Credi che sia aria quella che respiri?

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    For saving me from all they've taken, let my armor fall again, giving me the strenght to face them.
    Byakugan is my reason.





    Stava finalmente per iniziare il suo primo vero addestramento nell'arte di controllare il chakra. Vergil che ora aveva ceduto l'allievo al suo kohai, aveva già insegnato ad Ashitaka come aumentare in maniera esponenziale il suo equilibrio, utilizzando delle suole di chakra.
    Lo Hyuga adesso aveva cambiato sensei in favore di Deveraux Yotsuki, colui che Vergil teneva in considerazione quasi come suo pari.
    L'otese dal suo arrivo non aveva ancora disattivato quella sua specie di strana armatura di chakra, chissà cosa aveva in mente. Agli occhi di Ashitaka mantenere una tale concentrazione di chakra doveva richiedere uno sforzo notevole, per questo non capiva la necessità che lo Yotsuki avesse di tenerla attiva. Riteneva quella particolare tecnica di raiton molto interessante, essendo anche il nobile in affinità con l'elemento del fulmine, però aveva intravisto alcuni difetti: l'armatura serviva per il corpo a corpo, poi la sua versatilità era pressochè nulla, facendo un confronto con l'arte oculare degli Hyuga, che Ashitaka sapeva concedere molti e più interessanti aspetti di potere, era nettamente inferiore.
    Il Jutsu ultimo degli Hyuga: il Byakugan che Vergil gli aveva promesso di risvegliare, era una tecnica ed una fonte di potere pressochè illimitata, specialmente se combinata all'arte di taijutsu degli Hyuga che suo padre gli aveva mostrato: il Juken.
    Ashitaka voleva concludere quell'addestramento sul chakra più velocemente possibile, e si sarebbe perciò impegnato al massimo, sfruttando anche la sua naturale predisposizione all'imparare cose nuove.
    Mentre Deveraux e Vergil chiaccheravano, Ashitaka iniziava a concentrarsi per entrare nell'ottica dell'addestramento, escludendo pensieri differenti dal controllo del chakra stesso.
    Infatti la sua faccia tornò seria, il suo atteggiamento era di pura osservazione ed ascolto, sperava che bastasse per poter affrontare la prova alla quale lo Yotsuki l'avrebbe sottoposto.
    Concentrandosi, poteva comprendere, viste da poco le abilità di Vergil Hyuga, l'intoccabile del clan, il nobile letale, che ogni singolo anno della sua vita passato senza ottenere il Byakugan, era stato solamente uno spreco di tempo, un futile momento. Lui uno tra i più nobili Hyuga della Foglia aveva compreso che per proseguire la sua carriera nel mondo degli shinobi, aveva estrema necessità di apprendere tutti i segreti del suo clan di appartenenza, doveva ottenere il Byakugan assolutamente.
    Ma in quel momento incombeva su di lui l'addestramento, informò rapidamente lo Yotsuki che Vergil gli aveva insegnato a creare delle suole di chakra stabilizzanti, per migliorare l'equilibrio.
    In maniera tale che il kohai di Vergil potesse passare ad altro, qualcosa che ancora lo Hyuga canuto non conosceva.
    Il ninja di Oto iniziò dunque a parlare: una sorta di sicorso inerente al dover addestrare Ashitaka, impartirgli le conoscenze di base, che lui avrebbe poi dovuto sviluppare con il duro addestramento quotidiano.
    Al nobile Hyuga questo parve un discorso abbastanza superfluo, visto che da quando aveva imparato a reggersi sulle proprie gambe, il genin si era sempre ammazzato di fatica, sia nello studio che nella pratica delle arti ninja.
    Il genin non disse niente, si limitò ad osservare il suo sensei, con una faccia inespressiva, solamente molto concentrata sul suo compito.
    Evidentemente Deveraux pareva essersi accorto di aver fatto una piccola gaff, infatti cercò di sdrammatizzare con una battuta, alla quale Ashitaka sorrise solamente, non amava molto gli umoristi.
    Era giunto il momento di iniziare, l'otese mostrò al ninja di konoha un'altra applicazione del controllo del chakra, che oltre ad attrarre gli oggetti e migliorare l'equilibrio, si dimostrò essere utile anche per generare un'effetto contrario, un proiettile infatti venne scagliato da Deveraux senza muovere un muoscolo, ed andò ad impattare contro un vvetro di un edificio diroccato, frantumandolo.
    Ashitaka ipotizzò che per ottenere questo effetto repulsivo, si dovesse agire in sostanza sulla forma e la composizione intrinseche del costrutto di chakra.
    E se poteva scagliare oggetti con quell'effetto, avrebbe potuto anche migliorare la reattività durante un salto, oppure per generare una sorta di effetti di parttinamento sul suolo una volta imparato a gestire l'ammontare di chakra.
    Gli piaceva questa nuova conoscenza, e non voleva certo tardare ad apprenderla.Quello su cui ebbe da ridire, fu il fatto che l'otese, sempre ad armatura attiva, chiese al nobile Hyuga di mirare a lui, ovviamente sfruttando l'effetto del chakra repulsivo, Ashitaka non voleva ferire un suo possibile alleato e magari compagno del prossimo futuro, così scosse la testa e disse con il suo tono di voce particolare, caldo e solenne:


    Non voglio arrecarvi ferite inutili, nel caso riuscissi a scagliare il kunai con la dovuta destrezza, mirerò ad un edificio.



    Pochi attimi, poi il genin si rese conto che c'era un valido motivo se continuava a tenere quell'armatura elettrica attorno al suo corpo, non era possibile che non gli costasse fatica, evidentemente aveva capacità di deviare le armi a contatto, o qualcosa di simile, e lo Yostuki aveva deciso di ostentare quella sua capacità, era abbastanza vanitoso in effetti, il genin decise di lasciarlo fare, ovviamente percepenndo parte delle sue intenzioni.
    Così prima che Deveraux controbattesse, Ashitaka disse correggendo la sua precedente affermazione:

    E sia, mirerò a voi, ma vi prego di esser cauto.





    Dunque Ashitaka si fece scuro in volto, fissando il coltello a lama quadrangolare estratto pochi istanti prima, esso sitrovava nel palmo della sua mano, aperto e rivolto verso l'alto. Il nobile era totalmente immarso in ciò che stava per fare, aveva osservato attentamente quello che il sensei gli aveva mostrato, ovviamente ancora una volta nessuno gli aveva fornito neanche uno straccio di spiegazione teorica, non importava ci avrebbe pensato da solo.
    Per prima cosa lo Hyuga decise di iniziare dalle basi, creò dunque sul palmo un costrutto simile alle suola che aveva utilizzato per attraversare la palude, simile, ma il chakra del costrutto avrebbe preso una forma molto diversa dalla prima.
    Infatti adesso lo strato di chakra avrebbe dovuto ancorare il kunai alla mano stessa, così il genin chiuse gli occhi, accedendo alla sua mente, e visualizzando all'interno della stessa un pannello sottile e denso, formato dal chakra e con una superfice completamente coperta di rigidi e fissi uncini dalle dimensioni microscopiche.
    Intanto lievemente faceva affluire il chakra nel palmo, sempre tenendo gli occhi chiusi, mentre faceva in modo che ogni singolo uncino del costrutto aderisse e si ancorasse in modo omogeneo all'oggetto che doveva incollarsi alla sua mano.
    Piano piano, con calma il genin avvertiva sempre più il piccolo pugnale aderire alla sua mano, e quando ritenne di aver eseguito alla perfezione quello che veniva chiamato il principio del chakra adesivo, lentamente ruotò il palmo della mano fino a capovolgere l'oggetto che in condizioni normali sarebbe caduto a terra in balia della gravità.
    Invece l'esecuzione magistrale anche se non ancora perfetta, e molto lenta da parte di Ashitaka aveva fatto si che il kunai rimanesse ben incollato al palmo della mano, senza accennare neanche a fare un piccolo movimento verso il suolo.
    Abbastanza sodisfatto del risultato appena ottenuto lo Hyuga annuì, sempre mantenendo la sua serietà, eseguire questa sorta di passaggio gli aveva fatto capire una cosa fondamentale: il chakra era plasmabile in qualsiasi forma la mente potesse concepire, nei limiti delle abilità del plasmatore ovviamente, ed essendo Ashitaka alle prima armi, i suoi costrutti dovevano essere abbastanza semplici per risultare efficaci.

    Se in questo modo posso trattenerlo, adesso devo plasmare un costrutto semi-dinamico, che possa spingere via il kunai..



    E se ad ogni fenomeno ne corrispondeva uno uguale e contrario, il nobile avrebbe presto trovato la via per lanciare quel kunai solamente con l'ausilio del chakra ad effetto repulsivo.
    In quel momento distese leggermente il braccio in avanti, il kunai sul palmo della mano, puntato verso la figura dello Yotsuki, doveva concentrarsi e creare una sorta di rampa di lancio, una specie di scivolo composto da chakra.
    Così chiuse di nuovo gli occhi, e nella sua mente iniziò a figurarsi una sorta di scalanatura nello strato di chakra del palmo, scalanatura dove il kunai avrebbe dovuto alloggiare, quasi come il proiettile di un lanciaspiedi.
    Lentamente iniettava del chakra, ovviamente in quantità minime per non sovraccaricare il piccolo costrutto, la "rampa" di lancio dopo alcuni attimi fu pronta, lo Hyuga lo avvertiva precisamente ormai, riusciva a sentire i movimenti del suo chakra con poco sforzo, era pronto l'alloggio, ma mancava ancora il meccanismo di eiezione, che sarebbe stato una piccola e compressa espulsione di chakra puro, che sarebbe andata a riempire la rampa, scontrandosi con il kunai e probabilmente scagliandolo in avanti.
    Ashitaka così aprì gli occhi bianchi, consapevole che a breve avrebbe potuto superare anche quella sfida, e fare un altro passo verso l'agognato Byakugan, guardò negli occhi Deveraux e disse convinto delle proprie capacità:

    Tenterò di scagliarlo mirando al vostro torso, state pronto ad evitarlo...



    E così fece, un'espressione di estremna concentrazione precedette una lieve espulsione di chakra compresso, che come immaginato dallo Hyuga irrorò la rampa, dando tutta la sua forza concentrata al piccolo kunai, che venne così letteralmente scagliato in direzione del sensei del nobile.
    Il colpo era abbastanza impreciso, infatto l'obbiettivo primo di Ashitaka era mirare in mezzo ai pettorali avversari, mentre il proiettile sembrava voler collidere contro gli addominali dello Yotsuki.
    Anche la forza di eiezione pareva più debole rispetto ad un normale colpo di Ashitaka[Precisione: 325; Velocità: 325].
    Sicuramente avrebbe dovuto affinare e rapidizzare il processo di eiezione con il tempo, ma l'esserci riuscito significava già molto per Ashitaka, essendo al sua prima esperienza diretta con questi tipi di esercizi.
    Ora però il proiettile stava per impattare sul vicino Deveraux, che avrebbe avuto il suo bel da fare per rimanere illeso, ammeno che non volesse mostrare al genin e a Vergil un altro dei suoi segreti o tecniche.
    Ashitaka rimase concentrato per capire che cosa stava per fare lo Yotsuki, tanto era interessato al perchè avesse voluto fare da bersaglio.
    Chissà cosa sarebbe avvenuto, e quale sarebbe stata la prossima prova posta ad Ashitaka, esso moriva dalla voglia di procedere, imparare nuovi preziosi elementi della sua preparazione da shinobi.






     
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