La Fenice Ossea ed il Turbine Rosso

Free Gdr - Hoshi Chikuma / Feng Gu

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    Falce dei Kaguya


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    In cerca per Suna

    L'ultima volta che Shiltar Kaguya aveva oltrepassato le mura del Villaggio della Sabbia non s'era messo a girare particolarmente per quei luoghi: già all'allora Mizukage non piaceva la sabbia, poi dover incontrare, per una specie di colloquio di pace, i rappresentanti di Oto, Febh e Shinodari, in un paese che per l'allora capo di Kiri era chiaramente più amico del Suono che non della Nebbia, non era propriamente il massimo.
    Quella volta, Shiltar, assieme all'allora amministratrice Fujiko, aveva giusto seguito la strada fino all'amministrazione, dove, mentre ancora cincischiavano, Brando O'kaas, un ninja con cui, ironicamente, il Kaguya di allora aveva partecipato alla sua prima missione contro con la Zanna (oltre ad una missione nel Paese della Neve) si era dimostrato per la terza volta un uomo a dir poco egoista, tanto da suicidarsi, esplodendo, nel vago tentativo di lasciare un qualche messaggio dietro di se.

    La volta prima, per Shiltar era andata un pò meglio: era stato durante un esame di selezione per le squadre speciali della Sabbia che, la politica del tempo, fosse visionabile da tutti i villaggi... un'idiozia e, allo stesso tempo, uno strategico modo per fare i duri con gli altri membri dell'Accademia.

    Ma quelle erano esperienze di Shiltar Kaguya, ora Feng Gu, sotto il falso nome di Zong Wu lo Shogenin, era entrato a Suna ed era ben lungi dal volersi dirigere all'amministrazione del villaggio. Non l'amministratrice della Sabbia fosse stata antipatica all'ormai defunto Mizukage, anzi, esclusa qualche amicizia che per l'allora Kaguya era piuttosto dubbia, Shaina Otori era sempre stata fonte di rispetto per Shiltar: in fondo, da ciò che il defunto Kaguya sapeva, lei aveva amministrato Suna per un periodo egualmente lungo a quello in cui lui aveva gestito Kiri, il che implicava molta pazienza... e poca fortuna.

    Feng Gu, però, non era lì per perdersi nei ricordi di chi era stato: aveva abbandonato Shiltar Kaguya alle sue spalle alla sua "Resurrezione", o almeno ci stava provando, per seguire il suo unico vero obbiettivo, l'uccisione del Sanga.
    Per raggiungere quello specifico obbiettivo, però, aveva bisogno di alcune cose: conoscenza, alleanze, potenza.
    Tutte e quattro riportavano, in modo diverso, alla persona che voleva trovare: Hoshikuzu Chikuma.

    Conoscere come Hoshi fosse sopravvissuto alla sua pietrificazione, dove fosse finito il sasso che lui aveva preso, oltre quello che il Sanga aveva probabilmente rubato dal cadavere del Mizukage, non gli sarebbe dispiaciuto, poiché implicava conoscere quanto il Sanga fosse diventato più forte.

    L'allearsi con Hoshi forse non sarebbe stato ormai possibile, ma per quanto Feng Gu cercasse di non essere più Shiltar (e l'aver tradito Taeko con Maya Orihara in questo aveva aiutato), non poteva abbandonare la preoccupazione per l'amico così come aveva abbandonato la fedeltà alla madre dei suoi figli. L'amicizia è un bene raro, di ciò che gli aveva dato Taeko, pensava in momenti di profondo cinismo, poteva recuperarne anche pagando.

    La potenza, il potere che aveva perso nella sua Resurrezione, doveva recuperarlo così come lo aveva acquisito Shiltar negli anni: avventurandosi nelle situazioni più assurde e quale modo migliore per farlo che non viaggiando? Come Kaguya di Kiri era stato poco in giro per il mondo, come senza patria di Iwa poteva permettersi di girare dove gli pareva, finché la cosa non fosse diventata per lui pericolosa.

    Con questi pensieri in testa, lo shogenin Zong Wu arrivò nel settore Nord-est del villaggio ed iniziò a guardarsi intorno: sembrava un'area piuttosto residenziale, il che poteva essere decisamente un segno che si stava dirigendo nel punto giusto, peccato che non sapesse quale fosse la casa del Rosso: così, il monaco si mosse per le strade, finché non notò un passante, "Mi scusi.", lo chiamò avvicinandosi, "Cercavo un jonin del villaggio, si chiama Hoshi Chikuma... mi dicono sia un ninja dai capelli rossi, non eccessivamente alto.", meglio non esagerare con i particolari che ben conosceva, in fondo anche la guardia aveva parlato della chioma fulvia e lo aveva definito "mezzo uomo".

    Ora c'era da sperare che riuscisse a trovarlo.

    -------------------------------------

    OT: Ok Hoshi, ora a te la parola per introdurre dove in effetti si trova il tuo pg ^^'.
    Io per la zona dove si è diretto Feng Gu mi sono ispirato all'intro del topic della Casa del tuo pg/OT
     
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    [ZONG WU – Casa si Hoshikuzu Chikuma]


    Trovare la casa di Hoshi non sarebbe stato affatto difficile. Il ragazzo viveva in una casa piuttosto grande in semplice stile Sunese in un tranquillo quartiere. Chiedendo in giro il monaco avrebbe trovato sempre informazioni dettagliate sul luogo presso il quale si stava recando, Hoshi era molto conosciuto al villaggio anche se sembrava per questioni astiose che atti eroici. Il rosso fin da piccolo aveva rivoltato il suo quartiere e le persone che ci vivevano come un calzino combinando guai a chiunque gli si parasse davanti. Crescerlo non era stato affatto facile e spesso e volentieri la sua famiglia era stata costretta a ripagare danni alle strutture e alle persone che vivevano li vicine.


    Giunto in prossimità della casa del rosso il monaco si sarebbe di sicuro accorto che parte di essa come esplosa. Quella stanza era senza alcun dubbio quella doveva il rosso era solito dormire. Sembrava non ci fosse nessuno a casa quel giorno, cosa rara dato che solitamente o la madre o il nonno del rosso stavano li rispettivamente a pulire o a vaneggiare al vento. Tutto era estremamente silenzioso e calmo, una calma surreale che di sicuro avrebbe messo all’erta i sensi del monaco. Da quando aveva messo piede la l’aria si era improvvisamente bloccata, gli odori ed i suoni ambientali non erano più giunti alle sue orecchie ed al suo naso. Quando il monaco si accorse della cosa ormai era già troppo tardi.

    -Perché stai cercando Hoshikuzu Chikuma.. monaco?!..-


    Dietro di lui una figura incappucciata si era materializzata dal nulla, quasi fosse stato un fantasma a muoversi. Il monaco dalla lucente pelata avrebbe fatto bene a non muovere un muscolo se non voleva ritrovarsi con il collo leggero. Era difficile dire cosa lo stesse circondando, ma di certo non era nulla di amichevole. Lame invisibili ed eteree lo avevano circondato, impossibili da vedere ma senza alcun dubbio semplici da percepire per chi aveva vissuto ed affrontato migliaia di battaglie.
    La figura incappucciata sarebbe rimasta immobile dietro di lui aspettando una risposta soddisfacente. Zong Wu aveva raggiunto la casa del vecchio amico di mille avventure ed ora qualcuno stava attentando alla sua stessa vita. Dovevano essere successe parecchie cose mentre si godeva la Pax Kiriana.

    [...]




    [HOSHIKUZU CHIKUMA – Monte Hitozatohanareta]


    Un sogno fantastico. Ecco cosa stava facendo il giovane Hoshikuzu Chikuma pochi istanti prima di essere svegliato da una serie di slinguazzate sbavose portate ai sui danni da parte di Kigeki, il più pucchoso rompi balle dell’intero paese del Vento. Hoshi si era svegliato imprecando in malo modo verso gli dei Chikuma, gli sembrava di aver dormito per una intera eternità. Kigeki gli saltellava attorno divertito, qualcosa rendeva il rosso dannatamente divertente.

    -Waaaaoh!.. accidenti Kigeki.. vuoi stare fermo un attimo?!.. si può sapere che hai questa mattina?!..-


    Il rosso si era messo a massaggiare la testa, spettinarsi i capelli la mattina, già più che spettinata era un rito a cui non poteva fare a meno. Il volpino intanto lo fissava mentre compiva il gesto, i suoi occhietti fissavano la testa del Chikuma lasciandolo in lacrime.

    -Wahahahhaah!!!.. come sei buffo fratellone!!!.. Wahahahahahah!!!..-


    Il volpino rotolava a destra e sinistra dalle risate. Hoshi cominciava a scocciarsi della situazione, si era appena svegliato e quello già lo stava prendendo in giro per qualcosa che non capiva. Agguantato il peluche vivente il rosso lo avrebbe fissato negli occhi con sguardo severo, era giunto il momento di sputare il rospo. Hoshi non riusciva a capire ma dalle zampate che l’altro menava ai capelli aveva capito che doveva essere successo loro qualcosa. Il jonin si levò dal giaciglio sul quale aveva passato la notte grattandosi la pancia, un sbadiglio di proporzioni galattiche aveva deformato la sua faccia mentre arrancava verso ad una sorgente d’acqua che scorreva all’interno del monte, perché era li che si trovava, ne era certo. Hoshi aveva passato gli ultimi tempi li al monte dei fennec sotto la costante guida di Daikenjin il vecchio Fennec. Era stato nominato Konen’nin e ormai poteva ritenersi quasi promosso. Quando giunse alla pozza d’acqua il Chikuma si specchiò su di essa con sguardo sereno, ne prese un sorso e si asciugò la bocca con il braccio, solo allora si rese conto del misfatto.

    -WAAAAAAAAAARGH!!!.. MA CHE CACCHIO?!!.. WAAAAAARGH!!!.. NON E’ POSSIBILEEEEEEE!!!!..-


    Il rosso era ruzzolato a terra con il sedere, un tonfo secco. Lo shock lo aveva scaraventato a terra mentre con le mani tra i capelli si disperava in preda al panico. Nessuno aveva mai sentito lamenti più strazianti tra quelle profonde gallerie. Mentre Hoshi piangeva lamentandosi Kigeki rideva di gusto girandogli attorno. Hoshi non riusciva a crederci, qualcuno doveva avergli per forza giocato un brutto scherzo, anzi uno scherzo di pessimo gusto.

    -WAAAARGH!!! I MIE CAPELLI!!!.. I MIEI CAPELLI SONO COMPLETAMENTE BIANCHI!!!.. WAAAARGH!!! VECCHIACCIO CHE DIAVOLO E’ SUCCESSO AI MIEI CAPELLI?!!..-


    I suoi amatissimi capelli rossi si erano spenti da un giorno all’altro. La sera prima il Chikuma ricordava benissimo di avere ancora i capelli di un rosso acceso, qualsiasi cosa gli era successo doveva essere stata causata dagli allenamenti per diventare Konen’nin. In lacrime il ragazzino aspettava che qualcuno gli desse una risposta. Certo non poteva immaginare che era mesi che nessuno lo vedeva da quelle parti.

     
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    Feng Gu

    Trovare la casa di Hoshi non fu difficile per il monaco di nome Zong Wu, ma se quel primo passo non fu complicato, tutto il resto fu inaspettato, a dir poco.
    Non avrebbe mai immaginato che la casa di Hoshi fosse mezza distrutta, o meglio, non sarebbe stato del tutto inverosimile per il Mizukage di Kiri credere quello possibile, ben conoscendo l'amico dai capelli rossi, però, una casa distrutta e senza nessuno al suo interno, quello sì che era una preoccupante sorpresa.
    Ancora più preoccupante fu rendersi conto di un fatto: nessuno spiffero di vento, nessun odore, niente di niente, come era capitato più di un anno prima all'allora Mizukage ed al chunin di Suna contro una kunoichi della Zanna che si diceva dello stesso clan di Hoshi.
    Dulcis in fundo: una sensazione però gli si palesò al tatto, qualcosa che premeva contro il suo collo, anche se invisibile, qualcosa di affilato, il che, considerando che Feng Gu (o Zong Wu) non aveva il tatto raffinato di Shiltar, indicava che non si trovava nella medesima condizione affrontata tempo prima dal Kaguya in quel di Iwa... probabilità confermata dal sentirsi una voce alle sue spalle, che gli chiedeva come mai cercasse Hoshi.

    "Mi è stato detto, da una guardia alle mura di Suna, che per me, che cercavo un meccanico esperto ed un ninja di Suna capace nell'uso di Doton d'alto livello, Hoshikuzu Chikuma era il ninja da incontrare.", rispose semplicemente Zong Wu, non era una menzogna, ma non completava tutti gli obbiettivi che in effetti avevano portato lì quel monaco pelato.
    "Tu invece? Scusa se non mi giro per vedere chi sei, ma mi chiedevo se hai sistemato tu così quella che mi dicono essere casa sua.", affermò con un tono forse troppo simile a quello che lui era stato un tempo, ma Hoshi era Hoshi, uno dei pochi che il defunto Mizukage avrebbe chiamato amico, quindi gli ci volle qualche altro istante per ritrovare la propria "parte" ed aggiungere: "Non penso di poterti aiutare a fare pace con qualsiasi divinità tu onori per aver profanato la casa di un altro individuo, ma sapere se potrò ancora incontrarlo, mi premerebbe.", aggiunse secco, pronto ad una qualsiasi reazione, con già il chakra che vibrava fra le ossa, pronto a difendere la vita al di sotto della pelle.

    Hoshi

    "Sei buffissimo, fratellone!", continuava a ripetere il piccolo Kigeki, "Si è svegliato?", esclamò d'improvviso una voce più femminile, mentre una seconda sagoma entrava nella visuale di Hoshi, altrettanto piccola, ma ben più effemminata, era Kyoiku, la sorellina di Kigeki.
    "Konen'nin san, temevamo parecchio per te! Il saggio Daikenjin ha chiesto di essere subito avvisato non appena tu avessi ripreso conoscenza.", avrebbe esordito, prima di voltarsi verso l'uscita di quella piccola sala di pietra, "Seguimi presto!", lo esortò.

    Hoshi avrebbe potuto seguire i due piccoli fennec ritrovandosi in quelli che molto probabilmente avrebbe riconosciuto come alcuni dei cunicoli del monte Hitozatohanareta, gli stessi dove di certo ricordava di aver sviluppato un'alleanza con i Fennec, anni prima assieme a Shiltar, ed in seguito di essere stato addestrato a diventare un konen'nin.
    Non poteva ricordare che proprio in quei luoghi, dopo l'acquisizione di quel titolo, aveva combattuto contro Gekisen, né che Daikenjin lo aveva perfezionato anche nell'uso dei Doton, seppur non in quei luoghi e di certo ciò che avrebbe visto quando la sua passeggiata fra i cunicoli si fosse conclusa, lo avrebbe lasciato a dir poco sorpresa.

    Kigeki e Kyoiku, infatti, lo avrebbero condotto in un'ampia sala di pietra, una sala dall'alto soffitto, dove alcune colonne di sabbia scivolavano dai lati, fino a perdersi nelle profondità del terreno, lì Hoshi, prima ancora di vedere qualcuno, avrebbe sentito tre voci.
    "Dunque siete sicuri che sia lui?", chiese una prima voce, "Sì, nobile Chikuma, siamo certi... ma sembrano esserci degli inconvenienti, seppur non abbiamo ancora capito su che scala. Prima di qualsiasi incontro fra di loro, aspetterei di vedere come sta il Konen'nin.", suggerì quello che, evidentemente, era il vecchio Fennec.
    "Hoshikuzu è forte, sono certo che non sarà niente di grave.", sottolineò una seconda voce che, probabilmente, il ragazzo non avrebbe riconosciuto come Genkisen.
    "Non è così semplice, lui non è il Chikuma che tu ed io abbiamo incontrato.", ripropose la prima voce misteriosa, prima che Hoshikuzu potesse entrare nella stanza.
    Il Rosso, o ex Rosso, non avrebbe però visto tre persone al suo arrivo, bensì il vecchio Daikenjin ed un altro massiccio Fennec, della terza misteriosa voce, solo un frusciare nel vento che si disperse, agitando la sabbia che scivolava verso il terreno.
    "Hoshikuzu!", esclamò lieto Genkisen, avanzando verso di lui come se stesse vedendo un vecchio amico.
    "Giovane Konen'nin, come va? Ti ricordi di Genkisen, vero?" , avrebbe chiesto semplicemente l'anziano Fennec, una domanda banale, apparentemente, ma che in se implicava tutta una serie di conseguenze che, probabilmente, nemmeno Hoshi immaginava.

    ------

    OT: Ho guardato il vecchio addestramento del Konen'nin e lo scontro/addestramento con Genkisen è parte integrante dell'add. per la viola che ad Iwa tu non hai (mi pare).
    Nel dubbio ho lasciato sul generico quanto il tuo pg e Genkisen siano legati o meno (come ad esempio nella quest di Grimdad che di certo è stata vissuta dal "clone Hoshi" ^^' )/OT
     
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    [ZONG WU – Casa si Hoshikuzu Chikuma]


    L’uomo incappucciato alle sue spalle rimase fermo ad ascoltare il monaco. Non proferì parola mentre questo spiegava le sue ragioni, avrebbe ascoltato in silenzio soppesando le parole del pelato, sapeva benissimo che quel tizio non aveva nulla a che fare con la scomparsa di Hoshikuzu, ma se lo stava cercando anche lui forse in qualche modo poteva essere coinvolto in quella storia. Quando ebbe finito di parlare il massiccio monaco avrebbe percepito la tensione attorno a lui attenuarsi, qualsiasi cosa lo avesse avvolto poco istanti prima era svanita ed ora poteva voltarsi tranquillamente per vedere il misterioso interlocutore.


    Un ragazzo piuttosto alto e slanciato lo guardava da sotto un cappuccio nero, il suoi occhi chiari contrastavano con la carnagione abbronzata e i ciuffi di capelli neri che cadevano sulla fronte. Un mantello lo avvolgeva tranne per il braccio sinistro che sfoggiata all’altezza del bicipite un copri fronte di Suna. Il ragazzo avrebbe guardato il monaco dalla testa ai piedi quasi a cercare un qualche riscontro con memorie passate.

    -Ti chiedo scusa monaco.. ma chiedere di Hoshikuzu Chikuma negli ultimi tempi è diventato pericoloso qui a Suna.. ormai sono mesi che nessuno sa che fine abbia fatto.. anche io lo sto cercando!..-


    Il ragazzo si era mosso verso la casa aprendo il cancelletto senza fare tanti complimenti, sembrava a suo agio in quel luogo.

    -Mi chiamo Gensho Chikuma.. sono il fratello maggiore del famoso meccanico che stai cercando!.. ho paura che il tuo viaggio qui a Suna sia stato un buco nell’acqua se intendevi commissionare qualche lavoro ad Hoshikuzu.. sono sicuro che al mercato o in amministrazione qualcuno ti saprà indirizzare da qualche altro abile meccanico del villaggio..-


    Il ragazzo stava per congedarsi dal monaco con un saluto quando dal tetto di una casa limitrofe un secondo ragazzo avrebbe fatto la sua comparsa con aria piuttosto affannata. Sembrava giovane almeno quanto il primo, nessun segno particolare lo caratterizzava, sembrava un ragazzo come tanti altri li a Suna.

    -Gensho!.. ehi Gensho aspetta!!!..-


    Il ragazzo aveva superato il monaco senza nemmeno curarlo per avvicinarsi rapidamente alla figura ammantata. Sembrava ci fosse qualcosa di grosso in ballo dato il respiro affannoso doveva aver corso per chilometri al massimo delle sue possibilità.

    -Raideen che succede?!..-


    -Anf.. anf.. ho.. ciò volevo dire.. anf.. abbiamo una pista.. sono riuscito a scoprire in che direzione è andato tuo fratello l’ultima volta che è stato visto qua al villaggio!.. ho sbirciato negli archi del kazekage e li ho trovato il luogo esatto dove si è diretto!.. si chiama monte Hitozatohanareta!..-


    Il ragazzo vestito di nero avrebbe strabuzzato gli occhi per qualche istante dando ad intendere ai presenti che quel nome rievocava in lui diversi dubbi. Dopo qualche istante di silenzio il ragazzo si sarebbe mosso poggiando una mano sulla spalla di quello che aveva chiamato Raideen.

    -Sei sicuro che l’informazione si attendibile?!..-


    -Si Gensho.. ne sono certo al cento per cento.. non posso sbagliarmi!..-


    -Dannazione.. se le cose stanno così allora non c’è nulla che possiamo fare.. il monte Hitozatohanareta è un luogo sacro.. solo il Kazekage ed Hoshi conoscevano la sua esatta posizione nel deserto dall’Anauroch.. trovarlo potrebbe richiedere mesi di ricerche!..-


    Sembrava che i due ragazzi fossero nuovamente piombati al cospetto di un vicolo cieco. Sapevano dove il loro amico e fratello poteva essere, ma non sapevano come raggiungerlo anche se, li presente con loro c’era una persona che un tempo aveva visitato quei luoghi. Era passato davvero molto tempo da quell’occasione ma il monaco forse poteva ancora indicare la via ai due ragazzi smarriti. Quando ancora nel continente ninja veniva chiamato con il nome di Shiltar Kaguya, il monaco aveva visitato quei posti. Stava a lui ora decidere se affrontare un viaggio così pericoloso da solo, o se dare la possibilità ad un povere fratello di ritrovare un familiare scomparso.


    [...]





    [HOSHIKUZU CHIKUMA – Monte Hitozatohanareta]


    Certo svegliarsi con i capelli completamente bianchi da un giorno all’altro era stato un shock per il rosso, ma mai quanto scoprire che nessuno aveva ancora provveduto a portargli la colazione. Il rosso era intento a lottare furiosamente con Kigeki ritenendolo responsabile dei suoi capelli e della mancanza di cibo quanto la gemella di quest’ultimo venne a chiamarlo. Era di sicuro più posata e rispettosa della pulce che era costretto a portarsi sempre appresso.

    -Oh Kyoiku?!.. ehi per caso tu sai che fine ha fatto la mia colazione?!.. l’impiastro di tuo fratello l’ha divorata tutta prima che mi svegliassi..-


    -Wahahah.. non sono stato io fratellone.. anzi da oggi di chiamerò nonnetto.. nonno Hoshi!.. Wahahah!!!..-


    -Che hai detto?!.. vieni qui brutta palla di pulci.. se ti prendo!!!..-


    Mentre Kyoiku faceva strada una nuvola di polvere si muoveva alle sue spalle. Hoshi e Kigeki erano fatti così, quello era semplicemente il modo con il quale dimostravano il loro affetto/odio reciproco. Mentre lottava con il volpino ruzzolando a terra Hoshi aveva ripercorso tutti i luoghi che aveva visitato la prima volta che era stato la con Shiltar. Era strano ma gli sembrava fosse passata una vita intera dall’ultima volta che aveva visto il potente e maestoso Mizukage di Kiri. Appena finiti gli allenamenti al monte sarebbe scappati via verso kiri per incontrarlo, dopotutto il rosso doveva ancora conoscere la famiglia del bianco e non vedeva l’ora.


    I cunicoli del monte Hitozatohanareta avevano il loro fascino, i fennec avevano davvero costruito un luogo incredibile ed il rosso da tempo ormai si chiedeva come diavolo ci fossero riusciti, probabilmente quel luogo racchiudeva più segreti di quanti ne poteva solo immaginare. Mentre si avvicinava alla sala nella quale lo aspettavano Hoshi avrebbe percepito tre voci interagire tra loro, era impossibile capire cosa diavolo si stessero dicendo, anche perché a dirla tutta in quel momento una ed una sola cosa premeva nella sua testa bacata.

    -YOOOOO!!!.. ehi vecch.. ehm.. volevo dire.. nobile e saggio Daikenjin.. quando si mangia?!.. mi hai chiamato qua per allenarmi.. ma come diavolo faccio a diventare più forte se non mi nutro adeguatamente?!.. cibo.. ho bisogno di cibo.. possibilmente cotto.. voi fennec seguite di sicuro una dieta affascinante non fraintendermi.. ma io sono umano.. e noi umani mangiamo cose.. si insomma.. da umani!..-


    Il rosso non aveva fatto altro che parlare e gesticolare dal momento in cui era entrato senza nemmeno curarsi di chi vi fosse dentro. Aveva intravisto il vecchiaccio e un altro fennec che aveva conosciuto tempo addietro quando aveva firmato il contratto e che ancora non era riuscito a richiamare. Quel tizio doveva essere una bomba ed il giovane Chikuma aveva tentano innumerevoli volte a richiamarlo senza successo, trovarselo li ora lo metteva leggermente in soggezione.

    -E poi questi!.. si può sapere cosa diavolo è successo ai miei capelli?!.. sembrano quelli di mio nonno Furui!!!.. non posso tornare a casa conciato così.. al villaggio mi prenderanno tutti in giro.. mi chiameranno Hoshi il Vecchio Giovane.. oppure peggio ancora.. Hoshi il terrificante turbine bianco.. capsici.. turbine bianco!!!.. siamo nel bel mezzo del deserto.. non ci sono turbini bianchi nel deserto!!!.. WAAAAARGH!!!..-


    Il rosso era completamente andato via di testa, si insomma era davvero il solito Hoshi che tutti conoscevano in lui non c’era davvero niente che non andasse. Il suo livello di bon ton ed il suo carattere erano rimasti invariati come la sua stupidità e leggerezza, era il solito Hoshi anche se non esattamente quello che avevano imparato a conoscere negli ultimi mesi. Quando poi il grosso fennec si fece avanti con aria fiera il rosso lo guardò perplesso, sembrava quasi si conoscessero da una vita anche se in realtà si erano visti solo una volta. Di certo lo ricordava più tenebroso, invece il suo modo di fare sembrava quello di un compagno di mille avventure.

    -EH?!.. ahah.. piacere di fare la tua conoscenza Genkisen!.. mi dispiace di non essere ancora riuscito ad evocarti in battaglia.. eheheh.. scommetto che non vedi l’ora di buttarti in mezzo alla mischia.. grosso come sei devi essere una vera macchina da guerra..-


    Il rosso si era messo a ridere come al solito grattandosi la nuca con la mano, un gesto che faceva sempre nei momenti di imbarazzo.

    -Beh.. spero che il vecchiac.. ehm.. volevo dire.. spero che il saggio Daikenjin mi alleni fino a quando non riuscirò a richiamare anche te!..-


    Non ricordava assolutamente nulla. Quello che i due fennec avevano davanti era senza alcuna ombra di dubbio Hoshikuzu Chikuma detto anche il turbine rosso. Tutte le analisi fatte sul suo corpo non avevano riscontrata nessuna anomalia se non per i suoi capelli bianchi e la totale mancanza di ricordi dal giorno della sua scomparsa. C’era molto da lavorare se volevano fare in modo che il turbine rosso tornasse al suo vecchio stato.

     
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    Feng Gu

    La situazione sembrò calmarsi e lo shogenin poté osservare il suo interlocutore: un tizio piuttosto muscoloso che portava al braccio sinistro un coprifronte di Suna, quindi un qualche compagno di villaggio di Hoshi, uno dei tanti ninja della Sabbia che il defunto Mizukage non s'era mai preoccupato di conoscere, di certo, che dal sotto quel nero mantello, oltrepassò il pelato monaco dicendo che anche lui cercava da mesi il Rosso, il che era... coerente con ciò che era successo a Shiltar.
    L'uomo si presentò come il fratello maggiore di Hoshikuzu e, in effetti, Feng Gu ricordava che l'altro gli avesse parlato di vivere con la famiglia, anche se non s'era mai preoccupato, l'allora Mizukage, di chiedere quanti e chi fossero a farne parte, e pensare che lui gli aveva presentato la sua compagnia ed i suoi figli.

    Ad ogni modo, il fratello maggiore sembrava non sapere dove fosse il Rosso e Feng Gu non poteva certo dirgli che, l'ultima volta che lo aveva visto, prima di morire, era stato trasformato in una statua, o anche di peggio, quindi tenne per se ogni commento, stava per ringraziare e salutare, piuttosto, quando un nuovo arrivo lo fermò: un altro perfetto sconosciuto.
    Il ragazzo, perché tale sembrava, fregandosene bellamente della presenza di Feng Gu, iniziò a parlare al maggiore dei Chikuma; tra l'altro, il fratello di Hoshi si chiamava Gensho, da come s'era presentato, mentre il nuovo giunto pareva chiamarsi Raideen, o qualcosa del genere, come poté capire dalla chiacchierata dei due.
    E non fu solo quello che poté capire, ma anche altre informazioni piuttosto strane: la prima era che Hoshi era stato l'ultima volta visto dirigersi verso il "monte Hitozatohanareta", un nome che richiamò qualche ricordo vagamente confuso nella mente di Feng Gu, che dovette spremersi un pò le meningi prima di capire dove lo aveva già sentito nominare, grazie anche alla spiegazione di Gensho: era la tana dei Fennec!

    Per qualche minuto lo "shogenin" rimase in silenzio a riflettere: che Hoshi prima di partire per la missione ad Iwa fosse stato al monte Hito-coso? Era una possbilità non inverosimile, anche se sorprendentemente inattesa! Feng Gu in quel momento era un passo avanti a quei ninja di Suna e, probabilmente, se fosse stato un caso diverso, avrebbe anche sfruttato a suo vantaggio tale notizia, ma, considerando che dubitava di poter trovare l'amico del Mizukage in quella montagna, non trovò niente di male a continuare la sua recita in modo diverso, quindi fece qualche passo verso i due shinobi della Sabbia.
    "Se permetti, Gensho-san, anche se non ci sono mai stato, o qualche vaga nozione teorica sulla posizione di questo vostro monte... come dicevi, è un luogo sacro, ma, se è il posto che credo, è un luogo sacro al dio dei Venti, Fuujin. Ho letto qualcosa a riguardo.", avrebbe esordito, mettendoci in mezzo qualche informazioni sulle divinità dei Venti che ci stavano pure bene considerando il legame che sapeva esserci fra i Chikuma e quello specifico elemento.
    "Se avessi una mappa, potremmo cercare assieme il meccanico e jonin che vorrei incontrare, tuo fratello, Hoshi.", continuò, "Me la cavo piuttosto bene come ninja e, si può dire che sono nato in un deserto, per quanto di Iwa, quindi non vi sarò di peso di certo.", li volle rassicurare e, in fondo, era vero: Feng Gu era rinato, dalle ceneri del Signore delle Fenici, nel Deserto Dipinto di Iwa.
    Ora l'unica era sperare che gli altri accettassero.

    Hoshi

    I due Fennec anziani ascoltarono in silenzio, mentre i due piccoli erano lì, attorno a Hoshi, abbastanza movimentato Kigeki nel guardarsi intorno, tanto quanto sua sorella fosse silenziosa e pacata seduta al suolo quasi come un bravo cagnolino.
    Era Hoshi, era decisamente Hoshi, questo era innegabile! La richiesta di cibo fece sorgere un sorriso su tutti i presenti, mentre le parole sui capelli portarono Daikenjin a piegare un sopracciglio, decisamente perplesso, prima che fosse Genkisen ad essere perplesso oltre l'immaginabile.
    "Ma cosa dici?", fu la prima frase del grosso Fennec, "Se mi hai richiamato, l'ultima volta, in quella specie di grossa grotta in quel continente... come si chiamava?", chiese voltandosi verso l'anziano suo simile, "Grimdad...", rispose laconico l'altro.
    "Ecco, Grimdad! Io ho combattuto un uomo coccodrillo, tu una donna lucertola, ed io ho vinto ed ucciso il nemico, al contrario di te! Poi assieme a quel tuo compagno... il ninja con le lucertole parlanti, siamo andati ad affrontare l'uomo serpente che li comandava! Proprio non ti ricordi?", chiese il grosso Fennec.

    Hoshi di certo non avrebbe potuto ricordare quella missione, avvenuta dopo Iwa, né, verosimilmente, avrebbe potuto mai immaginare che "l'uomo con le lucertole parlanti" fosse Febh Yakushi di Oto, con cui non era mai andato in missione (c'era caso che credesse che si parlava dei Gechi Asceti di Shiltar... o non sapesse nemmeno di chi si parlava), ma, ad aggiungere dubbi a dubbi, si avvicinò anche Daikenjin.
    "Ragazzo mio, il tuo ricordo più recente quale sarebbe? Ricordi come ti sei ridotto i capelli bianchi? O l'ultima volta che sei andato via da questo luogo d'addestramenti?", chiese l'anziano.
    "Ti dirò un pò di nomi e luoghi, dimmi se li ricordi.", propose ancora, prima di iniziare: "La tua investitura a Konen'nin? Il tempio nel Polmone del Deserto? L'addestramento con Gekisen, Shirudo, Sutikku? L'incontro con i Respiri? La missione per salvare quella ragazza, Shinodari? La Nuvola Ribelle? La missione ad Iwa?", chiese, lasciando gli ultimi due eventi, in qualche modo i più importanti, per ultimi, proprio per vedere se l'altro avesse qualche memoria di qualcuno degli altri.
    Sperava ne avesse almeno di Iwa, altrimenti molte, moltissime cose, sarebbero state difficili da spiegargli.

    Non avevano moltissimo tempo, l'altro glielo aveva detto, ma così come Gekinsen, anche Daikenjin si preoccupava principalmente del proprio allievo ed evocatore, per quanto anche il rischio che sapeva urgere in quei luoghi aveva bisogno di essere risolto in fretta.

    -----------------

    OT: Ok, ancora Daikenjin non ti tempesta di info, mentre il mio pg fa un'offerta al fratellone del tuo.
    Onestamente non ricordo se il primo viaggio nel tempio dei Chikuma (non quello dove incontri i Respiri) tu lo abbia fatto prima del Konen'nin o dopo... vedi tu che decidere ^^' /OT
     
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    [ZONG WU – Suna/Deserto Anauroch]


    Che fosse la fortuna a volerlo o il semplice destino era difficile dirlo, di certo gli eventi che si stavano svolgendo davanti a quella casa di Suna avevano dell’incredibile. La mano di qualche divinità Chikuma stava guidando quelle semplici pedine umane per farle giungere all’unisono al cospetto di un amico o parente comune. La scomparsa del giovane turbine rosso aveva messo in moto una serie di eventi distanti tra loro, ma allo stesso tempo intrecciati in una maglia fittissima, persone che fino a pochi istanti fa erano perfette sconosciute ora si preparavano a partire alla volta di un viaggio ai limiti del mondo.


    Gensho e Raideen anche se riluttanti nelle prime battute avevano deciso di affidarsi al monaco dalla pelata splendente. Non avevano alternative e anche se solo metà delle cose che il monaco aveva detto era vere allora quella era sempre una opzione migliore di passare mesi a setacciare il deserto. Al gate tutti i preparativi erano stati fatti, provviste ed equipaggiamento extra, finalmente era giunto il momento di partire.

    -Gensho.. lasciaci venire con te!.. avrai bisogno di tutto l’aiuto possibile!..-


    Raideen ed altre giovani figure si erano disposte attorno al tenebroso Chikuma. Tra di loro il monaco poteva notare tre giovani ragazze ed un altro ragazzo dall’abbigliamento strano e di sicuro poco consono alla vita in città. Il gruppetto stava litigando animatamente, sembrava che tutti loro avessero una buona ragione per seguire il Chikuma ed il monaco nel bel mezzo del deserto. Tutti stavano cercando il turbine rosso.

    -Ho detto di no Raideen.. lo sai benissimo anche tu che il villaggio ha bisogno di voi qui.. adesso più di prima!.. non possiamo permetterci di lasciare i confini sguarniti o le infrastrutture senza il personale!..-


    Gensho aveva voltato lo sguardo verso una giovane ragazza del gruppo dai capelli scuri. Shiltar, o meglio dire, il monaco l’avrebbe di sicuro riconosciuta come la ragazza che lo aveva aiutato all’arcipelago delle quattro bestie, si chiamava Ika ed era la nipote del vecchio che aveva raccontato loro la leggenda del mostro. Difficilmente si poteva dimenticare un’esperienza come quella. Ma ora Shiltar era cambiato nell’animo e nell’aspetto quindi nessuno lo avrebbe riconosciuto come tale.

    -Forza monaco.. il viaggio è lungo.. non abbiamo tempo da perdere!..-


    Sembrava che Gensho fosse riuscito a sedare la rivolta. I ragazzi che lo avevano attorniato lo lasciarono passare senza fare altre storie, era evidente dai loro volti che avrebbero fatto di tutto per di seguirlo in mezzo al deserto alla ricerca del rosso. I due viaggiatori avevano con loro provviste, una mappa dettagliata del deserto e tutta la strumentazione necessaria a sopravvivere in un luogo ostico come quello. Non restava che mettersi in marcia verso il monte chiamato Hitozatohanareta.





    […]





    Il monaco si sarebbe accorto subito che Gensho non era affatto affabile quanto il suo amico di avventure Hoshikuzu. Il ragazzo sembrava riuscire a mantenere il silenzio per lunghissimi periodi, nemmeno un muto sarebbe mai riuscito a starsene zitto e silenzioso quanto lui. Mentre camminavano sferzati dal vento e dalla sabbia Gensho avrebbe condiviso con il monaco cibo ed acqua, il percorso che stavano affrontando era duro ma battuto da diverse carovane e per questo ben rifornito di punti di sosta. Fu in una di queste oasi che le cose presero una brutta piega.

    -Ehi monaco.. ormai è da un bel po’ che camminiamo in mezzo al deserto.. è inutile proseguire oltre.. presto questo posto sarà colpito da una tempesta di sabbia..-


    Tutto attorno la situazione era tranquillissima, come facesse a dire una cosa del genere non era dato saperla, eppure Gensho sembrava davvero sicuro della cosa. Nascere e vivere nel deserto di certo aiutava a capire i meccanismi che governavano quei luoghi.

    -Li più avanti.. oltre quella duna dovrebbe esserci un’oasi.. li si fermano sempre molti mercanti.. è un ottimo posto per fare rifornimenti e passare la notte!..-


    Risalire la duna sarebbe stato più difficile di quanto ci si poteva aspettare, quei mostri di sabbia potevano raggiungere anche centinai di metri e quella era di sicuro alta più di duecento. Mentre si avvicinavano alla vetta i due avrebbero percepito uno strano fracasso, qualcuno stava dando battaglia dall’altra parte della duna. Tutto sarebbe stato più chiaro una volta dato uno sguardo oltre.


    L’oasi che doveva ospitarli quella sera era stata attaccata da un gruppo di predoni del deserto a cavallo. Dal movimento e dalla sabbia sollevata i bastardi dovevano essere almeno una ventina, una bella sfida insomma. I cavalli nitrivano mentre i bastardi in sella spintonavano e scudisciavano i poveretti rimasti a piedi in preda al panico. Le carovane ferme in quel luogo erano parecchie, abbastanza da sembrare un piccolo villaggio e la gente le conduceva erano altrettante.

    -Tsk!.. predoni del deserto.. monaco resta pure qua se vuoi.. io vado a mettere a tacere quei bastardi!..-


    Gensho si era improvvisamente fatto scuro in volto, molto più del solito. Alzatosi in piedi il Chikuma avrebbe preso a scivolare giù dal pendio a velocità pazzesca, era strano ma mentre si muoveva nessun granello di sabbia sembrava spostarsi da dove si trovava. Shiltar forse sarebbe rimasto confuso da una cosa del genere abituato come era nel vedere il turbine rosso demolire ogni cosa. Il monaco era rimasto solo e di sicuro sarebbe giunto dopo di Gensho nel vivo della battaglia.


    Giunto in mezzo al caos il monaco avrebbe visto il Chikuma muoversi con sicurezza e maestria tra i predoni che lo attaccavano venendo tuttavia sbaragliati al suo passaggio. La cosa più strana forse era che il Chikuma li stava affettando a grande velocità usando solamente il dito indice della mano destra, fendenti, parate, affondi tutti portati con un semplice dito che lasciava zampillare sangue dai loro corpi e spezzava le loro lame d’acciaio. Anche il monaco non avrebbe avuto vita facile dal momento che ben due predoni lo avevano preso di mira alle spalle, scesi da cavallo i due bastardi armati di mazze si stavano avvicinando al gigante di soppiatto.


    Di certo Feng Gu si sarebbe accorto della loro presenza almeno ad una decina metri, ciò che tuttavia non poteva prevedere era che una terza figura già si stava muovendo alle sue spalle per sistemare i due malviventi. Ancor prima che il monaco potesse intervenire, una figura ammantata di un intenso colore ocra sarebbe emersa da una delle carovane scaraventandosi con ardore contro i due malviventi che impreparati si beccarono una serie di coltelli da lancio al petto finendo per strabuzzare a terra feriti. Difficile dire chi vi fosse sotto quella veste così esotica, almeno fino a quando una delle sue mani non tolse di dosso il cappuccio e la fascia che ne nascondeva le sembianze.

    -Stai bene monaco?!..-


    Era una ragazza piuttosto giovane e di bell’aspetto, una ragazza che forse il monaco aveva conosciuto nella sua vita precedente. Dopo aver sistemato i due la giovane non si sarebbe fermata sganciando rapidamente una balestra dalla schiena per scoccare un dardo letale ad uno dei cavalli che imbizzarriti si stava per schiantare su una povera donna indifesa.

    -Uff.. per un pelo.. ehi tu.. monaco!.. dico a te.. sai tenere in mano una di queste?!..-


    La ragazza senza tanti complimenti aveva allungato la balestra al pelato fissandolo dritto negli occhi, sembrava davvero intenzionata a farsi aiutare dallo sconosciuto che aveva appena salvato. Se il monaco aveva ancora memorie di quella ragazza avrebbe visto in lei una persona che ormai da anni non recitava piu’ sul palcoscenico del mondo dei ninja, Kadiri Ukita. Al monaco non restava che sistemare quel che restava dei predoni prima di ricongiungersi con Gensho e chissà, fare una nuova interessante amicizia.





    [HOSHIKUZU CHIKUMA – Monte Hitozatohanareta]


    Ma che diavolo avevano tutti quanti quel giorno? Questo si chiedeva il rosso mentre parlava con il vecchiaccio del monte e quella montagna di fennec, tutti erano decisamente strani. Il rosso rimase ad ascoltare attonito il fennec mentre raccontava dell’avventura a Grimdad, qualsiasi cosa fosse e del coccodrillo e del tizio che evocava le lucertole, una storia davvero affascinante che tuttavia doveva nascere da una qualche malattia mentale del fennec, perché lui di tutta quella roba non ne sapeva niente.

    -Ehi ehi.. ma di che diavolo stai parlando?!.. Grimdad?!.. coccodrilli e donne lucertole?!.. ehm.. non so che cosa tu abbia mangiato ieri sera.. ma deve esserti rimasto sullo stomaco se hai fatto un sogno del genere questa notte!..-


    Il rosso era quasi imbarazzato dalla situazione, proprio non capiva che diavolo volesse Genkisen. Poi quando il vecchiaccio prese a tempestarlo di ulteriori domande il rosso indietreggiò quasi spaventato, o lo stavano prendendo in giro o qualche virus aveva colpito i due durante la notte facendoli impazzire.

    -Woooh Woooh!!!.. Vacci piano vecch.. ehm.. saggio Daikenjin!!!.. se mi mitragli a questo modo come faccio a rispondere e poi che diavolo di domande sono?!.. ok ok.. se ci tieni tanto ti rispondo!..-


    Il rosso si era seduto a terra incrociando le gambe mentre Kigeki e Kyoiku gli erano saltati addosso, se Daikenjin ci teneva tanto non restava che rispondere, per quel che ne sapeva tutto ciò poteva far parte dell’addestramento perciò tanto valeva accontentarlo.

    -Allora vediamo.. mmh.. l’ultima cosa che ricordo è che ieri sera dopo l’addestramento per imparare l’arte del Konen’nin sono andato a letto a dormire.. abbiamo mangiato quella sbobba che tua moglie e Konji hanno preparato con amore e poi sono praticamente svenuto nella mia stanza qui al monte.. nello stesso posto dove mi sono svegliato poco fa insomma!..-


    Il rosso aveva messo una mano sul mento mentre il gomito si era piantato sul ginocchio per sostenere la testa, si stava davvero sforzando di ricordare il più possibile.

    -Per quanto riguarda i capelli speravo che potessi dirmelo tu.. per che CAVOLO sono diventati bianchi!!!.. AAAAARGH!!!.. così però assomiglio a Shiltar.. waahahah.. posso andare in giro a dire alla gente che sono suo figlio.. o suo fratello.. eheheh.. salve sono Hoshi.. il fratello del Mizukage.. ohohoh.. le ragazze faranno la fila per stare con me!..-


    La mente del rosso era in piena elucubrazione a sfondo sessuale, già stava pensando a come trasformare quella disgrazia in un punto a suo favore. Spacciarsi per qualcuno che nemmeno esisteva era davvero una cosa di bassa lega, se poi lo si faceva solo ed esclusivamente per cuccare allora lo era davvero a massimi livelli. Ritrovata un po’ di dignità il Chikuma avrebeb continuato a parlare.

    -Te l’ho già detto.. sono arrivato qui qualche giorno fa.. mi ci ha portato Gin appena sono tornato dall’Arcipelago delle Quattro bestie.. accidenti sei venuto a prendermi tu al tempio dei Chikuma nel Polmone del deserto!.. ieri sono riuscito a trasformarmi nel Konen’nin per la prima volta e poi sono andato a letto a dormire!..-


    Il rosso era confuso, non ci capiva più niente. Certo non poteva ricordare che effettivamente era andato a dormire quella sera che aveva appreso l’arte del Konen’nin ma che era anche scappato la sera stessa per unirsi a Shiltar e altri ninja nella missione che aveva cambiato per sempre la sua vita e quella di molti altri. Hoshi non si rendeva conto che erano passati mesi da quell’evento, per lui semplicemente non erano mai successi e tutto era rimasto come prima. La sua percezione del tempo era stata resettata da una qualche perfido maleficio, come la sua mente ed i suoi ricordi più recenti. Dopo la sua scomparsa infatti al monte era subentrata una copia del rosso che Gin aveva appositamente preparato, egli infatti sapeva che il rosso non avrebbe resistito a partecipare alla missione contro i ninja della Zanna. Sapendo di non poterlo fermare e curioso di vedere una delle sue copie all’opera il Kazekage aveva lasciato andare il giovane inconsapevole dalle serie di eventi che questa decisione avrebbe messo in moto.


    Il vero Hoshikuzu Chikuma ricordava solo di essere diventato Konen’nin la sera precedente, tutto ciò che era successo dopo quella notte, la sua fuga e l’avventura ad Iwa erano state rimosse dalla sua mente.

    -Ehm.. non ho partecipato a nessun altro addestramento oltre a quello di ieri.. ehi vecchiaccio.. non vorrei offenderti ma non è che cominci a perdere colpi?!..-


    Il rosso per questo si sarebbe beccato una sonora mazzata in testa, meritata oltre tutto.

    -Respiri?!.. che roba sono?.. ehm.. sniff. Sniff.. io respiro ok.. ma come faccio ad incontrarne uno?.. oh oh.. aspetta è un indovinello.. allora quante parole!.. e dai dammi almeno un indizio!!!..-


    Quando poi Daikenjin chiese al rosso se sapeva della missione di Shinodari questo si alzò di scatto in preda alla preoccupazione, non poteva credere che la sua cara amica fosse stata rapita e che lui non ne sapeva niente e soprattutto che non aveva fatto niente per aiutarla.

    -Shinodari è stata rapita?!.. chi è stato?!.. sappiamo dove la tengono prigioniera!..-


    Calmare il rosso non sarebbe stato affatto semplice. Anche le altre domande poste dal saggio non trovarono alcun riscontro, Hoshi semplicemente non ricordava niente di tutto quello che aveva chiesto il vecchio. Le cose erano più semplici di quel che si pensava, lui non le aveva mai vissute. Non direttamente almeno, un sostituto era stato messo al suo posto, una sua copia o meglio dire innumerevoli copie che di volta in volta avevano vissuto la sua vita portandola avanti da dove lui l’aveva lasciata. Quando poi Daikenjin chiese di iwa, il rosso rimase in silenzio pensando a quello che era successo durante la missione che lo aveva visto diventare Jonin.

    -La missione ad Iwa.. si quella la ricordo.. io.. Shiltar Kaguya e Brando.. quel tizio che si è fatto saltare in aria a Suna.. è l’unica volta che ho partecipato ad una missione in quei luoghi.. un vero inferno!.. ne siamo usciti vivi per un pelo.. eheh.. ma la prossima volta gliela faremo pagare a quei bastardi della zanna!..-


    Il rosso non sapeva che in qualche modo era già riuscito a farla pagare a quei stessi bastardi anche se ad un caro prezzo, un prezzo che in quello stesso memento stava pagando in preziosi e fondamentali ricordi persi per sempre.

     
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    Incontri inattesi e ricordi dimenticati - Anauroch

    Feng Gu

    La folla che si raccolse attorno alle Mura di Suna mentre lo shogenin ed il fratello maggiore di Hoshikuzu Chikuma si preparavano fu, per "Zong Wu", una vera sorpresa: non c'era solo quel tipo di nome Raideen, ma anche altri tizi, per lo shogenin come per il defunto Mizukage completamente ignoti, tranne che per un caso, una ragazzina che l'ormai compianto Shiltar Kaguya aveva visto ai tempi dell'Arcipelago delle Quattro Bestie, non che ne ricordasse il nome, ma la fisonomia era quella di certo.

    Ad ogni modo, con poche parole Gensho riuscì a risolvere la questione di quella folla e partirono solo loro due e, poche parole, sarebbe stato ben di più di ciò che il massiccio Chikuma maggiore avrebbe rivolto al suo compagno di viaggio rivelandosi oltremodo silenzioso.
    In un angoletto della mente del Kaguya, il ricordo di Hoshi, con i capelli rossi e quel suo continuo parlare, con quella natura così solare, andò a confrontarsi con il massiccio tizio che aveva davanti e si chiese come facessero due fratelli ad essere così drasticamente diversi: un bel mistero.
    Morire e tornare in vita, fingendosi qualcuno che non si era, e, in generale, andando in giro da solo in mezzo a completi sconosciuti, aveva comunque aiutato il già silenzioso lato del carattere che era stato di Shiltar Kaguya, portandolo a non aver problema in lunghe marce con sconosciuti senza rivolgersi la parola, quindi non ebbe nemmeno dubbi in tal senso, seppur un pò si chiedeva come quella ragazzina dal Paese del Thé fosse arrivata fin lì.

    D'un tratto, il silenzio fu interrotto dall'altro che avvisava di una tempesta di Sabbia, qualcosa che Feng Gu / Zong Wu non vedeva nemmeno lontanamanete avvicinarsi, ma, considerando che le sue esperienze nel deserto erano drasticamente limitate, specialmente a confronto dell'altro, non ebbe niente da obbiettare, così il duo s'inerpicò su una duna, dirigendosi verso un'oasi che, a detta del Chikuma, si doveva trovare oltre la stessa, solo per trovarla piena di predoni del deserto.
    Gensho fu abbastanza proattivo da dire che se ne sarebbe occupato lui, proponendo allo shogenin di restare da parte, "Sono uno shoge-nin, sarebbe molto sbagliato non dare una mano.", avrebbe però replicato il pelato, correndo poco dietro l'altro ed avanzando verso i banditi.
    Il modo di muoversi di Gensho non sfuggì agli occhi di Zong Wu che catalogò quella come un'altra differenza fra il Rosso e suo fratello, anche se, in qualche modo, quel movimento forse era una differente versione di quella tecnica usata da Hoshi per volare.
    Ad ogni modo, il Chikuma arrivò dai nemici prima dello shogenin ed iniziò ad affrontarli in corpo a corpo, o qualcosa di molto simile, usando le mani nude... ah, se lo avesse incontrato Shiltar quel fratello di Hoshi, ce ne sarebbe stato da divertirsi!

    Feng Gu, d'altro canto, non poteva estrarre corposi blocchi d'ossa e danzare fra i nemici con quelli, quindi puntò ad una strategia un pizzico più "banale", o almeno si stava preparando a puntarci quando i due tizi alle sue spalle furono abbattuti da dei coltelli da lancio, tirati fuori da una ragazza dai vestiti ocra ed il turbante... turbante che quella pensò bene di togliersi, prima di abbattere un cavallo con la balestra.
    Per qualche istante, Zong Wu rimase in silenzio, mentre la conosciuta nuova giunta gli offriva la balestra: erano passati anni ed era stata allieva di Shiltar solo per qualche mese, ma il ricordo di quella giovane kunoichi di Suna non era svanito del tutto dalla mente del defunto Mizukage... lo shogenin, però, non poteva permettersi di chiamarla per nome, come si ricordò ben presto, e semplicemente, ritrasse l'arma della ragazza, "Grazie, ma posso fare anche senza.", propose, eseguendo una serie di sigilli e liberando, nella direzione di un quartetto di quei predoni una fenice elettrica che, ben presto, si aprì in una rete d'elettricità, che avrebbe, verosimilmente, fritto per benino cavalli e cavallerizzi, a meno che quelli non fossero stati decisamente veloci.
    Avrebbe poi preso una delle mazze dei due che Kadiri aveva abbattuto, "Può tornare utile...", avrebbe valutato soppesandola, mentre si volgeva verso la kunoichi, "Ragazza, proteggi la gente della vostra carovana, io ed il gentile signore lì faremo il più, non preoccuparti.", avrebbe detto, caricando l'arma di chakra elettrico e buttandosi nella mischia, solo per vedere quella riprendere a bersagliare i nemici con le proprie frecce.
    "Non sono una ragazza indifesa, dovresti averlo capito, monaco.", avrebbe ribattuto quella, ma Feng Gu era già in mezzo alla folla di nemici, intento ad abbatterne il più possibile con l'arma elettrizzata, "Ed io non sono un monaco di pace... ma non stiamo qui a badare al capello che non ho! Difendi la retroguardia, ragazza, non far avvicinare nessuno alla carovana, noi ci preoccupiamo di allontanare i predoni.", avrebbe replicato fra un colpo ed il successivo Zong Wu.
    Il gruppo avrebbe continuato a combattere, finché non ci fossero stati più nemici: da una parte Gensho, qualsiasi cosa stesse facendo, dall'altra il monaco e la ragazza.
    Per parlare ci sarebbe stato tempo quando i predoni fossero stati eliminati.

    Hoshi

    Daikenjin e Genkisen erano in silenzio ad ascoltare gli sproloqui in risposta di Hoshi: come sempre il Rosso, o al momento l'ex Rosso, partiva in quarta con le proprie risposte.
    Il massiccio Fennec fu leggermente dispiaciuto nel sentirgli dire che non sapeva niente di Grimdad e, al qual tempo, quando l'altro accennò all'idea di essere il fratello del Mizukage, proprio il grosso canide del deserto iniziò: "Forse dovremmo dirglielo...", suggerì, ma il vecchio Fennec fece un cenno negativo con il capo, lasciandolo ancora parlare.
    "Shinodari sta bene, è stata ritrovata. L'amministratrice Otori si sta occupando di lei da quando è tornata nel continente accademico. Non ti preoccupare.", sarebbe stata la prima frase del vecchio alla fine di tutto quanto.

    "Ora ti pregherei di prendere un bel respiro... abbiamo molto di cui discutere.", avrebbe iniziato il vecchio, "Hai mai sentito parlare dei traumi? Hai conoscenze mediche, quindi immagino di sì, ma sai che oltre ai traumi fisici, ci sono anche quelli psicologici? Ecco... la mia teoria è che tu ne abbia subito uno, lo stesso che fisicamente ti ha reso i capelli bianchi.", cominciando a camminare davanti al giovane ninja di Suna, con il massiccio Gekisen in piedi dietro di lui.
    "Avremmo un pò di fretta, ma ci sono dei passaggi che voglio fare perché tu sia pronto a cosa verrà dopo, quindi iniziamo dal principio: tu ricordi di esserti andato a riposare dopo essere diventato Konen'nin, ma il mattino dopo non eri più qui, eri partito, per andare in missione ad Iwa e questo te lo può confermare anche qualcun'altro.", avrebbe detto il vecchio, indicando in lontananza.
    Solo allora, come se si fosse appena materializzato, Hoshikuzu avrebbe visto una figura farsi avanti da un angolo della sala, poco distante dalle fonte di sabbia, una figura che conosceva bene, anche se, in quel momento, non aveva bottiglie di birra fra le mani, il suo Kazekage: Gin Tatsumaki Chikuma.
    "E' vero, Tappo, ti mandai un messaggio, che il tizio della Kazama aveva richiesto una nuova squadra per risolvere la questione della Roccia degli Spiriti e tu sei partito per andare lì... ma questo è successo 6 mesi fa. Non ricordi proprio niente di tutto quel periodo?", avrebbe esordito Gin.
    "Non sappiamo cosa sia successo. Dei sei ninja che scelsero di partecipare a quella missione, uno è introvabile, due sono tornati ai loro villaggi, ma hanno dichiarato che siete stati divisi durante la missione e credono il loro terzo compagno morto, mentre i tuoi due compagni sono creduti morti, o almeno, uno di loro è stato dato per morto ormai da metà anno.", avrebbe spiegato il vecchio Fennec.
    "E credimi, il fatto che uno dei due ninja più famosi di Kiri ed un chunin fabbro della Foglia siano gli unici due tornati a malapena vivi, che la loro storia sia coerente, non ha aiutato ad accettare che gli altri 4 possano essere morti, ma ora tu sei qui, quindi vorremmo che tu ricordassi, oserei quasi dire per il bene dell'intera Accademia.", avrebbe aggiunto Gin, prima di guardarsi con il vecchio.

    "La mia idea a questo punto è darti i dettagli del rapporto dei ninja ritornati ai loro villaggi, almeno fino al punto a noi noto, e poi vedere se questo ti dà qualche ricordo.", suggerì ancora l'anziano canide, aprendo un rotolo dinanzi a se.
    "Da quel che leggiamo, siete partiti in sei: tu, il Mizukage di Kiri, il Jonin del medesimo villaggio di nome Itai, il parigrado di Oto di nome Diogene e due shinobi della Foglia, un jonin del clan Aburame ed il chunin Drake.
    Vi ha accompagniato una guida nel deserto fino alla vostra meta, su un grosso coccodrillo evocato dal Mizukage e lì fuori avete combattuto contro un ninja capace di lanciare spade a distanza con estrema abilità, a ciò che dicono i due ninja.
    Questo ti riporta qualche ricordo?"
    , chiese fermandosi un attimo.
    "Dopo questo primo scontro, da cui il nemico uscì vivo, siete riusciti ad entrare nella Roccia degli Spiriti ed avete affrontato delle creature meccaniche mimetizzatesi nell'ambiente, prima che un crollo vi dividesse in due gruppi.
    Hai ricordi di cosa è accaduto dopo? I due della Foglia ed il kiriano erano in tutt'altra parte della costruzione."
    , domandò infine.
    "E... Hoshi... non so come dirtelo, ma chiediti anche: se il tuo amico Mizukage fosse uscito di lì, ti avrebbe lasciato indietro?", la domanda di Gin era detta con un filo di voce, ma era un modo, forse non poi così sottile, per dirgli chi dei due della nebbia era il disperso.

    ---------------------

    OT: Ok, per la mia parte ho introdotto giusto un pò il carattere di Kadiri, ma ho pensato di aspettare la fine dello scontro per eventuali chiacchierate ^^'
    Per la tua, ho introdotto un Gin - Respiro (di fatto quello che era l'Hoshi clone di Gin) come terzo elemento narrante, portando il tutto sulla questione principale, ricordare un pò della missione... a te la parola/OT
     
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    [ZONG WU – Deserto Anauroch]


    La furia dei tre guerrieri apparsi dal nulla colse di sorpresa i predoni che lentamente presero ad indietreggiare allontanandosi dai civili. Orami sembrava che i tre avessero la vittoria in pugno, o quasi. Il monaco infatti aveva sottovalutato quanto i predoni del deserto potessero essere spregevoli e privi di sentimenti umani. Mentre indietreggiavano alcuni di loro avevano preso in ostaggio dei bambini, figli di mercanti o forse semplici vagabondi che si erano uniti alle carovane per sopravvivere. Un bandito in particolare, quello che doveva essere il capo tra loro aveva preso una bambina tenendola sospesa a mezz’aria con l’avambraccio sinistro. Il destro con in pugno una lunga sciabola si muoveva sinuosamente poggiando la fredda lama sul visino colmo di lacrime della piccola creatura che urlava e si agitava disperata.

    -Sta ferma piccola puttana!.. EHI VOI!!!.. fermatevi.. HO DETTO FERMATEVI!!!.. se non volete che rovini il bel faccino di questa ragazzina!..-


    Il bandito era più grosso dei suoi amici, era grosso tanto quanto il monaco anche se più tozzo e meno atletico. Nonostante la differenza sembrava sapere maneggiare con abilità quella lama e avvicinarsi in maniera avventata non sarebbe stata di certo un bella mossa. Il bastardo sorrideva nervosamente mentre guardava il monaco, la ragazza di ocra vestita e il Chikuma che estraeva una delle sue mani dalla spalla di un bandito agonizzante.

    -Non so chi cazzo siete.. ma non vi lascerò massacrare la mia banda di predoni!.. ora.. gettate le armi a terra e legatevi a quei pali la giù.. FORZA CHE ASPETTATE?!!!..-


    L’uomo era serio ed il resto dei banditi malmenati cominciava a radunarsi dietro la sua massiccia figura. Kadiri non sembrava affatto felice della situazione ed anzi, la tensione ed il volume di chakra attorno a lei stava rapidamente crescendo. Sembrava che la ragazza che il vecchio Shiltar aveva conosciuto fosse migliorata parecchio e non solo. La ragazza aveva in mente qualcosa per ribaltare la situazione, al monaco decidere se assecondarla o trovare un’altra via per uscire da quella spiacevole situazione.






    [HOSHIKUZU CHIKUMA – Monte Hitozatohanareta]


    Hoshi non era mai stato così confuso in vita sua ed ora cominciava realmente a credere che tutti i presenti si fossero messi d’accordo per prenderlo in giro. Prima le informazioni a caso, di cose mai sentite o vissute poi la storia di Shinodari che fortunatamente stava bene e si trovava a Suna e infine la storia di una sua fuga dal monte per partecipare ad una seconda missione ad Iwa.

    -Ehi ma di che diavolo stai parlando?!..-


    Il rosso era indietreggiando di qualche passo, ora cominciava ad avere paura. La sorpresa poi di vedere apparire Gin sottoforma di fantasma quasi lo stese facendolo saltare dalla paura, qualsiasi cosa fosse quella cosa doveva trattarsi per forza di uno di quei fottutissimi fantasmi di cui aveva letteralmente paura.

    -KYAAAAAAAAAAAH!!! IL FANTASMA DI GIN PUZZONE DISTILLERIA AMBULANTE CHIKUMA E’ VENUTO FIN QUI PER PERSEGUITARMI!!!.. TI PREGO PRENDI LUI AL MIO POSTO!!!-


    Il rosso aveva preso al volo Kigeki per il coppino alzandolo rivolto verso il fantasma che si avvicinava. Si era gettato in ginocchio a testa bassa cercando di dare il caro amico come sacrificio umano per allontanare il fantasma. Restò così per qualche istante prima di alzare la testa e scoprire che la sua offerta non aveva sortito alcun effetto. Il rosso alzatosi in piedi si sarebbe quindi lentamente allontanato portandosi alle spalle di Genkisen che lo guardava perplesso. Vedere l’amico di tante battaglie ridotto in quello stato lo stava distruggendo.

    -Senti.. io non so cosa tu voglia da me fantasma di Gin.. ma ti ripeto.. io non ho partecipato ad alcuna missione ad Iwa.. a parte quella da cui sono tornato tempo fa..-


    Il gruppetto che stava conducendo l’interrogatorio infine prese a raccontare al rosso cosa fosse realmente successo durante quella missione. Il giovane Chikuma non riusciva a crederci, Daikenjin e Gin avevano davvero un rapporto che spiegava cosa fosse realmente successo in quella fantomatica missione. Da quel che sembrava la missione era stata una carneficina, sei ninja tra cui Hoshikuzu e lo stesso Shiltar erano stati inviati al deserto dipinto per recuperare le stelle di Iwa che in precedenza i ninja erano riusciti a non fare cadere nelle mani del nemico. Hoshi ascoltava il vecchio Fennec parlare e più ascoltava più la sua testa si faceva pesante quasi stesse cercando in tutti i modi di bloccare quelle informazioni.

    -Lanciatori di spade giganti.. mostri.. mostri meccanizzati?!.. ugh..-


    Il rosso aveva chiuso gli occhi poggiando la fronte tra le mani, ora le tempie gli stavano scoppiando. Non ricordava nulla, non importava quanto si sforzasse, il Chikuma non riusciva a ricordare quello che era successo, se mai era successo. Quando poi i suoi pensieri si focalizzarono sul particolare che solo due su sei ninja erano rientrati alla base e che lui non era uno di questi i suoi pensieri quasi esplosero.

    -Aspetta.. un ninja di Kiri ed uno di Konoha.. se quello che dite è vero allora io.. io sono stato per disperso.. e allora.. allora perché sono qui!.. guardate sto benissimo.. non ho nemmeno un graffio a parte.. questi dannati capelli bianchi!..-


    Il rosso non capiva. Era successo qualcosa, questo non poteva negarlo, ma cosa era impossibile da capire. Hoshi stava cercando di ricordare, di collegare il rapporto fatto da Gin e Daikenjin quando un particolare balenò alla sua mente, forse aiutato anche dalla battuta di Gin. Alla missione aveva partecipato anche Shiltar, ma quanto stava scritto nel rapporto anche lui era stato dato per disperso o forse anche peggio.

    -Shiltar.. SHILTAR E’ STATO DATO PER DISPERSO?!!.. IMPOSSIBILE.. SHILTAR NON PUO’.. lui.. lui è il MIzukage.. il Mizu..kage di Kiri!..-


    Il rosso tremava. Tremava come non mai, quasi la notizia avesse risvegliato in lui tensioni e paure assopite in chissà quale meandro della sua testa. Ora che aveva scoperto che anche Shiltar non era uscito da quella missione la cosa si faceva seria, se anche solo metà delle cose sentite li dentro erano vere allora doveva fare qualcosa e alla svelta. Senza indugiare oltre il giovane Chikuma si sarebbe voltato scattando verso l’uscita della stanza, non aveva intenzione di rimanere li un secondo di più.

    -Dannazione!.. non posso restare qui.. se Shiltar è in pericolo lo devo aiutare.. mi ha salvato la vita innumerevoli volte.. ora tocca a me aiutarlo!!!..-


    Il giovane Turbine Rosso stava tentando la fuga, inutile dire che quella scappatella sarebbe stata bloccata sul nascere. Per lui il Kazekage e Daikenjin avevano altri progetti in mente, progetti che forse avrebbero aiutato il rosso molto di più di quanto si potesse aspettare.

     
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    Falce dei Kaguya


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    Sabbia Nera & Vento Rosso - Anauroch

    Feng Gu

    I predoni sembravano avere la peggio, anzi, stavano avendo la peggio!
    Zong Wu non aveva problemi, con i suoi attacchi elettrici, a colpirli e mandarli ko, allo stesso tempo sembrava che il fratello di Hoshi li potesse falciare, per così dire, con un secco movimento delle mani, senza grosse difficoltà e Kadiri, dal canto suo, abbatteva chiunque si avvicinasse troppo ai poveri mercanti.
    Questo finché quello che sembrava il capo dei predoni, non si apprestò a prendere in ostaggio una bambina, puntandole una sciabola al viso.
    Feng Gu si stava guardando intorno: anche un semplice scatto avrebbe probabilmente rischiato di necessitare di troppo tempo, così come il lancio di un osso che, comunque, non avrebbe dato la certezza che un qualche spasmo non ferisse comunque la bambina.
    Fu Kadiri a risolvere la situazione, inaspettatamente, con una singola frase: "E come vorreste ferire qualcuno con quelle armi spuntate?", una banale domanda a cui avrebbe fatto seguito un piccolo getto ascendente di sabbia, inaspettatamente nera, che si sarebbe avvolta sulle armi dei diversi predoni, avvolgendole e bloccandone le lame, senza, però, toccare i volti dei bambini.
    Sfruttando la relativa apertura, che sperava avrebbe sorpreso abbastanza i predoni, quello che si spacciava per uno shogenin, prese tre coltelli da lancio, caricandoli di chakra elettrico, e lanciandogli addosso ai vari criminali rimasti, puntando, nel peggiore dei casi a beccarli in pieno petto, per poi eseguire pochi rapidi sigilli ed investirli tutti con una singola, e molto rapida, Fenice elettrica che li avrebbe fritti tutti quanti per bene, senza colpire i bambini, ovviamente.

    "Suggerirei, a quelli di voi predoni, che ancora hanno modo di camminare, di usare i piedi per andarvene. Anche un monaco ha una quantità limitata di compassione... potrebbe essere piacevole se la esaurissi.", avrebbe avvisato a quanti più nemici c'erano ancora e, al contrario di quanto forse avrebbe fatto Shiltar, o Feng Gu ad Iwa, Zong Wu avrebbe molto gentilmente concesso ai predoni di scappare... se non avessero accettato, bé, avrebbe continuato a combattere.

    Una volta che tutti i predoni fossero stati morti, o fossero fuggiti, Zong Wu si sarebbe rivolto al fratello maggiore di Hoshi: "Siccome abbiamo deciso di stare qui per la notte, ne approfitto per curare eventuali feriti, ok?", avrebbe avvisato, prima di dirigersi verso i mercanti, per controllare la presenza di eventuali feriti e preoccuparsi di curarli.
    Con sorpresa, lo shogenin trovò già Kadiri che si stava iniziando a preoccupare dei loro feriti, "Non mi sono ancora presentata, sono Kadiri Ukita, piacere. Sei un ninja medico anche tu?", chiese la kunoichi, mentre il Kaguya cercava di ricordare se, quando Shiltar aveva avuto Kadiri come allieva, lei avesse mai mostrato abilità mediche, mentre già rispondeva, "Sì, ho buone conoscenze mediche, mi chiamo Zong Wu, piacere mio.", iniziando a curare il primo ferito nelle vicinanze che avesse visto.
    "Una fortuna che ci fosse una kunoichi di Suna da queste parti per loro.", avrebbe esordito poco dopo il massiccio pelato, "Non sono una kunoichi di Suna, non più. Vivo qui, nel deserto, da sola, viaggiando di carovana in carovana, spostandomi fra i nomadi... ho scelto la libertà agli obblighi del mondo ninja!", sbottò l'altra con disappunto.
    "Una scelta più che giusta: anch'io ho optato per non seguire le regole del mondo ninja, seppur, forse, per motivi meno nobili... ma, dal mio punto di vista, altrettanto giusti.", avrebbe suggerito quello, "Meno nobili? Sei un monaco, non dovresti essere un uomo di fede?", avrebbe ribattuto quella, curiosa.
    "Shoge-nin, che può essere sia un monaco con conoscenze ninja, sia un ninja che vive come un monaco. E questa, al momento, è la definizione che più mi si confà: io sono un ninja, che non segue più alcuna regola se non il suo attuale credo, con i suoi pro ed i suoi contro.", precisò lui.
    "Capisco...", fu la risposta di lei, che però era chiaramente confusa da quelle parole, "E cosa ti porta a fare qui il tuo credo, in pieno deserto di Anauroch?", avrebbe continuato.
    "Cerco un ninja di Suna, un meccanico e jonin, perché mi addestri su alcuni doton di queste terre e, allo stesso tempo, mi prepari un oggettino.
    Il ninja, però, tale Hoshikuzu Chikuma, è scomparso da qualche mese, la Provvidenza, però, ha fatto incontrare me e suo fratello maggiore: entrambi lo cerchiamo ed ora abbiamo anche qualche traccia, un monte sacro in pieno deserto, un luogo di cui ho una vaghissima conoscenza della posizione, così siamo qui, in giro per il deserto, in cerca di un fratello scomparso."
    , un racconto vero per molti versi, specie considerando che Shiltar Kaguya aveva sempre considerato il Rosso come un fratello.

    "Il Monte Hitozatohanareta?", chiese Kadiri, "Sì, quello... un nome impronunciabile per me. Lo conosci?", domandò speranzoso Feng Gu.
    Aveva detto di sapere vagamente dove si trovasse, ma i suoi ricordi non erano il massimo della precisione, qualche indicazione in più non avrebbe di certo fatto male.
    "Ho un'idea abbastanza chiara di dove si trovi, in più sono una discreta sensitiva, un luogo del genere non dovrebbe essere difficile da individuare, se volete, posso aiutarvi nel raggiungerlo.", suggerì la kunoichi.

    A quel punto, Zong Wu si sarebbe voltato verso Gensho Chikuma, attendendo un suo parere in tal senso, per quanto sapere che quella giovane ex allieva di Shiltar fosse una sensitiva, un pò poteva preoccuparlo, se non avesse avuto la certezza che la ragazza non aveva tale capacità da genin.

    Hoshi

    Il Gin dinanzi al Rosso era immobile, mentre quello agitava il piccolo Fennec, avrebbe quasi sorriso, se non fosse stato per la situazione in cui si trovava.
    Poi la discussione iniziò a diventare agitata: Hoshi aveva intuito che il suo essere tornato fosse quanto mai strano, ma, altresì, aveva intuito la verità su Shiltar e per questo stava già correndo fuori dal Monte.
    Fu il soffio di Gin a bloccarlo, sollevandolo a mezz'aria e tenendolo sospeso, in balia di correnti che forse, con l'esperienza che aveva avuto "l'altro Hoshi", sarebbe stato facile liberarsene, ma che di certo il Rosso nelle sue attuali condizioni poteva avere dei problemi a fare altrettanto.

    "Hai ragione, ragazzo: tu sei stato dato per disperso, eppure sei qui, ma nessuno di noi tre è venuto a prenderti da qualche parte, semplicemente sei apparso qui, all'esterno del Monte, un luogo che, esclusi te, Gin-chan e noi Fennec, nessuno dovrebbe conoscere... eppure eri svenuto, privo di sensi, e con i capelli bianchi.
    Ora sei completamente privo di memoria, ma per arrivare fin qui tu devi aver ricordato la strada e devi averla detta a qualcuno, o devi averci raggiunto in qualche modo.
    Ti chiederei di sforzarti e ricordare come, forse, partendo da quel particolare, potresti anche ricordare tutto il resto."
    , suggerì Daikenjin, prima che fosse il Kazekage a prendere la parola.

    "Prima mi hai definito un fantasma e non avevi tanto torto, io sono quello che si definisce un Respiro, il risultato di un fuuinjutsu che anima il soffio di uno dei capiclan Chikuma, per dirla in modo spicciolo.
    E mi vedi in questo aspetto e non in quello reale per due motivi: il primo è che il vero Gin Chikuma è, al momento, in un letto d'ospedale, tenuto in vita da alcuni macchinari di Suna, il secondo è che Gin già lo sapeva mesi fa e quando non ti ha più visto tornare ha creato un suo secondo Respiro, dopo quello che aveva già riposto al Tempio, e questo secondo me... bé io... ha combinato le sue conoscenze di te con qualcuna delle tue abilità, creando un secondo Hoshi.
    Di fatto, tu sei scomparso, ma, allo stesso tempo, non scomparso.
    Hoshikuzu Chikuma era tornato dalla missione, ma non eri tu, ero io."
    , spiegò il Respiro, mentre, senza nemmeno bisogno di eseguire sigilli, stava mutando il proprio aspetto in quello del Rosso.

    - Io sono andato in missione con Gekisen a salvare Shinodari, io ho incontrato i diversi Respiri dei vari capiclan passati, e tutto ciò senza avere memoria di essere Gin, credendomi e comportandomi completamente come te, Rosso. -



    Il Respiro a quel punto si fermò dal parlare, lasciando che, ancora una volta, il Rosso assorbisse le informazioni ottenute, poiché, tutta quella discussione versava sul fatto che avrebbe dovuto assorbire molte informazioni.

    ----------------------

    OT: Ok, siamo, credo, prossimi a concludere, altri 1 o 2 posts direi, per ora, nuove info per il tuo pg e per l'incontro con Kadiri ho puntato ad andare un pò oltre il solo scontro con i predoni ^^' /OT
     
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    Recupero Abilità
    ..Una Seconda Possibilità!!!..
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    [ZONG WU – Deserto Anauroch]


    Qualsiasi abilità avesse utilizzato per fermare le armi aveva funzionato e il colpo portato da monaco aveva fatto il resto. Gensho Chikuma era sorpreso di vedere tanta abilità nel bel mezzo del deserto, soprattutto se a mostrare tali abilità erano due persone non appartenenti al mondo Accademico. Zong e Kadiri sembravano avere molte cose in comune, almeno dal punto di vista professionale i due praticavano entrambi l’arte medica con discreta precisione, una manna dal cielo considerato il numero dei feriti li presenti.


    Gensho avrebbe aiutato i due a sistemare i mercanti feriti, anche se non era un abile medico sapeva come trattare con le persone ed in fondo lui per quanto freddo era pur sempre una persona molto gentile ed affabile. Mentre aiutava una donna a stendersi a terra le sue orecchie percepirono il discorso dei due. Kadiri sembrava conoscere la posizione del monte che stavano cercando, cosa certamente fattibile per una nomade del deserto che per anni aveva battuto qualsiasi via percorribile in mezzo a quel mare di sabbia.

    -Conosci la posizione del monte?!..-


    Il Chikuma si era intromesso nel discorso con fare agitato, nei suoi occhi si leggeva tutta la preoccupazione che serbava per le sorti del fratello minore, ci doveva tenere davvero molto a quella peste. Senza indugiare oltre il ragazzo avrebbe continuato a parlare fissando Kadiri negli occhi.

    -Ti prego.. se sai come giungere al monte Hitozatohanareta conducici la!.. è l’unica speranza che mi resta per poter ritrovare mio fratello Hoshikuzu!..-


    Gensho era deciso a non mollare, qualunque aiuto era ben accetto a quel punto, chiunque potesse aiutarlo a giungere alla sua destinazione era utile. Kadiri aveva dimostrato di saperci fare nelle situazioni critiche e lo Shogenin forse più di lei, con un gruppo come quello trovare il Turbine Rosso sarebbe stato molto più semplice. L’indomani, se non ci fossero state obiezioni o altro il trio di ninja sarebbe partito alla volta del monte dal nome impronunciabile.
    Nessuno di loro poteva immaginare dove e a cosa quel viaggio li avrebbe condotti.






    [HOSHIKUZU CHIKUMA – Monte Hitozatohanareta]


    Il rosso sapeva benissimo che non gli avrebbero mai permesso di andarsene di li, non in quelle condizioni ed infatti così fu. Una forte folata di vento aveva recuperato il fuggitivo riportandolo di peso al punto di partenza, inutile descrivere la faccia del rosso una volta tornato con i piedi a terra. Hoshikuzu Chikuma era stato in missione e non era mai tornato, il suo maestro per portare avanti i suoi compiti e doveri di Chikuma si era sostituito a lui creandone una copia perfetta ed ora che era tornato da chissà dove era necessario che il vero Hoshi riprendesse il controllo della sua vita. Quando il respiro di Gin prese le sembianze del rosso questi strabuzzò gli occhi non riuscendo a credere alla cosa.

    -Ma che diavolo?!.. un fantasma di me stesso.. ehi aspetta amico.. io sono molto più bello di così!.. mi hai ingrassato di almeno quindici chili.. ma che roba è questa?!..-


    Il respiro di se stesso era li davanti a lui, Gin aveva vissuto per qualche tempo la vita del rosso al suo posto immagazzinando tramite le antiche arti ninja dei Chikuma una montagna di esperienza e informazioni che ora il rosso non doveva far altro che recuperare. Hoshi si sentiva quasi attratto da quel vento che rapidamente componeva la sua figura quasi fosse una specchio tridimensionale, sentiva che una parte di se era racchiusa tra quel vento, una parte mancante, un vuoto lasciato da qualcosa o qualcuno.

    -Quindi tu sei me.. o meglio.. sei una creazione di Gin.. ma sei il me che sarei stato se non fossi scomparso nel nulla!.. nel nulla.. ugh..-


    Non capiva bene il perché, ma quella parola o meglio quel concetto gli provocava una strana reazione, la testa gli doleva al solo pensiero e ricordi confusi e sfalsati rapidamente gli affollavano la testa lasciandolo frastornato. Era come se effettivamente in quei mesi lui non fosse esistito o almeno per una lunga parte di essi. Qualcosa stava lentamente riaffiorando nella sua mente, la sua fuga dal monte e l’incontro ad Iwa ma poi ancora solo immagini confuse. Ora che il giovane aveva preso coscienza di ciò che era realmente accaduto molti ricordi stavano riaffiorando alla mente anche se improvvisamente questi si bloccavano sempre ad un certo punto. Ritrovato coraggio il Chikuma avrebbe stretto i pugni per farsi forza.

    -Se.. se è vero che tu sei me.. allora.. credo sia giunto il momento che io e te facciamo una lunga chiacchierata!.. immagino tu abbia un sacco di cose da spiegarmi ed insegnarmi.. è evidente che in questi mesi deve aver lavorato molto sulle mie capacità ninja e non solo!..-


    Il rosso ora sembrava aver ritrovato tutta l’energia persa. I pugni stretti si sarebbero scontrati mostrando un gran sorriso beffardo sul suo volto, il vecchio Hoshikuzu Chikuma era tornato dal nulla per riprendersi la sua vita e continuare a fare quello per cui era nato, il ninja.

    -Forza fantasma di me stesso!.. cominciamo la prima sessione.. non ho assolutamente intenzione di farmi mangiare i risi in testa da una mia imitazione!.. mi dispiace ma di Hoshikuzu Chikuma ne esiste soltanto uno.. e quello sono io!..-


    L’aria attorno al rosso aveva cominciato a vibrare, era la prima volta che succedeva da quando lo avevano ritrovato. Il rosso non sono aveva recuperato la fiducia in se stesso, ma si era reso conto che le cose erano cambiate e che molto era successo in sua assenza. Non aveva un minuto da perdere se voleva recuperare tutti i mesi persi.

     
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    Falce dei Kaguya


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    Il Viaggio continua - Anauroch

    Feng Gu

    La reazione di Gensho fu quanto mai genuina e sorprendente: per quel poco che Zong Wu lo Shogenin aveva potuto avere a che fare con quel Chikuma, gli era parso impassibile e freddo, ma si vedeva che ci teneva a suo fratello, in fondo Hoshi era quello stesso ragazzino che aveva in breve tempo fatto breccia nella ridotta schiera di simpatie del Mizukage di Kiri.
    Kadiri, forse incuriosita da tutto ciò, forse mossa dai genuini sentimenti che quel tizio scuro sembrava avere per il suo disperso fratello, comunque, non si fece pregare: "Sarò dei vostri, non vi preoccupate.", confermò la kunoichi nomade.

    "Ti aspetterà un viaggio piuttosto complicato, ma di certo se sei una sensitiva, ci aiuterai sia a trovare questa montagna impronunciabile, sia ad evitare eccessive sorprese come questi predoni di oggi.", scherzò lo shogenin; "Una volta anch'io avevo un fratello, so bene cosa vuol dire volerlo ritrovare, quindi sono più che decisa ad aiutarvi, anche se sembrate tipi che se la sanno cavare bene anche da soli.", replicò lei con tono tranquillo.
    Il Kaguya non ricordava che l'allieva di Shiltar avesse mai accennato ad un qualche suo famigliare, ma, appunto, era stata sua allieva per un brevissimo tempo, si erano conosciuti, ma nemmeno poi così tanto da chiederle della sua famiglia... in fondo non lo aveva mai fatto nemmeno con Hoshi, che era il suo amico più caro.
    Durante la notte, poi, Zong Wu avrebbe preferito dormire in disparte rispetto al resto del gruppo di mercanti, probabilmente lo stesso sarebbe valso anche per il Chikuma, da quel poco che lo shogenin lo aveva conosciuto, mentre Kadiri sembrava più che intenzionata a godere dell'ospitalità offerta da quella carovana.
    Per il risorto Kaguya non era molto un'opzione stare o meno in mezzo alla folla: mostrarsi senza la casacca a copertura del petto avrebbe rivelato il marchio nero che si espandeva fino all'addome ed alle spalle, ed ormai definirlo una voglia, o un tatuaggio, non sembrava più tanto verosimile, quindi meglio evitare possibili domande.

    Il mattino dopo, il monaco aveva di nuovo la sua casacca tipica, portava ora la mazza del predone con cui aveva combattuto legata dietro la schiena e si sarebbe fatto trovare pronto, ai margini dell'oasi dove avevano riposato; altrettanto avrebbe fatto Kadiri, con un altro abito simile per colori a quello del giorno prima, la balestra a tracolla ed una faretra alla cinta.
    "Pronto ad inoltrarti in questo mare di sabbia ancora di più, signor monaco?", avrebbe chiesto la kunoichi, "Ho vissuto il più della mia vita nel Paese della Terra, credo di essere psicologicamente pronto, sì.", disse pacatamente e cordialmente l'altro, deformando leggermente la verità: come Feng Gu aveva vissuto la sua vita nel Paese della Terra, non prima.

    Ad ogni modo, quando anche Gensho Chikuma fosse stato pronto, i tre sarebbe ripartiti.

    Hoshi

    Il Rosso sembrava ora essere molto più concentrato sull'altro se stesso, quello che gli si parava davanti.

    - Non sono propriamente il te che saresti dovuto essere, sono il te che saresti potuto essere... non scordare che in me c'era sempre un pò di Gin... infatti sono diventato un maestro di Fuuinjutsu ed utilizzatore di Doton, come lui, oltre che un esperto di fuuton, ma sì, possibilmente, tu saresti stato me, o io te, vedila come vuoi. -

    Avrebbe spiegato l'altro, sorridendo allo spirito combattivo dell'originale Hoshikuzu, prima di scuotere leggermente il capo.

    - Non ci sarà nessuno scontro, o almeno, nessuno del tipo che intendi tu, me stesso. Ti offro una prima conoscenza gratuitamente: quando hai a che fare con un Respiro, tutto si risolve, molto spesso, all'uso del Vento e, caro me stesso, c'é poca gente in vita che sa usare il Vento come l'Hoshikuzu Chikuma che hai davanti! -

    Avrebbe concluso prima di diventare lui stesso aria e ficcarsi ad altissima velocità nella bocca e nel naso di Hoshi... pochi istanti e per il Rosso dai capelli sbiancati, il mondo si sarebbe di nuovo oscurato, mentre lui sveniva.

    "E' iniziata la battaglia... in ogni caso riavremo un Hoshi, più completo di prima.", avrebbe commentato Daikenjin, osservando l'Hoshi svenuto con i piccoli cuccioli di Fennec intorno, mentre Genkisen era al suo fianco, serio come non mai, "Speriamo che torni quello giusto.", avrebbe suggerito quello.

    ----------------------------

    OT: Ok, con questo finiamo la giocata d'intro al tuo addestramento e domani (se il pc non continua a farmi i dispetti), ti apro la QdE :ahsi: /OT
     
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10 replies since 18/5/2013, 08:27   169 views
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