Vuoto di Luna negli Occhi

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  1. Boreanz
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    Ci volle qualche minuto perché le strane energie fluttuanti attorno a quella figura si disperdessero. Lentamente, l'atmosfera che circondava il ragazzo tornò alla normalità. Questi però non si mosse. A dirla tutta, non si era mai mosso dal momento della sua comparsa. I suoi occhi blu oceano, quasi viola tale era la loro intensità, scrutavano il paesaggio circostante con la calma più assoluta. Ovunque il suo sguardo si posasse vedeva devastazione e morte. Solo in lontananza, fuori da un cerchio largo decine di metri, una macchia di vegetazione resisteva ancora. Respirò a fondo, areando i polmoni, e sentendo la vita scorrere in lui. Si sentiva bene. Si sentiva forte. Traboccava di potere.

    La sua, però, non era un'espressione serena. Non un'espressione di chi è in pace. Su quel volto giovane, coronato da una fluente chioma color rame, era scolpito un cipiglio severo. Nella nebbia di informazioni e ricordi che così confusamente provavano a trovare un ordine dentro la sua mente, un'unica cosa era chiara. Cristallina. Doveva trovare un uomo. Doveva trovare un uomo, potente come pochi altri, e doveva ucciderlo. Ucciderlo senza pietà. Distruggere ogni suo legame, ogni sua traccia. Persino il suo ricordo.

    Certo, se ne rendeva conto. Avrebbe dovuto prima fare ordine, almeno tra i suoi pensieri. Affinare le sue capacità. Lasciar scorrere quel fiume che sentiva premergli dentro al petto. Consolidare il potere. E solo poi, a quel punto, avrebbe potuto cercare quell'uomo. Finalmente si mosse, ed alzò lo sguardo al cielo. Un cielo nero, scuro come nella più profonda delle notti. Il novilunio. Era periodo di luna nuova. Eppure, in qualche modo, il ragazzo la vedeva su nel cielo a brillare, uno spettacolo silente di cui era l'unico testimone. E un sorriso gli piegò l'angolo della bocca. Avrebbe fatto quanto sapeva di dover fare. E poi l'avrebbe raggiunta, e fatta sua. Quella sovrana incontrastata della notte che regnava sopra ogni tenebra.

    Poi, un rumore sordo in lontananza. Tese le orecchie, distogliendo il pensiero da sogni neonati che già lo guidavano. Di nuovo quel rumore, questa volta più vicino. Proveniva dall'alto. Ma pur avendolo percepito, il ragazzo non si voltò ad osservarne la fonte. Non percepiva intenti ostili. Tutto il contrario, invece. Una sorta di legame. Ma era troppo presto perché una cosa del genere lo interessasse. Aveva da poco aperto gli occhi, ed un concetto come quello di legame gli era alieno. Infine, un possente battito d'ali, una folata, ed un tonfo.

    Alle sue spalle, il ragazzo avvertì una presenza potente. Poteva quasi sentire la roccia annerita a terra lamentarsi del contatto con gli artigli della creatura. La sensazione, nonostante fosse così fisica e reale, era simile a quella di un'ombra. Inafferrabile, gelida. Eppure, innegabilmente reale. Non rispose alle parole della creatura. Ne comprendeva l'importanza, ma allo stesso modo comprendeva che non era quello il momento giusto per preoccuparsene. Rimase in silenzio, assaporando quell'abbraccio notturno che gli veniva offerto. C'era un che di confortante in quella oscurità. Al fine si girò, fissando la creatura negli occhi. Colse una sagoma alata, enorme, un becco affilato, ed occhi dorati che risplendevano di fiamme di un altro mondo. Durò un attimo. L'aria, la notte, parvero come distorcersi per un battito di ciglia, e la creatura non era più in quel luogo.

    Al suo posto, a terra, un luccichio catturò il suo sguardo color oceano. Una lunga lama grigia giaceva sulla nuda roccia, quasi chiamando il suo nome. Il terreno attorno all'arma era nello stesso stato di quello attorno ai suoi piedi: nero, brullo, e con tracce di fusione. Si sentiva attratto da quel pezzo di ferro grigio, dall'aspetto semplice e per nulla elaborato. L'avrebbe raccolta, decise. Ma proprio mentre lo pensava, un'altra mano si chiuse sul lungo manico scuro dell'arma. Le parole di ammonizione della creatura erano andate perse nel vuoto, non ascoltate da orecchie che mai avevano udito una voce. Il ragazzo alzò lo sguardo. La creatura aveva avuto ragione: non era solo.

    Davanti a sé aveva due uomini. Le espressioni accigliate, i muscoli tesi, le parole affrettate. Una vista fastidiosa per chi aveva da poco aperto gli occhi per la prima volta. Non aveva nulla contro di loro. Uno di questi, però, stringeva in una mano la lama grigia che ancora lo chiamava. E, in ogni caso, il ragazzo sapeva di necessitare parecchie informazioni per poter dare inizio alla sua cerca. Quei due avrebbero fatto al caso suo. O, meglio, si corresse, uno solo.



    Gli venne naturale. Quasi come respirare. Gli bastò aprire quel cancello che avvertiva nel petto, e lasciare che il fiume di energia desiderosa di scorrere realizzasse la sua volontà. Non rispose ai due. Non li guardò negli occhi. Non considerò il fatto che fossero preziosi esseri viventi con dei sogni e delle speranze. La sua energia si sprigionò nell'ambiente, riempiendo la mente dei due sventurati di immagini così terribili da non poter essere descritte, o ricordate. Gli bastò la tenue irritazione dovuta alla sottrazione della lama per dar vita a quelle immagini portatrici di terrore oltre ogni comprensione e razionalità.

    Poco dopo, come un bambino che scopre la bellezza di un nuovo giocattolo, il ragazzo acquistò la consapevolezza di poter fare molto di più con quel torrente di energia in piena. Ne canalizzò una parte nell'arto sinistro, che venne avvolto da una crepitante energia nera con riflessi violacei. Gli piacque la sensazione che provò. Dare libero sfogo al proprio potere era divertente. Esaltante, persino. In preda a quelle emozioni, il ragazzo infierì senza pietà sul corpo di Shin, lo sfortunato shinobi che gli aveva sottratto la spada. Prigioniero della sua volontà assassina, l'uomo non potè muoversi o reagire in alcun modo. Percorsa dall'energia nera, la carne perforò la carne. L'intero braccio del ragazzo oltrepassò il ventre dell'uomo, lacerandone gli organi e recidendo la spina dorsale. Con un rantolo forse di sollievo, l'uomo lasciò la vita, e l'illusione che lo teneva prigioniero, e si incamminò nel reame dell'oscurità eterna.

    Il ragazzo non lo guardò. Non aveva agito a caso. Sapeva cosa sarebbe successo, e proprio per questo lo aveva fatto. Ignorando i getti di sangue che, fuoriuscendo dal ventre dell'uomo, gli macchiavano pettorali ed addome, sollevò il braccio e quindi Shin stesso, finchè la mano destra dell'uomo non fu all'altezza del suo viso. Stretta da una mano che ancora si muoveva, preda di spasmi riflessivi, riposava la lama che sapeva essere sua di diritto. Allungò la destra, ruppe la presa dell'uomo morto e finalmente la strinse. In tutto il suo corpo avvertì una sensazione nuova. Aveva aperto gli occhi da poco, e quindi sapeva che avrebbe sperimentato molte sensazioni. Ma quella, al contempo, sapeva essere particolare. Un brivido di gioia feroce e di ricongiungimento. Quell'arma lo avrebbe aiutato nella sua missione.

    Mosse il braccio sinistro ad arco, scagliando il corpo morto lontano come fosse un fuscello. Sangue scuro e pezzi d'organo gli ricoprivano l'arto in tutta la sua lunghezza, ma il ragazzo non sembrava nemmeno accorgersene. Non pronunciò una parola. Con calma, invece, si avvicinò allo shinobi rimanente, più basso di lui di quasi dieci centimetri. Lo guardò da sotto i suoi lunghi capelli ramati. Era ancora prigioniero della sua volontà, incatenato senza possibilità di fuga in quel torrente di energia che lui aveva liberato. Gli appoggiò la mancina sulla fronte, macchiandogli i capelli biondi di sangue fresco. Fece presa sulle tempie, e come fosse nulla più di una bambola di pezza lo sollevò a mezzo metro da terra. Ignorando i rantoli dell'uomo chiuse poi gli occhi, lasciando che il suo istinto lo guidasse. Canalizzò il fiume nel suo braccio e lo fece scorrere potente, facendo breccia nella mente dell'uomo. Probabilmente, con la pratica, pensò, avrebbe potuto divenire più abile. Più sottile. Capace di penetrare nella mente di qualcuno senza devastarla. Tanto peggio per il ninja dell'Erba.

    Si concentrò sull'enorme archivio di informazioni che gli appariva davanti, iniziando a scandagliarlo avidamente. Andò avanti qualche secondo. Riuscendo in qualche modo a riprendersi, poi, l'uomo emise un grugnito e liberò a sua volta una piccola quantità di energia. Non nel suo corpo, ma nella sua mente. Resisteva. L'uomo tentava di resistere a quella intrusione nella sua mente. Se il ragazzo parve disturbato, o arrabbiato, non lo diede a vedere. Semplicemente, si limitò a sferrare un fendente con la lama nella mano destra, staccando di netto il braccio sinistro dell'uomo. Un urlo squarciò il silenzio di quella notte senza luna, perdendosi nell'oscurità. Di nuovo, il ragazzo rimase in silenzio. Non resistere. Il messaggio era chiaro.

    Riprese la sua ricerca. Shinobi, Paese, Villaggio Ninja, Accademia, gradi, immagini di palazzi amministrativi, elenchi di nomi. E ancora, Taki, Ame, Iwa, Kumo. Un torrente di informazioni fluiva nella sua testa dalla mente dell'uomo, che sempre di più pareva rabbrividire e rattrappirsi al suo tocco, fisico e psichico. E, di nuovo, forse per la follia in cui stava cadendo, forse per un attimo di insano orgoglio, l'uomo, Tohma, oppose resistenza. Liberò dell'energia, coprendo alcune informazioni riguardanti quello che doveva essere il suo villaggio natale, Kusa. Il ragazzo si interruppe per un momento, mantenendo salda la presa sul cranio del ninja. Il taglio al braccio era stato netto, pulito. Perdeva molto sangue, tanto che sul terreno bruciato aveva iniziato a formarsi una piccola polla scura, ma forse non faceva abbastanza male.
    Il tempo di finire quel pensiero, di considerare quel minimo dubbio, e già la destra del ragazzo si mosse di nuovo. Questa volta fu la gamba destra a cadere. L'uomo urlò. Un urlo terribile, disperato. Strozzato. Il ragazzo, con un paio di gocce di sangue a macchiargli la guancia sinistra, piegò appena il capo, come se stesse osservando qualcosa di nuovo e interessante. Ma, comunque, non proferì parola. Non resistere. Se lo fai, sarai punito. Il messaggio era lo stesso.

    Ancora una volta, il ragazzo tornò a concentrarsi sull'archivio a sua disposizione. Continuò a frugare per qualche minuto, non preoccupandosi dei danni che faceva. Ad un certo punto, nonostante l'uomo avesse già perso conoscenza e le cose non fossero cambiate, notò che l'archivio stesse iniziando a sbiadire. Lentamente, ma costantemente, le pagine dei libri divenivano bianche, ed il libro spariva. Il gocciolio insistente che gli infastidiva le orecchie da quando aveva inferto la prima punizione gli suggerì la risposta: l'uomo stava morendo. Aggredito nella mente e nel corpo, probabilmente il suo spirito anelava l'abbraccio confortante della notte. Per la prima volta, il ragazzo guardò direttamente il volto sotto la sua presa di ferro. Era giovane, terso di sudore e sporco di sangue. Deformato dalla sofferenza. Non gli piacque quello che vide. Bloccò bruscamente il flusso energetico che sosteneva entrambe le illusioni, termine che aveva appreso poco prima, e lasciò cadere a terra il corpo mutilato del ninja.



    Mentre osservava il sangue sgorgare da quelle ferite, mentre ascoltava gli ultimi respiri affannosi prima che la vita si estinguesse, di una cosa era certo: non provava alcun senso di colpa. Eppure, non provava neppure gioia, divertimento o eccitazione nell'assistere a quello spettacolo. Aveva avuto una necessità, e si era limitato a soddisfarla. Per fare ciò che doveva avrebbe usato qualsiasi mezzo e spazzato via qualsiasi ostacolo.



    Iniziò a camminare. Doveva trovare dell'acqua e dei vestiti. E doveva capire dove si trovava. Fuori dall'enorme circonferenza di terra annerita e priva di vita, oltre una parte del bosco che rimaneva, grazie al cocciuto ninja biondo aveva scoperto l'esistenza di un piccolo paesino di agricoltori ed allevatori. Lo stesso luogo dove gli animali erano usciti di senno, e da dove i due uomini erano giunti. Non sapeva se ne sarebbero arrivati altri. Forse sì, forse no. In ogni caso, il ragazzo sapeva di avere tutto il tempo del mondo.
    Fu così che, tranquillamente, continuò a camminare finché il bosco non lo inghiottì.


    OFF GAME

    Autoconclusività FTW. Perché le ipotetiche sukano :addit:
    Utilizzo l'Intento AssassinoVillaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna

    L'illusione si attiva entro un raggio di 15 metri dall'utilizzatore. La vittima vedrà la furia omicida dell'utilizzatore riversarsi sulla propria mente, paralizzandolo. La vittima non potrà utilizzare tanti slot azione e tecnica quanti slot azione e tecnica inutilizzati dall'utilizzatore; ogni grado di differenza tra utilizzatore e vittima riduce di 1 extra gli slot azione. Le azioni gratuite saranno difficili da sfruttare.
    L'efficacia è pari a 50; colpisce chiunque presente entro il raggio d'azione. Può essere mantenuta per massimo 2 round.

    Tipo: Genjutsu - Bakkin-Tameshi
    [Livello: 3 / Consumo: Alto - Mantenimento: MedioBasso]
    per paralizzare i poveretti, dopodiché vado di KitenVillaggio: Personale
    Posizioni Magiche: Nessuna(4)

    L'utilizzatore riveste di chakra elettrico un arto o un'arma fino a 1 slot dimensionale per grado ninja. La potenza è pari a 50. Il costrutto dura un singolo attacco, in corpo a corpo o a distanza. Causa al bersaglio colpito uno stordimento leggero. Lo stordimento dura un round ogni due gradi ninja. Deve essere utilizzato entro un round dalla creazione.

    Tipo: Ninjutsu - Raiton
    [Livello: 3 / Consumo: Alto]
    [Da Chunin in su]
    potenziato (+20 per Impronta Devastante) sul primo e Interrogazione MentaleVillaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Tigre

    L'illusione si attiva Tramite il contatto con la vittima. L'utilizzatore sarà in grado di interrogarla mentalmente, cercando di estorcerle le informazioni direttamente dalla propria psiche; sarà impossibile mentire. Può essere utilizzata anche su bersagli incoscienti. Per resistere all'aggressione è necessario spendere un consumo di chakra pari a Medio ad ognuna di esse. L'efficacia è pari a 30. Non è possibile utilizzarla durante uno scontro.

    Tipo: Genjutsu - Tameshi
    [Livello: 4 / Consumo: Mediobasso]
    [Da Genin in su]
    sul secondo.

    Riguardo l'utilizzo di quest'ultima: ho considerato come se fossero state poste domande, limitandomi però a semplici informazioni in mano a qualunque shinobi, come i nomi dei Paesi, l'esistenza dell'Accademia, etc.

    Se qualcosa non va sono pronto ad editare immantinente! Per il momento però fiQeggio :fgh:

     
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41 replies since 18/9/2012, 20:21   1102 views
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