Diplomazia, Ricerca e Ritorno

Tutto a Kumo

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   Like  
     
    .
    Avatar

    Falce dei Kaguya


    Group
    Y Danone
    Posts
    21,442
    Reputation
    +602

    Status
    Offline
    Antefatto I: Riunione d'affari - Paese del Fuoco

    "Dunque questa è l'opzione migliore?", chiese uno dei tre uomini seduti attorno ad un tavolo, dinanzi a quello in piedi fra di loro, "Una genin e due chunin appena?", continuò, gettando sul tavolo un foglio con sopra incisi alcuni dati.
    "Sì, signore è l'opzione migliore che è stata pensata con così poco preavviso, date le condizioni attuali.", confermò l'uomo in piedi.
    "La ragazza è una kunoichi del clan Uchiha, va bene, ma è solo una genin... ed i due chunin? Nessuno di loro sembrerebbe spiccare, da questi dati... uno è un fabbro e ha esperienza, ma con tutta quella esperienza è ancora un chunin?", chiese un altro dei tre uomini seduti.
    "Ed il terzo? Chi cavolo sarebbe?", incalzò l'ultimo, tirando a se uno dei fogli sul tavolo.
    "La ragazza è una kunoichi del clan Uchiha, esatto, ed il fatto che sia solo una genin la può far sembrare meno pericolosa di quello che non sia agli occhi di molti, eppure è la kunoichi del clan che più spicca al momento in tutta Konoha.", esordì verso il primo dei tre.
    "Il chunin fabbro è l'elemento più vicino ad un jonin all'interno del villaggio al momento... considerando che tutti i jonin di Konoha sembrano essere per qualche contorto scherzo del destino scomparsi, o capaci di morire in missioni come quella precedente a questa. Ma il non essere ancora un jonin potrebbe renderlo, come la kunoichi, soggetto a sottovalutazioni da parte di chi lo incontrerà.", aggiunse verso il secondo.
    "Infine, l'ultimo è sì un chunin non famoso, ma anche il figlio di mercanti d'armi che non hanno problemi ad interagire con i più disparati villaggi e luoghi, probabilmente il suo cognome da solo, se ben usato, potrebbe aprire più porte che le abilità della kunoichi come Uchiha, o la forza bruta del ninja fabbro.", concluse verso l'ultimo.

    I tre si guardarono e confabularono, poi il primo disse di nuovo: "L'importante è che ritrovino il Mercante scomparso, o, almeno, la sua merce.", sottolineò. "Non preoccupatevi, signori, la duplice finalità della missione sarà a loro ben chiara fin dall'inizio, mi preoccuperò da subito di evidenziargliela.", concluse quello, recuperando le sue carte ed allontanandosi.

    Il Briefing - Konoha

    Raizen Ikigami, Masaki Kurogane e Shizuka Kobayashi.
    Questi i tre nomi dei ninja che erano stati scelti per quella missione, questi i tre nomi dei ninja che quel giorno erano stati richiesti in quella anomina sala nel palazzo dell'amministrazione di Konoha, per venire informati su quale sarebbe stato l'obbiettivo della loro missione, o meglio, come ben sapeva quel semplice impiegato, gli obbiettivi.

    Quando i tre furono arrivati, l'impiegatucolo si sarebbe presentato semplicemente come Iroki Udo, iniziando a parlare dei fatti che più li riguardavano.
    "Come forse saprete, il Paese del Fulmine ed il sempre più rinvigorito villaggio della Nuvola, stanno iniziando a muoversi bellicosamente contro i territori accademici: via terra stanno minacciando principalmente Oto, ed in modo minore Konoha, via mare sono un problema sia per la Foglia, sia per la Nebbia.
    Data la situazione, la Foglia ha proposto d'inviare una delegazione per parlamentare con il villaggio di Kumo.
    Voi siete quella delegazione, avrete modo di parlare con una inviata dalla Nuvola, in pieno Paese del Fulmine, vi sarà dato un rotolo con un'offerta di pace per il loro Raikage, un'offerta che proviene dai Daimyo, considerando che al momento, su Quattro Kage, uno è morto, uno è in coma e due sono poco presenti per interagire con le politiche dei loro villaggi."
    , esordì secco l'uomo, iniziando la sua spiegazione e mostrando ai tre un rotolo ceralaccato con il simbolo del paese del Fuoco, poggiandolo sul tavolo fra se stesso ed i tre ninja.
    "La vostra missione, però, non sarà solo diplomatica, sarà anche investigativa: nel luogo dove incontrerete questa delegazione di Kumo, c'é stato pochi giorni fa, un agguato ad un commerciante del Paese del Fuoco, che lavora per un uomo piuttosto ricco, che vorrebbe ritrovare il proprio carico.", avrebbe continuato Iroki.
    "Probabilmente, Kurogane-san sa meglio di me quanto un commerciante tenga al proprio carico, e questo specifico mercante desidera ritrovare il suo...", a quel punto l'uomo si fermò, ispirando a fondo, "Dovete sapere che c'era un ninja di scorta al carico, un jonin, che non è stato ritrovato, ma siamo fiduciosi nel dire che la causa della sua sconfitta sia stata l'eccessivo numero di nemici, non le loro abilità.
    Dovete infatti sapere che, negli ultimi anni, in quella zona del Paese del Fulmine, c'é una specie di banda di predoni, una Banda, come si fanno chiamare, che prende di mira qualunque carovana trova."
    , concluse.
    "Voi sarete un gruppo di ninja in missione diplomatica, ma proprio per questo, considerando anche le vostre abilità e caratteristiche, siete stati scelti anche per una missione di ricerca, che andrà avanti in parallelo, sul come, vedrete voi come gestirle, ma dovrete cercare una prima opportunità di pace con la Nuvola e, allo stesso tempo, provare a trovare questa fratellanza di predoni.", dopo quelle parole, Iruko si sarebbe fermato a guardali: "Domande?"

    Qualche giorno prima... paese del Fulmine

    Forse era confuso, forse erano soltanto le botte che aveva preso, ma probabilmente tutto sarebbe sembrato molto strano a quello che fino a poco tempo prima, gli altri membri della "Banda della Falce", chiamavano Kuroneko: era incatenato, come un salame, nel retro di un carro, assieme ad un ninja ferito, per usare un eufemismo, al momento privo di sensi.
    C'era uno della confraternita, Myz si chiamava, da quel che i ricordi di Kuroneko gli dicevano, era un vecchio ninja medico di Suna che aveva perso ogni fede nel Paese del Vento quando gli era stato dato l'ordine di abbandonare un gruppo di compagni feriti ed ora era un pò il capo dei medici di quella banda e stava, tuttora, curando il braccio amputato dell'altro prigioniero.
    E proprio concentrandosi sull'altro prigioniero, forse, "Kuroneko" avrebbe iniziato a ricordare... ricordi di cinque e passa anni prima, ricordi di un ragazzino ben diverso, di nome Tetsu, Tetsu Musashi, come Musashi era l'uomo ferito.
    Forse, a poco a poco, avrebbe ricordato sempre di più del suo passato, intanto, stava alla sua mente riaffacciandosi il giorno in cui era stato catturato, nei pressi del Paese dell'Acqua.

    ------------------------------------

    OT: Ok, signori, mi avete chiesto di gestirvi questa giocata di reintroduzione di Tetsu ed io, con le mie personali e piccole modifiche, lo sto facendo.
    Arashi, Max e Fenix, per voi c'é giusto da presentarvi all'impiegato.
    Tetsu, siccome tu, per come l'ho pensata, sarai per molti aspetti da solo nello svolgersi della giocata, ti dò il tempo di introdurre da te il rapimento e le torture che il tuo pg ha subito nei primi anni del suo "passato"./OT
     
    .
  2.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Admin
    Posts
    18,983
    Reputation
    +684

    Status
    Offline

    Doppia missione
    Doppia fregatura






    Il Colosso lesse rapidamente la lettera senza ribattere troppo, stranamente. Persino il messaggero, uno dei pochissimi che aveva visto due volte rimase del tutto basito, facendo ritardare le sue future consegne solamente per ritrovare il filo dei pensieri che interrompendosi l’avevano lasciato li impalato con un espressione da ebete.

    Sarò in accademia nella giornata qui segnalata, vai pure.

    Disse senza troppi complimenti.
    Non era da troppo fermo, anzi, invero era rientrato dall’ultima missione da massimo due settimane, quella frenetica attività però non faceva che renderlo più attivo, probabilmente la prossima volta l’avrebbero portato in missione legato, per poi rilasciarlo solo una volta arrivati davanti al nemico.
    I giorni che mancavano all’incontro in accademia passarono abbastanza rapidi, tra il riposo e l’accumulo di energie sotto forma di abbondanti pasti, anche se quella dell’accumulo di energie era palesemente una scusa, dopotutto apprezzava e avrebbe apprezzato i banchetti e il cibo anche se il suo peso fosse arrivato ai trecento chili.
    Pareva il primo ad essere arrivato all’appuntamento, già conosceva gli altri due partecipanti e non gli sembrava di vederli in giro, per cui si sarebbe seduto sulla prima sedia a disposizione per attenderli.


    Il necrofilo e la viziata.

    Sospirò mentre pensava che sarebbe stata una missione lunga, anche troppo.
    Li aspettò seduto davanti agli uffici, con le gambe distese e le braccia allungate sulle sedie accanto alla propria, mentre di tanto in tanto addentava un panino. Annoiato, come sempre.


    Oh! Guarda, il piccolo vendicatore!

    Appellò Masaki appena riuscì a scorgerlo.

    Il mondo è piccolo e?
    E guarda guarda se quelle due tette che si avvicinano non sono quelle della mia allieva.


    Aggiunse facendo un largo largo sorriso in direzione di Shizuka.

    Oh! Chi l’avrebbe mai detto! Non sapevo avresti portato delle amiche così influenti alla festa!
    Vedo che facendo un po’ di esperienza hai imparato l’importanza di queste cose!


    Disse mentre puntava con l’indice un seno alla volta, ripetutamente, pur senza palesare niente di più che l'ironia che lo distingueva in qualsiasi rapporto binario intrattenuto con qualsiasi essere umano che non fosse se stessp.

    Shizuka Kobayashi, Masaki Kurogane.

    Interloquì mentre li indicava col palmo della mano aperto mentre pronunciava i loro nomi.

    Per ricordarvi meglio, quella un po’ viziata e il paladino della giustizia.
    Se avete lasciato a casa le stramberie direi che possiamo andare a vedere cosa ci aspetta, no?


    Così dicendo si alzò, dirigendosi verso la porticina che un impiegato gli aveva indicato appena era arrivato li, entrò facendo un cenno con la mano e accostandovi un saluto non troppo beneducato, ma neanche maleducato.
    Ascoltò la pappardella con attenzione per poi alzare un dito indice mentre faceva un piccolo schiocco con la bocca per attirare l’attenzione.


    Quindi, di preciso, quale parte della missione dovremmo fallire per rendervi felici?
    Apprezzo la fiducia, ma per delle missioni in parallelo ci vuole un team abbastanza corposo, non trova?


    Lo disse con un tono ironico, mostrando inizialmente un sorriso che mano a mano che parlava si trasformava in un volto serio.

    Non ci avete dato alcuna informazione veramente utile se non lo scopo della missione, non sappiamo il carico di chi prendiamo, non sappiamo cosa prendiamo, non sappiamo che carico cerchiamo, non sappiamo nulla se non che UN ninja di scorta alla carovana è un jonin, immagino l’abbia tatuato in bella vista sulla fronte.
    Per cui, tornando seri, non c’è veramente nessuna informazione?
    Spiegatemi come si porta avanti una missione diplomatica, che deve avere delle modalità e dei tempi rigorosissimi può andare a buon fine se la missione di recupero può causarci enormi ritardi se non addirittura metterci in pericolo.


    Si interruppe con uno sguardo che parlava da solo, perché, nonostante la bocca non lo dicesse, gli occhi stavano dando dell’idiota a quell’ometto, anche se non era probabilmente colpa sua se era stato montato un piano così strampalato.

    Immagino siate un minimo informati sui movimenti della nuvola, fate in modo di trovarci un corridoio che possa portarci in sicurezza sino ai pressi del villaggio, il resto lo decideremo noi, immagino che in un simile clima di tensione i ninja accademici che razzolano per i loro territori siano decisamente malvisti, per cui meglio non farsi vedere troppo.
    Anche se mi pare ovvio che, dovendo scegliere, sarà l’armistizio con la nuvola ad avere la meglio su quello che potrebbe benissimo essere un carico di ciabatte a cui il mercante è affezionato.


    Pronunciò l’ultima frase cercando l’approvazione dei due compagni di missione per poi cedere a loro la parola gesticolando con le mani.

    A voi la parola, in caso abbiate voglia di dire la vostra.

    E tacque, aspettando risposte, o altre domande.



    /OT edit dovuto ad una piccola svista nella lettura dei dialoghi:
    DA UN avversario è un jonin
    A UN ninja di scorta alla carovana è un jonin OT/

    Edited by F e n i x - 6/6/2013, 14:25
     
    .
  3.     Like  
     
    .
    Avatar

    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

    Group
    S. Mod
    Posts
    29,631
    Reputation
    +1,307

    Status
    Anonymous

    Irosi dopati contro anonimi impiegati


    I




    Quando si dice che il mondo è piccolo e spesso ti lascia reincontrare chi non avresti voluto reincontrare. Tipo un uomo che mangiava steroidi ed ingratiduine. Purtroppo il lavoro era lavoro e non avevo molte scappatoie considerando quanto mio padre avesse sottolineato che dovevo continuare ad essere un ninja di Konoha, per il bene della famiglia.
    Che la famiglia andasse al diavolo, tuttavia non avevo alcun motivo per tradire il villaggio. Avevo solo molti motivi per uccidere chi mi ordinava di non tradirlo, come se avessi avuto in mente di farlo.
    Rimane il fatto che avrei preferito non avere niente a che fare con quell'uomo troppo alto amante di pazze assassine che se l'era presa con me solo perché avevo fatto il lavoro sporco al posto suo.
    E lui era anche il primo quelo giorno! Ero sicuro che avrebbe trovato il modo di rinfacciarmi anche quella sua piccola conquista: l'essere arrivato in anticipo al briefing. Una grande conquista per tutti quanti gli abitanti di Konoha, una grande conquista per l'Accademia e per l'umanità intera. Ero certo che era in grado di fartela pesare in quel modo.
    Vendicatore? Ma io non sono un vendicatore dissi con noncuranza al dopato Faccio solo il contrario di ciò che l'industria di armi mi chiede di fare, sai, la pace nel mondo e gli arcobalenti con i cuoricini... l'ultima frase era molto ironica. Non avevo a cuore la pace nel mondo, sapevo che era utopia. Distrutti i Kurogane, qualcun altro avrebbe preso il loro posto. Era il fastidio di dover condividere il mio corredo genetio con certe merde galleggianti che mi ossessionava.
    Subito dopo di me arrivò una ragazza. Carina, e come aveva fatto intuire il buon dopato, prosperosa. Mantenni lo sguardo alto sul viso di lei, sentendo come una specie di morsa che mi spingeva a guardare verso il basso, ma stoicamente resistetti. Ero un ragazzo! Non riuscivo a rimanere insensibile proprio a tutto.
    Ehm... tu dici a noi di lasciare a casa le stramberie? Per tutti i fulmini, spero proprio che tu ascolti i tuoi stessi consigli, altrimenti tantovale non inziarla la missione.
    Si, sarebbe stata una missione davvero lunga.



    Stanza anonima, impiegato anonimo del quale avevo dimenticato l'anonimo nome con un sacco di storie più interessanti da raccontare.
    Dovevamo portare un'offerta di pace al Raikage e contemporaneamente indagare su un agguato ad una carovana e la sparizione di un jonin.
    Una fratellanza di predoni da sgominare e la guerra da terminare. Ci mancava solo il proverbiale arobaleno con i cuori e tutto sarebbe potuto rientrare nel perfetto quadretto di un racconto eroico. C'era qualcosa che mi puzzava, ma non sapevo dire bene cosa.
    Poi, come ogni irascibile dopato di steroidi che si rispetti Raizen iniziò a sbraitare alla ricerca di informazioni che il povero impiegato ci aveva nascosto.
    Lo ascoltai, e sospirai quando il suo edificante discorso fu terminato.
    Razien, secondo te se avevano informazioni perché avrebbero dovuto tacerle? Per farci ammazzare più rapidamente? Pensi per caso che se fosse stato questo l'obiettivo allora ce le darebbero? passai nervosamente una mano tra i capelli Il Raikage sarà interessato ad ascoltare le nostre proposte di pace, potrebbe trovarle vantaggiose. Non esiste alcun condottiero al mondo che rifiuti di ascoltare a quali condizioni l'avversario vuole porre fine alla guerra... a meno che il suo obiettivo non sia far macellare i suoi stessi soldati. Avete avvisato il Raikage del nostro arrivo? Ah, Raizen, una cosa. Dobbiamo sgominare quella fratellanza, che te ne importa del carico di ciabatte? E se ci tieni a sapere in cosa consisteva il carico, pensa, invece di dare fiato ai polmoni solo per vedere che hai persino il diaframma muscoloso gli lanciai un'occhiata in tralice Il carico è abbastanza prezioso da giustificare la presenza di un jonin lì. Direi che questo basta. Ed anche se fossero ciabatte ci è stato ordinato di recuperarle. O non ne sei in grado ed hai paura?
    Se c'era una cosa che mi irritava era chi si lamentava degli ordini ricevuti per paura di lasciarci le penne. Se Konoha voleva che la missione venisse portata a termine era possibile che ci assegnasse missioni che non potevano essere portate a termine?
    Decisamente no.
    Vorrei sapere se il Raikage è stato informato della proposta di pace. Credo sarebbe meglio se sapesse se Konoha ed i miei colleghi sono d'accordo... potrebbe fronirci un lasciapassare per Kumo. Poi, sarebbe possibile una lista degli attacchi più recenti da parte della carovana? Presupponendo che possano avvenire in luoghi differenti ci sarvirebbe per calcolare il posto in cui la banda ha la sua base... che corrisponde ad un'area più o meno ampia che permette di avere la minima distanza possibile da tutti quanti i punti in cui sono avvenuti gli attacchi più recenti. Non è risolutivo, potrebbero spostarsi, ma ci da qualcosa da cui iniziare almeno.
    Perché prendersela con il povero anonimo impiegato? Lui, come noi, stava solo eseguendo ordini. Con più collaborazione sicuramente la missione sarebbe riuscita meglio.
    Anche se, con quella sviolinata, avevo tutta l'impressione di essermi inimicato l'uomo che amava troppo gli steroidi.




    Edited by -Max - 6/6/2013, 14:19
     
    .
  4.     +1   Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Y Danone
    Posts
    8,529
    Reputation
    +561

    Status
    Anonymous

    N E W A D V E N T U R E !
    Start by doing what's necessary;
    then do what's possible;
    and suddenly you are doing the impossible.

    The Princess, the Beast and the Shadow




    divisore





    « Un sacco di... patate...? »

    « Esattamente »



    « … Io ? »

    « Vede qualcun altro qui? »



    « Ma... io sto andando all'amministrazione di-- ... »

    « Non mi interessa minimamente dove state andando Ojou-sama,
    avevate espressamente detto che sareste stata voi a ritirare le patate dolci per la cena di stasera,
    e quindi dovete andare ora, prima che il mercato rionale di frutta e verdura chiuda »



    « R-ritsuko ti prego, sii ragionevole... io sto--- »

    « Siete stata voi a offrirvi di farlo e io ho già disposto il resto della servitù in altro »



    Silenzio.



    « Ritsuko, la nostra magione conta circa cento tra garzoni, domestiche e tutto fare,
    e tu mi vieni a dire che hai già occupato tutti quanti in qualcosa...? »

    Silenzio.



    « Chiamerò vostra madre e farò andare lei a prenderle, allora »



    Silenzio.
    Un lungo silenzio.



    « Ittekimasu Ritsuko! ♥ »

    « Itterashaimase Ojou-sama! ♥ »




    … E questo fu dunque il motivo per cui quel giorno di pigro sole, di fronte all'entrata dell'amministrazione di Konoha, ultima ad arrivare in quel gruppo di tre shinobi chiamato agli uffici di Villaggio previa missiva, Shizuka Kobayashi, la famosa Principessa delle Terre del Fuoco, arrivò... tenendo in mano un grosso sacco di patate rosse.

    “E guarda guarda se quelle due tette che si avvicinano non sono quelle della mia allieva.”



    « Ci provi da tre anni e mezzo e ancora non ti sei arreso? In questa missione non riuscirai a spogliarmi, Raizen, mi duole per te » Commentò di rimando, tagliente come suo solito, la kunoichi, la quale, fermandosi di fronte ai due uomini e posando a terra il sacco recante il simbolo del mercato alimentare di Konohagakure, si scostò una lunga ciocca di capelli castani dalla spalla destra, rigettandola dietro la schiena assieme al resto dei suoi lunghissimi capelli castani.
    [...] Era una ragazza di media statura, sul metro e sessanta forse, e il suo volto da bambola di porcellana ming, con quei suoi profondi occhi verde smeraldo e quelle carnose labbra scarlatte, sembravano la degna anticamera di una fisicità formosa e prospera, avvolta in un aderente bustino di pelle scura nera sovrastante un paio di stretti pantaloni scuri, a loro volta racchiusi in alti stivali stringati fin sopra il ginocchio e muniti di un tacco alto almeno quattro dita.
    Una perla di rara bellezza si sarebbe detta... se solo non fosse stato per una grossa cicatrice che, dalla spalla sinistra, attraversando i due seni, spariva dentro il bustino fino a toccare chissà quale parte nascosta di quel corpo limato dalle intemperie e tonico di muscolatura allenata. Una pecca dolente che, ahimé, toglieva alla Principessa della Foglia lo splendore di cui tanti l'avevano dichiarata portatrice, in passato.

    “Oh! Chi l’avrebbe mai detto! Non sapevo avresti portato delle amiche così influenti alla festa!
    Vedo che facendo un po’ di esperienza hai imparato l’importanza di queste cose!”



    « Si, loro sono arrivate, mi chiedo dove sia il terzo invitato » Domandò la donna, portandosi una mano alla fronte e girandosi intorno come se cercasse qualcuno « E' strano, allora avete proprio litigato seriamente voi due, eh? » Domandò educatamente « Tu e il tuo cervello, intendo » Puntualizzò, accompagnando quelle parole con uno dei suoi soliti pudici sorrisi... colmi di tante di quelle parole che, sicuramente, non sarebbero state dette mai. Non da lei, quantomeno.

    “Shizuka Kobayashi, Masaki Kurogane.
    Per ricordarvi meglio, quella un po’ viziata e il paladino della giustizia.”



    Voltandosi alla sua destra la ragazza squadrò rapidamente il tipo che le era appena stato presentato e per un attimo il suo viso si contrasse: Kurogane, eh...?
    Conosceva quel Clan, erano mercanti anch'essi del resto, esattamente come i Kobayashi... eppure -rifletté rapidamente la kunoichi, scandagliando con velocità la sua memoria alla ricerca di un qualsiasi ricordo a cui potersi aggrappare- era possibile che non avesse mai incontrato quel ragazzo?
    Ad essere onesti aveva visitato la dimora dei Kurogane solo una volta, diversi anni addietro, nell'accompagnare il padre in un incontro ufficiale nel quale si era introdotta al Capoclan, chiedendo lui la propria benedizione come erede e Principessa dei Kobayashi, e in quell'occasione aveva avuto il (dis)piacere di incontrare i membri più rilevanti di quella dinastia, ma quel tipo... proprio non se lo ricordava.
    Inarcò un sopracciglio, facendosi dubbiosa: Che fosse un parente secondario...?
    « Il mio nome è Shizuka, ultima discendente ed erede del Clan Kobayashi » Si presentò comunque, inchinandosi profondamente come etichetta voleva « Sarà un piacere collaborare con voi, Kurogane-san » Aggiunse, accennando ad un sorriso nel fissare di rimando l'interlocutore: Beh, almeno aveva avuto la fortuna di beccarne uno piuttosto carino.
    Uno su due, meglio di nulla.

    “Se avete lasciato a casa le stramberie direi che possiamo andare a vedere cosa ci aspetta, no?”



    A quelle parole Shizuka girò lentamente lo sguardo verso destra, fissando un punto indefinito dello spazio mentre stringeva le dita attorno al manico del sacchetto contente le patate dolci che si era portata dietro fin lì, e rimase intenta a guardare chissà cosa fino a quando tutto il gruppo non decise di spostarsi all'interno degli uffici, lì dove ad attenerli vi era un impomatato impiegato dal timbro di voce guizzante e ansiogeno, il quale, dopo una scarna presentazione, non si fece problemi ad esporre le circostanze.
    La spiegazione fu rapida e precisa, ma ciò che ne seguì fu niente popodimenoché... un battibecco, nato senza nessun motivo tra i due suoi compagni di squadra, i quali parevano essere incompatibili per genetica, un problema non da poco considerando che loro tre avrebbero trascorso più tempo insieme, nell'immediato futuro prossimo, di quello che con ogni probabilità passavano regolarmente con le relative famiglie...
    shizukaquesttetsu_zps7d7fe89b
    … Era proprio necessario abbaiare in quel modo -si chiese la ragazza, sospirando- ?
    Uomini. Uomini, ecco.

    « Calma, non c'è bisogno di agitarsi tanto » Intervenne dopo che entrambi parvero aver terminato di latrare rumorosamente, e così dicendo portò la sua attenzione direttamente sull'impiegato benché, come sarebbe presto stato evidente, le sue parole non erano nello specifico rivolte a lui.
    « Iroki Udo-san, personalmente ritengo anch'io necessario sapere la natura della merce da trovare, non posso cercare qualcosa di cui non conosco l'identità, e mi è facile credere che viste le condizioni attuali del Paese del Fulmine trovare la carovana non mi assicuri di trovarvi dentro ciò che essa portava » Fece osservare gentilmente « Se uno dei nostri obiettivi è perseguire un incontro diplomatico, potremmo non avere molto tempo per riprendere ciò che è nostro; dovremmo agire rapidamente e vorrei avere la possibilità di farlo » Affermò, abbassando leggermente lo sguardo sul tavolo di legno spesso e consunto che si frapponeva tra il trio di cui faceva parte e lo stesso impiegato « Per quanto riguarda la strada però » Continuò, e lentamente, socchiudendo gli occhi, cominciò a passare il dito sul legno scheggiato del ripiano di fronte al quale sostava « Indipendentemente dalla pesantezza e dall'ingombro della carovana, partendo da Konoha è consigliabile utilizzare solamente un percorso per dirigersi verso Kumogakure via terra, e questo passa dal Villaggio di Yu, sostando successivamente a Shimo, e comincia a vedere la sua conclusione quando ci si avventura nella foresta che copre la Nuvola sul lato sud-est del continente » Mormorò la ragazza, cerchiando un punto del tavolo su cui lei, e probabilmente solo lei, riusciva a vedere la mappa intera di tutte le terre conosciute shinobi, un vantaggio che solamente chi è stato un mercante nomade per tutta la vita poteva avere, abituato com'era ad affidare alla conoscenza della terra e del mondo la propria vita e il proprio ritorno « E' possibile che la Banda si localizzi qui, perché dubito vivamente che sia così sfacciata da agire di fronte agli occhi di Kumo o del Daimyo di quel Paese » Commentò « A meno che questo gruppo non sia voluto dal Paese stesso, il che è possibile » Aggiunse cordialmente, e così dicendo alzò lo sguardo, voltandosi un attimo verso i suoi due compagni « Il Raikage sta potenzialmente muovendo guerra contro tre dei quattro Grandi Villaggi, evidentemente ha molta stima e fiducia in se stesso e nelle sue possibilità di vittoria, perciò dubito che avrebbe troppo interesse ad ascoltare un gruppo di conciliazione che potrebbe, nella sua mente, offrirgli meno vantaggi di quelli che invece otterrebbe conquistando le Terre a Est » Commentò, guardando Masaki Kurogane « Ma è probabile che non ci negherà la possibilità di una sua udienza, è più fattibile infatti che cerchi di impedirci di arrivare vivi fino a là... un problema che immagino si possa ovviare con una buona copertura... » Azzardò, alzando gli occhi al soffitto « ... E ovviamente un buon tragitto: personalmente farei in modo di arrivare alla Nuvola passando dal mare, la traversata non è facile e se da un lato risulteremmo più tutelati, dall'altro sicuramente ci vedremo esposti in molti modi; nonostante tutto se riuscissimo a raggiungere Hanakusa, potremmo facilmente scendere verso il Villaggio passando dal fiu-- » Ma si interruppe, aggrottando improvvisamente la fronte e schiudendo la bocca in un'espressione di stupore piuttosto fuori luogo in quel momento ma che, nella sua mente, era sin troppo giusta da inscenare.
    […] Costretta a seguire i corsi teorici e d'addestramento degli Uchiha ormai ogni giorno da quando il Clan del ventaglio l'aveva accolta presso gli insegnamenti riservati ai suoi favoriti, Shizuka Kobayashi era stata obbligata a studiare la storia e la geografia politica ed economica di tutto il continente. Più volte, accasciandosi su quei grossi tomi dalla copertina ruvida e le pagine stropicciate, la ragazza si era chiesta a cosa diavolo le sarebbe servito nella vita sapere a memoria le condizioni di ogni villaggio e la conformazione territoriale conosciuta... una domanda a cui solo in quel momento pareva aver trovato risposta.
    Sorrise divertita, e per un attimo ringraziò quell'aguzzino di suo Zio Isamu, Jonin degli Uchiha che l'aveva presa sotto la sua ala trasmettendole il suo sapere come se fosse sua figlia, e che spesso la sgridava sulla sua scarsa voglia di studiare...
    ... Allora oltre ad avere un palo infilato su per il retto, gli Uchiha avevano davvero ragione di essere uno dei Clan più rinomati della Foglia. Ma tu guarda.
    « Beh non importa, decideremo tutti e tre insieme successivamente, giusto? » Chiese allegramente, riportando poi lo sguardo verso l'impiegato, sotto i cui occhi afferrò il rotolo posato sul tavolo che li separava, e che, dopo aver tenuto in mano per un attimo -probabilmente aspettando il benestare dei due altri suoi compagni- non si fece poi troppi problemi a infilarsi rispettosamente... in mezzo al petto: Facendolo passare tra i due seni, e posizionandolo in orizzontale sotto agli stessi, in modo da non esserne infastidita, la kunoichi inghiottì infatti letteralmente il messaggio, facendolo sparire alla vista in modo totale, avviluppato com'era dalle sue formosità. Per la verità sembrava veramente molto avvezza a fare cose di quel genere... di fronte alla gente.
    « Magia! » Ghignò maliziosa, mettendosi a braccia conserte « Finché non troveremo un posto più sicuro lo si potrà lasciare qui, per voi va bene? » Domandò educatamente, rivolgendosi a Raizen e Masaki, poi, riportando la propria attenzione su Iroki Udo e facendo scivolare improvvisamente la gamba sinistra all'indietro di un passo, pur rimanendo ferma con il resto del corpo, la ragazza si inchinò stringendo il pugno della mano destra che congiunse con il palmo aperto della sinistra « Accettiamo rispettosamente la missione facendoci carico dell'onore e della reputazione del Villaggio della Foglia, cui torneremo dopo aver adempiuto al nostro dovere » E così dicendo rimase per una manciata di istanti ferma... proprio come ogni Uchiha faceva nell'accettare un incarico « Se non c'è altro da dire... » Aggiunse poi, riportandosi in eretta postura e guardando tutti i presenti « ...direi che possiamo andare, va bene? » E così dicendo tacque.

    […] A quanto pareva la Principessina di Konoha era diventata molto più Uchiha di quello che avrebbe mai voluto ammettere.
    E forse, se non tutto il male veniva per nuocere, non si sarebbe rivelata una così pessima compagna di squadra...
    … o almeno questo si sperava.


    divisore




     
    .
  5. Il Tetsu
        Like  
     
    .

    User deleted



    ...Narrato...
    * Azioni *

    " Parlato "
    § Pensato §
    " Parlato Altrui "
    § Pensato §

    Flashback


    ₪ T E T S U - M U S A S H I ' S - G A I D E N ₪
    ₪ To the Hell and Back ₪
    Post N°1


    ...il vibrare della carrozza...
    ...fu quella la prima sensazione che avvertì, aprendo gli occhi...

    § ...cosa succede... §

    ...intontito e dolorante...
    ...sentiva la testa pesante...
    ...pulsava...

    ...steso sul freddo legno sul quale stava poggiando la guancia destra...
    ...il giovane, sbavando a bocca aperta...
    ...posò lo sguardo su una sagoma poco lontana...

    § ...sono legato... §

    ...tentò di muovere le mani, scoprendole strette con maestria dietro la schiena...

    " !!! COFF !!! "

    ..tossì...
    ...il familiare sapore del sangue gli impastava la bocca...

    " !!! PTUI !!! "

    ...sputò, senza alcun ritegno, davanti a lui...
    ...nessuno se ne curò...

    ...c'era un secondo uomo legato...
    ...esanime...
    ...un altro, di fianco a lui lo esaminava con attenzione...
    ...in una posizione che permise al giovane di osservare la scena...

    ...passò qualche minuto a cercare di risvegliarsi dal torpore, guardando quella sorta di rituale che l'uomo ancora cosciente stava applicando a quello ferito...
    ...non era in buone condizioni...

    ...scuotendo leggermente la testa ebbe modo di recuperare un minimo di lucidità, riconoscendo il medico...

    § ...Miz?! Ma cosa diavolo succede!? §

    ...era estremamente confuso. Frustrato dal fatto che era lì, immobile, legato magistralmente...
    ...tentò di ricordare cosa fosse successo...
    ...aveva soltanto una teoria e prevedeva il tradimento di Myz...

    ...era ovvio...
    ...Myz aveva tradito "La Banda della Falce"...
    ...aveva ucciso il resto, tranne l'uomo esanime...
    ...probabilmente li avrebbero rivenuti come schiavi e...

    § Cosa? §

    ...come una fitta in piena fronte...
    ...un ricordo sembrò sfregiargli il volto nel momento stesso in cui Myz scostò i capelli dal volto dell'uomo svenuto...
    ...i lunghi capelli neri e polverosi diedero spazio ad un viso sfigurato...
    ...orbo da un occhio e carico di tagli...
    ...senza aver perso...
    ...nonostante tutto...
    ...la sua avvenenza...

    § Lui è... §

    ...il dolore non fece altro che peggiorare, ma con lui alcuni ricordi iniziarono a riaffiorare...
    ...accompagnato a questo, sentì un forte bruciore alla schiena che non seppe ricongiungere a nessun infortunio..

    § Lui è... §

    ...lo sguardo triste, governato da una sofferenza ben diversa dalle ferite prvocategli...
    ...lacrime amare dagli occhi tumefatti...

    § Ito... §

    ...Ito Musashi...

    ...sentì il bruciore aumentare! La pelle tesa al massimo!...
    ...strinse i denti con estrema forza, aumentando il flusso di sangue tra le fauci...
    ...la testa sembrava stesse per esplodergli...

    § Perchè lo conosco!? Chi cazzo è?! Quel copri-fronte! E' del Konohagakure! Quei bastardi! Quei... §

    ...rimase immobile...
    ...lui...
    ..Kuroneko della Banda della Falce...
    ..perchè conosceva quello shinobi della Foglia?...
    ...e perchè tentare i ricordarlo e riconoscerlo gli faceva così male alla testa?...

    § ...lo conosco...sono sicuro che lo conosco... §

    ...cominciò a rantolare...
    Conati di vomito! Lamenti! Versi di dolore! Tutti tenuti sotto controllo, senza fare troppo rumore, sopprimendoli a bocca chiusa!
    La vista annebbiata! Immagini distorte si accalcarono nella sa mente senza tregua!

    ...la sua vita...
    ...per intero...non solo gli ultimi tre anni con la banda...
    ...gli balenò in mente, evocando il passato che aveva eliminato per un'amnesia che gli era valso il coinvolgimento in quel gruppo di banditi...

    ...una piccola casetta...
    ...un ragazzo svenuto...un altro con i capelli bianchi...
    ...sorridevano...
    ...poi una stanza scura...
    ...la guardava dall'altro...
    ...un pugno gli fu dato in pieno volto...
    ...ora si trovava in una caverna...
    ...poneva la sua firma su un grosso libro...
    ...adesso vedeva una lama trapassargli il fianco sinistro...
    ...ora cucinava felice con quegli altri due ragazzi...
    ...in una grande palestra elegante scambiava colpi con lo stesso ragazzo che aveva visto svenuto sul pavimento...

    § Konoha... §

    ...quelle accoglienti strade e gli sterminati prati della sua infanzia...

    § Ommio... §

    ...il dolore andò via via scemando...
    ...ansimando si fermò, sbavando più di prima...
    ...il cuore che gli martellava forte in petto...

    § Ommioddio §

    ...il panico più totale...
    ...consapevole della sua identità come non lo era da tanto...
    ...troppo tempo...

    § Watashi wa... §

    ...come miele misto a sale...
    ...le reminiscenze di una vita passata violentarono le sue sicurezze...
    ...riportandolo nell'orrore della realtà...
    ...di cinque anni di pura follia...

    § Watashi wa...Tetsu Musashi, desu... §

    MUSASHI'S FILES

    Iron-Sensei era sempre stata molto attenta e interessata a Tetsu. Sempre dura e severa, ma sempre intenzionata ad aiutarlo a migliorare. Senza tregua lo bacchettava, spronandolo a dare sempre di più! Tetsumaru Musashi, Genin del Konohagakure, apprezzava quel suo atteggiamento, ubbidendo con rispetto e reverenza alla potente kunoichi. In fin dei conti, grazie a lei, aveva raggiunto nuovi gradi di potenza. Grazie a lei aveva conosciuto Atsumoto-Sensei, colui che gli aveva insegnato il devastante kinjutsu che gli permetteva di gestire le porte del Chakra ed esplodere in una forza e una velocità che aveva solo potuto immaginare prima di quell'addestramento. E sempre grazie al suo interesse nei confronti di Tetsu, il giovane shinobi aveva avuto il permesso di partecipare ad un esame tramite il quale sarebbe diventato Chunin. Diventare Genin era il primo traguardo nella carriera di un giovane ninja, ma passare al livello successivo era simbolo del fatto che stava facendo sul serio.

    Due giorni dopo l'addestramento con Atzumoto-Sensei, il ragazzo fu convocato a partire, di gran fretta, verso un altro villaggio. Dopo aver ricevuto le dovute indicazioni, caricò in spalle l'equipaggiamento per poi partire all'avventura, carico di speranze e ottimismo.
    Così era Tetsu. Un ottimista, un sognatore...perennemente vittima del dissidio interiore che lo spingeva a riflettere sul suo destino e sulla sua natura...ma felice di essere lì a lottare per dare valore alla sua esistenza.
    Mai avrebbe potuto immaginare come gli obiettivi e i meccanismi della sua vita sarebbero cambiati quel giorno della sua partenza. Si aspettava un lungo viaggio, uno stremante addestramento seguito da un complicatissimo esame...mai avrebbe immaginato di imbattersi nelle porte dell'inferno...proprio al di fuori del paradiso della sua amata Konoha. Un inferno che l'avrebbe risucchiato via dalla sua identità per cinque lunghi...terribili...anni.


    Corse in tondo per almeno un'ora prima di rendersi conto di esser caduto in trappola. Conoscendo Iron-Sensei, quello sarebbe potuto essere semplicemente l'inizio dell'addestramento. Un genjutsu. Fermatosi in una radura, tentò di analizzare la scena e uscire da quella sorta di incantesimo. Da studente modello quale era sempre stato, non esitò minimamente ad arrecarsi dolore volontariamente, conficcando uno dei suoi kunai al centro della mano destra! Avrebbe preferito subire quel trattamento un altro migliaio di volte anziché affrontare gli eventi successivi.
    Cinque figure gli si avventarono contro, colpendolo in più punti, scaraventandolo sul terreno e immobilizzandolo. La strategia era riuscita. Il ragazzo era caduto ingenuamente nel tranello. Un uomo, di certo il capo di quei loschi figuri, si avvicinò, incappucciato e minaccioso.

    "Dov'è il sigillo dei Musashi?" fu la prima volta che sentì quella domanda. Le uniche parole che avrebbe sentito per oltre tre anni. Tetsu non seppe rispondere. Lo misero in piedi, tenendolo fermo. Fu subito buio.

    [ . . . ]

    Il colpo alla nuca servì a farlo svenire e rinvenire molto tempo dopo.

    Aveva una grossa pezza infilata tra i denti, Non aveva modo di parlare e, guardandosi intorno si accorse di essere nudo. Grosse catene pendevano dal soffitto, tenendolo per i polsi doloranti. Tentò di strillare. Nessun risultato. Il suono fu soffocato sul nascere dalla lurida pezza, facendogli emettere un verso ovattato che non riuscì ad interrompere, presentandolo come le grida che avrebbe voluto far risuonare in quella piccola stanza buia! Cominciò a dimenarsi, chiudendo gli occhi per il dolore che gli provocavano quei tentativi! Sentì immediatamente le catene segargli le mani e il sangue colare lento lungo gli avambracci! Tremava!

    Quella sarebbe stata la sua stanza per più di tre anni. Lui posto al centro di essa. Sul lato destro un grosso tavolo in metallo dove erano posizionati innumerevoli strumenti. Una sola lampadina violacea era la fonte di luce, proiettando macabre ombre tutte intorno al povero shinobi di Konoha.

    L'uomo che si era presentato con quella insolita domanda uscì dalla penombra, facendo risuonare ogni passo dei suoi pesanti stivali neri, nelle orecchie terrorizzate del prigioniero.
    Si fermò a meno di un metro, scostando il cappuccio. Un volto la cui unica peculiarità risiedeva nell'odio che emanavano i suoi occhi grigi. Pelato. Bocca sottile e naso piccolo e regolare.
    Sovrastava Tetsu di circa una decina di centimetri, nonostante il ragazzo penzolasse a venti centimetri dal pavimento.
    Gli afferrò i capelli con la mano destra, tenendoglieli con forza, tirando la testa indietro. Con l'altra cacciò fuori la pezza, facendola cadere sul terreno. Tetsu non ebbe la forza di far altro di ansimare, tanto il terrore di quegli attimi. Gli occhi decisi a non perdere di vista l'aggressore!

    "Dov'è il sigillo dei Musashi?" ancora quella domanda.

    "Non ne ho idea! Non ne ho idea!"

    Le giornate di Tetsu cominciarono tutte alla stessa maniera, seguite da tragiche sedute la cui violenza è solo immaginabile.
    Non lo nutrirono se non per via parenterale, riducendolo pelle e ossa in poche settimane.
    Ogni ferita arrecatagli veniva suturata o cauterizzata senza alcuna anestesia, rendendo anche il momento della medicazione un vero e proprio supplizio il cui unico desiderio era la morte.
    Al termine del primo mese, il busto e la schiena di Tetsu erano state prese di mira da ogni sadica attività! Lame, bruciature ed elettricità passarono sulla pelle del ragazzo! Un dolore senza tregua.

    Tentò svariate volte la fuga, spezzandosi i pollici e tentando di liberarsi dalle manette. Non vi riuscì mai, ottenendo come unico risultato fratture e altri punti deboli sui quali si rivalsero i suoi torturatori.

    "Dov'è il sigillo dei Musashi?"

    Le uniche parole che sentì a lungo.

    La luce del sole...i volti amichevoli della Foglia...la felicità...tutto sembrava appartenere ad una vita che credeva essere solo un ricordo che mai sarebbe stato tramutato, nuovamente, in presente. Le lacrime erano esaurite insieme ai buoni pensieri. Si chiedeva, ogni giorno, tentando forse, di aggrapparsi ad una sorta di speranza, se qualcuno, nel mono reale, pensava ancora a lui. Isidor...Keita...Iron-Sensei. E la sua amata Nanatsusaya? Dopo due anni che si trovava lì, il ragazzo, era tentato dal credere che forse il mondo era già giunto al termine. Dubitò anche che tutto quello che c'era stato fosse stata una mera illusione...e che il suo vero mondo si era sempre ridotto a quelle quattro umide mura marroni.

    Forse erano morti. Forse pensavano a lui. Forse l'avevano dimenticato. Un "forse" destinato ad ogni pensiero nascesse nella sua mente devastata.

    [ . . . ]

    I lunghi capelli di Tetsu avevano ormai raggiunto metà schiena e i primi accenni di barba davano, lontanamente, l'idea del fatto che sotto quell'ammasso di cicatrici e contusioni, c'era un ragazzo a malapena adolescente.

    Era in dormiveglia, la bocca semiaperta che sbavava, quando dalla porta entrò il solito uomo. In tutto quel tempo non ne aveva conosciuto il nome. Per Tetsu era semplicemente "Waru". Malvagio.
    Waru entrò nella camera seguito da un altro uomo. Era una novità. Mai più di uno per volta si era occupato di Tetsu.
    Il ragazzo sorrise. Era forse il segno del fatto che avrebbe finalmente incontrato la morte?

    Il secondo uomo, a braccia incrociate, avanzò verso Tetsu, camminando con aria regale. L'espressione seria e interessata. Non guardò altro che il giovane shinobi.
    Tetsu lo fissò forte negli occhi.

    § Occhi dorati... §

    Il ragazzo riconobbe in quegli occhi una certa somiglianza. Dei suoi aveva solo un vago ricordo, ma era certo che avessero un colore simile a quelli che ora...stranamente...gli sorrisero.

    Un sorriso.

    Il cuore del ragazzo si fermò per un istante.

    Quei gesti intrisi di normalità che mai avrebbe apprezzato come fece in quel momento.
    Dopo anni di visi duri, smorfie e contorsioni, rivide il volto della dolcezza sul nuovo arrivato.
    Senza potersi fermare, grosse lacrime cominciarono a cadere.
    L'uomo allungò una mano verso la guancia del ragazzo. Tetsu la guardò avvicinarsi con desiderio, chiudendo gli occhi sollevato, al calore che gli impresse al tocco. Singhiozzava, tentando di spingere la testa contro quella panacea vivente...assorbendone un valore che mai avrebbe creduto di poter attribuire al contatto umano.
    Lasciò scivolare via la mano. L'uomo annuì lentamente. L'espressione decisamente soddisfatta.

    Ruotò in maniera estremamente rapida sul proprio asse. Waru era alle sue spalle. Il colpo rovinò violento al collo del capo dei torturatori! Una lama celata accompagnò la rotazione, decapitando di netto l'uomo!
    La testa ruzzolò via goffamente. Quasi come un tragicomico sipario che si spalancò su una veloce e cruenta battaglia che si consumò nel minuto successivo.
    Irruppero nella stanza gli altri shinobi, attaccando in gruppo l'uomo dagli occhi dorati.
    Sempre con la sua lama, anticipò quegli attacchi trafiggendo i nemici senza alcuna pietà! Uno ad uno, gli altri cinque membri di quel gruppo, furono sterminati.

    Tetsu era in preda al terrore! Aveva visto quel demone agire dopo quel gesto di pura gentilezza e non sapeva cos'altro pensare.
    L'uomo si voltò verso il prigioniero. Avanzò qualche passo per poi allargare lo stesso sorriso di poco prima.

    Per volontà di quello strano figuro o per semplice cedimento, Tetsu cedette allo svenimento.

    [ . . . ]

    Nel mese successivo, il ragazzo non fece altro che riposare. L'uomo si rivelò essere il suo salvatore, deciso però a non portarlo a Konoha, ma su un rifugio disperso nel Paese della Terra, Non diede spiegazioni, nè Tetsu tentò di chiederle. Dopo tutto quel tempo in silenzio o impegnato a tentare di spingere fuori l'anima dal dolore, aveva perso la solita capacità di comunicazione. Credeva di non essere più in grado di parlare e non era impaziente di provarci. Passò il primo periodo in solitudine, subendo le cure meticolose di quell'uomo. La schiena era a pezzi. Per tre anni non era mai stato spostato da quella stanza. I muscoli delle gambe avevano evitato l'atrofia solo grazie al corpo ben allenato. Le mani erano completamente incapaci di compiere le più semplici operazioni...Insomma, in quel periodo, fu quasi come se Tetsu dovesse imparare di nuovo tutti quei piccoli movimenti e meccanismi, guidati da una terapia attenta e precisa che in poco tempo salvò il ragazzo dal decadimento al quale era andato incontro. Almeno dal punto di vista fisico riuscì a riprendersi. Era il lato psicologico che era preoccupante.
    Sobbalzava ad ogni rumore o suono. Le sue notti passavano in uno stato di dormi-veglia spaventato, sempre convinto che il tutto dovesse ricominciare...da un momento all'altro.

    Prima che i due scambiassero parola tra loro passarono almeno tre settimane, ancora. Fino ad allora, si erano solo guardati e dati taciti permessi.

    Come suo solito, l'uomo sedeva al di fuori della casetta, meditando sul prato con aria serena. Un giorno, Tetsu, si avvicinò lentamente ad esso, fermandosi a circa due o tre metri alle sue spalle. Si mise a sedere, titubante. Restò in silenzio per un'ora intera! Aveva fatto alcuni esercizi, tentando, con successo, di ripristinare le funzionalità delle corde vocali. Ora, al suo esordio...era emozionato e preoccupato. Sia per il risultato che per il frutto che avrebbe colto dalla conversazione che ne sarebbe conseguita.

    "Io mi chiamo...Tetsu..." disse, finalmente.
    "Masamune."
    "Sono parte del clan..."
    "Musashi. Konohagakure...conosco la tua storia" lo interruppe.
    Tetsu prese una piccola pausa. Quasi era affaticato.
    "Masamune-san...lei mi ha salvato...o tutto ripartirà presto?" aveva richiamato tutto il suo coraggio per saltare direttamente a quel quesito.
    "Cosa intendi?"
    "La tortura." rabbrividì.
    "Ti ho salvato. Sei al sicuro. Buona serata."

    Nei giorni successivi, i due sedettero insieme a lungo. Tetsu era affascinato da quell'uomo e non osava chiedergli altro. Cominciarono a consumare i pasti insieme, quando in precedenza, il ragazzo, si cibava da solo, in un angolo della sua piccola stanzetta. Oltre che dal suo aspetto regale, ciò che colpiva di Masamune erano quegli occhi dorati. Riavendo la possibilità di specchiarsi, in quel luogo tanto tranquillo, il giovane shinobi di Konoha ebbe la conferma del fatto che i due condividevano lo stesso particolare colore.

    Masamune era un uomo dal gran fascino. Capelli brizzolati, tagliati corti e precisi. Un viso duro e dai lineamenti marcati. Parecchie rughe solcavano il suo volto, rendendogli un aspetto severo e al contempo estremamente espressivo. La forma degli occhi era leggermente a mandorla e sulla bocca era impresso, come perenne, un broncio marcato! Dalla tempia sinistra, fino alla base dell'orecchio destro, passando per entrambi gli occhi. Portava un pizzetto finemente rifinito, che gli incorniciava bocca e mento.
    Aveva una voce profonda e carismatica, un suono che Tetsu seppe apprezzare come una canzone.

    Dopo pochi giorni, Masamune lo aiutò a rimettersi in forze. L'uomo ordinava a Tetsu determinati esercizi, e il ragazzo, incapace di spiegarsi quella totale incapacità di ribellarsi a quelle disposizioni, compiva ogni gesto con il desiderio immenso di impressionarlo e colpirlo!
    Il recupero di Tetsu fu rapido. Due mesi dopo, era in grado di combattere e agire rapidamente. L'uomo lo portò ad un recupero veloce ed efficace che permise anche alcuni scontri tra i due.
    La potenza sconquassante di Masamune non veniva, minimamente, scalfita nemmeno dal Loto! Il ragazzo sentiva dentro, oltre a tutto il malessere, una rabbia indescrivibile che, tentava, di sfogare su quella inscalfibile montagna umana, capace di parare senza alcun problema il colpo più rapido anche solo immaginabile da Tetsu.

    Seppure silenzioso, si instaurò un rapporto amichevole tra i due. Stare in quel luogo, per Tetsu, fu un toccasana per la sua ripresa. Come una vacanza dall'inferno...una vacanza che lo vide però fare i conti con diverse problematiche. La prima vota che assaggiò il sakè...fu l'inizio di una grave dipendenza...e il fumo da tabacco si accompagnò ad essa. Diciassette anni e non sentirli...un uomo fatto e finito, dilaniato dal terrore di quelle stanze e privato di una giovinezza ormai dispersa nel nulla.

    [ . . . ]

    "Tetsu, devo parlarti"

    Era cena. Sul piccolo tavolo, attorno al quale sedevano in ginocchio, come da antiche tradizioni, i due stavano consumando un risotto ai funghi nella consuetudine del silenzio. Quella novità allarmò Tetsu, un po' come ogni avvenimento. Viveva in uno status perenne di allerta ed ansia ottenebrante che lo dipingevano come l'insicuro che non era, quindi posò la ciotola ancora fumante, dando la sua disponibilità all'ascolto con quell'espressione tesa come l'aria che scese, imprevista, nella stanza.

    "E' giunta l'ora che tu riceva le informazioni che tanto agogni e tanto ti spaventano. Anche se non parli tanto, è chiaro tutto quello che ti passa per la mente. Oggi, ho deciso che il momento è propizio, e darò risposta ai tuoi interrogativi"

    Tetsu chinò lo sguardo, ingollando un grosso boccone di riso, giocando con le bacchette all'interno della ciotola, scostandone distrattamente il contenuto.

    "Senza che tu sollevi domande dirette. So bene a cosa pensi. Vieni con me..."

    [ . . . ]

    Aprire gli occhi e non conoscerne il motivo. Interrogarsi sulla semplice appartenenza dello sguardo con il quale si stava guardando attorno. Quel giovane ragazzo dai capelli nerissimi, lunghi fino a metà schiena e legati in un elegante codino, passava in rassegna i tre personaggi che lo guardavano con interesse ed aria seria.

    L'identità di Tetsu era sconosciuta ai presenti...Tetsu compreso. La notte prima, o forse ancor più addietro, la discussione tra Masamune e il ragazzo aveva richiesto il tributo della memoria, obliterando l'identità del ragazzo e riducendolo ad un guscio vuoto capace di menar mani e parlare, riflettere e agire...ma incapace di definire a chi quelle capacità appartenessero. Amnesia completa.

    Prima ancora di parlare a quegli uomini, passò in rassegna il suo corpo. Carezzò con sgomento i grossi segni che ne solcavano la propria pelle, rabbrividendo nel ritrovare segni di fori e bruciature che lo fecero rabbrividire. Le gambe coperte da calzoni di lino celavano altri orrori ai quali decise di non dar peso. Non per il terrore che stava vivendo prima dell'amnesia. Stranamente non sentiva alto che strana curiosità.

    "Dove siamo?" chiese, con voce quasi sognante.
    "Su un carro diretto a Iwa. Hai dormito dal primo momento che ti abbiamo preso con noi...circa dodici ore fa..." rispose l'uomo che, successivamente, si presentò come Myz, ballonzolato dall'incedere di quel mezzo su una strada chiaramente dissestata. Era buia ed umida, in legno dalla dubbia qualità. Una luce di un lumetto ad olio posto su qualche cassa posta in fondo al rimorchio.
    "E che ci faccio qui?" chiese, meravigliandosi di conoscere la locazione di quel luogo citato
    "Sei un mercenario. Il tuo capitano di ventura ti ha consegnato a noi in cambio di approvvigionamenti"

    Ci fu qualche attimo di silenzio, durante i quali il ragazzo si accarezzò i capelli e si tastò il viso. Era impaziente di visionare in uno specchio la forma di quelle cicatrici che sembravano deturpargli anche la faccia. La questione sul proprio mestiere fu metabolizzata velocemente. Non aveva idea di chi fosse...sarebbe potuto essere tranquillamente un mercenario, quindi accettò la questione senza riserva.

    "Vi ha detto anche il mio nome?"
    "No, puoi comunicarcelo tu..."
    "Oh...io speravo poteste rispondere voi..." aggiunse, come la cosa più normale del mondo.
    "Noi...noi non sappiamo il tuo nome..."
    "Questo è un problema!" sorrise Tetsu, stranamente divertito dalla cosa.
    "Bastardo, vedi di non prenderci in giro!" fece un altro del trio, decisamente più aggressivo e spazientito da quella scenetta surreale
    "No, non credo che Bastardo sia il mio nome, Baffonero!" rispose Tetsu, socchiudendo gli occhi, scrollando le spalle e apostrofando l'uomo per i grossi mustacchi che penzolavano dal labbro superiore fin sul mento. Si stava comportando più coerentemente con se stesso nel momento in cui non sapeva chi fosse...quel se stesso. Quei modi beffardi e sarcastici per i quali non aveva chinato il capo nemmeno dinanzi ad un anziano maestro padrone della devastante arte del Kinjutsu del Loto della Foglia e che erano stati oscurati dai tormenti indescrivibili che era stato costretto a subire "Magari ti radi e torni a indovinare, che così non fai altro che farmi ridere". L'uomo barbuto scattò in piedi, sfoderando senza garbo una grossa katana da un fodero sui fianchi.
    "Vedi di non fare il gradasso...o ti taglio la testa, figlio di..."
    "Ooooi!" lo interruppe Myz, alzando la mano con aria rabbiosa, senza distaccare gli occhi da Tetsu "Smettetela. Subito."

    Tetsu scrollò le spalle, ancora, per poi incrociare le braccia e attendendo.

    "Qual'è il tuo nome?"
    "Non ne ho idea."
    "Soffri d'amnesia?"
    "Potrei essermi materializzato dal nulla, che dici? Pfff..." sbuffò una forte risata, passandosi la mano sulla fronte. Si stava spazientendo.
    "Fatto, sta, ragazzo, che abbiamo acquistato i tuoi servigi. Da oggi in poi tu ubbidirai a noi e soltanto a noi...o ne subirai le conseguenze."

    I due si guardarono a lungo, fissi negli occhi dell'altro.

    Si dice che l'intento ultimo delle arti marziali sia quello di conoscere perfettamente il proprio corpo e forgiarlo come una macchina da guerra il cui scopo ultimo e il ripudio del conflitto. Pace in movimento raggiungibile soltanto tramite un approfondimento dell'arte che tende a rendere il corpo e l'anima uniti in un individuo perfetto, reso tale dalla potenza del primo e dalla chiarezza della componente spirituale. Uno shinobi, però, non poteva sperare di svolgere il proprio dovere elargendo carezze e baci. Un ninja è un vero e proprio soldato, addestrato ad uccidere ma a non allontanarsi dallo scopo ultimo di rendere il proprio corpo un tempio della fisicità, sopperendo all'assenza di pace e amore con un vincolo secondo il quale il marzialista abile e addestrato possa agire in maniera impeccabile. Poesia in movimento, di cui un atleta è a conoscenza ancor prima di pensare.
    La mente di Tetsu, traviata o meno che fosse, dimostrò tale efficienza, trasmettendo al ragazzo la certezza di essere in grado di usare le abilità da guerriero attribuibili al mestiere a lui associato da quei lo loschi figuri.

    Si mise in piedi, sempre osservando gli occhi di Myz. Notò che l'altro uomo restava ancora a spada sguainata, fissandolo con aria feroce!
    Tetsu Musashi scattò in avanti con tutta la rapidità di cui fu capace. Rapido, quasi istantaneo per gli occhi del suo bersaglio, si fiondò contro l'uomo con i baffi, strappandogli di mano la katana e utilizzarla, un istante dopo, per minacciare di utilizzare quella stessa spada per decapitarlo, immobilizzandolo senza capacità di fuga o semplice movimento.

    "Troppo lento, Baffonero"

    "Lascia immediatamente quest'uomo e potremmo cominciare al meglio la nostra avventura!"

    In un solo istante, in un turbinio di polvere, l'uomo chiamato Myz aveva emulato l'operazione di Tetsu, ponendosi alle sue spalle e bloccandogli le braccia come con un bambino. Per ogni tentativo, per il giovane della Foglia, era come sbattere contro un masso inamovibile. Non aveva a che fare con dei principianti...almeno non tutti lo erano.
    Myz dischiuse la presa, seguito immediatamente da Tetsu. L'uomo baffuto si allontanò, mettendosi in un angolo della carrozza, umiliato e spaventato, mentre il suo aggressore si arrendeva, alzando le mani e allontanandosi di qualche passo, mettendosi a sedere.

    "Prego..." diede il suo permesso scrollando le spalle e incrociando le spalle, come una ripetizione della scena di pochi minuti prima.
    "L'uomo che chiami Baffonero...è Toshi e da oggi sarà un tuo compagno. Dovete trattarvi con rispetto" Tetsu annuì, serio "Il mio nome è Myz, sono un medico-ninja. Lui..." indicò l'altro uomo, restato in penombra "E' un altro membro. Jun. Conoscerai il resto di noi a tempo debito" annuì ancora.
    "Sì, piacere. Cosa fate? Consegnate biscotti?"
    "Siamo ninja traditori" una affermazione che in passato avrebbe fatto scaturire in Tetsu un senso di disprezzo che si tradusse in totale indifferenza "Rinnegati dai propri villaggi perchè non allineati al nostro modo di vedere le cose"
    "Cose?"
    "La logica dei villaggi, la segretezza e l'insensibilità che regola l'agire di uno shinobi e una kunoichi"
    Solo conoscendolo meglio Tetsu avrebbe compreso il presupposto romantico ed eroico che si celava in quelle affermazioni. In quel momento gli sembrarono soltanto farfugliamenti di un pazzo...e non mancò di palesare la sua impressione con un gesto tipico e mai scomparso: inarcò il sopracciglio sinistro, con un'espressione scettica. Myz sorvolò completamente "Noi siamo la Banda della Falce e da oggi, tu, ne sarai un membro" nessuna reazione. L'uomo non si era mosso dalla posizione in cui aveva bloccato Tetsu, ora avanzò verso di lui, inginocchiandosi a circa tenta centimetri dal ragazzo, recuperando da una sacca posta sulla propria zona lombare uno strano coprifronte. Effettuò l'operazione senza smettere di guardare negli occhi Tetsu.
    Il ragazzo allungò le braccia, per riceverlo. Un elegante simbolo era inciso nel duro acciaio. Un simbolo che, come prima sensazione, diede l'idea di rappresentare l'infinito o la completezza.

    "Conosci il tuo nome?" ripetè la domanda
    "No, mi dispiace" stavolta la risposta arrivò gentile
    "Da oggi, allora, tu sarai Kuroneko della Banda della Falce"
    "Kuroneko?"
    "I tuoi occhi dorati e i tuoi capelli neri come la pece l'hanno suggerito."
    "..."
    "Agile, veloce e graffiante come un gatto, che ne dici? Ahahah!" Tetsu sorrise, scrollando le spalle e portando le mani alla nuca, sostenendo la testa. "Prima di arrivare al campo, e presentarti al resto dei tuoi nuovi compagni, devi chiarirmi soltanto un punto, ok?" Tetsu annuì "Bene. Non voglio sapere come un ragazzo tanto giovane si sia procurato tutte queste cicatrici. Qualcosa mi dice che la tua memoria corrotta dipende anche da questo ma...voglio provare a chiederti della tua schiena. Cosa significa quel tatuaggio?"
    Tetsu strabuzzò gli occhi. Istintivamente cominciò a tentare di rigirare il capo per osservare il disegno, senza riuscirci. Afferrò uno specchietto che gli fu passato da Myz, portandolo al di sopra della spalla sinistra e osservandone il riflesso.
    "Ma cosa diavolo..."

    Dalla base del collo, sulla sinistra, vi era un segno molto elaborato, simile ad una strana spirale, che poi si prolungava verso la schiena, ricoprendola del tutto di simboli intricati di un nero brillante, dalle rifiniture perfette e dal significato completamente sconosciuto.

    "Non lo sai, vero?"
    "No." scosse il capo
    "Sei un bel mistero, Kuroneko-kun..."

    Myz tornò al suo posto.

    "Bha! L'importante è che hai già dimostrato il tuo valore di guerriero! Insomma, hai surclassato Toshi in un istante."
    "Tu hai surclassato me, però"
    "Arriverai al mio livello a tempo debito, o forse devi solo ricordarlo! Ehehehe" anche Tetsu rise "Ma qui nel nostro gruppo non esiste rivalità. Il successo di un altro è l'orgoglio dei suoi compagni...e il suo fallimento è la ragione per la quale dobbiamo allenarci più duramente. Qui con la Banda della Falce sei al sicuro. Recupererai il tuo passato, i tuoi pensieri e sarai affiancato da grandi amici, te lo prometto. Avevo dubbi delle tue capacità combattive...non ti nascondo che l'idea limite era quella di usarti come scudiero o assistente...ma quella singola mossa mi ha dimostrato che sei un guerriero di alto rango, Kuroneko." Tetsu era imbarazzato, ma sollazzato da quelle lusinghe "Ti potresti sentire obbligato a restare, nei primi giorni ma imparerai a desiderare di restare tra noi. Il nostro Toshi, qui, ha iniziato proprio come te" Toshi annuì, sempre con faccia scontrosa "Ti potresti sentire in trappola. Potesti pensare che non hai autorizzato la tua vendita, ecco. Un essere umano non è una merce e affermazioni del genere ma..." scosse il capo "...noi della Banda della Falce non pensiamo di acquistare un umano nè la sua volontà. Noi pensiamo di aver assoldato un nuovo compagno. Per adesso potresti semplicemente restare per paura della rappresaglia, d'accordo, ma in futuro amerai stare insieme a noi."

    Era un discorso strano, al quale Tetsu non seppe approcciarsi con criticità. Era palesemente stato venduto come uno schiavo ma il fare di quell'uomo, la sua grande abilità dimostrata in quello scatto di poco tempo prima, e il senso di dispersione nato dall'amnesia, non fecero altro che spronarlo ad annuire.

    "Ottima scelta."

    Pronunciò quelle parole mentre la carovana diminuiva la velocità, fino a poi frenare bruscamente.

    "Siamo arrivati, Kuroneko. Vieni a conoscere la tua nuova famiglia!"

    Lo precedettero i tre, invitandolo ad uscire. Il ragazzo valutò la probabilità di voltare e fuggire all'impazzata. Per una manciata di secondi considerò lo scenario in cui fuggiva verso...verso cosa? Chi era Kuroneko? Da dove veniva? Qual'era il suo motivo di vita? Cosa ci faceva lì? Ad ognuna di quei quesiti non avrebbe trovato altra risposta se non l'oblio...valutò che l'unica possibilità sensata era dare un'opportunità a quello scenario di traditori e compagni della Falce. Si mise in piedi...il pensiero volto al grosso tatuaggio alle spalle (era certo che significasse qualcosa di importante. Un simbolo, un messaggio...qualsiasi cosa fosse non era un semplice disegno)...e a quelle terrificanti cicatrici. Che il primo fosse il sigillo utilizzato da Masamune per obliterare la sua memoria e che le seconde fossero il frutto di quell'incredibile violenza al quale era sopravvissuto, era una opzione nemmeno lontanamente immaginata. Si fece coraggio, scendendo dal carro e incontrando per intero La Banda della Falce



    [ Continua . . . ]


     
    .
  6.     Like  
     
    .
    Avatar

    Falce dei Kaguya


    Group
    Y Danone
    Posts
    21,442
    Reputation
    +602

    Status
    Offline
    Il Briefing - Konoha

    Per qualche interminabile secondo, mentre quel trio di ninja sproloquiava, Iroki Udo pensò che gli uomini con cui aveva parlato in precedenza avessero ragione: che il meglio che aveva da offrire la Foglia non era poi così "di qualità".
    Il gigante che era il più quotato per il grado jonin iniziò tutto uno sproloquio su quante cose non gli avessero detto e su come, a suo dire, li stavano mandando alla cieca nella bocca di un leone... quasi Iroki si chiese se non fosse la prima missione per quel tizio, tanto sembrava dubitare dell'organizzazione della stessa.
    Il figlio del mercante, già, era meno aggressivo, ma anche lui faceva delle domande che un pò lasciarono l'Udo perplesso: li mandavano a proporre la pace al Raikage senza nemmeno avergli chiesto se fosse interessato alla stessa? Avevano davvero una bassa opinione di Konoha quei giovani ninja!
    La ragazza, già, dimostrava di aver studiato un pò di geografia... ma oltre quello, ed un ego ampio quanto la sua scollatura, probabilmente ad equilibrare le conoscenze geografiche, pure lei aveva qualche propensione a parlare parecchio.

    Ad ogni modo, solo quando i tre ebbero finito di parlare, Iroki pensò bene di spiegargli qualche altro particolare.
    "Probabilmente avete poche conoscenze su come si portano avanti delle trattative di pace, quindi lasciate che vi spieghi.". esordì, "Ci sono due tipi di trattative di pace: le trattative che un vincitore offre ad uno sconfitto, ma lì si parla di condizioni per cui l'altro non ha molte opzioni di dire No, oppure delle trattative fra forze ancora più o meno in equilibrio, che però vorrebbero evitare ulteriori massacri. Ed il nostro è il secondo caso.", spiegò.
    "Sono trattative che richiedono più tempo... di fatto, il vostro, sarà il primo passo: una delegazione accademica, voi, incontrerà in territorio più o meno neutrale una delegazione del Raikage. Non dovrete discutere troppo, non dovrete fare offerte, o prendere decisioni da parte dei vostri villaggi, ma semplicemente dovrete assicurarvi che i rappresentanti del Raikage abbiano il rotolo, che la vostra compagnia ha così attentamente messo al caldo, e che lo leggano.
    Potete anche parlare, ricevere un primo parere, ma di fatto, voi non sapete cosa l'Accademia offre al Paese del Fulmine, quindi non potrete essere di aiuto, o di peso, nelle scelte a venire.
    Loro vi dovranno dimostrare che sono i rappresentanti di Kumo mostrandovi la missiva con cui era stato deciso questo incontro e voi, quando tornerete, farete rapporto, dicendo nomi e descrivendo, i ninja che hanno ricevuto il trattato da voi.
    Questa è pura diplomazia e politica, non vi richiederà molti giorni di missione, il resto del tempo lo occuperete a cercare la carovana scomparsa."
    , aggiunse.
    "E' ovvio che il Raikage sa di questa missione diplomatica, non esisterebbe alcuna missione per cercare di trovare la pace fra grandi villaggi ninja, se non fossero da ambo le parti interessati a parlarne.", sottolineò, senza dilungarsi a spiegargli molto dell'attuale situazione bellica e politica dell'Accademia, circondata da un lato dalla minaccia di Kumo e dall'altra dalle agitazioni ad Iwa, mentre all'interno i paesi di Taki ed Ame non erano nemmeno quelli pacificati ed in ottimi rapporti con l'Accademia stessa.

    "Relativamente alla carovana, sono merci fra le più varie: ci sono stoffe, gioielli e metalli preziosi, ma niente di più, è un commerciante di stoffe ed abiti, fra i più grossi del Paese del Fuoco, quello che è stato assalito da questa Banda.
    Una Banda che, da ciò che possiamo sapere, non è alleata con Kumo, giacché anche daimyo e grosse aziende del Paese del Fulmine sono state colpite... anzi, c'è qualche vago sospetto che forse, anche la Nuvola si stia muovendo per eliminarli, ma non ne abbiamo la certezza."
    , continuò, "E questo ci porta all'argomento percorso da seguire... che vi avrete detto comunque, semplicemente speravo prima in qualche vostra reazione, seppur, meno esagitate, devo ammettere.", sottolineò.
    "Come ha detto la signorina Kobayashi, il percorso via terra è più o meno sempre lo stesso, o quanto meno è il più utilizzato e quindi sorvegliato da ambo le forze ed è proprio quello che userete.
    Avrete un lasciapassare, che da ambo le parti, semmai qualche gruppo di guardia lungo i confini vi noti, dovrebbero riconoscere, ma non dovrete inoltrarvi oltre il villaggio di Shimo, al confine meridionale fra Paese del Fuoco e del Fulmine.
    Il viaggio via mare, oltre che inutile in questo senso, porterebbe a questioni con il Paese dell'Acqua e con i problemi che alcune squadre di pirati di Kumo danno agli stessi.
    E, soprattutto, la Banda di predoni che cercherete ha la base nell'area di Shimo, colpisce tutte le carovane che vanno verso il Paese del Fulmine, o quello del Fuoco, ad est ed ovest, oltre a quelli che si dirigono, o provengono, da Sud dal paese dell'Acqua, e quelli che si dirigono verso Nord nel più piccolo paese del Riso, dove si trova Oto.
    Non è stato scelto a caso, il luogo, probabilmente da nessuna delle due parti."
    , concluse.

    L'uomo prese poi una mappa, posizionandola sul tavolo, indicando dove si trovava Shimo sulla stessa e poi altri punti in tutta l'area, sia nel Paese del Fuoco, sia in quello del Fulmine.
    "Questi sono i punti in cui la banda di criminali che dovete cercare ha colpito. Sembra che sia composta da shinobi che hanno abbandonato i villaggi accademici e non, ci sono anche traditori di Kumo ed Iwa, da quel poco che ne sappiamo.", iniziò a spiegare, "Avete una settimana prima dell'incontro con i rappresentanti della Nuvola, ma per raggiungere Shimo, anche prendendosela con calma, ci vogliono al massimo cinque giorni, con un pò di fretta, in 2 giorni sarete lì.
    Avete piena libertà su come e quando volete partire e su come organizzare il tempo per le due missioni.
    Il luogo dell'assalto alla carovana è a circa due giorni di viaggio, nel Paese del Fulmine, da Shimo.
    Noi non abbiamo specificato il numero di rappresentanti per Konoha, così come non lo ha specificato Kumo, quindi scegliete come organizzarvi."
    , aggiunse con calma.

    Concluse quelle spiegazioni, Iroki Udo avrebbe dato ai tre ninja una serie di lasciapassare ed una data (oltre ad ovviamente il luogo) di quando sarebbe dovuto avvenire l'incontro, una data che, in teoria, avrebbero potuto tranquillamente rispettare.

    Area intorno Shimo... quello stesso giorno - Confine fra Paese del Fuoco e Paese del Fulmine

    Il ragazzo conosciuto come Kuroneko avrebbe viaggiato per due giorni buoni, incatenato, nel retro di quel carro, assieme all'altro ferito, quello che aveva saputo riconoscere come suo fratello.
    Nessuno gli aveva rivolto la parola, né Myz, né chi aveva guidato il suo ultimo assalto come membro della Banda della Falce: Tokito, la sorella maggiore di Toshi.
    Il giovane Musashi ricordava di certo la differenza fra i due fratelli originari di Oto: il primo, lo stesso che aveva conosciuto quando aveva iniziato quella vita, era, in buona sostanza, una schiappa, la seconda, però, era tutt'altra cosa... una kunoichi del Suono che aveva abbandonato il villaggio assieme al fratellino, per salvarlo dalla collera della famiglia, infuriata con lui alla sua dodicesima bocciatura al corso per diventare genin.
    Tokito, al contrario di Toshi, era un genio, spietata con gli incapaci, che non fossero il fratello, decisa nelle azioni di battaglia, un'ottima stratega, ma, più di tutto, un genio del suo clan, che aveva abbandonato ed infangato.

    Furono Toshi ed un altro tizio, uno che si faceva chiamare Gult, originario di Kumo, unitosi alla Banda da meno di un anno, il volto segnato da diverse cicatrici, a trasportare di peso "Kuroneko", mentre Myz ed un altro portavano il corpo mal ridotto di suo fratello maggiore, gettandoli nella medesima cella. Davanti alla stessa, li aspettava Tokito.

    "Non mi sembra giusto...", lamentò il ninja medico di Suna, guardando in direzione di Kuroneko, "Gli abbiamo offerto la nostra casa, era un nostro fratello.", affermò.
    "L'obbiettivo della Banda è più grande dei suoi singoli membri, ti potrebbe dire chi crede ancora nei villaggi... ma la verità è un'altra, e la sai anche tu: questo giorno sarebbe arrivato, l'uomo che ce lo ha affidato ha detto che sarebbe arrivato questo giorno.", replicò semplicemente Tokito, senza nemmeno degnarlo di uno sguardo.
    "Rassicurante per tutti i nuovi acquisiti nel gruppo, sapete?", scherzò Gult, allontanandosi assieme agli altri due ed a Toshi, solo il quinto uomo rimase lì, di guardia ai due prigionieri.

    -----------------------

    OT: Ok, per il trio della Foglia, scegliete come usufruire dei 7 giorni per la caccia.
    A Tetsu, il piacere di spararsi un'altra lunga introspezione.../OT
     
    .
  7.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Admin
    Posts
    18,983
    Reputation
    +684

    Status
    Offline

    Una carovana è per sempre







    Si voltò verso il Kurogane con l’aria infastidita dopo che questo finì di parlare, poi , dopo qualche secondo di intensa attività cervellotica che si premurò di far trasparire con estrema teatralità parlò.

    Avevo un dubbio su di te in effetti, ora mi hai fatto ricordare cosa fosse: sei un mercante.
    Perché mi state facendo andare in missione con un mercante? Le carovane loro le riempiono, non le proteggono!


    Aggiunse ironicamente alle sue domande, ponendo anche una velata critica sull’utilità della presenza di Masaki e verso le sue stesse idee. Da quel momento aveva preso le sembianze di una fastidiosa ape che gli ronzava intorno al naso. Tuttavia liquidò il discorso con un semplice gesto della mano per concluderlo li per riaprire bocca soltanto una volta che l’impiegato avesse finito di parlare, presentando lo stesso sorriso infastidito di poco prima. Ma dopotutto che poteva saperne lui di Tetsujin, e di tutto quello che UNA singola carovana gli aveva fatto passare e del potenziale che potesse nascondersi sotto degli innocui veli?

    Vede, non abbiamo bisogno di altre spiegazioni, di fatto le mie domande erano lecite visto che lei sapeva le risposte, risposte che in un primo momento non ci erano state date, per cui, non mi sembra di aver chiesto la luna.
    E tu, la prossima volta, cuciti la bocca.
    I soldatini volenterosi sono decisamente L’ULTIMA cosa che voglio come compagni di squadra.
    Deve ancora arrivare il momento in cui farò domande poco utili alla missione.


    Disse appuntando il Kurogane.

    Continuerei pure nel dirti perché tanta preoccupazione verso le carovane, ma non mi interessa generare altra tensione prima della missione, però fatti dare un consiglio: la totale assenza di paura non ti rende migliore, ti rende stupido, fragile e facilmente attaccabile, gira a largo se ti va di fare l’indomito.

    Detto ciò riportò l’attenzione sull’impiegato.

    Ora, ciò che ha detto, è sufficiente, e l’idea della doppia missione inizia ad avere un senso, ma la prego, lei ha un solo lavoro: esporre le missioni, se non sa farlo per bene si appunti i discorsi e veda di non dimenticarsi nulla!

    Conclusi i “ringraziamenti”, se i suoi compagni non avessero detto null’altro da dire, si sarebbe voltato uscendo dalla porta mentre salutava l’impiegato.

    Prepara la ricompensa.

    Disse prima di chiudersi la porta alle spalle.

    Bon, se non avete troppo da fare direi che possiamo partire subito, no?

    Interloquì ironicamente.

    Tanto non ci serve nessuno schema di avanzamento, siamo in 3 con nulla da proteggere, ci basterà procedere semplicemente l’uno di fianco all’altro, eventualmente con il mediano che faccia da punta.
    Io, per l’esattezza.
    La posizione del portarotolo inoltre è abbastanza ambigua da non renderla un bersaglio scontato, ne d’attacco ne di difesa, sta bene li e la scelta di attaccarla non potrebbe che essere dettata dalla fortuna, a meno che non sospettino di tutta quell’abbondanza


    E così dicendo tracciò un triangolino a mezz’aria evidenziando il vertice più alto, per poi indicare il seno di Shizuka.

    E comunque, giusto per la cronaca, non mi interessano le scaricatrici di porto, se tu fossi più femminile quasi quasi ci farei un pensiero, ma al momento la tua lingua è quasi più forcuta della mia, per cui no, decisamente non ho interesse a denudarti, anche perché non sarebbe troppo utile vista la crudeltà con cui strizzi quelle due poveracce nel bustino.

    Tornando serio continuò a parlare.

    Detto ciò, direi di avanzare senza alcun tipo di strategia al momento, è abbastanza complesso prevedere cosa ci aspetta e cercare di farlo sarebbe una perdita di tempo, per cui avviamoci per la via principale e cerchiamo li qualche informazione sulla carovana, sulla sparizione e sulla banda, si trova sempre qualche bocca da far parlare.
    Ammenochè non vogliate mettere su un bel teatrino, cosa che a me piace sempre tanto fare.


    Sorrise pronunciando l’ultima frase per poi riprendere il discorso solo se avesse avuto dei consensi.

    Si potrebbe prendere in affitto un carro, possibilmente mascherandoci, così non lo ripaghiamo se lo rompiamo, e addobbarlo come se trasportasse parecchia roba di valore, dopotutto appartenete a due clan di mercanti, creare una carovana civetta non sarà difficile.
    Ad ogni modo il tentativo è quello di nasconderci nel carro, mettere un clone a sorvegliare la carovana e cercare di far abboccare i nostri cari vandali. Farci catturare o meno per distruggere il loro covo dipenderà dalla forza con cui ci attaccheranno: se poca manca il capo del gruppo, e in quel caso potremmo farci catturare o spennare qualcuno dei sottoposti, mentre se la forza è giusta potremmo avere la fortuna di beccare il capo della banda.
    Per cui, se ci state, tornate a casina e fate partire qualche comunicato per un grosso carico, che lascerà il fuoco e si dirigerà alla nuvola, in modo che sappiano di esso e cerchino di attaccarlo.


    Smise di parlare, per poi interrompere i due con un dito se avessero cercato di prender parola, come se gli venisse in mente un ultimo appunto.

    Ovviamente, se avete delle modifiche da fare parlate pure, o anche se non vi sta bene il piano.

    Fece spallucce e attese rimbrottamenti o cambi di programmi, era ormai evidente che in quella missione l’accademia si fosse impegnata a creare un team altamente discordante, per cui Raizen si sarebbe limitato ad annuire ad ogni nuova proposta.
     
    .
  8.     Like  
     
    .
    Avatar

    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

    Group
    S. Mod
    Posts
    29,631
    Reputation
    +1,307

    Status
    Anonymous

    La parte più rischiosa


    II




    La situazione sembrava più incasinata del previsto. Il lasciapassare (che immaginavo fosse stato concordato con il Raikage, altrimenti sarebbe stato uno scudo di carta resistente come tale), era ciò che speravo di ottenere: una missione diplomatica diventata enormemente più difficile se per parlare di pace dovevi infiltrarti nella base nemica.
    La cosa più interessante era la ricerca, e lì mi resi conto di aver sbagliato un piccolo ragioamento: sapere del carico ci avrebbe evitato di incorrere in banali errori, tuttavia al contrario di Fenix non l'avrei posta a quel povero impiegato come la volontà di fregarci per far fallire una missione. Sul serio pensava quello? Oppure semplicemente aveva visto così tanto schifo da essere sospettoso in maniera ossessiva anche verso i suoi alleati? Gli avrei consigliato un bravo psichiatra, se solo ne conoscessi uno.
    Però fu un bene chiedere la mappa. I colpi avvenivano in un'area ben delimitata, ed era facile, quasi con uno sguardo, capire dove dovevamo andare: dovevamo attraversare la zona in cui erano avvenuti i furti. Attraversandola sarebbe stato molto facile riuscire ad attirarsi contro i criminali della zona, con l'unica differenza che quella volta non sarebbero stati inerti mercanti impreparati o ninja che non si aspettavano un attacco all'improvviso.
    L'idea di Raizen, quindi, nel complesso, era buona. Attirare i piccoli maledetti come mosche sul miele era la cosa migliore che potessimo fare. Anche se era rischiosa, molto rischiosa: non conoscevamo le forze del nemico ed avrebbe potuto rischiare deriamente di uscirne più morti che vivi.
    Tra Shizuka-san e me procurarci un carro sarà la cosa più stupida del mondo immagino dissi pensando alle quasi sterminate distese di carri per le spedizioni di proprietà dei Kurogane E se per voi va bene, potrei provare a convincere la mia famiglia a sacrificare qualche arma in nome dei rapporti con Konoha, buttandola sul piano degli investimenti... certo, convincere mio padre a parlarne con i capi sarebbe stato veramente ridicolmente difficile, ma tantovaleva provarci, visto che c'era una possibilità Un carico di armi, la mia famiglia diffonde la voce che sono di buona qualità, ma chiederò qualche scarto alle fucine, niente che possa risultare utile ai banditi. L'idea di Raizen mi pare buona, ma evitiamo di esporci in prima linea con il carro. Ho un'idea, ma è rischiosa, non poco, perché cui se qualcosa va storto chi ne va di mezzo rischia di rimetterci le penne... a meno che i banditi si accontentassero semplicemente di rubare senza anche uccidere Se mettiamo una copia a sorvegliare il carro, questi l'attaccano e con ogni probabilità la distruggono. Persino il più menomato dei banditi capirebbe che è una trappola, per cui suggerisco che uno di noi guidi il carro e che gli altri due lo sorveglino a distanza. Una volta avvenuto l'attacco, chi guida il carro si arrenderà, o fuggirà, e lascerà prendere la refurtiva... spostare un carro è un'operazione lenta, rumorosa, lascia un sacco di tracce a meno che non riescano a farlo volare oppure a teletrasportarlo. In questo modo, seguendoli, potremmo raggiungere il loro campo baso, osservarlo e quindi prendere decisioni sul da farsi. Saremo sicuramente in inferiorità numerica, uno scontro diretto è quello che proprio non ci serve... ma non volevo chiedere né a Raizen né a Shizuka di fare ciò che avevo proposto. Mi sembrava meschino proporre un piano pericoloso e quindi lasciare agli altri la parte più rischiosa, a maggior ragione se ero la persona più indicata per farlo.

    masaki11



    Andrò io sul carro. Non sono un carroarmato che urla di essere un combattente con lo sguardo come te Raizen e Shizuka-san converrà con me che trasportare merci a bordo di un carro non è un mestiere tipico delle belle giovani donne. Devo andare io, per forza, se decidiamo di fare così. Datemi due giorni massimo e mi procuro il carro, le armi e faccio spargere la voce del carico... chiunque crederà che i Kurogane vendono armi alla nuvola, fidatevi, non ci sono sospetti per quello. L'ultima frase la pronunciai con non poco astio nella voce. Come poteva Konoha permettere tutto ciò? Forse non aveva prove, forse semplicemente le conveniva perché i Kuorgane erano i migliori a vendere e svendere armi di qualsiasi tipo, e la loro qualità non era inferiore a nessuno, però come poteva permettere ai suoi ninja di andare a morire uccisi dalle stesse armi che stringevano loro?


     
    .
  9.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Admin
    Posts
    18,983
    Reputation
    +684

    Status
    Offline

    Controproposte







    Il Colosso sospirò alle parole di Masaki, ma non calcò troppo sull'esasperazione, volle essere pacato.

    Già ti avevo detto di non volere soldatini volenterosi in gruppo, neanche siamo partiti che già ci caschi, eh?
    Azioni in solitaria ridotte cocco, ho già trascinato un morto per colpa tua, e mi basta.


    Chiese retoricamente.

    Generalmente, se non si ha una base molto vicina da cui si possano osservare i movimenti delle carovane, e dalle informazioni dateci non sembra il nostro caso, non viene mai mandato un numero di uomini adeguato alle persone che sostano sulla carovana, bensì un numero fisso di scagnozzi che trovandoti solo potrebbero prendere il sopravvento troppo semplicemente, magari anche allarmarsi, pensa bene, è un carico prezioso dopotutto, perché mandare in una zona notoriamente a rischio una carovana con solo un uomo sopra?

    Disse con una faccia molto eloquente.

    Per cui, ripropongo il travestimento, tre in una carovana, travestiti da persone comuni, io per la stazza potrei tranquillamente essere il garzone assunto per il carico e scarico delle merci o qualcosa di simile.
    Mandarti li da solo è un suicidio, in caso di inseguimento avresti troppe persone alle calcagna ed è difficile sfuggire ad un gran numero di inseguitori, in caso di combattimento avresti troppi avversari, e come detto prima sarebbero sicuramente sospettosi e quindi propensi a menar le mani.
    Il sospetto che potrebbero avere verso un'unica guardia alla carovana mi porta anche ad escludere il compromesso che potrebbe offrire un doppiofondo alla carovana in cui potrei nascondermi io insieme a Shizuka per lasciare te solo come desideri, ma come ho detto secondo me la cosa sarebbe una pulce nell’orecchio troppo grande per loro, alla fine sono esperti del campo
    Quindi si va in tre, in caso di combattimento saremo uniti e potremmo contare l'uno sulla spalla dell’altro, in caso di fuga separeremo le nostre forze ma anche quelle avversarie e sarà più semplice dileguarci, ora decideremo un punto d’incontro dove ritrovarci in caso di fuga, in caso avessimo inseguitori troppo tenaci li elimineremo combattendo assieme in un punto a noi favorevole, ed ovviamente dovremmo anche sapere più o meno il percorso seguito dagli altri, in modo da recuperare i ritardatari o dargli man forte, insomma, le perdite non sono da mettere in conto per la buona riuscita della missione.
    Però, prima di ogni altra mossa, dobbiamo prediligere l’imprigionamento, in modo che ci portino all’interno del loro stesso sistema credendoci comuni viandanti a cui attribuiranno misure di sicurezza basse a cui potremmo adeguarci facilmente.
    Giunti a quel punto ci sarà solo da decidere come distruggerli, ma andrà fatto sicuramente dall’interno.
    Il motivo?
    Perché dall’esterno ci si guarda sempre, e non si pensa mai che i problemi potrebbero arrivare da ben più vicino, anche per una questione pratica.


    Si interruppe facendo spallucce, per poi mettersi una mano sotto il mento, come se avesse ricordato qualcosa

    Potremmo anche inseguire il carro non esponendoci in prima linea, ma poi dovremmo espugnare il loro covo visto che probabilmente avremmo scarse possibilità di infiltrarci a posteri, è probabile che questi banditi non abbiano un grosso gruppo e che quindi si conoscano bene tra di loro rendendo le infiltrazioni rischiose, per cui o si rischia col carro o si rischia dopo, un piano simile mi vede indifferente, potremmo attuare entrambe le scelte.

    una volta terminato si voltò per guardare i due e tirare le somme del discorso.

    Questi i miei motivi, ma visto che siamo agli inizi e ci troviamo in parità tra il mio parere e quello di Masaki, a meno che tu Shizuka, non voglia proporne un altro devi decidere da che parte stare, e poi è meglio definire il piano generale in gruppo in modo da bilanciarlo bene sulle capacità di ogni componente. Fatevi un idea di chi debba essere il capogruppo, senza una testa siamo solo tre braccia sullo stesso pisello: scoordinate ed inutili.

    Concluse con un sorrisetto.
     
    .
8 replies since 3/6/2013, 22:02   246 views
  Share  
.