Incontri che non ti aspettavi

[Corso Genin]

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  1. LM.Laiton93
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    Dal Tuo Incubo Peggiore

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    ATTO 4: Una Strana Missione

    Laiton: Parlato, Pensato, Narrato.


    *Cip*Cippppp*...*Cip*Cip*
    Era l'alba. Il sole stava, pian piano, salendo in cielo e tutti si svegliavano dal loro sonno notturno per iniziare una nuova giornata all'insegna della costruttività e del progresso sociale. Tutti tranne Laiton. Stranamente erano diversi giorni che dormiva sogni tranquilli. Forse si era abituato a quel comodo letto e non voleva abbandonare quello stato per nessun motivo al mondo. Però a disturbare la sua quiete c'erano uccellini, che posati sugli attrezzi all'esterno del rifugio di Laiton, producevano un cinguettio assordante e fastidioso. Non c'era niente di peggio che sentire lo stesso rumore in alternanza a piccoli attimi di silenzio, una cantilena infinita che doveva essere interrotta assolutamente.
    ... ed è in questi momenti che avrei voluto tanto avere la mia servitù ...
    Uscì la mano dal letto, l'alzò quanto bastava per arrivare alla maniglia della finestra scorrevole posta proprio sopra il suo letto. L'aprì a metà, alzò il busto per far uscire la testa dalla finestra ed inizio a parlare in modo poco elegante e non consono all'orario.
    BASTAAAAAAAA!! Andate via brutti uccellacci! Vi sembra l'ora di cinguettare?!?! NO!
    Mancava poco che morissero di crepacuore per lo spavento. Le povere bestioline scapparono.
    Intanto i suoi sogni lo stavano richiamando a gran voce. Lasciandosi cadere da quella posizione ritornò nel suo letto. Non passò molto, che un'imminente disturbatore apparve. Era un altro volatile.
    Questo si posò proprio sul davanzale aperto della finestra di Laiton. A differenza dei precedenti disturbatori, il pennuto emanava chiari e distaccati segnali di richiamo. Ma Laiton non aveva molto voglia di conversare in quel momento. Con un gesto della mano fece cenno di entrare, come se si stesse rivolgendo ad una persona e poi disse.
    Prego, entra. Fa come fossi a casa tua.
    Evidentemente stava sognando, ed interpretava quello che accadeva nella realtà mescolato a quello che stava accadendo nel sogno.
    Ma l'uccello era addestrato per infastidire. Scese dal davanzale e si si avvicinò sul letto. Iniziò a cinguettare con più forza in varie direzioni. Laiton aveva interpretato questo affronto come una sfida!
    Cosa hai detto di mia madre?? come ti permetti furfante?
    Stava delirando, la sottile soglia tra il mondo dei sogni e quello reale per Laiton non esisteva. Non si era accorto che il volatile stava facendo più di quanto gli fosse stato chiesto di fare. Era per il bene del giovane aprire gli occhi e vedere ciò che stava accadendo, ma si era troppo ben abituato a quel materasso morbidoso.
    Il povero animale continuò nell'intento di svegliare Laiton, ma senza alcun successo. A quel punto si fece più furbo ed iniziò ad infastidirlo non solo a livello psicologico, ma a livello fisico. Scese ancora, finendo sul cuscino proprio al fianco del volto del ninja. Con forza e insistenza il volatile iniziò a beccare sull'orecchio del giovane, che non ebbe nessuna reazione. Sembrava morto.
    A lungo andare il dolore, per Laiton, divenne insostenibile. Ignorare le prime 20 beccate non era stato un problema. In quel momento con un movimento rapido di mano, che era poco distante, afferrò il volatile che data la stretta si lamentava e venne scaraventato fuori dalla finestra ancora aperta.
    Dopo qualche rimbalzo per terra in pennuto più deciso che mai volle vendicarsi sull'umano. Rientrò nella stanza del giovane a tutta velocità, scaraventandosi sul posteriore del ragazzo.
    Laiton non potè far altro che gridare dal dolore e cadere dal letto. L'uccello finì sotto le coperte, anch'esse per terra. Dopo qualche secondo per capire la situazione, lo Hyuga ebbe un idea fulminante.
    Oggi per colazione si mangia piccione bollito...
    Con tutta fretta prese le coperte da terra, mettendo nel sacco il volatile e andò in cucina. Qui prese la prima pentola e ci fece finire dentro l'animale.
    Se volevi finire nel mio stomaco, bastava bussare anche alla mia porta... Non c'era bisogno di svegliarmi così!
    Non si sentiva stupido a parlare con un animale, ma quell'essere se l'era cercata. D'un tratto prima di mettere la pentola sul fuoco, ormai accesso a fiamma altissima, notò che alla zampa aveva legato qualcosa.
    Incuriosito colse anche che l'animale non aveva paura di Laiton ne faceva nulla per scappare. Gli pareva molto strano.
    Spense il fuoco, prese l'animale e si incuriosì a quello che aveva attaccato alla zampa.
    Mhmmm... cos'è...
    Riuscì a notare una cilindretto legato alla zampa. Lo slegò e il cilindro si sdrotolò.
    ERA UN MESSAGGIO!
    Prima d'ora non aveva mai ricevuto niente del genere, per non contare il fatto che si stava per mangiare un messaggero, chissà cosa avrebbero pensato i padroni!
    Ma tutto sommato era riuscito a scampare la figuraccia.
    Solo dopo essersi tranquillizzato per aver evitato un disastro dovuto alla colazione, lesse il messaggio.
    CITAZIONE
    [...]
    l'accademia ti ha assegnato al team 14. Il tuo compito è raggiungere i tuoi compagni di squadra alle nella foresta alle porte di Konoha. Troverai il punto esatto sulla mappa allegata.
    [...]
    Siete quindi pregati di portare con voi tutto il necessario, dato che difficilmente ci sarà il tempo per recuperare oggetti o cibo.
    [...]

    Lesse molto approssimativamente il messaggio ricevuto, ma ciò non era importante. Pian Piano il suo nome stava avendo importanza. Era stato convocato per una missione. La sua prima missione. Ma la convocazione non era quel giorno.
    Laiton fece un sospiro di sollievo. Avrebbe avuto altro tempo per dormire prima di andare in missione.
    Riprese il volatile, ritornò in camera e lo liberò per farlo tornare da dove era venuto. Poi chiuse accuratamente la finestra e ritornò a dormire.

    [...]



    La notte successiva Laiton non ebbe la stessa voglio di dormire quanto, la notte prima. Sicuramente l'adrenalina che il cuore aveva messo in circolo dopo aver maturato il pensiero di partecipare ad una missione lo aveva scosso notevolmente. La sua prima missione. Tutto questo non faceva altro che spingerlo ad usare l'immaginazione per capire cosa sarebbe accaduto, quali e quanti fossero i suoi compagni di missione e soprattutto come sarebbe finita.
    Il messaggio però, non diceva nulla del sensei che avrebbero avuto.
    Il giovane si fece coraggio e si alzò dal letto. Trascorrere una nottata fissando un soffitto monocolore non era il massimo per far passare il tempo velocemente, ma fantasticare su tutto quello che avrebbe potuto fare nella missione, aveva fatto passare il tempo in un battito di ciglia.
    Fece colazione con la solita ciotola di tsukemen e si fece una doccia rilassante. Mancavano ancora diverse ore all'incontro e Laiton avrebbe raggiunto il luogo dell'incontro in meno di 60 minuti. Quindi c'era tutto il tempo, per dare una spolverata alle armi del mestiere.
    Il suo arsenale era composto da una "vasta" gamma d'armi pronte ad essere sporcate dal sangue fresco dei nemici.
    Passò del tempo e Laiton rimase in casa, ma l'ora dell'incontro si stava avvicinando. Prima di farlo passò della cucina, aprì un'anta della dispensa e prese con se carne secca e qualche scorta d'acqua che mise in uno zainetto. Mentre le armi erano collocate nelle sacche presenti sulle game (una sulla chiappa destra, una sulla coscia destra e una sul fianco sinistro).
    Non ci volle molto per arrivare alle mura di konoha. Quando fu lì avvisò le guardie che stava uscendo per una missione, il tutto venne rigorosamente appuntano e solo alla fine di questo processo, gli venne dato il permesso per uscire.
    Appena mise il primo piede fuori della mura si trovò spaesato.
    E mho?!?!? dove vado?
    Non sapeva come muoversi fuori Konoha. Non si ricordava le strade dentro Konoha, figuriamoci le zone circostanti.
    In ogni caso aveva con lui la la mappa allegata al messaggio ricevuto. Si addentrò nella foresta di konoha seguendo la mappa, non era un segugio, ma almeno le mappe le sapere interpretare.
    Arrivò nel luogo contrassegnato dalla X in pochi istanti. Ma non vide nulla. Era tra la sterpaglia più assoluta. Qualcosa non quadrava. Forse si era sbagliato, oppure era molto vicino.
    Infatti gli bastò controllare qua e là che trovò un accampamento. Era deserto. Non c'era anima viva.
    Laiton aveva paura di sbagliarsi, quindi si fece un giro tra le tende. Notò che dentro una tenda c'era una lettera che era indirizzata a Laiton e a un altro ninja. Forse il suo compagno.
    Ahhh una lettera... mhmm sarà meglio aprirla. Ma prima vorrei aspettare il mio compagno. Non vorrei si infastidisse per questo mio gesto.
    Quindi uscì dalla tenda ed attese fuori l'arrivo del suo compagno.
    A nord il frusciare dell'acqua. Del suo compagno, come del suo sensei nessuna traccia.

    Post Numero 1

     
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