Prigioni di Konoha

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  1. Jotaro Jaku
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    Incontri di Sangue


    L'Essere era nel villaggio, nascosta, mentre seguiva le peripezie di uno straniero. Un uomo vestito come uno straccione, forse un mercante in rovina, forse un ninja; chiunque fosse, era appena entrato fingendosi un venditore di articoli per falegnameria, e la ninja gli era stata addosso fin dal momento in cui il piede di lui aveva superato il muro d'ingresso.
    Il suo corpo era cambiato, ma sotto sotto era sempre Oboro, e la sua abitudine di analizzare le persone non era scomparsa; quell'uomo non aveva le mani di un falegname, nemmeno lontanamente.
    L'inseguimento durò circa 30 minuti, tempo nel quale il finto mercante si allontanò molto dalla zona a lui preposta, per recarsi verso gli archivi, e sgusciare silenziosamente verso una finestra. Dopo averla rotta si precipitò dentro, e la Vespa subito sotto di lui, si appiattì immediatamente davanti alla finestra, per ascoltare. L'uomo era dentro la stanza e stava cercando in fretta e furia qualcosa. Dai movimenti sembrava che non cercasse qualcosa in particolare, ma più che altro qualcosa e basta da portare via con sè. La madre della nidiata espulse un insetto della comunicazione dalla sua cavità orale, e con un gesto della mano lo fece volare sul davanzale perchè riportasse informazioni. Dopo circa due minuti, l'uomo si avvicinò nuovamente alla finestra per scappare, e l'insetto si precipitò di nuovo nella bocca di D'Vorah, la quale alzò in fretta le mani e afferrò il collo dell'uomo, tirandolo in avanti e sbattendolo a terra nella polvere. Da sotto i cenci che nascondevano il volto dell'uomo, emerse un signore di mezza età, più spaventato che altro, che alla vista di una figura tutta ammantata, per poco non emise un urlo, proprio lì per terra, ma balbettò qualcosa, per poi frugarsi in tasca.

    - Io, loro, i miei debiti di gioco, non voglio morire! -

    Quello che ne seguì fu una grossa nuvola di fumo, e l'uomo che maldestramente scappò da essa. Era l'ultima volta che un simile cretino metteva nel sacco questo Essere.

    La ninja lo inseguì in fretta, e dal momento che lui spesso si voltava indietro per vedere se fosse seguito, si divertì a mettergli paura, per farlo scappare nella direzione che ella preferiva. Corsero per quasi un'ora a casaccio, fino a che l'uomo, non iniziò a rallentare quasi del tutto; Oboro lo aveva spinto verso le prigioni, che in quel periodo erano in stato di ristrutturazione, e lì lo avrebbe bloccato, ma poco prima di arrivarci, la ninja scorse da lontano alcune figure davanti al palazzo in costruzione, e li riconobbe come ninja della foglia.
    Non avrebbe permesso ad altri di avere la sua preda, che l'aveva oltretutto insultata con quel ridicolo trucco del fumogeno.
    Oboro aveva rincorso per tutto il tempo l'uomo saltando tra gli alberi. A quel punto li separavano pochi metri, distanza che si assottigliava sempre di più via via che si avvicinavano alle prigioni, a quel punto, un movimento della mano avviò l'abilità di eliminazione di Oboro. Una leggera nuvola di insetti fuoriuscì dalla bocca in direzione della nuca dell'uomo, e poco prima di colpirlo, assunse la forma di una sorta di shuriken allungato che roteò fino a colpirlo. E a decapitarlo.
    La testa rotolò fino a piedi dei ninja lì davanti, macchiando di sangue lo sterrato. Il corpo cadde in un tonfo sordo.
    La Vespa si avvicinò a quest'ultimo e frugò tra le sue cose, trovando un biglietto spiegazzato e un rotolo con un sigillo della foglia, la refurtiva. Si trattava di un rotolo contenente alcune spiegazioni sulla tecnica del Loto della Foglia. Note più che altro, un rotolo che da solo, costituiva ben poco bottino. Il foglietto spiegazzato invece recitava:

    CITAZIONE

    "Se vuoi essere libero da quanto ci devi, paga 6000 ryo entro la fine della settimana, o sei morto. Incontrerai l'uomo a cui versare il denaro alla panca verde nella seconda piazza, tra 6 giorni esatti all'alba."


    La ninja ripose gli oggetti nelle sue bisacce, e si avvicinò ai colleghi, raccogliendo la testa per i capelli, e alzandola ad altezza volto, per mostrarla.

    - Un piccolo criminale signori. Voi non siete criminali vero? -

    Oboro vestiva il suo classico mantello nero, che aveva sostituito alla tenuta Aburame, della quale però riprendeva alcuni dettagli come l'alto colletto, unito ad un cappuccio, e alla sua maschera color ocra, che portava sempre sul volto, per non mostrare la pelle. Il mantello era lungo e arrivava fino al piedi. Le mani erano coperte da guanti.


    OT
    CITAZIONE
    Free per Sho, Ryose e Casin
     
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