La maledizione degli Uchiha

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  1. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~Cure mediche - Mai che ci sia un medico quando ti serve~


    Atasuke era crollato si a terra a causa delle sue ferite e della stanchezza, tuttavia, anche se in gran parte sopraffatto dal dolore, era rimasto cosciente e se solo ne avesse avuto le forze, certamente si sarebbe messo le mani nei capelli per come la povera ed ignara ragazza lo stava soccorrendo.
    Egli non era di certo un medico, tuttavia aveva le conoscenze mediche basilari per poter portare un pronto ed efficace intervento, mentre la giovane a cui si era dovuto affidare, chiaramente non ne sapeva nulla.
    Ignorò dapprima le prime parole della giovane dato che in quel momento, quando ella giunse, lui sentiva solo le sue orecchie fischiare mentre i suoi occhi a malapena vedevano delle ombre che si muovevano attorno a lui. Poi, dopo alcuni attimi di riposo il suo corpo iniziò a riprendersi e le sue funzioni vitali si ristabilizzarono nuovamente permettendogli poco a poco di recuperare quel minimo di lucidità per riuscire a reagire a quello che stava accadendo.
    Quando iniziò a riprendersi, si rese conto di trovarsi a dorso nudo steso sulla schiena mentre la ragazza, inginocchiata al suo fianco, urlava, forse per lo spevento, forse per una qualche sensazione di inutilità, verso di lui "ordinandogli" di non morire e farfugliando cose su abiti nuovi e nuove divise da shinobi qualora si fosse risvegliato. Frasi che certamente parevano senza senso, e che in effetti nella mente di Atasuke non riuscivano a trovare alcun senso, tuttavia non gli fu complesso comprendere che quelle specie di esternazioni dissennate erano un modo per la ragazza di riuscire a guadagnare e mantenere una sorta di lucidità e di speranza nei suoi confronti.
    Quasi trovò buffo il modo in cui la ragazza tentava con delicatezza di tamponargli le ferite che avevano da poco ripreso a sanguinare. Ogni secondo che passava, tuttavia le funzioni vitali di Atasuke miglioravano, nonostante le apparenze potessero mostrare ad un occhio inesperto una situazione quasi tragica.
    Passarono svariati secondi, o forse anche minuti prima che Atasuke fosse nuovamente in grado di rispondere alle parole della giovane, tuttavia, quando egli ne fu nuovamente in grado, si ritrovò a viaggiare sulle spalle della giovane che a fatica era riuscita a tirarselo su e che con maggior fatica stava cercando di camminare con quella specie di zaino sulle spalle.
    Con un "tenero sussurro" o perlomeno con quanta più delicatezza Atasuke poteva sprigionare in quel momento, rispose alla giovane sperando di non spaventarla, dacchè anche se mal ridotto, poteva senza indugio prevedere una violenta caduta o una violenta reazione della giovane qualora questa venisse intimorita dalle sue parole.

    «Grazie... Shizuka Kobayashi... apprezzo il tuo aiuto... tuttavia sarebbe meglio che mi lasciassi a terra... non mi piace vederti faticare così a trasportarmi ed in effetti non è neppure propriamente necessario...»


    Si preparò, per quanto possibile, ad una violenta caduta a terra, senza però mai perdere la speranza che questa non avvenisse.

    Quando poi si ritrovò a terra, in un modo o nell'altro, Atasuke si tirò su, cercando di sedersi sfruttando come appoggio una roccia che sbucava dal terreno li vicino per poi rimettersi a parlare lentamente ed a bassa voce per evitare di sprecare inutilmente preziose energie che gli sarebbero servite per tornare a casa e rimettersi.

    «Devo ammettere che ho trovato interessante il modo in cui soccorri le persone... Non è da tutti aiutare un ferito per poi insultarlo dicendogli che ti deve del cibo, non trovi? Tuttavia non temere, sarà per me un onore invitarti a pranzo o a cena direttamente a casa mia nonappena sarò in grado di cucinare...»


    Si prese una breve pausa lasciandosi sfuggire un sorriso dolorante prima di riprendere a parlare

    «Poi... tu non sei un medico, vero? Mi sembravi abbastanza in difficoltà poco fa mentre cercavi in qualche modo di medicarmi le ferite... Tuttavia devo ammettere che hai fatto un'ottimo lavoro per essere una principiante...»


    Si prese una breve pausa per riprendere fiato e per sistemarsi un po meglio cercando una posizione che fosse più o meno comoda per restare seduto e per poter proseguire con quella breve interazione con la giovane.

    «Poi, se non ti spiace... Sarei curioso di capire una cosa... prima mi pare di averti sentito dire che "gli uchiha ti hanno portato via tutto e che stanno cercando in tutti i modi di farti soffrire"... Sono indiscreto a chiederti perchè dici questo? Perdona la mia ignoranza, ma non ho idea di che cosa possano averti fatto di male... tuttavia mi scuso se la mia "intrusione" nella tua giornata ti ha causato problemi...»


    Attese delle risposte scrutando la giovane direttamente negli occhi con uno sguardo confuso e curioso. Vome suo solito non voleva in alcun modo violare la privacy della sua interlocutrice, tuttavia le affermazioni della stessa erano particolari e molti del clan le avrebbero trovate fin pesanti ed offensive, tuttavia egli non fece fatica a comprendere che in quelal giovane c'era qualcosa di particolare, qualcosa che era celata, come una sorta di verità dolorosa, evidentemente legata al clan. Una verità che forse era come la sua, forse anche quella giovane era legata in qualche modo agli Uchiha e forse anche lei ne aveva sofferto o ne stava soffrendo per qualche motivo.

    [...]


    Sia che ella rispondesse, sia che non lo facesse, Atasuke si sarebbe poi rimesso in piedi, una volta recuperate sufficenti forze ed avrebbe porto la mano destra verso la giovane in segno di saluto.

    «Personami se non ti saluto come si deve e se non mi sono presentato per bene prima... Comunque io sono Atasuke Uchiha, ninja di Konoha... ti andrebbe di accompagnarmi fino al villaggio? Temo che avrei qualche problema a riuscirci da solo...»


    Si stampò quindi un solare sorriso sul volto, nella speranza che fosse utile per convincere la giovane ad accompagnarlo aiutandolo a camminare fino al villaggio, ma soprattutto facendogli da guida in quella foresta in cui tanto semplicemente si orientava normalmente quanto la stava trovando un labirinto in quell'infausta situazione...
     
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29 replies since 10/7/2012, 23:40   655 views
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