Gli eroi non vivono in eterno

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  1. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~Una strana lettera~


    Quella era una giornata come tante altre. Da non molto tempo Atasuke era tornato a casa dal solito giro di ronda per il villaggio, che come al solito si era dimostrato calmo e pacifico. Stranamente da quando aveva acquisito quella carica non era capitato più nulla di così eclatante a Konoha. Molti avrebbero definito quella calma fin monotona e noiosa.
    Da diverso tempo infatti l'uomo mascherato non si era più fatto vedere ed alle mura sembravano non esserci più disordini. In verità per qaunto quella sembrasse essere una giornata come molte altre, forse non lo era, o forse erano le altre giornate a non essere così tanto normali.

    Tuttavia, al di fuori della normalità di quel giorno, a turbare la quiete della sua vita, si palesò una piccola lettera, chiusa con la ceralacca ed un marchio raffigurante un fiore. Al tatto la lettera sembrava avere un certo grado di importanza dato lo spessore e la ruvidità della stessa, senza poi contare il marchio impresso sulla ceralacca. Classico simbolo distintivo delle missive di una certa importanza.
    Inutile dire che la cosa lo aveva incuriosito, ma allo stesso tempo insospettito. Chi mai lo avrebbe contattato in un modo simile? Che si fosse fatto nuovamente sentire l'uomo mascherato? Improbabile dato che aveva l'abitudine di comparire di persona e non di lasciarsi dietro dei messaggi, inoltre non ricordava che il fiore facesse parte della simbologia di quel tipo sconosciuto.
    Osservò per diversi attimi quella lettera tanto sospetta, nella speranza di individuare qualche forma di trappola o trabocchetto, tuttavia nulla, sembrava che non ci fosse nulla di partcolare. Alimentato dalla curiosità crescente Atasuke aprì quindi la lettera, non senza la dovuta cautela, anche se alla fine si rivelò cosa inutile.
    All'interno vi erano poche semplici frasi, chiaramente in codice che gli portavano un messaggio. un messaggio tanto semplice quanto chiaro. Qualcuno lo voleva evidentemente incontrare, anche se il motivo era tutto meno che palese.

    °Se vuoi sapere chi sei... Chi può avermi mandato una lettera simile... ma soprattutto che cosa indicano quei numeri?... Mmm.. "Il loto siede sui numeri"... Che sia una sorta di messaggio in codice? O forse una parola d'ordine da cominicare sul luogo dell'incontro... Non so che significhi tutto questo, ma voglio andare a fondo di questa questione.°


    L'unica cosa chiara in tutto quel trambusto era che qualcuno lo voleva incontrare e che quel qualcuno si trovava evidentemente ad Otafuku. Tuttavia che cosa c'entrasse il loto o che cosa gli volessero comunicare era tutta un'altra questione.
    Di volata andò quindi a prendere il suo equipaggiamento e soprattutto il mantello, nero come la pace e recante lo stemma della sua famiglia. Sapeva che ad Otafuku era meglio non essere riconoscibili, specie dopo le missioni a cui aveva preso parte, tuttavia, voleva dare un messaggio chiaro: Sarebbe andato in veste ufficiale di guardiano, quindi era meglio evitare guai aggiuntivi.

    [...]


    ~Le Coordinate~


    Ci mise del tempo a decifrare le coordinate, tuttavia, raggiunto il luogo indicato da quei numeri, tutto ciò che riuscì a trovare fu uno sgabuzzino degli attrezzi. Nulla di così utile ed eclatante, anzi. Non convinto però che quel messaggio fosse solo un banale scherzo, egli entrò nello sgabuzzino a caccia di qualche indizio aggiuntivo, ed alla fine lo trovò. Sul soffitto dello stesso infatti vi era una piccola botola leggermente celata. Ad un primo istinto pensò bene di aprirla, ma dando ascolto alla ragione decise di farlo da una posizione sicura. Legò quindi un filo di nylon all'apertura, poi, posizionatosi all'esterno in una posizione sicura strattonò con vigore il filo.
    Nel momento esatto in cui si aprì la botola, una pioggia di kunai e shuriken venne giù dalla stessa. Come immaginava, c'era dietro una trappola. Tuttavia, assieme alla trappola giunse un'altro biglietto, recante un nuovo messaggio, scritto probabilmente dalla stessa persona data la calligrafia praticamente identica.
    Atasuke lesse con attenzione il nuovo messaggio, tuttavia non vi trovò nulla di utile, o almeno non al primo sguardo. Rilesse più volte il messaggio in cerca di un qualche significato, poi una folgorazione. Riprese in mano la lettera che ancora portava con se e provò a contare le parole che componevano i due messaggi. Alla fine dei confronti, vide che i numeri sembravano combaciare con tre parole del secondo messaggio: Petalo, Suoi, Sinistra.

    [...]


    ~Il Luogo esatto~


    Ci volle qualche ora per decifrare in maniera esaustiva il luogo indicato da quell'indovinello in modo da esser certi di non vagare a tempo perso per otafuku a caccia del possibile luogo. Il primo numero chiaramente indicava l'isolato in cui l'edificio si trovava, ovvero l'isolato del petalo, uno dei meno sfarzosi, per così dire di Otafuku. Più complesso fù far quadrare quel "Suoi" con la corretta catapecchia di quel quartiere. Savriati furono i tentativi, sia nel cercare una serie di tre edifici uguali affiancati puntando quello in mezzo, sia nel cercare un significato della parola "suoi". Tuttavia, dopo diversi minuti di ricerche, parve trovare quello che pareva essere il luogo prescelto. Fu il primo, di quelli verificati, a non apparire abitato, dunque disponibile a chiunque per organizzare incontri di quel tipo, inoltre fu anche una sorta di sensazione viscerale a spingerlo a tentare la sorte in quel luogo.
    La sera si atava ormai inoltrando e qualche tetra gocciolina di pioggia sembrava cadere dal cielo di tanto in tanto, forse preannunciando la pioggia o forse solo a causa del repentino abbassamento della temperatura e dell'umidità dell'aria in quel luogo.

    °Dicono che la fortuna aiuta gli audaci... Vediamo se è solo un mero detto...°


    Leggermente titubante Atasuke entrò all'interno dell'edificio, notando con stupore che l'apparenza fatiscente della struttura era in effetti solo un'apparenza dato che l'interno sembrava a dir poco lussuoso e sfarzoso. A quella vista solo un pensiero gli balenò in mente: Mafia. Proseguì tuttavia imperterrito nell'edificio con passo lento e deciso, con il volto celato dal nero cappuccio del suo mantello che lo richiudeva trasformandolo in una nera ombra. Ultimo passo da compiere era trovare la stanza corretta in cui la persona misteriosa lo attendeva e l'unico indizio che aveva era che si trovava evidentemente a sinistra. Raggiunse quindi una stanza dalla quale non parevano esserci altre vie di accesso o di uscita, o almeno all'apparenza. Osservò con attenzione l'estremità sinistra del muro che gli si stagliava davanti e li vide, celata nella parete una porta, particolarmente ben mimetizzata, specialmente con quella luce fioca che sembrava contraddistinguere gli interni di quell'edificio. Aprì dunque la porta e vi entrò, vedendo poi che due figure in completo sembravano attenderlo.

    "Frase d’ordine prego."


    Atasuke li squadrò per appena un paio di secondi, cercando di ricordare la parola che era scritta sulla prima lettera.

    «Placido il loto siede sui numeri»


    Provò a rispondere con tono deciso e convinto, cercando di celare il fatto che in verità ignorasse quale fosse la vera frase d'ordine.

    Se lo avessero fatto proseguire, egli senza porre domande o altro avrebbe proseguito quindi la sua marcia. Era ormai chiaro che non volevano farlo fuori ma parlarci.

    Se non lo avessero alsciato entrare, Atasuke avrebeb perso qualche altro istante nel cercare di ricordare l'altra frase del secondo biglietto. Quanto bastava per udire e poi vedere Raizen sopravanzare sussurrando all'orecchio di uno dei due quella che poteva essere la parola d'ordine per poi avanzare ancora verso il luogo in cui forse anche lui era diretto. Successivamente avrebbe quindi comunicato la "seconda" frase d'ordine, nella speranza che almeno quella potesse essere corretta.
     
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43 replies since 28/2/2013, 14:45   499 views
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