Tempio del vento

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    Nuove stanze, Nuovi problemi







    Il Colosso aveva del tutto dimenticato una delle peculiarità più fantastiche del tempio: l’innalzamento del chakra nel sistema circolatorio, la prima volta che entrò in quel luogo per lui fu distruttivo, lo consumò quasi del tutto, portandolo alla morte, sino a portarlo a sviluppare un organismo ad esso più resistente, purtroppo il cervello non subì la stessa trasformazione, e non riuscì mai a curare in tempi utili la sua malattia.

    Ma ormai quel periodo è passato!

    Disse tra se e se, già ringalluzzito in corpo e spirito da quella sovrabbondanza così piacevole che quasi gli provocava gli stessi effetti di blandi stupefacenti. Così euforico prese in mano le mattonelle passate da Etsuko, posizionandole con cura sulla roccia d’evocazione, tuttavia il meccanismo non sortì gli effetti previsti, ed anziché evocare i draghi da lui desiderati l’unica cosa che fece fu aprire una botola nel terreno. Solo in quel momento il Colosso si rese conto che le mattonelle erano inesatte, l’ultima infatti non rappresentava i draghi giusti.

    Merda, umidiccio!
    Hai sbagliato le tesserine!


    Disse lievemente adirato, domandandosi perché avesse chiesto al kiriano di fare quella ricerca se in realtà era lui il più adatto.

    Ma non c’è problema coraggio! Possiamo sempre farcela no?
    Cioè, un ottimo medico e un ottimo guerriero, coraggio andiamo è meglio non lasciare quella botola aperta senza sapere cosa nasconde!


    Disse mentre si avvicinava alla botola, convinto del fatto che quella fosse la via errata, dopotutto, inconsciamente in quel momento, si basava ancora su i ricordi che Febh gli dimostrò essere sbagliati totalmente, o in parte. Senza interessarsi troppo di profondità vi si incamminò usando il chakra adesivo.

    Coraggio coraggio! Non bisogna lasciare nulla in sospeso!

    La botola era abbastanza profonda, la loro voce vagava per parecchio prima di tornare indietro, ma un simile luogo non era troppo strano trovarlo in quel tempio, era certo che fosse stato custodito per eliminare o scoraggiare eventuali impostori, calarsi li dentro per un normale uomo non era troppo semplice, senza contare che quel tempio aveva più trappole che corridoi sicuri.

    Attento a dove poggi le zampe, e cerca di acuire più che puoi i sensi, potremmo ritrovarci qualche sorpresina da un momento all’altro.

    Giunti a metà del percorso l’unica sorpresa che si presentò ai due fu un'unica e timida gocciolina d’acqua, che andò a schiantarsi contro la fronte del Colosso.

    Oh, una goccia d’acqua! Mi domando che diavolo ci faccia qui dentro.

    Una goccia, da li a qualche secondo sarebbe stato riduttivo, presto sarebbe iniziata una vera e propria tempesta abbastanza forte da far credere al konohaniano che qualcuno da sopra si stesse dando da fare con delle secchiate d’acqua, fortunatamente il chakra adesivo non faceva conto delle pareti lisce e pesantemente bagnate, dopo qualche minuto neanche il mantello che il ninja aveva posto sopra la testa serviva a ripararlo, l’acqua pareva venire anche da sotto, e il tempo passato dentro quella botola pareva essersi dilatato immensamente facendogli addirittura perdere il senso dell’orientamento.
    Lievemente preoccupato continuò a mettere un piede davanti all’altro pensando che prima o poi sarebbe arrivato da qualche parte, il suo sesto senso gli suggerì di non fare dietro front, temendo di imboccare qualche cunicolo secondario da cui la discesa li aveva salvati.
    Dopo un tempo imprecisato riuscirono a giungere in un’altra stanza, il termine più corretto appena il colosso vi posò il piede era: disorientamento. Disorientamento sufficiente a mandarlo carponi appena mise entrambi i piedi sulla stanza.


    Ch…ch… che cazzo succede?!?

    Disse riprendendo la posizione eretta.

    Porca merda! Stavamo scendendo, perché diavolo mi ritrovo in piedi?

    Disse a voce alta, in modo da sovrastare lo scroscio della pioggia che cadeva incessante. Non aveva invertito il senso di marcia, altrimenti Etsuko sarebbe spuntato prima, e anche lui, che aveva proceduto a braccia larghe, si sarebbe accorto di essersi voltato. Era la gravità che per qualche assurda ragione si era rigirata, ma come era possibile?

    Fottuto tempio, ogni volta deve farmi credere di essere uno svitato.

    Prese a girare per la stanza a tentoni, lievemente agitato, toccando tutte le pareti e analizzando i muri come meglio poteva nell’oscurità, cercando di comprendere se quella fosse o meno la stanza da cui era arrivato, dal uio peso che vi albergava e dagli scarsi ostacoli incontrati (poiché l’aveva percorsa usando lo schema mentale che aveva della prima) parevano del tutto identiche. Per l’ultima verifica estrasse la lama dal fodero, ed attivando la tecnica che gli permetteva di tagliare l’aria ne illuminò il filo. Toccarlo in quel momento avrebbe significato salutare definitivamente la parte del corpo utilizzata, ma era facilmente immaginabile, per cui non stette ad avvisare il kiriano mentre si aggirava per i bassorilievi.

    Porcaccia zozza.

    Disse mentre comprendeva che quella stanza pur essendo uguale alla prima nella struttura era totalmente differente nel contenuto, i muri non parlavano della stessa storia raccontata nella sala precedente, bensì era qualcosa di estremamente crudele, come se la sala fosse l’opposto della precedente. Il Colosso si drizzò guardingo, chiedendosi quanto della sua immaginazione in quei giorni passati fosse falso, ci mise ben poco a connettere la prima sala alla stanza dell’essenza buona e quella attuale all’essenza nera e cattiva. Tuttavia in entrambi i bassorilievi non si parlava di nessuna essenza, erano i draghi il centro di tutto, e quella che stava li pareva essere una parte della storia che si voleva celare: draghi imprigionati, umani crudeli, fin troppo crudeli, e poi, verso la fine, draghi neri.
    Cosa potevano essere? I precedenti draghi corrotti? Oppure un secondo clan che aveva aiutato gli umani ad imprigionare quelli incatenati? Non lo sapeva. Doveva fermarsi e cercare una risposta alle sue domande.
    Non ne aveva troppissime a disposizione, partendo dal fatto che i draghi incatenati erano rappresentati esattamente come quelli che Raizen evocava e anche come quelli della precedente stanza, poteva solamente dedurne che quelli che ora stavano li incatenati erano agli effetti i suoi draghi, in un tempo remoto forse. Ma quelli che apparivano dopo? Sostavano sulle teste degli umani senza però danneggiarli, che il bassorilievo non fosse ultimato, e che quindi fossero giunti a salvare i bianchi? Oppure come aveva pensato prima erano dei nemici che traevano vantaggio dalla morte dei loro simili?
    Il fato però non era favorevole ai suoi pensieri, e un tuono, squarciando il cielo, lo rintronò, facendogli alzare istintivamente gli occhi sul soffitto della stanza, per notare su di esso u n grosso drago nero, dagli occhi rossi, proprio come quelli rappresentati nelle sculture.
    Non attese oltre, gli si precipitò alle calcagna quando quello sparì nella botola sul soffitto, eppure fu inutile, per quanto corresse si ritrovava, dopo neanche poco tempo, in quella stessa stanza.
    Che fosse stato seguito o meno da Etsuko in quei vincoli stramboidi alla fine del suo peregrinare sarebbe giunto nella stanza iracondo.


    Ei, pistolino, mi sono rotto i coglioni.

    Avrebbe detto mentre componeva i sigilli per evocare Kaze, il compagno a lui più affine.
    Senza badare troppo a cosa sarebbe successo avrebbe salutato con garbo Kaze per poi domandargli cosa stesse succedendo li dentro.


    Kaze, sai dirmi qualcosa di queste diavolo di storie che sono stampate sui muri? Inoltre poco fa un drago nero ci ha quasi attaccato! Non ci sto capendo più nulla! Al resto pensiamo dopo.

    Parlò per poi andare a ripararsi per quanto possibile intorno a qualche sporgenza del corpo del rettile. Avrebbe preferito chiedere l’aiuto di Tekuro, in quanto più anziano di Kaze, ma sicuramente anche quest’ultimo sarebbe stato in grado di dare una risposta a quella domanda, vista l’età che i draghi raggiungevano quelli rappresentati nei bassorilievi erano al massimo di una generazione precedente rispetto a quella del drago li presente, almeno secondo i ragionamenti del Colosso basandosi sull’antichità del tempio e sulle poche cose che sapeva dei draghi.
     
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