Vuoto di Luna negli Occhi

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    [Lo Sconosciuto, come un infante, scopre il mondo]

    Si trattava di cenere o di polvere? Non che fosse la domanda più promettente con cui iniziare, ma quello era solo un inizio, dopotutto. Intorno a lui solo una fine "qualcosa" nera che fluttuava, ma prima ancora di capire cosa fosse, il suo sguardo cadde su quello che lo circondava: erba grigia, alberi rinsecchiti, acqua imputridita. Qualcosa di terribile era successo in quel posto, in quella piccola collina, ed anche se a breve distanza la natura era splendida come sempre, tutto intorno a lui c'era solo morte e corruzione.

    Corruzione. Una strana parola che in qualche modo lo rallegrava, nel profondo, mentre gli ultimi colpi di coda di qualcos'altro che andava affievolendosi nel suo petto gridavano per il terrore e la vergogna. Ma finirono quasi subito. Quasi.

    Si, ma chi era Lui? Ottima domanda.

    Ma per quanto buona, non c'erano risposte al momento.

    Una cosa la si poteva dire però: Lo Sconosciuto sapeva combattere, e sapeva vedere, ascoltare, pensare. Sapeva fare un sacco di cose, ma di fatto non aveva idea di cosa fare al momento. Per inciso, era notte, e per quanto fosse una notte di luna nuova, lui riusciva comunque a vederla. Non sapeva come potesse dire che c'era la Luna Nuova, ma lo sapeva. Ed avrebbe potuto indicarla con assoluta precisione se gli fosse sttao chiesto, anche se non la si vedeva. Vedeva il Vuoto di Luna, per così dire, ma lui stesso non sapeva da dove venisse quest'espressione. E poi un battito d'ali attirò la sua attenzione: una creatura era atterrata alle sue spalle, nera come la pece ma al contempo regale. Occhi dorati e accesi di un fuoco incredibile, quasi palpabile, e un becco affilato almeno quanto i suoi artigli.

    Non importa. Disse, musicale e spietato al contempo. Il contratto non può essere rescisso...è solo sospeso. Io sono l'ombra del Contratto, io so di cosa parlo. Cercami se vorrai vedermi nuovamente, ma ora attento, non sei solo. La sua ombra si estendeva nonostante la notte e trasmetteva uno strano senso di inquietudine ed abbandono. Poi nel tempo di un battito di ciglia sparì nel nulla, come assorbito dall'aria stessa, sempre che fosse mai stato là. E al suo posto stava una spada.

    No, non una spada qualunque. Era la SUA spada, la spada dello Sconosciuto. Con delle sudicie mani che certo NON appartenevano allo Sconosciuto sopra. Due uomini con un coprifronte. Il coprifronte voleva dire Ninja. Il simbolo sul coprifronte voleva dire Kusa, il paese dell'Erba. E uno degli uomini aveva preso la spada. Ehi, sai spiegarci cosa è successo? Si erano avvicinati mentre Lui era stordito o erano sempre stati là ma non li aveva minimamente notati? Mi chiamo Shin, lui è Tohma. Cosa è successo qui? Gli animali sono impazziti e hanno attaccato una fattoria, ci hanno mandato per indagare e abbiamo visto questa collina completamente ingrigita...

    E' colpa di questa spada? Disse l'altro. Era lui a tenerla in mano dopo averla estratta dal terreno in cui era conficcata. Non mi pare abbia chakra al suo interno, ma una simile devastazione può essere stata causata solo da un Jutsu di qualche tipo...e parliamo di un tipo sgradevole, senza dubbio. C'è stato forse uno scontro tra ninja? E perchè tu sei nudo? In effetti lo Sconosciuto non aveva alcun genere di vestito addosso, a che pro? Ma sapeva che servivano nella società, quindi doveva procurarseli, in qualche modo. Allora, non parli?

    Non erano rilassati. Nei loro corpi si leggeva la tensione, perchè qualcosa li turbava. Sapevano che, se necessario, avrebbero dovuto combattere, e forse proprio con lo Sconosciuto, che tanta inquietudine suscitava nelle loro menti con la sua stranezza [Shin è Blu, Tohma è Rossa]
     
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    Ci volle qualche minuto perché le strane energie fluttuanti attorno a quella figura si disperdessero. Lentamente, l'atmosfera che circondava il ragazzo tornò alla normalità. Questi però non si mosse. A dirla tutta, non si era mai mosso dal momento della sua comparsa. I suoi occhi blu oceano, quasi viola tale era la loro intensità, scrutavano il paesaggio circostante con la calma più assoluta. Ovunque il suo sguardo si posasse vedeva devastazione e morte. Solo in lontananza, fuori da un cerchio largo decine di metri, una macchia di vegetazione resisteva ancora. Respirò a fondo, areando i polmoni, e sentendo la vita scorrere in lui. Si sentiva bene. Si sentiva forte. Traboccava di potere.

    La sua, però, non era un'espressione serena. Non un'espressione di chi è in pace. Su quel volto giovane, coronato da una fluente chioma color rame, era scolpito un cipiglio severo. Nella nebbia di informazioni e ricordi che così confusamente provavano a trovare un ordine dentro la sua mente, un'unica cosa era chiara. Cristallina. Doveva trovare un uomo. Doveva trovare un uomo, potente come pochi altri, e doveva ucciderlo. Ucciderlo senza pietà. Distruggere ogni suo legame, ogni sua traccia. Persino il suo ricordo.

    Certo, se ne rendeva conto. Avrebbe dovuto prima fare ordine, almeno tra i suoi pensieri. Affinare le sue capacità. Lasciar scorrere quel fiume che sentiva premergli dentro al petto. Consolidare il potere. E solo poi, a quel punto, avrebbe potuto cercare quell'uomo. Finalmente si mosse, ed alzò lo sguardo al cielo. Un cielo nero, scuro come nella più profonda delle notti. Il novilunio. Era periodo di luna nuova. Eppure, in qualche modo, il ragazzo la vedeva su nel cielo a brillare, uno spettacolo silente di cui era l'unico testimone. E un sorriso gli piegò l'angolo della bocca. Avrebbe fatto quanto sapeva di dover fare. E poi l'avrebbe raggiunta, e fatta sua. Quella sovrana incontrastata della notte che regnava sopra ogni tenebra.

    Poi, un rumore sordo in lontananza. Tese le orecchie, distogliendo il pensiero da sogni neonati che già lo guidavano. Di nuovo quel rumore, questa volta più vicino. Proveniva dall'alto. Ma pur avendolo percepito, il ragazzo non si voltò ad osservarne la fonte. Non percepiva intenti ostili. Tutto il contrario, invece. Una sorta di legame. Ma era troppo presto perché una cosa del genere lo interessasse. Aveva da poco aperto gli occhi, ed un concetto come quello di legame gli era alieno. Infine, un possente battito d'ali, una folata, ed un tonfo.

    Alle sue spalle, il ragazzo avvertì una presenza potente. Poteva quasi sentire la roccia annerita a terra lamentarsi del contatto con gli artigli della creatura. La sensazione, nonostante fosse così fisica e reale, era simile a quella di un'ombra. Inafferrabile, gelida. Eppure, innegabilmente reale. Non rispose alle parole della creatura. Ne comprendeva l'importanza, ma allo stesso modo comprendeva che non era quello il momento giusto per preoccuparsene. Rimase in silenzio, assaporando quell'abbraccio notturno che gli veniva offerto. C'era un che di confortante in quella oscurità. Al fine si girò, fissando la creatura negli occhi. Colse una sagoma alata, enorme, un becco affilato, ed occhi dorati che risplendevano di fiamme di un altro mondo. Durò un attimo. L'aria, la notte, parvero come distorcersi per un battito di ciglia, e la creatura non era più in quel luogo.

    Al suo posto, a terra, un luccichio catturò il suo sguardo color oceano. Una lunga lama grigia giaceva sulla nuda roccia, quasi chiamando il suo nome. Il terreno attorno all'arma era nello stesso stato di quello attorno ai suoi piedi: nero, brullo, e con tracce di fusione. Si sentiva attratto da quel pezzo di ferro grigio, dall'aspetto semplice e per nulla elaborato. L'avrebbe raccolta, decise. Ma proprio mentre lo pensava, un'altra mano si chiuse sul lungo manico scuro dell'arma. Le parole di ammonizione della creatura erano andate perse nel vuoto, non ascoltate da orecchie che mai avevano udito una voce. Il ragazzo alzò lo sguardo. La creatura aveva avuto ragione: non era solo.

    Davanti a sé aveva due uomini. Le espressioni accigliate, i muscoli tesi, le parole affrettate. Una vista fastidiosa per chi aveva da poco aperto gli occhi per la prima volta. Non aveva nulla contro di loro. Uno di questi, però, stringeva in una mano la lama grigia che ancora lo chiamava. E, in ogni caso, il ragazzo sapeva di necessitare parecchie informazioni per poter dare inizio alla sua cerca. Quei due avrebbero fatto al caso suo. O, meglio, si corresse, uno solo.



    Gli venne naturale. Quasi come respirare. Gli bastò aprire quel cancello che avvertiva nel petto, e lasciare che il fiume di energia desiderosa di scorrere realizzasse la sua volontà. Non rispose ai due. Non li guardò negli occhi. Non considerò il fatto che fossero preziosi esseri viventi con dei sogni e delle speranze. La sua energia si sprigionò nell'ambiente, riempiendo la mente dei due sventurati di immagini così terribili da non poter essere descritte, o ricordate. Gli bastò la tenue irritazione dovuta alla sottrazione della lama per dar vita a quelle immagini portatrici di terrore oltre ogni comprensione e razionalità.

    Poco dopo, come un bambino che scopre la bellezza di un nuovo giocattolo, il ragazzo acquistò la consapevolezza di poter fare molto di più con quel torrente di energia in piena. Ne canalizzò una parte nell'arto sinistro, che venne avvolto da una crepitante energia nera con riflessi violacei. Gli piacque la sensazione che provò. Dare libero sfogo al proprio potere era divertente. Esaltante, persino. In preda a quelle emozioni, il ragazzo infierì senza pietà sul corpo di Shin, lo sfortunato shinobi che gli aveva sottratto la spada. Prigioniero della sua volontà assassina, l'uomo non potè muoversi o reagire in alcun modo. Percorsa dall'energia nera, la carne perforò la carne. L'intero braccio del ragazzo oltrepassò il ventre dell'uomo, lacerandone gli organi e recidendo la spina dorsale. Con un rantolo forse di sollievo, l'uomo lasciò la vita, e l'illusione che lo teneva prigioniero, e si incamminò nel reame dell'oscurità eterna.

    Il ragazzo non lo guardò. Non aveva agito a caso. Sapeva cosa sarebbe successo, e proprio per questo lo aveva fatto. Ignorando i getti di sangue che, fuoriuscendo dal ventre dell'uomo, gli macchiavano pettorali ed addome, sollevò il braccio e quindi Shin stesso, finchè la mano destra dell'uomo non fu all'altezza del suo viso. Stretta da una mano che ancora si muoveva, preda di spasmi riflessivi, riposava la lama che sapeva essere sua di diritto. Allungò la destra, ruppe la presa dell'uomo morto e finalmente la strinse. In tutto il suo corpo avvertì una sensazione nuova. Aveva aperto gli occhi da poco, e quindi sapeva che avrebbe sperimentato molte sensazioni. Ma quella, al contempo, sapeva essere particolare. Un brivido di gioia feroce e di ricongiungimento. Quell'arma lo avrebbe aiutato nella sua missione.

    Mosse il braccio sinistro ad arco, scagliando il corpo morto lontano come fosse un fuscello. Sangue scuro e pezzi d'organo gli ricoprivano l'arto in tutta la sua lunghezza, ma il ragazzo non sembrava nemmeno accorgersene. Non pronunciò una parola. Con calma, invece, si avvicinò allo shinobi rimanente, più basso di lui di quasi dieci centimetri. Lo guardò da sotto i suoi lunghi capelli ramati. Era ancora prigioniero della sua volontà, incatenato senza possibilità di fuga in quel torrente di energia che lui aveva liberato. Gli appoggiò la mancina sulla fronte, macchiandogli i capelli biondi di sangue fresco. Fece presa sulle tempie, e come fosse nulla più di una bambola di pezza lo sollevò a mezzo metro da terra. Ignorando i rantoli dell'uomo chiuse poi gli occhi, lasciando che il suo istinto lo guidasse. Canalizzò il fiume nel suo braccio e lo fece scorrere potente, facendo breccia nella mente dell'uomo. Probabilmente, con la pratica, pensò, avrebbe potuto divenire più abile. Più sottile. Capace di penetrare nella mente di qualcuno senza devastarla. Tanto peggio per il ninja dell'Erba.

    Si concentrò sull'enorme archivio di informazioni che gli appariva davanti, iniziando a scandagliarlo avidamente. Andò avanti qualche secondo. Riuscendo in qualche modo a riprendersi, poi, l'uomo emise un grugnito e liberò a sua volta una piccola quantità di energia. Non nel suo corpo, ma nella sua mente. Resisteva. L'uomo tentava di resistere a quella intrusione nella sua mente. Se il ragazzo parve disturbato, o arrabbiato, non lo diede a vedere. Semplicemente, si limitò a sferrare un fendente con la lama nella mano destra, staccando di netto il braccio sinistro dell'uomo. Un urlo squarciò il silenzio di quella notte senza luna, perdendosi nell'oscurità. Di nuovo, il ragazzo rimase in silenzio. Non resistere. Il messaggio era chiaro.

    Riprese la sua ricerca. Shinobi, Paese, Villaggio Ninja, Accademia, gradi, immagini di palazzi amministrativi, elenchi di nomi. E ancora, Taki, Ame, Iwa, Kumo. Un torrente di informazioni fluiva nella sua testa dalla mente dell'uomo, che sempre di più pareva rabbrividire e rattrappirsi al suo tocco, fisico e psichico. E, di nuovo, forse per la follia in cui stava cadendo, forse per un attimo di insano orgoglio, l'uomo, Tohma, oppose resistenza. Liberò dell'energia, coprendo alcune informazioni riguardanti quello che doveva essere il suo villaggio natale, Kusa. Il ragazzo si interruppe per un momento, mantenendo salda la presa sul cranio del ninja. Il taglio al braccio era stato netto, pulito. Perdeva molto sangue, tanto che sul terreno bruciato aveva iniziato a formarsi una piccola polla scura, ma forse non faceva abbastanza male.
    Il tempo di finire quel pensiero, di considerare quel minimo dubbio, e già la destra del ragazzo si mosse di nuovo. Questa volta fu la gamba destra a cadere. L'uomo urlò. Un urlo terribile, disperato. Strozzato. Il ragazzo, con un paio di gocce di sangue a macchiargli la guancia sinistra, piegò appena il capo, come se stesse osservando qualcosa di nuovo e interessante. Ma, comunque, non proferì parola. Non resistere. Se lo fai, sarai punito. Il messaggio era lo stesso.

    Ancora una volta, il ragazzo tornò a concentrarsi sull'archivio a sua disposizione. Continuò a frugare per qualche minuto, non preoccupandosi dei danni che faceva. Ad un certo punto, nonostante l'uomo avesse già perso conoscenza e le cose non fossero cambiate, notò che l'archivio stesse iniziando a sbiadire. Lentamente, ma costantemente, le pagine dei libri divenivano bianche, ed il libro spariva. Il gocciolio insistente che gli infastidiva le orecchie da quando aveva inferto la prima punizione gli suggerì la risposta: l'uomo stava morendo. Aggredito nella mente e nel corpo, probabilmente il suo spirito anelava l'abbraccio confortante della notte. Per la prima volta, il ragazzo guardò direttamente il volto sotto la sua presa di ferro. Era giovane, terso di sudore e sporco di sangue. Deformato dalla sofferenza. Non gli piacque quello che vide. Bloccò bruscamente il flusso energetico che sosteneva entrambe le illusioni, termine che aveva appreso poco prima, e lasciò cadere a terra il corpo mutilato del ninja.



    Mentre osservava il sangue sgorgare da quelle ferite, mentre ascoltava gli ultimi respiri affannosi prima che la vita si estinguesse, di una cosa era certo: non provava alcun senso di colpa. Eppure, non provava neppure gioia, divertimento o eccitazione nell'assistere a quello spettacolo. Aveva avuto una necessità, e si era limitato a soddisfarla. Per fare ciò che doveva avrebbe usato qualsiasi mezzo e spazzato via qualsiasi ostacolo.



    Iniziò a camminare. Doveva trovare dell'acqua e dei vestiti. E doveva capire dove si trovava. Fuori dall'enorme circonferenza di terra annerita e priva di vita, oltre una parte del bosco che rimaneva, grazie al cocciuto ninja biondo aveva scoperto l'esistenza di un piccolo paesino di agricoltori ed allevatori. Lo stesso luogo dove gli animali erano usciti di senno, e da dove i due uomini erano giunti. Non sapeva se ne sarebbero arrivati altri. Forse sì, forse no. In ogni caso, il ragazzo sapeva di avere tutto il tempo del mondo.
    Fu così che, tranquillamente, continuò a camminare finché il bosco non lo inghiottì.


    OFF GAME

    Autoconclusività FTW. Perché le ipotetiche sukano :addit:
    Utilizzo l'Intento AssassinoVillaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna

    L'illusione si attiva entro un raggio di 15 metri dall'utilizzatore. La vittima vedrà la furia omicida dell'utilizzatore riversarsi sulla propria mente, paralizzandolo. La vittima non potrà utilizzare tanti slot azione e tecnica quanti slot azione e tecnica inutilizzati dall'utilizzatore; ogni grado di differenza tra utilizzatore e vittima riduce di 1 extra gli slot azione. Le azioni gratuite saranno difficili da sfruttare.
    L'efficacia è pari a 50; colpisce chiunque presente entro il raggio d'azione. Può essere mantenuta per massimo 2 round.

    Tipo: Genjutsu - Bakkin-Tameshi
    [Livello: 3 / Consumo: Alto - Mantenimento: MedioBasso]
    per paralizzare i poveretti, dopodiché vado di KitenVillaggio: Personale
    Posizioni Magiche: Nessuna(4)

    L'utilizzatore riveste di chakra elettrico un arto o un'arma fino a 1 slot dimensionale per grado ninja. La potenza è pari a 50. Il costrutto dura un singolo attacco, in corpo a corpo o a distanza. Causa al bersaglio colpito uno stordimento leggero. Lo stordimento dura un round ogni due gradi ninja. Deve essere utilizzato entro un round dalla creazione.

    Tipo: Ninjutsu - Raiton
    [Livello: 3 / Consumo: Alto]
    [Da Chunin in su]
    potenziato (+20 per Impronta Devastante) sul primo e Interrogazione MentaleVillaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Tigre

    L'illusione si attiva Tramite il contatto con la vittima. L'utilizzatore sarà in grado di interrogarla mentalmente, cercando di estorcerle le informazioni direttamente dalla propria psiche; sarà impossibile mentire. Può essere utilizzata anche su bersagli incoscienti. Per resistere all'aggressione è necessario spendere un consumo di chakra pari a Medio ad ognuna di esse. L'efficacia è pari a 30. Non è possibile utilizzarla durante uno scontro.

    Tipo: Genjutsu - Tameshi
    [Livello: 4 / Consumo: Mediobasso]
    [Da Genin in su]
    sul secondo.

    Riguardo l'utilizzo di quest'ultima: ho considerato come se fossero state poste domande, limitandomi però a semplici informazioni in mano a qualunque shinobi, come i nomi dei Paesi, l'esistenza dell'Accademia, etc.

    Se qualcosa non va sono pronto ad editare immantinente! Per il momento però fiQeggio :fgh:

     
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    [L'Acciaio Crudele Morde la Carne Eterna]

    Si allontanava pian piano dopo aver spezzato due vite, divorandone una almeno in parte, e nudo come una mela sull'albero stava per guadagnare la zona ancora rigogliosa, ben distante da quella devastazione in cui, a quanto sembrava, era nato. Sangue e visceri addosso non erano una preoccupazione per lo Sconosciuto, ma ben presto avrebbe realizzato che essi sono invece qualcosa di essenziale, a cui non bisogna mai rinunciare, specialmente se si tratta dei propri. Aveva appena posato piede sull'erba verde e rigogliosa quando perceppiùù una sensazione nuova ed aliena, qualcosa di negativo, quello era fuori da ogni dubbio, ma era assolutamente una novità con giusto qualche eco passato: era come un bruciore terribile, elettrico, che attraversava la sua spalla destra facendosi largo tra le carni con forza, inarrestabile, fin quasi a strappare un urlo di...Dolore. La parola esisteva, ma non era nota in prima persona. Dolore era quello che provava. Ed era stata la punta d'acciaio di un'arma a generarlo, in nemmeno una frazione di secondo, mentre attraversava il corpo dello Sconosciuto.

    Una fraccia lo aveva raggiunto alle spalle, senza che lui la percepisse, e lo aveva trapassato, restando conficcata a fondo, fino a mostrare le parti iniziali dell'acciaio che sbucavano dalla pelle intonsa [Ferita Media alla spalla Dx]. MALEDETTO!! Una voce di donna alle spalle, su un albero a forse trenta o quaranta metri. Un arco in mano ed un coprifronte simile a quello dei due morti, ma nessuna informazione a riguardo...l'interrogato aveva nascosto con tutto quello che aveva le nozioni su di lei e sul fatto che un tem ninja consta sempre di almeno tre membri. MORIRAI! Piange, e nonostante la distanza nei suoi occhi c'è il dolore e l'odio. Odio come quello verso Quell'Uomo. La mano destra della donna compone un singolo sigillo, ed ecco che dalla freccia emergono decine e decine di filamenti che cercano di stringersi attorno allo Sconosciuto, troppo resistenti per essere tagliati dalla sola spada, come se avvolti da un'energia che egli conosce come Chakra, dopo aver letto la mente della sua vittima [Velocità Blu, Forza Viola - Lega tutti i ninja entro 3 metri dalla freccia, i fili possono essere danneggiati solo da tecniche di potenza 30 o superiore]

    Anche se la freccia fosse stata rimossa prima di quella tecnica (ma sarebbe stato così facile con un braccio fuori uso?) i fili avrebbero comunque cercato il loro bersaglio entro la breve distanza entro cui avevano facoltà di attaccare. E che si avvolgessero o meno sullo Sconosciuto, due freccie avrebbero immediatamente preso il volo cercando di conficcarsi nel suo torso mentre si difendeva [Forza Blu+3 tacche - Potenza 25 a freccia]. Una delle due poi presentava un foglio di carta ad una estremità, e che colpisse o meno sarebbe esplosa in un ampio raggio, causando danni discreti [Potenza 30 - Raggio di 3 metri] forse ancor più grandi se il dardo fosse stato conficcato nel suo bersaglio. E dopo di essa, altre due freccie avrebbero cercato di trapassare il suo corpo, in una sequenza che avrebbe ucciso qualunque essere umano.

    Ma sulla natura Umana del suo essere, lo Sconosciuto probabilmente aveva qualche dubbio.

    CITAZIONE
    A scanso di equivoci, i fili non forniscono difesa nei confronti dell'esplosione o delle altre freccie :zxc:

    Scopo di questo post è apprendere la tua immortalità, ma è da vedere se risulti poi catturato o riesci a reagire

     
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    Per un momento i suoi occhi si spalancarono. Alle pupille, dilatatesi per la sorpresa, fu però presto negata la luce. Le palpebre calarono, ed i lineamenti giovani del ragazzo si chiusero in una smorfia. Senza che lo volesse, dalle sue labbra si liberò un suono. Potente, secco.

    « Ah! »

    Era la prima volta che il ragazzo sentiva la sua voce. Fiera, decisa. L'occasione però venne rovinata da ciò che aveva causato lo scatenarsi di quella voce. Una nuova sensazione. Il ragazzo riaprì gli occhi color oceano e si fissò lo spalla destra. Una punta metallica intrisa di cremisi gli fuoriusciva dalla carne, che a sua volta era attraversata da una sottile asticella scura. Una sensazione sgradevole: avvertiva un bruciore costante nella zona attorno a dove la carne era stata perforata. Notò inoltre diversi rivoli di sangue liberarsi dal foro di uscita, come sdegnati per quella improvvisa intrusione. Non gli piaceva quella sensazione. Ruotò leggermente il polso della mancina, facendo ruotare la lama che stringeva in un semicerchio che la portò a tagliare perfettamente la punta metallica della freccia. Proseguendo fece poi per afferrare la parte posteriore della stessa che spuntava dalla scapola, in modo da estrarla, ma fu interrotto da un urlo.
    Con calma si voltò, sfilando allo stesso momento la freccia con uno strattone deciso. Avvertì un'altra fitta, ma stavolta nessun suono sfidò le sue labbra. Era stata la sorpresa a tradirlo. Una volta saputo cosa aspettarsi, era semplice controllarlo.



    Dall'altra parte della radura, al limite della devastazione in cui aveva per la prima volta aperto gli occhi, il ragazzo scorse una donna. Aveva capelli lunghi, e qualcosa di trasparente le scendeva dagli occhi. Era diversa dai due uomini di prima. Fu in quel momento che, tra la miriade di nozioni confuse che gli turbinavano nella mente, il ragazzo considerò per la prima volta la nozione della differenza di sesso. Qualcosa di evidente, che di certo non avrebbe dimenticato, ma al contempo non così fondamentale da essergli subito balzata agli occhi. Qualcos'altro, però, catturò la sua attenzione più dell'aspetto della creatura: i suoi occhi. Verdi, spalancati, e lucidi.
    Occhi che riflettevano una emozione intensa. Persino più intensa della paura che aveva letto nei due uomini che ora giacevano nella pozza di sangue poco distante. La parola gli venne spontanea, quasi come un'eco di una vita che non ricordava.

    « Odio. », mormorò tra sé.

    La creatura provava odio. Un secondo urlo chiarì le sue intenzioni. Voleva ucciderlo. Il ragazzo si voltò, la freccia ancora in mano. Sul suo volto era dipinta una espressione neutra. Era per via degli uomini che aveva spedito tra le ombre? Si chiese se la missione che sapeva di avere avesse qualcosa a che fare con quel sentimento di cui gli occhi della creatura traboccavano. Si guardò dentro per qualche istante e la risposta che trovò fu negativa. Non sentiva odio nei confronti del bersaglio. Solo una fredda consapevolezza. Una certezza scolpita nella sua anima.
    Concentrato sulla creatura che lo aveva ferito, nonostante i suoi pensieri, la vide compiere uno strano gesto con entrambe le mani. Non riuscì nemmeno a considerare l'interrogativo che tale azione gli suscitava, perché senza alcun preavviso dalla freccia che stringeva ancora spuntarono degli strani filamenti neri che tentarono di avvinghiarsi attorno al suo corpo.

    Erano veloci, poteva percepirlo. Nonostante questo, gli parve di vederli muoversi al rallentatore, intuendo cosa sarebbe accaduto negli istanti successivi. Poi, quella visuale si interruppe. I fili tornarono ad essere veloci, ed in un attimo il ragazzo si ritrovò stretto in una morsa. Senza convinzione tentò di allargare le braccia, ma quei lacci neri esercitavano una pressione non indifferente. Era fastidioso, ma ciò nonostante, il ragazzo non era irritato. Aveva appena acquisito un'importante lezione. Aveva appena capito come utilizzare al meglio il suo corpo per evitare oggetti. Rialzò lo sguardo verso la creatura dall'altra parte della radura e la vide impugnare uno strano strumento dal quale fuoriuscirono due copie dell'oggetto che gli aveva perforato la spalla.

    Fu in quel momento che sentì una vampata di calore bruciargli la pelle. Il sangue fluì rapido, accelerando il battito cardiaco. Un'altra sensazione nuova. Un'altra sensazione. Anche questa familiare. E anche di questa conosceva il nome. Era rabbia. Il ragazzo era arrabbiato. Nello stesso momento in cui la percepì, questa si attenuò, sostituita dalla sorpresa. Che però non bastò. Tenuto a freno sino a quel momento, il fiume prese a scorrere violento, comandato da qualcosa di diverso dalla sua volontà. L'energia lo pervase. Poté osservare delle piccole scariche violacee crepitanti accarezzargli la pelle delle braccia. Un battito di ciglia dopo ogni cosa fu avvolta senza alcun preavviso da una tempesta di energia che circondò il suo corpo completamente[POT:70]. L'aria circostante si contorse, come torturata da quel potere oscuro, e frammenti di terra e sassi vennero scagliati lontano. Come per incanto, schiavi della sua volontà e soggiogati da quel nero influsso, i fili caddero.

    Di nuovo la sorpresa lo assalì, ma questa volta la controllò. Come prima, gli bastarono una o due esperienze per ottenere il controllo di qualcosa di nuovo. Non senza un certo grado di eccitazione, il ragazzo considerò le possibili applicazioni di quell'energia sovrannaturale che gli scorreva in corpo. Per qualche attimo si domandò in che livello di esistenza dovesse effettivamente trovarsi per essere capace di influenzare il mondo solo con la propria volontà. C'era un che di... divino, in tutto quello. Qualche attimo prima aveva spezzato due vite con facilità. La differenza di livello era evidente. Ma non si trattava solo di questo. La differenza che aveva avvertito era più sottile. A livello qualitativo, più che quantitativo. E se da quell'uomo aveva ottenuto informazioni, considerò, era probabile che dalla realtà potesse ottenere qualcosa di ancora più grande.

    Un rumore improvviso interruppe le sue elucubrazioni, riportandolo alla realtà. Un tonfo secco. Dolore. Un altro tonfo secco. Altro dolore. Il ragazzo abbassò lo sguardo, osservandosi l'addome. Una freccia lo aveva colpito dritto al petto, in profondità, e poco sotto un'asta gemella si ergeva dal profilo dei suoi addominali scolpiti[Ferita Più che Leggera + ½ Leggera][RES:600&700]. Di nuovo una secca protesta tentò di librarsi dalle sue labbra, ma il ragazzo la soppresse. Notò come la seconda freccia avesse penetrato la carne assai meno della prima: l'intervallo di tempo tra le due frecce, anche se infinitesimale - e nonostante la sua distrazione -, era stato sufficiente a consentirgli di utilizzare l'energia che gli scorreva dentro, il cui nome apparentemente era "chakra", per aumentare esponenzialmente la resistenza del tessuto e limitare così i danni. L'ombra di un sorriso gli increspò le labbra carnose. Con il talento ed i poteri di cui era dotato, tutto ciò di cui necessitava era l'esperienza per imparare ad utilizzarli al meglio.

    L'attimo dopo la fortuna venne incontro ai suoi desideri, insegnandogli un'altra lezione. La seconda freccia, quella che credeva di aver neutralizzato e che, notò solo dopo, aveva un piccolo foglio legato appresso, esplose uno o due secondi dopo aver colpito.
    Il ragazzo fece un paio di passi, scendo dalla piccola coltre che si era creata. Sangue caldo gli colava dall'addome, dove una fastidiosa bruciatura aveva sostituito la seconda freccia. Faceva male, più della freccia nel petto. Il chakra aveva aiutato anche in quel frangente, ma nonostante le sue capacità quello strano foglio macchiato d'inchiostro lo aveva ferito[Escoriazione Medioleggera][RES:700]. Decise che non si sarebbe più colpire così facilmente. Tra lo scherzo della prima freccia, dell'esplosivo e dei fili, la donna lo aveva infastidito non poco. Poco male, si disse. Ne avrebbe ricavato altre preziose informazioni.

    Il braccio destro era ancora indolenzito, ma riusciva a muoverlo senza eccessivi problemi. Afferrò dunque l'asta di legno che gli fuoriusciva dal petto, estraendola a forza dalle proprie carni. Un fiotto di sangue ne accompagnò l'uscita, ma lo sguardo del ragazzo era rivolto alla donna. Spezzò la freccia tra indice e medio, facendo leva sul pollice. Senza più pensarci la gettò a terra e con naturalezza desiderò di essere davanti alla donna. Reagendo a quel pensiero, il fiume riprese a scorrere, avvolgendolo in una luce oscura e violacea. Un attimo dopo si trovava a pochi metri dalla donna, distante da lei la misura di appena qualche passo. Strano che fosse apparso così distante, vista la sua intenzione. Probabilmente la forza vitale della donna avevano disturbato il suo chakra, impedendogli di avvicinarsi troppo. Buono a sapersi, annotò.

    Rimase lì immobile, osservando la donna. In una certa misura, era curioso di scoprirne le reazioni. Sarebbe rimasta a combattere una battaglia persa in nome della vendetta o avrebbe cercato la salvezza nella fuga? Cosa avrebbe prevalso?



    L'odio o la paura?

    OFF GAME

    Utilizzo KariVillaggio: Personale
    Posizioni Magiche: Nessuna ( 0 )

    L'utilizzatore evoca istantaneamente attorno a sè una violenta scarica elettrica cilindrica in grado di annichilire qualsiasi attacco di potenza pari o inferiore a 50. Il raggio è pari a 1,5 metri. Chiunque vi entri in contatto verrà sbalzato violentemente a 9 metri di distanza dal punto di contatto con Forza pari alla Concentrazione dell'utilizzatore.

    Tipo: Ninjutsu - Raiton
    [Livello: 3 / Consumo: Alto]
    per neutralizzare i fili, e RaidōVillaggio: Personale
    Posizioni Magiche: Nessuna ( 1 )

    L'utilizzatore scompare in uno scintillio elettrico, viaggiando nello spazio entro 30 metri dal punto di partenza. A terra, alla partenza o all'arrivo, spendendo chakra ulteriore potrà emanare un lampo in grado di abbagliare per un round chiunque nel raggio di 9 metri. Il viaggio durerà circa un secondo. Il punto d'arrivo non deve essere occupato da altra sostanza solida o liquida, né deve essere presente entro 9 metri una discreta fonte di chakra. Non è possibile portare altri ninja con sé.

    Tipo: Ninjutsu - Raiton
    [Livello: 4 / Consumo: Medio + Mediobasso eventuale]
    [Da Chunin in su]
    per coprire i trenta dei quaranta metri che ci separano dalla fanciulla.

    Vista la mancanza di ferite estreme, più che sulla immortalità mi sono concentrato sull'aspetto di manipolazione del chakra corrotto del PG, introducendo il principio di base del Chakra Eretico.

     
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    [Continua la Caccia tra le Ombre degli Alberi]

    Lo Sconosciuto era apparso ai piedi dell'albero con una velocità sorprendente, tanto che la giovane donna lo perse di vista per un secondo, prima di realizzare cosa era accaduto...e in quel momento ebbe paura. Una fugace, momentanea sensazione di paura che però venne presto schiacciata dall'odio montante verso l'assassino dei suoi compagni. Non vi era perdono nè dialogo nel cuore della donna, così come l'ira cominciava a montare nell'animo dello Sconosciuto. Tu..MOSTRO! Come poteva lo sconosciuto essere sopravvissuto a quella sequenza di attacchi? Come faceva a stare in piedi e muoversi nonostante le frecce conficcate nel corpo e l'esplosione? Come poteva essersi avvicinato tanto in fretta? Ma era davvero umano? Nonostante i dubbi e le domande, lo sconcerto venne rapidamente spazzato via dall'onda montante del desiderio di vendetta. Tutto ciò che lo Sconosciuto potè vedere fu la donna che faceva degli strani gesti con la mano libera, prima di impugnare assieme tre frecce e scagliarle con un movimento fluido.

    I tre proiettili si sarebbero separati rapidamente, come a formare un corridoio che teneva nel centro lo Sconosciuto, mentre numerosissimi filamenti appiccicosi si sarebbero gettati a mò di ponte tra i corpi delle frecce, in una tela fitta e da cui sarebbe stato estremamente complesso scappare, una volta invischiati! [Arte della Caccia: Soffio del Ragno Cacciatore - Le frecce definiscono un cilindro di 3 metri di raggio, la ragnatela causa Intralcio Medio, Ingombro e Scoordinamento. Liberarsi dalla ragnatela richiede due slot azione]. PAGHERAI PER QUELLO CHE HAI FATTO!! Ruggì l'arciera incoccando l'ennesima freccia, ma stavolta avrebbe mirato al volto per porre fine, nelle sue intenzioni, alla vita dello sconosciuto, sempre che fosse riuscita a intrappolarlo [Forza Viola] MUORI! MUORI!

    In caso contrario, se la rete avesse mancato il suo bersagio, la donna avrebbe comunque incoccato la sua freccia, ma invece che atttacare, sarebbe improvvisamente svanita nel nulla. Là dove stava, la sua immagine sarebbe scomparsa del tutto, come se non fosse mai stata in quel punto [Tecnica dell'Occultamento (tecniche rapide)] Ed immobile, nascosta dalle sue arti, avrebbe aspettato un attimo di distrazione, magari mentre lo Sconosciuto si voltava o cercava altrove, per scagliare la sua letale freccia mirando al cuore o al volto.

    long_bow_archer



    Comunque andasse dopo l'attacco, sarebbe poi scattata con un balzo, cercando di portarsi su un'altro albero, aggrapata col chakra adesivo e pronta a continuare la sua offensiva. La sua Caccia colma di Odio e Vendetta, mentre alle sue spalle, quasi accennata, una strana sagoma scura stava lentamente prendendo forma...pressochè trasparente e del tutto priva di una forma, ma era là, vicino a lei, simile a un velo di tenebre che avrebbe trasmesso una strana sensazione allo Sconosciuto (se ancora cosciente)...come se avesse una vaga idea di chi fosse, in qualche remota parte del suo cervello, ma non avrebbe potuto identificarla nemmeno se fosse rimasto a ragionarci per un'eternità...
     
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    Si era sbagliato. Da lontano, gli era parso che gli occhi della donna fossero verdi. A meno di dieci metri ora vedeva che invece erano di un azzurro limpido, più chiari dei suoi blu oceano, ma comunque accecati da quella emozione tanto potente che la morte dei due uomini aveva provocato. Quando i loro sguardi si incrociarono, per una frazione di secondo lui lesse sorpresa, smarrimento e paura in quegli occhi. Il volto di lei era affusolato, incorniciato da lunghi capelli di un biondo pallido e sulla cui carnagione teneramente abbronzata risultavano le sfere luminose che erano i suoi occhi. Nel complesso, il ragazzo non poté che apprezzarne la bellezza. Durò qualche attimo. La paura e l'innocenza vennero cancellate da quel volto giovane, rimpiazzate da una maschera di rabbia selvaggia ed animalesca.

    « Dunque è l'odio. », disse con freddezza.

    Era quella l'emozione di maggior complessità e forza. Una fonte di potere senza limiti apparenti. Osservando il volto trasformato della donna, però, il ragazzo non poté far a meno di considerare che, come per ogni cosa, esisteva un prezzo da pagare. Un peso sull'anima.
    E lui non ne voleva sapere di fardelli da portare sul proprio spirito. Ciò che bramava era.. libertà. Pura e semplice. Una libertà che avrebbe guadagnato solo una volta completata la sua cerca. Una libertà a cui non avrebbe rinunciato.

    Poi, come a rallentatore, vide il braccio sottile della donna muoversi per raggiungere altre frecce dalla faretra. E questa volta non aspettò. Come si mosse il fiume di energia gli pervase potente gli arti inferiori, rendendo il suo scatto verso la posizione rialzata della donna a dir poco fulmineo[I Slot Azione: AdO][Interruzione][Chakra Repulsivo Superiore][VEL:750]. Il chakra gli esplose sotto i piedi, propellendolo verso la donna. Quest'ultima fece in tempo a scoccare le sue frecce, ma quando il ragazzo le fu addosso queste avevano appena lasciato l'arco e pertanto, essendo allineate, si dimostrarono relativamente semplici da spezzare con un unico tondo ben assestato della lama grigia[I Slot Difesa][Maestria Guerriera Offensiva & Maestria Combattiva Intermedia][RIFL:700][AGIL & PREC:675].

    Atterrò con grazia ad un metro dalla donna, fissandola negli occhi. Che gran peccato vedere una bellezza simile offuscata da tanta rabbia. Un peccato ancora più grande, fece trasparire dai suoi occhi di cobalto, il fatto che avrebbe dovuto ucciderla. Si sarebbe potuto limitare a tramortirla, leggerle la mente ed andarsene, lo sapeva. Ma sapeva anche che quella rabbia, quell'odio, non si sarebbe spento. No, non si sarebbe spento. L'avrebbe torturata e tormentata, costringendola a dargli la caccia finché uno dei due sarebbe morto. E poiché il ragazzo ben sapeva chi l'avrebbe spuntata alfine, si disse, le avrebbe risparmiato il dolore di quel viaggio. E, ad omaggiare quella bellezza maledetta, le avrebbe fatto un dono. La avrebbe spedita tra le ombre, in quell'abbraccio eterno senza sogni, dove avrebbe potuto trovare la pace e ricongiungersi con coloro che aveva perso.

    Fece per muoversi, ma qualcosa che non si aspettava lo bloccò. Fissandolo con odio, la donna sparì dalla sua vista senza lasciare alcuna traccia. Rimase immobile per qualche attimo, fissando la corteccia dell'albero dietro alla posizione che la donna aveva occupato fino a pochi istanti prima. I suoi sensi non captarono alcun suono o vibrazione ostile apparire improvvisamente nelle vicinanze[Combattere alla Cieca Base]. Il che, vista l'acutezza delle sue percezioni, poteva voler dire due cose. Ed in entrambi i casi aveva pronta la risposta adeguata. Inclinò leggermente il capo a sinistra, come a guardare di sbieco un bersaglio che non aveva davanti, e proprio come la ragazza aveva appena fatto scomparve a sua volta senza lasciare traccia[Slot Tecnica Avanzata]. Un utilizzo piuttosto semplice di quell'energia che gli scorreva dentro, un utilizzo che per qualche motivo gli era subito balzato alla mente, forse emerso dal turbine di immagini confuse che ancora gli attanagliavano lo sfondo della mente. O forse era semplicemente il suo istinto da predatore che prendeva il sopravvento.

    Immobile e ricoperto di una sottile patina di chakra, chiuse gli occhi. La donna gli stava regalando un ultimo gioco divertente. Tese le orecchie. O la donna si era allontanata, nel qual caso la sua tecnica di sparizione le avrebbe impedito di esercitare le sue arti di arciere, oppure, proprio come lui, non si era mai mossa. Acuì l'olfatto. Un alito di vento mosse le foglie verdi di quell'albero. Ed ecco la risposta. Un leggero odore di cuoio e salsedine gli solleticò il naso, da una fonte in una posizione fin troppo desumibile. Le labbra silenti si piegarono in un sorriso, ma gli occhi rimasero chiusi. L'aveva individuata, e anche se sapeva che lei avrebbe potuto fare lo stesso con lui, attendere qualche altro momento non avrebbe fatto danni. La sua espressione tornò seria e concentrata. Quella scelta era dovuta ad un solo motivo. Una sola ragione. In quegli attimi di silenzio, estrema concentrazione ed acutezza di sensi, aveva udito una voce. La voce delle foglie. La voce del vento che spirava tra esse. La voce del legno su cui poggiava i propri piedi nudi. Tante voci che parlando assieme ne formavano una sola, potente e roboante, la quale ruggiva come costretta delle parole terribili.

    « OBBEDIRÒ AL TUO VOLERE. »« OBBEDIRÒ AL TUO VOLERE. »





    Il battito cardiaco era alle stelle. Poteva sentire il suo cuore pompare sangue caldo in tutto il suo corpo, distribuendo calore ed ossigeno. Ma non solo. Quella voce risuonava in ogni fibra del suo essere, riempiendolo di un'energia nuova. Sussurrava una promessa terribile, che con tutta probabilità avrebbe comportato un prezzo. Il ragazzo però dava poca importanza a quei pensieri.
    Era ebbro del suo stesso potere, un potere che ancora non poteva sperare di controllare pienamente.



    « USAMI! »« USAMI! »




    Malgrado il tono di quella voce, il ragazzo ben sapeva chi avesse il comando. Era il suo potere a piegare le forze naturali al suo volere. Scudato con quella sicurezza aprì le porte a quella forza esterna, che gli pervase ogni fibra del suo essere. Desiderò che la sua lama sparisse per il momento, e quella così fece[Rombo di Tuono]. Al suo posto l'intero braccio sinistro venne ricoperto da energia nera crepitante, più forte di quanto non lo fosse mai stata prima[Slot Tecnica Base][Tecniche Rapide][Chakra Eretico & Impronta Devastante][POT:80]. A quel punto, senza più badare a nulla, il ragazzo si mosse. Fu estremamente rapido. Lasciò che la tecnica di occultamento cadesse, ed il suo braccio viaggiò ad alta velocità verso il ventre della donna[VEL:700].

    OFF GAME

    Prima attivazione del Chakra Eretico!
    Il PG non nota altro, vista la concentrazione esclusiva sul coro di voci naturali che avverte. Lascio l'attacco in sospeso. A te decidere come prosegue l'azione. Nel prossimo post descriverò le conseguenze dell'utilizzo del Chakra Eretico.

     
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    [L'Ombra del Parassita e gli Spiriti Inquieti]

    Il braccio cadde strappando alla sua invisibile vittima una fontana di sangue cremisi, mentre il corpo della ragazza, dai lineamenti stravolti per la sorpresa, cadeva a terra dall'albero, spezzandosi come una bambola di stracci all'impatto col terreno. Certo lei non si era minimamente aspettata che il suo carnefice sparisse alla vista, copiando la sua stessa tecnica, e non tentò nemmeno di abbozzare una difesa cadendo quindi vittima di quell'energia maledetta. Tutto intorno poi la natura sembrò reagire con furia a ciò che accadeva, mentre una sensazione di ostilità si riversava contro lo Sconosciuto, come se tutto ciò che lo circondava cercasse con tutte le sue forze di opporsi alla sua presenza, pur soccombendole.

    Ma quello che più avrebbe dovuto interessare lo Sconosciuto, al di là dello spettacolo di corruzione che dilagava partendo dal suo corpo, era il destino di quella vita che aveva appena spezzato, una vita conclusasi colma di odio, che aveva attirato a sè le attenzioni di qualcosa, o di qualcuno. Era simile, molto simile a qualcosa che era accaduto in passato ma che non poteva ricordare, e nonostante tutto si trattava di qualcosa di completamente diverso. L'ombra abbozzata che aveva intravisto si manifestò nuovamente, appena percettibile, mentre si faceva forza nel ventre squarciato dell'arciera...poi più nulla.

    Libero di andare e venire come meglio credeva, lo Sconosciuto avrebbe potuto spostarsi senza nuovi attacchi nè minacce occulte, salvo alcuni scoiattoli apparentemente rabbiosi, che comunque fuggivano all primo segnale di pericolo. Sarebbe stato dopo quasi un'ora che, anche se fatto a pezzi, il corpo della giovane kunoichi avrebbe avuto un piccolo movimento: niente più che una brusca contrazione delle dita della mano destra. Ma dopo pochi minuti ecco una seconda contrazione, ed una terza, fino a quando il corpo si sollevò come un'innaturale e contorta marionetta i cui fili erano tirati da un qualche ubriaco...gli occhi della donna erano diventati completamente neri. Barcollando lentamente, anche in presenza dello Sconosciuto, si sarebbe diretta verso i corpi spezzati dei suoi compagni, inchinandosi poi per un meccanico ed orrido bacio sulle labbra di entrambi. Poi un'attesa apparentemente interminabile, fino a quando anc'essi si sarebbero risollevati, privi di ombra, per quanto la cosa apparisse innaturale, come se il corpo la avesse risucchiata all'interno. E in quei volti animati da una vita che non era vita, l'unica espressione che si poteva leggere era il desiderio di cacciare.

    In quel preciso momento, ovunque fosse, lo Sconosciuto avrebbe avvertito una strana sensazione. Qualcosa di nuovo, ma che spiccava in mezzo alle innumerevoli novità che stava pian piano affrontando. Era simile al dolore e all'ira che aveva già sperimentato, ma c'era un brivido aggiunto che era difficilmente identificabile...ciò che era stato un tempo lo avrebbe compreso senza alcun ritardo: quella era paura. Una paura irrazionale ma presente, non come segno di debolezza ma piuttosto come un avvertimento...la certezza che esisteva, in quel preciso momento, un nemico che costituiva un reale pericolo.

    Sarebbe stato solo una o due ore dopo, quando ormai lo Sconosciuto era in vista di un centro abitato, che il pericolo si sarebbe manifestato con tutta la sua potenza: una freccia, nera come la pece, avrebbe cercato di infrangersi al centro della sua schiena, gettata da forse cinquanta o sessanta metri di distanza e carica di una tremenda energia, tanto simile a quel fulmine crepitante che aveva avvolto il suo braccio nello scontro con l'arciera. [Potenza 60 - Forza Viola]. Se fosse sopravvissuto all'attacco, avrebbe potuto scoprire chi fosse il suo aggressore, trovando nuovamente la donna che aveva ucciso, ma in una posa quantomeno bizzarra, con le gambe storte e divaricate, la testa ciondolante e un arco puntato contro...dietro di lei, altre due sagome avanzavano arrancando Ma come potevano averlo raggiunto se erano tanto lente? Cibo. Sussurrò l'arciera, ed intanto l'aria tutto intorno si faceva irrespirabile. Cibo. Cibo. aggiunsero gli altri due aggressori, mentre l'erba cominciava ad avvizzire. Che possedessero lo stesso potere dello Sconosciuto?

    Abbiamo atteso...un contratto. Abbiamo atteso...questo! Ora sei...vulnerabile. Ora sei..Cibo. Una nuova frecci avrebbe preso il volo contro lo Sconosciuto [Viola - Potenza 60], mentre le altre due sagome scattavano in avanti fino a ridurre la distanza tra loro e la Preda a venti metri scarsi, qui spalancando le bocche avebbero vomitato nella sua direzione due nubi di fango e polvere, condensate a formare due draghi gemelli che, avvolgendosi e volando a gran velocità, avrebbero cercato di dilaniarlo [Doton - Potenza 50 per drago - Concentrazione Viola+3 tacche] Non c'erano alberi tutto intorno, solo la terra su cui lo Sconosciuto posava i piedi, e l'aria che respirava.

    Chi erano quelle Ombre che, parassitando i morti, cercavano a tutti i costi di combatterlo?
     
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    Il colpo andò a segno. Veloce e potente, perforò la pelle soffice della donna, strappandole un grido di stupore e frustrazione. Uno schizzo di sangue caldo gli tinse il corpo di cremisi, ricoprendolo del liquido vitale di colei che aveva appena ucciso. Il ragazzo osservò il proprio braccio affondare in quel corpo ormai senza vita e scuoterlo dal profondo. Per un attimo gli parve di vedere come un'ombra calcare quelle carni ed entrare nella ferita, ma l'impressione durò un battito di ciglia. Non vi diede molta importanza. Ciò che stava accadendo attorno a lui, in quel momento, era di interesse assai maggiore. Come un animale torturato crudelmente il coro di voci ruggiva e si lamentava, mentre l'albero su cui si trovava iniziava ad avvizzire e marcire a vista d'occhio.

    Si liberò del corpo della donna con un gesto e con un salto agile tornò a toccare terra. Gli bastò uno sguardo per realizzare il prezzo che l'utilizzo di quel potere comportava: da verde e lucente, l'erba era appassita e nera, e così alberi e cespugli. Fissò il proprio sguardo sul palmo sinistro tinto di rosso sangue. Il coro di voci rabbiose non lo turbava, e nemmeno quella corruzione della natura. Almeno, non in quel momento. Tutto ciò per cui il ragazzo aveva occhi era lo straordinario potere che quell'energia era in grado di fornirgli. Avrebbe fatto scempio di qualsiasi cosa, vita e natura, pur di ottenere il suo scopo. Pur di eradicare quell'uomo dalla realtà.
    Quando si voltò ed iniziò a camminare, un sorriso sinistro era dipinto sul suo volto.

    [...]

    Camminava da circa un'ora. Il paesaggio era sempre lo stesso. Collina dopo collina, bosco dopo bosco, senza mai cambiare. Per certi versi era un ambiente piacevole, ma il ragazzo non poteva fare a meno di sentirsi quasi come rifiutato da quella realtà. Come se quella voce, per quanto domata ed innocua, continuasse a ringhiargli sommessamente le sue minacce e maledizioni. Un piccolo animale peloso dalla coda lunga scappò al suo passaggio, e così una coppia di cervi. Il ragazzo li ignorò. Aveva cose più importanti in mente. In tutto questo, però, non riusciva a scrollarsi di dosso una sensazione spiacevole che gli era sorta in petto da circa una mezz'ora. Una sensazione nuova, mai provata, e che per quanto ne ignorasse la natura avvertiva come aliena.

    Non c'erano solo brutte notizie, però. La spalla destra era guarita perfettamente, e così il braccio ed il suo petto. Mentre camminava aveva osservato con ammirazione il sangue fermarsi, i tagli richiudersi, i tessuti rigenerarsi. Era necessaria una situazione di calma e soprattutto del tempo, ma era innegabile che il suo corpo fosse in grado di riprendersi ad un ritmo accelerato. Un'altra arma a sua disposizione. Un altro strumento per raggiungere la vetta.

    [...]

    Accadde allo scadere della seconda ora di cammino. Acutizzati dal silenzio di quei luoghi boschivi, i sensi del ragazzo captarono un sibilo acuto da qualche parte dietro di sé. Un sibilo che aveva già sentito non troppo tempo prima. Fece per scattare di lato ed evitare il proiettile, ma fu sfortunato. La freccia, che mirava al centro esatto della schiena, si conficcò con efficacia mortale nella sua spalla sinistra, dislocando la scapola e squarciando il ventricolo destro del ragazzo[Dislocazione Mediograve + Ferita Leggera interna][Status: Ferita Profonda][Status: Dolore Grave].

    Fu slanciato in avanti dalla violenza dell'impatto, cadendo a terra in maniera scomposta. Un urlo disumano si liberò dalle sue labbra giovani, fendendo il cielo. Il dolore era insopportabile. Il cuore. La puttana gli aveva danneggiato il cuore. Ogni fibra del suo corpo strillava impazzita, mentre il suo petto affondava sempre di più in quello che pareva essere un profondo oceano di lava incandescente. Nella sua mente, il ragazzo imprecò. Il respiro gli si fece affannoso; l'emorragia interna era già in atto. Era la fine. Per qualche motivo conosceva molto bene l'anatomia umana. E la stronza l'aveva beccato al cuore. Sputò sangue, tossendo in maniera convulsa. Aveva fallito. Chiuse gli occhi. Un altro urlo rabbioso, e un altro ancora. Poi, silenzio.

    ...


    ..


    .





    « Sono vivo? »

    Il ragazzo sbattè le palpebre, confuso. Poteva percepire distintamente il danno subito dal suo cuore. Un danno mortale. Eppure. Eppure. Sentiva la terra umida e lorda di sangue fresco a contatto con il suo corpo nudo. Avvertiva fitte di dolore ad ogni respiro. Era vivo. Per qualche ragione, il suo corpo continuava a funzionare. Appoggiò i palmi a terra, flettendo pettorali e tricipiti. Per qualche ragione, il suo spirito si rifiutava di lasciare quel mondo. Si alzò in piedi, voltandosi verso la direzione da cui aveva ricevuto l'attacco. Per qualche ragione, aveva ottenuto l'immortalità.

    « ... »

    Il suo intero corpo fu circondato da un'aura accecante, mentre il suo volto si contorceva in un ghigno demoniaco.




    « AHAHAHAHAHAHAHAHAHA! »« AHAHAHAHAHAHAHAHAHA! »




    Fissò i corpi deformi degli uomini che aveva già ucciso, continuando a ridere sguaiatamente. Non gli importava il motivo del loro ritorno. Non gli importava del dolore che gli percorreva il corpo ad ogni risata. No. In quel momento c'era posto solamente per la gioia feroce e sfrenata che percorreva ogni fibra del suo essere.
    Era immortale, e nessuno poteva fermarlo.

    Mosse appena il capo a sinistra, evitando un altro dardo nero ad opera della donna[I Slot Difesa][RIFL:675]. Vide i due uomini iniziare a corrergli incontro, ed il suo ghigno rimase immutato. Con la destra estrasse la freccia dalla schiena, avvertendo a malapena il dolore a causa dell'adrenalina che gli scorreva potente nelle vene. Arrivati a circa venti metri da lui entrambi i cadaveri ambulanti vomitarono una nube di terra e polvere, che presto si trasformò in una coppia di minacciosi dragoni pronti ad attaccarlo. Ebbro del suo potere, il ragazzo si limitò ad alzare una mano ed a chiudere gli occhi. Sentiva la voce di quella terra. La sentiva forte e chiara. Una voce arrabbiata, dura, e che lo disprezzava solo per il fatto di aver stabilito un contatto con lei. E più i dragoni si avvicinavano, più la voce diveniva chiara e forte. Finché, ad un certo punto, il ragazzo semplicemente aprì gli occhi e strinse il pugno[II Slot Difesa][Chakra Eretico: Corruzione Elemento Terra].

    Il dragone sulla destra vibrò violentemente e perse alcuni pezzi. Il ragazzo ritirò la mano, quasi come scottato. Il suo entusiasmo non venne smorzato di una virgola, ma mentre osservava l'erba contorcersi ed avvizzire attorno a sé credeva di capire cosa fosse appena accaduto. Il controllo dell'energia non era stato perfetto. Anzi, a dirla tutta era stato piuttosto mediocre. Anche se il dolore era attenuato dallo stato di eccitazione in cui si trovava, la gravità della ferita si faceva sentire[Leggera alla Vitalità].

    In un attimo i dragoni di terra gli furono addosso. Ci fu uno scintillio elettrico ed uno scoppio. Terra e polvere vennero sfidati dal potere del fulmine, che distrusse il drago in forze e indebolì ulteriormente quello già colpito[Slot Tecnica Base][Tecniche Rapide][Impronta Devastante][POT:70]. La forza repulsiva della scarica ed un impasto massiccio nel braccio destro consentirono al ragazzo di finire il drago rimanente con un possente diretto sul muso della creazione[III Slot Azione][FOR:700] Il suo controllo sulle voci e la loro energia non era sufficiente. Poteva trarre molto di più da quell'odio e quella disperazione.

    « Cibo? », fece eco alle creature. « Vulnerabile? »
    Il suo ghigno si allargò.
    « Questa volta mi assicurerò che restiate morti. »

    Di nuovo il chakra repulsivo esplose nei suoi piedi, propellendolo a velocità impensabile proprio in mezzo alle due creature[I Slot Azione][Salto Chakrico Superiore][VEL:725]. Senza esitazione le mani corsero fulminee alle tempie degli uomini, tentando di afferrarle e farle cozzare l'una contro l'altra a gran forza. Contemporaneamente, quattro potenti scariche elettriche sarebbero fuoriuscite dai palmi del ragazzo, due per palmo, con l'intenzione di attraversare, fondere e carbonizzare testa e cervello di entrambi gli uomini[II Slot Azione & Slot Tecnica Avanzata][FOR:675][POT:30*fulmine][VEL:700].

    Di nuovo la ferita si fece sentire, mozzandogli il fiato[Leggera alla Vitalità]. Utilizzare il braccio sinistro gli causava forti fitte alla spalla. Non per questo si sarebbe fermato, però. Non quando in preda a quella frenesia euforica e cacciatrice. Una volta terminato con i due uomini scattò in avanti senza un momento di esitazione; la donna lo attendeva circa quaranta metri avanti. Corse per una decina di metri, poi saltò. Un salto alto e lungo, sostenuto ancora una volta dalla potenza prorompente del chakra repulsivo[Movimento Gratuito & III Slot Azione][Salto Chakrico Superiore][VEL:675].

    « Sei rimasta solo tu. », le sussurrò, atterrandole circa un metro davanti.
    Come un demone, senza esitazione, sferrò un diretto al centro dell'arco, inondando l'arto destro di chakra. Lo fece istintivamente, conscio del potere distruttivo che quella applicazione avrebbe potuto avere[IV Slot Azione][Tocco Distruttivo Superiore][FOR:700][VEL:600]. Privarla di quello strumento avrebbe significato toglierle quelle fastidiose frecce. Il ragazzo non credeva che così facendo la donna sarebbe stata completamente indifesa o incapace di attaccare, specie ora che aveva quegli strani occhi neri, ma di certo il suo potere offensivo sarebbe diminuito notevolmente.

    « Avanti. », la provocò.

    OFF GAME

    Attenzione, scoprire di essere immortali può nuocere temporaneamente alla vostra sanità mentale :teach:
    Le ferite si richiudono ed il corpo non muore! Il controllo della corruzione, però, va ancora decisamente migliorato.
    A prescindere dal tempo di narrazione, le azioni offensive sono ipotetiche. (Ovviamente) sei libero di annullarle come credi.
    A te la palla!

     
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    [Le Ombre tra questo mondo e l'altro mondo]

    Non sai chi sei. Non sai cosa sai fare. Sei debole. Sei Cibo. CIBO. CIBO! CIBO! CIBO! CIBO! CIBO!CIBO! CIBO! CIBO! CIBO! CIBO! CIBO! CIBO! CIBO! CIBO! CIBO! CIBO! CIBO! CIBO! CIBO! CIBO! CIBO!Continuavano a gridare quella parola anche mentre lo Sconosciuto li aggrediva, stritolando le teste in una terribile presa elettrica, anche se in quel preciso momento, mentre i due crani venivano fatti a pezzi, l'Ombra uscì da quei corpi avvolgendosi intorno alle sue membra. Fu come essere punto da decine di minuscoli aghi gelidi, o forse carezato da una pianta ppoco urticante...ma l'effetto più temibile fu il senso di Vuoto che avvolse l'animo dello Sconosciuto. La sua forza. La sua energia. Quell'ondata montante che gli nasceva dentro mentre tutto attorno il mondo moriva...quel potere. Quel potere era svanito, risucchiato, strappato senza alcun ostacolo dalle sue membra ad opera di quel'Ombra che appariva quasi come un fumo nero, più buio dell'oscurità stessa!

    Il Fumo converse rapidamente verso l'arciera mentre lo Sconosciuto scattava nuovamente all'attacco, e come prevedibile lei frappose l'arco alla mano tesa e carica di forza distruttiva. L'arma andò in frantumi, ma al contempo una violenta onda d'urto investì l'Immortale come una valanga di neve gelida (ma cosa era la neve? perchè la ricordava?) scaraventandolo a almeno dieci metri di distanza in un attimo. Senza perdersi d'animo nè mostrare la minima preoccupazione, il Cadavere dagli occhi neri, piegato in una posa innaturale a causa delle membra spezzate mosse le mani come a tendere un arco inesistente...eppure mentre compiva il gesto le ombre che erano penetrate nel suo corpo dopo il furto andarono a concretizzarsi tra le sue dita, in una pallida imitazione di quell'arma che era stata distrutta...ma si trattava solo di una imitazione, o ne conservava il potere?

    In quella sua posizione sghemba tese quell'arco d'ombra, mentre il nero stelo di una freccia prendeva forma dal nulla tra le sue dita: un proiettile composto dell'energia stessa di quell'Ombra che stava abitando il cadavere. Tu sei il nostro Cibo. Tu non sai niente. Tu non sei niente. Una sua emanazione. Prigioniera. Succulenta. E con quell'unica frase scagliò il suo colpo, rapido e persino più potente dei precedenti [Viola+3 tacche - Potenza 70].

    La freccia centrale mirava allo Sconosciuto, rapida e letale come le precedenti, mentre le altre due si sarebbero aperte in due traiettorie ad arco, ignorando qualsivolgia legge fisica, per cominciare a vorticare intorno al loro bersaglio, in un cerchio nero largo appena una manciata di metri, lasciandosi dietro una scia fumosa e nera che ben presto si consolidò in un anello continuo, dove era impossibile vedere i due proiettili, sempre che ci fossero ancora. Ed ecco ancora quella strana debolezza, come se stare nel Cerchio Nero prosciugasse le forze dello Sconosciuto: non solo il chakra, ma anche quel misterioso potere che sembrava nascere dal profondo e che era tanto dannoso per l'ambiente circostante. Scappare al Cerchio Nero si sarebbe ben presto rivelato impossibile, e con la ferita, la potenza dell'essere che un tempo era stato la donna e il continuo risucchio di energie ben presto lo Sconosciuto avrebbe conosciuto la disfatta.

    Fino a quel momento lo Sconosciuto aveva usato il suo potere istintivamente, ma ora quell'afflusso gratuito di energia era terribilmente compromesso...doveva comprenderne in fretta il funzionamento per poter capire in che modo gli veniva sottratto, o difficilmente avrebbe avuto gioco facile. Non poteva continuare ad essere un bambino che gode del suo nuovo giocattolo, elargitogli da una mano superiore. Il giocattolo doveva diventare un'arma.

    E solo la conoscenza permette di usare un'arma.


    CITAZIONE
    Ogni tentativo di uso del Flagello Naturale o del Chakra Eretico fallisce e ogni slot azione il tuo chakra viene risucchiato [Medio]. Inoltre il cerchio è sempre centrato su di te, ovunque tu vada o in qualunque modo tu ti muova. Spezzare il Cerchio Nero richiederà un uso consapevole del tuo potere.

     
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    Cos'era quella sensazione? Mentre divorava il terreno che lo separava dalla donna, l'Immortale non riusciva a scrollarsi di dosso quella strana sensazione. Durante l'offensiva di pochi momenti prima aveva sentito qualcosa di nuovo e sgradevole. Una sensazione naturale, che forse proprio per questo gli risultava avversa. Uno strano freddo lo aveva attraversato quando fulmini neri erano fuoriusciti dai suoi palmi ed il suo corpo era stato schizzato ancora una volta dal sangue di quei due uomini.

    Aveva sfruttato il suo potere, prosciugando la vitalità del mondo esterno per i suoi scopi. Una cosa che sentiva essergli insita nel profondo del suo essere. Ed altrettanto naturale gli pareva che fosse la realtà a pagarne il costo, al posto suo. Dopotutto, la sua esistenza era speciale. Il mare di ricordi ed immagini che ancora gli vorticavano in testa senza tregua lasciavano spazio a molte domande, ma dalle poche ore che aveva vissuto di recente aveva ricavato una certezza, granitica ed inamovibile: la sua esistenza era speciale. Lui era speciale. Immortale. In grado di piegare gli elementi del mondo al suo volere. E allora perché non riusciva a scrollarsi di dosso quella strana sensazione di inadeguatezza? Quasi come se ci fosse un conto da pagare che ancora non riusciva a vedere e poteva solo percepire in lontananza.



    Colpì la donna con violenza, mandando in frammenti il suo prezioso arco. Senza che potesse fare alcunché, però, si ritrovò vittima di un'incredibile pressione che lo sbalzò via con violenza. Roteò sapientemente in aria, riacquistando l'equilibrio ed atterrando sulle proprie gambe. Ed ecco di nuovo la donna, o quello che ne rimaneva, parlare con quella sua nuova voce roca ed inumana. Ciò che disse lo disturbò, da una parte, e lo insospettì dall'altra. Che diavolo poteva voler dire? Ed il fatto che parlasse di sé al plurale - una considerazione che della cui si stupì nel momento stesso in cui la fece - significava forse che quel corpo era mosso dalle ombre che l'avevano poco prima circondato?

    Digrignò i denti. La scoperta di essere immortale lo aveva derubato della preziosa lucidità di cui sentiva di avere bisogno in quei momenti così fitti di stranezze. L'adrenalina era diminuita ed il dolore tornava a farsi sentire. La spalla sinistra gli doleva da impazzire. Il dolore però, scoprì, serviva a calmare. Fece un respiro profondo mentre la donna incoccava delle frecce di energia nera in un arco di ombre. La cosa non lo stupì più di tanto. Il problema erano le ombre. Forse se avesse distrutto in maniera definitiva quei corpi se ne sarebbe potuto liberare per qualche tempo, ma dubitava fosse una soluzione definitiva. Quelle ombre parevano avercela con lui personalmente, per motivi che al momento gli sfuggivano. Ciò lo rendeva ancora più strano, considerato come l'Immortale si sentisse a casa nell'abbraccio delle tenebre.

    Scartò di lato non appena la donna rilasciò le frecce, che però questa volta erano notevolmente più rapide. Avvertendo la pericolosità di quel colpo, e non volendo aggiungere altro dolore a quello che già provava, l'Immortale si affidò nuovamente a quella voce rabbiosa, che però questa volta non si piegò docilmente e anzi fece quasi per morderlo. La sua difesa ne risultò indebolita e scoordinata, e la freccia nera strappò le sue carni dall'esterno della coscia destra[RIFL&RES:600][Scorticazione Media]. Un urlo secco accompagnò la dipartita della carne, che lasciò spazio a sangue e dolore.

    Tornò in posizione immediatamente, recuperando il suo assetto difensivo, ma la donna non era più in vista: le due frecce rimanenti ruotavano attorno alla sua posizione ad una velocità impensabile, creando un vortice nero che oscurava ogni cosa. Un'altra cosa che non andava come avrebbe dovuto. Era dovuto a quella sensazione che da qualche minuto lo percorreva? E soprattutto, perché diavolo non era riuscito a dominare l'energia naturale, il coro di voci, secondo la sua volontà. Serrò la mascella e fece un passo. La tentazione di frantumare il cranio di quella maledetta donna e pensare al resto dopo era forte. Accadde però qualcosa. Qualcosa di brutto.

    Con quel passo la sua energia, il suo "chakra", era appena diminuito. Sentiva la pelle aggredita da ogni parte come quando aveva eliminato i due uomini per la seconda volta. Che fosse dovuto a quelle ombre che gli vorticavano attorno? Ogni parte di lui gridava di lasciare esplodere tutta l'irritazione accumulata, di lasciarsi possedere dall'ira e che le cose facessero il loro corso. Eppure, eppure, l'Immortale rimaneva calmo. Sapeva di doverlo fare. Un eco lontano, forse pescato da quel turbine di ricordi, gli suggeriva che la sua mente, in quella situazione come in molte altre, era la risorsa più importante.



    « E va bene. », sussurrò con voce cupa.

    Accettò il dolore che ne sarebbe venuto ed allargò entrambe le braccia, spalancandole verso l'esterno. La spalla sinistra protestò violentemente, ma l'Immortale la mise a tacere. Alzò il capo verso il cielo notturno, osservando quella notte senza stelle e senza luna. Respirò profondamente, riempiendosi di oscurità. Chiuse gli occhi. Ci volle poco. Il collegamento era qualcosa di assolutamente istintivo e primigeno. Ma questa volta fu lui a rivolgersi al coro di voci. Alla voce singola della natura. Il suo messaggio non necessitava di parole per essere comunicato. Era la sua stessa essenza vitale a parlare per lui.

    Gli era chiaro adesso che un potere simile non poteva essere utilizzato con leggerezza come aveva fatto sino a quel momento. Nemmeno da un essere speciale quale lui era. Non senza un costo. Avrebbe trattato quel potere con il rispetto e la cautela che meritava, soprattutto in considerazione della sue ancora fievole esperienza nell'imbrigliarlo e brandirlo, questo sì, ma le loro posizioni non sarebbero mai cambiate. No, mai. L'Immortale era il Re. Dominava per nascita quelle energie, e così avrebbe continuato a fare. Ogni ribellione sarebbe stata soppressa. Ogni obiezione in quella voce, soffocata.
    Ogni tradimento, punito.

    Estese le proprie percezioni nel mondo naturale, concentrandosi nel cogliere persino la più piccola delle energie e forme di vita. Era qualcosa di diverso dall'udire, vedere o respirare. Un sesto senso, connesso con il suo essere e necessario alla sua esistenza quanto gli altri cinque. Ancora una volta, le voci si svegliarono. Prima un subbuglio sommesso, sino a diventare un ringhio diffuso. L'Immortale le ignorò, concentrandosi nel raggiungimento di quella affinità che avvertiva più profonda ogni secondo che passava. Lentamente, dolcemente, abilmente, iniziò ad estrarre energia da ogni singola cellula vitale nel suo raggio di individuazione. Un processo delicato, complesso molto più di quanto non si fosse reso conto nelle ore precedenti. Le voci urlavano rabbiose il loro odio e disprezzo, ma l'Immortale era una statua di ghiaccio. Le ignorava ed escludeva, come se non esistessero. Come se valessero meno di nulla. Fu allora che iniziarono a mordere. Iniziarono a mordere come cani feroci ed affamati. Piccoli e numerosi tagli si aprirono sulla su gambe, braccia e viso dell'Immortale, macchiando la cute giovane di sangue.

    Imperterrito, questi continuò senza pause. Poteva avvertire accumularsi nel suo corpo di energie violente e roboanti, che rifiutavano di piegarsi con facilità. E più ce n'erano, più era difficile controllarle. Ma incurante delle conseguenze e del danno al suo corpo, l'Immortale continuò a spremere l'energia vitale della natura. Dopo qualche minuto, il suo intero corpo grondava di sangue[Vari tagli Lievi][Status: Sanguinamento Leggero]. Il terreno ai suoi piedi era macchiato di cremisi ed il dolore era intenso e persistente. L'Immortale sapeva che quella in corso era una lotta tra padrone e schiavo ribelle. L'avrebbe spuntata e avrebbe rimesso al loro posto il coro di voci, relegandole al suo volere. Aveva il talento per farlo. Aveva la forza di volontà per farlo.
    Era nato per farlo.

    Il suo corpo era percorso da terribili energie che saettavano furiose come un mare tempestoso. E tra quelle onde, tra quei picchi di potenza, l'Immortale si barcamenava, cercando il punto d'equilibrio che era necessario trovare per rendere effettivo il suo dominio su quell'energia. La sua concentrazione, già abbastanza difficile da mantenere di per sé, era poi continuamente sfidata dall'esterno ad opera di quello strano cerchio nero. Le sue energie venivano destabilizzate, il suo corpo, ferito ed immerso nel gelo. Un gelo che lo colpiva però ormai solo all'interno, dato che all'esterno gran parte del suo corpo era tinto di caldo sangue cremisi[Leggera diffusa alla Vitalità]. Più di una volta il suo corpo minacciò di cedere a quelle continue ondate di marea, ma ogni volta l'Immortale le respinse con ondate di odio di intensità ancora superiore. Uno scopo lo guidava. Quell'uomo doveva morire. E nulla lo avrebbe fermato.
    Nemmeno l'energia del mondo stesso.

    Dopo diversi minuti di lotta senza quartiere, finalmente gli parve di vedere qualcosa. No, si corresse, era qualcosa di diverso dal vedere: una capacità di percepire nata dalla fusione di talento ed applicazione devota ad uno scopo. Una via tra quelle correnti tempestose. Un sentiero verso la cima, fuori dalla portata di quell'energia nefasta. Lentamente, senza fare rumore, iniziò a percorrerlo sino ad arrivare in cima. Da lì, come un viandante su un mare di nebbia, poteva dominare la vista di quell'oceano rabbioso. Poteva esercitare il suo potere. Abbassò le braccia, e le onde si calmarono. L'ululato delle voci tornò ad essere un ringhio sommesso, fino a poi tacere del tutto. I tagli smisero di sanguinare. E l'Immortale riaprì gli occhi. Un turbine di energia nera si liberò dal suo corpo, investendo quel vortice che lo circondava. Un flagello della natura, raccolto e condensato con la dedizione di un mastro ingegnere, pronto per causare distruzione su larga scala. Il potere che gli era stato dato e che aveva imparato ad utilizzare.

    OFF GAME

    A te decidere gli effetti di quest'ultimo Flagello Naturale :zxc:

     
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    [E l'arrivo, infine, tra gli uomini]

    Passando da un furto brutale e disorganizzato a uno più capillare, ordinato e preciso, pur nella sua empia corruzione, lo Sconosciuto riuscì a filtrare meglio le energie che strappava all'ambiente circostante, canalizzandole con perdite minime di energia e privando quindi il Cerchio Nero del suo sostentamento. L'improvvisa liberazione di chakra poi riuscì definitivamente a spezzarlo, privando anche l'Ombra di ogni collegamento con la sua preda e lasciandola barcollante in quel corpo imprestato e dalle membra rotte. No...nooo...non fuggirai da me. Tu sei la PREDA!

    Stava incoccando una nuova freccia di tenebra quando improvvisamente venne trapassata da un kunai proprio in mezzo alla fronte. Chi..chi osa? Un nuovo kunai le si conficcò in gola e un terzo nella mano, strappandole l'arco oscuro dalle mani. Cosa succede? Un gruppo di individui si stava avvicinando, erano almeno cinque o sei e sembravano essere ninja, ma non portavano alcun coprifronte. Possibile che fossero semplici banditi? Solo quando furono a una trentina di metri di distanza fu più chiara la situazione: tutti loro avevano il coprifronte di Kusa alla cintura, rigato nel centro come usano fare i Nukenin e i traditori dei villaggi. Considerando che i tre che aveva ucciso provenivano da quel villaggio, forse lo Sconosciuto si era trovato in mezzo ad una guerra tra fazioni. Nelle memorie accumulate non c'era alcun riferimento diretto a dei Nukenin nella regione, ma poteva essere semplicemente una conseguenza della distruzione che aveva causato nella montagna: così come aveva attratto i ninja, convinti che si trattasse dell'opera dei fuorilegge, allo stesso modo doveva aver attratto i loro nemici.

    La sua era un'esistenza corrotta, che intrappolava il Fato in strane maglie a cui era difficile fuggire. Vedendo un ninja di Kusa che attaccava un uomo, i Nukenin avevano reagito distruggendo il loro nemico, ma erano ancora lontani, e per quanto danneggiata, la marionetta dell'Ombra si scagliò in avanti contro lo Sconosciuto, mentre le tenebre avviluppavano il suo corpo, scagliando via i Kunai e rendendola terribilmente simile a una bestia idrofoba più che a un essere umano: il bel viso della giovane, per quanto sconvolto dalla morte, si fece secco e scavato, quasi mummificato e con lineamenti che apparivano maschili, coronati dagli occhi completamente neri che non la avevano mai abbandonata sin da quando l'Ombra era entrata in lei. NON MI FERMERAI!!!!! Con la bocca spalancata innaturalmente, avrebbe cercato di aggredire fisicamente lo Sconosciuto, come per mangiargli letteralmente il volto ed inghiottirlo nella tenebra ribollente che celava all'interno [Velocità e Forza Viola +3 tacche] mentre le mani, contemporaneamente, scattavano in avanti per bloccare quelle di lui [Velocità e Forza Nera]. Andasse come andasse, dal corpo di lei sarebbero poi emerse, squarciando le carni, tre frecce composte da pura tenebra, emergendo dalla ferita che lui stesso aveva causato, come alimentate dall'odio e dalla vendetta di quell'anima che era stata divorata dall'Ombra. Con le mani bloccate, o comunque per l'effetto sopresa, sarebbe stato necessario qualcosa di più della difesa elettrica approntata in precedenza...qualcosa di più rapido e solido [3 frecce di potenza 60 - Forza Nera]

    Se lo Sconosciuto fosse sopravvissuto, un suo qualsiasi attacco sarebbe riuscito infine a spezzare il vincolo che legava il Cadavere all'Ombra, che fuoriuscì bruscamente da ogni ferita e ogni apertura sul corpo spezzato della Kunoichi di Kusa. E quell'ombra, scivolando accanto all'orecchio dello Sconosciuto gli sussurrò parole colme di minaccia e vendetta. Non era sola e non era sconfitta, non realmente. Qui hai un corpo. Qui sei prigioniero. Qui non puoi scacciarci finchè siamo nel nostro. Io ho perso, ma mi unirò agli altri appena possibile. Io mi nutrirò di te, ho solo avuto la sfortuna di trovarti per primo. Noi ci nutriremo di te, dobbiamo solo trovare un corpo pronto ad accoglierci, io li sento, sono arrivati in questo mondo proprio come me...

    Il Re senza Corona.

    Il Re che non c'è mai stato.

    Il Re dei desideri dimenticati.

    Noi non saremo più tuoi schiavi...tue pedine sulla ridicola scacchiera. Hai spalancato una porta e la abbiamo attraversata tutti e quattro. Non riuscirai a fermare la nostra ribellione. Io sono il Re Divorato dal Tempo, ricorda questo nome, perchè tornerò presto. E non sarò da solo.


    L'ombra sparì nel vento, non vista dai Nukenin che si avvicinavano, perhè essa non era fatta per i loro Occhi. Ma cosa avrebbe potuto fare lo Sconosciuto con quei ninja fuorilegge? Come spiegare le sue ferite e la sua nudità? Sempre che volesse spiegare qualcosa, o cercare invece di abbattere quegli uomini come nemici [Sei ninja energia Rossa]
     
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    Quando l'Immortale liberò quel torrente di energia il vortice nero venne spazzato come un fuscello al vento. L'ombra gemette con la voce della donna che manipolava, facendo per incoccare una nuova freccia. D'improvviso, poi, la creatura venne colpita in piena fronte da un kunai e subito dopo da un altro ancora, in gola. L'Immortale si voltò alla sua destra e scorse un gruppo di sei individui uscire dalla boscaglia, uno dei quali scagliò un terzo kunai contro la donna, colpendola alla mano e strappandole il suo arco d'ombra. Perché lo aiutavano? L'Immortale non ne vedeva ragione. Poi l'occhio gli cadde sulla cintura di uno dei nuovi arrivati, dove riposava una targhetta metallica rigata con lo stesso simbolo dei ninja che aveva eliminato. Traditori. L'informazione gli balenò in testa subito, uscendo in un attimo dal turbine dei ricordi che aveva sottratto ore prima. Se tale era la situazione, pensò in un lampo, avrebbe potuto usarli.

    Non poté dedicare altra attenzione ai nuovi venuti, perché la creatura non sembrava volersi arrendere: lanciando un grido disumano si liberò dei kunai e si scagliò contro di lui. Il dolore alla spalla sinistra era lancinante a dir poco; tra l'osso dislocato e la minuscola lacerazione al tessuto del cuore era difficile muovere quella parte del corpo come voleva. Osservò la creatura grottesca in cui il corpo della donna si era trasformato: aveva fattezze secche e scavate, un'immagine distorta della bellezza che aveva posseduto in vita. E tutto a causa di quell'ombra. Dando prova di una velocità ancora una volta migliorata gli fu addosso prima del previsto, spalancando le fauci in maniera innaturale e tentando di sfigurargli il viso.

    L'Immortale fletté il torso all'indietro, sollevando entrambe le mani per fermare la creatura. Questa fu però più rapida, bloccandole con le proprie in una morsa ferrea. L'Immortale digrignò i denti e gettando indietro la testa fece presa sulla morsa alle mani, effettuando una semi capovolta a mezz'aria e bloccando la creatura dall'avanzare appoggiando entrambe le ginocchia sulle sue spalle[I & II Slot Difesa][RIFL:675]. Il braccio destro e soprattutto la scapola, tirati al limite da quell'azione acrobatica, protestarono vibratamente, dandogli la sensazione che l'intero arto fosse in fiamme[Leggera alla Vitalità]. Cercò di lenire il tutto con un possente impasto di chakra nella ferita, stringendo i denti e - ora praticamente a testa in giù - spingendo il capo all'indietro per vedere il corpo della creatura. Fu in quel momento che dalla ferita all'addome da lui stesso causata vide spuntare tra altri maledettissimi dardi neri, che entro breve se non avesse fatto qualcosa gli avrebbero perforato la schiena.



    Chiuse gli occhi per un attimo, raccogliendo nuovamente energia da quell'oceano profondo di voci rabbiose ora domate. Ciò che intendeva fare era poco ortodosso e di sicuro rischioso, ma non aveva scelta. Riaprì di scatto gli occhi, inarcando la schiena il più possibile e sollevando il collo all'indietro. Il dolore lo torturò ancora una volta, ma l'Immortale sopportò. Aprì la bocca, dalla quale emerse la sua lingua, avvolta da una crepitante energia nera. Nello stesso momento in cui i dardi d'ombra squarciarono definitivamente la carne della donna per cercare di infilzarlo rilasciò il torrente di energia cumulato, dando vita ad un enorme costrutto elettrico a forma di un rozzo ombrello[III Slot Difesa & Slot Tecnica Base][Chakra Eretico: Costrutto Gigante][POT:80]. La freccia centrale andò in polvere al contatto con il solido costrutto che però non fu abbastanza potente da distruggere le rimanenti due, limitandosi a deviarle. Una di queste incontrò la carne del braccio sinistro, aprendo un buco sanguinante[Squarcio Medio].

    Se avesse posseduto quella nozione, l'Immortale avrebbe imprecato. Si limitò invece a ringhiare per il dolore, spostando il flusso energetico dalla lingua agli arti inferiori e spezzando il collo dell'essere tra le sue ginocchia[I Slot Azione][FOR:750]. Sentì un rumore sordo e la presa del nemico perse potenza. Diede quindi un colpo di reni, appoggiando le mani a terra, e con un'acrobatica capovolta ritrovò il suo equilibrio e la sua posizione di guardia. Stava per scatenare nuovamente i suoi poteri sull'essere, deciso a porre fine a quella storia una volta per tutte. Vide però il corpo della donna accasciarsi a terra e l'ombra subito gli si gettò addosso, avvolgendolo e sussurrando rabbiose parole di vendetta e di minaccia al suo orecchio. L'Immortale non aveva idea di cosa stesse parlando l'entità e quando pochi attimi dopo questa scomparve, la sua attenzione fu di nuovo catturata dagli shinobi che lo avevano aiutato.

    Nudo, ferito e ricoperto di sangue, l'Immortale si erse in tutta la sua non trascurabile statura. Sei contro uno. Era stanco, ferito e con poco chakra rimanente. Loro inoltre avevano visto già almeno un paio delle sue mosse. In caso di necessità credeva che avrebbe potuto eliminarli, ma forse in quel frangente avrebbe potuto giocare delle carte diverse. Gli servivano informazioni per raggiungere il suo scopo. E anche degli uomini. Quali che fossero, avrebbero fatto al caso suo.



    « Non avreste dovuto intromettervi. », iniziò. L'Immortale non era dichiaratamente ostile, ma fosse chiaro che non credeva di trovarsi in una posizione di debolezza. « Elimino da solo i miei nemici. » Gocce di sangue rosso scuro cadevano dalle sue ferite ad intervalli regolari. Provava scarso interesse per loro nello specifico: erano evidentemente degli uomini mandati in missione a controllare cosa fosse accaduto nei dintorni. All'Immortale interessava colui che sedeva al culmine della catena di comando. Quello che avrebbe potuto usare.
    « Chi vi manda? »

    OFF GAME

    Utilizzo la Manipolazione della Forma. Tramite il Chakra Eretico aumento la potenza del Costrutto e, parimenti, anche le sua grandezza di una categoria dimensionale :wosd:

     
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    Per quanto mi riguarda l'addestramento è concluso positivamente.
    Potrebbe continuare come free Gdr.

     
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    [Continua come addestramento per il secondo livello]


    [Lo sconosciuto incontra i reietti]

    I nukenin sembravano indecisi sul da farsi, osservando lo Sconosciuto con un buco nel petto che chiedeva loro spiegazioni. Avevano tutti degli abiti neri e tenevano il capo velato in modo da mostrare solo gli occhi e il coprifronte. Uno fra loro, un tipo corpulento con un coprifronte rigato dell'erba, si fece avanti con aria bellicosa. Chi credi di essere per fare domande? Sei mezzo morto e ti conviene dirci TU chi diavolo sei, perchè noi ti abbiamo scambiato per Yoshitsune, altrimenti ti avremmo... Ma venne zittito da quello che sembrava essere il capo del piccolo drappello, con una mano levata. Sta zitto. Non vedi come è ridotto? Dovrebbe essere morto...ma invece è vivo. E certamente non si tratta di Yoshitsune. Anche se negli occhi degli altri ninja del gruppetto c'era una strana luce: osservavano lo sconosciuto come se lo conoscesero ma non fossero del tutto sicuri di ciò che vedevano, specialmente a causa del corpo nudo e sanguinante dell'immortale che avevano davanti.

    Sei un Nukenin, un ninja o un Oni? Non mi interessa il tuo nome, ma voglio capire da dove diavolo arrivi e cosa è successo...come mai stavi combattendo con la Foglia Bianca di Kusa? E come mai si muoveva in quel modo strano? Per non parlare di quello che è successo qua intorno. Fece cenno con la mano alla rovina che li circondava. Piantala di parlare, Takeo! Questo moribondo ci ha insultato con il suo atteggiamento! Siamo sei contro uno e possiamo schiacciarlo e estorcergli tutte le informazioni che vogliamo! L'uomo sembrò considerare la questione. Se sta in piedi con quelle ferite è di certo pericoloso. Non farti prendere dall'entusiasmo, Akagi. Disse semplicemente, levandosi le bende sul volto fino a mostrare un volto dai lineamenti poco comuni e una folta chioma bionda.

    Charliecl



    Se sei intelligente, capirai di essere in inferiorità. Disse allo Sconosciuto. Non so come fai a restare in piedi col cuore spaccato, ma sono certo che con tutto quel sangue che esce tu non stia bene. Se combattessimo forse uccideresti uno o due di noi, ma di certo avresti la peggio. E lo sai. Incrociò le braccia sul petto, dopo aver indossato degli occhiali sottili ma dall'aria solida. Dimmi chi manda te...e come mai la tua faccia è uguale a quella di Yoshitsune. Perchè una cosa è certa: nonostante le stranezze, Yoshitsune non sa fare quello che fai tu. Io dico di legarlo e portarlo da Benkei! L'uomo chiamato Takeo fulminò con lo sguardo il suo compagno, che forse si era lasciato sfuggire qualcosa che non doveva.

    Ed erano là, ad un bivio, in attesa della decisione dello Sconosciuto.
     
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    Un sottile alito di vento era tornato a lenire quelle lande fino a quel momento desolate e silenziose. L'Immortale osservava il drappello di uomini che aveva davanti, in attesa di una risposta. Il più corpulento di questi si fece avanti di qualche passo, pronunciando parole che non gli piacquero per nulla. Mentre osservò un altro di quei "nukenin" fermarlo ed iniziare a parlare al posto suo, si chiese cosa avrebbe provato a squarciare il collo di quel tizio con la targhetta metallica che quello portava alla cinta.



    L'altro uomo, più basso e dal tono più intelligente, fece alcune osservazioni che l'Immortale aveva fatto di persona poco tempo prima, dandogli un riscontro certo. Era vero. Riuscire a muoversi ed agire con le sue ferite era qualcosa al di fuori dell'ordinario. Quell'ulteriore conferma gli fece abbozzare l'ombra di un sorriso sinistro su quel volto macchiato di sangue. Continuò ad osservarli in silenzio, mentre l'uomo terminava di parlare e di esporre i suoi dubbi e le sue domande. L'Immortale non aveva idea di chi fosse Yoshitsune o del perché costoro lo ritenessero in qualche modo legato a lui, ma una cosa era chiara: se il biondo era il leader di quel piccolo gruppo, dietro di loro c'era un altro uomo. Qualcuno di più importante. Qualcuno di cui forse avrebbe potuto servirsi.
    Fissò il biondo con i suoi occhi di ghiaccio.



    « Mi hanno attaccato. », iniziò con semplicità dopo qualche attimo di silenzio, facendo qualche passo avanti. « Li ho ammazzati. » Le cose non erano esattamente andate in quel modo e comunque quella era una semplificazione esagerata, ma l'Immortale dava poca importanza al passato. Continuò a camminare verso gli uomini, senza mostrare intenti ostili ma evitando anche di rassicurarli. « Non so chi sia l'uomo che dici, nessuno mi manda e non sono alcuna delle tre cose che hai enumerato. » Oramai era in prossimità degli uomini. « Conducetemi da chi vi guida e nessuno avrà problemi. Non ho intenzioni ostili. » Non immediate almeno, aggiunse mentalmente.

    Continuò a camminare, sorpassando il biondo e muovendosi in mezzo ai suoi uomini. Nelle sue parole non c'era menzogna. Nudo e sanguinante camminava sulla terra brulla, guardando la direzione da dove gli uomini erano venuti: un chiaro invito a fare come diceva. Si fermò in prossimità dell'uomo massiccio che aveva parlato per primo, più alto persino dell'Immortale. C'era un piccolo albero proprio al suo fianco. « Allora, affare fatto? », disse, rivolgendosi ovviamente al biondo. Alzò poi l'indice della mancina, come se si fosse dimenticato di qualcosa. « Ah! », iniziò. « Quasi dimenticavo. A proposito dell'inferiorità.. »



    La mancina, pervasa dal chakra, si mosse rapida come il vento tentando di atterrare sulla mascella del tizio, mozzandogli il fiato e facendogli saltare qualche dente. La stessa mano avrebbe poi proceduto ad afferrare il viso dell'uomo facendo presa sulle cavità oculari, tentando di concludere il tutto con un micidiale impatto del cranio del nukenin con l'albero proprio lì a fianco. La forza, la velocità e la violenza dell'intera azione furono qualcosa di mostruoso, soprattutto per l'estrema naturalezza con cui vennero portate in atto[I, II & III Slot Azione][FOR:650][VEL:700].

    Una volta conclusa l'operazione l'Immortale lasciò semplicemente la presa, noncurante delle possibili lesioni permanenti riportate dall'uomo. Se aveva agito a dovere, come credeva, l'uomo non sarebbe morto, ma sarebbe diventato ancora più brutto.
    « ..sappiate che potrei massacrarvi tutti in meno di un minuto. » Si girò verso il biondo. « Ma a meno che me ne diate un motivo, come lasciar correre la lingua, non credo che lo farò. » Sorrise per un attimo, poi il suo sguardo tornò serio. « Legatemi, bendatemi o prendete le misure di sicurezza che volete. » Sbuffò. « Non mi importa. Basta che mi portiate dove ho detto. »
    I suoi occhi del colore delle profondità oceaniche lasciavano bene intendere cosa avrebbero comportato obiezioni, reazioni indesiderate o perdite di tempo.


    Edited by Boreanz - 30/10/2012, 00:07
     
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