La Fenice Ossea ed il Turbine Rosso

Free Gdr - Hoshi Chikuma / Feng Gu

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  1. Hoshi
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    [ZONG WU – Casa si Hoshikuzu Chikuma]


    Trovare la casa di Hoshi non sarebbe stato affatto difficile. Il ragazzo viveva in una casa piuttosto grande in semplice stile Sunese in un tranquillo quartiere. Chiedendo in giro il monaco avrebbe trovato sempre informazioni dettagliate sul luogo presso il quale si stava recando, Hoshi era molto conosciuto al villaggio anche se sembrava per questioni astiose che atti eroici. Il rosso fin da piccolo aveva rivoltato il suo quartiere e le persone che ci vivevano come un calzino combinando guai a chiunque gli si parasse davanti. Crescerlo non era stato affatto facile e spesso e volentieri la sua famiglia era stata costretta a ripagare danni alle strutture e alle persone che vivevano li vicine.


    Giunto in prossimità della casa del rosso il monaco si sarebbe di sicuro accorto che parte di essa come esplosa. Quella stanza era senza alcun dubbio quella doveva il rosso era solito dormire. Sembrava non ci fosse nessuno a casa quel giorno, cosa rara dato che solitamente o la madre o il nonno del rosso stavano li rispettivamente a pulire o a vaneggiare al vento. Tutto era estremamente silenzioso e calmo, una calma surreale che di sicuro avrebbe messo all’erta i sensi del monaco. Da quando aveva messo piede la l’aria si era improvvisamente bloccata, gli odori ed i suoni ambientali non erano più giunti alle sue orecchie ed al suo naso. Quando il monaco si accorse della cosa ormai era già troppo tardi.

    -Perché stai cercando Hoshikuzu Chikuma.. monaco?!..-


    Dietro di lui una figura incappucciata si era materializzata dal nulla, quasi fosse stato un fantasma a muoversi. Il monaco dalla lucente pelata avrebbe fatto bene a non muovere un muscolo se non voleva ritrovarsi con il collo leggero. Era difficile dire cosa lo stesse circondando, ma di certo non era nulla di amichevole. Lame invisibili ed eteree lo avevano circondato, impossibili da vedere ma senza alcun dubbio semplici da percepire per chi aveva vissuto ed affrontato migliaia di battaglie.
    La figura incappucciata sarebbe rimasta immobile dietro di lui aspettando una risposta soddisfacente. Zong Wu aveva raggiunto la casa del vecchio amico di mille avventure ed ora qualcuno stava attentando alla sua stessa vita. Dovevano essere successe parecchie cose mentre si godeva la Pax Kiriana.

    [...]




    [HOSHIKUZU CHIKUMA – Monte Hitozatohanareta]


    Un sogno fantastico. Ecco cosa stava facendo il giovane Hoshikuzu Chikuma pochi istanti prima di essere svegliato da una serie di slinguazzate sbavose portate ai sui danni da parte di Kigeki, il più pucchoso rompi balle dell’intero paese del Vento. Hoshi si era svegliato imprecando in malo modo verso gli dei Chikuma, gli sembrava di aver dormito per una intera eternità. Kigeki gli saltellava attorno divertito, qualcosa rendeva il rosso dannatamente divertente.

    -Waaaaoh!.. accidenti Kigeki.. vuoi stare fermo un attimo?!.. si può sapere che hai questa mattina?!..-


    Il rosso si era messo a massaggiare la testa, spettinarsi i capelli la mattina, già più che spettinata era un rito a cui non poteva fare a meno. Il volpino intanto lo fissava mentre compiva il gesto, i suoi occhietti fissavano la testa del Chikuma lasciandolo in lacrime.

    -Wahahahhaah!!!.. come sei buffo fratellone!!!.. Wahahahahahah!!!..-


    Il volpino rotolava a destra e sinistra dalle risate. Hoshi cominciava a scocciarsi della situazione, si era appena svegliato e quello già lo stava prendendo in giro per qualcosa che non capiva. Agguantato il peluche vivente il rosso lo avrebbe fissato negli occhi con sguardo severo, era giunto il momento di sputare il rospo. Hoshi non riusciva a capire ma dalle zampate che l’altro menava ai capelli aveva capito che doveva essere successo loro qualcosa. Il jonin si levò dal giaciglio sul quale aveva passato la notte grattandosi la pancia, un sbadiglio di proporzioni galattiche aveva deformato la sua faccia mentre arrancava verso ad una sorgente d’acqua che scorreva all’interno del monte, perché era li che si trovava, ne era certo. Hoshi aveva passato gli ultimi tempi li al monte dei fennec sotto la costante guida di Daikenjin il vecchio Fennec. Era stato nominato Konen’nin e ormai poteva ritenersi quasi promosso. Quando giunse alla pozza d’acqua il Chikuma si specchiò su di essa con sguardo sereno, ne prese un sorso e si asciugò la bocca con il braccio, solo allora si rese conto del misfatto.

    -WAAAAAAAAAARGH!!!.. MA CHE CACCHIO?!!.. WAAAAAARGH!!!.. NON E’ POSSIBILEEEEEEE!!!!..-


    Il rosso era ruzzolato a terra con il sedere, un tonfo secco. Lo shock lo aveva scaraventato a terra mentre con le mani tra i capelli si disperava in preda al panico. Nessuno aveva mai sentito lamenti più strazianti tra quelle profonde gallerie. Mentre Hoshi piangeva lamentandosi Kigeki rideva di gusto girandogli attorno. Hoshi non riusciva a crederci, qualcuno doveva avergli per forza giocato un brutto scherzo, anzi uno scherzo di pessimo gusto.

    -WAAAARGH!!! I MIE CAPELLI!!!.. I MIEI CAPELLI SONO COMPLETAMENTE BIANCHI!!!.. WAAAARGH!!! VECCHIACCIO CHE DIAVOLO E’ SUCCESSO AI MIEI CAPELLI?!!..-


    I suoi amatissimi capelli rossi si erano spenti da un giorno all’altro. La sera prima il Chikuma ricordava benissimo di avere ancora i capelli di un rosso acceso, qualsiasi cosa gli era successo doveva essere stata causata dagli allenamenti per diventare Konen’nin. In lacrime il ragazzino aspettava che qualcuno gli desse una risposta. Certo non poteva immaginare che era mesi che nessuno lo vedeva da quelle parti.

     
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