La Tana del Serpente

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  1. -Max
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    La Tana del Serpente
    La scoperta di Omoi


    I


    Uno scantinato sotto un vecchio albero. Un vecchio albero nel Bosco dei Sussurri. Sotto lo scantinato un'altra botola. Aperta la botola, il mondo.
    Omoi aveva ricercato quel posto per anni e anni, dopo la morte di Orochimaru. Nessuno ero riuscito a trovarlo, il laboratorio segreto del vecchio serpente. Probabilmente quella che Omoi aveva scovato era solo una delle molte entrare per quel luogo carico di mistero, scienza e tanto altro.
    La ricerca era stata un vero e proprio inferno. Orochimaru aveva fatto in modo che quell'accesso interagisse solo con il suo chakra, e ovviamente ottenere un po' del chakra di Orochimaru non era possibile vista la sua condizione di defunto. Così Omoi aveva dovuto inventare qualcosa di realmente complicato.
    Il risultato dell'esperimento, che aveva richiesto sangue - il suo -, sigilli - sempre i suoi - e qualche cadavere era stato riuscire a individuare in quel luogo una specie di discrepanza nel flusso della natura. Come se qualcosa fosse stata aggiunta in un momento sbagliato, secondo modi sbagliati. Il chakra stesso dell'anomalia era più potente rispetto a quello delle normali piante, di norma impercettibile.
    Individuato l'albero però, non aveva visto altro che un albero. Allora, l'aveva fatto saltare per aria.
    L'esplosione aveva rivelato la botola che portava ad un polveroso scantinato che puzzava di muffa con al centro una seconda botola, carica dei più intricati sigilli per impedire a chiunque di metterci piede.
    Un mese ci era voluto ad Omoi per aprire quella botola, disfacendo sigillo su sigillo, strato su strato, rischiando più volte di perdere un braccio, un occhio o la vita. Poi, alla fine, la pesante botola di ferra si era aperta rivelando ciò che nascondeva.
    Il laboratorio di Orochimaru, o almeno, uno dei tanti. Si trattava di una stanza lunga quasi venti metri, larga altrettanto, divisa in file da banconi di laboratorio sui quali vi erano sparsi fogli, rotoli, provette, contenitori contenenti liquidi di diversi colori e dalla dubbia natura. Quando Omori aveva riattivato la fornitura elettrica sollevando un malconcio interruttore aveva rivelato qualcosa di sorprendentemente disgustoso. Diversi cilindri di vetro poggiati su basi metalliche parevano ribollire in eterno in liquidi rossastri. Pareva sangue. Il colore era denso e non permetteva di vedere cosa ci fosse dentro, ma Omoi sospettò che lo stato di abbandono in cui versava quel laboratorio avesse solamente provocato diversi danni a tutti gli esperimenti che erano condotti. Forse erano semplicemente schifosissimi esperimenti andati a male.
    Omori girovagò tra i banchi e fissò quasi divertito tutta l'immensità che aveva davanti, quindi rise, rise forte.
    AHAHAHAHAHA. sapeva bene che Oto, dopo Orochimaru, sembrava essere andata incontro ad un inesorabile declino. Tutto ciò che avrebbe trovato lì dentro sarebbe stato a dir poco oro colato per la vera rinascita del Villaggio.
    Perfetto, PERFETTO! disse Omori allargando le braccia quasi ad abbracciare l'immensità della sua scoperta Orochimaru avrà sicuramente lasciato tutti i suoi studi, se ben ricordo era un bastardo meticoloso quindi si diresse verso la porta del laboratorio, dal lato opposto della stanza rispetto al quale si trovava.
    Posò una mano sulla maniglia di ferro, la spinse verso il basso.
    Poi un rumore.

    TUMP



    Omoi si bloccò di colpo. Ritrasse la mano e si voltò. Non si doveva sottovalutare ciò che potevano nascondere quei lunghi cunicoli. Proseguire da solo sarebbe stata pura follia.
    Aveva bisogno di qualcuno che lo accompagnasse. Qualcuno di forte e di fidato.
    Il Kokage? Quell'essere vuole solo il suo cappello, il suo potere e nient'altro... è decisamente colpa sua se il villaggio naviga nella merda più nera ma il nome dell'uomo a cui avrebbe dovuto chiedere aiuto giunse presto. L'unico ad Oto ad avere le palle di contrastare il Kage assenteista. L'unico ad anelare a quel potere.
    Il Mikawa, eh? Omosi sorrise.
    Si voltò e lasciò il laboratorio, imprimendo diversi sigilli esplosivi affinché nessuno potesse anche solo lontanamente pensare di mettervi piede e avere tutte le gambe intere.



    Villa Mikawa era una bella casa, dopotutto. Ma non voleva entrarci. Rimase fuori, si grattò la barba chiara e lanciò un urlo belluino per attirare l'attenzione dell'uomo che vi risiedeva. Non voleva perdere tempo in nessun convenevole, Omodi voleva esplorare quel laboratorio.
    MIKAWA MALEDETTO VIENI FUORI! SONO OMOI! avrebbe continuato finché l'alta e muscolosa figura di Diogene non fosse comparsa.
    Era passato un po' di tempo dalla cattura del Nibi, del resto.
    Tsè, ti fai attendere troppo, Diogene disse Omoi con un sorriso storto. Non sembrava essere uno che sorrideva così facilmente, del resto.
    Ho trovato qualcosa di realmente interessante, laggiù al Bosco si avvicinò allora al Mikawa, così che potesse parlare a voce più bassa Il laboratorio del vecchio serpentone. Uno dei laboratori, ma probabilmente è collegato a qualche struttura che comprende altre camere. Ho come il sospetto che sia più simile a un labirtino, se ricordo la tendenza di Orochimaru a fare le cose in grande.
    Quindi si allontanò per tornare a parlare normalmente, rivolgendo allora la sua proposta al Mikawa.

    immaginemkd


    La dentro, Diogene, c'è abbastanza conoscenza da poter fare di Oto qualcosa di meravigliosamente forte. Credo però che sia pericoloso per un uomo solo esplorare quelle stanze. Frugare nei segreti di Orochimaru e sperare di uscirne vivo, o sano di mente, è la speranza degli sciocchi. Ho bisogno di due uomini almeno, ma non voglio che la cosa arrivi... abbassò la voce Al Kokage quindi riprese a parlare con tono normale Mi fido di te Mikawa. Sei forte. Ciò che hai fatto per catturare il Nibi è qualcosa di stupefacente. Se c'è qualcuno che voglio a capo di questo letamaio che è Oto, sei tu.
    Allora allungò una mano, per siglare il patto.
    Diogene e un altro avrebbero accompagnato Omoi nelle viscere del suolo Otese, per cercare tutto ciò che Orochimaru poteva aver lasciato. Stava a Diogene scegliere l'uomo che avrebbe condiviso con loro due quella sventurata ricerca.
     
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