La Tana del Serpente[QdE]

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  1. Waket
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    Non appena la Vipera alzò lo sguardo sul suo compagno, un terribile rumore metallico anticipò la forzata apertura del portone, rovinandolo irrimediabilmente pur aprendo il passaggio (per loro e tutti i babbei che avrebbero trovato quel posto, se prima di andarsene non avesse avuto l'accortezza di richiuderlo in qualche maniera o demolire tutto). La ragazza sembrò arrossire mentre gonfiava le guance d'aria, terribilmente offesa per non aver potuto dimostrare il suo acume contro uno dei difficili indovinelli lasciati da suo padre. A vederla bene si poteva notare come avesse persino gli occhi lucidi.

    DUE. MINUTI! Dovevi solamente aspettare DUE. FOTTUTISSIMI. MINUTI!! Ora non saprò mai se la mia risposta era giusta o meno!!

    Al diavolo i ringraziamenti per l'apertura della porta. La infastidiva terribilmente sapere che era stato Raizen, per la seconda volta, a superare gli ostacoli. Sì, se l'era portato dietro anche per quello, ma il restare con nulla in mano dopo tutta quella concentrazione spesa in quella sorta di indovinello le lasciò l'amaro in bocca. Frustrata, zampettò dentro, accolta da una voce registrata che li avvertiva da quanto tempo nessuno avesse messo piede lì dentro.

    VAFFANCULO ANCHE TU. Come cazzo parli, 4500 giorni... Il "genio" non era in grado di far dire alle loro macchine mesi e anni!? Inutile biscia che non sa nemmeno costruire porte resistenti...

    Si immobilizzò per un momento, realizzando un terribile pensiero, per poi piazzarsi davanti a Raizen e portare le mani avanti, fermandolo:

    Momento! Facciamo i seri un attimo. Ti ringrazio per il passaggio anche se avevo trovato la combinazione, ma qua dentro non provare a rifare una cosa del genere senza che ti venga richiesto esplicitamente. O uno dei due rischi la vita. Incastrare un piede sotto una mattonella e iniziare a gridare non è rischiare la vita. Quindi niente scuse. Questo posto è mio, e sarò io a decidere il suo destino.

    Se avesse accettato le sue richieste senza problemi, dopo un paio di pacche leggere sul petto, lo avrebbe mandato ad esplorare liberamente, o anche semplicemente seguirla se avesse voluto. In caso avesse mostrato più violenza, avrebbero avuto parecchio da discutere a riguardo.
    Hebiko non poteva minimamente definirsi una scienziata, tantomeno aveva mai dimostrato di avere pensieri anche solo vagamente simili al padre, ma sicuramente ne condivideva la curiosità ed il piacere della scoperta. Poteva definirsi più come una ricercatrice, ammirava la natura e capirne i vari meccanismi, magari sfruttandoli per sè stessa, ma non modificandoli. Per questo, arrivata davanti a quelle piante apparentemente aliene, il primo istinto fu quello di tirar fuori la sua agenda e iniziare a disegnarle, appuntando colori, eventuali piante conosciute che coabitavano con essa e qualsiasi dettaglio avesse potuto trovare scritto su eventuali targhette o simili. Se Raizen non l'avesse distratta, se ne sarebbe rimasta lì per cinque minuti buoni.
    Tornando ad esplorare quella stanza, entrambi avrebbero notato un antiquato computer con lo schermo vagamente illuminato, ed una scritta inequivocabile. Due lettere sembravano particolarmente usurate, e se l'Hokage gliel'avesse fatto notare, altre due lettere sarebbero saltate fuori. Ripensando alle lettere, la Vipera borbottò una parola:

    Mitsuki.

    Quel nome le uscì quasi istintivo, e pareva pure della lunghezza giusta. Senza pensarci, fece per allungare la mano e tentare la combinazione, probabilmente sentiva ancora il vuoto della mancata prova della soluzione precedente, e trovando quel nuovo "enigma" voleva tentare di dargli una risposta.
     
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