Amicizia tra due Artisti

free gdr tra Shu e Hohenheim

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  1. Shu Akasuna
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    Amicizia tra due Artisti



    Post Sesto
    Suna
    Intermezzo



    Dopo quella fatidica giornata, i due artisti continuarono ad incontrarsi per qualche tempo. Shu non parlò mai degli avvenimenti di quel giorno e di come la scoperta della verità sulla sua nascita lo avesse turbato, evidentemente la ferita era troppo recente. Tuttavia Hoehnheim poté constatare come l'arte del giovane si stesse evolvendo, i suoi disegni riguardavano sempre più delle marionette, forse delle sue creazioni, e cominciò anche a chiedergli dei consigli sulla scultura e sulla meccanica. Non ci volle molto prima che il ragazzo dai capelli rossi mostrasse allo scultore di argilla la sua prima marionetta.

    Non possedeva armi, ma sembrava una vera e propria persona, seppur di legno e metallo, e somigliava stranamente ad alcuni dei disegni che Shu aveva mostrato al ninja. Non sapeva ancora come controllare le marionette attraverso i fili di chakra come i suoi parenti, ma mostrò ad Hohenheim l'interno del pupazzo, con i meccanismi necessari a farlo muovere, se sapientemente manovrato.

    Era evidente come la visione di quello scontro stesse facendo venir voglia al ragazzo di intraprendere la tradizione di famiglia, anche se ancora non si era deciso a compiere il grande passo: ancora non aveva voluto intraprendere il suo percorso come ninja.

    La scomparsa prematura dell'artista dell'argilla, tuttavia, interruppe quella fervida amicizia.

    La sua dipartita pesò molto sull'Akasuna. Oramai i suoi vecchi amici stavano abbandonando il villaggio, e l'unica rimasta era Sakura, sempre nella sua stanza di ospedale.

    Si sentiva solo. Ma come lui anche lei era completamente isolata, e quindi si tennero compagnia negli anni successivi.

    Shu continuò a perfezionare le sue "sculture-marionette", ma senza volerci installare armi o voler apprendere le arti dei marionettisti o il ninjutsu, nonostante l'insistenza di Satoru.

    Tutto cambiò, tuttavia, verso il finire del secondo anno dalla morte di Hohenheim.

    La madre adottiva di Shu morì di infarto, e le sue ultime parole furono per il figlio che aveva sempre considerato come suo, nonostante non fosse uscito dal suo grembo.

    Gli rivelò la verità sulla sua nascita, una triste verità che però il sunese già conosceva ma che non aveva mai avuto il coraggio di rivelare ai suoi genitori adottivi.

    Lui iniziò a piangere, vedendo quella che considerava la propria madre in quello stato. Le sue ultime parole furono per lui.

    Diventa un grande ninja, come tuo padre, e proteggi Suna. Sei un grande uomo, e sarai anche un migliore shinobi. Io lo so. Abbiamo bisogno di gente come te. Il mondo ha bisogno di gente come te.

    [...]

    Nel frattempo in questi tre anni le condizioni di Sakura si stavano aggravando sempre più, ed era ormai prossima alla morte. Anche lei desiderava che Shu diventasse uno shinobi per combattere contro i cattivi, persino lei desiderava esserlo, e lo desiderava per lui, lei che faceva fatica ad alzarsi da quel lettino di ospedale.

    La giovane bambina di ormai otto anni stava dimostrando un coraggio forse maggiore dell'Akasuna. Di che aveva paura lui? Perché lo terrorizzava così tanto il mondo dei ninja? Era forse paura della morte? Era forse timore di perdere se stesso nella violenza che permeava quel mondo? Non lo sapeva neppure lui.

    Ed un altro problema era presente nella vita del ragazzo: Agashi Akasuna. Suo padre, il suo vero padre, stava cominciando a pressarlo per farlo diventare uno shinobi al suo servizio. A quanto pareva il doppio tradimento del suo figlio prediletto, di cui erano giunte solo voci a Shu, che mai si era interessato alle imprese del fratello, lo aveva decisamente segnato. Dopo la morte del suo terzo figlio gli era rimasto solo lui come erede "diretto" che potesse ereditare la sua arte.

    Ma Shu non era per niente interessato a queste cose. Ereditare l'arte di quel dannato che lo aveva abbandonato? Mai.

    Resistette ad Agashi più che poté ma alla fine anche lui trovò un modo per piegare la volontà di suo figlio: la sua amichetta.

    Se Shu avesse accettato di vivere come Shinobi allora Agashi avrebbe salvato Sakura. Avrebbe trovato una cura. I marionettisti erano esperti in veleni e malattie, se una cura c'era Agashi e il suo team medico l'avrebbero trovata.

    Il contratto prevedeva l'interruzione di tutti i contatti con Satoru, che oramai, distrutto dalla morte della moglie, era solo un guscio d'uomo, privo della voglia di combattere o di vivere; e un'abitazione, in cui Shu sarebbe stato costretto a vivere. Aveva inoltre una settimana per trovarsi un sensei per imparare le basi del ninjutsu, altrimenti ci avrebbe pensato Agashi, personalmente.

    E fu durante questa settimana che l'incontro che Shu meno si aspettava sarebbe avvenuto...




     
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