The Dream's Illness[Free GdR]

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  1. Akashi
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    A Tu Per Tu



    Mentre ridevo e scherzavo coi miei cari scorsi con la coda dell'occhio che la porta si stava aprendo. Mi aspettavo che fosse un inserviente, venuto per cambiarmi la flebo o semplicemente per controllarmi la temperatura, ma con mia gran sorpresa, non c'azzeccai.


    Era Itai, l'uomo per merito del quale (o a causa del quale, direbbero alcuni) ero diventato quel che ero, un Jinchuuriki. Guardandolo provai una strana sensazione. Era simile all'indifferenza, ma non quel tipo di indifferenza che si prova nel guardare qualcuno che si vuole ignorare, era quel tipo di indifferenza che si avverte quando in casa vedi passare tuo fratello mentre va da una stanza all'altra. Insomma, era indifferenza quotidiana, quel "nulla" che provi nel vedere qualcuno che consideri parte della tua quotidianità.


    Insomma, avvertivo inconsciamente che che quell'uomo era già entrato a fare parte della mia vita, nonostante fosse passato appena un giorno. O forse sarebbe meglio dire nonostante mi fosse sembrato che fosse passato appena un giorno.


    Quando fu dentro, chiese ai miei cari di poter essere lasciato solo con me. Aveva da parlarmi in privato, di certo riguardava il Demone, non era necessario essere un asso per immaginarselo. La reazione di mia sorella a quella richiesta fu oltremodo smisurata. Un comportamento tipico da parte sua, era partita sparata a mille senza sapere chi stava cercando di zittire. Sorrisi ad Itai mentre Ami lo maltrattava verbalmente: avrei potuto dirle di stare in silenzio, che era tutto ok, ma vederla arrabiarsi mi divertiva parecchio, quindi lasciai correre sino a quando non fu papà ad intervenire dicendo che era tutto apposto e che sarebbero tutti usciti senza fare storie.


    Quando fummo finalmente soli, Itai mi rivolse la parola dicendomi di voler sapere delle cose da me. Mi disse anche che gli avevo fatto prendere un colpo. Pensai subito che fosse abbastanza strano che qualcuno fosse stato in pensiero per me senza essere contestualmente arrabbiato con me. Non succedeva molto di frequente, in effetti. Poi le parole che seguirono parvero alludere al fatto che volessi nascondergli cosa ero diventato. Presi subito a giustificarmi: Sembra quasi che tu stia pensando che volessi nasconderti cosa sono, Itai dissi, Sono sincero quando ti dico che questo non era nelle mie intenzioni...semplicemente non avevo modo di dirtelo, legato qui al letto Sorrisi per sdrammatizzare. Poi dopo qualche secondo di riflessione, utili per capire da dove cominciare a raccontare il tutto, presi di nuovo la parola e dissi: Senti Itai...non so quanto di ciò che io abbia visto possa avere effettivamente un senso...Non so nemmeno quanto quello che possa ricordarmi sia reale e quanto sia frutto di un delirio del momento. Ciò che è certo è che se ciò che ho visto aveva un senso, io non l'ho colto. Per questo motivo, io mi limiterò a raccontarti quello che ricordo di aver vissuto in quegli attimi, poi però dovrai essere tu a fare le tue considerazioni da Jonin!Ripresi fiato per qualche secondo, poi ripresi: L'ultima immagine che ricordo di te, all'esterno della bestia, è quella di te a dorso di un dragone rosso. Quando ho capito che la situazione si stava mettendo male ho subito pensato che la giara doveva essere uno strumento importante. Ho pensato che poteva trattarsi di uno strumento unico nel suo genere, dopotutto non ho mai visto vendere giù al mercato delle giare intrappola-bijuu. Per questo motivo ho invertito la rotta e ho cominciato ad allontanarmi dando le spalle alla bestia conscio del fatto che tu facevi da diversivo. Non è stato il gesto più coraggioso della mia vita, ma ho pensato che se tu eri in difficoltà, io non avrei potuto nemmeno avvicinarmi alla bestia, quindi in qualche modo dovevo rendere la mia presenza li utile. Poco dopo, ero nel suo stomaco. E qui il racconto si fa cupo e sfocato. Innanzitutto devo dirti che non ho capito esattamente dove mi trovavo. A volte ero circondato da un'immenso blu...era simile ad un grande oceano, ma non era acqua, non mi bagnava. Doveva essere chakra con tutta probabilità. Ma questo non è importante: allo scenario blu se ne alternavano altri, una volta ad esempio mi sono trovato di fronte ad un enorme cancello scuro, un'altra volta mi sono ritrovato a....bhe a picchiarti a sangue. Ti ho ammazzato svariate volte mentre ero li dentro, sei davvero così debole? Risi allegramente, poi ripresi il discorso: Credo che se nessuno mai è riuscito a sigillare dentro se stesso il Bijuu che lo aveva ingoiato, è stato perchè nessuno mai prima di me si era trovato in una strana serie di circostanze. La Umibouzu era li con me, sai? E' stato un elemento sempre presente. Credo di averla usata anche per spaccarti la testa una volta, ora non ricordo bene. Ovviamente, assieme alla Umibouzu c'era anche il suo carico, quello che avevo invano cercato di proteggere. La giara. Insomma era li e l'ho usata per sigillare il demone. Ricordo abbastanza nitidamente di essermi...bhè, fuso con lei. Ad un tratto non avevo più le mani ed alla fine delle mie braccia al posto dei polsi avevo la giara. Approposito, un tale Ryo Aokawa mi manda a dirti che sei un folle, come sempre. Non so chi fosse, ma era li dentro. Ha detto di essere un precedente portatore del Sanbi, o meglio ciò che del suo chakra ancora restava. Assieme a lui c'era anche...com'è che si chiamava? Ah si, Ishimaru! Ishimaru Uchiha. Stessa cosa anche per lui, era l'ombra di chakra di qualcuno che in passato ha tenuto il Sanbi nel grembo. Sai, questa parte credo che sia la più inverosimile. Credo che sia tutto un delirio, cancella quello che ho detto, è sicuramente una cazzata. Fantasmi di chakra, naaaa, tutte cazzate. Cancella.


    Mi voltai a guardare fuori dalla finestra quasi vergognandomi di ciò che avevo detto. Mi ero reso conto troppo tardi del fatto che fosse un'assurdità.

     
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33 replies since 16/4/2012, 22:19   607 views
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