Quartiere - Aburame

[Ambientazione]

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  1. Mberu
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    L'appello dei genin

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    a1s1si



    Per la prima volta in vita mia indossai un kimono nuovo di zecca.
    La delicatezza del tessuto mi accarezzo la pelle mentre lo indossavo, i lembi scesero dolci lungo il mio longilineo corpo, sagomandolo come mai nessun abito aveva fatto fino ad allora.
    Bianco, lo stemma di Konoha era cucito al petto. Era evidente che fosse stato fatto a posta per me.

    Grazie all’ultimo lavoro che avevo compiuto presso una sgarbata signora, tal Machiko, fui in grado di acquistare un nuovo kimono.
    Apparentemente, nella vita di uno Shinobi, erano più le occasioni formali degne di essere vissute in abiti formali che le missioni da portare avanti con il mantello in dosso.
    Era già la seconda volta che dovevo presenziare in veste di Genin ad un evento che richiedeva una certa formalità. La prima fu in occasione dell’inaugurazione del Dojo di Atasuke Uchiha, dove mi presentai con un kimono vecchiotto e troppo grande per me, appartenuto però a mio padre.
    Addentrandomi sempre più all’interno della società degli shinobi questi eventi iniziarono a moltiplicarsi, l’ultimo, era stato indetto per volere del Hokage.

    Raizen era una una delle figure più carismatiche che avessi mai incontrato. Dai modi burberi certo, ma pur sempre attorniato dall’aura di potere di chi sta al comando e gode nell’esserlo. Inevitabilmente mi sentivo attratto da quel personaggio, incarnava la potenza e la volontà dello stesso ninja che sarei voluto divenire io.
    Motivo per cui, fui molto contento di far entrare il corvo che batteva alla finestra, portatore del messaggio del capo villaggio.
    A primo acchito pensai che volesse introdurmi ad una nuova forma di chakra, scorrendo però fra le righe della missiva capì che non si trattava di questo. Il dovere che mi spingeva a presenziare non era collegato alla mia formazione in senso stretto, bensì ad un dovere di tipo amministrativo.
    Non capì bene quale sarebbe stato il mio ruolo, non avevo alcun legame con il clan Aburame.
    Solo una cosa mi fece capire che in fondo le mie azioni non era passate inosservate all’amministrazione. Insieme a me era stata convocata anche Ayuuki Fuyutsuki, compagna di avventure in più occasioni.
    Se pur non per incarichi ufficiali, avevamo prestato servizio in coppia per ben due volte a due cittadini del paese del fuoco, in più avevamo trascorso insieme anche momenti di diletto come alla festa di fine anno.
    Leggendo il suo nome fui più rincuorato e con animo mi preparai all’evento che si sarebbe tenuto da lì a poco, acquistando il tanto agognato kimono.

    […]

    Perfettamente in orario mi trovai nel luogo prestabilito.
    Fui sicuro di essere nel posto giusto quando vidi spuntare la mia compagna d’avventure.

    Ciao Ayuuki!

    Dissi sorridendole come sempre.

    Emozionata eh?
    Dovrebbe essere la prima volta dall’hokage per te, sbaglio?
    Comunque stai tranquilla, andrà tutto bene.. in oltre stai benissimo vestita così.


    Anche se fosse stata vestita di stracci gli avrei fatto quel complimento.
    Non provavo alcun tipo di attrazione nei confronti della giovane kunoichi, si potrebbe parlare di un candido affetto fraterno. Quello provato tra consanguinei che, anche mentendosi bonariamente a vicenda, miravano a tranquillizzare l’altro.

    Poco dopo aver concluso la discussione con Ayuuki ci venne dato il permesso di entrare.
    All’interno della stanza, oltre al possente Hokage stupendamente vestito, era anche presente un altro individuo. Raizen, con il suo splendido kimono, attirò l’attenzione del genin dai capelli scarlatti che qualche istante dopo, venne rubata dalla seconda persona presente.
    Quest’ultima indossava un mantello e, sorpresa, una maschera Anbu.

    Mh?

    Nuove ipotesi presero spazio nella mia mente.
    Che dovessimo infiltrarci nel clan Aburame? No, non aveva il minimo senso.
    Forse Raizen voleva semplicemente giocare un poco, per come aveva fatto con me e Sho durante il nostro primo incontro.
    Un altro particolare mi saltò all’occhio, un bastone era vicino all’uomo delle forze speciali.

    A quest’età e ancora fa l’Anbu?
    Ho sempre pensato che morissero giovani...


    Pensai fra me e me mentre mi inchinavo per salutare i due.

    Sissignore, sono Hiro Abe.

    Dissi con voce chiara e cristallina, ma pur sempre da adolescente.
    Non indugiando oltre, l’hokage andrò dritto al punto, loro erano delle nuove leve nel villaggio e in quanto tali erano delle lame che andavano smussate per essere rese il più letali possibile.
    In più, Raizen menzionò delle arti nascoste, cosa che mi permise di mettere qualche tassello apposto.

    L’Anbu doveva probabilmente svolgere un ruolo da osservatore se non addirittura di insegnante. Chi meglio di loro sapeva operare nell’ombra? Il compito degli Aburame mi era ancora oscuro, così come quello degli abiti cerimoniali. Chissà con quale diavoleria il capo del villaggio ci avrebbe messo a confronto.

    Accodandomi all’hokage, mi misi di fianco ad Ayuuki e dandole una leggera gomitata, iniziai a parlarle all’orecchio.

    Cavolo un Anbu!
    Mi sa che c’è qualcosa di grosso in ballo!


    Bisbigliai fremente come il ragazzino che ero.


     
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