Disinfestazione

[QdV Konoha]

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  1. Shinodari
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    Si va in scena: Atto secondo



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    «Parlato di Miyori Uchiha»


    Il piano di infiltrazione sembrava essere riuscito.
    Una volta riacquistata la mia identità, attesi la ricognizione dei due hyuga.
    Non fu un problema trovare la botola, sebbene il fumo maleodorante prodotto dalla sigaretta del mio capogruppo tendesse a snervarmi non poco, ma non lo diedi a vedere, mantenendo la mia espressione serafica.
    D'altro canto la tentazione di afferragli la sigaretta e spegnerla schiacciandola sotto la suola della mia scarpa era davvero forte.
    D'accordo a dare un tocco di coerenza alla nostro “Gioco delle Menzogne”, ma all'interno della stanza era meglio mantenere l'aria sgombra da agenti nocivi.
    La via d'accesso ai sotterranei era avvolta dall'oscurità.
    La luce che filtrava alle nostre spalle mostrava una rampa di scale, i cui gradini man mano perdevano i loro contorni fino ad essere inghiottiti dalle tenebre.
    In fondo non era un vero problema, ero stata addestrata a muovermi nelle tenebre.
    In caso di necessità avrei attivato la mia visione notturna, sfruttando l'energia mistica degli shinobi, comunemente chiamata: chakra.
    Non ebbi nulla da obiettare sulla disposizione del gruppo proposta dal jonin.
    Le mie capacità erano adatte per supportare entrambi gli hyuga, per cui restare nel mezzo era l'opzione migliore.
    Annuii senza replicare, attendendo che il capogruppo ci facesse strada.
    Prima di sparire nell'oscurità, salutai con la mano Atasuke san.
    Sperai che l'aiuto del team medico non fosse necessario, ma razionalmente parlando dubitavo uscissimo illesi da quei sotterranei.
    Considerando che il fattore sorpresa era di importanza fondamentale in questo tipo di missione, mi mossi in maniera tale da produrre il minimo rumore.
    Man mano che scendevamo mi accorsi che gli occhi si stavano abituando a quelle condizioni di illuminazione scarsa, tanto che dopo un po' mi parve di vedere una debole luce provenire verso il basso sulla nostra sinistra.
    Nel mentre Atasuke san ci informò che aveva predisposto delle trappole, sebbene cominciassero a sentirsi dei rumori di fondo; probabilmente entro breve gli auricolari sarebbero stati resi inutilizzabili dalla schermatura rocciosa.

    Ci ritrovammo, dopo una repentina svolta, all'interno di una stanza quadrata, abbastanza grande da fungere da magazzino; perlomeno fu quella l'idea che mi diede ad una prima occhiata.
    L'illuminazione proveniva dai dei led incassati sul soffitto, per nulla usurati.
    O erano alquanto scrupolosi nella manutenzione della loro attrezzatura oppure erano materiali relativamente nuovi.
    Guardandomi intorno il mio sguardo cadde su una serie di mappe e rotoli, alcuni dei quali sigillati con la ceralacca.
    Non mi mossi dall'ingresso, fino a quando Alexander san non diede il via libera per poter entrare.
    Per il momento eravamo da soli, ma oltre quella porta finemente cesellata poteva esserci chiunque.
    Il mio primo compito fu quello di fare un'analisi rapida dei documenti presenti nella sala.
    Visto che il tempo scarseggiava focalizzai la mia attenzione sulle mappe del villaggio su cui erano segnati dei punti con l'inchiostro rosso e staccai la lista attaccata al muro che conteneva una serie di nomi, a ciascuno dei quali era associata una particolare via di Konoha. Facendo rapidamente mente locale sui luoghi contrassegnati sugli incartamenti, provai a fare un'ipotesi sul loro probabile piano d'azione. Mandai a memoria il più possibile nomi e locazioni, poi presi tutto il materiale cartaceo, compresi i rotoli sigillati e li infilai nelle sacche del mio equipaggiamento. E per sicurezza recuperai anche io uno dei sacchetti contenuti all'interno della scatola, per una successiva analisi, avvolgendolo in un fazzoletto, e facendo attenzione a metterlo in un posto sufficientemente al sicuro da non subire troppi scossoni in caso di combattimento.
    L'ultima cosa che non volevo in quel frangente era di respirare polveri, o quello che erano, di dubbia provenienza.

    Facendo sempre molta attenzione a non fare rumore eseguii la seconda parte degli ordini del nostro capigruppo, fruttando la mia capacità di dar "vita" ai miei disegni [TS Bestia Illustrata].
    Con il pennello intriso nell'inchiostro nero “disegnai” una coppia di minuscoli ragni [1/8 di slot dimensionale ciascuno]. Per i nostri scopi quella dimensione andava bene, in quanto mi servivano che si infiltrassero oltre le fessure della porta e controllassero per noi cosa ci fosse dall'altra parte.
    Li dotai della capacità tipica delle aracnidi, ossia di muoversi sui muri [AdR].
    Mi posizionai dietro i miei compagni, in modo da poter riferire a bassa voce le informazioni che avrei potuto ottenere dai miei piccoli amici d'inchiostro, ma allo stesso tempo da non essere loro d'impaccio se la situazione fosse degenerata.
    Il passo seguente fu di muoverli in modo tale che il primo passasse sotto la porta nell'angolo sinistro, sfruttando la zona in ombra, mentre il secondo lo feci salire sulle mura facendolo penetrare nelle fenditure tra roccia e porta nell'angolo destro in alto; anche in questo caso cercando di farlo muovere lungo le zone d'ombra.
    Una volta che fossero passati, li avrei fatti muovere in modo tale da restare nell'ombra o in penombra se non fosse stato possibile altrimenti, nel tentativo di mappare in maniera dettagliata tutto quello che c'era oltre la porta (uscite, corridoi, mura, mobilio, presenze, ecc...). Potendo percepire coi loro sensi avrei fatto la massima attenzione a non farli scoprire, anche a costo di bloccare del tutto la loro avanzata fino a quando il pericolo non fosse stato scongiurato.
     
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