno, così come la sinistra.. E di nuovo la destra, questa volta con uno strappone poco più forte. Si stava innervosendo, ed in particolare esplose in un ringhio nel momento in cui Tenma si rivolse a lui: l'avrebbe visto cercare di saltellare via dalle ragnatele, in modo goffo e affaticato. « Porcakonoha - Zozz.. oh..! Ah-a! Diavolo.. Questa merda mi da i NERVI! » e si rivolse al Chunin, fissandolo in cagnesco. Non tanto che ce l'avesse con lui, ma era evidente che quella situazione lo stava facendo imbufalire. Comunque, quando l'uomo prese a spiegare, Jyazu smise di agitarsi posando entrambe le mani hai fianchi: in attesa. A fine discorso, quando Tenma concluse la spiegazione l'otese rimase per un attimo interdetto, e poi annuì. Aveva capito, ora però il punto era riuscire a farlo: prese una profonda boccata d'aria, cercò di rilassarsi e chiuse gli occhi.. Dopodiché lasciò fluire il chakra verso il basso, cioè verso i piedi, in particolare nelle piante di questi. Non era molto difficile farlo, era un po’ come impastare nella muscolatura.. Ma questa era un'altra storia: gli ci volle qualche secondo, circa una trentina prima di riuscire a farlo in modo corretto: alla fine, dopo un po’ di tentativi iniziò a sentire una certa trazione, come se i propri piedi di stessero arpionando al terreno con poca più forza di prima.. C'era quasi, doveva solo rincarnare la dose per spararsi fuori da quelle ragnatele: ma doveva farlo con attenzione.
    Aprì gli occhi, abbassò lo sguardo ed impastò: ma impastò troppo. Gli sembrò di vedersi esplodere qualcosa sotto i piedi, una sorta di bombetta che lo fece balzare in aria di 2 o 3 metri. Prese così da agitarsi in aria, ondeggiando le gambe e le braccia in un disperato –quanto goffo- tentativo di non sbilanciarsi troppo, ma in un certo senso fallì bellamente. Atterrò più o meno nella posizione di poco prima, ma dovette pararsi dalla caduta con entrambe le mani, ritrovandosi a fare una sorta si ponte. « MERDA! » esclamò forte e a denti stretti, mentre tentava di ritrarre le mani dalla tela; solo la destra – e dopo un lungo lavoraccio- che aveva subito di meno la caduta riuscì a liberarsi dalle ragnatele liberandosi, ma lasciando però il resto dei 3 arti completamente avvolti nella tela. Jyazu occhieggiò per un attimo Tenma, come a volerne osservare la reazione, ma non disse nulla e si limitò a scuotere il capo, come se volesse rimproverarsi da solo, dopodiché tornò al lavoro: senza dire nulla. Come poco prima fece fluire il chakra, ma questa volta nella mano.. Dopotutto non doveva essere molto differente dalle gambe, no? Non gli ci volle molto, di certo era più abituato a farlo con gli arti superiori che con quelli inferiori, tanto che riuscì ad emettere l'effetto repulsivo in non molto tempo, giusto qualche minuto per riuscire a capirne il funzionamento, e poi un forte urto lo fece balzare indietro strappando la ragnatela che gli teneva la mano arpionata al terreno e riportandolo eretto sulle gambe. Fatto quello, sarebbe passato hai piedi, ed in realtà non gli ci volle molto prima di riuscire a fare la stessa cosa anche con quelli, forse qualche minuto di più.. Ma alla fine, dopo un certo dispendio di chakra ed una sequela di fallimenti riuscì – a fatica- a liberarsi completamente da quell’infernale trappola!
    Un balzo lo lanciò indietro, lacerando la tela che gli si era appiccicata sotto i piedi: finì indietro di 4 metri, a schiena contro un albero. C’era riuscito, ma che diavolo.. Era stata una sudata!
    Rivolse così lo sguardo interrogativo verso Tenma, asciugandosi al contempo qualche goccia di sudore con il dorso della mano.

     
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    Come ti ho trovato mi chiedi? Tenma sgranò gli occhi, sorpreso dalla domanda, poi con deliberata lentezza sollevò una mano ad indicare la traccia di alberi abbattuti lasciata dal ragno. Non ti stavi esattamente muovendo silenziosamente, sai? Quindi gli scoccò una lunga occhiata che sapeva di "si vede proprio che sei un genin alle prime armi".

    Non badò particolarmente al mancato ringraziamento. Dopotutto erano ninja in missione, e la missione veniva prima dei convenevoli. Il duo riprese la via del ritorno, senza che ci fosse bisogno di parlare nel mentre. Tenma si muoveva con sicurezza, rapido ma non tanto da lasciare indietro il Genin. Si stava forse trattenendo? In ogni caso, la via era spianata e ben presto furono sul posto

    [...]

    Durante i tentativi di Jyazu per liberarsi dalla fastidiosa ragnatela Tenma rimase cortesemente in attesa, osservandolo in silenzio, ma con quella stessa espressione quasi compassionevole che gli aveva gettato poco tempo prima..quello sguardo che coglieva ogni aspetto dell'inesperienza. Quando infine il ragazzo fu libero, anche se stanco, Tenma sembrò soppesare la possibilità di continuare da solo (fissà a lungo la torre di tela) quindis sospirò Ora sei libero, ma vedi di gestire meglio la frequenza e la quantità degli impasti di chakra...devi riuscire a camminare sulla tela senza farti catturare, e il velo di chakra adesivo è sufficiente per isolarti. Sembrava avesse deciso di proseguire assieme al ragazzo.

    Una volta che ci prendi la mano raggiungimi..io salgo in cima alla torre. E con un rapido scatto di corsa, cominciò a risalire lungo quel muro verticale come se nulla fosse. Stava a Jyazu riuscire a stargli dietro ora. Tenma, una volta in cima, avrebbe aspettato per tutto il tempo necessario, anche se sembrava prestare poca attenzione al Genin, e piuttosto era parecchio preso da qualcosa sulla cima del bozzolo. Guardava in basso a braccia conserte: possibile che la "torre" fosse cava? Ma allora perchè non arrivava nessun suono dal suo interno?

    Comunque era inutile complicarsi la vita, e il medico non sembrava intenzionato a rispondere alle eventuali domande del Genin, ma piuttosto rimuginava, indeciso. Era talmente assorto che si dimenticò anche di informare il suo compagno della trappola che lo attendeva sulla torre. Non solo la scalata in verticale sarebbe stato qualcosa di nuovo per Jyazu, ma non sarebbe stata nemmeno una scalata tranquilla e rilassante: decine e decine di minuscoli ragni abitavano quell'intrico di ragnatele, e avrebbero assalito le sue gambe, cominciando a salirgli addosso, e a mordere.

    Morsi da nulla, ma quando fossero diventati cinquanta, o cento, con le minuscole dosi di veleno inoculato, allora non sarebbe stato tanto facile ignorarli. Disgraziatamente erano talmente piccoli e numerosi che a nulla sarebbe servito dimenarsi o cercare di schiacciarli con le mani...senza contare che il formicolìo continuo avrebbe grandemente minato la concentrazione del Genin, proprio in quell'esercizio dove la concentrazione era essenziale per evitare di precipitare!

    Certo, c'era una soluzione abbastanza semplice per liberarsene (a parte darsi fuoco) ed in effetti non era molto diversa da quanto stava facendo per salire...ma era da vedere se sarebbe riuscito a ragionarci durante l'assalto.

    Solo una volta in cima Jyazu avrebbe capito qual'era il problema, e per qualce motivo Tenma fosse talmente concentrato da scordarsi anche di avvertire dei ragnetti: il nulla.

    E non si intende la semplice assenza di qualcosa, ma piuttosto un niente vorticante...una sorta di ammasso oscuro, o uno specchio di tenebra ribollente. E' complesso descriverlo, in effetti anche guardarlo troppo a lungo avrebbe provocato alla lunga un certo fastidio, come se la mente rifiutasse un qualcosa del genere.

    Si direbbe una qualche deformazione dello spazio...forse causata da un Jutsu..o forse dal Cuore del Ragno, anche se non mi risulta che possieda il potere di alterare lo spazio-tempo...e Jutsu di questo livello di solito sono accessibili solo ai Jonin, e nessuno dei due Hana ha un potere simile, per quanto ne sappiamo. Questo avrebbe detto Tenma, spezzando il silenzio dopo alcuni secondi dall'arrivo in cima del Genin.

    Quello che non capisco è se sia un tappo..una trappola, o magari un portale...ma non mi fido a entrarci dentro..gettarci un Kunai non credo darebbe grandi risultati, potrebbe sparire ma non sapremmo se è stato distrutto o trasferito. E purtroppo Tenma non aveva nemmeno un contratto di richiamo, per mandare eventualmente uno dei suoi alleati. E a dirla tutta, anche avendolo, non avrebbe rischiato la loro vita a quel modo.

    Cosa avrebbero potuto fare?
     
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20 replies since 14/7/2011, 19:50   390 views
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