Credi che sia aria quella che respiri?

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  1. [.:RoUgE:.]
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    I hear your voice in the wind, I am the voice of the history. I am the voice and I will remain.
    I will see, I will fight everything.
    Byakugan is my reason.





    Non appena i due giunsero nel luogo in cui Vergil li aveva portati, Ashitaka chiese se i suoi sospetti sull'identità dello Hyuga fossero fondati o meno, ovviamente con tutto il garbo e le buone maniere dovute, alla sua domanda lo Hyuga si voltò incuriosito, chiedendo al nobile genin come facesse a conoscere il suo nome, e chi gliene avesse parlato, ovvimanete Ashitaka a quel punto sorrise, chiudendo gli occhi, ed apprestandosi a spiegare come aveva fatto a conoscere quelle cose sul suo mentore:

    Vedete Vergil - sama, ho fatto rientro a Konoha solamente da pochi giorni, e principalmente ho passeggiato per il quartiere del clan...
    In molti mi hanno parlato della vostre gesta, tutti vi tengono in grande considerazione, e c'è chi dice che nessuno è mai riuscito a raggiungere il vostro corpo, ne con un'arma ne con tecniche.
    Anche mio padre per l'unica volta che ho avuto modo di vederlo, mi ha accennato al vostro rispettabile nome...
    Appena vi ho osservato ho subito ipotizzato che l'uomo che stavo seguendo foste voi.



    La persona che oramai Ashitaka considerava un maestro, assentì, dicendo al genin che quello che aveva ipotizzato era vero, ma una cosa lo fece pensare, una delle cose che Vergil disse: lui conosceva Taisho, il padre del nobile Ashitaka.
    Adesso lo Hyuga non sapeva come avesse potuto accadere, che suo padre avesse chiesto qualcosa alla nobile famiglia di Vergil?
    Suo padre probabilmente dopo che era tornato dal suo viaggio lo aveva ritenuto inadeguato, ancora troppo mediocre, ed aveva chiesto al clan di addestrare suo figlio, infatti Vergil disse che quell'addestramento era l'ultima possibilità che gli Hyuga avrebbero fornito ad Ashitaka per apprendere la fine arte del controllo e manipolazione del chakra.
    Quello che il ragazzo aveva sempre tralasciato, facendo si inconsapevolmente che il suo Byakugan tardasse a risvegliarsi.
    I due camminavano, all'interno di quella che doveva esser stata una fiorente città del passato, prima che qualcosa la facesse cadere in disgrazia, Ashitaka a quel punto, senza osare troppo, voleva porre un interrogativo al suo mentore:

    Vi prego, rispondetemi se potete...
    Il motivo di questo addestramento è che sono stato ritenuto uno shinobi senza valore, non è così, Vergil-sama?



    Era comprensibile, era risaputo che gli Hyuga avevano una particolare destrezza in tutto ciò che concerneva il chakra e le sue forme, ed un loro memebro di 19 anni, alcontrario aveva appena appreso come creare un chakra adesivo abbastanza stabile da funzionare...
    Non poteva essere altrimenti, Ashitaka doveva impegnarsi per recuperare il tempo perduto. Era disposto a tutto per farsi accettare dal clan, per poter divenire un giorno acclamato e sostenuto come lo era Vergil, per poter un giorno raggiungere anche l'abilità e quel potentissimo sguardo che l'intoccabile possedeva, mentre gli occhi del genin rimanevano vuoti, spenti senza alcun potere.
    Era sempre stato affascinato dall'abilità del clan, ed aveva sempre desiderato possedere gli occhi bianchi, il Byakugan il jutsu oculare definitivo, ma solo ora aveva appreso che senza un formidabile controllo del chakra, gli occhi degli Hyuga non potevano esser risvegliati, ecco dove aveva fallito.
    Ancora camminarono, poi Vergil si soffermò di fronte ad una fontana, vera beltà decadente, quell'opera possedeva un fascino particolare, che riuscì ad incantare anche Ashitaka, ma di lì a poco tutto sarebbe stato sconvolto da un'evento formidabile ed inaspettato.
    Vergil iniziò a spiegare al genin qualcosa in merito al proseguimento dell'addestramento in corso, disse che non aveva intenzione di spiegare allo Hyuga i rudimenti del controllo del chakra, ma qualcosa, lo interruppe a metà.
    Ashitaka trovandosi di fianco a Vergil, non appena un forte boato sconvolse la tranquillità del luogo, si appellò alla sua reattività, per balsare all'indietro istintivamente, distanziandosi di alcuni metri dallo Hyuga[ Riflessi: 400].
    Poi il genin vide tre proiettili a lama quadrangolare venir scagliati sulla figura angelica di Vergil, così gridò, forse non era necessario, ma non poteva limitarsi a verificare se le dicerie su Vergil corrispondevano al vero oppure no:

    Vergil-sama! Alla vostra destra!



    Ma non era finita, sembrava che Vergil fosse vittima di un vero e proprio agguato premeditato, infatti dalla direzione opposta ai Kunai, un individuo vestito con vesti di qualità ottima ed un mantello con un simbolo che Ashitaka sapeva appartenere ad uno dei clan di Oto.
    Tentò un assalto contro il mentore, sul suo corpo era visibile uno strano rivestimento, sembrava un Raiton, ma era ben differente da una comune manipolazione elementale.
    Attentò per ben due volte al collo di Vergil, ma esso dimostrò possedere una reattività quasi sovrannaturale, bloccando entrambi i colpi, ed evitando anche una piccola deflagrazione proveniente dalla strana armatura chakrica dell altro.
    Il tuotto avvenne in pochi istanti, ma Ashitaka era sicuro che Vergil avesse anche appoggiato una mano sulla fronte dello sconosciuto, mormorando qualcosa con un lieve sorriso.
    Che i due si conoscessero?
    Si, era proprio così, poichè lo strano individuo col coprifronte di Oto chiamò Vergil: sempai, e disse che lo aveva attaccato per esser sicuro che fosse veramente lui.
    Poi dopo aver scambiato alcune parole con quello che chiamava il suo Kohai, quello che il genin conobbe quel giorno come Deveraux Yotsuki, si presentò, con un lieve inchino in segno di rispetto nei confronti dello Hyuga.
    Ashitaka ricambiò l'inchino e disse:

    Sono lieto di fare la vostra conoscenza Deveraux-sama, complimenti per il coraggio e la destrezza.
    Il mio nome, come avete sentito da Vergil-sama, è Ashitaka Hyuga, shinobi di Konoha.



    Ashitaka ovviamente si faceva riconoscere e si dimostrava appartenere ad una famiglia di nobili origini, anche per come prestava riverenza e rispetto nei confronti delle persone che non conoscesse o che considerasse suoi superiori.
    Poi dopo aver parlato tacque, rispettando il suo mentore, ed il suo nuovo conoscente.
    Vergil lo informò che non sarebbe stato lui in persona ad insegnare al genin i rudimenti dell'arte del chakra, ma che ci avrebbe pensato lo Yotsuki, a quelle parole Ashitaka annuì, sorridendo lievemente al suo nuovo sensei, un po' rammaricato, poichè sperava di essere addestrato da grande Hyuga, ma non avrebbe fatto differenza, le sue intenzioni di migliorare e di ottenere il Byakugan non erano cambiate.
    Disse che non appena il genin avesse superato l'ultima prova, lui lo avrebbe addestrato nel risveglio del doujutsu.
    Questo riempì Ashitaka di gioia, ed anche di euforia, che però da buon ninja quale era, non dimostrò esplicitamente, rimanendo concentrato ed in ascolto.
    Uno sguardo ad entrambi, ed Ashitaka comprese il messaggio, doveva apprendere le basi, per poi passare a ciò che bramava più di ogni altra cosa, addestrarsi con l'intoccabile nell'utilizzo degli occhi bianchi.
    A quello sguardo il nobile rispose con assenso, poi dopo che Vergil ebbe finito di parlare si rivolse allo Yotsuki, avvicinandosi:

    Sensei... insegnatemi, sono disposto ad accettare qualsiasi prova, ora vi prego di farmi apprendere l'arte del controllo del chakra...



    Poi Ashitaka potette assistere ad una dimostrazione di velocità incredibile da parte di Vergil, che avrebbe osservato la coppia di nakama dalla fontana, alla quale si portò in un battito di ciglia, quasi teletrasportandosi.
    Per un attimo il genin rimase estasiato da cotanta abilità e destrezza nell'arte dello spostamento.
    Ma doveva pensare ad altro ora, al suo addestramento e all'apprendimento del chakra, così tornò a concentrarsi sul nobile Yotsuki, che gli avrebbe fatto da sensei e compagno di addestramento.
    Rimase in silenzio, pronto ad ascoltare e recepire qualsiasi spiegazione o parola da parte di Deveraux.
    Non era un tipo frettoloso, ma riusciva ad intravedere a breve distanza il suo sogno realizzarsi.
    Presto il potere sarebbe stato suo.







     
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