La Falce che miete e il Vento che punge

Il viaggio

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  1. DioGeNe
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    " La pista finisce qui capo "

    Dopo ore di indagini ero giunto in una zona della città in perfetto stile Sunese, che mancanza di oriniginalità per un cultore dell'arte come un manipolatore d'argilla. Conoscevo a fondo quella tecnica, il combattimento contro Hohenheim e le informazioni datemi da Amanimaru mi mettevamo in guardia nel venire a contatto con un ninja padrone di tale abilità. Inoltre se le guardie non mi avessero assicurato di non aver visto un enorme uccello prendere il volo e allontanarsi dalle mura non avrei nemmeno perso tempo a continuare nella ricerca...
    Avevo capito di avere a che fare con un ninja esperto: le modalità di furto descritte dagli uomini di Seiichi facevano pensare ad abilità da chunin (come minimo) e la scelta di un'ubicazione tattica per tenere sott'occhio la stazione di passaggio era sinonimo di una buona maturità operativa. Quindi vi erano buone, ottime probabilità che in quello stesso istante fossi tenuto sott'occhio da quello shinobi; in città si era sparsa la anotizia del mio arrivo e il ragazzo avrebbe potuto associare facilmente quell'evento all'arrivo del suo inseguitore.

    " Vai all'ospedale anche tu e aggiornami che la situazione sia sotto controllo. Controlla anche li la pista."

    " Vado "

    Potevo sembrare paranoico ma se ero stato osservato allora il sunese avrebbe potuto individuare il mio vero punto debole in quella situazione e sfruttarlo a suo vantaggio. Rafforzata la guardia su Shiltar, quindi, avrei iniziato a perlustrare la zona. Sapevo che la mia preda poteva essere "ferita"; probabilmente proprio a causa dell'utilizzo della sua abilità innata e in particolare delle fameliche bocche che quei ninja avevano sui palmi delle mani. Purtroppo l'ospedale non mi aveva fornito informazioni sul sangue del ragazzo ma, tramite le mie abilità avrei potuto scoprine la natura. Prima di giungere in quel luogo, infatti, avrei dedicato del tempo a riportare in forma liquida quel po di sangue trovato, ne avrei raddoppiato il campione e lo avrei analizzato per trovare informazioni utili. Se vi erano geni da manipolatore di argilla, li avrei individuati; ma avrei anche fatto attenzione ad individuare eventuali anomalie, oltre le informazioni generiche [Ematologo].
    In ogni caso, lì nascostotra quei vicoli o in quelel case, se aveva del sangue rappreso addosso, quello non sarebbe fuggito alla mia percezione. Avre quindi trovato una zona coperta, sicura da occhi indiscreti, e lì avrei creato una copia del mio corpo e attivato la tecnica dell'occultamento; due tecniche basilari ma che in quel momento potevano tornarmi utili. La copia, quindi, avrebbe raggiungi la vicina piazzetta e lì si sarebbe messa a terra, a gambe incrociate, fissando il vuoto. Acutendo i sensi, quindi, avrei iniziato ad ispezionare quei vicoli e quelle abitazioni focalizzandomi su eventuali anomalie. Le mie condizioni fisiche non erano ancora delle migliori quindi non avrei sprecato ulteriori energie per tecniche utili all'indagine...dovevo considerare anche la possibilità di uno scontro.



    Edited by DioGeNe - 2/5/2015, 15:05
     
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