Disinfestazione

[QdV Konoha]

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    Disinfestazione.
    Allusioni Volontarie.


    Il giorno prima avevo ricevuto la comunicazione ufficiale, doveva restare tutto segreto, avevo avuto giusto il tempo di prendere una feria dall'ospedale per non destare alcun sospetto e sistemare l'equipaggiamento al meglio. Non avevo dormito granché la notte, complice il fatto che il cuore mi rimbalzava in giro per il petto come un cavallo scatenato, del resto era la prima volta che Konoha si mobilitava per qualcosa del genere. Certo, avevo avuto il mio impiccio con i criminali del porto, ma non di quelle dimensioni, non al punto da richiedere così tante persone per dare battaglia. Avevo paura di quello che poteva succedere e non mi vergognavo affatto di sentirmi angosciata e sotto pressione per quel lavoro. Era come mettersi definitivamente in gioco per qualcosa in cui credevo seriamente, nello sperare che qualcosa cambiasse e che nessuno, passeggiando per il porto, rischiasse di scomparire nei vicoli per non fare mai più ritorno. Ma ciò che volevo in assoluto, dopo tutto, era che la Foglia smettesse di avere segreti con se stessa, che smettesse di inviare Danzou a consegnare messaggi in modo fallace e rocambolesco. Volevo, anzi, volevamo qualcosa che ci unisse tutti.. almeno io e Miyori, s'intende.

    Il nostro compito, in quella situazione, era decisamente gravoso per gli standard a cui eravamo abituate: Doveva camuffarci e prendere il ruolo di due accompagnatrici per non destare eccessivi sospetti nella clientela e sapevo benissimo come avrebbe potuto reagire Miyo ad una richiesta del genere.. quindi la presi da parte, prima di fare l'ingresso nella sala, per aiutarla a sconfiggere qualche tabù su quello che stava facendo. - Miyori.. pensa a questo come un gioco, non è niente di reale, niente di brutto o in grado di macchiarti come una donnaccia.. questo è solo il nostro lavoro, ricordi quanto ci siamo dette alla Sala del The?.. Il mondo dei Ninja non ha nulla a che fare con le regole e le cerimonie aristocratiche.. qui bisogna imparare a sporcarsi le mani, a controllare la paura e a pensare che quanto facciamo è solo frutto della nostra volontà di fare del bene. - Quindi iniziai ad analizzare un possibile utilizzo della trasformazione per passare inosservata. Non era semplice inventarsi da zero una prostituta di cui prendere le sembianze, non avevo la testa per fare quel genere di ragionamento, io basavo la mia vita sulla sincerità e il libero arbitrio.. era così difficile che mi dovetti sedere un attimo su una panchina. - Anche io ho paura di quello che stiamo facendo Miyori.. non credere che non ne abbia. Mi tremano le mani al solo pensiero di infilarmi dentro quel postaccio con tutti gli occhi addosso ma dobbiamo farlo e dobbiamo sforzarci di essere convincenti. Se non per Konoha almeno per i nostri compagni che dipendono da noi per potersi infiltrare al meglio.. - Parlavo a bassa voce, quasi un sussurro, cercando disperatamente un contatto con la mia amica, per farci forza l'una con l'altra.

    Non avevamo molto tempo, alcuni dovevano essere già entrati, altri aspettavano noi per seguirci a ruota e passare come semplici clienti in cerca di divertimento. Mi concentrai attivando il Byakugan e sfruttandone il controllo per evitare dispendi ulteriori di Chakra. Fatto quello avevo bisogno di un travestimento degno e pensai ad ogni ragazza che avevo incontrato fino ad allora.. e solamente una era stata così bella da potersi tranquillamente spacciare per una signorina senza far saltare la mosca al naso a nessuno: Fujiko-Sensei!. Se non altro avevo guadagnato quattro volte il seno di prima, cosa avrebbe dovuto rendermi molto meno sospetta di una diciassettenne dagli occhi bianchi. Per il vestito avevo scelto un abito lungo e rosso con un pesante scollo a V sul davanti, per non parlare di tacchi a spillo vertiginosi che si aggiravano sul tacco 12. Ero pronta, mi sistemai al meglio i capelli usando il riflesso di una vetrina come specchio. Era ora di entrare. Tesi la mano a Miyori, dopo che aveva scelto la sua trasformazione, per entrare mano nella mano come una coppia di ragazze dai facili costumi, facendo anche cenno a chi era rimasto di seguirci.

    Una volta dentro il puzzo di alcol e luridumi mi travolse in pieno facendomi lanciare una piccola smorfia di disgusto. Per rendere più credibile la nostra copertura, mi portai vicino ai "clienti" designati, ovvero i miei compagni, invitandoli a seguirmi per estinguere quel "piccolo debito" che gli dovevo, assieme alla mia amica. Non so perchè mi venne in mente di richiamarli a quel modo ma credevo che fosse una valida strategia per non dare nell'occhio.. chissà quante giovani aveva contratto debiti di gioco o, peggio, di droga e dovevano ripagare in quella maniera. Mi sentivo lo stomaco in subbuglio e la voglia di vomitare alle stelle, ma rimasi salda e cercai di guarda in giro con il Byakugan che non vi fossero nemici in agguato tra la folla prima di dirigermi verso il nostro amico barista.

    - Salve Riko.. noi siamo dei clienti abituali e volevo mostrare ai miei.. colleghi.. quel posto particolare dove non dovrebbe mai andare nessuno. Veniamo dall'alto. - Cercai di evitare le parole Shinobi, Amministrazione, Ninja, E altro perché anche i muri potevano avere orecchie, ma se proprio non avesse capito avrei abbassato il più possibile la voce per rivelargli la verità e farmi indicare le stanze incriminate dove dovevano trovarsi gli ingressi al sotterraneo. Mi sentivo ancora il cuore in gola mentre avanzavamo verso la zona dei privè, da li a poco sarei rimasta da sola a fare da guardia ad un buco con la responsabilità di un intero team che gravava sulle mie spalle. Cercai di non pensarci e di rimettermi agli ordini ricevuti, salutando Miyori, prima di entrare nella stanza numero 15 assieme al resto del team. Da qui in poi avrei potuto anche sciogliere la trasformazione data la sua inutilità ed il consumo di Chakra costante. Il piano non sembrava piacere a tutti, in particolare Shika Nara pareva essere lievemente interdetto, almeno nell'espressione. - Qualcosa non và Shika-San? - Domandai a bassa voce mentre controllavo per l'ennesima volta l'equipaggiamento. Adesso era tutto in mano a noi.
     
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