[Team 23] Più strani non si può

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  1. Caramel Biscuit
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    CITAZIONE

    Narrato
    Parlato Hime
    Parlato altrui
    Pensato


    I



    Sebbene - almeno in teoria - fosse ancora inverno, quella mattina il sole irradiava il suo calore indisturbato: il cielo era più che sereno, di un azzurro quasi accecante. Sembrava che l'animata periferia di Konoha si stesse finalmente risvegliando dall'interminabile torpore invernale. Tutto pareva avere un colore più vivido, gli abitanti erano accaldati, più allegri e loquaci.
    In una giornata del genere, stare rinchiusa in quella cella che Hime era costretta a chiamare "appartamento" sarebbe stato un vero peccato, per non dire altro... Fu così che, presa da casa sua una misera seggiola di legno che sembrava reggere a malapena, si piazzò nel cortiletto antistante al condominio a godersi la bella stagione. Circondata da erba incolta e inquietanti pali di legno conficcati nel terreno a far finta di formare una staccionata, se ne stava con gli occhi chiusi, (quasi) distesa come una lucertola al sole... Un quadretto idilliaco, se non fosse stato per i rumori molesti che provenivano dalla strada, e soprattutto da casa sua, dal condominio: un uomo che imprecava, un bambino che piangeva, qualcosa che si frammentava in mille pezzi cadendo a terra, una donna stonata che cantava... Ma se si concentrava bene, Hime riusciva quasi a sentire il canto delle prime rondini...
    Abituata com'era ormai da anni a vivere in mezzo al caos più totale, nonostante quel chiasso Hime riuscì quasi ad assopirsi. Ma proprio quando stava per perdere la parziale contezza di quello che la circondava, sentì l'inquietante cigolio rugginoso del cancelletto che separava il cortile dal marciapiede.
    Desiderosa di apparire composta, si rimise seduta in una posizione decente con uno scatto fin troppo concitato.
    Era arrivato... un postino?
    - Ah! Buongiorno signor postino! Per chi è quella lettera? - e subito si sporse dalla sedia per cercare di individuare il nome del destinatario...
    - Buongiorno, signorina... cerco una cera Aizawa Hime. E' da parte dell'Accademia -
    Hime balzò in piedi. Era per lei, era per lei! Erano un pò di giorni che aspettava notizie dall'Accademia.
    - Sono io, sono io! Dammela! - e cercò di strappargliela dalle mani. Il postino non sembrò crederle, e la schivò con aria seccata.
    - Suvvia, non farmi perdere tempo! Dimmi dov'è Aizawa Hi... - con un ultimo scatto, Hime era riuscita ad impossessarsi della lettera. Facendo per aprirla, diede le spalle a quell'irritante individuo, poi si voltò e gli disse, cacciando la lingua.
    - Sono io Hime Aizawa, capito? Che c'è, non ti sembro una che può ricevere posta dall'Accademia ninja? -
    Il ragazzo fece una faccia scettica. Dopodiché, fece finta di scusarsi e si congedò. Una volta che il postino fu sul marciapiede, Hime gli indirizzò un'ultima linguaccia.
    - Finalmente sola con la lettera... -
    Con mani tremanti, l'aprì. Gli occhi scorsero rapidi le poche righe.
    CITAZIONE
    Cara Hime Aizawa,
    Sei stata selezionata dall'accademia per partecipare ad un corso genin nel team 23 sotto la guida di Atasuke Uchiha, Genin della Foglia. Con questa lettera sei invitata a presentarti alle porte del villaggio dove incontrerai il resto del team. L'incontro è previsto in data XX/XX/XX alle ore 7:00 del mattino. Una volta raggruppati dovrete raggiungere un capo posto nella foresta poco a nord delle porte. Seguite la mappa allegata e non ci saranno problemi.

    Incredula, diede un'occhiata alla mappa, fatta (neanche troppo bene) a mano. Ma in quel momento, Hime non ci fece caso.
    Era stata assegnata ad un team! L'indomani sarebbe andata incontro all'opportunità che stava aspettando da una vita.
    ...
    Quella notte, Hime non riuscì a chiudere occhio.
    Avvolta da un lunga vestaglia bianca, se ne stava alla finestrella del suo tugurio, la lettera sulla mensola, a guardare la luna piena e l'inquietante luce argentea che gettava sul panorama e a giocherellare con i capelli, attorcigliandoseli ad un indice.
    C'era una strana calma, disturbata lievemente solo dai rumori attutiti dei festeggiamenti dei coinquilini del piano di sopra.
    Ad un tratto, si buttò distesa sul letto - che, trovandosi sotto la finestra, era il punto in cui realtà sedeva - e chiuse gli occhi.
    Chissà, quando li apro, magari, è già l'alba...
    ...
    In realtà, così non fu. La notte si rivelò essere infinita, come molte altre notti della sua vita.
    Ma alla fine, l'alba giunse, e Hime poté cominciare a prepararsi.
    Decise di vestirsi in modo "comodo e leggero", considerando che dalla mappa le era parso di capire che sarebbero andati a finire nel bel mezzo della foresta, e prevedendo che il clima fosse come quello della giornata precedente: mise una semplice canottiera bianca, una sottospecie di giacca di seta a fiori molto colorata sopra, dei pantaloncini verde militare abbastanza corti, e sandali alla schiava di legno... Ora, forse quell'abbigliamento non era il massimo per una scampagnata, ma Hime non era certo avvezza a quel genere di situazioni e non riusciva mai a liberarsi da quella atavica cura per l'aspetto estetico a cui aveva dovuto fare il callo nella sua vita precedente... Infine, prese una tracolla verde e ci schiaffò dentro una borraccia e una banana, che d'altronde era parte delle poche vivande che ormai le erano rimaste.
    - Non si sa mai...! -
    Si diede un'ultima occhiata allo specchio.
    - Si partee! -
    ...
    Senza offesa per il sensei - che era un Uchiha, oltretutto, gente permalosa - ma quel disegnino...
    Sebbene la strada fosse relativamente facile da seguire, Hime aveva dovuto combattere con l'ansia di perdersi e non arrivare in orario durante tutto il viaggio. A quell'ora, per di più, le strade erano quasi deserte e tutto era avvolto da un'azzurrina calma spettrale.
    Il panico di Hime crebbe quando dovette inoltrarsi nel fitto della Foresta: le chiome verdeggianti degli alberi chiusero il cielo, proiettando inquietanti macchie di luce sulle foglie morte e i rami secchi che scricchiolavano ad ogni suo passo; il rassicurante frastuono del Villaggio era ormai sovrastato da suoni e versi d'origine per lei misteriosa.
    Sebbene la natura, in genere, avesse sempre avuto il grande e raro potere di calmarla, la ragazza non aveva mai avuto molte occasioni di avventurarsi fra quelle fronde. Quando stava al collegio, durante le rare gite fuori Konoha, per scoraggiare le bravate delle bambine le istitutrici raccontavano storie molto tetre su quel posto, e Hime non si era mai realmente liberata di quell'ansia infantile.
    Dopo un tempo che parve interminabile, Hime vide aprirsi davanti a se una radura, che sembrava il sito di una specie di accampamento: due tende, un braciere ancora ardente...
    - Sono arrivata...? -
    Buttò un occhio alla "mappa": pareva di sì...
    Poi, finalmente, vide il Sensei...
    ...
    Atasuke Uchiha era alto, capelli e occhi neri, corporatura snella ed elegante, anche per via del modo in cui era vestito. Per fortuna, sembrava anche un tipo cordiale, a giudicare dal sorriso che portava in volto.
    Agli occhi di Hime, sembrò un'ancora di salvezza, in mezzo a quella natura incontaminata. Ce l'aveva fatta! Anzi, era addirittura la prima... strano! Sicuri che non avesse cannato qualcosa? Per fortuna, le parole del ninja la tranquillizzarono definitivamente.
    «Bene arrivati Misaka, Hime e Morinagi. Io sono Atasuke Uchiha e sarò il vostro sensei per questo breve corso. Per quanto vi possa interessare sono un Genin di Konoha, abile cuoco ed amante della natura, oltre che delle bellezze in generale. Sono lieto di fare la vostra conoscenza... Tuttava, io conosco solo i vostri nomi ed a parte Morinagi che è l'unico maschio, ignoro chi di voi sia Misaka e chi Hime. Quindi cosa ne direste di presentarvi a vostra volta raccontandomi qualcosa di voi?»
    Hime mise una mano dietro la nuca, e fece un sorriso un pò ebete, cercando le cose giuste da dire. Per fortuna, come suo solito, le parole non ci misero molto tempo ad arrivare.
    - Salve, Atasuke-sama! - Hime non è certo il massimo nelle formalità - Sono io Hime Aizawa, anche se qualcuno mi chiama Rabbit... E' una storia lunga! - fece, con aria compassata, per fomentare l'interesse degli ascoltatori.
    - Per il resto, ho sedici anni e vivo a Konoha...! Quello che amo fare è stare in compagnia e mangiare, quindi, dato che sei un ottimo cuoco, mi troverò bene con te, sensei! Eheh! -
    Dopodichè concluse quella pacchiana presentazione, con un inchino, sorridendo.

    // OT: Spero non faccia troppa pena ò__ò //
     
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10 replies since 20/3/2012, 23:51   251 views
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