La Tana del Serpente

[QdE]

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  1. Waket
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    III



    Hebiko proseguì nell’insultare l’Hokage senza freni, insistendo su quanto ritenesse stupido quel gesto con parole poco consone ad una signorina. Raizen sembrò finalmente riprendersi, reagendo in risposta con un grido, forse nel tentativo di calmarla. Tentativo fallito.

    Cos… NO CHE NON VA BENE! UN CAZZO VA BENE!! Cose del genere me le sarei aspettata da Febh!! O tutti quelli a capo di un villaggio sono rincitrulliti, o si rincitrulliscono nel momento in cui ottengono il potere! ...Fatti controllare le orecchie, porco Amaterasu!!

    La rossa ebbe da ridire anche sulla sua decisione di mimetizzare l’incidente come se fosse stato causato da qualche animale selvatico. Il problema più grosso era che un disastro del genere non poteva essere causato nemmeno da una mandria di animali, e la Vipera era troppo sicura che quel trucco non fosse sufficiente.

    ...Certo. Ora sì che sembra un comunissimo campo di battaglia dove è appena passato un fottuto demone. UGH! VA BENE, HO CAPITO, hai fatto il possibile. Non credo sia abbastanza. Se non hai nessun… trucchetto illusorio per far sembrare la zona rigogliosa e ricoperta di querce, muoviamoci a scendere ed andarcene da qui il più in fretta possibile.

    Venne presa al volo prima di poter scendere nella botola, sorbendosi persino una sgridata. Lei, leggermente meno isterica data la precedente sfuriata, ma comunque adirata (era abituata a sentirsi chiamare Vipera, aspide era nuovo e meno apprezzato), si agitò cercando di liberarsi, portando poi un braccio lungo i fianchi e l’altro ad indicare Raizen stesso:

    Piantala di rinfacciarmelo! Con questa richiesta sto tecnicamente peggiorando il mio debito. Volevo che venisse qualcuno di fidato con me, e tu sei una delle due persone che conosce il mio segreto e che non ha tentato di uccidermi quando l’ha scoperto. Sto cercando di fidarmi di un mezzo sconosciuto che potrebbe polverizzarmi schioccando le dita. Puoi, per favore, fidarti anche tu di me, e fare solo l’aiutante in questa mia… ricerca?

    Borbottò quelle parole quasi arresa. Essersi resa conto di essere effettivamente davanti alla botola aperta ed essere ad un passo dallo scoprire cosa Orochimaru le volesse mostrare la rendeva nervosa. Non sapeva nemmeno lei cosa stesse cercando, voleva solo scoprirlo. Conoscere la sua storia. Imparare nuove abilità. E, con i poteri che avrebbe potuto acquisire dal vecchio padrone di Oto, guadagnarsi un posto tra i ninja più forti ed essere temuta dai suoi nemici.
    I due rimasero fermi all’entrata, mentre un paio di cloni iniziarono la discesa, tastando il territorio alla ricerca di trappole. Durante la discesa, una voce metallica risuonò nel cunicolo, mettendo entrambi in allarme, ma Hebiko più del dovuto, nonostante la voce avesse parlato solamente di un “foglioso”. La cosa lasciava intuire che non si trattasse di una voce registrata, non erano soli. La Vipera si guardò attorno, irrigidendosi, preparandosi ad un attacco improvviso, ma non dovette fare nulla: il clone di fronte a lei respinse del gas velenoso che si era appena liberato nell’aria con una potente folata di vento, andando ad otturare tutti i fori dai quali il fumo si spargeva, eliminando la prima minaccia senza troppe difficoltà. E la ragazza si rese conto come quella fosse la prima volta che qualcuno avesse fatto qualcosa per proteggerla, invece di lasciare che se ne occupasse da sola. Fortuna volle che l’ambiente fosse buio, e qualsiasi segno di imbarazzo non sarebbe stato notato da Raizen.
    In un attimo, dei serpenti sgusciarono tra le gambe del clone, pronti ad accanirsi sugli originali, quando qualcosa scattò nella ragazza, che come prima cosa allargò le braccia, rivolgendosi all’uomo alle sue spalle:

    Non fargli del male.

    Alcuni ricordi, di quando era molto più piccola, e dedicava tutto il suo tempo alla natura e a queste creature. Forse non se l’era immaginata, forse non era necessario che i serpenti parlassero il linguaggio umano perché lei potesse capirli. Hebiko sibilò, i serpenti immobili, di fronte a loro, soffiavano aggressivi, riconoscendoli ancora come una minaccia. Ma la rossa li fissava senza paura, con sguardo serio. L’Hokage avrebbe solamente percepito un sussurro sibilato, vedendo la ragazza concentrata sui serpenti, che avevano arrestato la loro avanzata. Quel sussurro era in realtà un vero e proprio linguaggio, una richiesta che la Vipera aveva appena fatto loro, facendosi riconoscere come colei che aveva liberato Manda, il loro re, dalla sua prigionia, e come fosse l’erede di Orochimaru stesso. I serpenti smisero di soffiare, strisciando lentamente verso la ragazza e avvolgendovisi con delicatezza. Hebiko li raccolse, sospirando, e dopo qualche secondo li avrebbe lasciati strisciare fuori, rivolgendosi a Raizen, potenzialmente confuso:

    Non potrei mai uccidere un serpente. L’ho fatto una volta sola, sotto sua esplicita richiesta, per salvarne un altro. Ed ora ho un contratto con loro e mi sento responsabile per la loro salute.

    Non aveva accennato però alla sua parlantina serpentosa, dove aveva chiesto ai due rettili di non attaccarli e tornarsene liberi nel bosco, chiedendo inoltre di spargere la richiesta a qualsiasi altro serpente lì presente. Si sentiva piuttosto orgogliosa delle sue ritrovate abilità, da quando aveva fatto il contratto non se n’era preoccupata, i serpenti che la circondavano non l’avevano messa in allarme al punto da tentare quel tipo di comunicazione, mentre la situazione, l’ambiente, e probabilmente l’influenza costante di Orochimaru avevano risvegliato questa lingua dimenticata.
    Quando i cloni attivarono le trappole successive, Hebiko rabbrividì. Non osava immaginare cosa sarebbe successo se fosse scesa da sola in quel corridoio di fuoco.

    Devo dire che sono abbastanza felice di aver scelto te. I tuoi cloni si stanno rivelando piuttosto utili, e non ti serve diventare un mostro per agire con serietà. ...Certo, a parte l’incidente di prima…

    Infierì sottovoce, con tono vagamente preoccupato.

    Dici che il tizio che ci ha visti abbia visto anche me? Sai, da come ha parlato sembrava avesse percepito solo te, magari potrei restarmene nascosta e potrei coglierlo di sorpresa.

    Sussurrò, guardandosi attorno e restandosene vicina a Raizen. Era fin troppo inesperta per riconoscere in tempo le varie trappole, mentre lui sembrava decisamente più esperto e rilassato nella stessa situazione. La cosa la aiutava a mantenere la calma.
     
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