Credi che sia aria quella che respiri?

[TS]

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. [.:RoUgE:.]
        Like  
     
    .

    User deleted









    Stand up, be strong.
    Know right from wrong.
    Forever hence, believe in yourself.
    Byakugan is my reason.




    La prima prova posta da Deveraux allo Hyuga era stata superata brillantemente, seppur con una tecnica ancora da affinare completamente, Ashitaka era riuscito a scagliare il kunai servendosi delle proprietà repulsive del chakra, proprio come il sensei gli aveva detto in precedenza.
    Il kunai partì, e sembrava diretto inesorabilmente verso il basso ventre dello Yotsuki, quando una sorta di barriera, probabilmente dovuta alla sua armatura elettrica, fermò l'avanzata del proiettile completamente, lasciando l'otese illeso.
    In questo modo probabilmente voleva far conoscere al suo kohai Vergil un'altra delle sue peculiarità.
    Il genin di Konoha rimase abbastanza colpito da quella difesa, poichè assicurava una buona protezione senza doversi impegnare minimamente.
    Quel genere di vantaggio poteva diventare qualcosa di determinante in un combattimento, e quella dimostrazione, evidenziava quanto Deveraux sapesse utilizzare e modellare finemente il chakra, Ashitaka iniziava a capire che non era solo una sorta di burlone, e francamente iniziava a piacergli.
    Prima del lancio del kunai aveva addirittura dato il permesso al nobile di potergli dare del tu, al posto dell'onorevole tono di reverenza tenuto sino ad ora dal genin.
    Ashitaka avrebbe annuito, ed una volta concluso il lancio, il sensei gli diede alcune dritte, per esempio la velocità di esecuzione di quel meccanismo era troppo lenta, andava incrementata, così come la sua efficacia e precisione, ma per quello ci sarebbero voluti alcuni mesi, o forse anche meno se il genin si fosse applicato in maniera costante ed incessante.

    Grazie a te sensei, ho capito in quali aspetti ancora difetto, te ne sono grato, e sono pronto per un'altro esercizio.



    Una volta disattivata la sua strana armatura di raiton, o almeno ciò era quello che sembrava ad Ashitaka, non gli era dato sapere che cosa circondasse il corpo del sensei in realtà, l'otese si allontanò dal nobile shinobi, in direzione di un edificio ben preciso.
    Era una grande struttura diroccata, in cemento e con una grande vetrata, i passi dello Yotsuki lo condussero molto vicino alla struttura, tanto che Ashitaka sospettò che vi si schiantasse contro, mentre invece passo dopo passo, Deveraux riuscì a camminare in verticale, risalendo il muro della struttura, e passando sopra alla vetrata senza neanche intaccarla.
    Com'era possibile?
    Gli era stato spiegato che gli shinobi potevano camminare, persino correre su qualsiasi tipo di superfice, che fosse quella la dimostrazione? Che il chakra adesivo avesse anche queste peculiarità intrinseche?
    Allo Hyuga era sembrato difficile trattenere un piccolo oggetto attaccato alla mano, figuriamoci far rimanere il suo corpo attaccato ad un muro da scalare.
    Ma non per questo si sarebbe tirato indietro, no, assolutamente.
    Perchè qualcosa di estremamente importante era consequenziale a queste basi sul chakra: il tanto bramato Byakugan.
    Il Byakugan era necessario, e Vergil avrebbe acconsentito a svelare i segreti per risvegliare l'arte oculare, solamente ad addestramento concluso, per questo Ashitaka doveva dimostrarsi degno della fiducia del clan, degno di quell'ultima possibilità che gli era stata fornita.
    Come previsto dal genin, il sensei che aveva risalito per verticale le mura dell'edificio, gli chiese di raggiungerlo a quell'altezza, passando sopra la lastra di vetro, proprio come aveva appena fatto Deveraux.
    Il sensei suggerì infine all'allievo di non cimentarsi subito nell'impresa, ma di esercitarsi consonamente su un'altro edificio, sul quale non vi era però la vetrata che secondo Deveraux costituiva la parte più complicata da superare, poichè il controllo del chakra adesivo doveva essere pressoche perfetto in ogni ambito.
    Ashitaka ascoltò interessato la spiegazione, e subito si concentrò ripetendo nella mente le parole dell'otese, poi annuì e disse rivolto al sensei guardandolo dal basso verso l'alto:

    Ti prego di avere qualche minuto di pazienza Deveraux-sama, cercherò di raggiungerti nel più breve tempo possibile.



    Detto questo il nobile non disse niente, ma semplicemente si voltò in direzione dell'edificio prova indicatogli dall'otese, e con passo lento e deciso, si portò proprio sotto la struttura, pronto per tentare di risalirla, proprio come aveva appena mostrato il kohai di Vergil.
    La sua mente era totalmente dedita in ciò che tra breve avrebbe provato a compiere, Ashitaka sapeva che avrebbe dovuto creare un costrutto di chakra simile alla suola impiegata per restare in equilibrio, ma stavolta, lo stesso costrutto avrebbe dovuto permettere un'adesione incredibilmente stabile e salda, tale da poter reggere il peso dello Hyuga senza neanche vacillare.
    Come primo pensiero Ashitaka pensò bene di distribuire il chakra nelle piante dei piedi, ovviamente con un'intensità dello stesso incrementata rispetto ai precedenti costrutti, e quest'azione lo impegnò non poco, poichè mantenere una forma precisa con più chakra richiedeva di aumentare la capacità di controllo sui costrutti, oppure ogni tentativo sarebbe stato vano.
    Il giovane genin chiuse gli occhi, e si figurò una suola di chakra composta da una quantità incredibile di piccoli aghi composti da chakra, con una grande capacità di penetrazione, in maniera tale da rimanere incollato a quel muro.
    Dopo qualche istante il suo costrutto fu pronto, ed il nobile shinobi decise di testare se quanto fatto sino a quel momento fosse servito a qualcosa, così appoggiò il piede destro sul muro in cemento della costruzione, ed avvertì immediatamente una profonda aderenza, chissà se sarebbe bastata.
    Per scoprirlo, fece forza sul piede ormai ancorato e poggiò anche l'altro sul muro in cemento, adesso a pochi centimetri dal suolo, Ashitaka era in posizione perpendicolare rispetto all'edificio, e parallelo al terreno.
    I costrutti così creati dall'inesperta ancora, manipolazione del genin, parevano resistere alla forza di gravità, così lo Hyuga decise di fare ancora un'altro passo, che risultò riuscire alla paerfezione, e così fece per altri 4 passi in totale, ovviamente erano come i passi incerti di un bambino che impara a camminare, ma non vi era nessun segno di cedimento, fino a quando a circa 3 metri di altezza, il cemento sotto ai suoi piedi si incrinò lievemente, facendo perdere l'aderenza necesssaria al suo piede sinistro.
    Questo inconveniente, fece si che il genin scivolasse di nuovo giù, e con un lieve balzo, si distaccasse dal muro, per atterrare comodamente in piedi.
    Ashitaka aveva compreso i principi di adesione, ma forse non era l'intensità del chakra a contribuire alla stabilità del costrutto, e quindi alla facilità di una scalata del genere, ma bensì la forma del costrutto stesso.
    L'aver immesso troppo chakra nelle suole aadesive aveva comportato il danneggiamento della superficie, e la caduta del genin.
    Migliorare il costrutto, significava due cose: uno non danneggiare al superfice sulla quale si stava camminando, due migliorare la velocità di movimento tra un passo e l'altro, sensa poi considerare il vetro, perchè per il vetro, superficie che poteva essere rotta con un costrutto simile, anzi si sarebbe rotta di sicuro.
    Per il cemento la tipologia del costrutto andava sostanzialmente bene, infatti Ashitaka riprovò un'altra volta la scalata sull'edificio grigio e diroccato, e questa volta si concentrò in modo da ridurre l'intensità e la prepotenza del chakra adesivo immesso nel costrutto chakrico, questa volta avrebbe potuto anche scalare tutto l'edificio, avesse avuto più dimestichezza nell'uso dei costrutti, ma arrivato a circa 6-7 metri, tornò indietro, fino a raggiungere di nuovo terra.
    Adesso che per il cemento il problema era risolto, Ashitaka doveva escogitare qualcosa che fosse utile ed efficace per percorrere il pericoloso vetro.
    Ovviamente rompere il vetro significava danneggiare le gambe, o i piedi, e ciò sarebbe stato sconveniente in quel frangente.
    Era vero anche che un costrutto basato sulla microperforazione della materia non avrebbe fatto altro che indebolire ad ogni passo la fragile struttura vitrea, fino a farla collassare completamente.
    Quindi come creare l'effetto adesione non utilizzando costrutti a perforazione?
    Ashitaka si mise a fissare per alcuni secondi la superficie vitrea dove avrebbe dovuto raggiungere Deveraux...


    Non posso utilizzare lo stesso costrutto, devo riuscire a cambiare in pochi istanti la forma del costrutto, rendendolo adesivo, ma non perforante.
    Per ottenere l'effetto repulsivo è bastato un piccolo movimento di chakra, per ottenere l'effetto contrario, dovrò modellare la mia energia, affinchè prenda forma di una sosstospecie di colla attacca e stacca, in definitiva si tratta di questo, di niente di più, ovviamente, sbagliare il livello di immissione di chakra equivale a rompere il vetro e ferirmi, devo evitarlo.
    Dunque partiamo dal fluidificare il chakra sotto le suole...



    E così fece, tornando a guardare l'edificio prova, fissandosi per un attimo su un punto, quasi come per coglierne l'essenza, per poi chiudere gli occhi dolcemente, ed intensificare la sua concentrazione al massimo.
    Ormai ci aveva preso la mano, così il nobile shinobi creò sotto alle proprie suole un nuovo strato di chakra, più fluido del precedente.
    Tramite la sua mente ed il rilascio graduale dell'energia, creò una sottilissima suola con all'interno dei microvortici, con lo scopo di provocare, ogni volta che si poggiava il piede su una superfice, un'effetto ventosa, creare quindi il vuoto con il movimento del chakra per assicurarsi la più totale stabilità, e gravare il meno possibile sulla superficie.
    Con questo nuovo e quasi definitivo costrutto, Ashitaka tentò ancora una volta di scalare il muro dell'edificio in cemento, sembrava che lo sforzo per camminare in verticale si fosse ridotto notevolmente, e la velocità della scalata era incrementata, a causa di quella riduzione di meccanicità e della maggiore stabilità.
    In pochi secondi il giovane era in alto a circa 7-8 metri, guardando con gli occhi bianchi verso il cielo, il limite che prima o poi sarebbe riuscito a sfiorare.
    Preso coscienza delle sue attuali capacità, decise che era sufficentemente pronto per provare a superare la prova dettatagli dal sensei Deveraux.
    Così si portò lentamente di nuovo con i piedi per terra, quella vera stavolta, ed i suoi occhi puntarono il sensei, la meta da raggiungere.
    La fine di quella prova non distava molto ormai.

    Ashitaka si portò lentamente verso l'edificio dove il sensei si trovava sospeso a 6 metri di altezza, e con lo sguardo rivolto verso l'alto, concentrandosi sul costrutto di chakra appena elaborato, lo riprodusse, già con minori difficoltà che in precedenza.
    Poi appoggiò il primo piede sul muro e consequenzialmente al primo vi portò anche il secondo.
    Il costrutto adesivo aveva una tenuta straordinaria, ed Ashitaka aveva ragione di credere che la superfice vitrea non sarebbe stata un problema. Un passo dopo l'altro il nobile percorse tutta la superficie di cemento, finalmente si sarebbe dovuto confrontare con una superficie veramente ostica e molto fragile, se riusciva ad essere cauto e concentrato, non avrebbe avuto problemi, questo lo avvertiva palesemente, aveva capito che quel costrutto di chakra era quello giusto per affrontare la prova.
    Fece un passo dunque, portando il piede destro sulla superfice di vetro, che scricchiolò lievemente, ma non cedette, così rincuorato da questo primo piccolo successo, lentamente, con calma e cercando di tenere compatta la suola di chakra adesivo, anche il piede sinistro venne portato sulla vetrata.
    Altri scricchiolii, ma sul vetro neanche una piccola crepa.
    Ashitaka aveva vinto, aveva superato anche quella prova.
    O forse aveva cantato vittoria troppo in anticipo.
    Così infatti si rivelò, poichè compiendo il terzo passo sulla vetrata il nobile probabilmente ebbe un calo di concentrazione, ed il costrutto si alterò lievemente, finendo per creapare il vetro, ed alcune piccole scheggie andarono ad infilarglisi nella caviglie, provocando qualcosa come un lieve fastidio[Ferita Lieve alla caviglia destra].
    Il lieve dolore e la distrazione, fecero si che il genin iniziasse a scivolare giù per l'edificio, ma lo Hyuga non poteva permettersi di fallire, non a quel punto.
    Non quel giorno di fronte ad uno dei membri più illustri del clan Hyuga!
    Così concentrandosi sui costrutti di chakra, riprese l'aderenza necessaria a continuare la scalata, anche se era scivolato fuori dalla superfice in vetro.
    Rimase per alcuni secondi fermo, fissandosi il piccolo taglietto sulla caviglia e scuotendo la testa.
    Poi i suoi occhi determinati ed arguti si portarono su quei pochi metri di vetro da percorrere, fieri e consapevoli di potercela fare.
    Lo Hyuga intensificò la sua concentrazione, e compì di nuovo il primo passo sul vetro, stavolta gli scricchiolii furono molto più lievi che in precedenza, e lo stesso fu quando compì il secondo passo.
    Ashitaka non voleva che nessuno lo considerasse poco dotato, o uno shinobi da poco, così cercava di mantenere la sua mente rilassata, sgombra da pensieri all'infuori del controllo del chakra adesivo e della capacità motoria di camminare.
    Compì di nuovo il terzo passo sul vetro, provocando un lieve stridio, ma anche stavolta il vetro non si crepò, ne si ruppe.
    Mancavano pochi metri a raggiungere il sensei, ma Ashitaka non avrebbe ripetuto lo sbaglio fatto in precedenza.
    Infatti potevano essere due oppure duecento metri, li avrebbe percorsi piano, conservando la massima concentrazione.
    Un quarto passo ed il nobile avanzò, senza sbagliare.
    Il vetro scricchiolava, troppo avrebbe potuto rompersi di nuovo tra breve, ma Ashitaka fu pronto a diminuire lievemente l'immissione di chakra nei costrutti adesivi, causando minor pressione sul sottile materiale, e fu così che compì un'altro passo, e poi un'altro ancora.
    Era strano come per fare appena 6 passi gli ci fosse voluto così tanto tempo, in effetti era sempre stato dotato nella velocità e percorrere un così breve tratto in così tanto tempo, gli dava quasi fastidio, ma era necessario.
    Allo Hyuga mancava solamente un metro per raggiungere il sensei, altri due passi, forse poco più, non poteva fallire.
    Ashitaka portò di nuovo a compimento un altro passo in avanti, verso la fine di quella prova, ma quando poggiò sul vetro il piede, non vi furono rumori, ma il genin sentì di non avere aderenza sufficente, così stringendo i denti donò un poco più di intensità alla suola di chakra, riparando per un soffio al quasi fatale errore.
    Sorrise, adesso poteva farlo, poichè anche l'ultimo passo arrivò a conclusione, e la figura di Ashitaka era perfettamente in linea con quella del sensei, sul vetro dell'edificio.
    Purtroppo Ashitaka era ancora occupato a mantenere la concentrazione alta sui costrutti per poter rivolgere una parola a Deveraux, così il genin aspettò, sempre mantenendo il chakra adesivo un'eventuale segno che la prova era infine realmente terminata.

    In pochi minuti se ci penso, ho imparato i rudimenti del controllo del chakra, forse noi Hyuga siamo realmente portati in quest'arte, poichè da quello che sò è anche basamento dello Juken...
    Vergil, non vedo l'ora che tu mi insegno come aprire veramente questi miei occhi, rimasti ciechi così a lungo....






     
    .
14 replies since 16/9/2011, 21:20   324 views
  Share  
.