Disinfestazione

[QdV Konoha]

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  1. The_Drake
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    Buio, rumore di passi lenti e tranquilli, forse cadenzati da delle scale, forse perchè il tizio era zoppo: un vecchio scendeva dal piano superiore della sua abitazione, destato da qualcuno, che continuava a bussare alla sua porta; La faccia dell'anziana persona sembrava abbastanza cruciata, forse per l'ora tarda, anche se dopo essersi avvicinato tutto mutò in un'espressione di pura agitazione.
    L'uomo fuori dalla porta sembrava il classico sgherro, stuzzicadenti infilato in bocca, occhialini neri e tondi appena appoggiati sul naso; Era accompagnato da altri due personaggi, ai suoi fianchi, ma di importanza minore per quella storia.
    Il vecchio aprì subito la porta, facendo un inchino sforzato per salutare l'uomo fuori dalla porta, non si capiva se per il dolore alle ossa o perchè non volesse farlo, il quale entrò senza farsi troppi problemi: dopo che il trio fù dentro l'abitazione e la porta fù richiusa dietro di loro, iniziò un piacevole dialogo, fatto di persone che passeggiano in giro per la stanza d'ingresso, fatto di urla, fatto di minacce, fatto di un semplici frasi che potevano far gelare il sangue anche all'uomo più coraggioso.

    Giorno successivo, apparte una nebbiolina leggera che ricopriva tutta la Foglia, non c'era un'anima viva a quell'ora della mattina, forse era le sette: una pattuglia della guardia, composta da due ninja, si fermarono davanti ad una casa; La porta d'ingresso era parzialmente aperta e del liquido scarlatto colava dagli scalini d'entrata.
    Una scenario raccapricciante davanti ai loro occhi: un'anziano inchiodato al muro, a qualche centimetro da terra, da una lunga katana, una donna, anch'essa vecchia, completamente denudata e sgozzata, giacente su una sedia.
    A terra, con il sangue dei due, era diseggnato un solo kanji, oramai non più fluido come quando era stato fatto: Edera.



    maruni_tsuta


    Due figure dentro un salone, illuminato da qualche fiaccola, parlottavano attorno ad un tavolo, mentre si gustavano la loro razione di cibo; Erano due persona ordinarie, se non fosse che indossavano un kimono, sopra le vesti ninja, aperto e con un simbolo nella parte posteriore, Edera. Cazzate, ho ricavato più io da quel carico, che tutti dentro questa topaia...cerchiamo d'esser onesti: quello che si spacca il culo qua sono io, voi continuate a fare i furbetti del quartiere con le vostre polverine. Idioti, quello che gira con le casse sono io, quello che viene seguito costantemente, in malo modo anche, dalla polizia di Konoha, sono io! Sembrava abbastanza sicuro delle sue parole, molto diretto. Stai tranquillo, vecchio. Stai tranquillo. Non voglio alzare la voce proprio oggi...mi sento stanco e ne ho le palle piene di lavorare. Ci tratta veramente come animali, mentre vorrei solamente starmene a casa con le mie piantine e con le mie sigarette...che pace... Un tizio molto serafico e in pace con sè stesso e con il mondo. Idiota! Continua con questo modo di ragionare e finirai come Keiji, ammazzato dal bastardo che gli ha rubato il materiale...quanto idiota poi! Come si fà a lasciare un libro di tale importanza, fuori come nulla fosse: certo che quel ninja ne aveva di fegato per tentare un'azione del genere...rubare a noi!? Disse, gesticolando e lanciando il cucchiaio pieno di zuppa davanti a se e rovesciando qualche bicchiere. Ma alla fine è ancora in giro quel tizio? Casa sua sappiamo com'è fatta, potrebbero mandarci altri tizi, no? Disse, mentre raccoglieva la roba gettata a terra dal suo amico.
    In quel momento una porta si apri e ne uscì lo stesso tizio della sera prima, con bandana, stuzzicadenti e occhialini scuri: con passo veloce si dirigeva in mezzo al salone per superarlo e mirare ad altre vie, se non fosse che venne prontamente bloccato dalle parole del tipo agitato al tavolo. Kitamura! Comè andato il giretto!? Urlando. Devo trovarmi una nuova katana...ce ne sono ancora dentro al deposito? Disse, girandosi verso il tizio, per poi dirigersi verso questo a passi lenti. Si, penso di si...sono anche di ottima fattura. Tutta roba d'importazione esterna, certo non sono ai livelli di quelle messe in circolazione qui alla Foglia...ma se vuoi aver problemi, vedi tu. Disse, annuendo con la testa. Ha fatto storie il vecchio!? Aspetta...comè che si chiamava... Disse, l'altro portando le mani alle meningi. Famiglia Sato, comunque si, difatti ora si trova all'altro mondo...cazzo. Dovrò fare rapporto al capo dicendo che ci siamo fottuti un'altra casa: era perfetta, proprio vicino al porto...un vero peccato che non si possa più invadere. Eppure cosa chiediamo dico io: i lavori della nuova zona sarebbero avvenuti senza dar problemi alla famiglia e al massimo ci sarebbe stato un pò di via vai di persone: ma nessuno avrebbe fatto loro del male. Idioti. Disse, affranto, dirigendosi verso la sua vecchia destinazione, lasciando il duo da solo a finire il loro pranzo.



    La squadra che si fosse diretta nella zona indicata dalla missione, avrebbe trovato una zona portuale, fatta di case e casette abbastanza diroccate e usate come magazzino, insieme ad un edificio molto più grande, su due piani: una sala scommesse, chiamata "Presagio di Vittoria".
    Un'insegna luminosa ancora attiva, forse mai spenta, che ne disegnava il nome, insieme a due dadi sul lato destro della scritta, che in modo sincrono s'accendevano e si spegnevano.
    Fuori dal locale c'erano quattro personaggi, due buttafuori e due uomoni abbastanza normali che un poco distaccati dall'entrata, appoggiati al muro, fumavano e parlavano.
    Non sembravano esserci altre persone in quella zona.
    Eppure le informazioni, sicuramente vere, erano molto chiare: il covo dell'Edera si trovava in quel luogo e quel giorno, era il momento giusto per colpire, sia per l'ora sia per il momento propizio.
    L'informatore era stato chiaro.
    Quel giorno l'Edera si sarebbe ritrovata, tutta, nel loro covo per trattare di una questione importante su un futuro carico di merci che sarebbe arrivato da lì ad una settimana: carico d'armi, carico di droga, i quali avrebbero riempito le riserve, quasi vuote, della zona.
    L'entrata era nella sala scommesse, una botola ben nascosta nelle stanze del privè.

    All'entrata i due omoni non avrebbero potuto fare nulla per fermare i ninja, considerando che non ne avevano il potere, quindi si limitarono a rimanere immobile e impassibile avrebbero continuato ad osservarsi attorno; Che fossero troppo sicuri dei loro mezzi? Che fossero ignari di ciò che accadeva dentro quel luogo?
    I due fumatori non badavano a ciò che accadeva e continuavano a parlottare.
    Dentro all'edificio c'era un silenzio abbastanza solenne, rotto solo dal rumore dei dadi, del barista che lavava i bicchieri, dal sake che veniva costantemente versato ai tavoli.
    C'erano in tutto una decina di enormi tavoli, dove signori di varia età si deliziavano in più giochi, puntando ryo partendo da poche manciante a sacchetti che avrebbero potuto ripagare un anno di stipendio di un guardiano delle mura.
    Il barista era una persona abbastanza strana: aveva un occhio bendato da una placca di metallo, ben saldata al suo cranio da delle viti; Era molto giovane, vestito con una lunga camicia dal colletto alzato e pantaloni neri, con sopra di tutto questo un kimono di color azzurro, senza particolari simboli su di esso.
    Alla vista dei ninja, si sarebbe subito diretto a chiedere spiegazioni.


    jpg


    Salve, desiderate giocare ad un tavolo? Volete per caso unirvi a qualche gruppo già in gioco in questa sala? Ditemi pure, cercherò di aiutarvi come meglio posso.
    Ah, che sbadato, mi chiamo Riko Kozakura.


    I ninja avrebbero potuto fare ciò che voleva, comunque solamente spiegando le motivazioni della loro venuta, il ragazzo si sarebbe subito spostato e avrebbe lasciato fare, però indicando solamente la porta per la zona del privè, ma non accompagnando il gruppo: perdendo quasi la sua affabile parlantina da bravo barman.
    Il luogo era organizzato come un semplice corridoio, abbastanza lungo, in cui si affacciavano le porte alle stanze private della zona: non era difficile immaginare a cosa servissero, partendo dal semplice uso personale, all'uso con qualche donna o certe per giochi privati clandestini.
    Le loro stanze erano la numero 15 e la numero 26.
    Erano tra quelle nel mezzo del corridoio, composte da veramente poco mobilio: un armadio per vestiti, un letto a due piazze ricoperto da lenzuola nere, uno specchio nel muro e un comodino con sopra una bottiglia di sake e un piattino.
    L'entrata era sotto il letto.

    La missione era semplice e precisa, partita direttamente dalle cariche più alte della Foglia: entrare dentro covo dell'Edera, bloccare la riunione, estirpare ogni membro da quella zona dell'Otafuku, cercare più informazioni possibili sulla banda e sui suoi agganci con l'esterno del villaggio e ogni cosa ad essa collegata; Discrezione dei ninja decidere se catturare o meno i membri o se ucciderli tutti: alla fine erano un'erbaccia che andava eliminata da quel giardino.
    Avrebbero potuto agire come meglio pensavano, ovviamente ricordandosi che da quel momento in poi erano dentro la tana della tigre.


     
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  2. Ratty
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    Piano di Disinfestazione

    Come avevano pianificato i piani alti dell’amministrazione, la missione era semplice: trafugare qualsiasi documento utile e catturare o uccidere i membri dell’associazione Foglia d’Edera andando a colpire il covo situato nei sotterranei di una bettola da scommesse, come rivelato dal prigioniero tramite l’interrogatorio di Drake. Otto erano i ninja scelti per quel blitz, reclutati rapidamente, nel giro di una giornata, per evitare ulteriori danni, fughe di notizie o quant’altro. I partecipanti si erano divisi in tre team, il primo –composto da Shika Nara, Sasori Uchiha, Danzou Kanji Uchiha– era incaricato nell'espugnare una sala sotterranea, il secondo –composto da Alexander Hyuga, Miyori Uchiha, Vergil Hyuga– dell’altra, il terzo –composto da Shay Hyuga, Atasuke Uchiha– era l’ago della bilancia, occupandosi sia delle cure mediche, sia della difesa delle vie di fuga per evitare di finire circondati ed eventualmente per dare manforte sul campo ad uno dei due team in difficoltà.


    Il diversivo attuato per entrare senza dare troppo nell’occhio si sarebbe ricordato a lungo, almeno per due persone. La baracca dietro la quale agiva l’Edera era specializzata in giochi d’azzardo e metteva a disposizione alcune stanza per usi personali, per giochi privati di qualsiasi natura. Non era insolito che uno o più clienti si potessero intrattenere a fare due chiacchiere con gentili fanciulle poco vestite, e di certo nessuno dei frequentatori si sarebbe scandalizzato per questo. Le due ragazze presenti calzavano a pennello per quella strategia d’ingresso: tramite la tecnica della trasformazione, prendere l’aspetto di una qualsiasi femmina dell’ambiente concedeva a tutto il team un valido movente per sgattaiolare nei privè, iniziando l’attacco all’Edera. Per evitare un ingresso troppo vistoso, il gruppo di ninja doveva dilazionare in circa mezz’ora il proprio ingresso nella bettola, entrando chi a coppie, chi da solo, possibilmente mascherando la propria identità e, soprattutto, la propria professione. Vestiti abbondanti e mantelli permettevano di nascondere un equipaggiamento troppo vistoso, occhiali e barbe finte occultavano tratti fin troppo caratteristici. Alternativamente, con una modica spesa di chakra, la tecnica della trasformazione poteva realizzare qualsiasi camuffamento. Giocare alcune mani, probabilmente truccate, di qualche gioco d’azzardo e sollazzarsi con degli alcolici avrebbe aiutato ogni ninja a entrare nel personaggio medio di quel genere di locale.


    Una volta disposti tutti i ragazzi all'interno del locale, salvo il presentarsi di complicazioni, le ragazze avrebbero fatto la loro apparizione nel locale, per dirigersi nelle sale private dopo aver spiegato al barista –informatore dell’amministrazione di Konoha–le loro vere intenzioni. Sarebbe stato facile scartare eventuali clienti indesiderati delle ragazze, alludendo al fatto che erano in troppi oppure millantando un successivo incontro a tu per tu. Il primo team sarebbe entrato nella stanza 15, lasciando Shay come vedetta; il secondo team, invece, sarebbe entrato nella 26, lasciando Atasuke come sentinella.
    Questo era il piano ordito per Disinfestare quell’area e ogni ninja sapeva come agire.



    Non che tutti ne fossero così entusiasti..


     
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  3. S h a y
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    Disinfestazione.
    Allusioni Volontarie.


    Il giorno prima avevo ricevuto la comunicazione ufficiale, doveva restare tutto segreto, avevo avuto giusto il tempo di prendere una feria dall'ospedale per non destare alcun sospetto e sistemare l'equipaggiamento al meglio. Non avevo dormito granché la notte, complice il fatto che il cuore mi rimbalzava in giro per il petto come un cavallo scatenato, del resto era la prima volta che Konoha si mobilitava per qualcosa del genere. Certo, avevo avuto il mio impiccio con i criminali del porto, ma non di quelle dimensioni, non al punto da richiedere così tante persone per dare battaglia. Avevo paura di quello che poteva succedere e non mi vergognavo affatto di sentirmi angosciata e sotto pressione per quel lavoro. Era come mettersi definitivamente in gioco per qualcosa in cui credevo seriamente, nello sperare che qualcosa cambiasse e che nessuno, passeggiando per il porto, rischiasse di scomparire nei vicoli per non fare mai più ritorno. Ma ciò che volevo in assoluto, dopo tutto, era che la Foglia smettesse di avere segreti con se stessa, che smettesse di inviare Danzou a consegnare messaggi in modo fallace e rocambolesco. Volevo, anzi, volevamo qualcosa che ci unisse tutti.. almeno io e Miyori, s'intende.

    Il nostro compito, in quella situazione, era decisamente gravoso per gli standard a cui eravamo abituate: Doveva camuffarci e prendere il ruolo di due accompagnatrici per non destare eccessivi sospetti nella clientela e sapevo benissimo come avrebbe potuto reagire Miyo ad una richiesta del genere.. quindi la presi da parte, prima di fare l'ingresso nella sala, per aiutarla a sconfiggere qualche tabù su quello che stava facendo. - Miyori.. pensa a questo come un gioco, non è niente di reale, niente di brutto o in grado di macchiarti come una donnaccia.. questo è solo il nostro lavoro, ricordi quanto ci siamo dette alla Sala del The?.. Il mondo dei Ninja non ha nulla a che fare con le regole e le cerimonie aristocratiche.. qui bisogna imparare a sporcarsi le mani, a controllare la paura e a pensare che quanto facciamo è solo frutto della nostra volontà di fare del bene. - Quindi iniziai ad analizzare un possibile utilizzo della trasformazione per passare inosservata. Non era semplice inventarsi da zero una prostituta di cui prendere le sembianze, non avevo la testa per fare quel genere di ragionamento, io basavo la mia vita sulla sincerità e il libero arbitrio.. era così difficile che mi dovetti sedere un attimo su una panchina. - Anche io ho paura di quello che stiamo facendo Miyori.. non credere che non ne abbia. Mi tremano le mani al solo pensiero di infilarmi dentro quel postaccio con tutti gli occhi addosso ma dobbiamo farlo e dobbiamo sforzarci di essere convincenti. Se non per Konoha almeno per i nostri compagni che dipendono da noi per potersi infiltrare al meglio.. - Parlavo a bassa voce, quasi un sussurro, cercando disperatamente un contatto con la mia amica, per farci forza l'una con l'altra.

    Non avevamo molto tempo, alcuni dovevano essere già entrati, altri aspettavano noi per seguirci a ruota e passare come semplici clienti in cerca di divertimento. Mi concentrai attivando il Byakugan e sfruttandone il controllo per evitare dispendi ulteriori di Chakra. Fatto quello avevo bisogno di un travestimento degno e pensai ad ogni ragazza che avevo incontrato fino ad allora.. e solamente una era stata così bella da potersi tranquillamente spacciare per una signorina senza far saltare la mosca al naso a nessuno: Fujiko-Sensei!. Se non altro avevo guadagnato quattro volte il seno di prima, cosa avrebbe dovuto rendermi molto meno sospetta di una diciassettenne dagli occhi bianchi. Per il vestito avevo scelto un abito lungo e rosso con un pesante scollo a V sul davanti, per non parlare di tacchi a spillo vertiginosi che si aggiravano sul tacco 12. Ero pronta, mi sistemai al meglio i capelli usando il riflesso di una vetrina come specchio. Era ora di entrare. Tesi la mano a Miyori, dopo che aveva scelto la sua trasformazione, per entrare mano nella mano come una coppia di ragazze dai facili costumi, facendo anche cenno a chi era rimasto di seguirci.

    Una volta dentro il puzzo di alcol e luridumi mi travolse in pieno facendomi lanciare una piccola smorfia di disgusto. Per rendere più credibile la nostra copertura, mi portai vicino ai "clienti" designati, ovvero i miei compagni, invitandoli a seguirmi per estinguere quel "piccolo debito" che gli dovevo, assieme alla mia amica. Non so perchè mi venne in mente di richiamarli a quel modo ma credevo che fosse una valida strategia per non dare nell'occhio.. chissà quante giovani aveva contratto debiti di gioco o, peggio, di droga e dovevano ripagare in quella maniera. Mi sentivo lo stomaco in subbuglio e la voglia di vomitare alle stelle, ma rimasi salda e cercai di guarda in giro con il Byakugan che non vi fossero nemici in agguato tra la folla prima di dirigermi verso il nostro amico barista.

    - Salve Riko.. noi siamo dei clienti abituali e volevo mostrare ai miei.. colleghi.. quel posto particolare dove non dovrebbe mai andare nessuno. Veniamo dall'alto. - Cercai di evitare le parole Shinobi, Amministrazione, Ninja, E altro perché anche i muri potevano avere orecchie, ma se proprio non avesse capito avrei abbassato il più possibile la voce per rivelargli la verità e farmi indicare le stanze incriminate dove dovevano trovarsi gli ingressi al sotterraneo. Mi sentivo ancora il cuore in gola mentre avanzavamo verso la zona dei privè, da li a poco sarei rimasta da sola a fare da guardia ad un buco con la responsabilità di un intero team che gravava sulle mie spalle. Cercai di non pensarci e di rimettermi agli ordini ricevuti, salutando Miyori, prima di entrare nella stanza numero 15 assieme al resto del team. Da qui in poi avrei potuto anche sciogliere la trasformazione data la sua inutilità ed il consumo di Chakra costante. Il piano non sembrava piacere a tutti, in particolare Shika Nara pareva essere lievemente interdetto, almeno nell'espressione. - Qualcosa non và Shika-San? - Domandai a bassa voce mentre controllavo per l'ennesima volta l'equipaggiamento. Adesso era tutto in mano a noi.
     
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  4. Alexander Hima
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    Chapter 00


    Otafuku



    I
    n apparenza era un normalissimo giorno d'inverno al villaggio della foglia, la pioggia batteva forte sopra le case del villaggio molto meno attivo in quei giorni così freddi. Questa tranquillità però era tutta apparenza, nello stesso istante all'interno del palazzo dell'amministrazione due persone stavano parlando:-A quanto mi hai detto l'interrogatorio sembra aver finalmente dato i suoi frutti-
    kakashismoke1
    Il fumo della sigaretta stava ristagnando nell'aere mentre il Jonin della foglia continuava a parlare con il suo pari. -Dovremmo scegliere da chi farci accompagnare in questa missione.- Un'attimo di pausa per inspirare da quel cilindro malsano che era divenuto per lui quasi una droga.-Dobbiamo considerare anche che ci sono molti chunnin sono fuori in missione, alcuni sono addirittura indisponibili.- Aggiunse una nota greve a quel dialogo. -Siamo diventati deboli, molto deboli.....potremmo definirci quasi al pari di suna se non fosse veramente il terzo mondo- Inspirò nuovamente lasciando che il fumo gli permeasse attraverso le vie respiratorie, prima inspirando e successivamente ricacciandolo fuori mentre continuava a parlare. -Mi spiace dirlo ma dovremmo affidarci a qualche genin anche se questa è una missione di vitale importanza con un alto tasso di mortalità.- In quell'istante si alzò lasciando la sigaretta nel posacenere, sigaretta che si sarebbe consumata da sola durante il periodo in cui sarebbe stato assente. Minuti dopo tornò nuovamente all'interno di quella stanza che aveva lasciato con una serie di fascicoli sotto braccio.-Questi sono tutti i ninja che al momento possono partire per una missione.- Setacciando tra le scartoffie e considerando la difficoltà della missione il duo amministrativo della foglia fece uscire da quell'ammasso di carte esattamente sei nomi, di altrettanti ninja che li avrebbero accompagnati nel corso di quel viaggio.


    L
    e convocazioni erano state diramate in fretta e furia per poi partire alla volta della missione, nessuna parola, nessun rumore fu cacciato all'apparenza da quel gruppo. Tutti ninja abbastanza esperti, determinati per concludere la missione il prima possibile ed in modo efficiente; ne andava della salvaguardia dell'albero, e come sempre succedeva quando quell'entità era a rischio le sue foglie danzavano nella tempesta per proteggerlo. Non ci volle tantissimo per raggiungere la locazione che gli era stata indicata dal prigioniero, come non ci volle molto all'Hima ad attivare il suo byakugan per analizzare tutta la struttura interna del locale, o almeno quello che riusciva a vedere da fuori. Il gruppo di ninja venne in questo modo a conoscenza che vi erano due botole per scendere a due livelli inferiori. Adesso era il momento di effettuare le strategie, il gruppetto di ninja avrebbe potuto tranquillamente entrare distruggere tutto quello che gli si trovava dinnanzi a loro e prendere tutto quello che avrebbero desiderato. Ma questo non era lo stile di quei ninja che avrebbero rischiato di uccidere anche ninja innocenti. Quindi i leader dei due gruppi convennero che era meglio utilizzare un'altro tipo di approccio, più incline a quei luoghi; cosa che Alexander reputava anche divertente.

    N
    on sapeva se la sua faccia fosse conosciuta in quei luoghi, anche se c'era la possibilità, e se non bastasse quello una persona armata di tutto punto che entra in quel loco senza nessun problema avrebbe certamente destato sospetti, senza poi considerare che i suoi occhi erano totalmente bianchi. Per tali motivi decise di utilizzare la tecnica della trasformazione anch'egli, quanto meno per nascondere il suo "difettuccio" fisico. La trasformazione gli fece prendere l'aspetto di un ometto leggermente più basso e corpulento, non voleva sembrare un nobile ma almeno una persona che possedeva una discreta quantità di denaro, adeguando lo stile degli abiti secondo un uomo medio che poteva entrare in quel tipo di locale. Lui sarebbe entrato per primo elargendo nel caso qualche Ryo se il buttafuori non lo volesse far entrare, per poi dirigersi con tranquillità verso il bancone dove avrebbe bevuto un pò per mescolarsi alla folla e da quella posizione evidenziare chi li avesse presi di mira. Nel momento in cui il piano fosse entrato nel vivo sarebbe anche stato l'ultimo ad entrare in modo da tenere sempre d'occhio la situazione. Normalmente avrebbe fatto scoppiare una rissa in un posto del genere, e questo lo avrebbe divertito, memore del suo periodo come cameriere/buttafuori prima di divenire ninja; ma quella era un'altra storia. Giunto all'interno della stanza a lui designata avrebbe attivato il Byakugan per vedere se fosse riuscito a scorgere qualcosa sulla struttura sotterranea del posto. Naturalmente non era l'unico Hyuga, ma anche se per il momento la sua comprensione per quell'innata era maggiore rispetto a quella che possedevano gli altri due Hyuga. Il che era un dato di fatto. Se fosse riuscito a individuare qualcosa di quella struttura allora avrebbe fatto in modo da comunicarlo anche a Shika.

     
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  5. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]

    La Foglia contro la Foglia


    ~Villaggio di Konoha - Casa di Atasuke~


    Per la prima volta da quando era arrivato a Konoha Atasuke ricevette visite ufficiali non accademiche. Per la prima volta in assoluto venne disturbato durante i normali esercizi di allenamento, anzichè durante qualche lavoro di manutenzione dell'enorme casa in cui viveva solo.
    L'uomo che trovò alla porta era un messaggero di Konoha e recava con se un breve messaggio con il quale veniva convocato ad un'importante missione per conto di Konoha. Le informazioni che aveva erano minime, ma sapeva bene che era una cosa importante e per tale motivo non poteva permettersi di mancare anche se immaginava gli alti rischi che avrebbe corso.
    Data l'occasione non se la fece scappare e con un'eccitazione mista a paura si incamminò al piano inferiore per proseguire gli allenamenti prima di preparare il suo equipaggiamento. Era ormai una routine controllare tutto prima di una missione, ma in quella evenienza vi prestò particolare attenzione. La giornata trascorse rapida e la notte sembrò volare via. Ormai si era giunti al giorno della missione.

    [...]


    ~Otafuku - Preliminari tattici~


    Come immaginava sul luogo trovò importanti elementi di spicco del villaggio di Konoha, ma praticamente nessuno che conoscesse. L'unica faccia "amica" in quel luogo era quella di Shay. In breve i due capisquadra elaborarono ed esposero il loro piano d'azione consegnando ad ogniuno delle auricolari per tenersi sempre in contatto. Se c'erano delle auricolari allora la cosa doveva essere ben grossa. In breve Atasuke si fece fare un riepilogo di quello che andavano a fare cercando di scoprire anche solo vagamente delle informazioni su ciò che aveva portato a quella retata. Aggiornato sulla situazione e coscente del suo compito indossò l'auricolare testando il sistema di comunicazione per tarare il volume e per verificare il corretto funzionamento dell'apparecchio.
    Il suo compito era quello di coprire l'ingresso alla base nemica controllando una delle due botole mentre l'altra veniva tenuta sott'occhio da Shay. In un certo qual modo era rallegrato di essere in team proprio con Shay.

    [...]


    Una volta organizato il team e dato il via libera all'operazione, Atasuke entrò nel primo gruppo, mentre un secondo gruppo fece il suo ingresso dopo circa trenta minuti. Il suo mantello celava completamente i suoi abiti, mostrando solo un lindo manto bianco mentre invece le sue capacità interpretative celavano la sua vera identità oltre che la sua persona. Non era necessario per lui celare il suo volto dato che erano passati solo alcuni mesi da quando era arrivato al villaggio, quindi la sua faccia non era ancora conosciuta e men che meno poteva essere conosciuta in quel luogo. I suoi trattu uchiha invece erano quasi ingentiliti dalla sua vita al di fuori del clan e soprattutto dalla metà genetica ereditata da sua madre.
    Per quel giorno se qualcuno gli avesse chiesto chi era, Atasuke sarebbe diventato Ichigo Kurosaki, un giovane mercante che dalla sua famiglia aveva appreso solo come giocare a poker ed ubriacarsi con delle belle donne dai facili costumi.
    Prima che le ragazze entrassero Atasuke andò da loro cercando di rassicurarle su quello che avrebbero dovuto compiere e poi seguì il gruppo per l'ingresso.

    «Allora si comincia... Non vi invidio proprio... posso solo immaginare come possa essere problematico per voi passare per "cortigiane". Comunque state tranquille, dentro starò bene attento a proteggervi per quanto possibile»


    Concluse con un sorriso consolatore. L'ultimo sincero che avrebbe fatto in quella serata.

    [...]


    Al suo ingresso il passo era incerto, barcollante, come se già avesse scolato diversi litri di alcolici. La sua voce era più acuta ed altalenante, soprattutto a causa dell'alcool che mostrava di aver ingerito. Lo sguardo era il più spento che riusciva a simulare e le sua azioni erano completamente innaturali per la sua persona. Nessuno avrebbe potuto riconoscere in una persona tanto diversa proprio Atasuke Uchiha. [Abilità]
    Come un bravo avventore, Atasuke si mischiò bene tra la folla scroccando qua e la anche qualche bevuta facendo anche diversi commenti poco apprezzabili sulle donne presenti nel locale. Mentre portava avanti la farsa tuttavia non perdeva mai d'occhio Myori e Shay, ma soprattutto cercava di analizzare con precisione la struttura ed i materiali con cui questa era stata fatta. Sarebbe stato pessimo trovarsi a combattere in un luogo chiuso, estremamente infiammabile, con tutte le sue Katon. Salvo che non avesse avuto modo prima di pianificare qualche strategia per sfruttare la cosa a suo vantaggio.
    Giunto il segnale Atasuke seguì Myori nella stanza 26 mostrando anche un elevatissimo grado di perversione legata al personaggio. Giunti nella stanza ed ormai fuori da sguardi indiscreti, Atasuke si sarebbe avvicinato a Myori prima di lasciarla andare con il resto del team sussurrandole delle parole alle orecchie con dolcezza.

    «Perdonami per i commenti di poco fa... erano solo per entrare bene nel personaggio»


    Quindi le strizzò l'occhio destro in segno d'intesa...
     
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    Appostato su un tetto vicino, Vergil ponderava ancora sull'intera faccenda nella quale si trovava. Recenti avvenimenti all'interno del villaggio avevano portato alla luce la presenza di un gruppo mafioso dedito a traffici illeciti e dannosi per il commercio, e la Foglia voleva che fosse debellato. Una missione di pulizia vecchia maniera: eliminare gli scarti partendo dal basso, risalendo man mano la catena fino ad estirparne l'origine. Un obbiettivo la cui importanza non doveva essere secondaria per le alte sfere, viste le squadre che avevano mandato. Queste non solo erano due, ma formate solamente da membri di clan di spicco della Foglia. Come se non bastasse anche in un particolare momento storico politico come quello alla missione era stato assegnato proprio lui, un ninja dal ragguardevole potenziale bellico, e persino un jonin. Due, in realtà, ma il mezzosangue contava poco o nulla per lo Hyuga, con conseguenze dalle molteplici implicazioni.

    Era rimasto invece piuttosto sorpreso nell'apprendere della promozione a jonin del Nara. La sua capacità comando - dimostrata durante il suo ruolo di amministratore della Foglia - era innegabile, ma lo stesso si poteva dire della sua pigrizia e in generale scarso interesse per le vicende mondane. Vergil conosceva Shika Nara da qualche anno ormai, ma ignorava quali fossero le sue origini. Ipotesi più probabile: il jonin si era trovato in mezzo alla vita da ninja più per via di cause di forza maggiore che per volontà propria. Era un bene che possedesse del talento: in generale tipi così avevano una vita corta in assenza di quest'ultimo.



    Spostò lo sguardo dalla mezzaluna che ammirava, tornando a fissare lo sguardo sul "Presagio di Vittoria", la sala scommesse nella quale i due team avrebbero fatto irruzione a breve. Le informazioni in loro possesso erano piuttosto precise e Vergil sapeva che non si sarebbe andati troppo per il sottile durante la missione. Della missione facevano parte anche Miyori Uchiha e Danzo Kanji, due shinobi che aveva avuto modo di conoscere precedentemente in altre occasioni. Con il genin aveva anche condiviso una missione piuttosto ostica e sapeva che la sua coriacità compensava per la sua irruenza. Sulla ragazzina, invece, per quanto apprezzasse la sua educazione, aveva qualche dubbio. Oltre al Nara, poi, conosceva un altro membro della seconda squadra: Sasori Uchiha. Non aveva invece mai visto nè incontrato gli altri due, ma il fatto che una di questi, tale Shay, facesse parte del clan lo assicurava del fatto che in ogni caso i due team non si sarebbero mai persi d'occhio.

    Come ulteriore precauzione l'amministrazione aveva concesso alle due squadre l'utilizzo di auricolari ad alta frequenza, in modo da rimanere sempre in contatto. Allo scoccare dell'ora stabilita Vergil compose il sigillo della tigre, risvegliando la sua abilità innata. Pochi attimi dopo la sua figura venne inghiottita da una nuvoletta di fumo, e quando ne emerse le sue sembianze erano quelle di un uomo comune dalla barba nera e gli occhi incavati. Si mosse subito dopo, leggero e silenzioso come un fantasma. Atterrò con grazia vicino al punto di ritrovo, facendo un cenno di capo ai presenti - alcuni dei quali erano già trasformati a loro volta. Rivedere il chakra del mezzosangue lo disturbò. Aveva sperato di non dover mai più aver nulla a che fare con la sua persona, ma lo stato di necessità della Foglia lo avevano portato, anche se controvoglia, ad accettare la missione. Questo però non significava che riconoscesse un superiore nell'altro. Anche il Nara, a dire la verità, ai suoi occhi doveva ancora guadagnarsi il rispetto necessario per essere visto come un superiore per via dei gradi, delle capacità, e non una semplice carica amministrativa.

    Il significato della gerarchia, il suo rispetto, ed il valore della gerarchia erano cristalli splendenti nella mente dello Hyuga, ma come diceva uno dei saggi dell'antichità, "est modus in rebus". Durante la missione qualcuno sarebbe con tutta probabilità venuto a sapere di questo suo modo di pensare. Che la scoperta risultasse piacevole o meno sarebbe dipeso dalla situazione e dallo Hyuga stesso.

    Il piano d'azione non lo entusiasmava. In verità Vergil riteneva fosse piuttosto forzato ed inutile, quando - dovendo agire all'interno della giurisdizione della Foglia - avrebbero potuto tranquillamente fare cenere di qualsiasi cosa si opponesse al loro cammino. Forse era per via dei genin che partecipavano. Forse, più probabilmente, per evitare spiacevoli coinvolgimenti di civili. Riguardo quest'ultimo obbiettivo lo Hyuga nutriva poche illusioni: la battaglia sarebbe stata aspra e per quanto fosse lodevole tentare di evitarli effetti collaterali erano inevitabili.

    Fingersi un civile interessato a donne e gioco non fu un problema eccessivo: uno strato di gelo, indifferenza e disprezzo circondavano la sua persona, scudandolo da quel ambiente volgare e ben meritevole di essere messo a ferro e fuoco. Il suo umore migliorò invece una volta imboccato il corridoio che portava alle stanze: il tempo delle pagliacciate era terminato. Entrare nella stanza non si dimostrò un problema, come - grazie ai suoi occhi - non lo fu individuare l'entrata sotto il letto. Prima di muoverlo Vergil attivò le visuale telescopica, prendendosi una decina di secondi per esaminare un'area sferica di circa quaranta metri in cerca di trappole, sigilli o guardie. Dopo l'addestramento con il padre i suoi occhi erano più potenti che mai e non si sarebbe fidato del giudizio di altri che il proprio. Sciogliendo la trasformazione attese quindi di terminare la raccolta dati[Vista Ravvicinata & Telescopica]. Durante l'operazione mantenne il silenzio che aveva osservato fin dall'inizio della missione: non era tempo per chiacchiere, nè Vergil ne aveva voglia. Aveva memoria di come il mezzosangue avesse dovuto farsi salvare da lui stesso ancora genin, insieme a Sasori Uchiha, e sapeva quindi di dover prestar ulteriore attenzione per via delle modeste capacità ninja di quest'ultimo.

    OFF GAME

    Vergil Hyuga, Chunin Blu

    Energia Vitale: 35/35
    Vitalità: 18.5/18.5
    Ferite: Nessuna


    png
    pngpngpng
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    Chakra Rimanente: 385/400
    Spese di Chakra:

    - Basso(10)[Attivazione Byakugan III]
    - ½ Basso(5)[Tecnica della Trasformazione]

     
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    Si va in scena: Atto primo



    Narrato
    pensato
    «Parlato di Miyori Uchiha»


    Ero sola con i miei segreti in attesa del momento in cui tutto sarebbe cominciato.
    Nessuna lettera, ne' parola d'addio a testimoniare la mia improvvisa assenza da quelle mura che avevo cominciato a chiamare casa.
    Preferivo evitare che poche parole vergate su un foglio di carta potessero trasformarsi nel mio epitaffio, qualora non avessi trovato la via del ritorno.
    Non ero pessimista per natura, semplicemente analizzavo la missione sotto ogni aspetto e la morte era una delle tante variabili in gioco.
    Samurai, shinobi, cambiava solo il tipo di padrone, ma gli ordini avevano lo stesso significato.
    Una volta accettato non si poteva più tornare indietro.
    La nostra meta era la distruzione, la posta in palio non permetteva il fallimento, il sangue sarebbe stata la nostra vittoria, anche se si fosse mescolato a quello sgorgato dalle nostre ferite.
    Nessuna via di fuga.
    Il prezzo? Le nostre vite.
    Un gioco pericoloso a cui eravamo stati chiamati a partecipare.
    Non c'era spazio per le emozioni, solo una fredda calma, per quanto mi fosse difficile accettare la prima parte del piano.
    Confondermi con una donna di piacere, per quanto si trattasse solo di una recita, di un gioco di menzogne, mi dava la nausea anche il solo pensarci.
    Durante il briefing avevo nascosto con grande sforzo la smorfia di disgusto, serrando i pugni fino quasi a conficcare le unghie nella carne.
    No, non mi piaceva per nulla.
    Ma non avevo altre soluzioni da offrire.
    Per quanto quel compito fosse svilente per me e Shay, comprendevo che stavamo agendo sul punto debole nella natura umana.
    Vendere il proprio corpo per passare inosservati, per acquisire informazioni.
    Nell'antichità si era trattata di un'arte, dal mio punto di vista restava una bassezza.
    Ma le ragioni del mio odio avevano radici più profonde riguardo a quel termine che etichettava una donna in vendita, in quanto era appartenuto ingiustamente alla mia stessa madre, colpevole di un amore proibito tra una nobile e la sua guardia del corpo.
    Che ironico scherzo del destino.
    Purtroppo non mi era concesso lasciarmi andare a questi pensieri.
    I minuti scivolavano via accorciando ad ogni battito del cuore il momento in cui saremmo dovuto andare in scena.

    Shay mi aveva preso da parte.
    Cercava di rassicurarmi che quella recita non mi avrebbe sporcato l'anima, che sarei rimasta me stessa.
    Anche lei provava emozioni simili.
    Le rivolsi un debole sorriso che voleva essere un ringraziamento; da parte mia potevo solo sperare che l'autocontrollo sconfiggesse i demoni del passato.


    Sforzarsi di essere convincenti... se non per Konoha, per i nostri compagni che dipendevano da noi... Si questo lo potevo comprendere. Una minima mossa falsa, una pecca nella nostra interpretazione e la missione di infiltrazione si sarebbe trasformata in un bagno di sangue ancora prima di cominciare.

    Sospirai, sollevando gli occhi verso il cielo.


    «Per quanto non mi piaccia affatto, la mia recita sarà impeccabile. E' il mio giuramento, perché ho in alta considerazione la vita e non intendo mettere a rischio quella del nostro team per miei problemi personali.» Fu la mia promessa, rifocalizzando l'attenzione su di lei, per un unico singolo istante, prima di lasciar fluire quell'energia mistica che i ninja chiamavano chakra.
    immypost
    Regolarizzai la respirazione, permettendo ai ricordi di riaffiorare.
    Ero così piccola a quel tempo eppure era fin troppo facile ricordarmi di lei, di quella fanciulla che indossava con la massima disinvoltura vesti che lasciavano ben poco all'immaginazione, e quel viso una volta di una bellezza delicata reso irriconoscibile da un trucco dai colori fin troppo accesi.
    Mi concessi pochi attimi per liberare la mente da ogni pensiero dannoso per il buon esito della missione, per entrare nella parte.
    Le mie iridi colore del sangue si riflessero su un volto che non conoscevo. Per rispetto nei suoi confronti evitai di chiedere alla kunoichi a chi si fosse ispirata per il suo camuffamento.

    Mi tese la mano e io ricambia il gesto, serrando per una manciata di secondi la presa, per farle capire che per quanto difficile fosse il nostro compito, potevamo farcela assieme.


    Si va in scena... [Interpretazione]
    Parole che restarono imprigionate nei miei pensieri.
    Il fumo mescolato a quegli odori, che supposi caratteristici di un ambiente chiuso, ci diedero il benvenuto.
    Quel locale era un mondo che non conoscevo, che guardavo per la prima volta attraverso gli occhi cremisi di qualcun'altra.
    La finzione nella finzione.
    In fondo una donna che si mostrava in quel modo agli uomini, non stava vendendo qualche attimo di una piacevole illusione per una manciata di ryo? Ma una volta che il cliente fosse andato, si sarebbe ritrovato con un ricordo effimero, con un mucchio di menzogne.
    Socchiusi gli occhi, le mie labbra si schiuse in un sorriso seducente, mentre il mio sguardo vagava come alla ricerca di un potenziale accompagnatore; nella realtà la mia attenzione era concentrata nel cercare possibili minacce.
    Assunsi un'espressione lievemente infastidita quando la mia amica mi ricordò del nostro “debito” da pagare, come se avessi preferito divertirmi con qualcun altro nella sala.
    Se era un gioco tanto valeva giocarlo fino al limite.
    Naturalmente un debito è un debito, per cui mi avvicinai ai nostri clienti, facendo capire loro, con lo sguardo, che sarei stata ben felice di ripagarli nella maniera che più avrebbero gradito.
    Questo mio atteggiamento, questa sublime interpretazione, stavano cominciando a farmi paura.
    Dovevo restare distaccata, era il solo modo per non farmi prendere dal disgusto di quello che stavo volontariamente facendo.
    Era un'interpretazione, non era la realtà.
    Io e Shay eravamo kunoichi sotto copertura, eppure in altri luoghi al nostro posto c'erano ragazze che conoscevano un unico modo per ripagare i propri debiti...

    Il senso di liberazione che provai nello sciogliere la trasformazione, una volta al sicuro da sguardi ed orecchie indiscrete, mi ripagò in parte dello sforzo che avevo fatto per entrare nella parte.
    Purtroppo tornare alle nostre reali sembianza era il segnale che fosse giunto il momento di separarci.
    Mi accomiatai da Shay rivolgendole un sorriso sincero, e lo stesso fu rivolto a Sasori san. Gli mostrai per un istante il nastro che fermava la lunga treccia con cui avevo raccolto i capelli, il suo dono.

    La nostra stanza era la numero 26.
    Del mio team conoscevo solo Vergil sama, per quanto non fosse la parola più adatta per descrivere i nostri incontri incidentali.
    Mentre i due Hyuga ispezionavano l'ambiente circostante, ringraziai a bassa voce Atasuke san, che aveva avuto parole gentili sin dal briefing su me e Shay.


    «Ti ringrazio, ma non c'era bisogno di scusarti. Ognuno di noi stava recitando una parte del copione... però sono parole che fanno piacere ascoltare.» Mormorai a bassa voce per non rovinare la concentrazione del resto del team.
    Il mio contributo l'avrei fornito una volta che fosse iniziata la discesa nei bassifondi.
    Avevo in mente delle piccole creature di inchiostro che potevano essere la nostra avanguardia.
     
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  8. Sasori Uchiha
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    Era stato chiamato dal villaggio per completare quello che aveva iniziato durante una sua missione con Shika ed i suoi compagni dell'Ato team. Già, chissà dove diavolo erano finiti Shoichi e Jin. Era veramente da una vita che non aveva più loro notizie. La solitudine era stata da sempre una sua costante. Solo quando conobbe Shika al corso genin con i suoi compagni c'era stato uno spiraglio di luce e poi di nuovo ombra. Sempre fottuta ombra.
    Anche in quella famosa missione, aveva dovuto convivere con le ombre e con l'oscurità. Sarebbe stato in grado di farlo di nuovo?
    Questa era la domanda che regnava nel suo animo. Quella missione l'aveva inevitabilmente segnato. Era diventato sempre più frustrato a raggiungere la perfezione nella sua arte. Da allora non aveva trovato più pace. Miyori, però quella ragazza che aveva conosciuto fortuitamente alla sala del thè di Konoha un pomeriggio, era riuscita a calmare il suo irrequieto spirito. Da allora aveva acquisito un nuovo equilibrio ed una propria consapevolezza.
    Impassibile si preparò la sera prima per farsi trovare ad Otafuku al punto di ritrovo prestabilito. Non sarebbe mancato per niente al mondo. Anche se non era più quello di una volta, era sempre desideroso di mettersi in mostra e di onorare il cognome che gli era stato tramandato da suo padre.



    Al suo arrivo, notò che erano già presenti Shika, il suo sensei, e Alexander, con cui aveva condiviso un'aspra battaglia in un'altra missione per Konoha. Lì salutò entrambi con il gesto del capo. In particolar modo fissò Shika facendo un gesto per ringraziarlo di averlo di nuovo coinvolto in una missione così importante.
    Riconobbe anche Vergil che salutò con un gesto superficiale.
    Vide anche Miyori in compagnia di un'altra kunoichi, che non aveva mai visto. C'erano anche altri due shinobi che aveva intravisto qualche volta per il villaggio. Quindi si presentò a coloro che non conosceva molto velocemente ma in modo formale.
    Al solito si avvicinò a Shika per sapere la strategia con la quale procedere. Un piano davvero degno di nota,a parte il ruolo che purtroppo spettava alle ragazze ossia quello di "accompagnatrici". Quindi decise a quel punto di andare da Miyori,la salutò poi disse:


    Mi spiace che sia toccato a te fare il lavoro sporco.


    Fece un breve sorriso poi si allontanò per usare la tecnica della trasformazione, pagandone il misero consumo in chakra.
    Non voleva essere riconosciuto,avendo già frequentato Otafuku non molto tempo fa, non poteva rischiare.
    Perciò si sarebbe trasformato in uno scaltro delinquente, assai assiduo giocatore d'azzardo oltre ad essere un alcolista. [Interpretazione]


    immyu



    Decise di entrare da solo. Una volta dentro puntò un tavolo dove stavano facendo delle scommesse,prima però andò al bancone per prendersi una buona birra. Non si poteva scommettere a stomaco vuoto. Quindi rimase in attesa che tutto il gruppo fosse entrato, bevendo ogni tanto della birra tra qualche imprecazione degli avventori per aver perso qualche ryo. Scherzò anche con qualche avventore facendo dei commenti di dubbio gusto sulle ragazze che erano presenti in sala, tutto per far credere di essere un poco di buono, uno di loro.



    Una volta che le ragazze furono dentro, aspettò il segnale. Non appena ci fu l'occasione, Sasori, camuffato grazie alla tecnica della trasformazione, un pò barcollando arrivò nei pressi del bancone ricongiungendosi con il gruppo. Non vedeva l'ora di riprendere i suoi panni. A quel punto le ragazze, con il pretesto di volersi divertire per saldare il "debito", chiesero al barista la strada per le camere private,i privè.
    Seguì Shika, al quale era stato assegnato, fino alla stanza prestabilita. Il giovane salutò Miyori, notando che portava ancora il nastro che fermava la graziosa treccia della ragazza, sorrise un pò imbarazzato. Sperava di rivederla sana e salva una volta che sarebbero tornati indietro. D'ora in poi doveva soltanto liberare tutto quello che aveva covato per tutto questo tempo. Doveva liberare la sua anima, facendo quello che sapeva fare meglio,l'inferno.


     
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  9. ¬Chris
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    Foglia d'Edera.
    Presentazione


    Mi alzai dal divano, lo voce leggermente arrocata e profonda mandò via il piccolo ometto basso e grasso, con la barba fatta male, scura con qualche punta di bianco. Rimasi schifato vedendo la busta che mi allungava, sporca d'olio, macchia d'olio presente anche sulla sua camicia, gli chiusi la porta in faccia, non un'altra parola. Bere la mattina mi lasciava sempre in quelle condizioni, avevo smesso con i super alcolici, oramai mi davano la nausea, l'unica vera religione era il vino rosso. Il migliore sulla piazza, con il lavoro di erborista riuscivo a tirare avanti e gli incassi erano ottimi; mi stavo dando alla pazza gioia.
    La aprii, con un coltello da lancio che stavo utilizzando - fino a qualche momento fa - come stuzzicadente, la missione sembrava importante. Strabuzzai gli occhi, per dio, finalmente si andava a dare una lezione alle mafie!
    Sorrisi e mi infilai in doccia, dovevo riprendermi subito, quella sera ci sarebbero state scintille, inoltre, avevo letto che sarei stato in squadra con un certo Sasori e niente poco di meno che Shika. Avrei avuto occasione di imparare cose nuove, combattere ed eseguire una missione con ninja di quel livello era sempre una fonte di ispirazione e approfondimento delle proprie arti ninja.
    Sentii l'odore di caffè, quando uscii dalla doccia, non mi preoccupai di asciugarmi, corsi nudo per casa rischiando più volte di finire disteso per terra, il caffè lo bevei amaro anticipato da un bicchierino d'acqua, che avrebbe ripulito la bocca e avrei assaporato meglio il gusto intenso del caffè tostato.
    Mi vestii, un kimono leggero dal colore nero intenso, sulla schiena il simbolo degli Uchiha, il ventaglio bianco e rosso nel rombo blu, coperto, però, dal fuuma Shuriken. All'altezza del culo avevo due sacche porta oggetti dove c'era la maggior parte del mio equipaggiamento, solo lungo le cosce i coltelli da lancio erano visibili e lungo il fianco il Fuuma Kunai, la mia arma prediletta e distruttiva. Coprii il tutto con un mantello pesante, marrone scuro e con passo felpato - quando la notte era ormai arrivata - uscii di casa controllando più volte di non essere seguito.
    Giunsi quindi al punto di raccolta, c'erano già tutti, sorrisi leggermente in direzione di Vergil, quel ninja - sebbene fossimo fra amici - mi metteva sempre in soggezione, era già la terza missione che facevamo insieme e il suo sguardo fiero e assassino non mi lasciava tranquillo. C'era inoltre Shay, chunin della foglia, ragazza che non godeva molto della mia stima, era troppo impostata, troppo gentile, ma era un'ottima medica e in una missione come questa era essenziale. Ancora di più lo sarebbe stato Drake che - mi guardai attorno - non vidi, probabilmente non era stato convocato oppure era stato selezionato per un'altra missione, peccato, la sua potenza sarebbe stata determinante. C'era inoltre una seconda ragazza e diverse persone che non conoscevo, la cosa non mi stupii, ero solito bazzicare per posti più simili ad Otafuku che il parcogiochi della foglia. Sorrisi leggermente e ascoltai il piano, semplice ma efficace, guardai in direzione di Vergil ci avrei scommesso la mia mano destra che avrebbe preferito buttare giù tutto ed era quello che avevo pensato pure io, infinocchiare troppo le cose mi dava un fastidio cane, sotto quel punto di vista andavano proprio daccordo.
    Ma feci le spallucce e mi trasformai, in quel piccolo postino che avevo visto oggi, sorrisi sotto i baffi e sistemai meglio il kimono bianco ricco di ghirigori e sporco di cibo; entrai quando fu il mio turno e mi diressi subito verso il barista e con lo sguardo tipico che c'è tra colui che compra e il mercante, sperando sempre di farselo amico per qualche bevuto gratuita, gli chiesi del vino, rosso se possibile. Sebbene non fosse stato quello delle mie cantine lo sorseggiai ugualmente con piacere, sembrava più aceto che altro, ma non era importante, quindi allungai lo sguardo verso la sala dando le spalle al barista, da lì poteva vedere tutti, sorrisi nuovamente e seguii le accompagnatrici e finalmente il momento era arrivato. Tornai nuovamente nella mia forma naturale e sentire il tessuto leggero del kimono sulla mia pelle fu un tocca sana, così il peso delle armi mi rese più tranquillo, mi presentai a bassa voce verso il terzo componente della squadra, non l'avevo mai visto, ma aveva l'aria risoluto di chi sa il fatto suo e ciò era necessario. «Shika -Indicai la botola - a te l'onore... »
    Sorrisi per l'ultima volta, mentre lentamente sfioravo, con la punta delle dita le armi assicurandomi che fossero al loro posto e facilmente estraibili.





    Scusate il ritardo ragazzi e buon divertimento a tutti! :omgda:
     
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  10. The_Drake
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    L'entrata come preannunciato non creò grossi problemi, anzi, sembrava tutto nella normalità in un posto come quello: ovviamente il capo barista avrebbe aperto la strada nelle salette del privè, lasciando pura libertà al gruppo di entrare in una qualsiasi; Ovviamente si sarebbe premurato di consigliare delle sale sicuramente libere e ben lontane da quelle nevralgiche: Chiunque avesse avuto abilità di visione telescopica o penetrante, per infrastrutture varie, avrebbe avuto il piacere o il disgusto di vedere che in quella zona non erano propriamente soli, considerando che altri si stavano dando da fare, nella maniera più erotica del termine, nelle sale laterali.
    Vicino alla sala numero 15, al lato destro e sinistro, c'erano due normali coppie, uomo e donna, indaffarati nelle lenzuola del letto, difronte invece due persone di corporatura simile, maschile, si divertivano a colpirsi con armi di vario genere, tanto che non era difficile sentire gemiti o urla.
    Nella sala numero 26, c'erano sulla sinistra una stanza vuota, quella di destra era occupata da quattro persone, un uomo e tre donne, nella parte frontale, un uomo solo che sembrava disteso nel letto con fare calmo.
    Ma ovviamente il gruppo di shinobi non era in quella zona per del sano svago sessuale o per deliziarsi con la visuale, ma per compiere una missione per Konoha: una prova che avrebbe cambiato le sorti del paese, spostando nel male o nel bene l'ago della bilancia.
    Le botole erano poco visibili sotto i letti, ben nascoste da abili mani da ladro, anche se contro Byakugan c'era poco da fare: sarebbero state evidenti nel terreno, palchè di legno, le tracce di un taglio a quadrato che formava appunto l'entrata.
    Quello che si poteva vedere da basso, era la parte più divertente: nulla.
    Se avessero osservato la botola dall'alto non avrebbero potuto scorgere nulla, nessun tipo di visione chakrica o meno avrebbe permesso di superare quel legno: avrebbero dovuto aprire per capire cosa ci fosse nel basso.


    La fortuna era che Edera era un'organizzazione di poche persone, quindi non aveva piazzato trappole sull'entrata o avrebbe rischiato che qualche membro poco attento ci finisse dentro: creare del trambusto dentro ad un casinò, nella zona del privè non era un modo per passare inosservati a sguardi inopportuni.
    Apparì difronte a loro un rampa di scale, intagliate nella roccia, nella sala numero 15 si sarebbero diramate verso sinistra, nella 26, verso destra: non c'era nessun tipo di illuminazione, proseguivano solamente in un baratro nero; Anche da dentro, la visione non avrebbe permesso di estendersi oltre le costruzioni: potevano vedere bene solo ciò che gli appariva difronte, ma non ciò che era oltre loro, considerando che era come se, estendendo la vista dentro il muro, una barriera chakrica impedisse di proseguire.
    Le scale erano larghe circa un metro, quindi era possible passare agevolmente solamente per una persona alla volta: proseguire verso il buio avrebbe fatto adattare sempre più gli occhi al gruppo, all'oscurità, fino a che un bagliore pagliarino, iniziò ad intravvedersi dopo qualche metro verso il basso; Se avessero provato a comunicare con le ricetrasimettenti, si sarebbero accorti che man mano che scendevano, il segnale diventava disturbato.
    Era un luce che proveniva da destra per il gruppo della camera 15, sinistra per il 26: era una rapida svolta dei gradini che avrebbe fatto intravedere un salone abbastanza grande.
    Non c'erano porte, quindi la visuale era libera: era una sorta di magazzino temporaneo dove casse e scaffali erano sparpagliati ovunque, insieme a tavoli ricolmi di scartoffie, magari fascicoli, magari rotoli; Le ricetrasmittenti avrebbe totalmente perso il loro funzionamento a quel livello.


    La stanza era quadrata, di lato circa 6, proveniva un'illuminazione da dei led attaccati alla parte più alta del soffitto: erano tutti in ottima salute e non c'era angolo della zona non illuminato.
    Nella stanza numero 15: in tutto 4 scaffali, posti a due a due nel lato destro e sinistro, ma non con ante normali ma coniche, considerando che erano strutturati per conteneri rotoli; Un'insieme di scatole ricolmi di fogli nel lato sud-ovest, come se fossero stati lanciati senza molto ritegno, tanto che alcuni fogli erano scivolati a terra, sparsi; Un tavolino con sopra una cassa.
    Nella stanza numero 26: C'erano due tavoli enormi che collegavano tutta la parte est e ovest della stanza, con qualche rotolo, alcuni sigillati con dei timbri di cera, delle mappe di Konoha con segnati dei punti in inchiostro rosso, una lista attaccata al muro sinistro con dei nomi a cui era associata una particolare via di Konoha; Poi un enorme scatola in legno, nel mezzo della stanza, alta circa 50cm e larga 1 metro, mezza aperta: dentro sacchetti che ogni buon drogato avrebbe voluto possedere.
    In ogni caso, però, nella parte nord una porta.
    Era chiusa, in metallo grezzo, ma ad un'occhio attento si sarebbe mostrata per una vera opera d'arte del ferro: era ben intarsiata con dei motivi vegetali che facevano riferimento alla piante Edera, con l'enorme simbolo dell'organizzazione diviso nelle due ante del portone; Non si riusciva a capire cosa ci potesse essere dall'altra parte, perchè la luce non filtrava da sotto le fessure e anche in quel caso il Byakugan non funzionava: anche se gli indizi c'erano tutti per capire dove conducesse quel passaggio.
    [Per chi possiede Udito II: si sente del vociare dall'altra parte, davvero leggero e solo se accostato l'orecchio alla porta; Nella camera numero 15 la voce ha dei picchi, come se urlasse, nella 26 sembrava molto lineare e a tratti scompare]
    [Per chi Olfatto I o II: per chi è sceso nella stanza 26, si sente odore d'alcool provenire da oltre il portone]


     
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  11. Alexander Hima
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    Chapter 01


    Infiltrarsi



    N
    on funzionava, o per meglio dire in quella precisa occasione risultava non essere di alcuna utilità il byakugan di entrambi gli Hyuga. Quindi non restava altro che andare ad esplorare in prima persona quella che era una delle entrate per il covo dei loro attuali nemici. Inutile a dire che grazie alla sua abile maestria il ninja della foglia avrebbe tenuto attiva la sua innata anche se con un potenziale minore rispetto a quando utilizzava un continuo apporto di chakra [Maestria Innata]. Prima di scendere avrebbe anche fatto sì di mantenere sempre le comunicazioni attive con il suo compare amministratore, il tutto grazie all'ausilio di una piccola abilità che aveva imparato nel corso degli anni. Si passò una mano sui capelli argentei, tornati in tal modo allo scioglimento della tecnica della trasformazione, mentre la mancina andava a prendere una sigaretta per portarla alla bocca. Infine quando tutti sembravano pronti alla partenza si diresse verso Atasuke che era dei due ninja di rinforzo quello posizionato nella loro stanza e gli pose una mano sulla spalla dirigendo le sue bianche pupille in diretto contatto con i suoi occhi; il discorso che gli voleva fare non era troppo lungo, anzi tutt'altro:-Mi raccomando, se qualcosa va storto tu e Shay siete la nostra unica speranza.- Non era una bugia, o almeno non totalmente, quindi sarebbe stato molto difficile comprendere se il ninja della foglia stava mentendo o meno, considerando la sua arte nell'interpretazione; purtroppo in quell'occasione in cui si trovavano realmente quelle due persone ricoprivano un ruolo fondamentale, anche se uno dei due era un genin, senza considerare che come leader non doveva assolutamente far demoralizzare un suo sottoposto, cosa che poteva benissimo succedere essendo questi restato indietro rispetto agli altri.

    L
    a sigaretta non era ancora finita ma era giunto comunque il momento di scendere, tergiversare ancora avrebbe creato non pochi problemi a tutti. Adesso era l'ora di decidere le disposizioni di "marcia", motivo per cui si rivolse ai componenti della sua squadra:-Andrò io avanti dietro di me verrà Miyori e Vergil alla fine della linea, le motivazioni sono semplici, Miyori come rinforzo è necessario sia alla fine della fila che all'inizio di essa, tra me e Vergil non ci sono differenze in quanto a capacità però lui non è menomato, quindi meglio un morto menomato che uno sano nella più brutta delle ipotesi.- C'erano due cose strane in quello detto e quello non detto, la prima era che non aveva interrotto la scena di "approccio" tra Miyori e Atasuke, la seconda era nel modo di parlare del ninja della foglia, meno imperioso e più logico del solito, che il suo Handicap l'avesse reso più umano? Questo lo si sarebbe scoperto più in là, nel frattempo lo Hyuga cominciò a scendere la scala convinto di aver perso fin troppo tempo.

    L
    a stanza che si trovarono dinnanzi era alquanto spoglia se non fosse stato per le varie mappe della foglia, probabilmente avevano intenzione di pianificare un attacco a quel villaggio. Analizzò l'area con il byakugan in modo da vedere se ci fossero state trappole attive per poi rivolgersi verso la Uchiha, nel caso in cui ci fosse il via libera, ed indicargli di analizzare le carte aggiungendo anche queste parole in sottovoce quasi sussurrando all'orecchio della Kunoichi:-Analizza velocemente e vedi se trovi qualcosa di importante, non è il luogo per un'analisi approfondita.- Non c'era bisogno di aggiungere il fatto che avesse dovuto prendere le carte non appena avesse finito, era un'analista, era un ninja, era un chunnin, aggiungere altro sarebbe stato sminuire quella persona. Prese anche un sacchettino di droga e lo prese, sicuramente anche Vergil avrebbe fatto la stessa cosa, non ad emularlo bensì perchè non si fidava di lui, il che era anche una cosa buona dato che dovevano far analizzare anche quella strana sostanza e farla possedere a più persone non era una cattiva idea dato che qualcuna doveva pur arrivare da un esperto. Infine avvicinandosi cautamente al portone grazie al suo udito e al suo olfatto sviluppatissimi avrebbe sentito dei rumori non ben identificati e un odore di alcool, probabilmente o stavano facendo baldoria nell'altra stanza. Nuovamente entrava nuovamente in gioco la Uchiha, ma prima avrebbe aggiunto queste parole a bassa voce avvicinandosi ai suoi due compagni:-Nell'altra stanza ci sono dei rumori e puzza di alcool, non entriamo ancora in azione, analizziamo prima la prossima stanza, Miyori pensaci tu.- Infine cosciente del fatto che aveva ancora una via di comunicazione attiva avvisò l'altro team su quello che avevano trovato.
     
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  12. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~Otafuku - L'uccello entra nel nido~


    La squadra era entrata. Entrambi i team si erano diretti alle stanze designate e l'operazione aveva preso ufficialmente piede. Il suo compito era semplice, coprire l'unica via di fuga per impedire una tenaglia da parte di eventuali rinforzi ai malviventi e portare supporto aggiuntivo in caso di crisi.
    Myori dal canto suo aveva rassicurato Atasuke sulle sue azioni e in più lo aveva ringraziato per averglielo comunque detto. Per evitare inutili distrazioni Atasuke la ringraziò con un cenno della testa ed un sincero sorriso prima che la squadra lo lasciasse da solo. Poco prima che la squadra scendesse, il suo caposquadra gli diede una pacca sulla spalla destra ed espresse un chiaro e quasi monosillabico discorso. Breve, semplice, tuttavia pieno di significato.

    "Mi raccomando, se qualcosa va storto tu e Shay siete la nostra unica speranza."

    «Lo so. Fidati pure di noi»


    Altrettanto semplice era la risposta di Atasuke che nonostante fosse conscio del divario tra lui ed il suo interlocutore cercava, per quanto possibile, di portare una sorta di fiducia e di conforto al resto del team. Non che in effetti ne avesse bisogno...
    Non ci volle molto ad individuare la botola che portava al covo dell'edera. Atasuke non rammentava di aver mai visto dei condotti così scuri, mai si sarebbe immaginato una struttura del genere sotto una locanda di quel tipo. Anche se non aveva idea di chi si sarebbe trovato davanti, era ormai chiaro che non aveva a che afre con dei dilettanti, quanto piuttosto con dei professionisti. Quando la squadra fu completamente entrata, Atasuke a bassa voce si mise in contatto sfruttando l'auricolare che aveva per avvisare delle trappole che da quel momento avrebbe iniziato a creare e per chiedere eventuali disposizioni aggiuntive al suo caposquadra prima che il contatto avesse anche solo lontanamente la possibilità di saltare.

    «Team Alfa e Beta per Atasuke, passo [...] Richiedo autorizzazione a piazzare delle trappole alla porta per evitare intrusi imprevisti e se avete delle eventuali direttive aggiuntive inerenti al mio compito. Le trappole verranno innescate solo in caso io e shay non potessimo sorvegliare l'uscita»


    Attese paziente una risposta osservando con attenzione fuori dallo spioncino della porta per verificare che nessuno si stesse avvicinando troppo alla stanza. Per prima cosa chiuse la porta a chiave in modo da evitare ingressi da parte di civili innocenti ed in modo da acquisire un preavviso nel caso in cui qualche malintenzionato volesse entrare, oltre che guadagnandosi così l'innesco perfetto per le sue trappole. Se shay per qualche motivo fosse dovuta passare di li, non ci sarebbero stati problemi, dato che avrebbe aperto egli stesso la porta, grazie anche alla comunicazione tramite auricolari.
    Il suo sguardo vagava per la stanza in cerca di informazioni, di oggetti particolari da poter utilizzare e soprattutto a caccia di telecamente nascoste o di cimici eventualmente poste da parte dei membri dell'edera come ulteriore sicurezza. Gli pareva non poco strano che nessuno avesse piazzato delle trappole per arrivare fino al covo, tuttavia la cosa era giustificabile con la probabile carenza di personale che i loro avversari probabilmente avevano, ma nulla vietava loro di sorvegliare gli ingressi. Con maggior premura quindi si concentrò nel nascondere ulteriormente le trappole che stava creando cercando di non dare nell'occhio, sia che fosse osservato sia che non lo fosse.
    Per prima cosa Atasuke prese la bottiglia di sakè e la imboscò al di sotto del suo mantello. Quasi certamente gli sarebbe servita succesivamente. In fondo ad un utilizzatore del fuoco faceva sempre piacere avere una scorta di carburante a portata di mano, o al peggio avrebbe potuto usarla successivamente per brindare al successo della missione o per ubriacarsi ceracndo di dimenticare i morti a causa del fallimento.

    [...]


    Il tempo scorreva e mentre nelle stanze inferiori la squadra si adoperava per pianificare l'azione, Atasuke stava pianificando la fuga e la protezione di quel punto di controllo. In totale aveva già pensato a quattro trappole ma era riuscito a trovare materiale sufficente per crearne due. La prima trappola era piazzata dietro allo specchio. Infatti una cartabomba a timer era stata posizionata dietro allo stesso, in modo che questa esplodesse nonappena venisse strappata dalla tensione del cavo a cui era collegata, il quale era a sua volta collegato con la porta, in modo che se qualcuno avesse sfondato violentemente la stessa non avrebbe in alcun modo potuto evitare di strattonare il cavo quanto bastava per far saltare la bomba, trovandosi sotto una pioggia di schegge di vetro che gli arrivava in faccia. Un'altra trappola era stata invece creata sfruttando il circuito elettrico grazie al quale veniva illuminata la stanza. Afruttando infatti i suoi fili di nylon rinforzati spelandone accuratamente le estremità in modo da mettere a nudo l'anima metallica, Atasuke si sarebbe collegato all'impianto elettrico generando un piccolo circuito parallelo all'illuminazione con il quale provocare una scintilla. Questo meccanismo una volta armato si sarebbe attivato alla semplice accensione della luce, provocando una scintilla sopra alle lenzuola predisposte ed irrorate di sakè (circa mezza bottiglia). L'innesco e la forte presenza di materiale molto infiammabile(soprattutto imbevuto d'alcool) avrebbero fatto il resto per incendiare completamente la stanza impedendo l'accesso alla stessa per almeno 10/15 minuti o finchè non arrestato l'incendio. Il problema non avrebbe di certo interessato la squadra nei sotterranei, data la muratura in pietra e la tendenza del fumo a salire, inoltre sotterranei di quel tipo avevano sicuramente un sistema di areazione secondario dato che due botole, tra l'altro chiuse non potevano in alcun modo gestire una sufficente areazione. La sua copertura era già in quelle condizioni sufficente, e di certo richiedeva un'allertamento della squadra per evitare di incappare loro stessi nelle trappole.[Abilità]

    «Tutta la squadra per Atasuke Uchiha... Ho predisposto delle trappole che per il momento sono inattive. In caso io e shay dovessimo intervenire abbandonando la posizione o in caso di ordini diretti le attiverò, quindi occhio a non finirci dentro. Una si attiva accendendo la luce, quindi non fatelo, lascerò delle tracce sul pavimento per guidare una fuga o un'intervento aggiuntivo al buio se necessario, la seconda si attiva solo sfondando la porta, se riuscite ad aprirla senza distruggerla questa non salterà, quindi spero ci siano degli scassinatori tra di voi se dovete entrare dall'esterno, dall'interno basterà banalmente aprirla con la chiave o tagliare il cavo d'innesco prima di aprire.»


    Con quelle parole aveva allertato tutti. Non restava che sperare nella buona sorte o banalmente sperare che non ci fosse bisogno di attivare e quindi utilizzare nessuna di quelle trappole sino a fine missione.
     
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    Si va in scena: Atto secondo



    Narrato
    pensato
    «Parlato di Miyori Uchiha»


    Il piano di infiltrazione sembrava essere riuscito.
    Una volta riacquistata la mia identità, attesi la ricognizione dei due hyuga.
    Non fu un problema trovare la botola, sebbene il fumo maleodorante prodotto dalla sigaretta del mio capogruppo tendesse a snervarmi non poco, ma non lo diedi a vedere, mantenendo la mia espressione serafica.
    D'altro canto la tentazione di afferragli la sigaretta e spegnerla schiacciandola sotto la suola della mia scarpa era davvero forte.
    D'accordo a dare un tocco di coerenza alla nostro “Gioco delle Menzogne”, ma all'interno della stanza era meglio mantenere l'aria sgombra da agenti nocivi.
    La via d'accesso ai sotterranei era avvolta dall'oscurità.
    La luce che filtrava alle nostre spalle mostrava una rampa di scale, i cui gradini man mano perdevano i loro contorni fino ad essere inghiottiti dalle tenebre.
    In fondo non era un vero problema, ero stata addestrata a muovermi nelle tenebre.
    In caso di necessità avrei attivato la mia visione notturna, sfruttando l'energia mistica degli shinobi, comunemente chiamata: chakra.
    Non ebbi nulla da obiettare sulla disposizione del gruppo proposta dal jonin.
    Le mie capacità erano adatte per supportare entrambi gli hyuga, per cui restare nel mezzo era l'opzione migliore.
    Annuii senza replicare, attendendo che il capogruppo ci facesse strada.
    Prima di sparire nell'oscurità, salutai con la mano Atasuke san.
    Sperai che l'aiuto del team medico non fosse necessario, ma razionalmente parlando dubitavo uscissimo illesi da quei sotterranei.
    Considerando che il fattore sorpresa era di importanza fondamentale in questo tipo di missione, mi mossi in maniera tale da produrre il minimo rumore.
    Man mano che scendevamo mi accorsi che gli occhi si stavano abituando a quelle condizioni di illuminazione scarsa, tanto che dopo un po' mi parve di vedere una debole luce provenire verso il basso sulla nostra sinistra.
    Nel mentre Atasuke san ci informò che aveva predisposto delle trappole, sebbene cominciassero a sentirsi dei rumori di fondo; probabilmente entro breve gli auricolari sarebbero stati resi inutilizzabili dalla schermatura rocciosa.

    Ci ritrovammo, dopo una repentina svolta, all'interno di una stanza quadrata, abbastanza grande da fungere da magazzino; perlomeno fu quella l'idea che mi diede ad una prima occhiata.
    L'illuminazione proveniva dai dei led incassati sul soffitto, per nulla usurati.
    O erano alquanto scrupolosi nella manutenzione della loro attrezzatura oppure erano materiali relativamente nuovi.
    Guardandomi intorno il mio sguardo cadde su una serie di mappe e rotoli, alcuni dei quali sigillati con la ceralacca.
    Non mi mossi dall'ingresso, fino a quando Alexander san non diede il via libera per poter entrare.
    Per il momento eravamo da soli, ma oltre quella porta finemente cesellata poteva esserci chiunque.
    Il mio primo compito fu quello di fare un'analisi rapida dei documenti presenti nella sala.
    Visto che il tempo scarseggiava focalizzai la mia attenzione sulle mappe del villaggio su cui erano segnati dei punti con l'inchiostro rosso e staccai la lista attaccata al muro che conteneva una serie di nomi, a ciascuno dei quali era associata una particolare via di Konoha. Facendo rapidamente mente locale sui luoghi contrassegnati sugli incartamenti, provai a fare un'ipotesi sul loro probabile piano d'azione. Mandai a memoria il più possibile nomi e locazioni, poi presi tutto il materiale cartaceo, compresi i rotoli sigillati e li infilai nelle sacche del mio equipaggiamento. E per sicurezza recuperai anche io uno dei sacchetti contenuti all'interno della scatola, per una successiva analisi, avvolgendolo in un fazzoletto, e facendo attenzione a metterlo in un posto sufficientemente al sicuro da non subire troppi scossoni in caso di combattimento.
    L'ultima cosa che non volevo in quel frangente era di respirare polveri, o quello che erano, di dubbia provenienza.

    Facendo sempre molta attenzione a non fare rumore eseguii la seconda parte degli ordini del nostro capigruppo, fruttando la mia capacità di dar "vita" ai miei disegni [TS Bestia Illustrata].
    Con il pennello intriso nell'inchiostro nero “disegnai” una coppia di minuscoli ragni [1/8 di slot dimensionale ciascuno]. Per i nostri scopi quella dimensione andava bene, in quanto mi servivano che si infiltrassero oltre le fessure della porta e controllassero per noi cosa ci fosse dall'altra parte.
    Li dotai della capacità tipica delle aracnidi, ossia di muoversi sui muri [AdR].
    Mi posizionai dietro i miei compagni, in modo da poter riferire a bassa voce le informazioni che avrei potuto ottenere dai miei piccoli amici d'inchiostro, ma allo stesso tempo da non essere loro d'impaccio se la situazione fosse degenerata.
    Il passo seguente fu di muoverli in modo tale che il primo passasse sotto la porta nell'angolo sinistro, sfruttando la zona in ombra, mentre il secondo lo feci salire sulle mura facendolo penetrare nelle fenditure tra roccia e porta nell'angolo destro in alto; anche in questo caso cercando di farlo muovere lungo le zone d'ombra.
    Una volta che fossero passati, li avrei fatti muovere in modo tale da restare nell'ombra o in penombra se non fosse stato possibile altrimenti, nel tentativo di mappare in maniera dettagliata tutto quello che c'era oltre la porta (uscite, corridoi, mura, mobilio, presenze, ecc...). Potendo percepire coi loro sensi avrei fatto la massima attenzione a non farli scoprire, anche a costo di bloccare del tutto la loro avanzata fino a quando il pericolo non fosse stato scongiurato.
     
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  14. The_Drake
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    I ragni erano fortissimamente utili in quel frangente, considerando che erano abbastanza piccoli e agili per passare oltre le fessure libere della porta, che in altri casi non avrebbe bloccato ogni cosa: diciamo che la portatrice dell'abilità della bestia illustrata avrebbe dovuto stringere lo stomaco per non vomitare dentro tutto quel puzzo; Ma andiamo per ordine.
    La sala che i ragnetti andavano a visionare era abbastanza ampia, almeno rispetto a ciò che avevano visto fino a quel momento, circa larga una ventina di metri sia un larghezza che in lunghezza, ma non rappresentava un quadrato come la saletta dove si trovavano, ma un ottagono.
    Oltre al gigante portale nel lato sud della costruzione, si trovavno altre cinque porte: ovest, sud-ovest, sud-est, nord-est, nordo-ovest; Praticamente il lato libero era solo quello nord e quello ovest: non erano porte grosse e pesanti come quella che gli divideva dal resto, ma normalissime porte a scorrimento, grandi quanto una persona, senza però nessun tipo di dettaglio sopra.
    L'intera zona era illuminata come nella sala precedente da dei led nella cornice alta, vicino al soffitto, tanto da non creare zone buie.
    Ma andiamo adescrivere le cose salienti.
    Dentro alla stanza c'era in tutto sei persone, di cui una vicina alla parete nord dell'ottagono, le altre cinque erano distanti da questo un paio di metri, certe erano più vicine al portale metallico di altre, riuscivano a coprirne tutta la superficie, comunque sparse; Il gruppo di cinque persone sembrava abbastanza concentrato ad ascoltare le parole dell'uomo nel lato nord, anche se molte volte si staccava dalla posizione e controllava i tavoli vari e magari trasportava qualche cosa da una parte all'altra del loco.
    La stanza non era del tutto spoglia, c'erano dei piccoli tavoli, veramente troppo fini per offrire possibile riparo o copertura, ricolmi di boccette alchemiche ed altre d'erbe, che un'occhio attento avrebbe riconosciuto cone Marijuana ed oppiacei vari utili per la creazioni di anestetici o sostanze stupefacenti; Sui lati c'era qualche scaffale, identico a quelli nella stanza dove si trovava il gruppo capitanato dal Jonin Alexander, e scatoloni di legno con pagniuzza all'interno, scoperchiati, ricolmi almeno fino a metà degli stessi sacchetti trovati nella stanza precedente.
    Parlando dell'odore, arrivava da due giare grandi quanto una persona, disposte a circa quattro metri l'una dall'altra, proprio ai lati dell'unica persona che si trovava in quella zona: era sicuramente una sostanza alcolica molto forte, perchè emanava un puzzo fortissimo al solo avvicinarsi; Praticamente in quella zona si mischiavano odori di piantine, composti in creazione e alcool di qualche tipo: una qualsiasi persona sbandata avrebbe potuto rimetterci le penne in una decina di minuti, solo inalando a pieni polmoni.
    Per il resto sembrava non esserci molto altro.

    Le cinque persone, possedevano tutte un simbolo di riconoscimento sul loro braccio destro, una sorta di fascia con il simbolo dell'organizzazione, non più con un disegno, ma come Kanji; Fisicamente non aveva grossi segni particolari, ma nel mondo ninja ognuno era abile a nascondere le proprie qualità con astuzia, mostrandole solo al momento cruciale e del bisogno.
    Invece il ragazzo, quello sulla parte più lontana e distante del portale di metallo, era completamente diverso dal resto, non possedeva una fascia sul braccio e le sue vesti erano veramente stravaganti, come la sua voce e il modo di fare.


    jpg


    Il ragazzo dai capelli pagliarino, camminava in modo agitato su e giù dalla zona distante della stanza, ordinando a destra e sinistra qualche ordine ai suoi sottoposti, era logico che lo fossero dato il tono e il modo in cui obbedivano: qualche volta dava un'aspirata alla sua pipa lunga, lasciando uscire lunghi nuvole di fumo, osservando con nervosismo la porta sulla sala est della zona; Se i ragni si fossero avvicinati troppo per controllare la sua parte di stanza, anche se spoglia, l'avrebbero destato: non sembrava notare le bestiole, ma qualcosa turbandolo lo faceva fermare nel suo proferir parola e camminata isterica, lasciandolo in osservazione e silenzio per un pò.
    Sarebbe stato meglio non avvicinarsi troppo o la percentuale di successo di quell'infiltrazione sarebbe scesa drasticamente. Forza Daikenji, muovi quel culo, controlla quella soluzione...se non finiamo di mettere apposto prima che abbiano finito dovrò prendermi un'altra strigliata! E tu non vuoi che io mi arrabbi, vero!? Maledizione, qualcuno può portarmi altro tabacco o devo uccidere qualcuno? Voglio nicotina! Più o meno erano queste le frasi che si potevano percepire in quell'ambiente, molto poco rilassato oltre al nome dello stramboide che sembrava esser Sentaku.
    L'unica cosa degna di nota, era stata la furbizia di Miyori Uchiha, nel memorizzare in parte i nomi della lista attaccata nel muro: un paio di nomi sembravano combaciare con quelli assegnati ai quartieri dell'Otafuku, che fossero veramente loro? Che tutta quella roba, che sembrava stessero preparando, servisse per qualche carico in altre mini basi? Solo il tempo avrebbe permesso di capire tutto ciò, considerando che ora ci sarebbe stata la parte più importante di tutte: il fine dei combenevoli e l'inizio dell'azione.
    Chissà se Sentaku, avesse sopportato un'altro rallentamento dei lavori, però da parte del gruppo Alexander.







     
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    All'attivazione del Byakugan Vergil ebbe una spiacevole sensazione di deja vù; era come se il suo sguardo non riuscisse a penetrare la materia attorno al covo di Edera. Proprio come la rocca di quella missione che aveva dovuto compiere da solo. Il fatto che avessero disposto delle simili contromisure significava che i nemici, oltre a possedere risorse non trascurabili, avevano una conoscenza piuttosto profonda della realtà ninja della Foglia. Ma c'era un'altra sorpresa. Quando l'Hima sciolse la trasformazione Vergil non potè fare a meno di notare i vistosi tutori agganciati ai suoi arti inferiori. Evitò commenti e addirittura di guardarlo - giacchè aveva scorto il tutto grazie alla visione telescopica - ma il suo umore si rabbuiò ulteriormente. Mandare in missione un jonin menomato, comunque la si vedesse, non era una gran mossa. Ma tant'era. Il suo livello di attenzione era già al massimo, pertanto preoccuparsi ulteriormente sarebbe stato solo inutile e dannoso.

    Ascoltò laconico il discorso dell'Hima, senza nemmeno guardarlo. La sua decisione di andare per primo lasciò lo Hyuga indifferente: portare un grado comportava delle responsabilità. La sigaretta che quello si era acceso, invece, portò Vergil a girarsi e guardarlo con aria neutra, anche se i pensieri che in quel momento aveva erano tutt'altro che neutri. Quando finalmente quello si decise ad entrare nella botola Vergil tese le orecchie per captare quanto poteva, ma poichè non giunse niente si limitò ad attendere che la piccola Uchiha lo precedesse. Prima di entrare lui stesso sollevò appena lo sguardo verso il genin che avrebbero lasciato indietro, un altro Uchiha di qualche anno più giovane di lui. Non soffermò lo sguardo più di un attimo, immergendosi nell'oscurità dello stretto tunnel subito dopo. Così come un jonin menomato, anche un genin - a meno che non eccezionalmente dotato - era fuori posto in una missione di quel calibro. Ma fortunatamente non era un problema suo, almeno finchè non avesse dovuto contare sugli altri. Mai però tale eventualità di era realizzata e Vergil era confidente che le cose non sarebbero cambiate. Proseguì dunque senza un secondo pensiero.

    Le pareti erano impenetrabili al suo sguardo anche nel sottosuolo, pertanto Vergil decise di diminuire il flusso di energia negli occhi[Maestria Innata]. Anche gli auricolari sembravano disturbati in qualche modo, ma lo Hyuga non ci fece caso. Difficilmente li avrebbe usati anche se funzionanti. La stanza in cui si trovarono una volta usciti dal tunnel era piuttosto piccola, con due tavoli pieni di carte ai lati, una scatola di legno al centro ed una robusta porta di ferro a sbarrar loro la strada. Fare un'analisi prima dell'azione era la prassi, e visto che gli occhi bianchi non potevano nulla il compito toccò a Miyori. Vergil osservò interessato la tecnica di cui la piccola Uchiha fece uso. Mai prima d'ora aveva visto disegni si carta prendere vita grazie al chakra; un'arte senza dubbio dalle molteplici applicazioni, anche se un pelo macchinosa.

    L'infiltrazione delle bestioline d'inchiostro si dimostrò estremamente efficace e la piccola Uchiha potè fornir loro una dettagliata descrizione della stanza precedente. Con tutta probabilità si trattava di un avamposto ed allo stesso tempo di una raffineria, ma quello che più importava allo Hyuga in quel momento era il numero di persone presenti. Sei, compreso il capo dall'evidente malumore. Una quantità consistente per riuscire ad eliminarli tutti senza destare allarmi, pertanto era fondamentale toglierne di mezzo il più possibile con la manovra che aveva in mente. Una trappola. Vergil aveva pensato a questa eventualità nel momento stesso in cui aveva messo piede nella piccola stanza, e le scatole lì presenti sarebbero servite alle scopo. Tenendo bassa la voce pertanto il chunin rese note le sue intenzioni agli altri due.

    " Dobbiamo attirarli qua in modo che aprano per noi la porta. "

    Se avessero tentato di sfondare quella solida barriera di metallo, infatti, avrebbero provocato un tale frastuono da mettere in allarme tutti i nemici presenti nel covo, perdendo il fondamentale fattore sorpresa. Fortunatamente quello era il campo dello Hyuga: l'assassinio tattico e silenzioso.



    " Nascondetevi ai lati appena fuori dalla stanza, dietro le pareti. Penso io al resto. Intervenite solo se scorgete sopravvissuti nell'immediato. "

    Difficile, infatti, che per una cosa come quella che il chunin dagli occhi di luna aveva in mente più sarebbero venuti a controllare più di due o tre individui. E lo Hyuga era confidente di poter sistemare quel numero di avversari senza troppi problemi, in modo pulito, efficace e silenzioso. Resistenza al piano da parte del jonin menomato era possibile, ma se quello aveva un po' di sale in zucca rimasto avrebbe capito che lasciare agire l'erede della casata principale era la cosa migliore. Una volta che i due fossero usciti dalla stanza come suggerito Vergil sarebbe entrato in azione. Individuò una pila di scatoloni a metà della stanza, si avvicinò e, usando la forza necessaria a far sembrare che fosse caduto perchè male appoggiato, ne buttò a terra uno. Il rumore che questa - evidentemente colma di materiale - causò fu senza dubbio udibile dall'altra parte. Con calma il chunin degli Hyuga effettuò poi un paio di passi felpati e si posizionò al centro della stanza, vicino alla cassa piena di droga. Dato che non utilizzava quella tecnica da mesi chiuse appena gli occhi per concentrarsi; in breve tempo il chakra rivestì la sua intera persona, facendolo sparire[Slot Tecnica Avanzata]. A quel punto Vergil non aveva che da attendere le sue vittime. Da quel punto della stanza era in grado di colpire mortalmente chiunque entrasse da quella porta senza fornire alcuna via di scampo.

    Se tutto fosse andato come doveva da uno a tre individui avrebbero aperto la pesante porta metallica, entrando nella stanza dove il predatore li aspettava. Non appena qualcuno dei venuti a controllare gli avesse offerto le spalle Vergil avrebbe agito: fulmineo, avrebbe piroettato verso il malcapitato - tornando visibile - per tentare poi di affondargli la lama celata alla base del collo, recidendo la spina dorsale[I Slot Azione][VEL:575][POT:30]. Sfruttando il movimento rotatorio, inoltre, avrebbe teso l'altro braccio verso una eventuale seconda persona, tentando di recidergli i nervi alla base del collo - o addirittura di decapitarlo, dipendeva dalla distanza - con il costrutto fiammeggiante a forma di una lunga katana che si generò dal suo palmo in pochi attimi[Slot Tecnica Base & II Slot Azione][VEL:575][POT:60][Impronta Devastante].



    Nel caso di una terza persona presente, poi, assunta la sua ragionevole vicinanza con i tizi appena bersagliati, lo Hyuga non le avrebbe nemmeno lasciato il tempo di gridare. Continuando il movimento rotatorio con una finta a sinistra tramite il bacino Vergil avrebbe colpito nuovamente con il costrutto infuocato, sempre mirando alla gola. Più volte se necessario[Movimento Gratuito & III & IV Slot Azione][VEL:575]. Se invece la manovra iniziale non si fosse dimostrata sufficiente per eliminare i primi due allora Vergil si sarebbe concentrato su di loro, effettuando un fendente al cuore al primo per poi scartare a destra, girare su di sé e scagliarsi nuovamente contro il secondo con un tondo alla gola. Solo dopo si sarebbe voltato, in guardia, per fronteggiare il terzo e quelli che eventualmente fossero giunti.

    Se invece fossero entrati nella stanza più di tre individui Vergil avrebbe atteso finché solo due fossero rimasti nella stanza, procedendo poi allo stesso modo e tentando di trafiggere un terzo mentre rientrava nella distilleria. A quel punto, ragionevolmente, i rimanenti nemici sarebbero accorsi per fronteggiarlo. E proprio in quel momento Vergil sarebbe indietreggiato sapientemente verso l'uscita, senza mai offrire le spalle, in modo da attirarseli dietro ed offrire agli altri due shinobi la possibilità di un attacco a sorpresa[Movimento Gratuito].
     
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45 replies since 17/1/2012, 22:04   1438 views
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