New Kiri Order

Parte 1 - Rinascita

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  1. leopolis
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    Le grigie nubi non lasciavano mai presagire qualcosa di buono. Tantomeno se ci trovavamo vicino ad Ame.



    × Off-Game ×


    × Legenda
    Narrazione
    °Pensieri°
    «Dialoghi»


    L'eterna pioggia di Ame mi piaceva abbastanza da farmi sentire a casa. Certo, non vi era l'eterna nebbia kiriana a calmare e rendere tranquillo e silenzioso il mio animo (cosa questa che tra l'altro mi mancava non poco); ma dovevo ammettere che le gocce di pioggia, pur infondendo in me uno stato emozionale diverso, riuscissero comunque a farmi tornare in mente le immagini, e ricordi, di quel che Kiri fu per me. La pioggia, del resto, era un fenomeno poetico, e bello. Come la nebbia, poteva presentare un significato più ampio, e profondo. Pian-piano - ne ero certo - mi ci sarei abituato, anche se nulla mi avrebbe mai sostituito la mia amata Kiri.

    Camminai dietro il bambino per un po'. Non molto a dir la verità. Giusto il necessario per capire che il suo comportamento era del tutto normale. Un bambino come un altro, in fondo. Camminata tranquilla la sua. In mezzo a tutto quel casino di assassini, traditori e shinobi caduti in disonore, un bambino non poteva mantenere una tale tranquillità d'animo. Era abbastanza irreale, il che mi fece pensare che non sapesse dove si trovava. Scartai comunque quest'opzione, era abbastanza improbabile. Mi diede modo anche di capire che non era originario di Ame, poiché attraversò le mura uscendo dalla Città. Una specie di ironia della sorte: fortuna che non toccava a me il turno alle mura in quei giorni. Dal canto mio, cercai di mantenermi il quanto più possibile distanziato da lui. Non dovevo, certamente, perderlo d'occhio, ma nemmeno di essergli troppo vicino per far destare in lui dei sospetti.
    L'intuizione che quel ragazzino non fosse un normale comune ragazzo come tutti, crebbe comunque in me nel mentre camminavo seguendolo. Volli quasi gettarmi contro di questo, in modo da catturarlo e finire la storia. Tuttavia, non lo feci. Troppi rischi, troppi occhi puntati. E se era davvero solo un innocente bambino?.. Chissà qual'era il sangue che scorreva nelle sue vene.


    °Vuoi vedere il colore della sua Energia Vitale, Seinji?°



    «No. Non ancora. »



    Lo seguii per circa 100 metri dalle mura di Ame, verso Sud. Nessun cenno, il tutto nella norma - a parte, ovviamente, il diluvio che sarebbe enuto da li a poco. Improvvisamente, il bambino si voltò verso di me. Probabilmente, un unico ingenuo sguardo per constatare che anche io mi muovevo assieme a lui nella sua stessa direzione. Meno probabile che abbia scoperto la mia presenza con altri metodi.
    Più curioso, decisi di proseguire. Da lì in poi, si prospettava un gioco di astuzia; uno di quelli che amavo non poco.
    Se era colui che io cercavo per usarlo come uno strumento per i miei fini, l'avrei scoperto da lì a poco.


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    Nonostante i miei occhi fossero puntati dritti sul soggetto, non mi fermai né rallentai la mia camminata. Se l'avessi fatto, il bambino avrebbe probabilmente compreso che lo seguivo; un'eventualità, questa, da scongiurare. Continuai a camminare tranquillamente in avanti, salutandolo semplicemente quando questi si voltò per vedermi, o per osservarmi.
    Gli sorrisi, cercando di far finta di nulla.


    «Brutta giornata, eh?»



    Gli chiesi, cercando di sembrare il quanto più possibile amichevole verso di lui [Recitazione] Modulai il tono della mia voce in modo da farla sembrare il quanto più possibile gioiosa e solare. Avrei dovuto avere la fiducia di quel tipo, in modo da capirne i segreti più intimi. Poi, sarei passato senz'altro a fare il mio dovere: la mia rinascita era un obbligo.
    Qualcuno si sarebbe fatto male quel giorno, ormai ne ero quasi certo. Quando il Demone chiede sangue, tu devi darglielo. Del resto le grigie nubi non lasciavano mai presagire qualcosa di buono. Tantomeno se ci trovavamo vicino ad Ame.



    Abilità utilizzate:

    CITAZIONE
    Recitazione [1]
    Abile: L'utilizzatore può modulare a piacimento il proprio timbro vocale, riuscendo a parlare come una persona molto più giovane o anziana di lui, del sesso opposto, o impersonando una persona specifica. L'utilizzatore possiede alcune conoscenze di recitazione. Questa conoscenza presuppone comunque un margine di errore, di mal'interpretazione.

    [Da Genin in su]
     
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9 replies since 15/11/2012, 16:57   137 views
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