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F e n i x.
Il “misterioso” alleato
Il Colosso si svegliò l’indomani mattina, all’alba, aveva deciso di viaggiare durante il giorno e probabilmente per abbreviare la durata del viaggio avrebbe ridotto a sole 6 ore il riposo notturno, voleva viaggiare di giorno, senza soffermarsi troppo a pensare ad eventuali inseguitori giacché sarebbe stato complesso nascondersi ad essi pure di notte.
Aveva fame e doveva mangiare, fu il suo primo pensiero mentre si svegliava, poi, con qualche secondo di ritardo collegò i bulbi oculari al cervello, per notare con stupore che il suo sguardo era ricambiato.
…
Balzò via lievemente spaventato per vedere da una posizione migliore cosa gli si fosse avvicinato… un kappa?
Un kappa di Oto, a suo dire.
Un kappa che si riferiva ad un conoscente che avevano in comune.
Un kappa che… il chunin affilò lo sguardo quanto più possibile cercando di darsi l’ultimo schiaffo per svegliarsi immediatamente. Un kappa che stranamente condivideva dei lineamenti con Febh. Era spaesato, e tale profondo disorientamento lo lasciò qualche secondo in black out: cosa doveva fare?
Ma soprattutto, doveva dire a quel completo decerebrato del suo mezzo maestro che il suo travestimento faceva ridere persino le pietre? Oppure doveva stare al gioco?
Pensò, e non si soffermò per poco tempo a farlo, soppesando approssimativamente gli effetti delle sue scelte e ciò che avrebbero comportato, chissà cosa sarebbe accaduto se…?
Io, io lo so bene
Un profondo sospiro troncò la frase, la recita stava cominciando.
Lo so bene cosa sei…
Scoppiò in lacrime, un pianto matto e disperato, un pianto che pareva non conoscere i limiti della tristezza, il tutto mentre si voltava spalle all’otese, come se non volesse mostrarsi.
Tu… tu… tu!!!
Io…
Io…
Tirò su col naso diverse volte per coprire i suoi che produceva mentre da una piccola canna li vicina ricavava uno stilizzatissimo nasone che fissò al viso con un pezzetto di nylon.
Io pensavo di essere l’ultimo! Non vedo più esseri della nostra specie da…
Trattenne i lacrimoni con una lieve smorfia mentre si indaffarava a concludere al meglio la sua opera.
Neanche mi ricordo da quando…
E mentre pronunciava le parole attivò e disattivò la henge in pochissimo tempo, in modo da far sembrare che l’avesse solamente disfatta, per poi voltarsi vero l’otese e stringergli le spalle, come farebbe un amico che non rivede il suo più affezionato conoscente da una vita, o peggio, come chi ringrazia colui che gli ha salvato la vita.
I kami del cielo ti benedicano!
Disse mentre prendeva posto al suo fianco.
Dimmi, come fai a sapere che mi reco a Taki? E soprattutto come rimedierai al becco quando arriveremo tra gli umani?
Comunque a Taki devo trovare una particolare spada, mi piacerebbe sapere come mi hai trovato, gradito amico.
Disse chinando la testa, come estremamente sollevato, come se parte del peso che si trascinava da una vita fosse svanito grazie alla presenza del “Kappa”
…come cazzo sono finito in questa situazione…?
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