La Falce che miete e il Vento che punge

Il viaggio

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  1. Febh
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    È colpa tua. Ratty

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    [Midori Kiku II]

    Come credo ti abbia spiegato Haitani, trovare l'oggetto è di relativa importanza. In fondo solo io, Haitani e una manciata di suoi sottoposti sanno della sua esistenza o del fatto che stiamo cercando Aizen per un furto. Abbiamo lasciato trapelare in giro che lo cerchiamo perchè ci ha fatto un torto con le sue azioni. Trovami il ninja, ed a ritrovare l'oggetto penserò da me. Il suo sorriso si fece pericoloso. Ho i miei metodi. Così come ho avuto i miei metodi per acquistarlo. Un modo elegante per suggerire al ninja di farsi i fatti propri, evidentemente. Non ha propriamente una casa, ma c'è una palazzina che affitta monolocali ai membri delle carovane ed in genere sta da quelle parti. Mi pare sia ad un centinaio di metri dalla Stazione di Passaggio. Mormorò con una mano sul mento, pensierosa. Ovviamente è stato già frugato e non c'erano tracce. Niente che i miei amici potessero vedere, perlomeno. Sembrava un pò infastidita da tutte quelle domande, evidentemente era abituata a ricevere risposte, più che a doverle fornire, ma c'era nel suo sguardo uno scintillìo allegro: come se quella situazione inconsueta la divertisse in qualche modo. Foto... parlare...vedere...Tutti i ninja parlano come i protagonisti dei romanzi? Ridacchio. Questo vorrebbe dire che ti serve una partner bella ed in gamba, no? Ancora maliziosa, ma avrebbe acconsentito a quelle richieste: uscendo dalla villa il maggiordomo avrebbe di malagrazia fornito una foto del ninja di Iwa. Meglio non sapere come se la fosse procurata.

    char_81919



    Uno dei testimoni del furto invece avrebbe atteso alla Stazione di Passaggio.


    [L'investigazione - "Casa" di Aizen]

    Il monolocale che Aizen aveva affittato per qualche giorno era estremamente in disordine, anche se a detta degli uomini del clan kiku (uno era in attesa davanti alla porta) quando erano entrati tutto era in perfetto ordine, come se nessuno avesse dormito là dentro nemmeno una volta: niente effetti personali nel bagno o nell'armadio. Niente lenzuola. Quello non era nemmeno l'appartamento che era stato affittato dal ninja nelle visite precedenti: a quanto sembrava non aveva preferenze.
    Al momento però era tutto a soqquadro: gli uomini di Haitani non ci erano andati per nulla leggeri e ovunque stavano cassetti e frammenti di mobile. I muri erano pieni di crepe là dove erano stati presi a martellate in cerca di intercapedini o nascondigli, ed allo stesso modo il pavimento era conciato peggio di un campo di battaglia.
    Da una finestra si poteva osservare facilmente l'ingresso per le carovane della Stazione di Passaggio, un isolato più distante, e sicuramente quel monolocale forniva un ottimo punto di osservazione.
    Unico elemento che Diogenes potè trovare furono i resti di un pasto veloce nel cestino della cucina (un bento acquistabile in qualunque spaccio) ed una pallina grigiastra che stava sotto il letto, forse sfuggita ai malavitosi perchè apparentemente irrilevante, ma per un ninja nato a Suna quella era, inequivocabilmente, dell'argilla esplosiva. Inattiva, ma pur sempre argilla esplosiva.


    [L'investigazione - Ospedale]

    Le condizioni di Shiltar erano critiche, ma pur sempre stabili. Kaori non avrebbe riferito alcun movimento sospetto. Quando il Mikawa fece il nome del Clan Kiku, lo stesso medico con cui aveva parlato al momento della sua "dimissione" si sarebbe fatto avanti. Iwagakure è molto fiscale, tutti i dati riguardanti i ninja soccorsi vengono requisiti dal villaggio ninja, e non ci rimane nulla. Posso dirti che è almeno un anno che Aizen non si fa vedere all'ospedale, e quella volta si trattava di una intossicazione alimentare. Mai visto quel ragazzo con ferite o bruciature, a differenza di tanti altri shinobi che passano di qui di ritorno dalle loro missioni. Spiegò con la stessa aria calma ma intimidatoria che aveva sfoggiato al loro precedente incontro. In ogni caso non vedo come conoscere questi dati possa aiutarti nel trovare un ladro di scatole. Ora ho da fare, se permetti, anche per tenere in vita il tuo amico. Avrebbe tagliato corto, cercando di tornare al suo lavoro.


    [L'investigazione - La Stazione di Passaggio]

    Come promesso, un uomo dei Kiku era in attesa alla Stazione di Passaggio. Vestiva all'occidentale come Haitani, ma la sua presenza non era nemmeno paragonabile a quella del massiccio "capo della sicurezza". Aveva forse quarant'annni, era magro e coi capelli rasati quasi a zero. Mi chiamo Masaru. Ero qui a controllare che tutto si svolgesse come di norma, quando quell'idiota di Aizen arriva, solleva un gran polverone e poi sparisce nel nulla, portandosi dietro la merce della signorina Midori. Pensavo fosse uno smidollato ed un cascamorto, ma non avrei mai detto che era anche un ladro! Il disprezzo era pienamente evidente nelle sue parole.

    Spiegò come la Stazione (Un capannone rettangolare di dimensioni ragguardevoli, con grandi aperture su entrambi i lati corti, dalle quali rispettivamente entravano ed uscivano i carri delle carovane. All'interno erano stoccate decine e decine di casse nel largo pianterreno, mentre al primo piano stavano gli uffici di registrazione. A metà del lato lungo, che dava sulla strada principale, stava l'ingresso principale, da cui poteva passare agevolmente un carro) avesse una sorta di "circuito interno" in cui passavano i carri, registravano le merci e le scaricavano su nastri trasportatori, che poi le accumulavano in pile ordinate in base alla compagnia commerciale (anche se ultimamente erano quasi tutte della Mishima Zaibatsu, per via di un gruppo di banditi nella regione), quindi degli sportelli per i clienti distribuivano la merce. Dall'ingresso principale arrivavano i compratori o comunque le compagnie che avrebbero poi portato le merci ad oriente, verso i territori accademici. Tutto veniva controllato e spesso "testato" dal Clan Kiku prima che ci fosse l'autorizzazione a proseguire il viaggio verso le destinazioni finali.

    Poi spiegò l'incidente nei dettagli. Io stavo controllando un carico e sapevo che quella particolare carovana aveva la merce della signorina, ma non volevamo dare nell'occhio quindi stavamo aspettando che venisse tutto scaricato come di norma. Avevano appena messo la scatoletta sul nastro trasportatore quando ecco che entra Aizen, quel povero scemo, e comincia a chiacchierare qua e là, avvicinandosi allo sportello della Mishima. Non era la prima volta, spesso comprava oggetti dalla Capitale per offrirli alla signorina, nell'assurda speranza che lei lo considerasse. Ma stavolta ha fatto qualcosa di diverso: ha saltato la fila, con un salto ha scavalcato lo sportello ed è atterrato sul nasto trasportatore, quindi ha aperto le mani e fatto cadere delle palline bianche che sono esplose in una nuvola di fumo. C'è stata una gran confusione, quindi è scappato. Le tracce indicavano l'apertura da cui escono i carri... Spiegò indicando il lato destro del magazzino. Ormai sono sparite, e non siamo riusciti a stargli dietro...inoltre era come se ad un certo punto si interrompessero, quasi avesse preso il volo. Pensavamo fosse una ragazzata, per farsi notare dalla signorina, ma poi io e Haitani non siamo riusciti a trovare la scatola...doveva averla presa lui.

    Andando a cercare con estrema attenzione, a Diogenes non sarebbe sfuggito un pezzettino d'argilla simile a quello trovato nel monolocale. Era vicino ad un palo della recinzione utilizzata per creare la "pista" dei carri, ed a guardare ancora meglio un chiodo della staccionata sporgeva appena, ed aveva l'inconfondibile colore del sangue rappreso, con un piccolo frammento di tessuto. Da qui a dire che fosse di Aizen passava del tempo, ma un indizio era pur sempre meglio di niente.


    [L'investigazione - Altre notizie]

    Nessun cavallo era stato rubato e ben pochi avevano visto Aizen di recente, e certamente nessuno lo aveva incontrato dopo il furto. Sembrava che l'incidente alla Stazione fosse un pettegolezzo interessante, ma in fondo tutti pensavano che i ninja sono persone strane, e non ci si può fidare più di tanto dei loro comportamenti.
    Nessuno era uscito dal Villaggio, escluse due carovane che tornavano alla capitale, negli ultimi giorni. Ed apparentemente non c'erano stati episodi strani o che avessero in qualche modo attirato l'attenzione.


    [L'investigazione - Donnole Segugio]

    Se Diogenes avesse scelto di seguire l'indizio del tessuto e del sangue con l'olfatto dei suoi alleati, avrebbe avuto vita difficile: era troppo piccolo ed era passato troppo tempo per avere una traccia sicura, ma dopo circa due ore di ricerca avrebbero concluso che la pista, per quanto vaga, conduceva in una zona del villaggio in un raggio di forse trecento metri, con una decina di case in stile Sunese (due piani, squadrate, in terra e legno) e l'Ospedale, come unici punti di riferimento.
     
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