[Gioco] Spore, Parte II

Grado B

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  1. - Hohenheim -
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    Preludio all'attacco
    Karakura, Paese del Tè



    Le domande del chunin innescarono una serie di reazioni negli altri presenti alla discussione, nonostante non fosse sua intenzione. I suoi dubbi miravano veramente a capire come si dovesse gestire il sistema di trasporto delle armi, giacchè non era stato specificato, e non certo a muovere critiche. Al contrario, almeno un'altra persona attaccò pesantemente la strategia formulata da Hao, ed un'altra chiese di modificare la maniera con la quale trasportare i rotoli. Un terzo ninja, invece, ripose prontamente di essere a favore del piano del generale, mentre un altro rimase in silenzio. Per quello che riguardava Hohenheim, anche lui pensava che il piano dello shinobi che aveva parlato subito dopo di lui era avventato e avrebbe potuto portare pochi benefici. Inoltre, sembrava essere una tesa calda, comunque un soggetto abbastanza pericoloso all'interno della missione. Il bambino sperava che tutta quell'energia l'avrebbe mostrata anche contro i nemici. Il compagno che gli fece la migliore impressione fu quello che, durante il meeting, si era messo a fumare: sembrava parlare con raziocinio ed anche una certa esperienza. Sfortunatamente, sembrava che tra le due persone che maggiormente lo avevano colpito non corresse buon sangue (il che implicitamente voleva dire che si conoscevano).

    Ad ogni modo, le chiacchiere dei presenti innervosirono non poco il generale e l'odioso consigliere. Nonostante ciò, essi risposero in maniera soddisfacente ai dubbi del bambino. A quanto pareva c'era un sistema per disegnare i rotoli sul corpo delle persone, probabilmente sfruttando un qualche tipo di fuinjutsu. Hohenheim era quasi completamente digiuno di queste arti, per cui non era a conoscenza di questa possibilità: ora che lo sapeva, per lui il piano era perfetto! Perciò disse:

    “ Mi spiace che dalle mie parole sia trasparita un'arroganza che non mi appartiene. Chiariti i miei dubbi, il piano per me va bene. Del resto il doversi far carico di una dose di rischio, fa parte del gioco.”



    E questo era quello che aveva da dire sulla faccenda. Del resto, da quelle prime battute iniziali, aveva già inteso che, alla fine, il piano sarebbe stato quello proposto dal generale, il quale senza dubbio conosceva meglio la situazione e aveva ragionato e pianificato attentamente il da farsi. Se quindi nessuno avesse avuto nulla da aggiungere, il chunin sarebbe poi andato dal consigliere per farsi tatuare addosso il suo equipaggiamento. Nei sigilli avrebbe messo tutto: le sacche di argilla, le protezioni, i tonici, il D-visor e così via. L'unica cosa che avrebbe tenuto con se era una minima quantità di argilla [5 slot dimensionali], che avrebbe fagocitato e conservato all'interno delle due bocche che aveva posizionate sui palmi, e che funzionavano come bocche normali.

    […]



    Una volta che tutti i ninja ebbero completato quel piccolo rituale, il Damiyo diede l'ordine di scortarli a Karakura come fossero dei prigionieri. Il chunin, che ora si ritrovava con un bel sigillo dietro l'orecchio sinistro, per metà nascosto dall'orecchio stesso, l'altra metà nascosta dai capelli, iniziò quindi la marcia verso la fantomatica Karakura. Durante il viaggio non disse nulla, se non interpellato.

    Karakura sorgeva su una vallata circondata da montagne. Era un villaggio povero, fatto per lo più da baracche, qualcuna rinforzata recentemente per via degli avvenimenti che stavano flagellando quelle terre. Quando raggiunsero la casa che li avrebbe ospitati, era notte fonda. Passando tra le strade del paesino, il chunin percepì la presenza di persone che li scrutavano dalle abitazione: ovviamente erano i detenuti. Le guardie che viaggiavano con loro li condussero fino alla porta, quindi li spinsero rudemente all'interno:

    “ E con questo la sceneggiata è conclusa”



    L'abitazione aveva due piani ed era completamente accessoriata/ fornita di tutto quello che serviva per potervi resistere svariato tempo.

    Vennero lasciati soli. Ad Hohenheim non era piaciuto come la faccenda era stata gestita. Il ninja che aveva parlato dopo di lui aveva idee strane in testa, ma aveva ragione nel dire che la squadra doveva conoscere la squadra. Di fatti, in quel momento il bambino sentiva che i membri del team non erano uniti come avrebbero dovuto, proprio per via della, se possiamo dire in questa maniera, prima impressione, oltre che per dissapori pregressi tra alcuni componenti del gruppo. Certo si erano tolti da un po' la maschera (entrare con quella all'interno del villaggio avrebbe fatto insospettire i detenuti), ma le cose non erano migliorate. Fu per questo, per il bene della squadra e della missione, che il bambino decise di prendere la parola. Chissà come avrebbero reagito i ninja, vedendo quel bambino di 10 anni! Tuttavia avrebbero fatto bene a non sottovalutare colui che avevano di fronte. Lui era Hohenheim, artista dell'argilla esplosiva, chunin e guardiano di Suna, membro delle squadre speciali della Sabbia, i Sand Scorpion, nonché possessore di uno degli inestimabili Kiseki. Inoltre, se avevano visto quello che era successo all'Accademia, certamente non avrebbero sottostimato la sua potenza di fuoco!!

    Non si presentò, ovviamente, in questa maniera: sia perchè era un tipo fondamentalmente modesto, ma anche perchè non riteneva necessario sottolineare così precocemente le sue abilità. Si rivolse al ninja, che per statura, riconobbe essere quello che aveva parlato dopo di lui:

    “ Nemmeno a me piacevano tanto quelle maschere!”



    Rivolgendosi quindi a tutto il gruppo avrebbe aggiunto:

    “ Io sono Hohenheim, chunin di Suna.”



    Dopo di lui parlò un ninja chiamato Atasuke. Lui era l'unico che era tornato sulle due gambe dalla missione precedente! Un semplice genin, il quale evidente doveva avere qualcosa di speciale per essere arrivato vivo fino a quel momento. Hohenheim pensava che il grado non fosse necessariamente sinonimo di esperienza, e tuttavia sperava che il foglioso non fosse semplicemente un tipo da difendere. Se c'era una cosa certa, era che aveva delle informazioni di prim'ordine. In breve vennero ragguagliati sulle capacità sommarie del gruppo avversario, nonché dell'organizzazione in seno ai nemici. Questo era molto utile: in particolar modo, il chunin trovò particolarmente illuminante il sapere che un'apparenza mostruosa non era l'unica veste che quelle creature potevano assumere. Aveva inoltre una domanda:

    “ Qual è la possibilità che in questo attacco compaiano anche gli avversari di alto grado?”



    Intervenne anche il ninja chiamato Raizen, la testa calda, se vogliamo. Eccetto il modo di parlare un po' diretto e scortese, il chunin non ebbe nulla da commentare sulle sue parole. Invece disse:

    “Hao dice che con questo trucchetto riusciremo ad arrivare all'interno delle fila nemiche, ed io gli credo. Tuttavia, da lì in avanti potremo solo contare l'uno sugli altri. Onestamente ho visto che ci sono già degli attriti tra qualche componente del gruppo. Mi sembra scontato dire che queste divergenze non dovranno aver posto in questa missione”



    Si fermò un attimo su quelle parole, in maniera che tutti capissero l'importanza che lui attribuiva al fatto di fare gruppo.

    Per quanto riguardava l'organizzazione del team, Hohenheim preferiva la classica struttura verticale, ma le missioni che aveva affrontato gli avevano insegnato che difficilmente le persone accettavano quel tipo di gerarchia. Per cui lui avrebbe appoggiato qualsiasi jonin di fosse proposto come capogruppo, in alternativa si sarebbe proposto lui stesso come capitano. Se invece la maggioranza voleva agire con un'organizzazione orizzontale delle responsabilità e del comando, avrebbe accettato questa disposizione senza problemi. Se interpellato circa le sue abilità, il chunin avrebbe detto:

    “ Il mio campo di competenza è il combattimento su lunga e lunghissima distanza. Se avete necessità di creare un diversivo con i fiocchi, oppure dovete radere al suolo una qualsiasi struttura verticale, oppure si tratta di abbattere un gran numero di avversari potete rivolgervi a me. Posso fornire trasporti di mezzi e persone, sebbene in maniera limitata, e credo di poter lavorare bene nelle infiltrazioni e nelle ricognizioni."

     
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