The Dream's Illness

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  1. -Max
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Sigillo perfettamente imperfetto - Parte Prima



    Sojobo, con la spada sguainata davanti a me, ansimava quasi quanto ansimavo io. Con la decisione di non utilizzare il chakra del demone per allenarsi sconfiggere un Tengu nell'arte della spada era difficile, sconfiggere quel Tengu aveva dell'impossibile. Alla fine, stanco, rinfoderai Garyuka e lui fece lo stesso con la sua arma. Quindi, tanto per cambiare, si mise a tracannare Sakè in grosse quantità dalla fiaschetta che portava al collo. Una caratteristica fisiologica dei Tengu era proprio quella di non avere un fegato normale, ma posseduto da qualche strano spirito divoratore. Riuscivano a ingurgitare quantità di Sakè semplicemente assurde.
    Vuoi? disse Sojobo, notando che lo stavo fissando, porgendomi nel contempo il fiasco di Sakè?
    Alle nove del mattino Sojobo? Vuoi che mi senta male? rispose con una leggera risatina, ottenendo come risposta uno sbuffo e qualche borbottio.



    Solo dopo mi accorsi che dietro di me c'era qualcuno. Era Takuma. Sapevo che era stato dimesso dall'ospedale ma a dirla tutta mi aspettavo che non fosse ancora fisicamente pronto ad allenarsi. Meglio così, dopotutto.
    Ciao Takuma, vedo che finalmente cammini sulle tue gambe dissi allora al Marumasa.
    Oh, ragazzo, che piacere vederrti sano e salvo! Gradisci del sakè?
    No Sojobo, non lo gradisce sospirai divertito. Ero abbastanza certo che il vecchio Tengu mi stesse prendendo in giro. O che volesse essere cortese, solo che in genere il Saké dei Tengu portava a un'ubriacatura da "non-ricordo-nulla-la-mattina-dopo" con soli due bicchieri di celestiale nettare rosa.



    Mi avvicinai a Takuma e lo squadrai per un momento. Se era venuto lì era sicuramente per iniziare quell'allenamento che gli avrebbe impedito di esplodere come la peggiore delle bombe ad olorogeria.
    Non ti chiederò se va tutto bene Takuma, probabilmente tra poco non sarà così le mie parole erano tanto minacciose quanto sincere Spero non sia accaduto nulla questi giorni. Immagino di no, ti vedo tranquillo e non ho avuto notizia di particolari disastri per fortuna.
    Come ti ho già detto in ospedale, tenteremo di farti abituare al sigillo e quindi a controllare quando richiedere il chakra del demone gli lanciai un'occhiata in tralice Finché sei con me, non devi preoccuparti di ferire me o chiunque altro. Usa chakra... usa tecniche, quante più ne puoi, voglio vedere che succede.



    Alla seconda tecnica usata da Takuma qualcosa sarebbe accaduto. Il giovane Marumasa avrebbe avvertito una potente pressione provenire dal suo interno poi il mondo si sarebbe tinto di rosso. Rabbioso, il suo obiettivo sarebbe stato cercare di uccidermi ma non aveva poi molte speranze.





    Si sarebbe risvegliato dopo mezz'ora. Ero seduto sotto un albero, nelle sue vicinanze, con la spada sulle gambe. Sojobo continuava a bere a poca distanza.
    Non appena Takuma si riebbe del tutto gli parlai riguardo quanto accaduto.
    Se usi troppo chakra in una volta, il demone esce ero però tranquillo, e fiducioso Sono certo però che è un difetto che puoi correggere. Hai tempo da perdere, vero? Bene, voglio che continui a cercare di forzare l'evocazione del demone Takuma proprio come hai fatto. So che è difficile, ma devi contrastare il demone quando accade finché non riuscirai a ricacciarlo in maniera automatica. Avanti... non preoccuparti, se diventi troppo fastidioso, ti stendo. e non scherzavo affatto a riguardo.





    Era l'ora di pranzo quando diedi tregua a Takuma. Lo feci risposare per quasi un'ora prima di concedergli di andare via. Progressi? Quasi nessuno, ma probabilmente era troppo presto per vederne di concreti. Non era qualcosa di semplice tagliare fuori dalla propria coscienza una creatura tremendamente infida come il Sanbi. Quando decisi che aveva riposato abbastanza, rientrammo insieme al villaggio.
    Non pensare troppo ai risultati di oggi Takuma, non ti farà bene alludevo al fatto che avrebbe potuto innervosirsi Ma migliorerai, ne sono certo. Domani, nonostante i dolori, voglio che ci vediamo allo stesso posto e alla stessa ora, intesi non era un tono che ammetteva un "no" come risposta. Nemmeno le tre bastonate in testa, il pugno nello stomaco e uno schiaffo che aveva rischiato di fargli perdere qualche dente sarebbero serviti come scusa.





    Ferma la narrazione al giorno dopo, quando si presenta da Itai :guru:


     
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