Artefici, Amministratori e... genitori!

[Amministrazione di Villaggio]

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    Mele
    Continua da Qui






    Salutò Etsuko con una pacca sulla spalla mentre si portava via la ragazzina facendogli fare dietro front mentre parlava.

    Su su, se pigoli, sbatti le ali e arruffi il piumino come un pulcino per quanto tu possa gridare come un aquila nessuno ti vedrà mai così maestosa.

    Concluse battendogli la mano sulla testa gentilmente, e forse con troppa confidenza, ma non dando peso al gesto talmente era la naturalezza con cui lo fece non pensò a quanto potesse essere indiscreto, a lui non avrebbe dato fastidio, se andava bene per lui andava bene per tutti.

    E ricorda, EtZuko, il miglior alcol lo trovi SEMPRE in periferia!

    Disse, alzando un po’ il tono per farsi sentire bene dalla poca distanza che aveva guadagnato dalla porta.
    Dopo pochi istanti riportò la sua attenzione su quella che si presentò come Ren Yakushi, trovando divertente il suo tentativo di troncare immediatamente discussioni o rapporti, seppur esclusivamente di “scorta” abbastanza divertente da causare nel Colosso l’effetto opposto. Un motore che quando inserisci la retro ti manda avanti a quattrocento chilometri all’ora, così funzionava Raizen.


    Oh! Una Yakushi, conosco uno del tuo clan anche se non ho mai capito se sia un bene o un male conoscerlo, bel nome comunque, non occorre abbreviarlo, mi piace.

    Poi, prendendo un po’ di fiato avrebbe sciorinato, di proposito, una presentazione ancor più veloce di quella di quella di Ren.

    IlmionomeinveceèRaizenIkigamievengodaKonoha
    E direi che ho vinto la sfida per la presentazione più brutta tra noi due.


    Si lucidò le unghie, fingendo soddisfazione.

    Non è di certo mio interesse sapere chi sei e cosa fai qui a Kiri.

    Fece spallucce mentre ridacchiava con un suono che ricordava il gorgoglio stanco che fanno i vulcani al risveglio da un lungo sonno.

    E questa specie di imbarazzato teatrino, nel caso contrario, lasciati dire che sarebbe stato efficace come una pisciata su una foresta in fiamme. Per cui non ti ci impegnare troppo.

    Poi, guardandosi intorno per cercare indicazioni verso l’amministrazione, continuò a parlare.

    Certo che la mela la cerchi parecchio lontana dall’albero.

    Quasi come se riflettesse ad alta voce.

    Edited by F e n i x - 10/5/2013, 01:18
     
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  2. The Retribution
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    An apple a Day ..

    .. Keep medics away?


    Raizen non era quel tipo classico che mi sarei aspettata dalla foglia ma, per certi versi, mi piaceva più qualcuno con un minimo di senso dell'umorismo che quell'altro ghiacciolo di Etsuko. Il paragone col pulcino mi calzava abbastanza e, anche se tentai di imbronciarmi, quella sua presentazione così colorita e molto falsamente stilosa mi strappò un sorriso. E poi non voleva sapere niente della mia vita, il che non poteva che rasserenarmi in maniera incredibile. - Hai ragione. In effetti è vero. Ma almeno quando tornerò a casa.. saprò di aver fatto quel che ho potuto. Questo mi basta e mi avanza per andare avanti. Inoltre posso ammirare Kiri.. ma questo non so se sia un pregio. - Ridacchiai cercando di orientarmi sino all'amministrazione di villaggio. Ovunque essa fosse.

    [ ... ]



    Vicino all'amministrazione, dopo aver chiesto indicazioni ad una ragazza che passava per strada, mi venne itintivo fare qualche domanda veloce al mio nuovo bodyguard. - Vieni dalla foglia giusto? Non ci sono mai stata, è un luogo che consigli di visitare o è tipo Oto, per capirci? - Poteva essere idiota come domanda, si assai, ma del resto io venivo da Kusa e non avevo mai attraversato il paese del fuoco se non per dieci minuti mentre costeggiavo i monti per andare ad Oto. Ero in qualche maniera giustificata. - Eccoci.. dovrebbe essere qua. - La prima cosa che mi saltò all'occhio era che lo stabile risultava nuovo o quantomeno ristrutturato da poco tempo, ed era positiva come cosa. Aprii la porta a Raizen in una sorta di malcelata cavalleria istintiva, fatta più per automatismo che reale cortesia, per poi avvicinarmi ad un banco delle informazioni a cui sedeva un obeso con gli occhiali rotondi ed i capelli laccatissimi.

    Battendo la mano sul legno del tavolo lo destai da una pila di fogli e foglietti. - heylà! giornata lavorativa oggi si si.. comunque mi chiamo Ren e sono qui in compagnia di Raizen della foglia, desideriamo entrambi comunicare con una certa urgenza con un amministratore di Kiri. - mi sporsi appena un pochino in avanti, verso la sua faccia arrossita dal solo fatto di parlare con un essere di sesso femminile. - Sapevo che saresti stato di grande aiuto! - Se poi fosse diventato rosso e balbo per me o perché la figura di Raizen troneggiava alle mie spalle, quello era un altro discorso, l'importante era che chiamasse qualcuno. Alla svelta.

     
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    Camaleonti






    Nonostante avesse poca voglia dopo qualche passo l’otese cedette alla curiosità, chiedendo del Colosso.

    Oh! Ma così è scorretto, scuci la bocca solo per le domande mascherina?
    Gli avari hanno un girone tutto loro all’inferno sai?


    Disse col tono saccente di chi la sapeva lunga sull’argomento.

    Comunque si, vengo della foglia

    Disse battendo sul coprifronte, era ormai quasi un abitudine quel gesto, ogni volta che si presentava ci ticchettava sopra con l’indice in maniera particolare, distratta ma al contempo fiera, come fiero andava del suo villaggio.

    Quanto al villaggio non saprei, se Oto non ti piace la foglia potrebbe piacerti, è un villaggio tranquillo tutto sommato che ha conservato il suo carattere dalla fondazione sino ad ora, non come le checche di Kiri che neanche ricordano il modo per formare, ma neanche strano come Oto diciamo.
    E ha tante case disabitate comode e bagni pubblici bellissimi.


    L’ultima informazione era del tutto inutile per un normalissimo visitatore, ma per il Colosso era di cruciale importanza la presenza di case disabitate, dopotutto erano la sua dimora, non convenzionale magari, ma di certo utilissima: niente affitto, niente bollette, niente tasse, accattonaggio totale. Avere la forza di scardinare una porta con una mano poteva avere i suoi vantaggi dopotutto.

    Insomma, non prendiamoci per culo, è il villaggio più bello che i senju si potessero acaparrare, niente nebbia, niente puzza, niente sabbia. Dopotutto non sono mica un agenzia di viaggi, si, Konoha ha un suo perché, anche se i ninja che la abitano sono un po’ troppo fissati con la moralità e queste cose qua. Ecco, quella è l’unica pecca, non vedono il quadro generale, ma solo al loro piccolo, ristretto, soffocante orticello.

    Concluse annuendo convinto mentre l’amministrazione iniziava a scorgersi tra un angolo e l’altro.
    In una cosa i villaggi si somigliavano: avevano tutti degli impiegati comici da un certo punto di vista, questa era la volta di quello grassoccio e pacioccone, e imbranato come una foca che tenta di scalare una parete rocciosa.


    Su! Lesto!

    Lo riprese il Colosso con un cenno della testa, di fatto distogliendone l’attenzione da Ren e focalizzandola su se stesso, l’azione ebbe riscontri incredibili sul volto dell’uomo che in poco tempo scolorì da un paonazzo ad un bianco umidiccio.

    Toh! C’hanno i camaleonti a kiri!

    Il grassoccio impiegato saltellò qualche volta sulla sedia a rotelle, imbronciandosi lievemente mentre si alzava col naso all’insù, facendo finta di ignorare Raizen come se fosse un qualsiasi contadinotto per poi camminare goffamente su quelle zampette paffute che gli spuntavano da sotto il busto, probabilmente andava a chiamare qualcuno o quantomeno comunicare la loro presenza.

    Speriamo non ci impieghino degli anni, ho la pessima sensazione che dovrò stare a Kiri parecchio più tempo del dovuto.

    Disse mentre rifletteva a voce alta per poi tornare a focalizzarsi su Ren mentre si schiantava su una delle sedie presenti nella sala, con evidente sofferenza della stessa, che gridò di dolore per i primi istanti, sarebbe dovuto stare attento.

    Vedrai che se sto altri due secondi dentro sto posto ci casca nella testa.

    Si interruppe qualche attimo inclinando la testa di lato e fissando l’otese.

    Sai, alcune cose non andrebbero fatte quando ci si sente pronti per farle.
    Fattelo dire da chi se ne intende.


    Da uno che di conti in sospeso ne aveva così tanti da poterci galleggiare se li legasse a modo attorno alla vita. Più curioso era come fosse arrivato a quell'argomento così all'improvviso. Tutte le bestie son curiose, si sa.
     
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  4. Kalastor
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    Venti di Protesta.
    Incombenze amministrative, nuove questioni da sbrigare.


    Io dico che così crolla. - Yoku fissò di sbieco un muro che stava per essere ultimato. - Io dico di no. - Gli rispose un ragazzo sulla trentina, con le braccia conserte e lo sguardo rivolto nella medesima direzione. - Staremo a vedere. - Tolti i fermi trascorse un minuto senza che vi fosse il minimo cedimento. - ...Solo fortuna. - Tirò fuori un centinaio di ryo e l'altro li accettò con un sorriso. - Credici.



    Parlarono ancora un poco dei lavori in corso prima che la conversazione venisse interrotta dall'arrivo di un impiegato, giunto a comunicare la presenza di ospiti. Per qualche strana ragione aveva dimenticato di domandare chi fossero e da dove provenissero, o anche soltanto il motivo della loro visita. Fatto insolito che non mancò di provocare una certa perplessità nell'Amministratore, che accolse la notizia sollevando le sopracciglia. Congedò l'uomo, che nel frattempo stava riprendendo fiato neanche avesse corso per giorni, dicendogli di condurre i nuovi arrivati in uno degli studi ancora integri. Mentre se ne andava lo seguì con lo sguardo sino a quando non scomparve dietro un angolo.

    ...Ma quello lavora per noi? - Chiese con lo sguardo ancora rivolto allo spazio occupato dal robusto impiegato. - Perché io non l'ho mai visto prima, e tu? - Il ragazzo con cui aveva parlato un minuto prima si strinse nelle spalle. - Fa niente, buon lavoro.

    ♠ ♠ ♠


    Si fece trovare in un minuscolo ufficio, piccolo e scuro, dove c'era spazio a malapena per una scrivania malandata ed una sedia altrettanto derelitta. Non il massimo per ricevere degli ospiti ma anche esteticamente parlando non si trovava nella sua forma migliore. Indossava un kimono a casacca nero macchiato di calce e un paio di hakama in tinta con più di una striatura grigiastra che assieme agli stivali impolverati gli conferivano un'aria abbastanza miserabile. I capelli cerulei erano tenuti indietro da una fascia di stoffa blu e gli occhialetti tondi con le lenti scure gli erano scivolati sul naso. Rimase in attesa, con la mente che nel frattempo scorreva fra gli impegni della giornata.
     
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  5. The Retribution
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    An apple a Day ..

    .. Keep medics away?


    Raizen era uno di quelli spicci a parlare, senza troppe problematiche, quasi eccessivo se vogliamo vederla sotto un punto di vista meramente oggettivo. Ma a me andava anche bene. Avevo già in programma di andare a Konoha e quelle sue parole non fecero altro che rincarare la dose di interesse che già possedevo, nulla di trascendentale. Quando l'impiegato partì, convinto dalle nostre parole - o dal mio seno e dalla stazza del foglioso, difficile capirlo - sospirai lievemente.

    - Ma no, non penso che cadrà.. spero. - Sussultai. - Si credo tu abbia ragione. - In tutta sincerità non avevo capito quella sua ultima frase, però non mi andava di intavolare una discussione troppo lunga in quel posto, le mie priorità erano altre ed avevano un bersaglio ben preciso. Non potevo lasciarmi sfuggire quest'occasione dopo così tanti anni. Magari poteva rivelarsi una falsa pista o, peggio ancora, un mero ammasso di notizie confuse che mi avrebbe solo mandata fuori strada, ma era pur sempre meglio della totale, assoluta, inattività psicologica che avevo ad Oto. Il simpaticone tornò indicandoci un ufficio dove ci stava aspettando l'amministratore: non lascia passare nemmeno un istante prima di muovermi, non ne potevo più di aspettare.

    [ ... ]



    Bussai due volte, guardando Raizen con fare curioso, poi aprii la porta lasciando subito spazio perché potessimo entrare entrambi nell'angusto ufficio. Quell'uomo sembrava un pochino strano a dire la verità, era.. per così dire.. stravagante, ma non brutto. Certo, non sembrava avere quell'aria da Ninja vissuto che ci si aspetta da un amministratore della Nebbia, ma le apparenze possono ingannare ed io non facevo certo caso all'abbigliamento o al modo di acconciare i capelli. - Buongiorno.. - Guardai Raizen come a dire "E ora?" - ..Io sono Ren Yakushi e lui è Raizen della foglia, abbiamo da chiedere delle cose e saremmo grati se accettasse le nostre richieste. - Poi con un cenno della testa feci si che fosse il mio compare a iniziare con le sue richieste, anche perché non le sapevo, e sicuramente la mia avrebbe richiesto qualche mese per essere snocciolata sino in fondo e vista la già precaria pazienza di quel tizio non volevo farlo irritare più del dovuto. Mi rilassai un attimo attendendo il mio turno.
     
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    Richieste e diplomazia






    Il Colosso entrò nello stanzino un po’ a fatica, temendo che al suo ingresso non sarebbe rimasto abbastanza ossigeno per tutti e tra dentro quella stanza.

    Oh, siete un po’ ristretti qui a Kiri eh?

    Disse sincero ma senza nessun tono aggressivo, purtroppo c’erano cose che neanche col massimo impegno riusciva ad arginare del tutto, tra quelle la stronzagine, ma questa volta poteva passare come una constatazione ironica per rompere il ghiaccio.
    Dopo aver osservato la piccola stanza si sarebbe soffermato sull’uomo dietro alla scrivania, stava per sbraitare nuovamente con l’impiegato grassottello quando qualcosa al suo interno lo frenò, una vocina responsabile.


    Ma che cazzo è questo… coso vestito da muratore?
    Porca miseria, saranno poveri, ma mettere un muratore a fare l’amministratore è troppo!
    E guardagli i capelli! E la barba! Cazzo quanto è vecchio! Qui la pensione se la sognano!


    Ma non disse nulla, la sua bocca rimase incernierata con un espressione abbastanza strana che però poteva apparire come disagio… per l’ambiente ristretto magari?
    Il Colosso scelse la via più diplomatica, prima sarebbe uscito dall’ufficio, prima sarebbe divenuto completo, mettersi a ciarlare li dentro come una volpe travestita da corvo non aveva senso.


    Come dice l’otese sono di Konoha, un fabbro e un meccanico di Konoha. Raizen Ikigami per la precisione.
    Sono qui a Kiri per apprendere l’arte più importante per creare delle armi eccezionali. E qui l’avete.
    Se possibile vorrei apprendere dai vostri artefici il mestiere.


    Chiese andando dritto al punto, pur cercando di mantenere nel tono e persino nel porsi, un atteggiamento poco aggressivo, chiunque l’avesse visto in quel momento e lo conoscesse da più di cinque minuti avrebbe notato che aveva tutta l’apparenza di un gigantesco leone messo in una gabbietta troppo stretta che non lo faceva neanche ruggire. Impacciato era il termine corretto.
    Ma dopotutto da quando era tornato dal tempio con Etsuko era diventato chiaro che avesse dei problemi con la sua supponenza, e che questa si avvertiva in qualsiasi tipo di campo e rapporto emotivo con il prossimo, persino con i sassi o con le montagne sarebbe potuto essere supponente. Per cui, si auto imprigionò, una cosa scomoda.
     
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  7. Kalastor
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    Venti di Protesta.
    Incombenze amministrative, ospiti particolari.


    Nei limiti del possibile molto volentieri! - Rispose a Ren per poi notare il suo compagno. - Dei del cielo! - Esclamò. - Anche tu non scherzi in quanto a dimensioni, ragazzo! Ai miei tempi i Ninja li facevano più piccoli. - Accompagnò la risposta con un sorriso carico di sorpresa. - Sedetevi pure. - Accennò a due sedie pieghevoli appoggiate in un angolo. - Sarò felice di ascoltarvi.


    Da quando era divenuto Amministratore si era trovato diverse volte a discutere con delegazioni straniere ma quella era la prima volta che riceveva dei Ninja provenienti da altri Villaggi dell'Accademia. Provava un misto di emozione infantile e di ansia dovuta al desiderio di fare buona impressione, perché in quel momento rappresentava l'intero Villaggio della Nebbia. Appoggiò i gomiti sul tavolo, congiunse i polpastrelli e si preparò ad ascoltare.

    Konoha, che piacere! Come sta Shika?! Io e lui eravamo assieme sul fronte della Terra, qualche anno fa, ma è parecchio tempo che non lo vedo, da prima della missione a Taki. - Chiese con sincero entusiasmo. - Ikigami hai detto? Mai sentito. Appartiene ad un Clan oppure è roba tua? - Domandò incuriosito. - Ad ogni modo, i nostri Villaggi sono alleati e non ho motivo di negarti ciò che chiedi. - Sorrise. - Ma si tratta pur sempre di un'arte segreta della Nebbia, una conoscenza piuttosto esclusiva e poco diffusa per altro. - Chiuse gli occhi ed annuì piano. - È soltanto una formalità ma prima di darti l'autorizzazione ad iniziare l'addestramento per divenire Artefice vorrei che mi portassi un documento firmato da un'alta carica della Foglia, se non Shika stesso almeno un Amministratore, valido per un tirocinio senza condizioni in una delle Arti del vostro Villaggio. - Sorrise, questa volta in maniera diplomatica. - Personalmente non sono interessato a nessuna di esse ma vorrei risparmiare ad uno dei miei ragazzi la stessa trafila che stai affrontando tu, quel'ora volesse imparare un mestiere dei vostri.

     
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    C'è posta per te






    Il Colosso ascoltò le parole dell’amministratore mentre pregava che quella sedia reggesse ancora i cinque minuti necessari a fargli concludere la noiosa richiesta, che dopo le parole del muratore iniziò a diventare tediosa.
    Di primo acchito rispose all’amministratore solo con uno strano tic del labbro, che portò la bocca a flettersi lievemente verso l’alto con un piccolo spasmo.


    Immagino stia bene, nonostante fossimo compagni di guerra dopo che ha assunto la sua carica è difficile vederlo se non per occasioni pomposamente importanti, ma visto che è l’Hokage se la sua salute fosse compromessa tra gli shinobi la notizia si spargerebbe rapidamente, per cui si, direi che sta bene.

    Si spostò sulla sedia, facendola soffrire non poco.

    No, non l’hai mai sentito perché sono il primo, semplice.

    Tagliò corto con tono piatto e disinteressato.

    Comunque, come ho detto io stesso sono un fabbro, non vedo del perché di una simile tarantella, ma vedo che a Kiri le cose fatte “bene” piacciono. Mi occuperò immediatamente di tale missiva.

    Si interruppe, ormai stufo delle lamentele della sedia.

    Certo che siete attrezzati proprio bene in amministrazione, eh!

    Disse ironico mentre si convinceva a restare in piedi.
    Attese una risposta dal kiriano, per poi prendere la direzione della porta, sbuffando prima di parlare nuovamente.


    Ci vediamo tra qualche giorno allora.
    Ah, Ren, le righe donano al tuo “petto”.


    Fece schioccare la lingua tra i denti serrati col classico sorriso da ragazzotto belloccio di basso borgo che non si fa problemi a sparare simili idiozie nei momenti meno consoni, aggiunse un occhiolino poco dopo per poi ridersela mentre richiudeva la porta, chiaro segno della scherzosità di quei gesti.

    Ci vediamo quando ti verrà voglia di vedere un paese che non puzza di salsedine.

    Mise sull’ultima parola un tono ironico che per l’amministratore voleva dire poco, ma che probabilmente a Ren avrebbe potuto ricordare i pescivendoli di cui parlava alle mura con Etsuko.
    La piccola scenetta riuscì a fargli sbollentare la rabbia, ma non gli impedì di accartocciare la maniglia della porta mentre la richiudeva alle sue spalle.


    Kiriani di merda.

    Fece un'unica volata verso la voliera più prestigiosa di Kiri, dopo aver preso per il bavero il primo passante che gli capitava a tiro per farsi indicare la direzione, li avrebbe affittato il rapace addestrato più rapido che avessero a disposizione per recapitare una lettera diretta all’amministrazione di Konoha che portava un grosso timbro sul retro con su scritto “urgente” a lettere cubitali.

    All’attenzione dell’amministrazione.
    Raizen Ikigami, sono partito qualche giorno fa con destinazione Kiri per apprendere l’arte quasi perduta dell’artefice. L’amministrazione del paese è disposta a passare i propri segreti a condizione che Konoha assicuri ad un loro cittadino di apprendere una delle nostre arti per ricambiare il favore.
    Visto che il motivo di tale disturbo è arrecato dalla mia persona, se dovessero sorgere dei problemi sono disposto, in qualità di fabbro, a mettere le mie stesse abilità a servizio di questa trattativa.
    Ringraziandovi

    Raizen Ikigami, Chunin della foglia.


    Chiuse la lettera e la consegnò ai falconieri, più che rapidi, dietro il lauto compenso, ad assicurarla alle zampe del loro falco più rapido.

    Sono nella locanda all’angolo della strada, appena giungerà la risposta venite a cercarmi.

    Girò le spalle e lasciò il suo nome e cognome all’inserviente, aggiungendo per sicurezza anche la locazione della locanda.
     
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  9. The Retribution
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    Credevo che i Kiriani fossero più aperti culturalmente, ma forse l'Amministratore cercava solamente di tutelare un patrimonio locale, non era così impensabile come cosa. Non sapevo chi fosse tale Shika ma mi parve di intuire che fosse l'Hokage, una figura di autorità indubbia di cui non mi interessava quasi niente. Raizen parve molto contrariato da quella risposta tanto che credevo sul serio gli sarebbe saltato alla gola, almeno è quello che avrei fatto io qualche mese addietro, prima di iniziare a comprendere la differenza tra sensato ed irrazionale. Non sapevo, invece, se apprezzare o meno il commento molto colorito sul mio seno, ma decisi di prenderlo come una battuta scherzosa di un ragazzone, qualcosa sopra cui ridere e soprassedere senza troppi problemi. Erano ben altri i maiali pervertiti che dovevo premurarmi di combattere, non certo una battuta giocosa. - Si farò un salto alla foglia un giorno di questi.. Ciao.. - Alzai una mano per salutarlo mentre chiudeva la porta che, a giudicare dal suono pessimo, necessitava di una sostituzione della maniglia.

    - Tipo alquanto originale.. - Dissi tra me e me. - Io invece sto cercando mio padre, amministratore. Mia madre è una prostituta, ma sono riuscita a farmi dire che nel giorno del mio concepimento ricevette solo tre clienti, tutti Kiriani, e tutti shinobi in licenza. Avete ancora i registri di licenza del 18 ottobre di diciassette anni fa? Mio padre potrebbe essere tra quelli ed avrei piacere a dirgli che ha una figlia.. che vorrebbe conoscerlo. - Fui quanto più diretta possibile, stringendo i pugni per evitare di uscire di testa per l'ennesima volta con quel discorso, ma era chiaro che parlarne mi mettesse oltremodo a disagio.
     
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  10. Kalastor
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    Venti di Protesta.
    Incombenze amministrative, questioni di famiglia.


    Tarantella? - Inarcò un sopracciglio. - Perfetto, quando riceverò la risposta ti darò l'autorizzazione. - Annuì. - E pensa che quando sono arrivato non c'erano nemmeno quelle, le ho portate da casa! - Aggiunse in merito alla battuta sulle sedie. - Ci sentiamo nei prossimi giorni, e non combinare guai!


    Non disse nulla riguardo la battuta sul bizzarro odore del Villaggio. Kiri sapeva di salsedine, era innegabile. Raizen gli era sembrato un ragazzo a posto, ma c'era qualcosa di strano in lui, una sorta di nervosismo di fondo che traspariva da ogni suo gesto o parola. Non gli piaceva eccessivamente avere a che fare con quel genere di Ninja, sapeva per esperienza diretta che covare a lungo anche soltanto del fastidio portava prima o poi ad uno sfogo esplosivo. E di esplosioni il Villaggio ne aveva avute a sufficienza.

    Decisamente. - Rispose, un poco accigliato. - Puoi chiamarmi Yoku, quello di Amministratore è soltanto un titolo. - Sorrise. - Sicuramente esiste una traccia scritta dei permessi di uscita rilasciati nel corso degli anni, ma come forse saprai il nostro archivio è stato recentemente oggetto di un attentato, e non saprei dirti se quel particolare registro era presente al momento dell'esplosione oppure era già stato trasferito nella nuova struttura. - Ammise con un certo rammarico. - Lo cercherò, mi ci vorrà forse qualche giorno ma se esiste sono certo di poterlo trovare. - Si batté il pugno sul petto. -Toglimi una curiosità, tu sei la Kunoichi di Oto che era alle porte qualche ora fa, vero? - Incrociò le braccià e pornò la nocca dell'indice destro a grattare il naso. - Come mai non sei scortata da Etsuko? Nulla di personale ma abbiamo avuto qualche problema con Oto. - Si fermò un istante poi rivolse lo sguardo alla porta. - ...Ma quell'altro era armato? - Chiese con vivo timore. - Dei del cielo e della terra. - Si passò la mano sul viso. - Etsuko avrà di che riflettere nei prossimi giorni. - Aggiunse a denti stretti. - Comunque! Che altro ti porta qui? Il viaggio fino alla Nebbia è lungo dal Suono ed avresti potuto inviare una richiesta scritta.





    Nota Per il Demone di Raizen: il mio PG non ha mai avuto la barba.
     
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  11. The Retribution
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    .. Keep medics away?


    - D'accordo Yoku. - Annuii tranquillamente. - Non sapevo dell'attentato onestamente, Oto è particolarmente menefreghista di queste cose, non sapevo nemmeno che c'erano alterchi in corso finché non mi sono ritrovata alle mura cittadine, puoi immaginare bene il mio stato d'animo. - Sospirai.

    Poi aggiunsi, giusto per far passare un brutto quarto d'ora a quello sciocco che stava ai cancelli e che si era permesso tante libertà senza motivo alcuno. - Oh.. Etsuko è stato particolarmente sgradevole, dopo avermi insultata pretendeva per forza di scortarmi all'interno e se non fosse arrivato Raizen è probabile che i suoi modi sarebbero scaduti in violenza nei miei confronti. Non che mi preoccupino le minacce di un rincitrullito del genere, ma mi ha affidata a Raizen per liberarsi di me, presumo. - Poi, riflettendo un attimo, continuai. - Beh.. Raizen è arrivato al cancello ridendo e scherzando.. e ha detto ad Etzuko di essere qua per vendere o comprare armi, non ricordo.. e quel guardiano non ha nemmeno provato a dirgli di no, gli ha tipo firmato un foglio e l'ha mandato dentro. Parevano amici, si si, si conoscevano già perché si sono presi in giro con i loro nomi. - Tentai di fare uno sguardo intelligente ma mi uscì qualcosa di oscenamente pettegolo e basta. La cosa che mi preoccupava, invece, riguardava la possibilità che l'archivio fosse andato distrutto in qualche esplosione. Questo si che sarebbe stato controproducente per me e mi avrebbe anche spinta tra le braccia di una rabbia particolarmente difficile da frenare che volevo, assolutamente, evitare di conoscere. Feci un profondo respiro ricacciando nell'oblio quel pessimo presentimento.

    - Volevo cambiare Aria. Oto fa veramente schifo attualmente ed io vorrei fare qualcosa per sistemarla. Ma sembra che sul fatto che Oto sia una città squallida, a Kiri e Konoha siano tutti d'accordo. - Piccola pausa. - Immagino che tu conosca Febh Yakushi, è amministratore di Oto e.. credo mio parente acquisito. O roba simile. E' un bravo ragazzo ma non è molto diligente con le sue mansioni ed io Beh.. - Tentennai. - .. Diciamo che sto cercando qualcuno che possa aiutarmi a sistemare alcune questioni ad Oto. Come la presenza esorbitante di prostitute e la criminalità organizzata che dilaga.. tu ne sai nulla di queste cose? - Magari, Yoku, poteva conoscere qualche stratagemma per danneggiare i gruppi criminali. Anche Kiri avrà avuto qualche malvivente immaginavo, e magari un consiglio poteva tornarmi sempre utile, non avevo certo pregiudizi su quella persona solo perché Kiriana. Molti, in realtà, li avrebbero avuti.
     
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  12. Kalastor
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    Venti di Protesta.
    Incombenze amministrative, due chiacchiere in leggerezza.


    Ah, quindi l'hai sentito, ottimo. - Disse stringendo ancora di più i denti, tanto che la voce uscì deformata. - Da parte mia e del Villaggio della Nebbia ti chiedo scusa, non ho idea di cosa gli passasse per la testa, è un comportamento inaccettabile. - Aggiunse per poi lasciarla continuare. - Quindi fammi capire, ha preferito farti scortare da un Ninja straniero senza averlo prima disarmato piuttosto che accompagnarti di persona? Mhh, buono! - Prese a massaggiarsi la tempia sinistra con il pollice, tanto forte da far sembrare che da un momento all'altro il dito dovesse sfondargli il cranio. - Confermo che il nostro Guardiano delle Mura avrà molto... - Calcò su quell'ultima parola. - ...su cui riflettere nelle settimane a venire.


    Etsuko lo riempiva di preoccupazioni. Che avesse disubbidito ai suoi ordini era irrilevante, non si considerava ancora abbastanza importante da vantare autorità sui Ninja più giovani, ma col suo comportamento aveva messo in pericolo l'intero Villaggio della Nebbia e per un motivo stupido come la pigrizia o chissà quale altra futile ragione. Non fosse sufficiente, aveva affidato un'ospite alle cure di quello stesso Ninja straniero che aveva mancato di disarmare, ciliegina sulla figura di merda fatta con la conversazione via radio. Avrebbe contattato Etsuko quanto prima per sistemare la faccenda.

    Febh Yakushi? Mai sentito. - Ammise con evidente imbarazzo. - Qui a Kiri abbiamo meno problemi di criminalità rispetto ad altri Villaggi, come Konoha ad esempio, ma personalmente ho avuto a che fare con criminali d'ogni sorta ed ho qualcosa da dire al riguardo. - Fece un mezzo sorriso che mostrò un accenno di zanne. - Per come la penso, la criminalità ha origine nel disagio sociale. Quando un individuo è posto nella condizione di non poter provvedere a sé stesso oppure alla propria famiglia è più probabile che scelga di delinquere, come estrema alternativa al morire di fame. Questa categoria di criminali rappresenta la base, sulla quale s'impongo invece quegli individui che a dispetto del contesto in cui vivono decidono consapevolmente di percorrere la via criminale. - La voce era ferma e sicura. - Sono dell'idea che il modo migliore e più duraturo per debellare la criminalità sia far venir meno la base del meccanismo criminale e rendere i vertici dello stesso socialmente indesiderabili per maggior parte della popolazione, così che si trovino emarginati e privi dell'appoggio di chi alla stato attuale vede in loro una possibilità migliore di quelle offerte dal Governo. - La mano sinistra s'impose di taglio sul palmo destro. - In parole povere, se vuoi combattere il crimine devi intervenire sulle sue origini e rendere Oto un buon posto dove vivere.

     
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  13. The Retribution
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    An apple a Day ..

    .. Keep medics away?


    - Non hai mai sentito parlare del mio unico amministratore.. che bello. - Sospirai. O c'era una disinformazione totale tra i villaggi, oppure Yoku era amministratore da venti minuti, in entrambi i casi il mio scenario era pesantemente sfavorevole a livello di interazione: non potevo fare riferimenti a fatti o persone che Yoku non conoscesse, altrimenti avrei rischiato di svelare qualcosa di dannoso incautamente.. non che mi importasse molto, ma era pur sempre casa mia, Oto. - Non ti preoccupare, capiterà di incontrarlo un giorno di questi. - Feci spallucce.

    Ero invece molto più interessata alla parte dei criminali, pareva essere una Ninja esperto quello che mi stava parlando e non volevo lasciarmi sfuggire l'opportunità di apprendere qualcosa da qualcuno che non fosse Febh con quella nostra famiglia malata nel cervello. Chissà cosa mi avrebbe consigliato di fare sapendo che gran parte degli Yakushi viveva in una sottospecie di società mafiosa matriarcale dove non c'era possibilità di negoziazione, ne diritti, ne privilegi diversi da quello dell'obbedire a vari livelli a Ogen. Che famiglia di merda. - Cambiare Oto è un bel progetto, ma la verità è che agli Otesi piace vivere in quella merda.. almeno credo, visto che nessuno si è mai ribellato alla situazione. Lo stò facendo io, per i fatti miei, ma quanto pensi che possa contare il muoversi di una piccola genin? Poco lasciatelo dire. Metà degli shinobi ti considera una rottura e l'altra metà non ti considera proprio. Ora, non so te, ma io non sono sempre stata una ninja, prima vivevo in mezza alla gente normale - In carcere, soprattutto in carcere. - E mi rendo conto che basterebbe poco per sistemare diverse problematiche ad Oto. Sto girando i villaggi per vedere, apprendere, conoscere i modi in cui viene amministrata la giustizia e importare tali cose all'interno di Oto. Il problema è che io sono ancora troppo piccola ma voglio fare del mio, voglio far sentire la mia voce, voglio poter dire "vaffanculo ci sono anche io!" - Dissi gesticolando con la mancina ad un ipotetico ascoltatore invisibile. - Non posso parlare per il mio villaggio e, anzi, penso che a voi di Kiri non freghi nulla di Oto e non posso darvi torto, però sarebbe bello se mi potessi insegnare come gestire piccoli criminali o cose simili, lo apprezzerei molto e renderei più fruttuoso questo viaggio, dato che non nutro molte speranze su mio Padre. -

    Quel discorso mi aveva persino fatto dimenticare il punto focale del mio viaggio e di quell'udienza. Papà. Dubitavo ci fosse qualche traccia, ma magari non tutto era andato perduto, magari avrei scoperto qualcosa, qualcosa di importante per me e per la mamma. Per quanto non gli mancasse certo la sua compagnia da diciassette anni a questa parte. Non al Neko Senzai.

    - Se sono stata indiscreta posso anche andarmene, non mi faccio problemi. -
     
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  14. Kalastor
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    Venti di Protesta.
    Incombenze amministrative, educare i giovani per cambiare il futuro.


    Indiscreta? E perché mai? - Domandò con perplessità costruita. - I nostri Villaggi sono uniti sotto l'Accademia ed ho a cuore le sorti di Oto quasi quanto quelle di Kiri. Non è soltanto un dovere fare il possibile per aiutare i Ninja del Suono, lo faccio volentieri. - Sorrise. - Posso capire il tuo disagio, purtroppo la nostra società è strettamente gerarchica e più si è vicini alla base minori sono le possibilità di far arrivare la propria voce ai vertici. Io non credo molto in questa politica, ma purtroppo al momento è l'unica che abbiamo. - Sollevò i palmi come ad arrendersi. - Il nodo è questo, nel nostro Mondo l'unico modo per far valere la propria opinione è scalare la gerarchia. In tal senso viaggiare è sempre una buona idea, entrare in contatto con realtà diverse dalla propria aiuta a guardare il Mondo dalla giusta angolazione ed è molto formativo, del carattere come delle capacità. - Piantò il pugno destro sul palmo sinistro. - La volontà non ti manca, è evidente, ma devi incanalarla in una direzione, trovare uno scopo. Non occorre che sia qualcosa di gigantesco, come conquistare il modo, è sufficiente che ti ricordi ogni giorno perché ti alleni e combatti. Se riuscirai a trovare questa direzione otterrai la forza necessaria per migliorare te stessa. - Fece un largo sorriso, mostrando i denti. - Ma temo tu abbia già sentito molte volte, il Credo Ninja è qualcosa che viene ripetuto fino alla nausea sin dall'accademia. Curiosità, chi è il tuo Sensei?

     
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  15. The Retribution
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    An apple a Day ..

    .. Keep medics away?


    Erano belle parole, onestamente, migliori sicuramente di qualsiasi altre sentite ad Oto negli ultimi mesi. Non potevo dirmi completamente soddisfatta ma era già un passo avanti sapere che in altre società, con altre idee, c'era spazio di manovra anche per chi aveva meno strisce al colletto. Un modo un pò bigotto di scalare i ranghi sociali, forse, ma pur sempre l'unico per avere una qualche possibilità concreta di non rimanere a fare la guardiana delle mura per Sempre. Dovevo buttarmi, lasciarmi andare.

    - Sensei? Non ho nessun sensei, sono cresciuta in mezzo alla strada ed ho fatto esperienza di molte cose autonomamente. Non ho frequentato l'accademia, visto che il mio livello di capacità era già superiore a quello di uno studente medio.. e per certi versi ringrazio di non aver dovuto affrontare una gavetta del genere. - Omettendo il fatto che mi ero spacciata per Sensei qualche settimana prima. - Quindi no, non ho nessun Sensei e non ne ho mai sentito un reale bisogno.. anche se un mentore forse è indispensabile per avere qualche possibilità di sviluppo per la propria carriera, sbaglio forse? La mia famiglia, gli Yakushi, hanno idee tutte loro sul cosa sia giusto o sbagliato e io mi sono rifiutata di accettarle per una questione di integrità personale. Pensavo a Febh Yakushi, ma lei non lo conosce e a me non ispira molta fiducia come maestro.. manca di consistenza. - Affermai completamente serena riguardo a quel fatto. Lo avevo visto con Ogen, non potevo dimenticare quel servilismo assoluto e privo di cervello, era un qualcosa a cui io non mi sarei mai sottoposta.

    - Perchè questa domanda? -
     
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15 replies since 9/5/2013, 18:46   234 views
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