La Fenice Ossea ed il Turbine Rosso

Free Gdr - Hoshi Chikuma / Feng Gu

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  1. Hoshi
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    [ZONG WU – Casa si Hoshikuzu Chikuma]


    L’uomo incappucciato alle sue spalle rimase fermo ad ascoltare il monaco. Non proferì parola mentre questo spiegava le sue ragioni, avrebbe ascoltato in silenzio soppesando le parole del pelato, sapeva benissimo che quel tizio non aveva nulla a che fare con la scomparsa di Hoshikuzu, ma se lo stava cercando anche lui forse in qualche modo poteva essere coinvolto in quella storia. Quando ebbe finito di parlare il massiccio monaco avrebbe percepito la tensione attorno a lui attenuarsi, qualsiasi cosa lo avesse avvolto poco istanti prima era svanita ed ora poteva voltarsi tranquillamente per vedere il misterioso interlocutore.


    Un ragazzo piuttosto alto e slanciato lo guardava da sotto un cappuccio nero, il suoi occhi chiari contrastavano con la carnagione abbronzata e i ciuffi di capelli neri che cadevano sulla fronte. Un mantello lo avvolgeva tranne per il braccio sinistro che sfoggiata all’altezza del bicipite un copri fronte di Suna. Il ragazzo avrebbe guardato il monaco dalla testa ai piedi quasi a cercare un qualche riscontro con memorie passate.

    -Ti chiedo scusa monaco.. ma chiedere di Hoshikuzu Chikuma negli ultimi tempi è diventato pericoloso qui a Suna.. ormai sono mesi che nessuno sa che fine abbia fatto.. anche io lo sto cercando!..-


    Il ragazzo si era mosso verso la casa aprendo il cancelletto senza fare tanti complimenti, sembrava a suo agio in quel luogo.

    -Mi chiamo Gensho Chikuma.. sono il fratello maggiore del famoso meccanico che stai cercando!.. ho paura che il tuo viaggio qui a Suna sia stato un buco nell’acqua se intendevi commissionare qualche lavoro ad Hoshikuzu.. sono sicuro che al mercato o in amministrazione qualcuno ti saprà indirizzare da qualche altro abile meccanico del villaggio..-


    Il ragazzo stava per congedarsi dal monaco con un saluto quando dal tetto di una casa limitrofe un secondo ragazzo avrebbe fatto la sua comparsa con aria piuttosto affannata. Sembrava giovane almeno quanto il primo, nessun segno particolare lo caratterizzava, sembrava un ragazzo come tanti altri li a Suna.

    -Gensho!.. ehi Gensho aspetta!!!..-


    Il ragazzo aveva superato il monaco senza nemmeno curarlo per avvicinarsi rapidamente alla figura ammantata. Sembrava ci fosse qualcosa di grosso in ballo dato il respiro affannoso doveva aver corso per chilometri al massimo delle sue possibilità.

    -Raideen che succede?!..-


    -Anf.. anf.. ho.. ciò volevo dire.. anf.. abbiamo una pista.. sono riuscito a scoprire in che direzione è andato tuo fratello l’ultima volta che è stato visto qua al villaggio!.. ho sbirciato negli archi del kazekage e li ho trovato il luogo esatto dove si è diretto!.. si chiama monte Hitozatohanareta!..-


    Il ragazzo vestito di nero avrebbe strabuzzato gli occhi per qualche istante dando ad intendere ai presenti che quel nome rievocava in lui diversi dubbi. Dopo qualche istante di silenzio il ragazzo si sarebbe mosso poggiando una mano sulla spalla di quello che aveva chiamato Raideen.

    -Sei sicuro che l’informazione si attendibile?!..-


    -Si Gensho.. ne sono certo al cento per cento.. non posso sbagliarmi!..-


    -Dannazione.. se le cose stanno così allora non c’è nulla che possiamo fare.. il monte Hitozatohanareta è un luogo sacro.. solo il Kazekage ed Hoshi conoscevano la sua esatta posizione nel deserto dall’Anauroch.. trovarlo potrebbe richiedere mesi di ricerche!..-


    Sembrava che i due ragazzi fossero nuovamente piombati al cospetto di un vicolo cieco. Sapevano dove il loro amico e fratello poteva essere, ma non sapevano come raggiungerlo anche se, li presente con loro c’era una persona che un tempo aveva visitato quei luoghi. Era passato davvero molto tempo da quell’occasione ma il monaco forse poteva ancora indicare la via ai due ragazzi smarriti. Quando ancora nel continente ninja veniva chiamato con il nome di Shiltar Kaguya, il monaco aveva visitato quei posti. Stava a lui ora decidere se affrontare un viaggio così pericoloso da solo, o se dare la possibilità ad un povere fratello di ritrovare un familiare scomparso.


    [...]





    [HOSHIKUZU CHIKUMA – Monte Hitozatohanareta]


    Certo svegliarsi con i capelli completamente bianchi da un giorno all’altro era stato un shock per il rosso, ma mai quanto scoprire che nessuno aveva ancora provveduto a portargli la colazione. Il rosso era intento a lottare furiosamente con Kigeki ritenendolo responsabile dei suoi capelli e della mancanza di cibo quanto la gemella di quest’ultimo venne a chiamarlo. Era di sicuro più posata e rispettosa della pulce che era costretto a portarsi sempre appresso.

    -Oh Kyoiku?!.. ehi per caso tu sai che fine ha fatto la mia colazione?!.. l’impiastro di tuo fratello l’ha divorata tutta prima che mi svegliassi..-


    -Wahahah.. non sono stato io fratellone.. anzi da oggi di chiamerò nonnetto.. nonno Hoshi!.. Wahahah!!!..-


    -Che hai detto?!.. vieni qui brutta palla di pulci.. se ti prendo!!!..-


    Mentre Kyoiku faceva strada una nuvola di polvere si muoveva alle sue spalle. Hoshi e Kigeki erano fatti così, quello era semplicemente il modo con il quale dimostravano il loro affetto/odio reciproco. Mentre lottava con il volpino ruzzolando a terra Hoshi aveva ripercorso tutti i luoghi che aveva visitato la prima volta che era stato la con Shiltar. Era strano ma gli sembrava fosse passata una vita intera dall’ultima volta che aveva visto il potente e maestoso Mizukage di Kiri. Appena finiti gli allenamenti al monte sarebbe scappati via verso kiri per incontrarlo, dopotutto il rosso doveva ancora conoscere la famiglia del bianco e non vedeva l’ora.


    I cunicoli del monte Hitozatohanareta avevano il loro fascino, i fennec avevano davvero costruito un luogo incredibile ed il rosso da tempo ormai si chiedeva come diavolo ci fossero riusciti, probabilmente quel luogo racchiudeva più segreti di quanti ne poteva solo immaginare. Mentre si avvicinava alla sala nella quale lo aspettavano Hoshi avrebbe percepito tre voci interagire tra loro, era impossibile capire cosa diavolo si stessero dicendo, anche perché a dirla tutta in quel momento una ed una sola cosa premeva nella sua testa bacata.

    -YOOOOO!!!.. ehi vecch.. ehm.. volevo dire.. nobile e saggio Daikenjin.. quando si mangia?!.. mi hai chiamato qua per allenarmi.. ma come diavolo faccio a diventare più forte se non mi nutro adeguatamente?!.. cibo.. ho bisogno di cibo.. possibilmente cotto.. voi fennec seguite di sicuro una dieta affascinante non fraintendermi.. ma io sono umano.. e noi umani mangiamo cose.. si insomma.. da umani!..-


    Il rosso non aveva fatto altro che parlare e gesticolare dal momento in cui era entrato senza nemmeno curarsi di chi vi fosse dentro. Aveva intravisto il vecchiaccio e un altro fennec che aveva conosciuto tempo addietro quando aveva firmato il contratto e che ancora non era riuscito a richiamare. Quel tizio doveva essere una bomba ed il giovane Chikuma aveva tentano innumerevoli volte a richiamarlo senza successo, trovarselo li ora lo metteva leggermente in soggezione.

    -E poi questi!.. si può sapere cosa diavolo è successo ai miei capelli?!.. sembrano quelli di mio nonno Furui!!!.. non posso tornare a casa conciato così.. al villaggio mi prenderanno tutti in giro.. mi chiameranno Hoshi il Vecchio Giovane.. oppure peggio ancora.. Hoshi il terrificante turbine bianco.. capsici.. turbine bianco!!!.. siamo nel bel mezzo del deserto.. non ci sono turbini bianchi nel deserto!!!.. WAAAAARGH!!!..-


    Il rosso era completamente andato via di testa, si insomma era davvero il solito Hoshi che tutti conoscevano in lui non c’era davvero niente che non andasse. Il suo livello di bon ton ed il suo carattere erano rimasti invariati come la sua stupidità e leggerezza, era il solito Hoshi anche se non esattamente quello che avevano imparato a conoscere negli ultimi mesi. Quando poi il grosso fennec si fece avanti con aria fiera il rosso lo guardò perplesso, sembrava quasi si conoscessero da una vita anche se in realtà si erano visti solo una volta. Di certo lo ricordava più tenebroso, invece il suo modo di fare sembrava quello di un compagno di mille avventure.

    -EH?!.. ahah.. piacere di fare la tua conoscenza Genkisen!.. mi dispiace di non essere ancora riuscito ad evocarti in battaglia.. eheheh.. scommetto che non vedi l’ora di buttarti in mezzo alla mischia.. grosso come sei devi essere una vera macchina da guerra..-


    Il rosso si era messo a ridere come al solito grattandosi la nuca con la mano, un gesto che faceva sempre nei momenti di imbarazzo.

    -Beh.. spero che il vecchiac.. ehm.. volevo dire.. spero che il saggio Daikenjin mi alleni fino a quando non riuscirò a richiamare anche te!..-


    Non ricordava assolutamente nulla. Quello che i due fennec avevano davanti era senza alcuna ombra di dubbio Hoshikuzu Chikuma detto anche il turbine rosso. Tutte le analisi fatte sul suo corpo non avevano riscontrata nessuna anomalia se non per i suoi capelli bianchi e la totale mancanza di ricordi dal giorno della sua scomparsa. C’era molto da lavorare se volevano fare in modo che il turbine rosso tornasse al suo vecchio stato.

     
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