Gli eroi non vivono in eterno

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    Infiltrati precipitosi







    Quando l’uchiha aprì bocca in un primo momento il Colosso sorrise, soddisfatto da quell’ironia che lui riteneva un complimento, salvo poi sentire cosa aveva da proporgli quello scellerato. Sollevò il sopracciglio destro, in un misto tra stupore e infastidimento.

    Cioè! Incredibile! Io sono qui ad insegnarti come si respira e tu hai la faccia tosta di venire qui a contrattare le informazioni che ti stavano per fare secco!
    Se non fossi uno sprovveduto come te ti avrei già rifilato una pedata.
    Sciogli la lingua, poi parlerò io.


    Avrebbe ascoltato attentamente Atasuke per poi prendergli di mano la lettera, rigirarla, e dopo aver osservato il timbro di ceralacca cercare di riunirne le parti lese dall’apertura della leggera.
    Ne veniva fuori un sigillo ben preciso, che somigliava a qualcosa di ben più famoso.


    Va bene, sei un uchiha e i vostri problemi oculari

    Disse mentre gesticolava tracciando una spirale a mezz’aria davanti ai suoi occhi.

    Sono noti a tutti, ma qui si va ben oltre.
    Togliti quel ridicolo giacchetto di dosso e osserva lo stemma che ti porti sulle spalle e poi paragonalo a questo, non noti niente di simile, bietolone?


    Avrebbe dato ad Atasuke il tempo di rifletterci, tuttavia sarebbe stato lui a dare spiegazioni più approfondite sul marchio.

    Il campo rosso degli Uchiha è stato sostituito da un loto, così lo stemma subisce una variazione parecchio potente, senza perdere il suo legame con le sue origini. Quello degli uchiha è un ventaglio, e tale è rimasto nella sua parte inferiore, quella bianca, ma ora il ventaglio protegge il loto che sorge alle sue spalle.
    Chiunque ti abbia recapitato la lettera ha almeno una goccia del tuo sangue nelle vene, altrimenti non vedo perché utilizzare come base per il sigillo il ventaglio Uchiha.
    Ma è anche vero che non conosco gli Uchiha, e meno ne conosco meglio è, siete meno simpatici di me, il che vuol dire che siete paragonabili ad un frullatore acceso su per il retto.
    Se ne può dedurre anche che ha una certa sicurezza in se stesso o nei suoi metodi se si lascia dietro simili tracce, anche se un babbione come te non le coglie tanti altri potrebbero farlo, ciò vuol dire che è abbastanza abile.


    Sospirò e poi riprese a parlare.

    Quanto a me, son qui per difendere Konoha, mi sembra ovvio.
    Ne l’hokage, ne gli amministratori e tantomeno i ninja intraprendenti e coraggiosi come te saranno mai in grado di debellare questo cancro. Ci vogliono altri metodi, ci vuole qualcuno in grado di stare a cavallo tra la moralità comune e il bene di un paese, di una nazione. Sono qui a fare ciò che mi riesce meglio.
    E tante altre belle cose.


    Troncò di netto mentre si alzava per prendere la via della porta.

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    Chiamami pure Kazuya, è il nome del tizio a cui ho preso il tizio, pareva essere un grande quanto accurato scommettitore, quindi comportati di conseguenza, individuarlo prima che arrivasse nei dintorni è stato difficile, ma se si lavora bene ed evitando completini da ricchione ci si riesce.
    E tieni a mente “infiltrato”


    Prima di uscire assunse le sembianze della persona a cui aveva momentaneamente rubato l’identità, che dopotutto, quantomeno per il vestire, non gli dispiaceva.

    Aveva dello stile questo Kazuya

    Borbottò mentre usciva.

    […]

    Kenzaru giunto nel bagno e aperto il pacchetto vi avrebbe trovato solamente un foglietto di carta accuratamente ripiegato a formare una minuscola letterina più o meno grande quanto la metà , al suo interno vi era contenuta una polvere finissima e viola, era palesemente un veleno, veleno che non sarebbe stato difficile per un barista versare in una bibita, anche se il particolarissimo colore probabilmente non sarebbe stato semplice da nascondere.
    Tuttavia Sanzo, l’addetto ai bagni, non era certo del lavoro di Kenzaru, quindi, una volta presolo da parte gli avrebbe parlato.


    Siamo sicuri che quello sia il nostro obiettivo?
    Non abbiamo informazioni su di lui se non la sua vistosa entrata in scena, sai bene cosa comporta da noi un errore, per cui accertati che sia lui prima di fare passi avventati.


    Sanzo era più sveglio di Kenzaru, o forse semplicemente più esperto o scaltro, ma sicuramente non era qualcuno a cui piaceva sbagliare o fare le cose troppo alla svelta.

    C’è di mezzo una vita, ed anche le nostre vite, non fare lo sciocco, richiudi il pacchetto.

    Stava ai due shinobi, Kenzaru ed Atasuke, muoversi tra tutte quelle persone cercando il loro obiettivo.
    Nel mentre, “Kazuya” si muoveva vicino al pulpito, lasciando che lo scontro su ologramma si frapponesse tra lui e quello che sembrava essere il capo li dentro, sarebbe rimasto ad osservare ogni movimento di quel trio per parecchio, fingendo interesse per lo scontro che aveva dinnanzi al quale pareva rivolgere ogni sua occhiata. Un avvicinamento cauto quello del Colosso, dopotutto il loto ama le correnti placide.
     
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