Le Zanne di Son Wukong

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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Le Zanne di Son Wukong
    Invasione del Tempio, Rapimento della Vittima



    I

    Si narra che Son Goku, il leggendario gorilla, sia stato imprigionato per ordine dell'Imperatore di Giada sotto la Montagna dei Cinque Elementi da Tathāgata Buddha per circa cinquecento anni e che ora qualcuno vegli da allora il giovane uomo dai capelli rossi strabuzzò appena gli occhi davanti al foglio di carta su cui erano scritte quelle informazioni, quindi lo appallottolò e lo lanciò contro un ragazzo con i capelli bianchi il quale parò il foglio di carta con un gesto stizzito.
    Natsu-san, non dovrebbe essere così precipitoso nel buttare via le informazioni che lo Yonga le ha fornito disse il ragazzo aprendo la palla di carta fatta da Natsu per ripiegare poi il foglio e rimetterselo in tasca.
    LaWN
    Informazioni?? Tsubasa, quelle sono un sacco di boiate! Quella bestia esiste, va bene, ma secondo te è stata per cinquecento anni rinchiusa in una montagna? Ma ti sembra plausibile? E tutti quanti quelli che l'hanno usata?!
    Tsubasa non si scompose ma limitò a stringere le spalle, incrociando poi le braccia dietro la testa per coricarsi sulla coperta che avrebbe usato come materasso per quella notte nel deserto. Se non avesse isolato minimamente il suo corpo il gelo notturno del deserto l'avrebbe ucciso e chiedere a Natsu di fare calore avrebbe solo significato far arrostire tutti quanti.
    Domani esploreremo la montagna da fuori Tsubasa, vedremo se comunque c'è qualcosa che corrisponde... anche se è certo che negli ultimi trent'anni almeno un individuo l'ha avuto...
    Davvero Natsu-san? Era da tanto tempo che non sentivo qualcosa del genere. Ero convito che da prima della fondazione che nessuno avesse osato prendere possesso di Son Goku Tsubasa aggrottò le sopracciglia In effetti credo sia perché nessuno sa dov'è finito negli ultimi trent'anni.
    Ah, credo che tu possa saperlo ormai. Dopotutto sei qui disse Natsu coricandosi dall'altra parte del fuoco da campo che illuminava quello scorcio di deserto Circa ventisette anni fa, quando l'Accademia era stata appena fondata e il nostro villaggio da poco distrutto, lo Yonga di allora e altri tre ninja decisero di sferrare un colpo tremendo all'Accademia. Un colpo che però avrebbe richiesto una certa preparazione e molta molta attenzione Natsu fissò il cielo stellato, rievocando le parole che Yamato gli aveva detto poco prima di partire. Una storia che in pochi conoscevano nel Villaggio della Zanna e per un valido motivo: era stato uno dei più disastrosi fallimenti tra tutte le Vendette che si erano cercate di portare avanti. Un atto forse sconsiderato, dettato da un'ignoranza profonda dei segreti di quelle mitiche bestie e dalla foga di placare un dolore più acuto che mai a quei tempi.
    Cioè, Natsu-san?
    Cercarono di rubare all'Accademia uno dei nove bijuu disse Natsu con voce quasi triste E fallirono miseramente.
    Poi tacque. Tsubasa non insisté ulteriormente e chiuse gli occhi. Se era rimasto turbato da quella rivelazione non lo diede a vedere. Il suo pensiero, così come quello di Natsu andava al possibile contenuto della montagna che svettava a pochi chilometri da loro. Un oscuro massiccio con cinque diversi picchi, ognuno diretti in cinque diverse direzioni come le dita di una mano deformata.
    Quella volta non avrebbero fallito la loro missione.


    Il sole era una palla infuocata nel cielo e sfiorava l'orizzonte a ovest. Natsu aveva scalato la Montagna dei Cinque Elementi e adesso si trovava su uno dei cinque picchi. Il più basso e facile da raggiungere. I cinque picchi, rivolti verso l'alto e verso l'infuori convergevano in un'unica depressione centrale al centro della quale sembrava esserci un'enorme grata di metallo rovinata dal tempo. Natsu era certo di poterla rompere con qualche colpo ben assestato ma non era ancora il caso. Mancava ancora il terzo elemento e con esso il povero sfigato che avrebbe dovuto sacrificare la sua vita in nome della Vendetta.
    Dall'alto, all'improvviso, calò Tsubasa silenzioso e preciso come sempre.
    Nessuna traccia di Mokume disse Tsubasa. Natsu rimase impassibile come una statua e tornò alla grata svicolando per un attimo sulla roccia. Tsubasa saltò in maniera incredibilmente alta e atterrò subito dopo affianco a lui con una leggerezza incredibile.
    Sono in quindici lì dentro. La bestia è rinchiusa in una statua disse Natsu, corruciato Non è niente di che alla fine, possiamo conquistare la Montagna nel frattempo.
    Non è un rischio troppo alto, Natsu-san? Non sarebbe meglio aspettare Mok... Per una volta tanto, taci. Ci sono quindici persone di scarso livello che sorvegliano la statua, la mia Kagebunshin ha esplorato tutto quanto c'era da esplorare Tsubasa. Se dico che possiamo farcela, direi che possiamo farcela. Tu calerai dall'alto ed io li arrostisco. Intesi?
    Mi avevano detto che eri un folle, ma credevo che vi atteneste scrupolosamente alla missione che lo Yonga le ha dato. Non vorrete deluderlo spero.
    Natsu fece un sorriso. Un sorriso sinistro.
    Figurati se voglio deludere Yamaji disse Natsu mantenendo quel sorriso sinistro Ma mi sto annoiando.



    A Suna
    Quale vergogna era tenere celati i suoi capelli! La sua gloriosa capigliatura da Kosagi, di cui andava così fiera era stata mortificata! Era solo un jutsu, vero, e le minacce di Natsu erano state abbastanza esplicite (quanto i suoi ordini), ma la Kosagi non riusciva ad accettare che i suoi capelli biondi fossero conciati in maniera così... normale. Gli occhi azzurri erano corrucciati mentre seguiva il flusso della gente, facendosi trasportare per la strada principale del Villaggio della Sabbia alla ricerca di una persona adatta.

    mokume1


    Uff... disse la Kosagi che di nome faceva Mokume Non riesco a trovare nessuno adatto la giovane era a Suna ormai da tre giorni alla ricerca di un uomo, ragazzo, persino di un bambino adatto allo scopo.
    Il foglio dinanzi a se non sembrava reagire a nessuna della gente che aveva attorno a se. Possibile che in tutta Suna non ci fosse un uomo con il chakra abbastanza stabile da poter sopportare un sigillo?
    Forse era per questo che a Suna negli ultimi trent'anni c'erano stati così pochi Jinchuuriki. Del resto dopo la morte dell'uomo che portava il Rokubi la povera Suna, così martoriata dalla storia non sembrava avere fortuna nemmeno nella ricerca delle sue armi.
    Mokume voltò in una via più fresca, meno battuta dal sole sunese, dove vi erano solo tre persone. Due di loro, due donne abbastanza giovani, erano intente e parlare. Mokume restò un attimo ferma, giusto il tempo di carpire parte dei loro discorsi.
    Ma non mi dire... Davvero li ha cacciati?
    Sì, quel ragazzetto è stato davvero bravo, anche se devo dire che erano solo un'accozzaglia di gente senza coraggio poi sospirò Dovrebbe esserci più gente come lui quindi fece cenno al ragazzino di spalle che camminava per la sua strada.
    In quanti erano? Tre? Quattro?
    Sì, ma nessuno di loro era un ninja per fortuna la ragazza si strinse le braccia Lui invece deve esserlo, insomma, li ha scacciati facilmente...
    Evidentemente erano teppisti senza spina dorsale mia cara. Andiamo a casa adesso, su... e le due donne si mossero.
    Mokume fu incuriosita abbastanza da iniziare a seguire quel ragazzo così generoso. Aveva perso le speranze di trovare un contenitore adatto, ma quell'ultimo tentativo valeva la pena di essere fatto. Prese così il piccolo foglietto e lo tenne su due dita, quindi lo puntò verso il ragazzo, a pochi metri da lei.
    Il foglietto vibrò e si accartocciò, scomparendo in una fiammata.
    Mokume sorrise.
    Era il suo uomo.

    Le due ragazze erano sparite nel flusso della strada quando Mokume tossì per attirare l'attenzione del giovane. Ormai era proprio alle sue spalle.
    mokume2
    Scusami... disse allora per farlo girare, cercando di far sembrare il suo sguardo quanto più innocente possibile. Girò appena il capo, così da controllare che non arrivasse nessuno.
    La strada era decisamente libera.
    Ho sentito da quelle ragazze di prima che sei stato coraggioso ed ecco... fece finta, quanto meglio le riusciva di arrossire quindi sorrise appena. Un sorriso malvagio.
    Non è che potresti accompagnarmi... all'inferno?
    Non aveva nemmeno finito di fare quella domanda che Mokume aveva creato un pericolosissimo costrutto piumato dietro il suo gomito. Era molto vicina al giovane malcapitato. Fece esplodere quelle piume e il braccio scattò spinto da quella forza proprio verso lo stomaco di lui [Slot Azione], seguito subito dopo da un nuovo caricamento questa volta dietro la gamba, a cui seguì un calcio dalla velocità e dalla forza a dir poco spaventosi diretti alla testa, al solo scopo di far svenire il povero malcapitato [Slot Azione] seguito da una ginocchiata portentosa nuovamente sul volto [Slot Azione].
    E pensare che doveva anche trattenersi! Difatti se per caso il povero sarebbe svenuto per i primi due colpi, il terzo non avrebbe avuto luogo.
    Perché voleva dire che probabilmente gli avrebbe fatto esplodere la testa.
    Non deluderò Natsu-sama
     
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    Le zanne di Sun Wukong

    { Post Primo
    Suna }


    Per una volta si trattava di una giornata tranquilla nella mia vita. Diverse avventure si erano succedute da quando avevo deciso di diventare un ninja. Il ritorno dalla tomba di Hohenheim, il mio primo sensei oltre che vecchio amico, e il corso genin con i tre ninja di konoha. Grandi disavventure, dalla cecità di Emiko alle due settimane passate come un recluso in accademia all'arrivo di Shizuka... insomma, finalmente la mia vita era tornata alla tranquillità e potevo di nuovo dedicarmi alla mia arte.

    Avevo numerose opere in arretrato ed ero ansioso di rimettermi in pari con la mia produzione artistica, oltre che provare a sperimentare numerose nuove idee che mi erano venute in mente.

    Tuttavia un artista, come un ninja, era pur sempre un uomo e come tale aveva bisogno di mangiare. E proprio per quel motivo mi trovavo nel mercato di Suna: acquistare delle cibarie che mi sarebbero dovute bastare per la settimana successiva che avrei passato a creare la mia opera successiva.

    Purtroppo, anche se allora non lo sapevo ancora, non sarebbe andata proprio così.

    Avevo appena finito di raccogliere un po' di frutta che tenevo in un sacchetto, e decisi di svoltare in una via un po' meno soleggiata. Anche se ci ero abituato comunque dopo un po' il caldo di Suna dava fastidio. A circa metà della via notai due giovani donne e tre delinquenti, facilmente identificabili dallo stile e dalla capigliatura orrenda, una gigantesca cresta violacea, oltre che dai numerosi tatuaggi ricalcanti teschi, fiamme o simili.

    I tre stavano facendo delle evidenti avances alle due donne, oppure era semplicemente un modo per convincerle a lasciar loro un po' di soldi, probabilmente per pagarsi del fumo o qualche altra sostanza simile.

    Le due donne stavano indietreggiando ma si vedeva che i tre non avrebbero mollato presto il bottino.

    Dovevo fare la cosa giusta? Salvare persone in pericolo?

    Certo che si. Ero diventato ninja per quello dopotutto. Cercare di aiutare le persone in difficoltà e proteggere chi non poteva proteggersi da solo.

    Però dovevo farlo in modo artistico.

    Avrei continuato a proseguire a testa bassa, piano piano, fino ad andare addosso ad una delle due donne.
    Avrei accentuato la caduta, spargendo frutta ovunque. Un'arancia sarebbe anche andata addosso a quello che sembrava il capo dei tre, con una discreta forza [200]. Avevo infatti sfruttato la copertura dell caduta per lanciargli addosso il frutto, certo che in questo modo sarei divenuto io l'oggetto del suo interesse e che quindi le due donne sarebbero state libere di andarsene.

    -Ahia! Insomma, un po' di attenzione! Datemi almeno una mano a raccogliere qualche frutto!-

    -Dannato! Credi di potermi fare uno scherzetto del genere e passarla liscia? Dovrai pagarmi i danni, ragazzo della frutta!-

    -Ah ti lamenti pure? E che dovrei dire io? Ho sprecato un'ottima arancia sul tuo brutto muso. Dovrei essere io a chiedervi i danni!-

    Sembrava quasi uno spettacolino comico e le due donne stavano quasi per mettersi a ridere.

    -Quindi ammetti di averlo fatto apposta?! Bastardo, se mi chiedi scusa forse ti lascerò andare ancora in vita!-

    -Appunto! Bastardo, se tu mi chiedi scusa allora forse ti lascerò andar via!-

    -Mi prendi in giro? Ragazzi, addosso!-

    Mentre i tre tirarono fuori tre pugnali, io estrassi una corda di canapa.

    -Ehi ehi ehi, quei cosi sono pericolosi. Potreste far del male a qualcuno!-

    -E' proprio quello che vogliamo, bastardo.-

    Il capo tentò di colpirmi al volto con un pugnale, io potei schivare agilmente l'attacco ed avvolgerne il polso attorno alla corda, alla quale poi avrei fatto fare anche un giro intorno alla testa del malcapitato mentre ancora ne tenevo i due capi. Data la mia maggiore forza e la mia abilità nello sfruttare quella singolare arma [Tecnica delle Corde]il teppista non aveva possibilità di liberarsi e, anzi, ogni movimento effettuato con quel braccio non avrebbe fatto altro che stringere ulteriormente la morsa alla gola, oltre a far cadere a terra il coltello. Cosa che feci io, con un rapido movimento della mano sinistra, tirando la corda.

    Il secondo tentò di colpirmi con un calcio al volto. Subii in parte il colpo, bloccando il calcio tra la spalla e il collo e sfruttando la mano sinistra per avvolgergli la caviglia nella corda. Mi svicolai, passando in mezzo alle sue gambe e legandogli la coscia dell'altra gamba con la corda, ma con il capo della mano destra.

    Avevo ancora qualche metro di corda, più che sufficienti per l'ultimo tizio che stava tentando di tagliare un capo con una coltellata. Un rapido calcio alla bocca dello stomaco lo fece desistere e sfruttai la posizione piegata per legargli la corda attorno al collo e poi a farle fare un giro attraverso l'inguine, chiudendo i due capi dietro la sua schiena.

    Erano diventati inoffensivi, e stavano litigando tra loro per decidere come andarsene da quel luogo, cadendo uno sull'altro tra le risate mie e delle due giovani donne.

    -Ahahaah, questo è quello che succede a voler fare i bulletti con le ragazze! Ah, tenete pure la corda, consideratela un pagamento per le risate che mi avete fatto fare.-

    Avrei poi continuato per la mia strada, dopo aver raccolto parte della mia frutta, quella che non era stata calpestata o schiacciata dai tre teppisti nella loro rocambolesca ritirata.
    Quella era proprio una giornata campale! Avevo la mia frutta, mi ero fatto quattro risate, avevo aiutato due signorine in difficoltà ed il tutto senza dover ferire nessuno! Ora mi sarei fatto un bel giretto per il mercato, finito le spese e poi... un bel pranzo. E poi avrei potuto iniziare a lavorare sulla mia scultura. E, perché no, magari premiare quei tre delinquenti trasformandoli in un'opera d'arte!

    jpg
    Ero immerso in questi miei pensieri, che non mi ero accorto della ragazza che mi stava seguendo.

    -Scusami...-

    mi voltai, con un sorriso stampato sul volto

    -Ciao! Come...-

    -Ho sentito da quelle ragazze di prima che sei stato coraggioso ed ecco...-

    -No, non è stato...-

    -Non è che potresti accompagnarmi... all'inferno?-

    un sorrisetto maligno, ed un colpo allo stomaco accompagnarono quelle strane parole. Notai appena quella strana cosa che le si era creata dietro al gomito.

    Caddi in ginocchio, tale era la forza e la velocità dell'attacco. Era un'avversaria decisamente da non sottovalutare.

    Potevo reagire solo cercando di limitare i danni. Provai a parare il calcio, ma la sua rapidità era troppo elevata. Ed era anche decisamente forte, poco ci mancò che mi rompesse uno zigomo, tuttavia il volto iniziò a gonfiarsi. Non potei neanche rendermi conto del terzo attacco, una ginocchiata, che mi mandò completamente KO.

    L'ultimo pensiero, prima di svenire, fu rivolto all'arte di quella giovane. Una ragazza così carina ma così forte. Non avevo possibilità di vincerla.

    Pensavo solo che non volesse uccidermi, altrimenti sarei stato già morto. Non potevo però neanche immaginare per qualche scopo mi avesse attaccato... perché?

    Svenni, con quella domanda che mi ronzava ancora in testa.
     
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    Il massacro della Montagna



    II


    Natsu indossò una strana arma alla mano destra. Sembrava un tirapugni ma non forgiato col metallo, bensì scolpito nel rubino più puro. L'arma, difatti, scintillò per un istante alla luce del deserto.
    Natsu sorrise ancora, quel suo sorriso distorto dall'eccitazione. Il sorriso di un demonio, di chi viveva sopratutto per disfare cose piuttosto che per costruire.
    Tsu-kun, rimani dietro disse allora Natsu, mentre il fuoco iniziava a ricoprire dapprima l'arma, poi la mano che la impugnava per risalire subito a rivestire il braccio fino a ricoprire tutto il corpo di Natsu fatta eccezione per la testa. Le fiamme erano torride. Tsubasa saltò, un salto innaturalmente alto, allontanandosi dal membro del clan Ho che aveva sfoderato la sua arma per distruggere tutto.
    Ali del Drago! le fiamme sul braccio destro di Natsu eruttarono con violenza, colpendo la grata in metallo la prima volta. La grata resistette. Resistette anche ai successivi quattro colpi del ninja della Zanna.
    Fu il pavimento di roccia che sorreggeva Natsu a cedere.
    Uh... cazz... Natsu sentì la terra mancare sotto i piedi AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH e così, il potente ninja del Clan Ho della Zanna, parente del potente Yonga, iniziò una disperata caduta verso il basso accompagnato da detriti su detriti su detriti.

    scenario1



    Poi il silenzio. Tsubasa atterrò leggero come sempre sul cumulo di detriti, Natsu vi emerse subito dopo con le braccia al cielo, urlando come un forsennato.
    ANCHE LA ROCCIA E' SCADENTE A SUNA MALEDIZIONE Ehm... Natsu-san? MA PORCA MISERIA, HO RISCHIATO DI CREPARE PER UNA CADUTA, CI RENDIAMO CONTO Natsu-san... forse farebbe.. GIURO CHE LA RIDUCO IN CENE QUESTA MONTAGNA AAAH TANTO SARA' COSI' SCARSA CHE PROBABILMENTE PRENDE ANCHE FUOCO!
    Tsubasa allora perse la pazienza. Una pazienza esemplare, inoltre. Era un ragazza calmo, il buon Tsubasa. Di buone maniere, obbediente e rispettoso verso i suoi superiori. Ma ciò non gli impedì di urlare verso Natsu, riuscendo a sovrastare persino la voce del ninja del clan Ho della Zanna.
    MALEDETTO IDIOTA VUOI RENDERTI CONTO CHE STIAMO PER ESSERE ATTACCATI?
    Quell'urlo belluino parve far rinsavire Natsu, che finalmente abbassò lo sguardo verso quella dozzina di persone armate di Katana che erano accorse al punto dello schianto. Com'era nel suo stile Natsu non aveva fatto silenzio. Del resto, poco importava.
    E voi chi siete? ognuna di quelle dodici persone aveva una tunica rossa legata alla vita da una cintura nera. Indossavano tutti quanti una grossa collana di perle rosse come la tunica ed erano tutti pelati. Ognuno di loro aveva un anello al pollice della mano sinistra, scolpito nella giada più pura.
    Avete invaso il nostro tempio, avete rischiato di rovinare la statua che custodisce il sommo Son Goku disse uno di loro, probabilmente il capo Cosa volete?
    Vogliamo Son Goku, pelatoni Natsu sorrise e spinse il pugno destro contro il palmo sinistro, facendo scoccare ne nocchie Potete anche andarvene liberamente, oppure potete decidere di rimanere qui a farvi ammazzare.
    Non possiamo andare via l'uomo trasse la spada dal suo fodero, allungandola davanti a se nella classica posa del kendo Abbiamo giurato di proteggere Son Goku e così faremo fino a che non saremo certi che potrà essere nuovamente libero.
    Ahahahaha lo proteggete? Ma fatemi il piacere l'aria lentamente iniziò a scaldarsi LUI E' LO YONBI E QUELLA E' UNA PRIGIONE! AVETE SOLO PAURA DI LUI!
    Un'esplosione di fiamme avvolse il corpo di Natsu, ma anche l'aria attorno a lui era divenuta rovente. Natsu Ho era diventato potente. E l'aria attorno a lui avrebbe fatto rimpiangere la calura del deserto.

    464060-natsu



    AVANTI MEZZE CALZETTE, FATEVI PURE SOTTO SE CI RIUSCITE.
    Così iniziò il massacro della Montagna dei Cinque Elementi.



    Quella sera, una decina di miglia a sud di Suna
    Quando Shu si sarebbe svegliato avrebbe scoperto di essere davanti a un fuoco nel pieno deserto. Mokume, la ragazza che lo aveva rapito, era sveglia e guardava le fiamme con un'espressione crucciata. Aveva le game strette contro il petto e le braccia attorno ad esse. Sembrava triste.
    Shu non poteva sapere però che quella tristezza era dovuta all'impossibilità di sciogliere il jutsu che le teneva nascosti i capelli fino al suo ritorno alla Zanna. Non sopportava quella capigliatura così ordinata. Proprio non la sopportava.
    Mokume aveva fasciato la testa a Shu, l'aveva curato e pulito tutte le ferite. Certo, avrebbe avuto un mal di testa tremendo ma sarebbe certamente sopravvissuto.

    mokume7



    Così ti sei svegliato? disse Mokume guardando il giovane ninja di Suna Come va la testa? Ah non illuderti, non sono mica preoccupato per te, solo che ci servi intero.
    Così Mokume sarebbe tornata a fissare il fuoco, curandosi poco di ciò che faceva Shu. Sembrava assorta e pensava a chissà cosa.
    Dopo quasi cinque minuti di silenzio, tornò a parlare.
    Ti conviene riposare, domani dovremo camminare parecchio quindi lo fissò, finalmente E non ti porto più a spalla. Al massimo ti faccio andare avanti a calci nel didietro, moccioso.
    Quindi tornò a fissare il fuoco.
    Sarebbe stata una lunga notte, nel deserto di Suna, dove chissà cosa poteva accadere.
     
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  4. - Shu -
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    Le zanne di Sun Wukong

    { Post Secondo
    Paese del vento
    ??? }


    Mi svegliai con un forte dolore alla testa. Ero in mezzo al deserto, di notte ma sentivo uno strano calore. Mi ci volle un istante per realizzare la situazione. Ero stato rapito. Da quella kunoichi, perché solo di una kunoichi poteva trattarsi, e di sicuro non era un accademica. Avevo studiato le tecniche possedute dai vari villaggi accademici, e conoscevo in linea generale i vari clan dei quattro villaggi. E quella strana cosa, che avevo notato per poco più di un istante, non mi sembrava per nulla un qualcosa che assomigliasse a quello che conoscevo.

    Magari mi sbagliavo, ma non credevo di essere troppo lontano dalla verità. Anche se non capivo per quale motivo proprio io.

    L'unica cosa che sentivo era qualcosa di caldo sulla testa. Mi tastai e sentii delle bende. Evidentemente mi doveva aver medicato. Chissà perchè, che ci fosse un anima non dico buona ma almeno sensibile in quella ragazza?

    Così ti sei svegliato? Ah non illuderti, non sono mica preoccupata per te, solo che ci servi intero.

    Non ero né legato né bloccato in qualche modo

    - Devo essere proprio patetico eh? Farmi rapire così facilmente... e sono talmente poco una minaccia che neanche mi hai legato.

    Si vede proprio che lo shinobi non è il mio mestiere. Beh, potresti almeno dirmi come ti chiami no? Tanto non è che potrò dirlo a qualcuno... Io sono Shu comunque. Shu Akasuna. Piacere. -



    Mi sarei alzato in piedi e avrei fatto un inchino. Tuttavia, di solito, lo facevo abbastanza in fretta, e il movimento rapido mi aveva dato alla testa quindi, eseguendo l'inchino, avrei allungato involontariamente il movimento, finendo col sedere per terra.

    - Ahia. -



    Decisamente non davo l'idea di una minaccia.

    [...]

    Ti conviene riposare, domani dovremo camminare parecchio. E non ti porto più a spalla. Al massimo ti faccio andare avanti a calci nel didietro, moccioso.


    - Non credo tu sia più vecchia di me, come età. Ma come vuoi, dopotutto sei tu la rapitrice. Solo non ti aspettare un riscatto. -



    Mi sarei quindi gettato sulla mia "branda" e mi sarei girato, dandole la schiena.

    Ignoravo quali fossero i suoi piani, e per quale motivo le servissi intero. Ma almeno sapevo che non mi avrebbe ucciso così su due piedi. L'unica soluzione era cercare di capire quale fosse il suo scopo e provare a scappare.

    Perché ero sicuro che alla fine mi avrebbero ucciso, in un modo o nell'altro, o mi avrebbero fatto qualcosa di peggio. Quindi tanto valeva provare a scoprire qualcosa, prima di provare a fuggire. Anche se sarebbe stato difficile. Sapevo, come lo sapeva lei, che in uno scontro diretto non valevo nulla in confronto a lei.

    Dovevo pensare a qualcosa... ma ci avrei pensato il giorno dopo. La testa faceva male e gli sforzi che avevo fatto per pensare non mi avevano molto giovato.

    Speriamo solo che non mi prendi troppo a calci in culo, maledetta rapitrice, pensai, poco prima di addormentarmi.
     
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    Le Squadre Inseguitrici della Sabbia



    III



    Circa tre ore dopo il rapimento di Shu, Suna
    Il sole a Suna andava calando quando la stessa giovane che prima era stata aiutata da Shu raggiunge l'Amministrazione del villaggio.
    Parlando con uno dei ninja lì, descrisse quanto aveva visto.
    Lui mi ha aiutata con dei bulletti, sono tornata indietro per ringraziarlo di nuovo ma... ma era svenuto! E una ragazzina stava su di lui. Quindi l'ha sollevato ed è scappata, era troppo veloce, non sono riuscita a capire dove andasse.
    Sei assolutamente certa di quello che hai visto? la ragazza annuì, abbassando poi lo sguardo.
    L'uomo sospirò un istante, quindi posò una mano sul suo viso.
    Quindi un ninja nemico, una ragazzina bionda che è in grado di creare strane piume dietro gli arti per rendersi più forte e veloce ha rapito un nostro Genin. Perché non è corsa qui? chiese allora l'uomo, squadrando la giovane che intrecciò le dita, spaventata.
    Avevo paura mi avesse vista...
    Non è da escludere, ma ha poco furbamente e fortunatamente ritenuto che non eravate un pericolo. Bene signorina, può andare.
    Lei annuì frettolosamente e girò i tacchi. L'uomo, senza attendere un attimo e con lo sguardo truce si voltò. Sapeva perfettamente cosa fare del resto.
    C'era una squadra pronta e predisposta proprio a quelle situazioni, probabilmente la ragazzetta non era andata nemmeno troppo lontano.
    Vi era la concreta possibilità di vittoria.

    2344268311_1a91a1e961.jpg?v=0


    Dobbiamo allertare la Squadra Inseguitrice. Immediatamente.
    Quando l'uomo pronunciò quelle parole era con un suo sottoposto, il quale annuì frettolosamente, chiaramente spaventato dal tono usato dal suo superiore.
    Chi allerto? chiese allora il più giovane ninja dal volto spaventato Credo che Gituku-san sia al Villaggio.
    E sia. Corri.
    E il ragazzo così fece.



    Qualche ora dopo, a qualche chilometro di distanza da Mokume e Shu
    gituku
    Non sembra essersi preoccupata di non lasciare tracce dietro di se, vedo disse Gituku.
    Era un uomo alto, dal fisico slanciato, con un occhio bendato perso in una missione di molto tempo prima. La sua pelle era riarsa dal sole, completamente scura come i suoi capelli crespi e acconciati in una strana maniera. Aveva il volto duro e sembrava molto serio. Persino la sua voce sembrava roccia.
    Tanto meglio così. In marcia! Ho intenzione di tornare entro domani pomeriggio al villaggio.
    Dietro di lui una ragazza, decisamente più allegra nelle movenze e nella voce sbadigliò abbastanza rumorosamente. Sembrava quasi sciocca con quel viso così grazioso, gli occhi grandi e verdi. Una folta chioma rossa scendeva sulle sue spalle.
    renau
    Avanti Gitu-jii, riposiamoci. Abbiamo corso fin'ora e siamo esausti. Sarà calata la notte, si saranno accampati immagino.
    Non essere sciocca, Rena. Sai bene che non possiamo esserne certi. Proseguiamo Gituku marcò meglio quella parola. Solo che Rena sbadigliò ancora.
    Un comportamento insolito per un membro della Squadra Inseguitrice della Sabbia.
    Tutti loro erano, infatti, membri scelti e addestrati proprio allo scopo di seguire tracce di nemici, o alleati o qualsiasi cosa venisse detto loro di seguire. La stanchezza era qualcosa che erano stati addestrati a non considerare.
    Ma anche il terzo elemento unì la sua voce a quella di Rena, per lamentarsi. Un uomo abbastanza grosso e muscoloso, che portava due armi piuttosto evidenti.
    Una Kama a sinistra e una Katana a destra.


    izoun
    Ohi, Gituku-san, è una settimana che non dormiamo più di due ore a notte quando va bene. Appena rientrati a Suna ci hanno mandato a cercare un moccioso che ha ben pensato di farsi rapire. Sono veramente esausto, così come lo è Rena. Così come probabilmente sarà la rapitrice. Sappiamo che sta andando a piedi e fin'ora, se non ha ammazzato il nostro uomo se l'è portato a spalla.
    Oppure si è fatta aiutare da qualche evocazione volante.
    Mh, ne dubito sai, Gitu-jii? Non è sicuramente uscito volando dal villaggio, non è stato avvistato nulla. Probabilmente è riuscita a sgattaiolare fuori dal villaggio in qualche modo, ma sicuramente quell'altro non camminava. Poi ci saremmo aspettati di vedere i segni di lui che sparivano ad un punto, ma nulla. Se l'ha portato ha spalla come crediamo, Gitu-jii, deve riposare.
    E VA BENE! sbottò il caposquadra, incrociando le braccia al petto Riposiamo.
    Rena esultò e si lasciò cadere sulla sabbia. Lo stesso fece Izuru e persino il rigido capitano si sedette.
    Nel frattempo, Shu si stava svegliando per la prima volta.




    Accampamento di Shu e Mokume
    Mokume guardò il maldestro shinobi autocommiserarsi e fece un verso sprezzante, simile a un basso ringhio.
    Com'era possibile che proprio lui avesse il chakra adatto a non esplodere come un candelotto di dinamite quando avrebbero finito con lui? Sicuramente Mokume si sarebbe aspettata un uomo quantomeno più difficile da catturare. Invece era stato tutto sorprendentemente facile, anche se non si poteva dire lo stesso per quella ricerca.
    Non me ne frega nulla di come ti chiami, sei qui solo perché evidentemente sei adatto al nostro scopo. Non chiedermi che scopo sia, non te lo dirò, ma credo che domani avrai modo di apprezzarlo. lanciò uno sguardo E figurati se voglio un riscatto per te. Servirai la causa della Zanna in altri modi.
    Si voltò, ma non prima di aver sussurrato un "Accademici coglioni" senza nemmeno preoccuparsi che Shu potesse sentirla. Si distese sulle sue coperte e chiuse gli occhi. Per com'era conciato il sunese non sarebbe arrivato lontano, tuttavia se avesse provato a scappare - il che non era un'opzione - avrebbe avuto parecchie spiacevoli sorprese. Mokume era ovviamente preparata, solo che Shu non poteva sapere come.

    La mattina dopo la ragazza si risvegliò più irritabile del giorno prima. Svegliò l'Akasuna con un calcio sul sedere (fortunatamente normale) e dopo averlo rimesso in piedi gli legò le mani con una corda robustissima. Quindi iniziò a correre, trascinandosi dietro Shu, senza dire una parola in tutto ciò.
    Avrebbero corso per ore, fermandosi solo per brevi pause necessarie a non stramazzare al suolo di fatica. Si vedeva che Mokume, che precedeva Shu, era decisamente rallentata e nervosa dalla lentezza del ferito, ma proseguì in silenzio fino a mezzogiorno quando, sotto il sole cocente del deserto, finalmente non pronunciò una parola voltandosi verso Shu.
    Vedi lì? con la mano destra indicò l'orizzonte. Si poteva vedere la figura di una montagna solitaria nel deserto dalla figura confusa ma sicuramente insolita. Dalla lontananza sembrava che si allargasse nella sua porzione finale, anziché stringersi nella punta.
    Siamo diretti lì. Ora muoviamoci, voglio essere lì prima del tramonto.
    Quindi diede un altro strattone a ricominciò la corsa verso la montagna.



    Nel frattempo, alla Montagna dei Cinque Elementi
    Lo scenario era inquietante. La grande sala rettangolare era un trionfo di cadaveri carbonizzati. Ai pedi della grande statua all'estremità della stanza, sotto la grossa grata di ferro ormai sfondata, sedeva Natsu e al suo fianco Tsubasa.
    I due sembravano essere alquanto annoiati. Probabilmente lo scontro era stato più facile del previsto.
    Tsubasa fissava la statua, alta quasi quindici metri, che raffigurava un enorme gorilla con quattro code.

    Yonbi.240.634101



    La statua era scolpita di granito massiccio ed era calda in maniera quasi inquietante. Natsu non ne sentiva molto la sofferenza, ma Tsubasa si allontanò, accaldato.
    Questa statua è calda, Natsu-san.
    Mh è normale immagino. Hai idea di cosa è sigillato dentro? alzò lo sguardo verso il grosso Yonbi Che si calda direi che è il minimo.
    Sento il Chakra di Mokume, Natsu-san. Si sta avvicinando.
    Natsu si alzò e stiracchiò le braccia.
    AAAAAAAAAAAAAH ERA ORA MALEDIZIONE! quindi gonfiò i polmoni per lanciare un vero e proprio urlo KURONO-SAN! SIAMO PRONTI!
    Dal soffitto dell'enorme grotta iniziò a cadere uno stormo di pipistrelli, che poco dopo si ricompone in un uomo pallido dai capelli scuri, che rimase leggermente in ombra come se non gradisse la luce che proveniva dall'alto. Per questo i suoi lineamenti rimasero alquanto confusi.
    Io vi ascolto, idioti, non gridate.
    L'uomo si sedette al fianco di Natsu e incrociò le braccia attendendo.
    Natsu sbuffò e si stese in maniera scomposta ai piedi della statua. Stavano tutti attendendo Mokume, ma ancora non sapevano che in realtà lei stava portando dietro un'intera squadra ninja sguinzagliata per recuperare lo stesso ninja al centro dei loro progetti.
    Quali fossero, era ancora un mistero.

    Edited by -Max - 29/11/2012, 22:06
     
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  6. - Shu -
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    Le zanne di Sun Wukong

    { Post Terzo
    Paese del vento }


    Non me ne frega nulla di come ti chiami, sei qui solo perché evidentemente sei adatto al nostro scopo. Non chiedermi che scopo sia, non te lo dirò, ma credo che domani avrai modo di apprezzarlo. E figurati se voglio un riscatto per te. Servirai la causa della Zanna in altri modi.

    Bene, quindi gli servo per qualcosa, anche se non so per cosa, non ancora. Proviamo a provocarla.

    - Lo sai, dovresti fare meno il broncio. Saresti più carina se sorridessi di più, lo sai? Magari riusciresti anche a trovarti un ragazzo -



    Mi sarei subito coricato, senza attendere una risposta. Speravo che quella frecciatina, che, in fondo, si meritava potesse farle peggiorare l'umore. Quando una persona è arrabbiata è più disattenta e quindi forse sarei riuscito a sfruttare un qualche momento di disattenzione da parte sua per fuggire.

    Ovviamente non sarei fuggito subito. Ancora non sapevo a che le servivo ma l'avrei scoperto il giorno dopo, probabilmente. Non sapevo che cos'era quella "zanna" di cui parlava, ma immaginai che fosse un qualche credo, oppure più probabilmente una persona o un organizzazione.

    Mi sarei addormentato poco dopo...

    [...]



    - Ahia! Potresti essere più delicata, sai? Non c'è mica bisogno di maltrattare i prigionieri. -



    Il calcio mi aveva fatto male, ma non troppo. Evidentemente non desiderava ferirmi troppo, per ora. Mi sarei alzato e fatto legare, era inutile porre resistenza proprio ora.

    La ragazza decise di non continuare a parlare, mi trascinò soltanto. Provai ogni tanto a slegare quei nodi, ma con esiti dubbi. Mi sembrava di essere riuscito a smollare in parte la corda, ma non ero sicuro di potermi liberare. [Manualità]

    Continuammo a correre, con solo brevissime pause. Decisi di non parlare durante quel tragitto, non ne vedevo l'utilità. Probabilmente l'avrei fatta solo incazzare e se la sarebbe presa con me. E volevo essere al massimo della forma quando sarei dovuto scappare.

    Ad un certo punto ci fermammo, e mi indicò una montagna, in lontananza. Era una montagna strana, come se fosse messa al contrario, ma probabilmente mi sbagliavo. Doveva essere una qualche illusione ottica del deserto.

    E quindi dovevamo andare in quella montagna? Chissà che c'era li di così importante da convincere un'organizzazione/culto/setta/fanatici dei piercing africani a rapire un ninja di Suna e trascinarselo dietro.

    Non lo sapevo ma la mia curiosità era stata stuzzicata, ed avevo intenzione di scoprire che cosa c'era sotto. Ripresi a correre, sempre cercando un modo di mollare un po' le corde. Ma non riuscii a trovare un'occasione per liberarmi. Continuavamo a correre, correre, correre...
     
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5 replies since 18/11/2012, 13:29   188 views
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