Il turista e i suoi seguaci

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  1. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~Giro turistico - Fiducia?~


    Per la prima volta Atasuke potè o dovette vedere shay su u'altra luce. dopo la loro risposta ella infatti divenne molto meno cordiale del solito, o almeno mostrò un aria più fredda e distaccata, come se per certi versi se ne fosse andata molto lontano restando comunque li accanto a loro. Non fù proprio una bella sensazione, anche perchè in un certo senso Atasuke si sentiva colpito nel profondo, come se fosse stato colpevole di qualcosa, un qualcosa che non aveva fatto.

    °Ma che stai dicendo? Ci tratti come se ti avessimo raccontato una balla o come se stessimo sbagliando tutto! Va bene muovere un rimprovero, ma così mi sa che esageri!°


    Anche Kheichii non era d'accordo con le opinioni di Shay e lo dimostrò rispondendole in maniera alquanto dura e forse anche "giusta", tuttavia Atasuke dal canto suo preferiva una linea più gentile, forse per bon ton o forse solo perchè gli riusciva bene "mascherare" i suoi sentimenti.

    «Mi spiace shay, ma questa volta non sento di poterti dare ragione. Magari mi sto sbagliando e magari un giorno me ne dovrò pentire, tuttavia credo in quello che ho detto prima. Chiaramente posso solo darti ragione sul mascherare i propri sentimenti alla lunga può portare solo all'auto distruzione, tuttavia è anche vero che nel modo spesso bisogna non mostrare ciò che in realtà si prova. Certo, bisogna essere sinceri con se stessi e per quanto possibile con gli altri, però ribadisco che non si può guardare avanti senza ogni tanto buttare un'occhio indietro per ricordarci chi siamo stati, per ricordare chi siamo in modo di guadare meglio davanti a noi per guardare dove stiamo andando, perchè a mio avviso, se ci concentrassimo solo sul nostro obbiettivo, guardando avanti, non ci accorgeremmo di ciò che abbiamo fatto e spesso ciò ci porterebbe a fare anche le peggio cose, con l'unico scopo di vedere compiuto il nostro obbiettivo, ignorando, per certi, versi l'ostacolo»


    Si diede appena una breve pausa per riprendere il fiato, poi riprese il suo breve, seppur intenso discorso.

    «Quindi infine vorrei raccontarvi un breve aneddoto che un giorno mi raccontò mio nonno: "Un tempo, non molto lontano, ci fù un samurai, estremamente abile con la spada. Si allenava ogni giorno in ogni sua arte. Si concentrava e metteva tutto se stesso per trovare la perfezione in ogni ambito della sua vita, finchè un giorno riuscì a raggiungere un tale livello di perfezione che tutti dicevano che si librasse in cielo per quanto aveva puntato in alto. Un giorno però giunse un ragazzo, sporco e maleodorante. Il giovane di certo era tutto meno che fine, nonostante ciò era molto audace e persistente. Il ragazzo decise di sfidare a duello il samurai, il quale accettò la sfida sicuro di se e della sua vittoria. Certo il giovane era di molto svantaggiato, tuttavia il samurai era divenuto superbo nella sua arte e dopo ore di combattimento i due si accasciarono a terra sfiniti. Nessuno dei due era riuscito a sconfiggere l'altro." Questa storiella mi venne raccontata per insegnarmi una cosa, ovvero che l'equilibrio è la cosa fondamentale, infatti il samurai aveva tenuto sempre lo sguardo al cielo cercando di elevarsi fino a toccarlo, mentre lo straccione si era sempre e solo basato su se stesso e sulla terra puntando sempre lo sguardo in basso ed ignorando una possibilità di elevazione e quindi la morale: "Se guardi troppo in alto potrai mirare la perfezione del cielo, ma di sicuro perderai la vista degli splendidi fiori che crescono sulla terra". Lascio a voi dedurre cosa accade se si guarda la terra...»


    Concluse con una certa qual soddisfazione per il suo racconto. Magari non avrebbero apprezzato, magari non en avrebbero capito il senso o ne avrebbero tradotto uno differente, ma in fondo era quello il bello della filosofia. gniuno poteva e doveva decidere ciò che a sua immagine era la visione più corretta del mondo.
    Come prevedibile Kheichi dopo l'interrogatorio di Atasuke si innervosì o perlomeno gli pose una sorta di ultimatum. più che giusto, in effetti Atasuke era stato non poco invadente nei suoi confronti e quindi in un certo senso si stava aspettando una reazione simile, stette quindi ad ascoltare ciò che Kheichii gli stava dicendo.
    Attese poi ancora un attimo, prima di esporre una sua risposta alle domande dirette di Kheichii, soprattutto dato che dalle sue risposte molto sarebbe dipeso, o comunque molto poteva dipendere.

    «Hai ragione Khei, in effetti mi rendo conto di non essere stato molto cortese con te, anzi, soprattutto negli ultimi momenti sono stato a dir poco impiccione... ed in effetti non mi aspettavo di certo che ti saresti aperto solo raccontandoti parte della mia storia. Quindi ecco cosa penso dei clan.
    In primo luogo sono sempre più convinto che gli shinobi per principio siano delle macchine da guerra. In fondo è per uccidere che veniamo addestrati al combattimento, ed è per seguire gli ordini che veniamo addestrati in maniera militare. So poi che molti clan al loro interno hanno anche una organizzazione gerarchica, spesso militarizzata e so che in alcuni casi il clan stesso sia come un'organizzazione a parte. Ad esempio se non erro gli hyuga hanno persino due casate dove la cadetta è sottoposta in tutto e per tutto alla prima, come se fossero quasi due famiglie separate, quando invece dovrebbero trattarsi come fratelli quali in teoria sono.»


    Il suo sguardo si posò un attimo su Shay come un gesto di compassione o di richiesta di perdono per ciò che aveva detto sulla sua famiglia.

    «Poi per quanto riguarda gli Uchiha so ben poco, anche perchè per ora ho avuto poco a che fare con i loro insegnamenti e il loro punto di vista, tuttavia ho notato che anche loro hanno una forte impostazione gerarchica e un'organizzazione interna che fa a capo ad un capoclan, tuttavia a me ben poco importa. Non tanto perchè mi vada bene così, quanto piuttosto perchè come ti ho già detto, io sono un Uchiha solo per il mio cognome e per un 50% del mio sangue, e questo non posso negarlo. Però io non sono una macchina omicida in mano ad un villaggio o ad un clan, non voglio in alcun modo agire per un vantaggio del mio o di un altro clan. So che in molti clan, se non forse in tutti, c'è del marcio e la cosa non si può negare, però non è il clan a decidere cosa dovrebbe fare uno shinobi, o almeno non dovrebbe. Certo, può provarci con la forza, può riuscirci indottrinandolo fin dalla nascita, tuttavia non sempre ci riesce e non sempre basta la forza per imporre un proprio pensiero. Ad esempio io agisco per me stesso, o meglio, agisco per quello che credo. Per quanto mi riguarda il clan Uchiha potrebbe anche non esistere, in fondo ho vissuto 18 anni senza di esso, non credo possa fare una grande differenza. In fondo l'appartenere ad un clan spesso viene confuso con l'avere il cognome del clan. Essere un Uchiha, quindi, credo che non significhi avere il cognome Uchiha, ma credere negli ideali del clan, essere parte integrante del clan. Io dal canto mio non credo di essere un Uchiha, o almeno non appieno. Certo... è il mio cognome, metà del mio sangue è Uchiha, ma io sono e sarò sempre Atasuke e se per una qualche motivo devo far parte del clan Uchiha... beh, o il clan rispecchia il mio modo di essere o cercherò di trasformarlo in un qualche modo, altrimenti io sono un Uchiha solo di cognome e per metà del mio sangue o magari solo per lo sharingan.
    Spero che ciò possa convincerti su di me, altrimenti... Pace, giuro che non ti chiederò più nulla sul tuo passato, te lo prometto. Al più mi guadagnerò poco alla volta la tua fiducia, chissà»


    Concluse sorridendo e porgendo la mano al kiriano in segno di amicizia. Sperava di aver fatto breccia nel giovane ed aver così stretto una nuova sorta di amicizia, ma se anche non ci fosse riuscito poco importava. Magari quello semplicemente non era un momento favorevole.

    «Comunque spero di non averti rovinato la visita a Konoha e nel caso ti porgo le mie scuse. Se vuoi posso offrirti qualcosa più tardi...»


     
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12 replies since 29/8/2011, 15:24   113 views
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