[Team 28] Siete soldati o sapete pensare?

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Asgharel
        Like  
     
    .

    User deleted



    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]

    Siete soldati o sapete pensare?


    ~Altro Corso, altra missione~


    Atasuke era da poco tornato a Kiri dopo un lungo viaggio al paese della brina con il suo giovane apprendista Daisetsu Kakita ed un giovane stalker che lo aveva avvicinato al suo primo arrivo a Kiri e che da li non lo aveva più mollato.
    Egli stava appena per uscire dalle porte del villaggio quando un evidentemente affaticato messo accademico lo raggiunse con il fiatore recandogli un importante messaggio dall'accademia.

    CITAZIONE
    Carissimo Atasuke Uchiha, ci duole informarla che l'accademia negli ultimi tempi ha avuto diversi problemi a causa di una forte carenza di personale, quindi siete stato richiesto per tenere un'ulteriore corso genin a pochi giorni da oggi (XX/XX/XXXX) Le chiediamo dunque di prendersi cura dei suoi giovani allievi e di selezionare personalmente una persona che ritenete utile al fine di fare da vostro vicario del corso in qualità di aiuto sensei. In allegato troverà, come al solito, le informazioni dei suoi studenti ed i relativi indirizzi per comunicare loro il luogo del corso. Come da lei richiesto nei precedenti corsi, le alleghiamo anche una breve lista di missioni da cui scegliere la più adatta al suo team di studenti

    L'amministrazione Accademica

    Con occhi rapidi e rapaci Atasuke osservò con attenzione la lettera leggendone ogni singola parola ed acquisendo quanto più poteva sapere sui suoi nuovi apprendisti, poi si voltò verso Daisetsu che ancora lo stava accompagnando all'uscita e gli comunicò la "lieta novella".

    «Molto bene Daisetsu... Pare che la tua permanenza in mia compagnia non sia ancora terminata. L'accademia vuole che tu mi segua per gestire un corso genin, quindi va a casa e rimpingua le provviste, tra non molto tempo mi dovrai raggiungere a Konoha per il corso...»


    Diede il tempo al giovane Daisetsu di rispondere prima di riprendere a parlare, lasciando però le eventuali risposte alle eventuali domande a dopo.

    «Ah... già che ci sei... dato che uno degli studenti è un Kiriano... fa che contattarlo tu e portatelo dietro fino al luogo di incontro indicato qui sulla mappa... portalo entro le 7:00 del giorno XX/XX»


    Estrasse quindi una mappa dei dintorni di Konoha che utilizzava generalmente per inidcare ai suoi studenti dove questi dovessero recarsi per partecipare ai suoi corsi ed indicò il punto a Daisetsu per poi passargli i dati dello studente kiriano con assoluta calma e naturalezza, senza lasciargli possibilità alcuna di evitare il compito, per poi correre via senza lasciare spiegazione o traccia alcuna.

    [...]


    ~Konoha – 2 giorni dopo~


    Atasuke aveva già scritto le lettere che avrebbe dovuto spedire agli altri suoi studenti di quel particolare corso genin. Come temeva non era stato nei tempi per la preparazione e quel corso era partito in ritardo. Colpa in parte sua, ma di certo l'accademia aveva solo da organizzarsi meglio, piuttosto che accollargli un team di punto in bianco quando neppure era tornato dalla missione. Se i suoi studenti fossero stati tutti di konoha non ci sarebbero stati problemi, ma con il tempo necessario per lo spostamento sapeva bene che non potevano giungere tutti per tempo.
    Cercò di guadagnare tempo spedendo la lettera al sunense mentre ancora si trovava in viaggio, in modo da guadagnare qualche giorno, ma come minimo ci sarebbero voluti altri 2 giorni prima del suo arrivo.
    Le lettere che aveva spedito, di per se erano banali e semplici, oltre che stampate tutte quante sulla medesima linea.

    CITAZIONE
    Carissimo NomeStudente,
    Ci duole avvisarti che il corso per il team a cui sei stato assegnato verrà avviato con qualche giorno di ritardo. Sei comunque pregato di presentarti nel luogo indicato dalla mappa entro le ore 7:00 del giorno XX/XX per prendervi parte. Non saranno ammessi ritardi di sorta. Li troverai il tuo sensei e, sperabilmente, i tuoi compagni di team.

    Atasuke evitò accuratamente di lasciare intendere a chicchessia altre informazioni inerenti alla sua persona o ad altri dettagli della missione a cui il team avrebbe preso parte nei giorni successivi.

    [...]


    ~Campo di addestramento – Nuove conoscenze~


    Atasuke era la, puntuale come al solito ad attendere i suoi studenti con trepidante attesa, che con totale maestria celava dietro al mantello nero ed ad una espressività che mostrava uno sguardo duro, serio. [Abilità]
    Questa volta non aveva intenzione di piazzare trappole o tranelli per i suoi studenti, anche perchè non poteva sapere se Daisetsu avesse avvisato o meno di questa possibilità lo studente kiriano che si sarebbe portato appresso. Non avrebbe poi aperto bocca, ne per salutare ne per rispondere a domande di nessuno, almeno finchè non si fossero presentati tutti, o non fosse scaduto il tempo limite imposto nella lettera.

    «Molto bene allora... Io sono il vostro sensei, Atasuke Uchiha, e da oggi avrà inizio il vostro corso, il quale consisterà banalmente nel sopravvivere e portare a termine una semplice missione affidataci dall'accademia. Io sono qui per istruirvi, come anche Daisetsu, non per fare per voi la missione. Io sono un duro e per questo non mi aspetto di piacervi, ma sappiate che alla fine di questa missione, se sopravviverete sarete considerate delle macchine per uccidere, delle armi pronte a tutto e pregherete per combattere»


    Le sue parole piovevano con cadenza precisa e netta, con un tono che sfiorava l'eccesso militare. Chi conosceva Atasuke sapeva bene che quelle parole non erano altro che uno dei suoi personaggi, ma i suoi studenti non potevano in alcun modo immaginarlo. [Abilità]
    Diede appena una pausa per lasciare che gli studenti capissero dove fossero girati prima di riprendere con il medesimo tono cercando di allontanare già da subito chi non se la sentisse di proseguire.

    «Per prima cosa, sappiate che da questo momento voi non siete nessuno. Siete uno scartoù bassa forma di materia organica comunemente detta merda! Tutto quello che deve uscire dalle vostre fogne ogni volta che vi rivolgete a me all'inizio ed alla fine delle vostre frasi deve essere un "Signore", AVETE CAPITO?»


    Diede il tempo ai suoi studenti di rispondere con un sonoro "signorsì signore" prima di insultarli nuovamente.

    «Non vi ho sentito luridissimi vermi!»


    Ed ancora una pausa.

    «Bene. Per prima cosa voglio che vi presentiate dicendomi nome, casata, villaggio e per quale assurdo motivo avete deciso di essere considerati delle macchine per uccidere, avanti, voglio sentire le vaccate che usciranno dalle vostre fogne!»


    La farsa aveva preso forma e di li in poi non poteva fare altro che degenerare, sempre che i suoi studenti non avessero dimostrato di essere qualcosa in più di una informe accozzaglia di scarti della società che cercavano di avere un nome intraprendendo la strada dell'omicidio.


    OT - Ok, diamo finalmente il via a questo corso. è possibile che dagli eventi di questo giro di post ci sarà qualche ritardo in questo primo giro, ma prometto che nei successivi troveremo una stabilità nel posting.
    Prima nota sul post: Il mio è breve e non parla minimamente del mio pg (volutamente) Voi invece dovete presentarmi il vostro pg, oltre che presentarvi al corso. gestitelo come volete, sappiate che spesso il primo post è il più importante per inquadrare un pg altrui, quindi presentatelo bene.
    Seconda nota: I tempi di spostamento sono sempre molto variabili, comunque vi do una linea guida: Da kiri e Suna a Konoha ci vanno circa 2 giorni, quindi i viaggiatori viaggeranno per due giorni esatti dal giorno in cui ricevolo la letter. al più il kiriano aspetterà 2 giorni dalla ricezione della lettera se l'aiuto sensei la spedisce il giorno stesso in cui viene allertato. il/i konohano/i aspetterà/nno invece 2 giorni prima di presentarsi. Per altri dubbi e domande, sapete come e cosa fare :zxc:
    Buon post :riot:
    - /OT
     
    .
  2. Ataraxy
        Like  
     
    .

    User deleted


    ᴪ Racconti di una Crescita
    Viaggio alla Foglia


    ??? - Dintorni di Konoha

    Leggera, ma presente.
    Quella sensazione di frescura che gli toccava le ossa sentita da quando si era inoltrato nella foresta, segno che stavano cominciando i domini di Konoha. Sulla fronte non portava ancora nessun coprifronte, ancora non poteva esser considerato un vero e proprio shinobi anche se un'infarinatura nel suo bagaglio era presente, ma sicuramente non una minaccia tanto da venir fermato e tanto meno attaccato per quel suo passaggio nel territorio. Da quando le frontiere si erano aperte viaggiare era molto più semplice, lo diceva sempre sua madre nonostante non fosse mai uscita spesso dai confini del Paese del Vento. Portò la mano destra ad una delle tante sacche che portava appresso, ne estrasse due pezzi di carta: il primo era una mappa con una croce rossa abbastanza visibile, il punto d'arrivo del ragazzo. L'altra invece era un pezzo di carta con scritto qualcosa. La prima che visionò fu la mappa, doveva orientarsi e nel mezzo di tutte quegli alberi gli veniva difficile, più di una volta aveva pensato che avrebbe preferito il deserto con tutti i suoi punti di riferimento (?). Teneva la mappa a due mani, gli occhi correvano lungo tutto quel verde cercando di comprendere il più possibile, avrebbe dovuto imparare a leggere bene ogni tipo di mappa, poteva sempre tornare utile.

    « Dovrei essere arrivato, non sembra manchi molto »


    Non era solito auto convincersi in quel modo, ma in situazioni del genere veniva spontaneo e una speranza si faceva sempre più largo nella sua mente. Non voleva arrivare in ritardo, voleva evitare ogni tipo di rogna legata a richiami o altro, non tanto per fare bella figura, ma solo perché andava fatto e perché alla puntualità era stato abituato, sia in casa che dal luogo in cui abitava. Un'ora in più, una in meno, un minuto in più, uno in meno, potevano dir molto soprattutto nel grande Anauroch.
    Ripose la mappa e buttò nuovamente lo sguardo al suo cammino. Alberi, foglie e rumori di sottofondo, quanti di questi ultimi infestavano le sue orecchie infastidendolo e facendogli rimpiangere i dolce silenzio della sabbia cotta dal sole. Prese ora a visionare l'altro pezzo di carta, la lettera inviatagli dall'accademia che lo informava che il suo corso di formazione Genin sarebbe cominciato con qualche giorno di ritardo. Fortunatamente non era ancora partito, su promessa di un amico di famiglia di accompagnarlo personalmente a Konoha con i suoi mezzi, aveva ritardato la partenza e la lettera gli venne recapitata direttamente a casa. Purtroppo anche questa "fortuna" ebbe il suo lato negativo, infatti viaggiava a piedi ora. La guardò nuovamente rileggendo l'orario e comprendendo che probabilmente sarebbe arrivato in anticipo.
    CITAZIONE
    Carissimo Akiro,
    Ci duole avvisarti che il corso per il team a cui sei stato assegnato verrà avviato con qualche giorno di ritardo. Sei comunque pregato di presentarti nel luogo indicato dalla mappa entro le ore 7:00 del giorno XX/XX per prendervi parte. Non saranno ammessi ritardi di sorta. Li troverai il tuo sensei e, sperabilmente, i tuoi compagni di team.

    2 Giorni Prima
    Casa Kjin - Dintorni di Suna


    « AKIRO! AKIRO! È ARRIVATA!!! »


    Una signora, una bella donna correva verso una casupola fatta in pietra bianca vicino ad un piccolo pozzo e contornata da sabbia ardente. Era in dolce attesa e i suoi movimenti erano goffi e lenti, il massimo della corsa che potesse fare in quelle condizioni. Si poteva vedere la fatica che stava compiendo, ma questa pareva scomparire vedendo il sorriso che sfoggiava mostrando denti bianchissimi e occhi di un castano che risplendeva all'ardente sole di quel giorno. Vestiva di bianco, una veste visibilmente sovrabbondante per lei ma adatta al suo stato fisico e in mano stringeva un foglietto di carta bianca tenendolo alto con la destra.

    « AKIRO! AKI... » D'improvviso una voce più rauca e profonda la interruppe , facendola fermare e lasciandola stupita. « Stai tranquilla cara, non correre e non urlare che non mi pare il caso di affaticarsi nelle tue condizioni. Dimmi cos'è arrivato? » Un uomo dai lunghi capelli corvini a tratti brizzolati comparve alla porta della casupola, era alto dal fisico asciutto e prestante, anche se si poteva notare il decadimento che lo stava divorando. L'occhio destro sfoggiava un colore lilla che sotto quel sole pareva un'ametista mentre l'altro era coperto da una benda nera che si confondeva con la capigliatura. Una barba piuttosto folta nascondeva i suoi giovani lineamenti e la sua stanchezza o meglio la sua apatia. « Deve essere una cosa importante per mandarti tanto in estasi. » Il suo tono era freddo e molto distaccato. Si avvicinò alla donna esitando un poco quando la luce toccò la sua pelle, sembrava non la vedesse e l’occhio visibile ammiccò segno che da tempo non vedeva il mondo esterno. Si avvicinò alla donna e prese con delicatezza il foglietto. « Carissimo Akiro ... qualche giorno di ritardo ... presentarti nel luogo indicato ... Non saranno ammessi ritardi di sorta. »


    La sua lettura s'interruppe a quella frase, finì velocemente di leggere e poi consegnò nuovamente il foglio alla donna, voltandosi e tornando verso la casupola. Nessun commento, come sempre del resto, pensò la donna che però manteneva quel sorriso smagliante che aveva sino a poco prima. Era felice e nulla l'avrebbe turbata nemmeno il solito comportamento distaccato del marito. Gli pareva già un grande raggiungimento che l'uomo fosse uscito da casa loro, succedeva di raro e il fenomeno si ripeteva un poco di più da quando lei era in cinta, soprattutto da quando il suo ventre era divenuto veramente un problema per svolgere le sue quotidiane attività e la stanchezza cominciava a farsi sentire passo dopo passo. Ma non in quel giorno, nonostante la fronte fosse madida di sudore e il respiro affannato, non era giorno in cui essere stanchi o sentire dolori. Doveva essere un giorno di festa, un giorno da ricordare e la donna, con i suoi occhi vivaci continuava a guardarsi attorno ispezionando ogni angolo di quella piccola realtà al limitare del deserto. Alle sue spalle si potevano intravedere le grandi costruzioni del villaggio di Suna e tutt'intorno le sabbie del deserto erano l'unico paesaggio possibile.
    Comparve da dietro la casa Akiro, il suo sguardo serio e più adulto della sua età andò subito ad incrociare quello della madre, aveva sentito che lo stavano chiamando ma prima doveva riempiere tutti i secchi con l'acqua del pozzo, conosceva ormai l'importanza di quell'operazione.

    « Akiro, è arrivata la lettera dall'accademia! Sarai felice immagino. » La madre sfoggiò uno dei sorrisi più belli che mai avesse fatto e consegnò la lettera al ragazzino che subito cominciò a leggerla. Già gli avevano dato indicazioni a Suna, ma a quanto pareva qualcosa era cambiato e lui non ne era molto contento. « Allora!? Non dici nulla!? » Akiro alzò lo sguardo e si rivolse alla madre, lo stesso sguardo atono e privo di ogni emozione del padre, in quei momenti la loro somiglianza era tangibile e la madre si fermò un lungo attimo ad osservare i profondi occhi violacei del figlio. « Il signor Genosuke non potrà accompagnarmi, arriverei troppo presto e non conosco il Paese della Foglia, non saprei che fare. Partirò domani mattina di buon ora, quando il sole è ancora basso, aiutami a preparare qualcosa per il viaggio per piacere, vado a prendere i miei bagagli. » Il suo tono pareva quasi meccanico. A prima vista poteva sembrare un bambino con qualche problema, più di una volta le persone si erano atteggiate verso di lui i questo modo. Ma chi lo conosceva sapeva che non era così e anzi, aveva dato prova delle sue capacità in molti ambiti e quel suo modo di fare spento lo rendeva un poco strano, suscitava una sorta di lieve disagio a chi non era abituato a quel suo fare. « Ma... »


    La madre avrebbe voluto dire qualcosa, spronare l'entusiasmo del figlio, ma sapeva che qualsiasi sua frase sarebbe stata accolta da uno sguardo vuoto ed un silenzio irreale. Ci era abituata e in cuor suo sapeva che Akiro era felice di quella notizia anche se non sapeva come esprimerlo. Stava per partire, anche lui come suo fratello prima partiva alla volta della lunga strada degli Shinobi, come poteva una madre essere felice che suo figlio rischiasse la sua vita? Lo era perché avrebbe potuto cambiare il suo destino, slegandolo da quello arido della sabbia che per tutta la vita gli aveva intasato le giunture e rovinato gli occhi. Era felice perché finalmente un suo figlio non scappava dalla propria casa ma si allontanava per far qualcosa di nobile, non spinto dalla rabbia ma da un sentimento che purtroppo lei non riusciva a comprendere, soltanto il padre poteva sapere quale fosse la molla di Akiro, solo lui, perché era la stessa molla che aveva nascosta dietro a quello sguardo imperturbabile.

    ??? - Dintorni di Konoha

    La sua marcia era praticamente giunta al termine. Un'ampia radura si faceva largo tra gli innumerevoli alberi formando come una cicatrice nella foresta, una sorta di "oasi" in quel "deserto" di vegetazione fitta tanto quanto i granelli di sabbia. L'erba era relativamente alta, arrivava poco sopra le ginocchia del ragazzino, sembrava voluto quel posto più che risultato di una formazione naturale, infatti tutto attorno alla zona gli alberi sembravano creare una sorta di barriera lasciando spazio soltanto per due entrate, il resto era soltanto un fitto intreccio, difficilmente si riusciva a vedere tra quegli alberi e soltanto il nero faceva da sfondo al paesaggio. Ancora più suggestivo era vedere il cielo, incorniciato in quella finestra formata dalle chiome degli alberi che così vicine, davano forma ad una bellissima cornice dai contorni irregolari. Akiro avanzava guardandosi attorno e cercando qualcuno che lo attendesse. Lo intravedeva, vedeva il suo coprifronte. Akiro indossava un abito molto diverso dal suo solito, un qualcosa di più adatto a quella situazione. Un completo di pantaloni di tela e maglia color sabbia, i primi in tinta unita, la maglia invece presentava come tre "graffi" serigrafici sulla spalla destra rivolti verso l'avanti. Un paio di stivali in cuoio usurati e cotti dal sole erano i suoi calzari, ginocchiere nere e occhiali del medesimo colore e dalla lente opaca le sue protezioni minimali. Alla vita portava una cinta con legate le sacche ninja contenenti il suo equipaggiamento, stessa cosa lo zaino arancione che portava sulle spalle e la piccola sacca probabilmente contenente i kunai legata sulla gamba destra e posizionata sulla coscia. I capelli erano lasciati sciolti, mostravano i loro riflessi violacei che si sposavano perfettamente agli occhi del ragazzino che ora erano fissi su quello che era il suo obbiettivo.

    Non era l'unico ad essere stato invitato, altri ragazzi della sua età e dintorni si presentarono in quel luogo, ma a lui non importava, tanto che buttò soltanto uno sguardo veloce su di loro per aver l'idea del numero e non dei personaggi con cui avrebbe avuto a che fare. Il loro Sensei aveva uno sguardo serio e burbero, si notava che era un militare e le parole che poco dopo avrebbe proferito avrebbero dato l'assoluta certezza della sua natura marziale.

    Atasuke Uchiha«Molto bene allora... Io sono il vostro sensei, Atasuke Uchiha, e da oggi avrà inizio il vostro corso, il quale consisterà banalmente nel sopravvivere e portare a termine una semplice missione affidataci dall'accademia. Io sono qui per istruirvi, come anche Daisetsu, non per fare per voi la missione. Io sono un duro e per questo non mi aspetto di piacervi, ma sappiate che alla fine di questa missione, se sopravvivrete sarete considerate delle macchine per uccidere, delle armi pronte a tutto e pregherete per combattere»


    Le sue parole furono precise e il suo tono più che militaresco, Akiro lo osservava mantenendo il suo sguardo apatico ma sentiva l'ostilità di quel personaggio pesargli sulla testa, non gli piaceva ma avrebbe dovuto farselo andar bene. Di per se ODIAVA chiunque si atteggiasse urlando e sbraitando in modo animale, era una cosa che proprio non riusciva a sopportare e oltre a causargli un forte mal di testa, lo portava ad essere più aggressivo verso questa persona. Uchiha, ne aveva sentito parlare da suo padre in qualche racconto, era una grande famiglia della foglia ma più di questo non sapeva, quel nome gli ricordava qualcosa riferito agli occhi ma in quel momento vuoto e disinteresse verso quella figura era massimo e più continuava ad imporsi in quel modo più lui sarebbe stato infastidito.

    Atasuke Uchiha«Per prima cosa, sappiate che da questo momento voi non siete nessuno. Siete uno scarto bassa forma di materia organica comunemente detta merda! Tutto quello che deve uscire dalle vostre fogne ogni volta che vi rivolgete a me all'inizio ed alla fine delle vostre frasi deve essere un "Signore", AVETE CAPITO?»


    Continuava a divenire sempre più fastidiosa quella presenza, e quel suo atteggiamento di superiorità faceva soltanto salire un pensiero al giovane Akiro, frutto di un insegnamento dato dal padre. "Chi urla ha paura e vuole farsi sentire dagli altri perché se succede qualcosa tutti possono accorrere", in quel caso la sua paura era essere sopraffatto dal gruppo, e questo era ancora più assurdo visto che sicuramente le capacità di quello shinobi erano superiori a chiunque presente in quella radura. Ma d'altro canto Akiro era li, e doveva fare ciò che gli veniva richiesto, lasciando da parte i suoi pensieri. Rispose alla filastrocca impostagli dal Sensei usando le due parole magiche che a lui piaceva tanto sentire.

    « Si, Signore » il Sensei volle avere nuovamente una conferma che tutti avessero capito, forse una singola risposta non gli bastava, così Akiro alzò leggermente il tono di voce e il suo sguardo si fissò su Atasuke e ripeté il ritornello. « Si, Signore » Poteva considerarsi soddisfatto, ora il teatrino era stato compiuto e infatti, sempre con i suoi modi veramente irritanti, proseguì chiedendo una presentazione da parte dei presenti dove chiedeva delle generalità e la motivazione che li spingeva ad intraprendere quel corso, quella strada. Akiro temeva questa domanda, non tanto perché non ne sapesse la risposta, ma per il semplice fatto che non aveva piacere ad esprimere le sue idee, soprattutto con una estraneo di cui aveva bassa considerazione. Fu abbastanza furbo da utilizzare una frase fatta, prendendo spunto da ciò che sempre diceva sua madre. Prese la parola per primo, così da sbrigare quella questione alla svelta. « Mi chiamo Akiro Kjin, vengo dal villaggio di Suna, non appartengo a nessuna grande casata infatti che portano il mio cognome sono in veramente pochi. Sono qui per non "mangiar sabbia" tutta la vita, e considero uno shinobi molto di più di una macchina per uccidere »


    Si bloccò per un istante sul finale, l'enfasi del momento e l’indisposizione causata dal Sensei aveva fatto trapelare una sua idea, anche se dal suo tono pacato e senza alcun timbro non si sarebbe mai potuto intuire.Il suo sguardo restava insistente, pesante sulle movenze di Atasuke, guardingo per evitare ogni spiacevole sorpresa da quel personaggio volgare e irritante.
     
    .
  3. Owlino
        Like  
     
    .

    User deleted


    Dove e quando
    Parlato Choina
    Parlato PG
    Parlato PNG
    Tecnica, Abilità e simili


    Casa di Choina Akimichi, un giorno prima

    -Allora hai capito come devi fare?
    Dipende dal segno il potenziamento che avrai sulla parte del corpo, questo per esempio aumenta la resistenza e quindi puoi incassare più colpi, quest'altro, invece, aumenta la forza per fare più danni, però ricorda sempre di farli in modo preciso e con la giusta quantità di chakra, non devi renderli instabili-


    Parlava Zenko, il padre di Choina, spiegandole le ultime cose per il fuuinjutsu "Simbolo del Fisico", tecnica che la piccola Akimichi stava affinando il più possibile, per avere un'arma in più oltre ai taijutsu insegnati dalla madre e in parte per far contento il padre.
    Annuiva la piccola Akimichi mentre concentrava il chakra prima nel ventre e poi verso le dita della mano destra per scrivere sull'avambraccio sinistro il "Simbolo del Fisico - Forza".
    Entrambi si trovavano, seduti davanti a un tappeto, nella soffitta/studio di Zenko, dove in silenzio e con tranquillità, fuori dalla violenza e l'entusiasmo della moglie studiava i fuuinjutsu e tutte le sue cose, dove cercava anche di scrivere il suo libro e dove, ora, allenava la figlia in un'arte a dir poco proibita in quella casa, dato che Choiko non era così favorevole all'insegnamento di tali tecniche a Choina.

    -Sì esattamente ChoCho, devi fare così, però devi imparare a farlo velocemente come me, ma con il tempo ci riuscirai, non preoccuparti... l'uomo, per un attimo, alzò lo sguardo verso la scala, una piccola pausa e un cenno con la mano alla figlia ...metti via tutto, sta arrivando tua madre-

    Choina disattivò immediatamente la tecnica girandosi sorridente verso la madre che cominciava ad apparire dalle scale, altrettanto sorridente e armata di tutto punto come suo solito, armatura rossa da samurai, elmo kabuto con corna, naginata che venne poggiata sul muro lì accanto e... nella mano sinistra teneva un rotolo con il simbolo di Konoha, scomparve il sorriso sul volto della piccola ChoCho pensando al peggio: una nuova missione pericolosa per Choiko; o forse la morte di qualche altro parente, uno zio, un cugino forse; pensando ancora peggio forse entrambi i genitori dovevano andare in missione e rischiava di rimanere orfana... non ha mai capito come fa sua madre a sorridere in modo identico sia per le notizie buone sia per le notizie cattive.
    Ma questa volta era una notizia buona

    -Allora allora ChoCho, cosa state combinando? Ti sta riempiendo la testa di storie fantasiose come sempre vero?- esordì Choiko guardando la piccola, accarezzandole la testa scombinandole i capelli e poi prendendo su il marito per stampargli un bacio, in fondo lei è una vera e propria gigantessa, sia in altezza sia in peso
    -N-n-no mamma, stavamo... ecco... stiamo parlando se potevamo andare a vedere quel film al cinema un giorno di questi, quando hai qualche ora libera, e se p-puoi allenarmi in una tecnica- balbettava Choina, un po' imbarazzata, la cosa mise in allerta la madre che capì subito la bugia
    -ChoCho, certamente che andiamo al cinema se vuoi, ma ricorda che quando balbetti o sei imbarazzata o stai dicendo una bugia, te lo devi togliere questo vizio, non potrai mai fare la ninja così... una piccola pausa da parte di Choiko, accarezzava ancora la testa della figlia mentre si sedeva accanto a lei, le passò il rotolo ...questo è per te, non lo ho aperto, in fondo anche questo deve fare un ninja quando trasporta documenti, non può sbirciare-
    ChoCho prese la lettera e comincò a leggerla ad alta voce anche ai genitori:
    -Carissima Akimichi Choina,
    Ci duole avvisarti che il corso per il team a cui sei stato assegnato verrà avviato con qualche giorno di ritardo. Sei comunque pregato di presentarti nel luogo indicato dalla mappa entro le ore 7:00 del giorno XX/XX per prendervi parte. Non saranno ammessi ritardi di sorta. Li troverai il tuo sensei e, sperabilmente, i tuoi compagni di team...
    una piccola pausa e poi Choina rilesse, in silenzio questa volta, quelle parole e poi un urlo ...NO! MA IO NON SONO PRONTA! DEVO ANCORA IMPARARE QUELLA TECNICA!- sembrò quasi che si stava per mettere a piangere da un momento all'altra, si alzò di colpo e corse in camera sua per prepararsi già da quel momento, urlando alla madre
    -Mamma ricordati che oggi voglio un pollo e mezzo! Che devo dimagrire!-



    Campo di Addestramento di Konoha

    Choina è stata appena accompagnata dalla madre al Campo di Addestramento di Konoha, poco prima del suo turno di lavoro, la piccola armata di tutto punto, con il suo borsello con dentro i kunai e vari altri oggetti, con una tasca a parte per i tonaci, le fasce per gli avambracci tipiche di Konoha e un guanto di cuoio di colore rosso a coprire la mano destra. Indossa una maglietta a maniche corte di colore rosa con il simbolo del clan sulla schiena, un fermaglio a forma di farfalla sulla testa e dei pantaloncini di colore nero, ai piedi sandali ninja, nuovi ovviamente e da come muove le dita si nota che non ci sta nemmeno così comoda.
    -Cia-cia-ciao mamma- saluta sua madre e riceve un saluto a sua volta e quindi entra, finalmente nella zona del campo di addestramento, in anticipo di circa una decina di minuti, e a quanto pare era la prima ad arrivare tra gli studenti, anche se meno di un minuto dopo nota l'arrivo di Akiro, si gira e gli dà un sorriso tranquillo e un cenno della testa, quindi continua a camminare avvicinandosi al sensei che comincia a parlare.
    -Ehm verame...- comincia a rispondere ma non finisce la domanda, abbassa la testa, imbarazzata e vergognosa come suo solito, intimidita dalle parole di Atasuke fa anche un passetto indietro e comincia a osservarsi le punte degli indici delle mani che si scontrano davanti al petto, di colpo la mano destra si infila nel borsello e va a prendere due biscotti al cioccolato che vengono infilati in bocca, un movimento molto veloce, istintivo, come se Choina non ci avesse mai pensato di farlo.
    Non risponde nessuna delle due volte ad Atasuke, dice solo -Ehm- ancora imbarazzata e con lo sguardo basso, il piede sinistra comincia a grattare il tallone del sinistro.
    Aspetta poi gli altri prima di dire la sua -Aki-Akimichi Cho-Cho-Choina, detta ChoCho... chissà perchè poi ...so-so-sono di Konoha e-e vo-vorrei dive-dive-diventare fo-forte come mia ma-madre ed essere lo scu-scu-scudo del villaggio, non la sua ar-ar-arma- balbetta tantissimo la piccola Akimichi guardando ancora per terra e senza avere il coraggio di alzare gli occhi per osservare il sensei, continuando a sgranocchiare quel paio di biscotti.
     
    .
  4. Sesshomaru25
        Like  
     
    .

    User deleted


    Atto I:The Beginning

    Narrato Parlato Pensiero Parlato Altrui


    tkj8wotf669rmi3o9l0h


    kiricornice)


    Nebbia. Nuvole. Ancora nebbia.
    E poi all'improvviso, come una lama che taglia la carni del nemico, la luce. Si stava facendo spazio in quel mare di grigio, natale della mia terra dalla pioggia. Kiri era ormai prossima alla fine, il paese della foglia si iniziava ad affacciare con prepotenza nei miei confronti, come se mi stesse lanciando un guanto di sfida. Un guanto fatto di alberi e verde.
    Il sole mi accecava. Non avevo mai lasciato il mio villaggio prima di allora, i miei occhi non erano abituati a una tale intensità, da dove vengo io la nebbia vince il sole.
    Ero in marcia da diverso tempo, almeno da due giorni. Da quando ho ricevuto quella lettera.

    -Due giorni prima...

    Vento. Pioggia. Ancora vento.
    E all'improvviso, come un ascia che squarta l'avversario, un lampo. Fu questione di secondi ma per un breve istante sembrava che il sole avesse invaso Kiri.
    Ero per strada quando la pioggia iniziò a cadere più violentemente, le strade trafficate si svuotarono completamente, i balconi delle case offrivano un buon riparo dal temporale, ma non c'era sempre gente che la vedeva così.
    Io amo la pioggia. Dai fugaci acquazzoni estivi, alle tempeste dell'inverno. Si. Io amo la pioggia. E' il mio simbolo. E' il mio credo. E' la mia patria.
    La sentivo cadere con violenza sulla mia testa, sulle braccia, sulle mani. La pioggia mi da sollievo, sento una sensazione di pace, come se la pioggia potesse in qualche modo "lavare" i miei pensieri, pulirli.
    Si. Lavare via i pensieri. Lavare via i peccati. I segreti.
    ___________!

    Un suono assordante mi fece ritornare alla realtà, ero in mezzo alla strada e stava venendo giù il cielo stesso a Kiri! Inizia a correre tra la gente sotto i balconi, stavo cercando un riparo dalla pioggia.
    Ero in ritardo. Terribilmente in ritardo.
    Attraversai l'interno paese quasi, scansando gente, carri merce, cani, persino un ninja per arrivare in tempo. A casa. Casa. Una parola che ormai aveva ben poco senso per me. Nel suo senso letterale ovviamente. Afferrai la maniglia della porta, era quasi parte quando un mano mi si poggiò sulla spalla destra.
    Mi girai di scatto.
    Rimasi basito per qualche momento. Un ninja. Era un ninja che aveva reclamato la mia attenzione. Aveva lunghi capelli grigi che gli coprivano metà volto, svelando sul lato destro della fronte un tatuaggio rosso. Dal naso in giù il volto era completamente coperto da una sciarpa rossa; indossava una veste aderente nera, sprovvista della manica destra ma equipaggiata con una manica sinistra di color sabbia. A chiudere il tutto una fasciatura intorno alla vita rossa da cui continuavo larghi pantaloni neri.
    Aveva con se il coprifronte di Kiri. Si presentò come Daisetsu Kakita, l'aiuto Sensei di Atasuke Uchiha, mi parlò sull'uscio di casa mia.
    Mi disse che ero stato selezionato per far parte del Team 28, e che mi sarei dovuto presentare in al campo di addestramento nei pressi di Konoha. Non importava se prima di allora non mi fossi mai spinto sino a Konoha, Daisetsu mi avrebbe portato personalmente al villaggio della foglia. Non per mia importanza ma per pura coincidenza di passaggio.
    Non aprii bocca. Mi limitai a fare cenno di si con la testa.
    All'improvviso il ninja con il quale avevo appena finito di parlare poco fa scomparve nel nulla, in una nube più fitta della nostra nebbia stessa.
    Come prima rimassi immobile. Fissando il grigio davanti a me, fino a quando rimase solo la strada accompagnata da due file parallele di edifici. E dalla pioggia.
    Entrai subito in casa chiudendomi la porta alle spalle. Sollevai lo sguardo. Tutto come al solito. Il soggiorno spartano composto dal minimo essenziale. Un divano per due, una poltrona e un tavolinetto centrale, il tutto circondato da pareti ricoperte di foto di paesaggi e dagli eroi di Kiri.
    E alla fine della parete laterale sinistra, una foto di famiglia.
    Tutta la famiglia.
    Mio zio si affacciò dalla cucina nascosta da una parete che occultava la zona dove eravamo soliti preparare da mangiare.
    Lo capii subito. Dal suo sguardo. Si mosse a passo svelto verso di me e mi tirò uno sberlone che quasi mi fece sollevare da terra.
    Lo zio aveva piuttosto a "cuore" la puntualità. A dire il vero aveva a cuore l'ordine. La perfezione era ordine.
    Anch'io la pensavo così, almeno da che ho memoria non ho mai infranto le regole. Da che ho memoria.
    Lo zio non mi parlò. Non emise un suono, si limitò a fissarmi; infine si girò e tornò a sedersi a tavola, con la fedele mogliettina che gli serviva l'ennesima ciotola di riso condita da verdure e salse.
    Sentii la bocca amara, il labbro inferiore aveva una lieve spaccatura dalla quale perdevo sangue.
    Senza alcun cenno o che so io mi diressi al bagno per darmi una raddrizzata.
    Lo zio pretendeva la pulizia a tavola. La pulizia, la puntualità, l'ordine. La perfezione.
    Guardai lo specchio dritto davanti a me e con un asciugamano bagnato ad una punta lo passai lentamente sul labbro ferito.
    A volte ho pensato che sarebbe stato meglio per me rimanere a "casa". Con i "miei". Ma a volte no.
    Mi unii alla tavola dopo che la zia finii di preparare il mio piatto. Diede la notizia della mia convocazione dall'Accademia a fine pranzo. Non ne furono entusiasti, ma neppure contrari. Si limitarono a parlarmi.

    Fa come più ti aggrada. Non è una nostra decisione, noi non abbiamo alcun potere su di te ne sulla tua vita, il nostro compito è stato offrirti un tetto, nutrirti e darti un'educazione. Il resto dipende unicamente da te.

    Mi congedarono con questa frase prima di andarsene a dormire. Li seguii qualche minuto dopo, il mattino seguente sarebbe arrivato l'aiuto Sensei ad accompagnarmi a Konoha.
    Mi ci vollero diverse ore prima di essere riuscito a scacciar via i milioni di pensieri che mi stavano affollando la testa, non fu facile. Ma il sonno fu anche peggiore.
    Non ne ho un ricordo chiaro. Fumo. Fuoco. Sangue. Buio. All'improvviso la luce.
    Era sorto il sole, se sole potevo essere chiamati dei tiepidi raggi confondibili con il calore candela morente.
    Mi misi immediatamente seduto sul letto e con mano destra afferrai i miei vestiti dalla sedia appoggiata di fianco al comodino tra questo e la porta della mia stanza, mi infilai i pantaloni neri, a seguire calzini e scarpe. Mettendo forza nelle gambe e nelle braccia mi sollevai dal letto dandomi una spinta con le mani appoggiate al letto e mi tirai su in piedi.
    Afferrai la camicia bianca ed infilata mi abbottonai guardandomi allo specchio quasi ai piedi del mio letto. Infilai la giacca nera poggiata sulla scrivania alla sinistra dello specchio ed uscii dalla mia stanza. Attraversai il corridoio che collegava le stanze dal letto con soggiorno, davanti a me la porta della camera dei miei zii. Vuota sicuramente a quest'ora del mattino.
    Infatti era entrambi in soggiorno. La zia stava preparando la colazione mentre lo zio leggeva il giornale. Sul tavolo in soggiorno una borsa. La mia borsa dell'equipaggiamento.
    Preparata da mio zio. L'avevo sentito nel mentre infilava un kunai alla volta, uno shuriken alla volta nella borsa che mi avrebbe accompagnato lungo il viaggio.
    La presi ed uscii di casa. Semplicemente, senza dire nulla. Non c'era bisogno di parlare. Noi eravamo fatti così. Sapevamo di volerci bene, non c'era bisogno di dimostrarlo con stucchevoli abbracci e addii disperati. Andava benissimo così.
    Ero fuori. Davanti a me si apriva un mondo tutto nuovo da esplorare, da sventrare fino all'ultimo segreto. Mi sentivo pronto, o meglio credevo di sentirmi tale.
    A qualche metro da casa mia, Daisetsu mi stava aspettando appoggiato ad un palo, avevo lo sguardo basso come se stesse vagando in un mondo proprio di fantasia.
    Lo sguardo si alzò da terra e si spostò su di me. Metteva una certa pressione quello sguardo, ma ne avevo visti di peggiori in vita. Si. Ne avevo visti di peggiori.
    Mi fece segno con le mani di seguirlo e partii immediatamente.
    Non me lo feci ripetere due volte. Attraversammo l'intero villaggio in pochissimo tempo, o almeno credo. Avevo mille pensieri in testa mentre seguivo ciecamente il ninja davanti a me. E se fosse stata una trappola? Se avesse voluto derubarmi con tutte quelle storie sull'Accademia?
    Stavo diventando paranoico.
    Qualche ora dopo ci lasciammo alle spalle la città, il ponte che collegava Kiri con il resto delle altre grandi nazioni ninja era proprio davanti a me insieme a Daisetsu.
    Rimuginai tra me qualche pensiero sulla storia di quel vecchio ponte, costruito col sudore della fronte e il sangue degli uomini. Quanta storia. Quanta cultura.
    No. Non c'era tempo per la lezione di storia! Dovevamo muoverci a raggiungere Konoha. Ardevo dal desiderio di conoscere il mio Sensei.
    Atasuke Uchiha. Uchiha. Avevo sentito raccontare strane storie sugli Uchiha.
    Ninja della foglia, incredibilmente forti nell'arte del fuoco e dell'illusione. Si dice che gli dei gli abbiano donato un potere terrificante controllabile solo da loro, i prescelti.
    Ero curioso di vedere se il mio maestro sarebbe stato "incredibile" come narrano le dicerie del paese.
    Danntamente curioso.
    Il buio iniziò a calare, non era possibile continuare oltre per oggi.
    Ci dovemmo accampare in una grotta nelle vicinanze, il tempo aveva deciso di tirarci un brutto tiro mancino. La pioggia. Incensante. Martellante. Pesante.
    Era molto pesante quest'oggi per me.
    Sentivo quasi di odiarla. Accendemmo il fuoco e iniziamo i turni i guardia per permettere ad entrambi di recuperare qualche ora di sonno.
    Il sonno in quel momento era l'ultima cosa che volevo. Ma non era il sonno a farmi paura ma ciò che veniva con esso.
    Fumo. Fuoco. Ancora fumo. Sempre più fuoco. Sangue. Mani sporche di sangue.
    Le mie.
    Daisetsu mi svegliò scuotendomi la spalla. Mi ero addormentato in posizione fetale.
    Con aria assonnata mi rialzai e riprendemmo il nostro viaggio.
    La nebbia ci avvolgeva mentre saltavamo di roccia in roccia evitando di finir con i piedi in qualche pozza d'acqua disseminata qua e là. Questo era Kiri.
    Rocce. Acqua. E nebbia.
    Mi dava un senso di nostalgia. Il mio amato paese era qui davanti a me e alle mie spalle, ma cosa c'era ad aspettarmi davanti? Quale futuro mi si prospetta?
    Domande di un pazzo a se stesso.
    La nebbia mi faceva uno strano effetto. Mi dava troppo da pensare. Come se avesse un qualche effetto sulle mie sinapsi. Non volli mai approfondire questo argomento, non volevo sapere il perchè.
    No. Non volevo sapere il perchè.
    Continuammo a vagare nella nebbia, seguivo Daisetsu come la sua ombra, sembrava sapere esattamente come fare ogni singolo passo, dove appoggiare il piede, in quale momento, in quale istante.
    Doveva aver percorso molte volte il tratto da Konoha a Kiri per esser diventato l'aiuto Sensei di un ninja della foglia.
    Ricordo ancora quando mio nonno mi raccontava "dell'Accademia di Kiri". Un brutale scontro fraticida per selezionare solo i "migliori" futuri shinobi per il regno della nebbia.
    Non so come mi sarei comportato allora.
    Improvvisamente Daisetsu si fermò. Capii immediatamente il perchè.
    Non mangiavamo da diverse ore ormai, bisognava mettere qualcosa sotto i denti.
    Daisetsu scomparve in un istante. Il panico mi attanagliò la gola ma solo per pochi minuti, prima di vederlo ritornare con due conigli nella mano destra. Accendemmo il fuoco e li preparammo con qualche tubero trovato nelle vicinanze.
    Erano davvero gustosi. Ringraziai Daisetsu con un lieve inchino, lui mi rispose semplicemente sorridendo. Aveva qualcosa quando sorrideva, una luce quasi sacra gli illuminava il volto.
    Come facevo a sapere che stava sorridendo? Le rughe intorno a suoi occhi ebbero una sensibile inclinazione all'insù, segno di un sollevamento degli zigomi e di conseguenza di un sorriso.
    Provai una grande invidia guardandolo.
    Era tanto tempo che non sorridevo. Da quando ero bambino.
    Si. Da bambino.
    Riprendemmo a muoverci una volta smorzate le fiamme del nostro fuoco.
    Con nuova energia in corpo i nostri movimenti furono molto più veloci e svelti, la nebbia sul volto quasi mi impediva di respirare. Un senso di soffocamento quasi malinconico.
    La nebbia mi stava baciando.
    Ma qualcosa interruppe quell'atmosfera così familiare.
    Qualcosa di caldo. Qualcosa di luminoso.
    Il Sole.
    Eravamo entrati nel Paese del Fuoco.


    -Presente..

    Ero circondato da alberi. Era una strana sensazione.
    Non che non fossi mai stato in una foresta prima, ma così rigogliosa e verde...
    Non è facile riuscire a trovare una foresta così verdeggiante a Kiri.
    In poco tempo mi ritrovai in una vasta pianura verde tagliata a metà da un ruscello e stretta in una morsa circolare dalla foresta; c'era un uomo vicino al fiume e con lui altri due ragazzi, dovevano avere più o meno la mia età o giù di lì. Quelli sarebbero stati i miei compagni di squadra.
    Daisetsu mi invitò ad unirmi al resto del gruppo mentre lui prendeva posto di fianco all'uomo.
    Di fianco al Sensei. Mi posizionai vicino una ragazzina, sembrava estremamente timida ed introversa. Non faceva che giocare con le dita e con i piedi, come in preda a chissà quale attacco epilettico!
    Avrei volentieri tagliato i suoi arti se ne avessi avuto la possibilità.
    Odiavo come sclerava con le dita.
    Lo odiavo.
    Guardai solo di sfuggita l'altro ragazzo. Non avevo alcun motivo per fargli pregio della mia attenzione.
    Improvvisamente il maestro ci rivolse la parola.

    Molto bene allora... Io sono il vostro sensei, Atasuke Uchiha, e da oggi avrà inizio il vostro corso, il quale consisterà banalmente nel sopravvivere e portare a termine una semplice missione affidataci dall'accademia. Io sono qui per istruirvi, come anche Daisetsu, non per fare per voi la missione. Io sono un duro e per questo non mi aspetto di piacervi, ma sappiate che alla fine di questa missione, se sopravviverete sarete considerate delle macchine per uccidere, delle armi pronte a tutto e pregherete per combattere

    Le sue parole mi entrarono in testa come un trapano.
    Atasuke Uchiha. Sembrava avesse trovato un veterano di chissà quale guerra ninja, uno di quelli che non hanno bisogno di far domande per sapere ciò che vogliono. Già mi piaceva.
    Poi riprese a parlarci.

    Per prima cosa, sappiate che da questo momento voi non siete nessuno. Siete uno scartoù bassa forma di materia organica comunemente detta merda! Tutto quello che deve uscire dalle vostre fogne ogni volta che vi rivolgete a me all'inizio ed alla fine delle vostre frasi deve essere un "Signore", AVETE CAPITO?

    Il mio istinto agi da se. Semplice istinto. Risposi vigorosamente.

    Signorsi Signore!

    Non vi ho sentito luridissimi vermi!

    Presi aria dai polmoni. Stavolta mi avrebbe sentito!

    SIGNORSI SIGNORE!!!

    La gola mi raschio non poco. Sentivo il coniglio mangiato e digerito diverse ore prima che cercava di sfuggire dal mio stomaco, riusci a tenerlo li giù dove doveva stare.
    Atasuke era proprio il maestro che più avrebbe desiderato.
    Completamente preso dall'ordine! Dalla degradazione del nemico e la sua completa distruzione! La ricerca di perfezione nell'ordine creato dalle sue truppe.
    Mi sentivo a "casa".

    Bene. Per prima cosa voglio che vi presentiate dicendomi nome, casata, villaggio e per quale assurdo motivo avete deciso di essere considerati delle macchine per uccidere, avanti, voglio sentire le vaccate che usciranno dalle vostre fogne!

    Ascoltai attentamente ciò che usci dalla bocca dei miei compagni, o quanto meno ci provai.
    Il primo a proferir parola fu il mangia sabbia. Un certo Akiro Kjin da Suna, sembrava avere un'alta idea dell'essere ninja, come dargli torto; anch'io la vedevo come lui. Ma essere uno shinobi significa essere ANCHE una macchina per uccidere. Cambia presto idea su Akiro.
    Poi parlò la ragazzina del posto. Choina Akimichi di Konoha, iniziò a farfugliare qualcosa di incomprensibile.
    Continuava a mangiare e ad agitare piedi e mani.
    La cosa mi aveva già irritato all'inizio ed il suo modo di parlare di certo non accrebbe la mia simpatia per lei.
    Iniziavo ad odiarla.
    Choina tacque.
    Era il mio momento.

    Sono Kyoka Hibari di Kiri, non appartengo ad alcuna casata! La mia unica casata è Kiri. E sono qui perchè ho un solo vero sogno. Poter combattere per la mia patria contro nemici sia esterni che interni. Voglio solo avere la forza per poter raggiungere questo obiettivo. Per questo sono qui.






     
    .
  5. Grey Knight
        Like  
     
    .

    User deleted



    Narrato

    -Pensato-
    <<parlato>>
    <<parlato>> (altri)


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]

    ~Siete soldati o sapete pensare?
    Prologo – una nuova partenza~



    la pioggia aveva diradato la solita nebbia che abbracciava kiri nella maggior parte dell'anno, io ed Atasuke Uchiha eravamo appena tornati da un'estenuante missione nel paese della brina e una pioggia scrosciante ci aveva accolto, costringendoci a trovare rapidamente un riparo.
    Mentre accompagnavo il foglioso alle porte del porto una lama di luce fendette il cielo raggiungendo per una delle rare volte la terra di kiri
    «non ci posso credere, il sole qui a kiri!»
    dissi catapultandomi fuori dal riparo per godermi il calore solare così inatteso
    «sembra che kiri sia contenta che sia torna...»
    non ebbi il tempo di finire la frase che un torrente d'acqua riprese a cadere dal cielo rendendomi fradicio in pochi secondi, facendo ridere Atasuke.
    Dalla pioggia scrosciante emerse di corsa una figura che si rivelò un messo accademico accalorato dalla corsa che consegnò un foglio ad Atasuke ed io zuppo ed imbronciato mi rimisi al riparo dalla pioggia.
    Il foglioso lesse velocemente il messaggio accademico, ringraziò e congedò il messaggero e mi disse
    «Molto bene Daisetsu... Pare che la tua permanenza in mia compagnia non sia ancora terminata. L'accademia vuole che tu mi segua per gestire un corso genin, quindi va a casa e rimpingua le provviste, tra non molto tempo mi dovrai raggiungere a Konoha per il corso...»
    «Di nuovo in pista eh?»
    dissi sorridendo al foglioso che continuò
    «Ah... già che ci sei... dato che uno degli studenti è un Kiriano... fa che contattarlo tu e portatelo dietro fino al luogo di incontro indicato qui sulla mappa... portalo entro le 7:00 del giorno XX/XX»
    «ok capo, ci vediamo tra pochi giorni, devo garantire la sopravvivenza del pivello vero?»
    Atasuke mi lanciò uno sguardo turpe, di quelli che perforano l'anima
    «ho capito, ho capito»
    dissi col tono di uno che si è appena preso una sgridata.
    Mi affrettai subito a consegnare la lettera al mio studente e compatriota raggiungendo l'indirizzo.
    Arrivato davanti alla mia meta vidi un ragazzo che stava rientrando in casa, fradicio pure lui, mi avvicinai, tirai su la sciarpa per coprirmi il volto e gli poggiai una mano sulla spalla
    «Kyoya Hibari?»
    il ragazzo si girò e annuì
    «Mi chiamo Daisetsu Kakita, sei stato assegnato al team 28 dell'accademia io sono il tuo aiuto sensei, devo scortarti fino a konoha prepara le provviste ci troviamo tra un' ora al porto, non tardare»
    passai da casa a fare un minimo di provviste e mi diressi al porto, andai dal commissario delle partenze, un vecchio amico di famiglia
    «Hiro, buongiorno! Ho bisogno di una nave che parta per il continente il prima possibile»
    «Daiestsu! Ma non eri appena tornato? Immagino che ora con l'accademia tu non stia più fermo, la prima nave parte tra un'ora, ti ho messo nella lista dei passeggeri»
    «non sono sa solo, inserisci anche Kyoya Hibari, è uno studente, io sono il suo accompagnatore»
    «Hai già degli allievi? Bravo!»
    «sono solo aiuto-sensei, ma sono molto emozionato»
    «Immagino! Salutami Eikichi»
    «Sarà fatto, grazie mille e saluta la famiglia»
    uscii ed aspettai l'arrivo dello studente, che venne perfettamente in orario, ci imbarcammo verso il continente


    […]




    Arrivammo a terra e iniziammo il tragitto finale via terra che era sera, continuammo per un piccolo e ci accampammo in una grotta dove il mio allievo ebbe un sonno molto agitato, quasi mi dispiacque svegliarlo la mattina sucessiva, rannicchiato in posizione fetale.
    Ripartimmo e in poco giungemmo a destinazione dove Atasuke ci aspettava con il suo solito cipiglio serio.
    Mi avvicinai e lo salutai cordialmente ma lui fu più brusco del solito nel rispondere, non ebbi il tempo di pensare al motivo del suo comportamento che arrivarono anche gli ultimi due studenti, un ragazzino ed una ragazza particolarmente in carne
    -questa come farà a combattere? Non credo tornerà a casa a raccontare l'esito della missione ai genitori-
    Atasuke non diede neanche la possibilità agli studenti di presentarsi tra di loro che , dopo avermi fatto cenno di affiancarmi a lui iniziò a parlare in tono militaresco
    «Molto bene allora... Io sono il vostro sensei, Atasuke Uchiha, e da oggi avrà inizio il vostro corso, il quale consisterà banalmente nel sopravvivere e portare a termine una semplice missione affidataci dall'accademia. Io sono qui per istruirvi, come anche Daisetsu, non per fare per voi la missione. Io sono un duro e per questo non mi aspetto di piacervi, ma sappiate che alla fine di questa missione, se sopravviverete sarete considerate delle macchine per uccidere, delle armi pronte a tutto e pregherete per combattere»
    rimasi incredulo nel sentire il compagno parlare in quel modo
    -ma che cazzo gli è preso? Di solito non fa così con i pivelli-
    «Per prima cosa, sappiate che da questo momento voi non siete nessuno. Siete uno scartoù bassa forma di materia organica comunemente detta merda! Tutto quello che deve uscire dalle vostre fogne ogni volta che vi rivolgete a me all'inizio ed alla fine delle vostre frasi deve essere un "Signore", AVETE CAPITO?»
    allora capii quali erano le vere intenzioni del foglioso.
    Gli studenti ognuno a modo loro risposero un signorsì signore
    «Non vi ho sentito luridissimi vermi!»
    loro ripeterono ancora più forte, urlando a squarciagola, rischiando la raucedine
    «Bene. Per prima cosa voglio che vi presentiate dicendomi nome, casata, villaggio e per quale assurdo motivo avete deciso di essere considerati delle macchine per uccidere, avanti, voglio sentire le vaccate che usciranno dalle vostre fogne!»
    decisi di dare manforte al compagno rincarando la dose anche se in modo molto leggero
    «vi consiglio di fare come dice lui, non sapete cosa fa agli insubordinati, vi basti sapere che è grazie a lui che ora non posso mostrare il volto completo»
    dissi indicando la grande sciarpa rossa che mi copriva il viso fino al naso
    -vediamo cosa mi combinano questi, sarà interessante-
    pensai divertito.



     
    .
  6. Asgharel
        Like  
     
    .

    User deleted



    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~Presentazioni - iniziamo a scremare~


    Alla fine erano arrivati tutti uno dopo l'altro. Per primo giunse il sunense, seguito poco dopo dalla akimichi e dal kiriano accompagnato da Daisetsu.
    La recita di Atasuke era cominciata ed apparentemente sembrava proseguire senza intoppo alcuno, soprattutto data la velata espressione di interessamento che Daisetsu aveva verso quelle che potevano essere le reazioni degli studenti. In quell'attimo solo loro due sapevano la vera natura di Atasuke, tuttavia era proprio li il bello. Illudere gli studenti per verificare se fossero abbastanza abili da scoprire la verità, o perlomeno di dimostrarsi degni della via dello shinobi.
    Il primo a presentarsi ed a reagire alle sue parole fu il sunense che disse praticamente tutto e niente su di se e su quello che Atasuke gli aveva richiesto, piantando il suo suardo dritto nei suoi occhi. Madornale errore dato che in un mondo come quello in cui tutti e tre stavano muovendo i primi passi uno scambio di sguardi tra due estranei poteva diventare improvvisamente una condanna a morte. Successivamente si presentò la "piccola" Akimichi che con voce tremante, evidentemente messa molto sotto tensione dai suoi modi pareva reagire particolarmente male alle sue parole tremando con le parole e cercando di ingozzarsi di cibo, come se la cosa la aiutasse a sciogliere la tensione. Infine, ultimo, ma non per importanza, si presentò il kiriano che al pari di Daisetsu pareva godere di quell'aria militareggiante e dei modi brutali che Atasuke aveva iniziato a prendere nei loro confronti. Evidentemente era una abitudine di Kiri mantenere sempre un tale senso di militare e di guerriero in qualunque momento della giornata.
    Atasuke si prese poi un attimo per valutare bene le parole dei suoi adepti prima di rispondere loro continuando a farsi odiare e cercando di scoprire nel dettagli come quei tre potessero reagire ad una tale situazione di stress vagamente paragonabile allo stress che una missione poteva provocare ad un nuovo ninja.

    «Interessante... Quindi Akiro tu sei qui solo per non "mangiare sabbia", ho capito bene? Inoltre ritieni che essere un ninja sia qualcosa di più di una macchina per uccidere... Le tue parole sono interessanti, ma già così ti sei tradito. Se veramente ritenessi essere uno shinobi qualcosa di più di una mera macchina per uccidere non saresti venuto qui come un qualunque pezzente solo per "non mangiare sabbia". Vedi di sparire subito dalla mia vista e non azzardarti a farti rivedere»


    Cacciò quindi via il giovane sunense in maniera alquanto brutale indicandogli subito quale fosse la via da intraprendere per andare via da quel luogo. Quando poi il giovane fosse sparito mugugnante dalla sua vista mischiandosi con la vegetazione, Atasuke avrebbe preso un sospiro di sollievo per poi passare agli altri due.

    «Molto bene... e già uno se ne è andato... devo ammettere che cominciate molto bene... Di questo passo rischiate di non iniziare neppure al missione che vi spetterebbe di compiere...»


    Un sorrisetto sadico con un retrogusto di malvagio si dipinse sul suo volto, intensificando quell'aura di agitazione che probabilmente stava stendendosi sui due giovani rimasti. Il suo obbiettivo era far capire loro che li avrebbe ricacciati a casa senza pensarci due volte nel caso in cui non lo avessero soddisfatto appieno.

    «Ma passiamo oltre... cara la mia Choina... la tua visione è interessante... Tu vorresti essere più uno scudo che un'arma... uesto mi fa intuire che il tuo scopo sia quello di proteggere gli altri che ti stanno a cuore, non è forse così? Pensiero nobile, sciocco, ma nobile...
    Tu invece... Kyoka... Non so da dove venga tutto questo nazionalismo, ma da quel che mi pare di capire è una cosa comune di voi Kiriani... Me lo confermi Daisetsu? Comunque sia, il tuo punto di vista è interessante, ma voglio ricordarti che per ottenere la "forza necessaria" basta allenarsi in palestra regolarmente. Qui non si tratta di "forza" qui si tratta di abilità, tecnica, astuzia, ingegno... Qui si tratta di essere shinobi!»


    Rimise il massimo dell'enfasi accentuando, forse esageratamente, il termine "shinobi", ma in fondo era giusto così. Quella parola rappresentava quello a cui i due sopravvissuti aspiravano. Una cosa che in effetti è una macchina per uccidere, ma solo in alcuni casi è un ninja.

    [...]


    Atasuke diede loro tempo di farfugliare o di socializzare alcuni istanti prima di proseguire sulla parte "teorica" che avrebbe improntato la prima parte del corso, portandoli a formare un team con il quale si sarebbero avventurati nel fitto del bosco a caccia di banditi o presunti tali.

    «Molto bene... ra che avete avuto il tempo di capire a che cosa siete andati incontro, è giunto il momento di capire se per voi è meglio seguire le orme dell'altro vostro compagno idiota e tornarvene a casa o se invece avete la stoffa per essere quello che volete essere, ovvero delle armi. Sia che la cosa vi piaccia, sia che la cosa vi dia ribrezzo, alla fine di questo corso, SE sopravviverete, voi sarete delle armi, e pregherete per combattare. MI AVETE CAPITO!?»


    Appena il tempo di un "signorsì signore" ed Atasuke avrebbe ripreso con il discorso.

    «Bene, ed ora parlate. Su, non abbiate timore. Ditemi cosa ne pensate di quanto è accaduto finora... Vi rode che uno di voi sia stato cacciato? Ritenete che sia stato ingiusto? Credete forse che qualcosa non sia come dovrebbe essere? Avanti, dimostratemi di avere le palle!»


    Attese poi con trepidanza una risposta da parte dei due. In effetti non gli importava di cosa avrebbero risposto, ma di come si sarebbero rapportati nei suoi confronti. Se dicendo in modo chiaro e tondo quello che pensavano o se mentendo spudoratamente solo per entrare nelle sue grazie o farsi volontariamente odiare.

    [...]


    Ricevute poi le risposte, Atasuke avrebbe rposeguito interrogando per l'ultima volta i suoi due studenti.

    «Molto bene allora... Adesso voglio che vi presentiate seriamente dicendomi nome, cognome, tecniche ed abilità possedute e tutto quello su di voi che opssiate riteneer utile per i vostri compagni per formare un team ben organizzato e tecnicamente efficace. Poi voglio che mi diciate nel dettaglio per quale infimo motivo io dovrei considerarvi dei Genin alla fine di questo corso e per quale razza di motivo avete deciso di iscrivervi piuttosto che lavorare come spazzino al vostro villaggio»


    Le sue parole piovevano con cadenza precisa e netta, con un tono che irrimediabilmente continuava a sfiorare l'eccesso militare. Di certo se Daisetsu avesse deciso di dargli ancora man forte, di li a breve ci si sarebbe divertiti non poco con quelle due povere cavie che avevano avuto al fortuna di evitare trappole e prove complesse come i suoi precedenti corsi, ma che erano stati messi alla prova con un sistema ben più infido e logorante, la menzogna.


    OT - Ok, l'utente cancellato è stato blastato sena problemi. Scusate ancora se non ho rispettato i canonici 7 giorni. Spero che la cosa non vi abbia causato grane, tuttavia ecco a voi il 2° post. Banalmente un secondo post di presentazione di routine. Anche qui voglio il massimo dell'impegno nel descrivere bene i vostri pg ed eventualmente anche le loro reazioni alla cacciata brutale del sunense. Per dubbi/domande e quant'altro, sapete dov'è l'OT XD
    Buon post :zxc:
    - /OT
     
    .
  7. Owlino
        Like  
     
    .

    User deleted


    Dove e quando
    Parlato Choina
    Parlato PG
    Parlato PNG
    Tecnica, Abilità e simili


    Area di addestramento di Konoha

    Continuava a mangiucchiare i biscotti presi direttamente dal borsello mentre lo sguardo si teneva sugli altri due allievi, quando uno venne cacciato via Chocho abbassò subito lo sguardo infilandosi in bocca un altro biscotti, volto in espressione pensierosa, un po' confusa, ma per nulla spaventata al momento, osservava il terreno e le punte dei suoi piedi, muovendole appena ogni tanto.
    Poi al sentire il suo nome alzò lo sguardo sul sensei Ehm ve-ve-vera... non finì di parlare che Atasuke continuò a discutere con l'altro, lo sguardo di Chocho tornava quindi verso le punte dei suoi piedi, quindi si infilò un altro biscotto in gola, prese un profondo respiro, alzò di nuovo la testa per guardare l'Uchiha e rispose, pancia in dentro e petto in fuori, con poca pancia in dentro a dirla tutta ...veramente signore è una strategia importante, la difesa dei membri del team essenziali in una missione deve essere, per ogni ninja, uno degli obiettivi primari dato che se la missione ha bisogno dell'abbattimento di un edificio il team non può riuscirci senza per esempio un membro esperto in demolizioni appunto, questo obbliga quindi l'intero team a doverlo proteggere. Questa è la filosofia di mia madre, la difesa del team è prioritaria ed è il migliore attacco, caricare a testa bassa qualcuno o qualcosa porta solo al fallimento sembrava essere cambiata totalmente, quindi abbassò la testa, espirò tutta l'aria rimasta e si rimise a mangiare un altro biscotto Scu-scu-scusate balbettò aspettando di ascoltare cosa ha da dire oltre al resto, sospirò di nuovo isolandosi dal mondo fino all'arrivo della prossima domanda, la richiesta di cosa sapevano fare.
    Gli occhi quindi tornarono su Atasuke alla sua domanda Ehm s-s-sì ecco, s-s-so fare qua-qualche t-taijutsu e m-m-mio padre mi ha insegnato un fu-fu-fuinjutsu per po-potenziare il co-corpo, pe-però non deve dirlo a m-mia ma-madre che lo conosco che se-sennò si arrabbia con lui annuì quindi mentre continuava a parlare Ino-inoltre co-conosco la te-tecnica della molti-moltiplicazione continuava a balbettare come suo solito, appena finì di parlare la mano destra infilò nella bocca di Chocho un altro biscotto, non sembrava riuscire a fermarsi dal mangiare, come se fosse più forte di lei, forse era appunto solo un modo per far calmare la tensione, o un allenamento tipico degli Akimichi.
    Poi si ricordò qualcosa Signore disse alla fine tornando a guardarsi le punte dei piedi.
     
    .
  8. Sesshomaru25
        Like  
     
    .

    User deleted


    Atto II:The Words

    Narrato Parlato Pensiero Parlato Altrui


    tkj8wotf669rmi3o9l0h




    Ancora parole. Solo parole perse nel vento. Ascoltai il sensei parlare di quanto fosse incredibilmente duro il corso e ridevo quasi di come il suo aiuto lo facesse sembrare ancora più cattivo.
    Alla fine decise di rivolgerci nuovamente la parola dopo le nostre presentazioni.
    Inizio dal suniano. Fu uno spettacolo pietoso. Le parole del mangia sabbia avevano alquanto interdetto il maestro che senza mezzi termine lo cacciò senza batter ciglio e inveendo su quelle che sarebbero dovute essere le sue "idee".
    Sembra quasi soddisfatto di essersi liberato del suo allievo ex novo. Quasi sorridente oserei dire.
    Ad essere completamente sinceri la cosa non mi tangeva minimamente, era stato cacciato qualcuno di cui non avevo saputo nulla fino a pochi secondi fa, non avrebbe di certo cambiato la mia vita avere uno peso di più o di meno in questa missione; bisogna arrivare a fare qualunque cosa per raggiungere i propri obiettivi. Qualunque. Questo è il mio credo.
    Riprese fiato e si rivolse nuovamente a noi, eravamo rimasti io e la cicciona. Sarebbe stato più comodo cacciare una come lei ma tantè!
    Parlò prima rivolgendosi alla sua compaesana, non prestai molto attenzione, le mie orecchie si drizzarono quando dalle sue labbra fuori usci il mio nome.

    ..Tu invece... Kyoka... Non so da dove venga tutto questo nazionalismo, ma da quel che mi pare di capire è una cosa comune di voi Kiriani... Me lo confermi Daisetsu? Comunque sia, il tuo punto di vista è interessante, ma voglio ricordarti che per ottenere la "forza necessaria" basta allenarsi in palestra regolarmente. Qui non si tratta di "forza" qui si tratta di abilità, tecnica, astuzia, ingegno... Qui si tratta di essere shinobi!

    Si trattava di parole. Sempre è solo parole. La cosa stava iniziando quasi a diventare seccante. Quello che mi disse non fu altro che una spiegazione della mia idea di "forza", usata in modo generale per rendere comprensibile anche ai miei "compagni" chi ero o chi avrebbero immaginato che io fossi. Un ragazzo pronto a tutto. Pronto a tutto.
    Sentii da parte sua anche una certa enfasi sulla parola "shinobi", come se volesse che essa mi si infilasse in testa come una lama attraversa le carni. Per me eran sempre e pur solo parole.
    Diede qualche istante di pausa del suo "epocale discorso" e voltai la testa verso l'altra allieva rimasta.
    Non faceva altro che fissarsi i piedi e ingozzarsi, non un cenno, non un sospiro. Meraviglioso.
    Dalla sua bocca non sarebbe uscito altro che saliva e biscotti ormai in poltiglia, il silenzio ci fece buona compagnia. Per molto poco.
    Il sensei riprese a parlare. Ancora. Un altro discorso su come lui ci avrebbe reso armi perfette e infallibili e di come avremo desiderato il campo di battaglia.
    Avevo già questo desiderio in me! La cosa che mi mancava era l'addestramento adeguato e tutte queste chiacchiere non facevano altro che alimentare la mia noia e la mia sopportazione.
    Si fermò. Sapevo bene cosa voleva e l'accontentai credendo che questo avrebbe accelerato il processo di presentazione e ci avrebbe portato immediatamente ai dettagli della missione. Glielo dissi.

    SIGNORSI SIGNORE!

    Urlai come un pazzo cercando di far capire in sottil maniera al mio maestro quanto questa attesa mi stesse dilaniando i nervi!
    Ancora parole. Solo dannate parole.

    Bene, ed ora parlate. Su, non abbiate timore. Ditemi cosa ne pensate di quanto è accaduto finora... Vi rode che uno di voi sia stato cacciato? Ritenete che sia stato ingiusto? Credete forse che qualcosa non sia come dovrebbe essere? Avanti, dimostratemi di avere le palle!

    Non diede tempo nemmeno alla mia compagna di proferir parola e presi subito la palla al balzo. Era la mia chance di potermi sfogare! Non mi sarei fatto sfuggire questa occasione.

    Sinceramente la cosa non mi tange affatto! Se lei ritiene che il suniano non fosse realmente votato alla causa e al credo di uno shinobi allora la vostra è stata la scelta più saggia.
    Con le parole non si ottiene nulla, ne con i trattati ne con la diplomazia! Essere ninja è come essere la mano sinistra di Dio! Operosa nel male a beneficio del bene.
    Il tutto per tutto. La vittoria strappata alla fine. La vendetta assaporata fredda...


    L'ultima frase non la sentivo realmente mia. Affatto.
    Stavolta fui io a mettere l'accento sulla parola "shinobi" e sulla frase "con le parole non si ottiene nulla", speravo che il sensei stavolta cogliesse la mia voce stizzita dalla situazione che si era andata creando.
    Ma lui continuò a parlare.
    Se ne avessi avuto le capacità gli sarei saltato addosso e l'avrei decapitato seduta stante!!! Rimasi fermo in attesa che finisse di parlare.

    Molto bene allora... Adesso voglio che vi presentiate seriamente dicendomi nome, cognome, tecniche ed abilità possedute e tutto quello su di voi che opssiate riteneer utile per i vostri compagni per formare un team ben organizzato e tecnicamente efficace. Poi voglio che mi diciate nel dettaglio per quale infimo motivo io dovrei considerarvi dei Genin alla fine di questo corso e per quale razza di motivo avete deciso di iscrivervi piuttosto che lavorare come spazzino al vostro villaggio

    Questa volta fui sorpreso. Cosa che accadeva di rado. Fu Choina a proferire per prima parola.

    Veramente signore è una strategia importante, la difesa dei membri del team essenziali in una missione deve essere, per ogni ninja, uno degli obiettivi primari dato che se la missione ha bisogno dell'abbattimento di un edificio il team non può riuscirci senza per esempio un membro esperto in demolizioni appunto, questo obbliga quindi l'intero team a doverlo proteggere. Questa è la filosofia di mia madre, la difesa del team è prioritaria ed è il migliore attacco, caricare a testa bassa qualcuno o qualcosa porta solo al fallimento....

    Dopodichè riprese a balbettare come sempre; allora dietro quell'apparente facciata goffa si nascondeva anche qualcosa di più.
    Una buona stratega, forse anche un eccellente membro difensivo indispensabile ad un buon team ninja.
    Chissà se si sarebbe rivelata un'arma intrigante o solo l'ennesima palla al piede. Ci avrei pensato più tardi, il sensei stava aspettando la mia risposta.
    Speravo dentro di me che fosse la sua ultima domanda. Davvero.


    Sono Kyoka Hibari, di Kiri, sono qui per difendere quello in cui credo! Difendere quella terra che mi ha dato in natale, che mi ha dato un luogo a cui poter essere legato, che mi ha donato le basi per crescere e diventare quello che ho sempre sognato! Ora, il mio sogno è ripagare con la stessa moneta la terra che mi ha creato! Sono qui perchè voglio essere all'altezza della mia patria! Per difenderla, per proteggerla...

    Presi un secondo di pausa.

    ..la mie tecniche si basano sull'accerchiare il nemico rimanendo nell'ombra. Ingannando il nemico con illusioni e confonderlo li dove solo io posso regnare. Nella nebbia. Uso una serie di combo legate all'offuscamento dei sensi, rendendo così anche la preda più facile al mio team.
    Io la sfianco e il team la sbrana. Questo è Kyoka Hibari.











     
    .
  9. Asgharel
        Like  
     
    .

    User deleted



    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~Presentazioni - Formare i team~


    Alle sue parole verso lo spirito nazionalista dei kiriani, daisetsu fece un cenno di approvazione con la testa, sottolineando che in effetti a kiri vi era questo forte senso di appartenenza al villaggio.
    La giovane Akimichi intanto, dopo aver tentato di parlare interrompendo il discorso di Atasuke, si espresse in sua difesa, sfruttando il breve tempo che Atasuke aveva concesso, per sottolineare l'importanza della sua strategia basata sulla difesa degli altri.
    Avrebbe voluto lasciarsi sfuggire un sorriso a quelle parole, un sorriso sincero, tuttavia dovette ancora una volta celare i suoi reali sentimenti dietro ad una maschera di recitazione e menzogne, creata apposta per quell'evento in modo da mettere fin da subito alla prova i suoi studenti, in modo da verificare se questi fossero veramente portati alla via dello shinobi.
    Rispose quindi alla giovane con l'ormai consueto tono militarizzato e ben poco amichevole sottolineando le secondarie, tuttavia presenti, falle nella teoria della giovane.

    «Come avresti detto? Tu che sei appena una studente vorresti venire qui a darmi lezioni di strategia? Punto primo: Io non ti ho chiesto qual'è la tua strategia preferita o se e quando possa essere utile adoperare una strategia, piuttosto che un altra, io ti ho chiesto perchè vuoi essere una shinobi! Punto secondo: Non so chi ti abbia insegnato le buone maniere, ma ingozzarti di cibo a ripetizione in questo modo mi fa solo innervosire, quindi mentre stai sull'attenti vedi di far sparire biscotti, patatine e quant'altro dalla mia vista, ci siamo capiti!?»


    Il suo tono fu violento, estremamente violento e forse anche troppo violento, tuttavia, quella ragazzina era timida, forse troppo timida ed impacciata per poter sopravvivere in un mondo di shinobi, quindi sapeva che doveva in qualche modo plasmarla, forgiandone la forza mentale prima di ogni altra cosa, ed in un mondo come quello, dove la violenza è presente in ogni dove, non poteva permettersi di perderci troppo tempo per metterla in riga. Sapeva che doveva farlo e sapeva di avere poco tempo per farlo, ma almeno era certo che in fondo a quella ragazza vi fosse un qualcosa che poteva accendere le sue capacità.
    Ormai iniziava ad avere bene in mente come potessero essere i suoi due nuovi apprendisti. Per quanto simili in alcuni aspetti, si poteva tranquillamente dire che erano i due esatti opposti. Da una parte il kiriano era chiaramente freddo ed aggressivo ed a tratti pareva quasi scalpitare nella'ttesa in quella missione che era appena all'inizio e che ancora avrebbe dovuto attendere per dare il via ad una danza mortale, sempre che potesse essercene necessità. Dall'altra parte, la giovane Akimichi pareva essere di uan timidezza e di una chiusura estrema, oltre che di una voracità indecente, come d'altronde tutti gli altri membri del clan.
    Ascoltò con attenzione la presentazione di entrambi, notando che tutti e due risposero senza troppe riserve ai suoi quesiti, tuttavia senza scoprire completamente loro stessi mostrando troppo i loro punti di forza ed i loro punti deboli. La cosa era un buon punto di partenza, dato che ciò implicava una saggezza minima che molti, se non quasi tutti gli studenti non possedevano e che spesso anche genin e chunin ancora non avevano ben afferrato.

    «Molto bene... ottime presentazioni, tuttavia non siamo ancora pronti per dare il via vero e proprio alla missione. Ora sia io che voi sappiamo a grandi linee che cosa sa fare ogni singolo membro della squadra, tuttavia, prima di partire, dovete decidere quale strada prendere e quali obbiettivi perseguire per portare a termine la missione... Quindi, quando avrò finito di farvi il quadro della situazione dovrete pormi eventualmente delle domande e dirmi secondo voi come agireste nel compiere la missione, ovvero quale strategia applichereste, tutto chiaro?»


    Si lasciò leggermente andare enfatizzando sempre meno il tono militare per passare ad un tono leggermente più umano e simile alla sua vera natura, tuttavia ancora non era giunto il momento di svelare la sua reale persona ed agire più da maestro che da addestratore.

    «Allora... la missione è catalogata come D-, quindi dovrebbe essere uan cosa estremamente semplice e senza implicazioni particolarmente grosse. Il vostro obbiettivo è scovare e catturare una squadra di briganti, all'incirca dovrebbero essere una decina compresi i capi. All'amministrazione non importa se e quanti prigionieri farete, l'importante è che questo gruppo alla fine del vostro attacco cessi di esistere. Attualmente non sappiamo dove sia il covo, ne se hanno fatto prigionieri, tuttavia c'è la possibilità che siano in possesso di documenti importanti che vanno recuperati. Attualmente la banda opera nei dintorni di Otafuku qui a Konoha... Ci sono domande sulla missione?»


    Con sguardo serio fissò i suoi due apprendisti e fece un cenno con il capo verso Daisetsu per "chiedergli" se avesse altro da aggiuingere, ma egli rispose con un'altro cenno del capo per sottolineare che poteva bastare, salvo non avessero altri quesiti...

    [...]


    Risposte le domande ed udite le strategie elaborate dai giovani, Atasuke si espresse evitando di commentare le due strategie ma ponendo una domanda di vitale importanza al suo collega.

    «Interessante, non trovi? Bene, quale dei due preferisci seguire?»


    E quindi alla risposta del suo collega, Atasuke si sarebbe avvicinato a quello che sarebbe rimasto il suo allievo diretto lasciando Daisetsu assieme con il suo "preferito".


    OT - Molto bene, questo sarà un post un po strano, strutturato così principalmente per cercare di velocizzarvi la vita. Per quanto riguarda i quesiti che volete porre al mio pg (se ne avete) li porrete nell'OT del corso e vi risponderò da li (così potrete inglobarli nel post, compresa la risposta se volete). Ovviamente come per un post, chi per primo chiede è chi eseguirà la domanda in Game, evitando così che l'ordine di posting costringa un giocatore a far sembrare il proprio pg poco intelligente per lasciare domande agli altri o perchè gli altri prima hanno già chiesto tutto. Alla fine del giro l'aiuto sensei valuterà le vostre strategie (ed i vostri ragionamenti in game) e deciderà quale dei due pg lo ispira di più da seguire, quindi nei giri successivi avrete come due QM, uno per voi l'altro per l'altro giocatore. In caso di strategie simili (o condivise) non è un problema, comunque dato che questo OT si sta facendo lungo, per info, delucidazioni, lamentele o altro sapete dove postare. :zxc: - /OT
     
    .
  10. Sesshomaru25
        Like  
     
    .

    User deleted


    Atto II:The Words

    Narrato Parlato Pensiero Parlato Altrui


    tkj8wotf669rmi3o9l0h





    Il mio sensei dimostrava una certa intolleranza al continuo mangiare della mia compagna più in carne. E come dargli torto! Avrò pensato almeno una dozzina di volta di ficcargli io stesso quei biscotti giù in fondo alla gola e soffocarla con essi! Sembrava avere degli sprazzi di coraggio ogni tanto riuscendo a compiere delle frasi di senso logico, ma non potevo resistere più di così! La missione stava per iniziare, ma il maestro voleva parlarci. Ancora.

    Molto bene... ottime presentazioni, tuttavia non siamo ancora pronti per dare il via vero e proprio alla missione. Ora sia io che voi sappiamo a grandi linee che cosa sa fare ogni singolo membro della squadra, tuttavia, prima di partire, dovete decidere quale strada prendere e quali obbiettivi perseguire per portare a termine la missione... Quindi, quando avrò finito di farvi il quadro della situazione dovrete pormi eventualmente delle domande e dirmi secondo voi come agireste nel compiere la missione, ovvero quale strategia applichereste, tutto chiaro?


    Avevo perfettamente in mente la strategia pronta ad adottare. Visto che la mia compagna era cosi desiderosa da fare da "scudo" per il team avrei utilizzato lei come esca per far uscire allo scoperto l'intera banda di banditi, una volta circondata la mia compagna sarebbe bastato avvolgerli tutti interamente nella nebbia, Choina si sarebbe salvata uscendovi immediatamente non appena la foschia avesse iniziato a muoversi indentro al gruppo.
    Il resto. Bhè, per me muovermi nella nebbia sarebbe stato come camminare quotidianamente a casa. Utilizzando altre tecniche avrei disorientato ancor più i miei avversari portandoli a scontrarsi tra loro e chiudendoli nella loro cecità fino a lasciarli in pochi e malconci; finire i superstiti sarebbe stato come calpestare un insetto. La base era questa ma avevo bisogno di avere delle certezze per proporre una simile strategia al sensei.

    Allora... la missione è catalogata come D-, quindi dovrebbe essere uan cosa estremamente semplice e senza implicazioni particolarmente grosse. Il vostro obbiettivo è scovare e catturare una squadra di briganti, all'incirca dovrebbero essere una decina compresi i capi. All'amministrazione non importa se e quanti prigionieri farete, l'importante è che questo gruppo alla fine del vostro attacco cessi di esistere. Attualmente non sappiamo dove sia il covo, ne se hanno fatto prigionieri, tuttavia c'è la possibilità che siano in possesso di documenti importanti che vanno recuperati. Attualmente la banda opera nei dintorni di Otafuku qui a Konoha... Ci sono domande sulla missione?

    Stiamo parlando di una zona vasta esattamente quanto?

    Ebbene... in pratica la zona coperta da questi malviventi è all'incirca tutta Otafuku, quindi un'area neppure così grande, dato che al più è paragonabile ad un porto anche più piccolo di quello di kiri. Se poi hai intenzione di velocizzare la cosa per scindere il team, ti ricordo che sarete solo tu e choina nella squadra, quindi fatti i tuoi conti

    Perfetto. Portando i nemici fuori in uno spazio cosi ristretto la nebbia li avrebbe inghiottiti molto più velocemente e con tutta probabilità non sarebbe neanche più servito finirli una volta dissolta la nebbia; si sarebbero massacrati a vicenda senza batter ciglio, per me e Choina si sarebbe trattato solo di goderci la scena e aspettare il diradamento della nebbia. Visto che la mia compagna non avevo ancora aperto bocca se non per mangiare decisi che visto che ero stato il primo ad aprir bocca era anche mio diritto essere il primo ad presentare la propria strategia.

    Se mi è permesso sensei vorrei iniziare io! Visto che non conosciamo esattamente l'ubicazione dei nostri avversari non penso che cercare alla cieca ci aiutare a trovarli più in fretta al contrario. Ma se usassimo un'esca per spingerli a uscire allo scoperto? La mia compagna sembra tutto tranne che un ninja, i banditi la identificherebbero subito come una preda facile da catturare e sicuramente non si lascerebbero sfuggire una simile occasione d'oro. Il compito di Choina sarebbe semplicemente quello di far uscire allo scoperto quanti più banditi possibile e far si che questi la circondino interamente. La avrà inizio il mio lavoro. Con la tecnica del Velo di Nebbia resterebbero tutti intrappolati e disorientati, a seguire userei il Passo della Foschia Coprente per passare tra una corda di canapa imbevuta precedentemente di alcool creando una ragnatela sotto i loro occhi. Una volta ultimata la costruzione della trappola...

    Uscii l'accendino dalla tasca e lo feci scattare una volta creando una fugace fiamma che fu spenta da un altro rapidissimo gesto del polso.

    ...il gioco è fatto! Non ci resterebbe che controllare i cadaveri o dare a qualcuno l'estrema unzione!








     
    .
  11. Asgharel
        Like  
     
    .

    User deleted



    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~Tattiche – Voi Kiriani siete tutti uguali...~


    Come temeva, il kiriano dimostrava un'altra caratteristica comune a Daisetsu: la violenza cronica. La sua strategia infatti si basava sullo sfruttare la sua compagna come esca, senza neppure porsi il problema di sacrificarla o meno per catturare in una trappola incendiaria i suoi avversari.
    In effetti la sua tattica non era considerabilmente malvagia dato che in teoria il loro obbiettivo non era quello di catturarli, ma semplicemente quello di eliminare l'intera banda, senza preoccuparsi de metodo. Tuttavia era la decisione tattica di far fare da esca alla sua compagna Akimichi senza predisporre un sistema di fuga anche per lei, ma lasciando banalmente al caso la sua fuga da una situazione di accerchiamento con aggiunta di una nebbia in cui non tutti si orientano senza problemi, anzi, che spesso risulta essere una trappola ben più mortale di quanto potesse apparire.
    Ascoltate entrambe le strategie, Daisetsu si espresse quindi scegliendo quale dei due studenti avrebbe seguito da quel momento sino alla fine della missione.

    "Per quanto mi piacerebbe proseguire con il mio compatriota... Voglio vedere che cosa sà fare questa Akimichi..."


    Quasi a sorpresa Daisetsu decise di seguire choina, mentre ad Atasuke rimase quindi il compito di seguire il kiriano, cercando di plasmarne i talenti perfezionandoli, ma soprattutto eliminandone l'indole omicida dalla dubbia utilità.

    «Molto bene quindi... Daisetsu, Choina; Buona fortuna. Kyoka, prego... A te la prima mossa per stanare i banditi»


    Atasuke sapeva che con estrema probabilità il giovane Kiriano difficilmente sarebbe riuscito ad applicare la sua strategia in pieno, e forse anche solo in parte. Con un gesto della mano salutò quindi l'altro team ed iniziò ad incamminarsi verso Otafuku assieme al suo studente.

    [...]


    ~Missione – Verso Otafuku~


    La missione proseguiva e la strada per Otafuku veniva percorsa con calma e dedizione. Raggiunta una distanza sufficente dall'altra coppia, Atasuke iniziò, con tono sapiente, ad analizzare la strategia del suo allievo per cercare di fargli notare i punti deboli e che doveva migliorare nell'elaborazione di una strategia.

    «Per prima cosa, devi renderti conto che un genin è un ninja completo, per questo deve rispettare dei requisiti fisici e tattici. Ad una prima occhiata pare che tu fisicamente sia ben messo, tuttavia non ci siamo affatto sul punto di vista tattico.»


    Osservò quindi il suo allievo, sondandone la reazione prima di proseguire nuovamente con il discorso.

    «Per quanto siano i Chunin ed i Jonin a rivestire i veri e propri ruoli di comando in una missione importante, ti capiterà comunque spesso di essere tu il capo a causa della tua maggior esperienza, della tua superiorità di grado in missioni più semplici o, semplicemente, perchè ti potresti ritrovare ad agire per conto tuo. Quindi devi prima di tutto imparare che cosa vuol dire comandare e per questo motivo il tuo compito in questa missione sarà principalmente quello del tattico»


    Concesse ancora una pausa a se stesso ed al suo studente per assimilare meglio le sue parole ed adattarsi al suo ruolo in quella sua primissima missione.

    «Per prima cosa devi sapere che un buon capo squadra, per prima cosa è un buon tattico. Secondo, devi sapere che compito del capo squadra è quello di portare a casa la pelle ed il resto della sua squadra viva, prima ancora che portare a termine la missione. Se compiere la missione dovesse richiedere un rischio troppo alto per il team, il buon capo ordina la ritirata. Mi segui?»


    Attese quindi una risposta da parte del suo apprendista prima di proseguire ancora con la sua analisi.

    «E qui quindi ti dovrebbe essere chiaro quanto la tua strategia sia definibile un suicidio. Sottovalutare i propri avversari, solo perchè la missione è catalogata come livello D-, è un chiaro errore che spesso porta a morte certa, soprattutto perchè l'accademia ultimamente sembra averci preso gusto a classificare a caso i gradi delle missioni... Ma tornando alla tua strategia... Non va bene, tu avresti sacrificato, o quasi, la tua compagna di squadra per eliminare una banda di cui non sai nulla, neppure chi sono, cosa attaccano e come agiscono... Ora spiegami come avresti messo in contatto Choina con la banda, oppure spiegami come pensavi che li avrebbe attirati... e non sperare che farla camminare da sola per le vie di un porto sia sufficente per attirare fuori un'INTERA banda di malviventi, anche perchè dobbiamo eliminare tutta la banda, non solo qualche elemento che sostituirebbero in qualche settimana di reclutamento»


    Lasciò una pausa per replicare al suo studente prima di proseguire oltre alla volta di Otafuku.

    [...]


    Raggiunto infine il porto di Otafuku, stava al suo studente esporre un nuovo piano e dare il via alla missione vera e ropria sfruttando, per quanto possibile, le capacità di Atasuke a suo vantaggio, oppure partendo in prima linea per portare a termine quel "semplice compito".

    «Ok, questa è Otafuku... Ora sta a te decidere che cosa fare per stanare quei malviventi ed eliminare la banda... Qualche nuova strategia in mente?»


    Chiese leggermente ironico Atasuke pronto a partire con la prima vera parte di quella missione.


    OT - Data la serie di abbandoni, l'aiuto sensei è svincolato dal suo compito (salvo che per sostituirmi in caso di grane non riuscissi a postare). Il corso da qui in poi temo proseguirà in 2, tuttavia vediamo di portarlo comunque a termine :zxc: - /OT
     
    .
  12. Sesshomaru25
        Like  
     
    .

    User deleted


    Atto III:The Mission Start

    Narrato Parlato Pensiero Parlato Altrui


    tkj8wotf669rmi3o9l0h





    A quanto pare il mio compatriota aveva scelto di seguire la piccola lardosa piuttosto che me. Meglio così. Essere fianco a fianco al sensei mi avrebbe aiutato a capire anche se in minima parte di cosa fosse capace un ninja della foglia.
    Anche se riflettendoci su lo scopo di questo corso era esattamente l'opposto, difficilmente avrei potuto osservare in azione il maestro ma forse, anche poco, avrei potuto far svelare alcune carte del più esperto ninja.
    Atasuke salutò gli altri due con un gesto della mano, non feci lo stesso. Quella gente non valeva nulla per me, per noi kiriani la missione viene sempre al primo posto, ogni membro della squadra è sacrificabile e rimpiazzabile, il successo è l'unica opzione ad una missione!
    Seguivo a passo d'uomo il sensei, eravamo diretti verso Otafuku, gli altri due erano ormai lontani e noi sempre più vicini all'obiettivo. Finalmente stava per iniziare la missione!
    Ma la sorte ama prendersi gioco di me. Atasuke riprese a parlare. Stavolta avrei cercato di decapitarlo se dalle sue labbra fosse uscito un altro dei suoi sproloqui! Ero stanco di dargli risposte su questioni che non erano di sua pertinenza! Ero stanco di tutto quel cianciare insensato sul perchè essere dei ninja.
    Volli dargli un'altra possibilità prima di cedere a istinti molto meno controllabili. Lo ascoltai attentamente.

    Per prima cosa, devi renderti conto che un genin è un ninja completo, per questo deve rispettare dei requisiti fisici e tattici. Ad una prima occhiata pare che tu fisicamente sia ben messo, tuttavia non ci siamo affatto sul punto di vista tattico.

    Fui piacevolmente sorpreso. Non mi stupiva il fatto che ritenesse inadatto il mio piano, ma il fatto che finalmente stessimo concentrandoci sulla missione mi fece pensare che forse era arrivato il momento di agire da veri shinobi! Feci cenno di si con la testa aspettando la spiegazione che Atasuke, volevo sapere cosa nel mio piano non convincesse il mio maestro.
    Anzi no. Io sapevo cosa non gli piaceva.
    Il fattore esca. Stava probabilmente pensando che usare così un compagno era da irresponsabili ed altre cazzate del genere! L'avrei ascoltato volentieri comunque.
    Aveva dell'esperienza che a me mancava, non potevo permettermi di forzare la mano ad un uomo che facilmente avrebbe potuto risolvere la missione completamente da solo.
    Volevo imparare tutto ciò che lui avrebbe potuto darmi. E anche di più
    Aspettai pazientemente che riprendesse a parlare.

    Per quanto siano i Chunin ed i Jonin a rivestire i veri e propri ruoli di comando in una missione importante, ti capiterà comunque spesso di essere tu il capo a causa della tua maggior esperienza, della tua superiorità di grado in missioni più semplici o, semplicemente, perchè ti potresti ritrovare ad agire per conto tuo. Quindi devi prima di tutto imparare che cosa vuol dire comandare e per questo motivo il tuo compito in questa missione sarà principalmente quello del tattico

    Comandare? Mi stava dando una lezione da miliziano o cosa?
    Per comandare servono semplicemente polso fermo e una volontà d'acciaio! Il resto, come il rispetto e la fiducia della truppe era una cosa da doversi guadagnare; ma al mio attuale livello pensare di poter gestire un gruppo di miei pari era una cosa quanto meno ardua.
    Infatti come la mia compagna rischiava nella mia tattica anch'io ne ero escluso! Come avrebbe potuto perire lei anch'io avrei potuto fare la stessa fine...
    Ma la missione sarebbe stata nostra! In un modo o nell'altro!
    Ma sentirsi dire da un ninja esperto come Atasuke che lo scettro del comando sarebbe potuto finire nelle mie mani mi faceva ben sperare. Di esperienza non ne avevo ne potevo essere superiore in grado a qualcuno ciò significava che quel Konihano aveva fiducia in me e nelle mie future capacità, seguire le sue istruzioni non avrebbe fatto altro che potermi fare comodo.
    Se alla fine fossi riuscito ad assecondare il suo volere ed a compiacerlo per me si sarebbe potute aprire porte mai sperate. Come alcune tecniche della Foglia. Stavo pensando agli Hijutsu.
    Ci sarebbe stato tempo per quello ora dovevo ascoltare silente.
    Dovevo essere silente. Silente ma attento. Molto attento.

    er prima cosa devi sapere che un buon capo squadra, per prima cosa è un buon tattico. Secondo, devi sapere che compito del capo squadra è quello di portare a casa la pelle ed il resto della sua squadra viva, prima ancora che portare a termine la missione. Se compiere la missione dovesse richiedere un rischio troppo alto per il team, il buon capo ordina la ritirata. Mi segui?

    Feci cenno di si, ma stavo mentendo! Forse per Konoha i compagni valevano più della missione ma non per Kiri.
    Mio zio mi raccontava sempre di quando da ragazzino per far i giovani ninja di Kiri l'esame per diventare genin era una lotta all'ultimo superstite! Solo all'ultimo ragazzo ancora vita era concesso di diventare un ninja. La missione al primo posto, questa era l'unica legge che il paese della pioggia conosceva, e l'unica che non poteva essere ne aggirata ne evitata.
    Non siamo conosciuto per il nostro legame con i membri del team ma riuscire a portare la missione a compimento senza alcuna remora ci spinge a diventare sempre più forti per evitare così che i nostri compagni perdano la vita.
    Il potere è ciò che guida questo mondo. La legge comanda. Il potere comanda. Il potere crea legami.
    I legami portano sentimenti. Se i sentimenti entrano in conflitto con la missione allora ce ne sbarazziamo. Se sei forte vivi se sei debole muori. Questa è la legge di Kiri.

    E qui quindi ti dovrebbe essere chiaro quanto la tua strategia sia definibile un suicidio. Sottovalutare i propri avversari, solo perchè la missione è catalogata come livello D-, è un chiaro errore che spesso porta a morte certa, soprattutto perchè l'accademia ultimamente sembra averci preso gusto a classificare a caso i gradi delle missioni... Ma tornando alla tua strategia... Non va bene, tu avresti sacrificato, o quasi, la tua compagna di squadra per eliminare una banda di cui non sai nulla, neppure chi sono, cosa attaccano e come agiscono... Ora spiegami come avresti messo in contatto Choina con la banda, oppure spiegami come pensavi che li avrebbe attirati... e non sperare che farla camminare da sola per le vie di un porto sia sufficente per attirare fuori un'INTERA banda di malviventi, anche perchè dobbiamo eliminare tutta la banda, non solo qualche elemento che sostituirebbero in qualche settimana di reclutamento

    Presi fiato.

    Devo darle ragione Atasuke Senpai. Visto da questo punto di vista la mia strategia fa acqua da tutte le parti. Non speravo sinceramente di trascinare fuori così facilmente la banda in questione ma avrei spinto la mia compagna a portare allo scoperto qualche pesce piccolo da usare a sua volta come esca ed infine prenderne ne sembianze per dare un qualsivoglia tipo di allarme almeno per attirare fuori quanti più bersagli possibili ed una volta applicata la tecnica anche interrogarne qualcuno rimasto in vita.
    Ma questo metterebbe i boss in allerta e non si fiderebbero più dei loro stessi compagni. Forse si può trovare un modo più sicuro per eliminarli senza alzare un polverone gigantesco. Cercherò una via migliore Atasuke Sensei....


    Il nostro cammino riprese, in silenzio. Chissà cosa stavo girando nella testa di Atasuke. Avrebbe cercato di fare a modo suo od avrebbe dato a me la possibilità di elaborare una nuova strategia? Non ne avevo la minima idea, potevo solo cercare di pensare ad un nuovo piano d'azione nel tempo che ci separava da Otafuku.
    Dovevo farcela.





    Qualche ora dopo..





    Ok, questa è Otafuku... Ora sta a te decidere che cosa fare per stanare quei malviventi ed eliminare la banda... Qualche nuova strategia in mente?

    Era davvero piccola. Quella Otafuku, molto meno di un porto kiriano. Il sensei si rivolse a me chiedendo la strategia che gli avevo promesso. Ed infatti una lungo il tragitto mi era balenata per la testa ma richieda l'aiuto del mio compagno più esperto.

    Le espongo il mio piano Atasuke Senpai: con la tecnica della trasformazione assumerò le sembianze di una anziana signora con la borsa carica di soldi...

    Nel frattempo mi inginocchiai ed inizia a riempire una piccola sacca di sassi.

    ...i pesci piccoli salteranno fuori immediatamente per approfittare di una simil ghiotta occasione! Allora gli faremmo fuori tutti eccetto uno, e qui entra in gioco lei maestro! Sicuramente avrà nel suo arsenale qualche Genjutsu in grado di scavare nella mente altrui! Potremo usare una delle sue tecniche per carpire di che razza di nemici si tratta; quanti sono, chi sono, che abilità possiedono e la loro esatta locazione. Di là in poi si tratterà di fare pulizia. Questo piano mette a rischio la mia vita ma se tutto va come calcolato sicuramente chi mi attaccherà sarà qualche bastardo in cerca di una preda facile... Credo che sia molto più efficace che fare esplodere per aria qualche bastardo! Cosa ne dice di questa tattica Senpai?

    Non mi restava che attendere paziente la risposta di Atasuke, presto tutto avrebbe avuto inizio.
    Avrei potuto osservare qualche tecnica di quel misterioso personaggio così lunatico.
    Ero certo che una delle tecniche che avrebbe usato sarebbe stata una ottima dimostrazione.
    Dovevo iniziare a scavare dentro quell'uomo per far si che egli si fidasse di me, avrei carpito i suoi assi nella manica col tempo, ma ora dovevo solo stargli dannatamente addosso e aspettare.
    I segreti degli Uchiha sarebbe stati miei un giorno, ma adesso dovevo portare a termine questa "missione".
    Aspettai la risposta del Sensei.





     
    .
  13. Asgharel
        Like  
     
    .

    User deleted



    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~Tattiche – Un nuovo vecchio piano~


    Giunti ad Otafuku il giovane studente di Kiri cercò di dare nuovamente prova delle sue capacità elaborando un nuovo piano. Tuttavia pareva che egli non avesse assolutamente compreso quelle che erano le sue parole e le sue intenzioni. Infatti decise di usare se stesso come esca, piuttosto che un compagno, tuttavia non era quello il punto.
    Atasuke ascoltò con attenzione la nuova strategia del kiriano, tuttavia, anzichè negarne l'applicazione, come in vero era sua intenzione, decise di appoggiare la tattica dello studente, in modo da lasciarlo sbagliare cosicchè potesse apprendere da solo quale potesse essere la corretta via da intraprendere.

    °Ma è mai possibile che in ogni mio corso mi trovo a dover seguire un pazzo omicida? Certo, sembra aver capito i suoi errori di prima, tuttavia non ha Davvero capito che cosa intendessi dire... Ancora una volta mette a repentaglio la propria vita in maniera inutile quando banalmente bastava cercare delle informazioni o chiedere in giro... Queste nuove leve devono proprio migliorare°

    «Beh, sembra tu abbia capito... Dacci dentro allora, fammi vedere come mi stani quei banditi e vedi di portarmene almeno uno in vita»


    Disse con un sorriso prima di andare a sedersi su una pietra poco più in là all'ombra di un pino ad attendere il ritorno del suo apprendista.

    ~Missione – Otafuku~


    Agli occhi del kiriano la piccola Otafuku sarebbe apparsa non molto differente da nu qualsiasi altro porto, occupata principalmente da marinai, mercanti di passaggio avventori e malviventi. Nonostante la luce del giorno la facesse ancora pienamente da padrona, non pochi erano i tipi sospetti e pericolosi che si sarebbe ritrovato di fronte, mentre si sarebbe reso conto che lui era l'unica vecchina "piena di soldi" in circolazione, per non dire l'unica vecchina in circolazione.
    Già a quel punto probabilmente si sarebbe reso conto che il suo travestimento probabilmente non era dei più adeguati, mentre di certo non si poteva rendere conto del fatto che Atasuke in realtà lo stava seguendo, pedinandolo dall'alto ed osservando ogni sua minima mossa in modo da poter intervenire qualora si fosse ficcato nei guai o avesse aggredito la persona sbagliata.

    °Ma bene, ora vediamo che sai fare ragazzino... spero per te che la tua strategia ti serva a qualcosa, altrimenti non solo farai un buco nell'acqua, ma anzi... mi farai perdere un sacco di tempo ad aspettarti... Beh, nella peggiore delle ipotesi vedrò di portarli io i malviventi in bocca, ma intanto vediamo quanto gli tocca spacciarsi per una vecchietta°


    E con quei pensieri in testa egli continuava a spiarlo nell'ombra vegliando su di lui e sulle sue azioni prima ancora che valutando la sua propensione ad essere ufficialmente un genin.
    Dopo diversi minuti in forma di vecchietta vagando per le vie, sarebbe risultato chiaro al kiriano che l'esca così posta non sembrava sortire l'effetto desiderato. Stava quindi nuovamente a lui cercare di elaborare e mettere in atto un terzo piano, questa volta un po più efficace per stanare quei malviventi che apparentemente non aggredivano così a cielo aperto una vecchina piena di soldi.
    Ovviamente se egli fosse tornato da Atasuke per chiedere consiglio non lo avrebbe più trovato nel luogo in cui lo aveva abbandonato, anzi. Non lo avrebbe probabilmente più trovato sino alla fine della missione...



    OT - Ok, lo ammetto, il mio è un post spitinfio, ma a questo giro il tuo dovrà essere a dir poco epico XD.
    In questo post dovrai descrivere le azioni del tuo pg, i modi con cui cerca di ottenere informazioni e tutto ciò che possa darmi la precisa idea delle tue azioni. Se, chi o cosa troverai/scoverai dipenderà dalla qualità della narrazione e della tua ricerca/infiltrazione/quello_che_vai_a_fare e verrà specificato dal sottoscritto nel prossimo post. Il precedente e questo mio post li si può quasi considerare un'interpost per perfezionare dei dettagli della giocata, ma il prossimo sarà un post vero e proprio di "ricerca". Se vuoi un consiglio, non lasciare nulla al caso. Cercare qualcosa senza un "perchè" equivale a tirare di fortuna e potrebbe non portari a trovare nulla (seppure il luogo ed il metodo dovessero essere efficaci).
    Detto ciò, buon post :riot:
    - /OT
     
    .
  14. Sesshomaru25
        Like  
     
    .

    User deleted


    Atto IV: Investigation

    Narrato Parlato Pensiero Parlato Altrui


    tkj8wotf669rmi3o9l0h




    Il sensei mi aveva dato il via libera. Cosa che trovai inizialmente sospetta. Avevo di proposito elaborato un piano molto simile al precedente per vedere la reazione di Atasuke davanti ad un allievo testardo almeno quanto lui! Ma niente. Non un rimprovero, non una lavata di testa, assolutamente nulla.
    Mi ci volle un pò per collegare tutti pezzi del puzzle mentale dell'individuo davanti a me. Voleva lasciarmi fare anche se in cuor suo sapeva che avrei fallito, era troppo convinto delle sue affermazioni precedenti per non esserne davvero certo!
    Mi stava già mettendo alla prova. Ed io di certo non sono tipo che non coglie le sfide quando se le trova davanti.
    Atasuke si allontanò in modo da permettere la mia infiltrazione. Il mio piano non era stato svelato a pieno al mio maestro, una volta riuscito ad avvicinare i primi banditi di bassa lega il resto sarebbe venuto da se!
    Giunte le mani, con la sinistra più bassa rispetto alla destra e con gli indici e i medi alti mi preparavo all'inizio di tutto.

    Henge no Jutsu...

    Una nube di fumo mi avvolse ed il mio aspetto era del tutto cambiato. Una lunga tunica viola mi copriva interamente il corpo, strascinando da terra, la mia testa era avvolta da un lungo sciale grigio ed il mio viso era ricoperte di rughe e peluria varia. Una leggera sporgenza del petto riusciva a farmi identificare come donna e al mio fianco la borsa di equipaggiamento che ora, chinandomi faticosamente a terra per entrare nella parte, stavo riempiendo di sassi per darne un'impressione gonfia e straboccante.
    Mi rimisi in piedi facendo pressione sul ginocchio, fissai il senpai nascosto nell'ombra. Gli strizzai l'occhio e mi incamminai verso il porto.
    Mi guardavo intorno e vedevo le faccia sorprese di tutti nel vedere una povera vecchia nel bel mezzo del porto con una borsa carica "probabilmente" di qualcosa di prezioso, notai subito lo sguardo di due marinai che stavano scaricando chissà che casse da una nave, mi avvicinai a loro con fare zoppo e rallentato. Gli rivolsi la parola. Camuffando ovviamente la mia reale voce.

    Salve giovanotti.. stavo cercando mio figlio... si è scordato di portare con se l'affitto della casa che avrebbe dovuto portare appena finito di lavorare qui.... non è che per caso l'avete visto? E' alto cir...

    Non fui in grado di completare la frase che uno dei due marinai mi interruppe.

    Senta signora! Noi qui siamo solo di passaggio! Vada a scocciare qualcun altro!!!!

    Era chiaro come il sole, anzi no. Era denso come la nebbia che stessero mentendo, ma non era venuto qui per pestare due marinai da strapazzo.
    Sorrisi e chinando la testa mi allontanai da loro. Camminai un pò prima di incrociare altri marinai, stavolta intenti a fumarsi chissà cosa! L'odore non era quello di una sigaretta. Doveva essere altro. Uno degli uomini del gruppo si allontanò appena ebbe alzato lo sguardo, ma non abbastanza scaltro da nascondere abbastanza velocemente il passaggio di una piccola pallina rotonda dalla sua mano a quella marinaio. Si spacciava su quel porto ed a giudicare dalle condizioni in cui vessavano qui tizi sembrava che gli affari andassero anche abbastanza bene.

    Scusate signori ma...

    Non serviva parlarci. Non più ormai. Qualsiasi cosa si stessero fumando gli doveva aver mandato il papa il cervello dopo poco più di un paio di tiri a testa. Non avrei saputo niente da loro se non mugugni, risate idiote e pianti isterici. Meglio lasciarli al loro delirio pensai.
    Sarebbe stata dura. Davvero dura. Ma se avessi continuato forse il mio piano sarebbe riuscito. Il bersaglio era inquadrato.
    Lo spacciatore. Un tipo come quello sa sempre un sacco di cose e sicuramente sarà ben informato su quali zone siano pericolose o no. Quali zone libere da banditi e quali no. Magari spacciava anche tra loro o magari cercava di starsene lontano tenendo d'occhio le zone che gli interessano, in un modo o nell'altro sono sempre i pesci più a custodire la maggior parte delle informazioni più utili in queste situazioni.
    Sanno sempre dove si trovano i pesci più grossi. Continuai a gironzolare ancora in giro cercando sempre quanto meno di continuare a incrociare quel tizio, cercando di irritarlo. Di irritarlo quanto il più possibile. Fino allo stremo.
    All'ennesima mala risposta ricevuta dai mariani, la povera vecchietta continuava a sorridere, mentre il nostro "amico" stava iniziando davvero a trovare irritante il fatto di trovarsi sempre con questa maledetta presenza tra i piedi. Ora era il momento per il mio senpai di entrare in gioco! Sarebbe stato lui a muoversi verso lo spacciatore ed a proporgli l'inevitabile ovvero di prendere quella maledetta vecchietta e levarsela finalmente dai piedi, per il pagamento si sarebbe accordati in seguito vicino alla boscaglia dove naturalmente ci sarebbe stata ad attenderlo una trappola ben studiata ad immobilizzarlo. Come fargli sputare il rospo sarebbe stato la parte più "facile".
    La nonnina sorrise e si allontanò ancora una volta senza risposte. Ma presto ne avrebbe avute. E presto.
    Ritornato sui i miei passi mi diressi verso il nostro nascondiglio principale dove era certo di trovare Atasuke. Quanta ingenuità la mia.
    Atasuke non era più lì, solo l'ombra regnava incontrastata.
    Era il mio esame da genin, non dovevo di certo ricevere l'aiuto da un superiore per superare una missione di infimo livello. Mi strinsi un attimo in me e ripresi il fiato.

    Sarà meglio escogitare qualcosa...

    Come fare per costringere lo spacciatore ad allontanarsi abbastanza da permettermi di metterlo k.o. senza che nessuno mi vedesse? Ci rimuginai un pò su poi un'idea mi colpi come un fulmine e ciel sereno. Sarei stato io a liberarlo della vecchietta! Kyoka Hibari.
    Mi avvicinai quanto più possibile all'acqua.

    Topo, Gallo, Lepre.....

    Le acque si mossero e dalle onde fuoriusci un esatta copia della mia persona, in tutto e per tutto il ninja della nebbia in fase di addestramento. Abbastanza scuro in volto e freddo da far capire di che pasta è fatto! Impartii precisi ordini al mio clone che si allontanava mentre io senza destar sospetto mi muovevo nuovamente ad altri marinai, la distanza tra me e lo spacciatore era inferiore ai dieci metri cosi da permettere alla mia copia di eseguire il comando senza dover sparire nel nulla. Ora era Kyoka Hibari che entrava in gioco.



    Il Clone

    Un arte ninja mi aveva dato la vita ed ora ero stato partorito dalle acque per servire il mio padrone.
    Era trasformato ma sapevo che era lui a parlarmi. Mi stava dicendo di parlare con un tizio per incastrarlo in una trappola. Uno stratagemma degno di me. Stavo iniziando ad essere sempre più lui, sempre più Kyoka Hibari. Fissai il bersaglio, strizzai l'cchio.
    Non so perchè lo feci, fu un gesto dettato dall'istinto. Che non era il mio ma del mio padrone.
    Passo dopo passo ero sempre più vicino all'obiettivo. Non avrei sbagliato. Avrei superato questa prova e sarei diventato un vero ninja.
    Io raggiungerò il potere. Kyoka Hibari. Il mio creatore.

    Ehi amico, sembra che la nonnetta ti stia rallentando l'offerta? Se vuoi posso darti una mano..

    Il tizio si girò e mi fulmino con lo sguardo.

    Guardami ancora così ed i miei occhi saranno l'ultima cosa che vedrai!

    Deglutì. Sapeva che facevo sul serio.

    Come faccio a sapere che non siete in combutta?

    Fidati, quando io e miei compagni facciamo un lavoro lo facciamo per bene...

    Il tizio sorrise.

    Ahn! Capisco. Sei di quella banda? Bene allora! Affare affatto, una volta ultimato il lavoro fammi segni ed io saprò dove venire. per il compenso...

    Per il compenso vedremo a lavoro finito! So che non proverai a fregarci, sai bene cosa ti succederebbe se cercassi di fotterci...

    Mi allontanai immediatamente da quel tipo, puzzava di marcio. Fino all'osso!
    Era andato tutto come previsto, persino le parole era state identiche a quelle che Kyoka aveva predetto. Ogni singola parola. Come mi avrebbe risposto e cosa avrei dovuto rispondere per farsi che si fidasse di me. Accidenti! Questo ragazzo mi mette i brividi.
    Afferrai la vecchietta per il braccio, nessuno dei marinai o dei manigoldi con cui stava parlando mosse un dito per aiutare la poverina sequestrata, infondo si stavano liberando di un peso, meglio di così non poteva andargli. Mi infilai nella radura spingendo la vecchia sempre più nell'ombra. La misi alle spalle di una roccia. La vecchia sorrise ed io feci lo stesso.
    Era andata. Una nube di fumo ricopri l'esterno della roccia, in modo che tutti riuscissero a capire che la dietro stava succedendo qualcosa. La vecchia si trasformò, aveva il mio stesso aspetto. No. Ero io che somigliavo a lui.
    Lui diventava sempre più altro, poi capii anche quello. Ero io che scomparivo la da dove venivo. nell'acqua




    Kyoka Hibari



    La trappola era piazzata non mi restava che farci cadere la preda. Svuotai la borsa dai sassi mentre osservavo il clone tornare nell'acqua. Mi faceva quasi senso vedermi dissolvere nel niente, anche se solo un clone. Presi lo specchietto della tasca dell'equipaggiamento e lo indirizzai verso lo spacciatore. Si rivolse verso di me, gli feci cenno di venire da me, subito scattò in avanti!
    A quanto pare il clone era stato in grado di fare come comandato. Vicino alla roccia il tipo mi sorrise con dei denti marci almeno quanto lo schifo che faceva circolare nel porto.

    Non so che ne hai fatto di quella vecchia rompipalle ma bel lavoro! Ora penso che tu voglia i soldi... o magari altro...

    Tirò fuori dalle palle una di quelle piccole palline marroncino che gli avevo visto passare qualche momento fa, la cosa mi suscitò quasi il vomito istantaneo, ma non per il gesto bensì per l'odore mefitico che veniva dalle sue parti basse. Era nauseante. Gli sorrisi.

    Perchè non ne parliamo un pò più appartati sono cose che preferirei restino tra noi..

    Gli feci cenno con la mano verso una piccola radura nascosta tra gli alberi ma ben visibile, lo spacciatore non se lo fece ripetere due volte. Povero idiota. Qualche altro passo e avrei usato i Nunchaku che avevo con me per tramortirlo, per poi legarlo e imbavagliarlo per bene prima di iniziare la nostra chiaccherata. Infilai la mano nella borsa dell'equipaggiamento ben nascosta sotto la mia veste, per non dare oggetti riconoscibili al mio bersaglio.
    Strinsi il Nunchaku destro per il suo perno. Il colpo stava per essere librato.

     
    .
  15. Asgharel
        Like  
     
    .

    User deleted



    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~Tattiche – Una lezione che non si aspettava~


    Il giovane Kiriano forte della propria strategia andò all'attacco prendendo le sembianze di una vecchietta e cercando di emulare una sacca di monete con delle semplici pietre. Ingegnoso, ma di certo non così ingegnoso da illludere realmente gli esperti della truffa e del raggiro che bazzicavano per Otafuku.
    Egli tentò a vuoto a lungo nella speranza di riuscire ad attaccare bottone con uno della banda ignorando tuttavia quali fossero gli obbiettivi che la famigerata banda attaccava realmente. Alla fine parve incontrare un tipo che attirò la sua attenzione in maniera tanto viscerale da diventare un suo obbiettivo. Buon proposito, ma stava sbagliando persone...
    Atasuke lo seguì a lungo, finchè il giovane Kyoka non decise di "andare da lui" per trascinarlo nella missione, Sfruttando la disattenzione del suo allievo, Atasuke si sostituì rapido al mentecatto impersonandolo fin nel profondo grazie alle sue conoscenze da attore ed alla tecnica della trasformazione, di cui aveva appreso l'importanza strategica solo dopo esser diventato un genin.
    [Slot Tecnica] [Abilità] Lasciò lo spacciatore legato come un salame in un vicolo poco lontano straiandolo a terra dietro ad un barile e lasciandolo in stato di totale incoscenza. Nulla di grave, lo aveva solo stordito per qualche ora. Il tempo di cui aveva bisogno per portare a termine quel corso.
    Riprese contatto con il giovane Kiriano nella sua forma reale e nella sua forma illusoria assecondando quello che pareva essere il suo piano, finchè erroneamente Kyoka sottovalutò lo spacciatore e sopravvalutò se stesso.

    «Non so che ne hai fatto di quella vecchia rompipalle ma bel lavoro! Ora penso che tu voglia i soldi... o magari altro...»

    °In realtà lo so benissimo, ma vediamo se abbocchi ed impari a non sopravvalutarti pivellino°

    "Perchè non ne parliamo un pò più appartati sono cose che preferirei restino tra noi.."


    Senza farselo ripetere una seconda volta Atasuke lo seguì sulla strada che portava alla piccola radura in disparte, attendendo l'azione del giovane.
    Sia che questi gli desse le spalle, sia che tentasse a sua volta di coglierlo alle spalle, Atasuke avrebbe attaccato o reagito con la sua rapidità di riflessi e di gesti contrattaccando il suo giovane allievo e mettendolo alle corde.

    Se il suo allievo lo avesse assalito alle spalle, Atasuke rapido come un fulmine avrebbe schivato il colpo senza neppure porsi grandi problemi, ruotando appena sul piede destro e togliendosi così dalla linea d'attacco del suo allievo. [Slot Difesa] Poi con altrettanta rapidità avrebbe approfittato del leggero sbilanciamento dovuto al colpo mancato del suo allievo per assestargli a sua volta un rapidissimo e violento colpo dietro alla nuca, portato con il taglio della mano destra. Forte quanto bastava per riuscire a stordirlo per qualche minuto facendolo svenire. [Slot Azione 1]

    Se invece il suo allievo fosse stato così superbo da permettersi di dargli le spalle, Atasuke lo avrebbe semplicemente colto di sorpresa con un rapido colpo di mano, portato direttamente dietro alla nuca con il taglio della mano. Ancora una volta, sfruttando il massimo della propria velocità e quanta forza serviva per farlo svenire sul posto. [Slot Azione 1]

    °E vediamo se dopo questa esperienza riuscirà a capire... Dannazione alla testardaggine ed alla sete di sangue di questi kiriani... Inizia a farsi difficile insegnare loro qualcosa...°


    Pensò nell'attesa che il suo apprendista si riprendesse.

    [...]


    ~Radura – Il risveglio~


    Qualche minuto dopo, al suo risveglio, il giovane Kyoka avrebbe potuto vedere che si trovava nella radura che poco prima aveva preselto come posto dell'agguato ma dove in verità era stato lui a cadere. Dinnanzi a lui, qualche passo più avanti, seduto comodamente su di una roccia vi era Atasuke che trascorreva l'attesa leggendo un libro.
    Già ai suoi primi segni di ripresa Atasuke si sarebbe voltato verso di lui con aria quasi sorpresa, fingendo quindi di essere rimasto sorpreso dalla facilità con cui era stato steso.

    «Hei... Bentornato nel mondo dei vivi... Davvero un'ottimo risultato, non c'è che dire... Sono proprio fiero di te...»


    Lo schernì ironico senza staccare gli occhi dal suo libro dando un maggior senso di inferiorità al suo allievo.

    «Mi spiegheresti che cosa ti è saltato in mente di fare? Pensavi forse di eliminare l'intera banda in quel modo? Spero bene per te che non sia così, altrimenti ti è andata bene che hai sbagliato persona, altrimenti ora sarei a compilare scartoffie per spiegare la causa della tua morte... Ma almeno hai capito dove hai sbagliato o continui a credere di essere il più figo di tutti e che gli altri membri del team per te sono elementi da sacrificare?»


    Solo a quel momento Atasuke lo osservò con aria distratta cercando di carpire una risposta dal suo esaltato allievo kiriano.

    «Le cause del tuo fallimento non sono poche, e ti spiego anche il perchè... Punto primo: Non ti sei minimamente informato su questi tizi... prima di pensare ad un'esca sarebbe anche interessante sapere che tipo di prede vanno a cacciare, non trovi? Bene, per tua informazione, non attaccano le vecchiette indifese...»


    Riprese senza dare alcun tempo al kiriano di controbattere. Prese quindi una pausa tornando a leggere per poi ritornare sull'argomento, ancora una volta senza dare tempo di risposta all'allievo.

    «Punto secondo: Mai sottovalutare il tuo avversario. Come hai potuto constatare il tuo avversario anzichè farsi fregare da te, è riuscito a fregarti, quindi spero almeno che dopo questa batosta imparerai che è meglio non sopravvalutare se stessi e sottovalutare l'avversario. Solo perchè uno non è un ninja, ciò non significa che non sia pericoloso, anzi... spesso è proprio il contrario.»


    Ancora una pausa per dare il tempo all'allievo di acquisire ciò che gli era stato detto, ma non di potersi esprimere.

    «Punto terzo: Quando dai la caccia a qualcuno, il miglior modo resta sempre e comunque l'indagine. Difficilmente qualcuno ricercato uscirà all'attacco di una preda troppo facile e spesso neppure si accorge dell'esca, quindi è una strategia inutile, soprattutto come primo impatto in una missione. Quindi lascia stare con queste idee basate sullo stanare la gente con una trappola. Prima informati e valli a cercare, poi se ancora non li avrai trovati e non saranno venuti loro a trovarti, solo a quel punto potrebbe essere utile usare una trappola per stanarli. Prima di poter stanare una preda, devi conoscerla, capire come pensa, come agisce e cosa l'attira. Non puoi buttare un'esca e sperare che vada bene!

    Punto quarto: Prima di tentare un'imboscata, soprattutto se non conosci bene il tuo bersaglio, va fatta in gruppo, con almeno un compagno di squadra a coprirti le spalle. Gli assalti buttati li alla "cazzo_di_cane" come sembra piacerti fare, ti porta solo all'oltre tomba in maniera più precoce

    Punto quinto: Impara a pensare prima di agire. Non darti solo delle arie perchè "sei un figo e quelli a cui dai la caccia sono delle merde" Ricordati che non siamo soldati atti solo a uccidere e ad eseguire gli ordini. Siamo ninja, gente la cui arma principale è il cervello prima ancora del fisico e delle tecniche. Se attacchi un'avversario con estrema forza ma con minima strategia, egli riuscirà ad eliminarti sprecando metà del tempo e delle energie. La tu strategia era interessante, per quanto sbagliata, tuttavia hai buttato al vento un sacco di chakra solo per "preparare" un'imboscata... Supponiamo anche solo che quell'avversario fosse alla tua portata... Come pensavi di sconfiggerlo se già solo per attirarlo hai consumato tutto quel chakra?»


    Terminò le sue esperte considerazioni lasciando finalmente tempo al suo allievo di rispondere e di rimediare ai suoi errori. C'era ancora tempo per portare la missione a termine, inoltre l'altra coppia formata da Daisetsu e dall'akimichi aveva ancora tutte le possibilità per portare a compimento la missione. O almeno per quello che ne sapeva.
    Quando poi il suo allievo avesse ripreso completamente le sue capacità fisiche, riprendendosi dallo stordimento, atasuke lo avrebbe nuovamente rispedito in missione per cercare di ottenere quanto serviva per stanare la banda di malviventi a cui dava la caccia.

    «Bene, dato che ti sei ripreso, ora va e cerca di rimediare al tuo errore. Fai quello che preferisci, ma tieni bene a mente quello che ti ho detto poco fa. Se cerchi delle informazioni, al fondo della strada c'è una bettola. Probabilmente li troverai qualcuno abbastanza ubriaco da dirti ciò che potresti voler sentire»


    E come prima Atasuke sparì di li nonappena il giovane kiriano si fosse messo in marcia ed avesse smesso di osservarlo.

    OT- Ok, anche questo giro è andato, ma come hai potuto notare la tua ricerca non ha dato frutti. Riprova e sarai più fortunato, ma questa vlta le informazioni e le persone da scovare cercale e non entrare troppo nei dettagli con NPG tuoi che potrebbero essere fonte di informazioni. In una quest come in questa giocata, è il QM a decidere se e quali PNG hanno le informazioni che cerchi. Autocreartene uno spesso ti porta a situazioni come questa XD :zxc:
    Intanto hai potuto notare un primo accenno di scontro, in seguito potrebbero essercene altri, quindi d'ora in poi elenca in una tabellina di riepilogo a fondo del post il chakra usato, la riserva restante, etc... Per maggiori dettagli chiedi in OT e ti sarà dato, forse.
    Intanto nel prossimo post, nella tabella di riepilogo sappi che il chakra che hai consumato resta consumato, quindi calcola pure 1 basso in meno per la henge (usata e sciolta due volte) e 1 basso per il clone, quindi un totale di 2 bassi in meno :zxc:
    -/OT

    Chakra: 39,5 Bassi
    Vitalità: 19 Leggere
    En.Vitale: 35 Leggere


    Metri Slot free: 7+(1)

    Forza: 500
    Velocità: 500
    Riflessi: 575
    Resistenza: 500

    Agilità: 500
    Precisione: 500
    Senjutsu: 500
    Concentrazione: 500

    Tempistica e Altri Consumi


    Slot Difesa | Slot Azione | Slot Tecnica | Slot Gratuiti e Consumi

    1° Slot Difesa: 1° caso, schivata del colpo per stordire
    2° Slot Difesa: Difesa
    3° Slot Difesa: Difesa

    1° Slot Azione: Entrambi i casi: Colpo alla nuca per stordire lo studente
    2° Slot Azione: Azione
    3° Slot Azione: Azione

    Slot Tecnica Base: Tecnica della Trasformazione, 1/2 basso
    Slot Tecnica Avanzata: Tecnica

    Azioni Free: Non utilizzato
    Riepilogo impasti: Altri impasti

    Appunti


    Protezioni indossate: 2 Fasce da Combattimento (mani), Corpetto di cuoio e Mantello
    AaD: 5/5 Kunai, 5/5 shuriken
    ADCC: Tanto (nascosto nella manica), Wakizashi sulla schiena sotto il mantello.
    Bombe: 2/2 Cartabomba I
    Varie: 2/2 10m Filo Nylon
    Varie: 2/2 10m Filo nylon Rinforzato
    Varie: 1/1 Specchietto in metallo
    Varie: 1/1 Kit primo soccorso

    Conoscenze Utilizzate



    Tecnica della Trasformazione – Henge no Jutsu
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Capra
    L'utilizzatore può cambiare il proprio aspetto. La dimensione può essere maggiorata o diminuita al massimo del 50% rispetto la propria dimensione reale. La trasformazione permetterà di assumere le caratteristiche tecniche dell'oggetto in cui trasformati oppure ottenere armi naturali se possedute dall'animale trasformato. Le potenzialità devono essere parigrado l'utilizzatore; non è possibile ottenere una protezione fisica; non è possibile ottenere capacità di movimento non possedute dallo shinobi.
    È possibile applicare questa tecnica anche in combinazione con un altro shinobi, unendo i due in uno stesso aspetto fittizio. Solamente uno dei due shinobi avrà il controllo delle nuove sembianze ed entrambi dovranno pagare il costo di attivazione e mantenimento.

    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Livello: 6 / Consumo: ½ Basso - Mantenimento: ¼ Basso)

    Recitazione [ 2 ]
    Abile: L'utilizzatore può modulare a piacimento il proprio timbro vocale, riuscendo a parlare come una persona molto più giovane o anziana di lui, del sesso opposto, o impersonando una persona specifica. L'utilizzatore possiede alcune conoscenze di recitazione. Questa conoscenza presuppone comunque un margine di errore, di mal'interpretazione.
    [Da genin in su]

     
    .
15 replies since 14/6/2012, 10:52   266 views
  Share  
.