[Team 23] Più strani non si può

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  1. Raccoon
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    Le cose noiose
    Capitolo 2


    Le due ragazze non risposero. Specialmente la tipa strana con gli occhi bianchi. Non se la prese particolarmente a male, comunque. Era abituato al comportamento poco corretto della gente, e difficilmente si sarebbe stupito di fronte a questa ennesima conferma. Senza contare che la tipa già gli stava sulle palle. Oppure stava solo cercando qualcosa di altrettanto tagliente per rispondere, chissà. Il sensei, quel caro ragazzo dall'aria così bonaria, non gli diede modo di scoprirlo.

    "Che abbia giudicato troppo presto questo sensei? Pensavo fosse una personcina mediocre tendente al piacevole, ma si sta rivelando peggio di quello che pensavo..."

    A farlo pensare così furono le risposte che l'Uchiha dette ad ognuno di loro: un po' banalotte, senza la minima traccia di imposizione nel caso dell'insubordinazione gratuita di Misaka, e decisamente inappropriata quella data a lui. Si astenne dal rispondere correttamente e con la cattiveria che avrebbe voluto, e si limitò a dire poche parole.

    - No, niente, sensi. Ho sbagliato, mi scusi, non dovevo prendere in giro Misaka. Mi sono fatto trascinare. Da...mmm...dall'entusiasmo. -

    Lo disse, ovviamente, senza la minima traccia di entusiasmo nella voce. Quella cosa si stava rivelando più noiosa del previsto. E Morinagi l'aveva prevista mooolto noiosa. Tirò un lungo sospiro, che uscì accompagnato da una corposa scia di fumo.
    Spense la sigaretta sotto il tacco.

    "Che può andare peggio, in fondo? Ormai ci sono e mi tocca portarla in fondo..."

    Quando il sensei li invitò a sedere, Morinagi obbedì stranamente docile, e stette ad ascoltare quello che il sensei aveva da dire. Niente, ovviamente, gli venne da pensare. Le aspettative non vennero tradite. Come non ritenere interessante l'offerta di tè, biscotti e tramezzini? Forse adesso sarebbe opportuna una breve spiegazione, per coloro che provassero una strana sensazione di incongruenza. Ma Morinagi non era un cuoco? Non aveva poc'anzi detto che lo incuriosiva aver trovato uno spirito (abbastanza) affine? Non avrebbe dovuto essere felice di poter assaggiare qualcosa preparato da uno come lui?
    Ecco, se avete risposto sì, allora non avete capito niente. Non avete capito che Morinagi, nella sua piccola fortezza domestica, aveva già varcato da tempo il sottile confine tra cucina di sopravvivenza e arte. La sua cucina, già in una fase così prematura della sua carriera, aveva già raggiunto apici di grezza perfezione, che non potevano essere raggiunti da tè e biscotti. Buoni, per carità. Ma per una serata danzante tra ottantenni. Troppo semplici, sapori piatti, senza sperimentazione. Dall'alto delle sue torri d'arroganza culinaria, Morinagi non poteva nemmeno permettersi di considerare il sensei un cuoco.
    Risultato: Atasuke perse un sacco di punti, e le sue pietanze, sicuramente ottime per un pubblico normale, vennero snobbate con una misera alzata di spalle e una nuova sigaretta infilata in bocca. Mentre la accendeva, però, Morinagi si sentì in dovere di dire qualcosa.

    - Scusi, non se ne abbia a male, ma ora non ho appetito. E soprattutto ho la bocca che sa di fumo, e mi rovinerei l'aroma. E prima di tutto vorrei trovare un posto dove darmi una risciacquata rapida. Questa resina appiccica. E puzza. -

    [...]


    Terminato l'allegro spuntino, al quale Mori non prese parte, Atasuke parlò di nuovo. Morinagi lo giudicò un grave errore. Perché sforzarsi così tanto di cadere ancora più in basso?

    "Adesso se ne esce con queste boiate come il credo ninja? Le nostre caratteristiche per aspirare al grado nija? E...oddio, no...anche l'esempio personale no! Sembra la storia di una brutta telenovela zuccherata e fritta nel miele!"

    Non rispondere, o vomitare, o spegnersi la sigaretta in un occhio sarebbe però sembrato poco appropriato, e soprattutto poco rispettoso nei confronti del sensei,che evidentemente ce la stava mettendo tutta per interessarli. Senza grossi risultati, vabbé, ma non si dice che a volte basta il pensiero?
    Visto che quindi una risposta era d'obbligo, anche se Mori odiava parlare davanti a troppa gente di cose private, tirò un'ultima, lunga boccata dalla sua sigaretta, lasciò che il fumo acre gli uscisse dal naso per ricoprirgli la faccia e parlò.

    - Allora, Uchiha-sensei, la faccenda è un po' complicata. Partiamo dal presupposto che non so bene nemmeno io perché mi sono iscritto all'Accademia. Diciamo che sul momento mi è sembrata una buona idea. Lo è? Non lo è? Non so, forse alla fine di questo corso mi sarò fatto un'idea più precisa. Comunque, la motivazione di fondo credo che sia la mia passione per la cucina. Che c'entra? Tutto e niente. Tutto, perché nel mio villaggio ho sentito parlare di una tecnica che potrebbe tornarmi utile in cucina, e perché da ninja potrei mettere mano su ingredienti che adesso non riuscire a procurarmi; niente, perché mi sembra palese che il nesso tra arte culinaria e arte magica è piuttosto...come dire...labile. Caratteristiche particolari non ne ho, anche se devo dire che se mi incaponisco sulle cose di solito le porto avanti. Anche se non mi piacciono e mi annoiano a morte. -

    Bel discorsone. Serio, e quasi senza frecciatine. Morinagi si sentì fiero di sé, e nel contempo provò vergogna. Non resistette e lanciò un'ultima battutina.

    - Ah, e vorrei la pace nel mondo e la fine di tutte le guerre. -

    Sfoderò il suo miglior sorriso fals-demente e scosse la cenere dalla punta della sigaretta. A volte bastava poco per farlo sentire meglio.

     
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10 replies since 20/3/2012, 23:51   251 views
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