La Tana del Serpente

[QdE]

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  1. Waket
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    Bijudama "controllata"

    II



    La Vipera si limitò a borbottare quando la Montagna le fece notare (a modo suo) di aver dimenticato le buone maniere non salutandolo. Si sarebbe quindi inchinata, alzando appena i lembi del vestito, con un sorrisetto a denti stretti:

    Salve, mio prezioso aiutante, sono lieta che sia arrivato in tempo. Vogliamo andare ora?

    Si rialzò in fretta, incamminandosi a passo svelto ed ascoltando le restanti lamentele da parte di Raizen. Roteò gli occhi, fortunatamente di spalle non avrebbe dovuto percepirlo, borbottando la sua risposta con aria scocciata:

    Sì, lo so, sarà palesemente una trappola. Non sono stupida. Per questo ho chiamato anche te. Se sperava che ci andassi da sola, beh, si sbagliava. Ma qualcosa di importante dev’esserci per forza. Ho bisogno di sapere.

    Non potè non rallentare il passo fino a fermarsi, fissando il Kage sbigottita.

    Cioè. Per la storia del laboratorio hai già iniziato a farmi la predica, mentre se ti parlo di fare l’esca per Febh sei tutto tranquillo e rilassato!? Cosa c’è che non va in te?

    Il viaggio non durò molto, ma una volta di fronte alla botola Raizen ebbe di nuovo da ridire, non risparmiandosi gli insulti verso il suo paese. Non che non condividesse praticamente tutto o quasi di ciò che aveva appena detto, ma avrebbe comunque risposto allargando le braccia, con la sua solita aria insolente e rispettosa che in pochi avrebbero rivolto ad una persona del suo carico:

    Sì, ok, facciamo cagare, nascondiamo le cose, abbiamo segreti. Come un qualsiasi villaggio!! Scusa se mio padre non è stato abbastanza previdente da preparare un’entrata con tappeto rosso e lucine colorate! Scommetto che i segreti di Konoha li tieni sotto ad un’insegna luminosa, ho ragione!?

    Indietreggiò come richiesto, tenendo le braccia incrociate come fosse offesa, fissando con tristezza il primo tentativo di sbloccare i sigilli fallito. Ci rimuginò un po’ sopra alla cosa, mentre Raizen sembrava prepararsi silenziosamente a fare qualcosa.

    Mmh… Potremmo provare ad irrorare il sasso di chakra. Oppure se non funziona potrei ricorrere alla mia elettricità, facendola arrivare alla botola sperando che at-

    Il raggio esplosivo la colse tremendamente impreparata, venendo prima investita dall’onda d’urto e successivamente sbarrando gli occhi di fronte alla desolazione che quell’attacco aveva causato ai dintorni. Lentamente, Hebiko portò le mani sulla testa, fissando senza riuscire ad emettere suoni il disastro che aveva di fronte. Impiegò qualche minuto per trovare le parole adatte da dire in merito alla tecnica utilizzata:

    ...Ma sei un RITARDATO!?

    Portò entrambe le braccia in avanti, ad indicare l’evidente traccia lasciata dalla bijudama.

    Sei serio!? Con tutte le tecniche che un fottuto Kage esperto come te può conoscere, mi usi la… Distruzione totale dell’ecosistema!?! Cosa ti è saltato in mente!? Era una fottuta botola, potevamo tentare mille cose diverse, ma… QUELLO!? DAVVERO, RAIZEN?! DAVVERO!?

    Innervosita e visibilmente insicura, iniziò a guardarsi attorno, alla ricerca di una qualsiasi soluzione che avrebbe potuto mascherare quel macello appena causato.

    T-ti giuro che se qualcuno passa e ci trova… Oh, Kami. Oh, no, non va bene, non va bene per niente…

    Avrebbe voluto fuggire, darsela a gambe e non lasciare traccia dei possibili colpevoli. Ma ciò significava anche lasciare aperta la porta a chiunque fosse arrivato lì. E, se prima la botola era ben nascosta dal bosco, ora la tecnica aveva lasciato una traccia ben evidente, sia a chi capitava in quella direzione, sia a chi si trovava in volo. Non potevano più tornare indietro, l’unica cosa possibile era entrare ed uscire da lì più in fretta possibile.
    Fissò Raizen con gli occhi ricolmi di rabbia non appena quello accennò al “solo distruggere”:

    Distruggere!? Oh no, signorino. Tu non distruggerai più NIENTE a meno di un’ordine preciso da parte MIA. Hai già distrutto abbastanza ancor prima di entrare! TU sei il mio accompagnatore, IO ho richiesto il tuo aiuto. Perciò IO decido cosa fare e cosa no. E grazie a quello che hai combinato qui fuori, dobbiamo andare lì sotto, prendere tutto il possibile e andarcene il più in fretta possibile. Ogni appunto, briciola, o insetto lasciati da mio padre sono MIEI di diritto. Non li distruggerai né dimenticherai lì sotto a meno che non sia un mio ordine preciso. Sono stata chiara?

    Lo avrebbe fissato dal basso, immobile, fiera come mai sarebbe stata di fronte a qualcuno che come lui avrebbe potuto schiacciarla con un solo dito. Ma con lui era diverso, aveva quel minimo di confidenza da permettersi di alzare la voce se necessario. E se si fosse reso conto del suo errore, avrebbe probabilmente accettato anche il resto del discorso, magari obiettando come al suo solito, ma senza pestare i piedi.
    La fretta data da quell’evento rischiava di essere una cattiva consigliera, e l’inesperienza della Vipera ancora di più. Minuta com’era, non avrebbe avuto difficoltà a zampettare rapidamente giù per le scale, non fermandosi a meno di una salda presa da parte della Montagna. Puzzo a parte, Hebiko sarebbe stata in grado di vedere a malapena i gradini che stava scendendo, perciò non avrebbe potuto nemmeno accorgersi delle numerose trappole che li attendevano. Certo, se fosse riuscita a raggiungerle...
     
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