[Gioco] Spore, Parte II

Grado B

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Alkaid69
        Like  
     
    .

    User deleted



    Le Conseguenze della Catastrofe



    Due settimane fa:

    Le urla dell'Uchiha chiamato Sasori rieccheggiavano con insistenza nella buia grotta dove era rinchiuso da ormai un mese. Quattro settimane fa era stato catturato e ora doveva patire giorno dopo giorno le pene dell'inferno per mano di quei mostri. Volevano informazioni di cui non sembravano mai sazi e non si facevano problemi a usare i metodi più brutali per ottenerle.
    « Te lo chiedo un'altra volta. Che aspetto hanno i vostri generali? Di quali poteri sono dotati? » gli chiese l'immonda creatura con la testa così simile ad un pesce.
    Ogni giorno il suo carceriere entrava nella grotta con nuovi strumenti, i suoi occhi a palla sondavano i prigionieri e sceglievano la preda più fragile. Era di nuovo il suo turno, quel giorno; il mostro sembrava averlo preso in antipatia. Questa volta lo aveva appeso a testa in giù e con delle specie di pinze applicava una crudele pressione ai suoi testicoli. Quel dolore lancinante era il forse peggiore che avesse mai provato.
    Più in là, dietro le sbarre della sua cella, giaceva il suo vecchio compagno di squadra e concittadino: Danzou. Quel giorno era svenuto dopo che per cinque interminabili ore il carceriere aveva provveduto a spellargli l'intero braccio sinistro con una lama affilatissima. Anche tappandosi le orecchie non era riuscito a impedire che il suono disperato della sua voce lo raggiungesse. Ma adesso era lui che gridava.
    Prima assieme a loro c'erano altri shinobi, almeno una decina; ma molti non avevano saputo resistere alle torture o avevano esaurito la loro utilità ed erano stati uccisi. Rimanevano forse in cinque o sei; l'Otese ancora non aveva capito se fosse morto o fosse semplicemente in coma.

    Man mano che le ore, i giorni e le settimane passavano, sentiva che anche le ultime speranze di essere salvato andavano svanendo.
    Quanto ancora sarebbe riuscito a resistere a quell'inferno?
    Quando sarebbe finita?


    Oggi:

    Le negoziazioni fra il Paese del Tè e l'Accademia erano finalmente giunte al termine. Dopo l'iniziale decisione della seconda di non intervenire per evitare di essere legata ancora di più all'incidente, aveva dovuto infine riconoscere che un mancato intervento avrebbe portato a dei risvolti molto più pericolosi di quanto non avesse previsto in principio. Il Paese del Tè si era ritrovato ad affrontare una minaccia molto più seria di quanto avesse immaginato, e dopo che tutti i tentativi di sbarazzarsi degli abomini sull'isola di O'haru erano falliti, era diventato chiaro come il sole che un'alleanza con l'accademia era l'unica soluzione possibile se si voleva evitare un'invasione su larga scala di mostri assetati di sangue.

    Le trattative erano andate avanti per giorni, dove gli interessi politici del Tè si erano scontrati più volte con quelli Accademici. Da una parte il Paese del Tè era occupato sia a debellare le invasioni nel proprio territorio da parte degli abomini, sia a inviare navi da guerra a O'haru e aveva perso buona parte del proprio potere economico e militare. Dall'altra l'accademia si era trovata a dover gestire un problema d'immagine: sebbene fossero ancora infondate e poco radicate nella popolazione, cominciavano a girare voci su una possibile implicazione delle arti magiche nella creazione di quella piaga rappresentata dagli abomini; fallire o portare parzialmente a compimento una missione come l'ultima volta avrebbe inflitto un duro colpo non solo alla sua immagine, ma anche a quella dei ninja in generale, e si sapeva benissimo cosa era successo l'ultima volta che qualcuno aveva deciso che i ninja erano una minaccia più che un vantaggio.
    Il compito degli accademici era complicato e rischiosissimo: mandare un piccolo team sull'isola, scoprire la gravità della minaccia, recuperare i due genin scomparsi e se possibile trovare un metodo per sterminare definitivamente gli abomini.
    A ciascun villaggio era stata data la possibilità di impegnarsi o meno nella "guerra" e quindi inviare un proprio candidato per la missione; ma anche i villaggi avrebbero volentieri evitato un'implicazione con l'incidente.
    Per questo motivo gli shinobi scelti per la missione non conoscevano l'identità, il numero o la provenienza dei loro futuri compagni di squadra.
    Era stato ordinato loro di presentarsi al Palazzo del Damiyo del Tè con il volto e il corpo coperti da maschere e mantelli, e non avrebbero dovuto rivelare la loro identità fino a quando la missione non fosse ufficialmente iniziata. Quindi anche se alcuni provenivano dallo stesso villaggio, erano stati inviati a Palazzo con tempistiche diverse per impedire che si riconoscessero prima del tempo. Si trattava a tutti gli effetti di un lavoro in incognito.





    Il primo obbiettivo era dunque dirigersi al Palazzo del Damiyoworld22copy , nei pressi del Porto di Degarashi.
    A ciascun di loro era stato fornita una diversa pedinaworld22copy del gioco preferito dal Damiyo: il Pai Sho. Normalissime pedine di un gioco antichissimo, almeno in apparenza.
    All'arrivo dovettero presentare ai cancelli la pedina e la parola d'ordine, anche quest'ultima diversa per ciascuno di loro.
    Superata l'entrata e attraversati gli enormi giardini del palazzo, furono smistati in sale d'attesa separate, e solo quando l'ultimo candidato fece la sua comparsa, vennero chiamati nella stanza principale. Lì il Damiyoworld23copy li avrebbe accolti annuendo più volte mentre uno ad uno entravano nella grande sala.
    Il Damiyo era un uomo di mezza età, basso e tozzo, e non ispirava grande fedeltà o reverenza. Era seduto all'estremità di un lungo tavolo in legno pregiato, sul quale era adagiata una larga mappa della penisola e delle isole facenti parte dei territori del Tè.
    Alla sua destra campeggiava la figura ben diversa di un individuo che di sicuro doveva essere un alto ufficialeworld23copy dell'esercito.
    Alla sua sinistra, invece, con sguardo sdegnato un altro individuoworld23copy squadrava i nuovi arrivati senza lasciare spazio alla cordialità.
    Il Damiyo esordì: « Prego, prego, accomodatevi » fece cenno con la mano agli shinobi di sedersi sui cuscini appositamente disposti attorno al basso tavolo « Vi ringrazio per essere giunti con così grande celerità al mio umile palazzo... » l'iniziale sorriso del padrone di casa svanì per essere rimpiazzato da un tono grave « Sono tempi oscuri, miei cari shinobi. Credo sia utile lasciar da parte i convenevoli, come vi sarà sicuramente stato detto è imperativo che non vi presentiate a noi... Sì... dunque... il nostro Paese è, come saprete, afflitto da un'orrenda piaga... gli abomini, così vengono chiamati, terrorizzano ogni giorno di più i miei sudditi e presto potrebbero espandersi in altri continenti. Questo è sicuramente qualcosa che dobbiamo evitare... a qualunque costo. Ma il generale Hao saprà dirvi molto di più in merito. »
    L'uomo alla sua destra si schiarì la voce ed esordì anche lui: « Sì, grazie mio signore. Sono il generale Hao delle forze armate del Tè, sono stato il principale artefice dei trattati fra noi e l'accademia per quanto concerne questa missione. Vi è stato chiesto di presentarvi qui in incognito perché ogni vostra implicazione in questa missione deve restare un segreto. Se noi tutti fossimo malauguratamente catturati e interrogati da terze parti in futuro potremmo rivelare informazioni su di voi che la vostra accademia non intende far fuoriuscire. Per questo vi chiedo di non togliervi le maschere fino a quando non avrete cominciato il vostro lavoro e sarete lontani dalla nostra vista. » il generale si avvicinò al tavolo e con una lunga stecca di legno indicò l'isola di O'uzu e il villaggio di Shiorigakure. « Sono sicuro che siate già stati informati sugli accadimenti di sei settimane fa a Shiorigakure, quindi passerò a spiegarvi cosa è successo nel frattempo. Una volta scoperta l'esistenza delle mutazioni chiamate Abomini, un manipolo di duecento soldati è stato inviato a Shiorigakure per riconquistare il villaggio e cercare dei superstiti. Grazie all'intervento di uno dei vostri camerati, almeno una ventina di superstiti erano già riusciti a raggiungere il tempio di Todoroki e a mettersi al sicuro dagli abomini, ma per il resto a Shiorigakure non abbiamo trovato anima viva. Soltanto due cadaveri umanoidi sono stati ritrovati, abomini di certo, e alcuni esperti hanno tentato di studiarli. Per nostra sfortuna, però, non sono riusciti a scoprire le cause della mutazione, né un modo per curarla. Abbiamo appurato che gli abomini hanno quartier generale sull'isola di O'haru, alcune centinaia di metri a sud di O'uzu, ma ogni nostro attacco è stato sventato. Via mare, via aria, le loro difese sono impenetrabili e il loro numero non sembra mai diminuire. Inoltre, da circa quattro settimane hanno cominciato ad attaccare i nostri villaggi su più grossa scala: arrivano nella notte, rapiscono quanti più abitanti possono e li imbarcano sulle loro navi per portarli sulla loro isola. Una volta lì sembra vengano ridotti in schiavitù per costruire edifici o armi, e chissà quali altre diavolerie. L'ultimo team in avanscoperta è riuscito a inviarci queste poche informazioni prima di essere brutalmente trucidato. Il vostro compito sarà infiltrarvi sull'isola e scoprire esattamente con cosa abbiamo a che fare. Numero, capacità, metodo di creazione, una maniera per debellarli. E' una missione d'alto rischio, quasi un suicidio. Confidiamo comunque nelle vostre capacità... il motivo per cui siete stati sollecitati ad agire solo ora è- » « Hem, hem » « Sì, consigliere Long Feng, ha forse qualcosa da aggiungere? » disse irritato il generale all'altro individuo, quello alla sinistra del Damiyo, che si era appena schiarito la voce attirando l'attenzione di tutti. Lui però di tutta risposta si rivolse soltanto al damiyo: « Mio signore, prima di rivelare il nostro piano a questi individui, non dovremmo prima... » come se si fosse improvvisamente ricordato di qualcosa, il damiyo spalancò gli occhi e sentenziò: « oooh, certo, certo! Come ho potuto dimenticare! Miei cari shinobi, vi prego, porgete al mio consigliere, Long Feng, i vostri pezzi di Pai Sho » Una volta che le pedine fossero state in mano sua, il consigliere le avrebbe esaminate con attenzione una per una, e poi avrebbe chinato leggermente il capo facendo cenno al generale di continuare « Come dicevo, il motivo per cui siete stati sollecitati ad agire solo ora è uno soltanto: fino ad ora non eravamo riusciti a prevedere i loro attacchi ai nostri villaggi, ma grazie al sacrificio di alcuni uomini siamo riusciti a scoprire il loro prossimo obbiettivo » indicò con la stecca un punto a sud nel paese del Tè « Il piccolo villaggio di Karakura. Abbiamo già provveduto a svuotare il villaggio, e al suo posto abbiamo rinchiuso in ogni casa alcuni detenuti con sentenza di morte. Sì, sacrificheremo questi rifiuti della società, spacciandoli per normali abitanti, per darvi una maniera di infiltrarvi sull'isola. E' l'unica maniera, lasciarvi catturare assieme ai detenuti e farvi deportare sull'isola come schiavi. Da lì starà a voi trovare un modo per portare a termine la missione. » Questa notizia sarebbe stata forse sorprendente e inaudita alle orecchie degli shinobi, i quali sicuramente avrebbero avuto parecchie domande, ma intanto il generale continuò: « Restare in incognito il più a lungo possibile è imperativo, ecco perché ogni vostro equipaggiamento dovrà essere stipato dentro alcuni rotoli ed evocato una volta sull'isola, se vorrete portarlo con voi. Di questo si occuperà Long Feng, il nostro esperto in queste arti... Sono sicuro che avrete delle domande, non è tutti i giorni che vi si chiede di affrontare un compito di questo calibro con tali premesse. Vi prego, domandate pure tutto quanto senza problemi. »



    Due settimane fa

    « Quello che ti sto dicendo, bambina, quello che ti sto dicendo è che qui ci sono buone probabilità di farsi un sacco di soldi io e te. » la ragazza degli origami era in quella locanda da dieci minuti scarsi e già si era impregnata del lezzo di fumo che infestava quel luogo dimenticato da dio « Questi abomini, sono reali. Ci sono voci che girano, ti dico, bambina, vere bombe. Immagina, controllare un esercito di mostri. Quante possibilità? Quante occasioni? L'accademia si sta muovendo, dicono di volerli debellare ma credi a me, vorrebbero controllarli anche loro. A quel punto nessuno potrà più opporsi e tanti saluti alla parità dei diritti! Qui sta per scoppiare una guerra, bisogna decidersi a seguire fin da subito il flusso della corrente per non essere schiacciati dopo. Bisogna prevederle queste cose. »
    Il suo informatore l'aveva mandata in quel posto promettendole occasioni imperdibili; cinquecento ryo spesi bene, diceva lui.
    Doveva cercare un certo Kazuya-sanworld22copy , il cogestore della locanda "Fiore di Loto", nei territori meridionali di Ame. Lì il vecchio Kazuya-san le aveva rivelato le voci che giravano sugli abomini e il loro potenziale bellico. « Ascolta, bambina, ascolta, tu mi dai 1500 ryo ora, e io ti trovo un modo per metterti su quell'isola infernale... e poi altri duemila se torni viva e hai trovato qualcosa di interessante. Dammi tre giorni. Fra tre giorni torni qui e ti faccio sapere come fare a fregare gli accademici. Facile, facile... »

    Tre giorni dopo Kazuya-san aveva mantenuto la promessa, e se fosse tornata avrebbe esordito: « Allora, senti bambina, sentimi, qua la faccenda si fa seria. Il Tè ha scoperto che quelle cose vogliono attaccare un loro villaggio e ci hanno infilato dentro tutti i peggiori criminali di questo continente per farli trasportare sull'isola e fare un favore alla società. Ma dietro questo motivo più... correttivo, ce n'è dietro un altro, in quel villaggio ci staranno anche degli accademici, e quei pazzoidi vogliono farsi catturare assieme ai criminali e infiltrarsi in quella maniera sull'isola. Devo dire che è alquanto ingegnoso... non ci sono altri modi se non quello, dicono... ora, ti propongo due strade: la prima è che ti faccio passare per criminale e ti faccio mettere in quel villaggio... l'altra è che ti faccio passare per accademico, intercettiamo un paio di piccioni viaggiatori e modifichiamo un po' la loro... percezione della realtà... boh, fai finta di lavorare con loro, l'unione fa la forza, qualcosa del genere, poi gli metti i bastoni tra le ruote... tieniti stretto gli amici e ancora più stretto i nemici, o qualcosa del genere, no? Se tu vuoi portare i tuoi gingilli non c'è problema, ho un amico che per un prezzo ti mette addosso qualche scritta e boom, armi in ogni momento. Boh, decidi tu bambina. Fammi sapere. »

    In base alla risposta della ragazza, Kazuya-san l'avrebbe aiutata a prendere una nuova identità: la giovane e spietata assassina seriale del Tè, o la giovane chunin Kiriana, o anche Otese.
    Nel primo caso sarebbe stata fatta arrestare e rinchiudere a Karakura; nel secondo si sarebbe dovuta dirigere al Palazzo del Damiyo in quanto accademico (avrebbe ricevuto la pedina di Pai Sho e la parola d'ordine da presentare ai cancelli).

    A lei la scelta.

     
    .
96 replies since 4/11/2012, 04:22   2475 views
  Share  
.