Il turista e i suoi seguaci

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  1. S h a y
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    Guardai entrambi con aria piuttosto perplessa. - Accidenti se siete permalosi tra tutti e due.. Il segreto per la serenità è L'autoironia! Non dovete prendervela come caimani solo perché vi ho detto di guardare al futuro con occhi sinceri e cercare di essere voi stessi il più possibile.. Diavolo, parlo io che ho mandato al diavolo la mia prima Sensei perché era una mentecatta! Ed è pure la mia attuale datrice di lavoro ora che ci penso.. - Mi passai le mani tra le ciocche di capelli. In tutta onestà era chiaro che ancora nessuno dei due aveva raggiunto una consapevolezza tale, di se stesso, per poter ironizzare sui propri problemi. E quando questo non si riesce a fare esistono solo due soluzioni.. o si combatte per riuscirci o ci si arrende all'eventualità dei fatti. Io potevo solo aiutarli a capire meglio la loro strada per la pace, ma ancora ne erano entrambi molto lontani, specialmente Atasuke.

    - Sapete quale è il grosso male di questo mondo?.. Prendere sul serio le cose che ci tormentano, trasformale in Titani invincibili e farsi schiacciare da esse come dei moscerini. - Colpì i palmi delle mani assieme, simulando il gesto con cui si schiacciano gli insetti fastidiosi. Se proprio dovevo interpretare la parte, ingiustamente affibbiatami, dell'antipatica.. che almeno fosse per il loro bene, visto quanto mi costava parlare a quella maniera. - Diciamo che avete espresso entrambi ottime argomentazioni riguardo a quello che ho cercato di dirvi e mi fa piacere vedere che.. beh come dire, siete sostanzialmente sicuri di vuoi stessi in quei termini.. - Volevo andarmene via. Non che stessi male con loro, che fossi arrabbiata per il fraintendimento.. o il fatto che non volevano capire cose è che li frenava dall'essere davvero felici.. era piuttosto il fatto di non Riuscire mai a parlare con nessuno senza sentirmi dire qualcosa sulla falsariga del "Tu Non Puoi Sapere".. o Altri aneddoti detti da vecchi inutili più stupidi del fango e meno intelligenti dei fili d'erba canina. A volte, anche una persona buona e dolce come me avrebbe tanto voluto riuscire a parlare di certi pensieri che la tormentavano, avrebbe voluto sfogarsi dei suoi demoni, perché anche io ne avevo, come tutti. La mia abilità stava nel tenerli sotto controllo e del gioire delle cose più piccole che ci fossero sulla terra.. cosa che non tutti, avevo verificato, riuscivano a fare.

    Mi Alzai, lentamente da terra, prima ancora che Atasuke avesse terminato di parlare A Kehichii, spolverandomi i pantaloncini e la casacca con la mano per pulirla dalle pagliuzze dell'erba del prato. - Scusatemi se vi lascio così presto ma ho qualcosa da fare, a casa. - Mi passai un dito sulla fronte, riflettendo sul modo giusto di congedarmi. - Se avete bisogno di qualcosa Atasuke sa dove abito. Bene... ahmm Ciao. - Alzai una mano per salutare, declinando ogni invito a restare con il più sincero dei sorrisi che riuscivo a fare in quel momento. Avevo bisogno di stare un po' con chi, alla fine, mi capiva veramente. Tornare a casa dai miei animali.

     
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