Il Sigillo della Dea

Competenza Fabbro di Atasuke Uchiha

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  1. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~Iniziamo a lavorare il metallo~


    Drake lo salutò con un semplice cenno del capo, unito ad una singolare scena di perforazione generata dalla lama che teneva in mano e che lasciò cadere sul bancone in legno a peso morto.
    Nulla di strano nel fatto che l'arma incise il morbido legno, tuttavia, meno ovvio fu il grado di perforazione che la lama ebbe nel penetrare il legno, indistinguibile segno di una lavorazione a dir poco ottima e di certo superiore a quella delle classiche armi accademiche che aveva in dotazione.

    "Spero che tu abbia studiato o almeno sfogliato la parte teorica che andremo ad affrontare oggi: anche se non l'hai fatto, stai pur tranquillo, inizieremo dalle basi e in ogni caso dvorai usare i libri che ti avevo imprestato...vedi, ho un carico di kunai da preparare a breve per inviarle alle scorte della polizia di Konoha. A quanto sembra hanno finito gran parte delle loro armi ad Otafuku, derubati e una parte usate in combattimento ed andate distrutte."

    «Tranquillo, ho passato ore su questi libri, non ti deluderò... Intanto spero di fare un buon lavoro... Più che altro temo per la qualità delle prime armi che mi farai forgiare... quindi non so quanto possa convenirti consegnare anche i miei prodotti ai colleghi»


    Concluse con un leggero sorriso ed una velata risata ironica indirizzata a se stesso. Per quanto si sentisse più che in grado di imparare bene ed in fretta una tale abilità sapeva che per quanto semplice potesse apparire, non doveva essere così semplice, altrimenti tutti sarebbero in grado di forgiare delle armi di qualità.
    A quel punto Drake gli fece cenno di seguirlo ed Atasuke non si fece attendere, scattando a sua volta per seguire Drake fin sotto al negozio, seguendolo fino al laboratorio sottostante, dove vi erano diverse postazioni da lavoro rifornite di materiali ed attrezzi per la lavorazione del metallo. Con un semplice interruttore Drake fece poi partire il caldo ed ingegnoso sistema, facendo avviare la fornace e riempiendo le varie vasche di raffreddamento, una per ogni singola postazione. In seguito comparvero poi 5 cloni di Drake, cloni che in apparenza erano dei semplici cloni incorporei, ma che in realtà avevano consistenza fisica. Ancora una volta vedeva in azione quella particolare tecnica della moltiplicazione.

    °Ma allora questa tecnica la conoscono tutti! Devo assolutamente impararla!°


    Pensò tra se mentre Drake gli spiegava ciò che avrebbe dovuto fare mentre i cloni invece si dirigevano alle postazioni iniziando il processo di lavorazione dei metalli.
    Atasuke stette ad osservarli alcuni istanti prima di dirigersi alla "sua" postazione per iniziare ad inquadrare i vari attrezzi con cui si sarebbe cimentato di li a breve.
    Osservò attentamente come i materiali venivano selezionati e come i vari cloni decidevano se la barra di metallo scelta fosse o meno quella adatta a quell'arma.

    °A me queste barre di metallo paiono tutte identiche... come diavolo fanno a capire qual'è quella giusta?°


    Si chiedeva tra se cercando di carpire quale potesse essere il metodo per scegliere quella giusta per poi ricordare ciò che aveva letto nei libri. Rammentando ciò che essi racchiudevano comprese quindi che cosa doveva osservare delle varie barre per capire quali fossero le più adatte. In particolare, per i kunai che doveva forgiare bastava un metallo più semplice, meno elaborato e quindi con una percentuale maggiore di ferro e minore degli altri minerali aggiunti per creare quelle leghe d'acciaio. Osservò con attenzione le singole barre una ad una, cercando di capire quale dei "mucchietti" fosse del metallo che cercava, ma alla fine riconobbe quello che cercava. Era leggermente più scuro degli altri e presentava una leggera traccia di ossidazione in uno spigolo, segno che in quella lega la percentuale di ferro era maggiore rispetto agli altri. Prese quindi le due barre, chiedendo per sicurezza una conferma al Drake più vicino, ottenendo quindi la conferma della sua teoria ed il via libera alla lavorazione.


    Prese quindi le pinze e con queste depose la barra di metallo duro e quella di metallo più morbido nella fornace cercando di scaldare i metalli il più possibile in modo da renderli roventi e malleabili, di modo che potesse lavorare con minor fatica. Attese a lungo, cercando di sincronizzarsi con l'attesa dei vari Drake, in modo da non perdere tempo inutilmente o ancor peggio aspettare troppo poco lasciando il metallo troppo freddo per poterlo lavorare in maniera ottimale.
    Giunto il momento, rapido estrasse il rovente blocco di metallo grezzo, dando quindi il via alla lavorazione. Posò il blocchetto rovente sull'incudine ed iniziò a martellarlo con foga mentre con le tenagliue lo teneva fermo in modo da non vederlo vagare per la stanza. Poco alla volta il blocchetto si compattava e si assottigliava "fondendo" tra loro le due barre di metallo differente, le quali andavano così a formare i due strati di materiale e divenendo poco alla volta sempre più scuro e bluastro, segno che il materiale si stava raffreddando in fretta, fin troppo in fretta per ciò che si aspettava.

    °Dannazione, sapevo che si raffreddava in fretta, ma non pensavo così in fretta... SPecialmente in un ambiente così caldo... Fortuna che sono abituato al caldo per le mie katon...°


    Sbuffò asciugandosi la fronte con il dorso della mano con cui impugnava il martello prima di rimettersi all'opera cercando di martellare il metallo finchè era caldo.
    Il caldo torrido dell'ambiente chiuso si faceva sentire, tanto che il volto imperlato di Atasuke si ricopriva sempre più di numerose goccioline di sudore mentre molte ricadevano gocciolando dal suo naso sulla postazione di lavoro.
    Ogni colpo dato liberava decine e decine di scintille dal riovente e rosso metallo, il quale costantemente si scuriva fino a riacquisire quasi il suo colore naturale.
    Vedendo quindi che i suoi colpi divenivano sempre più sterili sul duro metallo, Atasuke interruppe la procedura rimettendo sulla fiamma il materiale martellato cercando di riportarlo ad una temperatura utile per la lavorazione.
    Quel monotono processo si ripetè decine di volte in quella giornata, alternando di tanto in tanto alle normali martellate delle particolari martellate date sul cuneo in metallo che posto al centro della barra la "tagliava" permettendogli quindi di eseguire la ripiegatura del metallo su se stesso in modo da poter riprendere con le normali martellature. Ad ogni giro il metallo appariva divenire sempre più compatto e rifinito, oltre che sempre più resistente, anche se in effetti non gli era chiaro se fosse più a causa dell'affaticamento che si faceva sentire o dell'effettiva lavorazione dell'arma che poco alla volta andava migliorando.
    Ad ogni giro l'arma si faceva più compatta e resistente mentre i differenti strati di metallo divenivano sempre più sottili e difficili da distinguere tra loro. Ci volle particamente tutta la mattinata per comprendere la giusta tempistioca ed acquisire il miglior modo per battere quel metallo senza sprecare troppe energie ma mantenendo un risultato buono. Per sua scelta non chiese praticamente nulla ai vari Drake, cercando di carpire i segreti "da solo" o semplicemente osservando ciò che i Drake facevano. Era chiara la differente rapidità con cui le esperte mani dei Drake forgiavano le loro armi sfornandole praticamente in metà tempo di quanto Atasuke necessitava, tuttavia la cosa non lo preoccupò molto, in fondo aveva a che fare con un fabbro esperto mentre lui invece era solo alle prime armi.

    [...]


    Raggiunto infine un risultato che reputava accettabile si mise a lavorare l'arma cercando di darle la forma definitiva prima in maniera grossolana e semplice per poi rifinirla poco alla volta con una martellata alla volta per poi concludere infine dando una rifinitura della forma con gli altri attrezzi che aveva a disposizione. Passò diverso tempo a grattare di qua e di là l'arma con la cartavetro e con gli attrezzi per smerigliare in modo da togliere gli eccessi e le varie imperfezioni prima di darsi al lavoro di affilatura.
    Ci mise molto tempo, forse anche alcune ore per rifinire bene l'arma prima di passare al controllo della calibratura in modo da verificare se l'arma fosse effettivamente bilanciata in maniera corretta. Per sicurezza confrontò l'arma con una di quelle che aveva nel proprio equipaggiamento in modo da verificare che fossero di caratteristiche almeno similari se non pari.
    Per sua sfortuna l'equilibratura pareva essere sbagliata e probabilmente quello era un errore dovuto alla lavorazione troppo grossolana del materiale fin dal principio.

    °Dannazione... Come posso risolvere questa grana? Se non è equilibrata è completamente inutile ed inutilizzabile... Odierei aver buttato via un'intera giornata di lavoro per un kunai di pessima fattura ed inutile come arma!°


    Si fermò alcuni istanti a meditare un modo per risolvere il problema, ma alla fine preferì ridarsi alla lavorazione del filo prima di dedicarsi alla soluzione dell'equilibratura.
    Come per la rifinitura si mise a ripassare l'arma decine e decine di volte con minerali abrasivi sempre più fini cercando poco alla volta di estrarre da quella lama un filo sempre più dettagliato e pericoloso, cercando di ottenere un risultato buono o almeno tale da recuperare tutto quel tempo passato in maniera sbagliata a martellare il metallo.

    [...]


    Era ormai sera quando Atasuke, fiero del risultato finale ricontrollò l'equilibratura, notando che dopo l'ultima lavorazione l'errore presente era alquanto diminuito e che quindi si poteva semplicemente risolvere aggiungendo pochi grammi di materiale nell'impugnatura dell'arma al di sotto delle fasciature in tessuto che costituivano l'impugnatura dell'arma tra la lama e l'anello metallico in fondo all'arma. Dopo un'ultimo controllo ed una prova pratica fatta lanciando l'arma verso il bancone atasuke porse il risultato della forgiatura a Drake, nella speranza che questi ne fosse soddisfatto. Certo era stato molto lento, nel tempo in cui lui ne aveva forgiato uno ogni singolo clone ne aveva forgiati di svariati, tuttavia c'era anche da dire che quello era il suo primo lavoro pratico di forgiatura.

    «Eccoti il mio lavoro... So che non è neppure paragonabile alle tue armi, ma spero sia un risultato soddisfacente, o almeno come prima arma...»


    Porse quindi l'arma al maestro con un breve inchino per poi indietreggiare di un passo ed attendendo ansioso il verdetto del maestro.
     
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