Ombra e Fiamme

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    Lame, Rospi, Sangue e Vento






    Sveglio, di nuovo, ma questa volta sereno. Tuttavia indolenzito. Il vecchio gli aveva assestato un bel colpo , e probabilmente, visto il dolore, gli aveva temporaneamente disattivato l’apparato circolatorio del chakra, quel tanto che bastava per farlo svenire nello stato in cui era.

    Ohhhhh, vecchio bastardo.

    Ironico immaginò tra se e se che quella che aveva subito era una tecnica utile a trasmettere al prossimo i propri reumatismi. L’unica cosa non indolenzita era la sua testa, in cui echeggiavano soltanto poche parole:

    Devi trovare degli esperti

    Continuava a pensare tra se e se. Tra le sue conoscenze in effetti aveva qualche ninja esperto e preparato, ma quale era il livello di esperienza richiesto da quella missione? Da quanto il vecchio aveva lasciato intendere parecchio alto se quel colpo era soltanto un assaggio. Pareva che il vecchio lo osservasse da parecchio, era riuscito a riportarlo in quella catapecchia che chiamava casa, addirittura evitando quelle trappole installate li dal caso, composte da scalini o parte di solai del tutto insicure che si sarebbero potute rompere da un momento all’altro, evitandole tutte con naturalezza ed agilità si diresse all’esterno, verso un bagno pubblico, per darsi una rinfrescata e lavarsi di dosso un po’ di quel dolore.
    Mentre si muniva del necessario, noleggiando asciugamani dallo stabilimento e comprando del sapone, senti parlottare l’impiegata e la sua collega, riguardo la sparizione di un anziano signore nella periferia di Konoha.


    “morto a settantotto anni il pittore eccentrico Mogari Ato, viveva da solo nella periferia di Konoha”

    Non erano le uniche a parlottare della triste novella, come se fosse avvolta da chissà quale impenetrabile segreto che la stampa non poteva divulgare. La doccia non servì a togliergli dalla mente quella “coincidenza” mettendogli una fastidiosa pulce nell’orecchio: se fosse colpa sua? Dopotutto aveva appena rilasciato uno dei sigilli che tenevano la volpe nascosta e chiusa all’interno dell’edificio, se il vecchio fosse per caso incappato in qualche losco tiro del demone?
    Sbuffò rumorosamente mentre finiva di asciugarsi i capelli, rimandando per l’ennesima volta la pettinatura degli stessi. Uscì dal bagno pagando distrattamente, mentre teneva il coprifronte in mano, non amava metterlo con i capelli umidi, entrambi avrebbero impiegato un sacco di tempo ad asciugarsi se l’avesse fatto.


    Beh, ma alla fine cosa mai potrebbe legare quel vecchio alla volpe? Quello che mi ha scortato dal demone non aveva neanche l’aspetto di un pittore!

    O forse si? Magari la sua copertura era quella, e dopo aver impedito al demone di consumare il lauto pasto questo si era vendicato su di lui prendendogli la vita.
    Soltanto quando fu davanti al frammento di specchio della sua stanza, mentre si legava il coprifronte sulla testa, si rese conto che doveva troppo a quel villaggio per non indagare su quella morte, per non assicurarsi che tutto fosse apposto: che lui non avesse combinato più danni del necessario. Rinacque in lui quel forte sentimento che più di una volta l’aveva spinto oltre i confini del villaggio per proteggerlo, per onorarlo, per saldare quel debito insaldabile che era la vita.


    Mi servono degli shinobi esperti.

    Disse mentre voltava le spalle allo specchio.
    Lesto si mosse verso il più alto degli edifici di Konoha, la grande voliera del villaggio, sapeva che parte di quei volatili si potevano comprare per il tempo di un viaggio, e lui aveva abbastanza soldi per acquistare i più rapidi falchi del villaggio, eccezion fatta per quelli d’emergenza ad uso e consumo del solo villaggio.
    Il primo falco si levò verso Oto, spiegando le ali verso la magione del Colosso dei Mikawa, un alleato prezioso di cui non si poteva fare a meno, si impegnò a scrivere le lettere, cercando di mettere il fuoco ai piedi dei suoi compagni, li conosceva tutti a sufficienza da poterli stuzzicare nel giusto modo. La lettera al Mikawa recitava:


    Konoha ha segreti ben più grandi di quanto la tua rete possa carpirne. Ma per la più grande tempesta sono necessari i lupi più forti. Ti aspetto a Konoha, giungi al più presto non resterai deluso.

    Firmò col suo nome, senza aggiungere altro.

    La seconda missiva sarebbe passata per l’arido deserto, per scovare il vento più forte del deserto, il vento di Suna: Hoshikuzu Chikuma. Il Colosso si ricordava del tappetto rosso, e sapeva che nonostante un po’ di tontoloneria era un concentrato di forza.

    Hoshi. Porta il tuo vento a Konoha, serve il tuo soffio per abbattere la dimora della creatura più pericolosa di tutto il continente. Ti spiegherò meglio al tuo arrivo.

    Nuovamente firmò col suo nome e lasciò volare via il falco. Drake era dentro le mura, il rospo non abbandonava mai il suo stagno. Tuttavia l’avrebbe contattato più tardi, avrebbe dato la massima priorità al vecchio morto nella periferia del quartiere Yamanaka, dopotutto all’arrivo del gruppo ci sarebbe voluto qualche giorno.
    Dopo un frugale pasto si sarebbe diretto sul luogo, il vociare delle persone era sempre indiscreto, e tendendo a sufficienza le orecchie sarebbe facilmente potuto arrivare sul luogo sperando di levarsi di dosso qualcuno di quei dubbi.
     
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