Amicizia tra due Artisti

free gdr tra Shu e Hohenheim

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  1. - Hohenheim -
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    Mentre Hohenheim faceva volare il giovane Shu sulla sua creazione, si mise a pensare alla breve conversazione che avevano avuto. Sperava davvero che le sue parole avessero colpito il cuore del ragazzo: purtroppo, ci sono volte in cui un uomo sceglie le sue battaglie, e si prepara congruentemente ai suoi propositi; ci sono volte però in cui ci capitano battaglie che ci manda il destino, ed in quel caso si può solo combattere o morire, senza che abbia importanza il fatto di non essere pronti. Certo, ci sono persone fortunate che non conosco la guerra e la cui vita passa senza che venga intaccata da eventi nefasti. Ma in quel luogo del mondo, la gente dei villaggi ninja è tutta, direttamente o indirettamente, coinvolta nella battaglia. Quindi, quando arriva la prova del nove, sia che colpisca una persona oppure qualcuno ad essa vicina, non sarebbe desiderabile essere pronti comunque?
    Questo era quello che voleva trasmettere a quel giovane non ancora ninja, sebbene nemmeno lo conoscesse a fondo e quindi non avesse nessun motivo per averlo a cuore. Ma Hohenheim era fatto così.
    Dopo un giro completo del villaggio, l’artista decise che fosse il caso far tornare a terra il giovane marionettista. Per tutto il tempo aveva conservato in mano il volumetto che Shu gli aveva donato, e certamente non passò inosservato questo gesto: consegnare la propria arte ad uno sconosciuto, richiedeva una eccezionale dose di fiducia. Hohenheim fu silenziosamente grato che gli venisse concessa questa premura, e allo stesso tempo ne rimase colpito. Certo, anche lui si era dimostrato più che disponibile, e quindi quella poteva essere vista come una sorta di cortesia professionale, se così si può dire.
    Quando Shu atterrò, il chunin venne ringraziato enormemente per la “ gita”, un po’ insolita, del villaggio! I due giovani continuarono a parlare per qualche minuto ( ovviamente alla prima occasione Hohenheim restituì il libretto con i disegni al proprietario), ma ben presto si sentirono delle voci provenienti da poco lontano. Il bambino venne strattonato dal ragazzo, senza capire bene cosa stesse succedendo, dietro una roccia.

    “…”



    Iniziò un accenno di frase che fu rapidamente soffocato, vedendo che Shu gli faceva segno di fare silenzio. Il chunin si guardò un attimo spaesato intorno, appiattito contro la roccia che li difendeva dallo sguardo dei nuovi venuti. Erano due persone: la prima era un uomo dalla stazza notevole, fornito di una chioma rossa decisamente appariscente, l’altro era un signore davvero molto magro, con lunghi capelli neri che gli davano un’aria da malato. Hohenheim guardò il giovane disegnatore: nei suoi occhi riusciva a vedere che quelle due persone non gli erano estranee. In quel momento comprese perché lo aveva fatto nascondere: evidentemente li aveva riconosciuti forse dal timbro della voce, o forse li aveva visti avvicinarsi. Hohenheim non capiva un gran che di quello che stava accadendo, ad ogni modo di mise ad ascoltare la conversazione. Immediatamente i due fecero il nome di Shu: possibile mai che stessero parlando del ragazzo al fianco del bambino? Eppure era probabile vedendo l’attenzione con cui il disegnatore stava ad ascoltare.
    Le battute fra i due si susseguirono rapide; Hohenheim perse il filo del discorso quando parlarono di un’altra persona, che si chiamava sempre Shu, ma diversa dal primo. Solo dopo un po’ capì: a quanto pareva questi due Shu, uno dei quali supponeva essere il ragazzo al suo fianco, erano gemelli separati alla nascita. Uno era stato ceduto forse perché ritenuto indegno ( poi per quale ragione?) ed era stato affidato all’uomo malaticcio. L’altro stava seguendo le orme dei marionettisti. Quando il tizio con i capelli neri iniziò a parlare della passione del suo Shu per il disegno, Hohenheim ebbe la conferma di chi stessero parlando. E se così era, il chunin si stava trovando in una faccenda seria e davvero poco piacevole: a quanto pareva il disegnatore non sapeva nulla di quello scambio di famiglie. Era perciò possibile che stesse scoprendo in quel momento chi fosse il suo reale padre…davvero allucinante. Anche Hohenheim aveva avuto una famiglia adottiva, a Kiri, ma la situazione che aveva di fronte era completamente differente dalla sua. Voleva parlare a Shu, cercare in qualche modo di confortarlo, ma le parole non gli uscirono dalla bocca. Del resto il ragazzo era così concentrato, che i suoi occhi sbarrati e le sue orecchie non avrebbero percepito altro se non il discorso dei due nuovi arrivati.
    Intanto la discussione tra i due stava rapidamente trasformandosi in uno scontro. Hohenheim sentiva sempre più che doveva fare qualcosa, unirsi anche lui alla battaglia per poter dire a quei due: “ MA CHE STATE FACENDO. SHU E’ PROPRIO QUI CHE STA SENTENDO TUTTO!! E’ QUESTA LA MANIERA DI COMPORTARSI?”Ma quello che stava vedendo andava ben oltre la lite fra due persone: lì c’erano in mezzo questioni di clan e famiglie, logiche così radicate nelle generazioni da essere quasi invalicabili per le persone che vi erano invischiate. E poi, a voler dirla tutta, non pensava di poter essere all’altezza delle persone che si stavano sfidando. Gli bastò vedere poco di quello che i due ninja misero in campo per capire che erano oltre la sua portata. Intanto Shu gli stava spiegando la filosofia di guerra e di vita che c’era dietro quello scontro, e Hohenheim ne rimase affascinato. Tuttavia i suoi pensieri andavano ad altro: i due padri di Shu si stavano combattendo in quel momento ed era probabile che uno dei due sarebbe morto in breve se non avessero agito. Si sentì quindi di dire sottovoce:

    “ Shu forse è il caso che li fermi. Quei due si ammazzeranno a vicenda!”

     
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