Gli eroi non vivono in eterno

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    L'Obiettivo






    I due buttafuori si inchiodarono subito quando sentirono la voce provenire dall’interno della stanza, e per tutta la scenetta rimasero ad ascoltare i due, con uno sguardo ben poco convinto, soltanto per riprendere la parola poco dopo.

    Stupido attore da strapazzo.

    Disse mentre cercava di rifilargli una pedata nel deretano [vel. Viola]

    Vedi di sbrigarti e di non fare più entrate simili altrimenti la prossima volta uscirai sopra ad una barella dall’edificio.

    I due buttafuori tornarono ai loro posti dopo una breve comunicazione ai microfoni sul polso.
    Intanto l’allarme era rientrato ed il Colosso aveva recuperato quel minimo di scioltezza che aveva perso quando anche un cameriere si aggiunse a quella piccola scaramuccia all’entrata.


    Chissà che aveva intenzione di fare quel celebroleso di Atasuke.

    Pensò tra se e se e il Colosso mentre lo avvicinava urtandolo “per sbaglio” e lasciandogli un bigliettino sulla tasca con un tocco volutamente più pesante di quello che sapeva utilizzare ma sicuramente complesso da vedere.

    Oh, mi scusi.

    Sul biglietto giusto qualche parola che avrebbe condotto l’attore mancato ad uno dei salottini privati. In cui avrebbe trovato ad aspettarlo il Colosso.

    Precisamente, che diavolo avevi intenzione di fare venendo in un posto del genere conciato a quella maniera? Non so chi fosse lo sguattero che ti ha salvato le chiappe, ma diavolo, un coccodrillo in mezzo ad un centinaio di gatti si mimetizza meglio di te!
    Cambiati almeno la faccia va, altrimenti ci finisci secco.


    Disse mentre gli indicava i vestiti.

    È a dir poco assurdo, ma piuttosto, come mai da queste parti?

    Riprese squadrandolo nuovamente con aria più sospettosa.
    Appena ottenuta una risposta, o un rifiuto nel darla, se non ci fosse stato da replicare si sarebbe avvicinato alla porta mentre parlava.


    Via, direi che è ora di muoversi, tra poco inizieranno i giochi.

    Nel mentre, la sala principale in cui prestava servizio Kenzaru iniziò a riempirsi lentamente di ospiti che sino a poco prima stavano nella zona V.I.P., ben più attenti a ciò che gli veniva servito e decisamente più pretenziosi verso la qualità dei drink, qualcuno iniziava ad ordinare qualche piccolo bocconcino per aprire lo stomaco alla cena che si sarebbe tenuta dopo. Sarebbe stato in grado il ninja di preparare un cocktail di gamberi?
    Ma, ben più importante, dal fondo della grande sala la folla si scostava per far posto al passaggio di quella che pareva essere una personalità parecchio importante, da come tutte le persone lo riverivano doveva essere l’organizzatore dell’evento. Movimenti controllati e precisi ed un portamento raro da vedere persino su un daimyo facevano quasi scomparire i corpulenti uomini che lo accompagnavano, molto probabilmente le sue guardie del corpo il cui volto era coperto da una maschera, simile nelle fattezze a quella degli anbu. Le due figure erano ben lontane dalla professionalità degli uomini sulla porta ma persino dai loro passi, leggeri come piume, e dai loro movimenti sinuosi si poteva notare quanto avvezzi fossero a quell’ambiente quanto alla più crudele vita ninja, probabilmente due individui di gran lunga più talentuosi di quelli incontrati poco prima dal Guardiano.


    Signori!
    E signore…


    Disse il nobile mentre prendeva posto su un piccolo pulpito.

    Benvenuti alla duecentoventitresima serata di giochi del loto bianco!
    Ora, senza indugiare ulteriormente, diamo inizio al divertimento, abbiamo diversi combattimenti su cui puntare questa sera!


    Appena l’uomo finì di parlare le luci si fecero più lievi e in otto punti della sala apparirono varie immagini olografiche che proiettavano otto scontri tra shinobi, tutti scontri già conclusi ma di cui ovviamente l’accademia non faceva trapelare i risultati. Al di sopra dei contendenti, prima che partissero con lo scontro vennero mostrati dei dati riguardanti le loro capacità fisiche.
    Una vera e propria sala scommesse in cui ad ogni shinobi veniva dato un valore, uno spettacolo ben poco felice, un luogo in cui la nobiltà di vari villaggi si radunava per ammirare il frutto dei suoi sforzi: sangue altrui pagato con una montagna dei propri soldi, una montagna sufficientemente grande da rendere quel posto un luogo d'elitè a cui ben pochi avevano accesso, uno di quei traguardi che solo delle menti ossessionate dal narcisismo potevano sperare di raggiungere.
    Tra gli otto persino Atasuke contro qualche abominio e Raizen contro i lupi mannari, se lo shinobi dagli occhi rossi non voleva essere scoperto ed ancora non aveva cambiato la sua faccia avrebbe dovuto farlo al più presto!
    Ma, ben più importante, l’obiettivo dei tre shinobi si era appena palesato, come avrebbero reagito i tre?
    Uno lo voleva morto, un secondo aveva ricevuto da lui un “invito” ed un terzo voleva parlarci, chissà come si sarebbero intrecciate le storie dei tre.
     
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