[Gioco] Spore, Parte II

Grado B

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  1. - Hohenheim -
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    B Rank Quest
    Missione Suicidio
    Città portuale di Degarashi, Paese del Tè



    In sostanza, i vecchiacci lo avevano fregato un’altra volta. Hohenheim lo sapeva: era morto, poi risorto ed ora le teste di Suna non si fidavano un gran che di lui. Amen. Per questo lo mandavano nelle missioni più pericolose, riempendosi la bocca di frasi del tipo: “ Dimostraci il tuo valore e riconquista la nostra fiducia!”. Intanto il chunin doveva beccarsi ogni sorta di compito. Questa volta, la faccenda sembrava essere particolarmente complicata. A sud di Kiri, nell’isola di O’uzu si era formato un piccolo esercito di mostri, chiamati Abomini, i quali stavano devastando il paese del Tè. L’Accademia aveva già mandato degli uomini per occuparsi della faccenda, con il risultato che due genin erano stati catturati e da più di un mese erano in mano ai nemici. Hohenheim poteva solo immaginare quali sofferenze stessero patendo. Intanto, anche per evitare che delle notizie riguardanti il mondo ninja trapelassero all’esterno, una nuova squadra doveva essere mandata per risolvere la faccenda, ovvero recuperare i genin e, se possibile, debellare la minaccia Abominio dalla faccia del mondo. Alcune voci dicevano che quelle creature fossero il frutto di esperimenti legati alle arti ninja, anche per questo c’era una certa preoccupazione che aleggiava su questa missione. Sostanzialmente, era un rogna che i villaggi non volevano affrontare o, come nel caso di Hohenehim, che i villaggi affidarono a gente scomoda.
    Difatti, il bambino di Suna, si presentò nel luogo dell’appuntamento, seguendo tutto l’iter che era stato predisposto per l’incontro: identità celate, tessere e parole d’ordine. La tappa di incontro era il palazzo del Damiyo, nella città portuale di Degarashi. All’ingresso mostrò la sua pedina e pronunciò le parole che gli avevano insegnato, così gli fu concesso di entrare. Una stanza nel grosso palazzo era stata riservata per lui, aspettando che l’incontro con i vertici del Paese del Tè avesse luogo. Durante l’attesa non venne nessuno, il che fece intuire al chunin che gli altri partecipanti alla missione avevano ricevuto un trattamento analogo al suo; per cui l’artista passò il tempo prima dell’incontro a leggere. Quando venne il tempo, fu condotto in una sala dove lo aspettavano altre figure mascherate, nonché tre uomini. Gli indumenti che portavano, il modo in cui erano disposti, le espressioni dei loro volti nonché la corporatura, fecero intendere immediatamente al bambino quali ruoli ognuno di quei tre ricoprivano. Ad ogni modo, il chunin si accomodò in silenzio al lungo tavolo capeggiato dalla quasi insignificante presenza del Damiyo.
    In breve tutta la faccenda fu snocciolata. Hohenheim ascoltò con attenzione tutto quello che le tre figure avevano loro da dire. Come aveva capito fin dall’inizio, quella faccenda non sarebbe stata una passeggiata. La conclusione del monologo del generale Hao fu che grazie all’azione di un gruppo di suoi uomini, si era scoperto che il prossimo bersaglio degli abomini era un villaggio chiamato Karakura. Il centro abitato era stato evacuato dei civili, i quali erano stati rimpiazzati da detenuti con pena di morte. I ninja si sarebbero dovuto far catturare insieme ai detenuti, ed in questa maniera riuscire ad entrare all’interno delle difese nemiche. Una volta all’interno, avrebbero dovuto recuperare i due genin, valutare la forza bellica costituita dagli abomini e quindi, se possibile, distruggerli.
    Hohenheim trovava piuttosto crudele il sacrificio dei criminali, tuttavia non avrebbe questionato la faccenda. Ciò che più lo premeva era il discorso legato alle armi. Farsi catturare implicava che i ninja non avrebbero avuto equipaggiamento. Questo, per il sunese, poteva essere un problema giacché il suo potenziale bellico e tattico sarebbe stato grandemente diminuito. Hao aveva pianificato di poter far entrare le armi attraverso dei rotoli di evocazione, tuttavia il meccanismo non era perfettamente chiaro al chunin.
    Sfruttando la capacità di distorcere la voce di bambino [Ventriloquio] disse ai presenti:

    “ Stipare le armi dentro dei rotoli… certo. Quindi fatemi capire bene. Confiniamo le nostre armi in dei rotoli di evocazione. Durante l’invasione di Karakura li terremo con noi oppure no? Nel primo caso è quasi sicuro che gli Abomini ci toglieranno tutto quello che non sia la nostra pelle, se saranno gentili ci lasceranno i nostri indumenti: dovremo quindi ritrovarli nel campo nemico? Nel secondo caso avete un modo per teletrasportare questi rotoli direttamente a noi, non conoscendo la nostra posizione esatta?”



    Questi erano i suoi dubbi maggiori, espressi con voce atona.
     
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