Prigioni di Konoha[Gestionale]

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  1. Casìn
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    Incontri di Sangue
    Gira, gira la catena

    Ancora una volta sarebbe stato il suo compromesso istinto a guidarlo per le via del villaggio. Ovviamente, senza una precisa meta e rigorosamente alticcio. Arrancava appoggiandosi alle pareti, non curante della gente che avrebbe trovato per strada. D'altronde, ci avrebbero pensato loro a schivarlo, lui era già tanto se riusciva a camminare. Procedeva con un ritmo lento, ondulando leggermente prima di poggiare il piede alzato a terra. Gli rimbombava la testa, avanzava con sguardo spento e poco attento. «Gira, gira...» Continuava a ripetersi. «... la catena.» L'aveva sentito urlare da uno strano ometto qualche ora prima. Egli era fermo, immobile, all'entrata di un piccolo chiosco e stava roteando un piccolo e arrugginito catenaccio. Di primo acchito ignorò completamente quello strano individuo, ma adesso, come un impulso quelle parole gli erano tornate in mente e, come un petulante motivetto musicale, non voleva schiodarvisi. Poteva giurare di averlo sentito chiamare "Betty", ma, sotto gli effetti dell'alcool, fidarsi dei suoi sensi poteva essere una bella scommessa.

    Con il passare del tempo, la sua lenta marcia lo portò in una spaziosa via del Villaggio della Foglia. Un discreto numero di persone, di ad occhio varie mansioni, la affollavano creando un via-vai decisamente troppo frenetico per i suoi gusti e le sue condizioni. Con non poca fatica e difficoltà, riuscì a districarsi in quel tumulto, appoggiandosi ai vari passanti e sfruttando come ulteriore spinta i vari strattoni che lo colpivano. Una volta giunto al ciglio apposto si voltò, per vedere quanta gente si era lasciato dietro e per compiacersi dello sforzo fatto, che da ubriaco poteva essere una bella soddisfazione. La sua attenzione si posò su un altro personaggio, vestito di stracci, che stava correndo come un forsennato, guardandosi freneticamente alle spalle. Dopo "Betty", il misterioso ometto che passava il tempo a roteare la sua catena, anche da ubriachi si inizia a dubitare delle proprie doti visive scambiando spesso quel che si vede per delle allucinazioni. Quindi, senza se e senza ma, si voltò nuovamente con il viso rivoltò verso una nuova viuzza, stavolta decisamente disabitata. Decise di distendersi per un po' sopra un vecchio materasso lasciato a marcire all'aria aperta, le gambe si erano fatte pesanti e tutto quel camminare gli aveva messo sete. Ecco, un altro sorso di liquore, un "buon" materasso e cadde in una ristoratrice pennichella.

    Si risvegliò nella medesima posizione circa un'oretta dopo, confuso. Miracolosamente si trovava nello stesso luogo e l'equipaggiamento era sempre presente nelle sue tasche. Gli capitava spesso di aver bisogno di questi pisolini, specialmente dopo una sbronza, all'incirca duravano tre ore ma stavolta vi fu uno strappo alla regola. Chissà un giorno dove lo avrebbero portato questi sonnellini.
    Si rialzò lentamente, stavolta con l'intento di arrivare dall'altra parte del cunicolo. Poteva intravedere un edificio in costruzione, mai visto una cosa simile, anche se fosse stata un'allucinazione una sbirciatina non avrebbe fatto male a nessuno. Si incamminò notando lui stesso come il passo si era fatto più svelto, anche se ancora non riusciva a camminare in linea perfettamente retta. «Gira, gira la catena.» Ripeté ancora. Arrivò alla base della struttura, forse aveva chiesto troppo dal suo alterato fisico. Si appoggiò ad un impalcatura, non curante della compagnia che sembrava avere. Infatti, altri due ninja sembravano conoscere bene quell'edificio, almeno uno dei due. Fece per prendere la bottiglietta di liquore che aveva in tasca, quando una testa comparve, rotolando, ai suoi piedi. Inizialmente non ci fece caso, come detto prima, "Betty" l'ometto in quanto a stranezze poteva battere benissimo anche le teste rotolanti. Non notò il corpo, caduto come un sasso pochi metri più indietro, tra l'altro si trattava proprio dell'uomo che aveva visto correre prima. «Gira, gira la catena.» Portò quindi la bottiglia verso la bocca, alzando leggermente la testa e distogliendo lo sguardo da terra. Il tempo di sbattere le palpebre e vide una ragazza, ben imbacuccata nonostante il mite clima del Paese del Fuoco, che teneva in mano la testa come fosse un trofeo. Ques'ultima si rivolse a Ryo e gli altri due che gli erano accanto. «Gira.» Esitò per qualche secondo. «Gira.» Allontanò la bottiglia dalla bocca, spostando lo sguardo su di essa. «La catena.» Esitò per qualche altro secondo, mantenendo lo sguardo fisso sulla bottiglietta. Lentamente la rimise in tasca, per oggi ne aveva avuto abbastanza. Rialzò lo sguardo, guardandosi attorno. Di sicuro non avrebbe aperto bocca, forse sperava negli altri due, o forse no.
     
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