Tempio del vento

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  1. -< Etsuko >-
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    Scheda di Etsuko della Nebbia

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    E alla fine la porta si spalancò, avevo usato buona parte delle mie forze ed ora una goccia di sudore mi scendeva sulla guancia, presto utilizzai la spalla per asciugarla, non volevo mostrare al colosso sbruffone di Konoha il minimo segno di cedimento.
    Fui quasi risucchiato, probabilmente quel posto era rimasto al chiuso per troppo tempo ed ora reclamava respiro, annaspava come un apneista in cerca estrema di aria fresca. Passarono pochi secondi è quel profondo respiro cessò.
    Prima però uno sbuffo improvviso aveva spostato il folto strato di polvere che stazionava su quella porta, che data la mia fortuna degli ultimi tempi, aveva deciso di adagiarsi su di me, prestandomi un effetto vintage, ora il mio kimono che prima appariva di un nero profondo si era trasformato in gessato…

    Ma che due palle…

    Avevo tossito non riuscendo a trattenermi…


    Chiuso da un po’ di tempo eh?

    Hem… si, diciamo che l’ho notato…

    Guardai il bestione per poi attirare la sua attenzione sul mio nuovo colorito.

    Lascia perdere che ultimamente la sfiga mi perseguita…

    Ma non persi altro tempo ed entrammo. L’ambiente era terribilmente buio, tutto appariva appannato, così antico, quasi irreale, l’odore stantio era pungente, seppur non si percepisse alcun profumo sgradevole o no.
    Pochi passi mossi in una direzione indefinita.
    La bestia che mi era davanti pareva sapere come muoversi e decisamente sapeva molto più di me riguardo a quella missione.

    Quando ti deciderai di mettermi a corrente del perché siamo qui?

    Non finì la frase e subito un’altra ventata mi spinse leggermente in avanti…

    ° ma che diav- °

    Mi girai improvvisamente… mai l’avessi fatto… perché un’altra nuvola di polvere mi avvolse completamente, questa volta quella conservata all’interno del portone d’ingresso che ora era completamente chiuso, bloccando l’accesso alla poca luce che prima vi filtrava…
    Non mi vedevo chiaramente ma ora sicuramente, dovevo essere completamente impolverato…

    Ma porca miseria… allora ce l’hai con me…

    Inveì come uno stupido verso il portone

    Questo posto mi innervosisce…

    E a peggiorare la situazione ci pensò il gorilla e i suoi infantili appellativi

    Seguimi fuscello, prima che il vento ti porti via.
    Etsuko, mi chiamo Etuko… riuscirai a memorizzarlo oppure il fruscio che sento è il vento che ti scorre tra le orecchie visto nessun impedimento che trova nel mezzo?

    Nonostante tutto quel tizio mi stava simpatico, lo seguì fino a portarci al centro della stanza, non fu difficile nonostante il buio, avevo notato l’assenza di mobilio e di colonnati tutto davanti a noi.

    Bestiole… vecchi fedeli?

    Non avevo idea di cosa parlasse, avevo avuto pochissime istruzioni sulla missione, mi era stato detto che non ne avrei avuto bisogno, che avrei avuto un accompagnatore che mi avrebbe ragguagliato su tutto ciò che vi era da sapere, ma fino ad ora non era stato molto loquace…
    Ma non dovetti attendere oltre, perché a ragguagliarmi ci avrebbero pensato i rilievi su le pareti del tempio.
    Un sonoro Click, qualcosa che ruotava e con la vista ripercorsi il fascio di luce che si spostava di parete in parete, sino a formare una intricata rete di fasci luminosi e in pochi istanti luce fu.

    Eh si… tecniche d’illuminazione arcaiche, almeno risparmiavano sulla energia elettrica…

    Mentre ancora pronunciavo quelle parole, ora la mia attenzione si stava spostando dall’ingegnosa progettazione del sistema a specchi ai fini bassorilievi sui muri… raccontavano la storia, leggende passate o semplicemente fatti vissuti? Chi avrebbe potuto dirlo…?
    In principio narrava della battaglia tra uomini, difficile risalire all’epoca, nella raffigurazione parevano incappucciati e in lotta con delle creature gigantesche, raccontavano di carneficine, di morte e distruzione…
    Scorrevo lateralmente sui muri sfiorando con le dita le immagini, mi pareva di riviverle nella mente, avevano un non so che di magico.
    Poi la svolta, la scoperta di un tempio… di creature amiche, molto simili a dei draghi, ve ne erano parecchi, risvegliati da vecchi saggi in cerchio attorno a qualcosa, pareva un sasso, una pietra.
    E poi l’epilogo, draghi e uomini combattevano insieme, alcuni solcavano i celi, cavalcando le nuvole, forze elementari si scontravano , altri combattevano sulla terra avvolti da fiammeggianti spiri…
    Poi l’epilogo, la vittoria e la venerazione di tali esseri.

    Le parole del colosso mi portarono alla realtà.

    Co-Cosa?

    Mi girai verso di lui… era di fronte ad una pietra, notai 3 incavi e capì cosa aveva voluto dirmi.

    Ah… si, si…
    Mi metto a lavoro…


    Mi spostai ancora lungo la parete… e non fu troppo difficili trovare le prime 2 corrispondenze, la prima corrispondeva ad un rilievo di uomini incappucciati in preghiera… delicatamente lo tirai fuori dal suo posizionamento originario e mi spostai verso il ninja della foglia, non aggiunsi altro, ero impegnato nella ricerca, mi limitai a cedere il pezzo.
    Il secondo ci volle un po’ di più del primo, ma come in un gioco d’abilità trovai presto l’incastro. Questa volta la raffigurazione era di un portale, non una porta qualunque, un sole splendente primeggiava su di essa, quasi avesse parvenze ultraterrene.
    Le cose furono molto più difficili per la terza corrispondenza, ma non per la difficoltà nel trovarla, quanto perché non ve n’era solo 1, ma più di una… e questa mi provocava imbarazzo nella scelta.
    Sebbene il tema fosse comune… una grande creatura mitologica, simile ad un drago, ognuno si differenziava dalle altre per un aspetto, un dettaglio.
    Vi era un drago completamente bianco, oppure vi era una modifica nella conformazione alare, alcuni più robusti, altri invece più snelli e aereodinamici, in tutto vi erano 5 possibili possibilità…
    Alla fine scelsi quella che più mi assomigliava. Mi colpì sin da subito e sebbene era quella che avevo scovato per ultima, fu la mia scelta.
    Raffigurava un essere gigante, un drago presumibilmente, ma la peculiarità che lo differenziava dagli altri era il colore degli occhi… rossi, del colore dell’inferno, profondi e torbidi come la lava di un vulcano.
    Mi avvicinai al colosso, adagia l’ultimo pezzo nella posizione, la pietra era completa adesso.
    Mi girai verso il mio compagno di disavventure…

    Tu? L’hai fatto il tuo…?

    Lo squadravo, incerto su come e cosa sarebbe successo
    E se si fosse trattato solo di una leggenda?


     
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28 replies since 18/9/2012, 12:18   493 views
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