L'Eredità del Vento

[Suna] | [TA]

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  1. Hoshi
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    Y Danone
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    ..La Casa del Respiro..
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    Attraversare il Polmone del deserto e raggiungere il Tempio fu per Hoshi una passeggiata. Mentre si muoveva tra i canyon a grande velocità la sua mente era tornata quando per la prima volta Gin lo aveva accompagnato li, tra quella inarrestabile e perpetua tempesta di sabbia e acciaio. Hoshi ormai non aveva più nemmeno bisogno dello scudo di vento attorno al suo corpo, riusciva benissimo a muoversi ed a schivare gli ostacoli. In poco tempo si ritrovò di fronte alla grande porta del tempio, la bocca spalancata di Shiroshi Chikuma, primo tra i capoclan lo attendeva, il suo testone gigantesco aveva sempre messo un po’ a disagio il giovane Chikuma.


    Il rosso era entrato nel tempio con sommo silenzio, fuori il vento ululava. La prima stanza del tempio era da sempre stata la preferita del rosso. Una enorme camera semplice e spaziosa dove i Chikuma che si erano meritati il diritto di essere la avevano lasciato le loro statue a raffigurarli. Il rosso aveva raggiunto la sua specchiandosi quasi sulla sua stessa immagine di granito. Era stato Gin a farla, era dovere di un maestro rappresentare il suo allievo a quel modo. Solo ora che la guardava bene Hoshi si rese conto di quanto era cresciuto da quella volta, era alto almeno una spanna in più.


    Il giovane continuò il suo tour per il tempio con calma, non aveva fretta e prima di incontrare i respiri del capo clan voleva rivivere i momenti passati li. Gin lo aveva addestrato al meglio insegnandogli i trucchi del mestiere, insegnandogli ad essere un ninja ed un Chikuma. Finalmente era giunto all’ingresso che portava alla gigantesca scalinata a chiocciola chiamata Sentiero del Respiro, era li che i capo clan del passato avevano archiviato la loro conoscenza ed il loro sapere, senza esitare il giovane dai capelli rossi sarebbe entrato lasciandosi accarezzare dalla brezza che sempre aleggiava in quel luogo.

    -YOOOOO!!!.. SONO TORNATO!!!-


    Il rosso si era fatto avanti serenamente, quasi fosse appena entrato in un bar per incontrare amici di vecchia data. Fu Hiroku il primo a farsi avanti, il secondo capoclan fratello del primo Konen’nin, Hoshi sorrise nel sentirsi chiamare a quel modo. Il rosso sarebbe stato avvolto da una miriade di folate d’aria che gli vorticavano attorno avvolgendolo completamente, poteva fare un po’ impressione la cosa, ma per lui la cosa era normale. I respiri sembravano curiosi di sapere il motivo della sua visita, il rosso portava cattive notizie ed il suo volto questa volta era meno raggiante della prima volta che li aveva incontrati.


    Come Gin aveva chiesto il rosso lesse la sua lettera alle correnti d’aria cariche di saggezza per poi concludere mostrando loro il foglio con il sigillo impresso sopra di esso. Al vedere di quel simbolo un profondo silenzio piombò nella stanza, sembrava che quegli aliti di vento conoscessero bene ciò che voleva dire. Il silenzio venne rotto dalle parole di Ouki colui che un tempo era stato maestro di Gin, solo ora il rosso si era reso conto di quanto fosse stato stupido nei giorni precedenti, lo stesso Gin doveva aver sofferto per la perdita del suo maestro quando era giovane, non avrebbe permesso mai più a se stesso di cadere così in basso. Almeno moralmente.


    Dopo uno scambio di battute i respiri avevano infatti attivato sotto ai piedi del rosso una botola, un passaggio che lo avrebbe condotto alla Casa del Respiro. Tatsumaki lo aveva mandato ad incontrare i capo clan perché loro potessero condurlo fino alla Casa del Respiro. Hoshi si spaventò quando la botola prese a muoversi, non si aspettava che quel luogo nascondesse ancora qualcosa per lui, solo ora cominciava a capire quanto fosse immensa quella struttura in mezzo al deserto. Il Clan Chikuma doveva essere davvero un caln potentissimo nell’antichità.

    -Ehi ma è uno scivolo?!.. accidenti ma quanto grande è questo tempio?!.. certo che una volta non si badava a spese!!!..-


    Il rosso fatto un sorriso dei suoi si sarebbe quindi lanciato per scendere la lunga discesa, sapeva bene che i respiri lo avrebbero seguito se fosse stato necessario. Scendere verso il basso era una vera e proprio fiqata. Lo scivolo di districava attorno alla roccia compiendo evoluzioni spesso e volentieri assurde, quello che stava percorrendo gli ricordava tanto un tornato o comunque una struttura che rappresentava le sue fattezze. Il rosso stava scendendo a massima velocità senza nemmeno sapere a cosa stesse andando incontro, mani al cielo e piedi alti per lasciare solo le natiche e compiere il loro sporco lavoro durante la corsa. Il rosso discese la rampa per diversi minuti prima di intravvedere l’uscita che terminava con un bel volo di cinque metri. Preso alla sprovvista il suo corpo si ritrovò in un batter d’occhio a mezz’aria pronto a schiantarsi al suo con un sonoro e doloroso tonfo, che mai prese vita. Il ragazzino si era infatti fermato con il naso a pochi centimetri da terra, forti correnti d’aria lo sostenevano dandogli modo di rimettersi in piedi e darsi una spolverata. La tecnica della manipolazione remota del vento era senza alcun dubbio una delle più grandi invenzioni che il suo clan aveva fatto.

    -Fiuuuuu.. accidenti ma chi ha costruito sto scivolo!.. tutto bello eh?!.. ma come si fa a mettere uno scherzo del genere alla fine?.. ci si può fare male!!!.. WOOOW.. e questo che razza di posto è?!-


    Solo ora che aveva alzato il naso il rosso si era accorto del paesaggio che si stagliava davanti ai suoi occhi. Un intero villaggio, o forse meglio, quartiere si apriva davanti ai suoi occhi. Tantissime costruzioni stavano al di sotto del tempio creando una cittadella in vero stile ninja. Le case erano disabitate, non sembrava esserci anima viva nei paraggi. Il rosso si era mosso incuriosito verso una di esse, strani simboli erano stati incisi un po’ ovunque. Appena avvicinatosi ad uno di essi il Jonin vide una strana luce proiettarsi da esso.

    -WAAAAAAAARGH!!! UN FANTASMA!!!.. NON UCCIDERMI TI PREGO!!! RISPARMIA LA MIA AN.. eh?!..-


    Dal fuuinjutsu era comparsa la figura incorporea di una donna affaccendata a fare le pulizie. Il rosso l’aveva identificata come un fantasma solo dopo qualche attimo di puro terrore si accorse che quella che aveva davanti nemmeno lo cagava di striscio. Il rosso quasi offeso rimase a fissarla a pochi metri, doveva trattarsi per forza di qualche trucco ninja, diversamente per lui sarebbe stata la fine. L’apparizione della massaia fantasma tuttavia non fu la cosa che più spaventò il rosso. Una voce importante lo chiamò infatti alla sue spalle facendogli letteralmente gelare il sangue. Il rosso pietrificato sentì la pelle d’oca corrergli per tutto il corpo mentre si voltava per vedere le sembianze del fantasma che lo avrebbe divorato o trascinato all’altro mondo assieme a lui.

    -Eh tu chi sei?!!..-


    Un uomo di grossa stazza stava dietro di lui. Sapere che non era un fantasma risollevò lo spirito del rosso. Hoshi era già pronto ad entrare in azione se fosse stato necessario, come aveva fatto ad entrare quel tizio e soprattutto che diavolo era. Il suo pugno si era stretto pronto a stendere il tizio quando il suo cervello elaborò il tono di voce dell’uomo riconoscendolo tra quelli che aveva udito poco prima.

    -Ehi aspetta un attimo.. la tua voce.. tu sei.. YOJIMBO?!!!..-


    Il rosso non riusciva a credere ai suoi occhi. Davanti alla sua figura stava quella di Yojimbo, terzo capo clan dei Chikuma. La sua figura massiccia era quella di un uomo vero, di questo Hoshi ne era sicuro dato che da essa anche le ombre si proiettavano al suolo e i fantasmi era risaputo che ne fossero sprovvisti. L’uomo prese a parlare mentre Hoshi in sommo silenzio ascoltava che aveva da dire, la curiosità lo stava assalendo come una belva furiosa.


    La Casa del Respiro. Yojimbo stesso l’aveva creata per permettere alle generazioni future di apprendere i segreti dei vecchi capo clan Chikuma, quella era una vera e propria sala di addestramento, ancora più efficace di quella che stava sopra le loro teste, il Sentiero del Respiro. Gin aveva mandato li il rosso per farlo addestrare nuovamente dai respiri, la prima volta il rosso aveva dimostrato loro di essere degno della nomea di maestro tra i Chikuma, ma ora quello che gli si chiedeva era diverso. Hoshikuzu Chikuma era stato mandato li per essere trasformato nel nuovo Capo del Clan Chikuma.

    -Io?!.. io a capo del clan Chikuma?!..-


    Il rosso era sorpreso e spiazzato dall’idea. Lo era talmente tanto da non accorgersi nemmeno che Yojimbo con semplici movenze gli aveva appiccicato addosso uno strano sigillo dal quale si era sprigionata una potente corrente d’aria che ora lo teneva sollevato a mezz’aria rendendolo incapace di liberarsi. La prova era iniziata nel momento stesso in cui lui aveva messo piede dentro a quel posto.

    -Woow.. ehi.. ehi.. ma che diavolo?!.. che roba è questo coso?!.. sembra.. sembra il mio tifone umano!..-


    Lo era in effetti, ma a controllarlo non era lui e tanto meno Yojimbo, almeno non direttamente. Era il sigillo che emanava e controllava la potente raffica di vento tenendolo prigioniero. Il rosso ora cominciava a capire quale fosse lo scopo di tutto ciò, il terzo capo clan voleva preparalo all’uso dei fuuinjutsu, gli stessi che lui aveva inventato e reso una leggenda al suo tempo. Il rosso ritrovata la concentrazione diede una rapida occhiata al sigillo che lo tratteneva, sembrava rappresentare un piccolo loto, era strano ma lui già lo aveva visto quel disegno.

    -Mmh.. questo è lo stesso disegno dell’altra volta.. durante la salita verso il tetto del tempio lo hai usato per mitragliarmi con i proiettili d’aria.. eppure.. mi sembra di averlo visto anche da qualche altra parte!.. mmh.. ma certo!!!-


    Il rosso si era messo a frugare nella sacca legata dietro la sua schiena, dopo qualche istante da essa ne estrasse un piccolo libretto, un regalo che Gin gli aveva fatto in vista della formazione della sua squadra speciale, gli Akasenpuu. Quel libro era un vero e proprio tesoro, una copia perfetta del diario personale dello stesso Yojimbo, un libretto di modeste dimensioni, ma carico di infinito sapere. Quel libro funzionava in maniera piuttosto particolare, ogni pagina conteneva una spiegazione ed una lezione nell’arte dei fuuinjutsu e per poter procedere con la successiva era necessario superare un test presente nella pagina stessa. Se questo non veniva superato era praticamente impossibile avanzare nelle conoscenze.

    -Dimmi un po’ Yojimbo.. lo conosci questo?!..Gin ha detto che lo hai scritto tu.. lettura interessante.. io avrei messo più figure.. però nel complesso può andare..-


    Il rosso senza fare tanti complimenti era morso il pollice lasciando cadere qualche goccia di sangue, quindi senza esitare avrebbe appoggiato la mano sulla copertina lasciando comparire su di essa un piccolo sigillo che avrebbe permesso di aprire liberamente il libro, almeno fino alla pagina che era stata sbloccata [Abile: Esecuzione Mentale].


    Il sangue era una componente fondamentale, il libretto infatti era personale e ad uso esclusivo del rosso. Chiunque lo avesse trovato non ci avrebbe letto niente in quanto le pagine sarebbero semplicemente rimaste bianche. Hoshi ne aveva letto più di metà, aveva appreso parecchi segreti dell’arte dei fuuinjutsu e da poco aveva anche cominciato ad apprezzarne l’utilità. Sembrava infatti che quell’arte fosse direttamente collegata all’uso dell’arte magica, qualsiasi esperto di ninjutsu di qualsiasi tipo doveva per forza entrare in quel mondo se voleva fare un passo in più. Hoshi per ora li trovava estremamente divertenti, presto li avrebbe trovato anche utili.

    -Eccolo!!!.. il sigillo del fiore di Vento!!!.. eheheh.. fortunatamente sono arrivato a studiare proprio quello.. anche se non ho ancora perfezionato la tecnica!.. ora però che posso vederne uno in azione da così vicino.. le cose cambiano!!!-


    Il rosso nonostante il libretto non era ancora riuscire a perfezionare quella tecnica di sigillo, una tecnica particolare che riusciva a collegare i polmoni e le particolari abilità dei Chikuma a quel sigillo. Con esso un manipolatore del vento poteva infatti sfruttare le sue capacità attraverso di essi rendendo le possibili combinazioni di attacchi e strategie pressoché infinite. Yojimbo nel passato era diventato famoso nel mondo ninja per essere capace di attaccare un nemico da qualsiasi punto ed angolazione senza muovere un dito, una bella presentazione che lo aveva reso senza alcun dubbio una leggenda.

    -Ok.. vediamo un po’!.. mmh.. è più complesso di quel che sembra.. accidenti ma come diavolo sei riuscito ad inventare una cosa del genere?!.. io non ci sarei mai arrivato..-


    Il rosso lo aveva li, doveva prima studiarlo, farlo suo e solo allora se ne sarebbe liberato. Il libro che teneva tra le mani parlava di quel sigillo ne spiegava il funzionamento e l’applicazione, ma un conto era leggere un altro liberarsene e farlo una propria risorsa. Non restava che applicarsi e tentare di liberarsene. Il rosso ormai riusciva a disegnare i sigilli usando il solo chakra, una bella comodità e vantaggio che senza avrebbe pregiudicato l’utilizzo di tali abilità, soprattutto nel vivo di una battaglia. Appoggiata la mano sul piccolo fiore avrebbe impresso il suo chakra cercando di liberare se stesso dalla presa. Non fu un’operazione semplice disfarsene.


    Yojimbo era un vero esperto nell’arte del fuuinjutsu, il più grande tra i Chikuma forse. Il giovane Chikuma aveva parecchi strada da fare se voleva eguagliarlo e l’unica via da intraprendere era la perseveranza e lo studio, cose che al giovane non erano mai andate a genio. Hoshi aveva tuttavia qualcosa che lo aiutava, una dote naturale, uno strano istinto innato che fin da piccolo lo aveva aiutato a superare le difficoltà anche più insormontabili e ad apprendere abilità e tecniche estremamente complesse. Si poteva quasi definire un prodigio della natura anche se di prodigioso non aveva nulla. Hoshi rimase sospeso in aria per diverse ore a consultare il libro e a provare a liberarsi, Yojimbo nella sua forma umana avrebbe sicuramente apprezzato la cosa dato che gli era stato concesso di tornare nel regno dei vivi per qualche tempo. Alla fine ci riuscì.

    -Fatto!!!..-


    Il sigillo del fiore del vento scomparve al tocco del giovane Chikuma. Il vento che lo sosteneva sarebbe scomparso facendolo atterrare a terra agilmente. Hoshi aveva studiato ed appreso i segreti di quel particolare simbolo ninja, lo aveva assimilato ed ora si sentiva quasi pronto a metterlo alle sue dipendenze [Arte: Liberazione].
    Il rosso era pronto a continuare la lezione, c’era molto da imparare e non vedeva l’ora di poter essere chiamato presto Ottavo Capo del Clan Chikuma. Clan che al momento contava lui ed un ubriacone puzzone ricoverato semi morto all’ospedale.


     
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