Quartiere - Aburame

[Ambientazione]

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    Pochi giorni erano passati da quando era uscito dal vecchio covo della radice insieme ad Oboro.
    Pochi giorni che gli servivano per riflettere riguardo alla posizione da dare alla kunoichi mostratasi fin ora un gradino sopra all’incarnazione stessa della fedeltà.
    Quello di capo del corpo speciale del villaggio non era un incarico da poco, ed era quello il motivo per cui ancora era vacante: l’assenza di un individuo sufficientemente esperto e fedele a cui poter assegnare quel posto. L’aburame pareva essere l’elemento giusto, o almeno così pensava Raizen, aveva mostrato dell’equilibrio ed era più propensa a riflettere che ad agire, un lato caratteriale che doveva essere preponderante in un ninja, soprattutto se a controllo del reparto d’elite di uno dei villaggi più forti dell’accademia.
    Ma non poteva permettere che un reietto come lo era lei diventasse un elemento così importante, il clan da cui proveniva la vedeva fin troppo male, ed inimicarsi anche un solo clan non portava mai a niente di buono, per questo la kunoichi necessitava di riabilitazione.
    Ed al contempo dei discepoli.
    A Konoha l’arte dei veleni era stata dimenticata da fin troppo tempo e gli Aburame erano gli unici a praticarla grazie alla stretta interazione con le serre ed alla particolare capacità dei loro piccoli esserini di trasmettere le loro creazioni.
    Certo, gli mancava qualcuno a cui potesse farla apprendere, qualche piccolo ninja interessato ad un arte così meschina in quanto la sola Shizuka non poteva occuparsi di tutti i veleni del villaggio.
    Vergò le lettere, o per meglio dire le dettò alla sua segretaria, dando appuntamento a tre shinobi.

    […]

    Quando il piccolo gruppetto entrò dalla porta trovò l’Hokage in veste diplomatica, volendo usare i suoi vocaboli era stato “strigliato e vestito a dovere” così da esser sicuro di non apparire maleducato, o inadatto. I nobiloni tenevano alle apparenze, e a lui importava poco se questo comportava solo un cambio d’abiti e una pettinata.
    Avrebbe fatto entrare per prima Oboro, ricevendola da sola e sorridendogli appena i loro sguardi si fossero incrociati, stendendo le labbra in un sorriso indecifrabile.

    Non ho mai conosciuto mia nonna, ma sono più che certo che quando andava a giro sembrava meno vecchia di te.

    Ironia. Ecco cosa era il sorriso.

    Riusciamo a far camminare gli storpi con i giusti tutori e te vai a giro con un bastone?
    Siediti va prima che ti vengano i reumatismi!


    Gli porse gentilmente una sedia mentre lui si spostò dietro la scrivania a passi misurati iniziando a parlare.

    Non so quanto tu ci abbia badato D’vorah, ma ti ho osservato.
    Da quando hai riniziato ad essere più attiva nel villaggio ed anche il tuo passato.
    Inizialmente eri perfetta per essere la mia spia, non so se ricordi il primo discorso che facemmo in proposito, poi però sei cambiata, in più di un senso, mostrandomi una fedeltà fuori dal comune, non so se a me o al villaggio.
    Poco importa alla fin dei conti, basta essere fedele ad uno dei due per esserlo ad entrambi.
    Diciamo che quello che ciò che ho visto mi ha permesso di assegnare un ruolo che ancora non ero stato in grado di assegnare a causa della mancanza di elementi adatti.
    La squadra speciale non ha ancora un leader, un capo, e pensavo che potessi essere tu a ricoprire quel ruolo.


    La osservava di quando in quando mentre si spostava di qualche metro mentre camminava tra la sua scrivania e la finestra che dava sul villaggio.

    Hai il vecchio quartier generale della radice, adesso.
    E direi che non sarebbe male ultimare le pulizie per far risorgere quello che un tempo aveva dimora in quel luogo. I corpi speciali fino ad ora erano… pft.
    Vorrei definirli con un insulto ma mi limiterò ad inadeguati.


    Trasse un profondo respiro.

    Sarete al mio servizio e di voi nessuno saprà nulla, e quando intendo nessuno intendo che avrete lavori fittizi e coperture a sufficienza per sembrare comuni ninja. Non vi conoscerete nemmeno tra di voi, solamente tu, e io conosceremmo tutti i membri, ma loro non conosceranno noi.
    Se mai qualcuno di loro venisse catturato, interrogato o torturato non potrà diffondere il cancro, qualsiasi ramo può esser perso, anche se ovviamente faremmo in modo che non accada mai.
    Mi terrai informato su spostamenti e informazioni raccolte, avrai una certa indipendenza nell’elaborazione delle missioni ma i loro risultati e intenzioni mi andranno comunicati.
    Sarai la mano nascosta che getta il sasso.


    Attese le repliche dall’Essere prima di far entrare i due neo genin, uno dei quali era stato già addestrato da lui in prima persona.

    Hiro e… Ayuuki, giusto?

    Aveva imparato col tempo che il primo approccio era importante, decidendo di essere lievemente meno rude con i piccoli ninja con cui veniva a contatto, dopotutto rispetto a lui erano bambini, da qualsiasi punto di vista. Quante persone aveva visto Ayuuki imponenti come il Pilastro del Fuoco?

    Hiro, tu già conosci queste mie convocazioni, ma tu Ayuuki no.

    Voce alta e baritona, la cassa toracica del Colosso era grande a sufficienza da farlo parlare con la stessa profondità di un Taiko.

    Molto semplicemente, la potenza di un villaggio, si basa su quella dei singoli elementi.
    E voi, necessitate di crescere, di apprendere per renderlo più forte.
    Per rendere la Foglia più forte, rafforzandovi.


    Li guardò entrambi.

    E ci sono arti nascoste ma efficaci che vi permetterebbero con dell’astuzia di mettere pure me nel sacco.
    Certo dipende da quanto siete astuti.


    Sorrise mentre uscendo dalla stanza si volto verso di loro.

    Adesso andiamo, siamo attesi.

    Camminò davanti al piccolo gruppetto, un ombra nera e ordinata fatta da un pregiato kimono nero a doppio strato, con la parte sottostante di un rosso intenso e scuro che gli si abbinava agli occhi. Chiunque avesse preso a vestire l’Hokage per le grandi occasioni aveva a cuore il suo lavoro, la perfezione dell’abito, dei ricami e dei colori era sconcertante, considerando soprattutto che era raro vederlo vestito in quel modo.
    Si incamminarono rapidamente verso il quartiere Aburame.
     
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